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Posts Tagged ‘Droga’

Gaudeamus Igitur, ne siamo sicuri?

12 novembre 2013 1 commento

Laurea

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Qualche giorno fa camminavo per le vie del centro e alcuni capannelli di ragazzi mi incuriosirono quel tanto per capire cosa stavano facendo. Era in atto il supplizio di alcuni laureati.

Nella realtà è un vero supplizio, una delle tante forme di scherzi fatti per sminuire, denigrare sbeffeggiare il malcapitato. Non si tratta di torture fisiche con la finalità di sopprimere lo studente, ma di gioviali scherzi preparati dalla gioventù universitaria, quella che domani sarà la classe di imprenditori, di direttori, di professionisti che dovrà traghettare questo paese in altri lidi.

La scena a cui assistetti più che creare ilarità e piacevolezza, incuteva disordine, compassione e tanta tristezza. Nulla di goliardico, nulla di gioviale, nulla della serena spensieratezza del giovane che ignaro del suo avvenire, scherza, compiace gli altri per le battute o per qualche scena comica. Nulla, solo una profonda degradazione morale, fisica. Il disfacimento intellettuale, l’abbruttimento della persona e dell’essere umano che si erge ormai a giudice supremo e Dio e non vede la propria degradazione e di quanto infamante sia la sua rappresentazione.

C’era una ragazza soprastante un telo di plastica (per ordinanza del sindaco per non imbrattare il marciapiede), avvolta nella carta igienica; a braccia nude e con il capo totalmente intriso di farina, uova rotte, e colorazioni diverse. Il viso era segnato con un trucco esagerato, tipo quello delle vecchie baldracche, con un rossetto che strabordava dalle labbra, un fondotinta stile maschera da circo ed un trucco sugli occhi simile d’aspetto a quello del pugile macilento dopo un incontro perdente. L’espressione non sembrava divertita e nemmeno pareva volesse far divertire, ma nel giorno della laurea è obbligatorio divertirsi, a tutti i costi.

In una mano teneva stretta un recipiente di vetro che, dagli schiamazzi degli amici e parenti , doveva essere dell’alcool: doveva bere forzatamente fino a terminare la bottiglia per fare ridere gli altri. La voce era evidentemente sopra le righe ed i familiari, amici compresi, facevano a gara per rendere questa pietosa scena ancor più triviale incitando questo povero scarto sociale, ma laureato, a fraseggiare poesie senza rima e senza ritmo, ma intercalandole con parole senza senso, inutili, con bestemmie, parolacce e trivialità.

Il corpo, ricoperto di carta igienica, era intriso di sostanze non ben definite, forse chiara d’uovo, o forse olio o acqua o altri liquidi, poiché era completamente impiastricciata, come quei poveri animali imprigionati dai liquami del petrolio. Il suo muoversi appariva proprio come quei gabbiani che si dimenano nei fanghi alla ricerca d’aiuto.

Un vera scena divertente.

Questa scena nella sua volgarità e trivialità ha confermato quanto penso ormai da anni: l’umanità fa letteralmente schifo. E’ sufficiente aprire leggermente la porta della stalla che la mandria senza ordine e senza nessun orientamento si spinge anche oltre la porta del macello.
Queste scene di laurea purtroppo non sono un caso isolato di alcuni studenti dementi e senza nessuna cultura, sono la prassi sostenuta dalle serate di orge alcoliche che il comune sostiene a piene mani. E’ il degrado umiliante della persona, la riduzione a puro escremento senza nessun vantaggio sociale, zero assoluto. Ed è ancor peggio nel caso delle donne che, se il vero scrigno sacro della natura, vengono derise, affogate nei fumi dell’alcool, sbeffeggiate, maltrattate come simulacro di una cultura incapace di produrre i suoi frutti, ma solo escrementi. E poi si parla continuamente del “femminicidio” o dei maltrattamenti fatti da degenrati al gentil sesso? Questo come dovremmo definirlo: stupro civil-goliardico-globalizzante?

Ma tutto questo è l’azione “culturale” globalizzante distruttiva di una goliardia che è sempre stato il fiore all’occhiello dell’Università. Ma è pur vero che (Gaudeamus igitur, Iuvenes dum sumus; ) godiamo della gioventù finché siamo giovani, poiché la nostra vita è breve e finirà in fretta, la morte arriverà rapidamente e non risparmia nessuno (Vita nostra brevis est, Brevi finietur; Venit mors velociter, Rapit nos atrociter; Nemini parcetur).

Godiamo quindi di questo attimo che presto fuggirà e rallegriamoci dello studio, dei professori che ci hanno istruito e dato la conoscenza (Vivat academia, Vivant professores, Vivat membrum quod libet, Vivant membra quae libet; Semper sint in flore). Ora forse più che rallegrarci si dovrebbero maledire i professori, l’accademia per il grado di infima istruzione e per non dare ai giovani studenti quel cibo che è la vera conoscenza.

Negli anni d’oro della goliardia professori e studenti erano uniti, collaboranti e spesso molti scherzi toccavano gli uni come gli altri nel rispetto reciproco dei ruoli ricoperti che avrebbe visto  nel tempo gli studenti ricoprire le stesse cattedre che deridevano. Il rispetto era la base di una buona e sana relazione, spesso però contestata negli anni 70/80 in cui iniziò la sua vera decadenza fino a sfociare in quelle poco edificabili situazioni come sopra descritte.

Oggi sono pochi i paesi che portano il rispetto dovuto allo studio ed alla cultura, forse la Russia che, ancora legata alla tradizione cristiana, si attiene alle regole auree della goliardia.

Ruby, she needs to be so free…

17 febbraio 2011 Lascia un commento

…Don’t question why she needs to be so free...

Queste le parole di una famosa canzone dei Rolling Stones adatta alla attuale situazione del nostro Berlusconi.

Non chiedermi perché ha bisogno di essere libera“, ma nella realtà la povera “escort“, più propriamente venditrice delle sue pudenda, è parte di un disegno più volgare e ben delineato che alcuni signori hanno voluto innescare.

Una delle tecniche più conosciute è il “debunking“, ovvero quel sistema di delazione, calunnia e “sputtanamento” che porta l’opinione pubblica ad accettare quello che alcuni media scrivono, in rispetto dei loro padroni.

Berlusconi, troppo sensibile al pelo e tanto debole nelle sue scelte, probabilmente per l’età avanzata, non ha potuto resistere alle offerte di una giovane sgualdrina e la tela creatasi è stata tanto banale quanto volgare come gli ideatori che l’hanno creata.
Però, vogliamo scommettere che anche i più benpensanti non avrebbero resistito alle smaniose tentazioni di una ragazza così procace, ma lui è il capo del Governo, un rappresentante dell’Italia all’estero deve mantenere una rigorosa moralità: quale?

Già, quale moralità intendiamo portare avanti: quella dei vari Vendola, dei vari Fini che se la spassa con una donna che potrebbe essere sua figlia, oppure di quella parte dell’haute couture (alta moda) composta per lo più da recchioni e lesbicone assatanate? Oppure la morale deve essere quella più castigata dei vari amanti dei viados? Insomma il parco dei porci è molto variegato: dai cocainomani, ai pedofili (e ce ne sono!), ai recchioni incalliti, ai puttanieri, ai travestiti, ai sadomasochisti e chi più ne ha più ne metta: le mosche bianche, le vere rarità stanno proprio nell’eccentricità di Berlusconi di andare a puttane. Come? A puttane? Con tutti i culatta che ci sono NON può rompere la tradizione recchiona dei benpensanti.

Però lui, Berlusconi,  è sulla bocca di tutti, è il capro espiatorio del malessere italiano, delle frustrazioni e del fallimento della Seconda Repubblica (ma c’è mai stata una prima repubblica?), dell’ignoranza e della prepotenza e prosopopea degli arroganti. Lui non è l’unico, perché se andiamo a guardare chi sta con lui e contro di lui si farebbe fatica a distinguerne il colore. Tutti uguali, ma tutti dentro all’albio senza fine (per ora) dei profitti.

E’ penoso, umiliante per tutta quella classe di politici, intellettuali e persone che invece non condividono questa orgia per sentirsi accomunati alla morchia di questa cultura italiana e alle croste dell’innovazione del libero pensiero.

Purtroppo se si da uno sguardo al parco buoi della camera e del senato non si riesce a fare una persona sana nemmeno prendendo i lati positivi di tutti messi assieme. Tutta fuffa, tutta gentaglia che come Crasso fece, sarebbe  da condannare alla crux patibulata, perché altro non potrebbero meritare. E’ noto infatti che i romani usavano questo tipo di supplizio solo per le classi più infime, per le persone spregevoli, per gli avanzi della società.

E invece no, la magistratura –  potere nel potere – ben foraggiata e nutrita dalla solita orda anglo-massonica, schiera tutte le sue armi per inchiodare un povero diavolo, uno che è stato messo lì, su quello scranno, proprio perché l’Italia di meglio non merita e non se lo poteva permettere. Avrebbero potuto mettere un Bersani, un D’alema, un Vendola o…ma chi altro c’è? Boh? Comunque hanno fatto eleggere quella specie di uomo che mostra all’Italia la vera stoffa della politica italiana: rabberciata, raffazzonata, sporca, intrisa di meschine alleanze, insomma la solita italietta che ai tempi di Mussolini pretendeva di conquistare il mondo…e che poi Piazza Loreto ha azzerato, lasciando però lo spazio alla voragine della democrazia, di quella che ha portato alla distruzione della famiglia, della società, delle aziende di stato, e alle liberalizzazioni quelle che hanno ingrassato alcuni personaggi che poco, molto poco vengono nominati.

Scie, fantasie o realtà misconosciute?

6 febbraio 2011 Lascia un commento

Quanti alzano gli occhi al cielo per osservare? Quanti hanno notato delle scie bianche che rimangono in cielo per ore ed ore, allargandosi successivamente in chiazze biancastre rendendo il cielo velato con colori al tramonto innaturali?
Credo che molti le abbiano notate e molti se ne siano disinteressati: tanto che cosa possono fare?

Immagine satellitare

Sulle scie che si vedono in cielo non si sa nulla, nel senso che nessuno delle istituzioni spiega esattamente cosa siano e quando vengono richieste (le spiegazioni) sono per lo più banali, quasi infantili: scie di condensazione del vapore acqueo dai motori degli aerei. Tutte cose risapute!
Il fatto è che il vapore acqueo non rimane in cielo per ore ed ore e non varia la sua colorazione con i raggi del sole a certe angolazioni, ma anche sotto questo punto di vista le spiegazioni dei “tecnici” sono per lo più banali e infantili: sono la condensazione degli scarichi degli aerei che contengono sostanze diverse in funzione dei carburanti e degli additivi usati che con la temperatura ed umidità dell’atmosfera a certe altitudini, rifraggono la luce in maniera diversa. Oddio, può anche essere una buona spiegazione, ma non spiega perché rimangono nel cielo per ore e perché i certe occasioni si formino buchi perfettamente rotondi nel cielo, oppure le nuvole, all’avvicinarsi di temporali assumano forme insolite, quasi di matasse di lana.

Però, sappiamo che a Pechino, durante le olimpiadi, furono usati razzi carichi di ioduro d’argento per scongiurare la pioggia proprio durante la inaugurazione, sappiamo che in Abudabi hanno provocato la pioggia (52 acquazzoni) in agosto (!!!) usando la semina aerea di sostanze ionizzanti l’atmosfera. E queste non sono le prove dei complottisti, ma fatti veri ed accaduti. Anche alla BBC.UK si ammette che vi siano sperimentazioni chimici a nostra insaputa: anche loro complottisti?

Mah?! Eppur si muove, l’areo che solca il cileo e che fa strani disegni! Nella realtà ci sono state anche alcune interpellanze parlamentari, ovviamente senza esito.

I complottisti dicono che queste scie rilasciano alcune sostanze, per lo più bario, bromo, silicati, torio, ma possiamo immaginare che ce ne siano altri. Si pensi per esempio alle quantità industriali di diossina e defogliante scaricati dalle forze americane in Vietnam per fare terra bruciata contro i vietcong, questa è staoria degli anni ’60 e non è complottismo, ma realtà passata!

Ora se si è utilizzato del “semplice” defogliante o della diossina per stanare i “viet”, è possibile pensare che chi controlla non possa fare a noi cose sconosciute per modificare alcune variabile ambientali, climatiche, comportamentali, irrorando l’atmosfera di sostanze che possano modificare la stua struttura e l’aria che respiriamo e che respirano i nostri figli? Ma oltretutto lo ammette anche l’europa.

Allora che si dice a tal proposito, perché tacere? Perché i piloti di quegli aviogetti sono “condannati” a stare zitti? A quale tipo di ritorsione sono sottoposti e  che ricatti subuiscono loro e la loro famiglia se per caso sfugge loro una parola in questo campo? Eppure le prove stanno tutte sui cieli, si vedono tutti i giorni e anche di notte, è sufficiente alzare il naso e anziché bere una birra, o alzare il gomito per trangugiare una pastiglia di droga con un bicchiere di alcool forse se tutti dessimo maggior peso a quello che ci accade attorno potremmo vivere meglio, no?

E invece no! Meglio drograsri, ubriacarsi, non vedere, non denunciare, non sottolineare quanto le alte sfere farmaceutiche, militari stanno compiendo sulle nostre teste. Non dobbiamo sapere! E non serve porsi delle questione perché anche in altre parti del mondo il problema è presente, così in USa in Canada, nella Gran Bretagna, in cui è anche bene espresso un commento del parlamento inglese. Quindi non sono balle solo che per digerire quanto si vede, è necessario accettare la favola del cambiamento climatico, del surriscaldamento terrestre e del buco dell’ozono per permettere a dei criminali travestiti da agnelli di defraudarci della nostra vita.

Lavoro: agli over 40 e 50 solo disoccupazione perenne.

14 novembre 2010 Lascia un commento

A breve la storia di Pitocco, un uomo che nel pieno delle sue forze e della sua esperienza ha incontrato la piacevole sensazione di essere inutile nel mondo del lavoro.

Restate in contatto, perché le altre realtà sono sempre bene accette e perché ogni suggerimento è doveroso per tutti quelli che dell’esperienza di  Pitocco ne condividono il percorso, magari sbagliato, ma solamente il suo.

La Costituzione Italiana

Art. 1

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

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Parte I°

Il tema, sembra banale, ma oggi come anche 10 anni ,fa il problema non è stato mai affrontato. Politici, sindacalisti (che sono dei politici) e le forze del mondo del lavoro non vogliono prendere in considerazione tutta una fascia (enorme) di persone che alla soglia dei 40 o peggio dei 50 anni perde il lavoro.

La questione ha diverse sfaccettature, molte delle quali potrebbero anche essere comprese, ma  molte invece vengono taciute e manipolate per favorire altre classi di lavoratori anziché questi e tutte sfociano in una unica parola: denaro.

Possibile? Altroché se è possibile e facciamo alcuni esempi.

Una persona a 40/50 anni rimane a casa, gli mancano ancora 10/15 anni per andare in pensione, magari ha anche una famiglia con moglie e figlio e mutuo da pagare, oltre ovviamente a tutta una serie di impegni economici (cellulare, iPhone, computer, macchina nuova, televisore piatto ecc.ecc.) fatti per accontentare i vari famigliari lui compreso.

Ha la rata del mutuo che aggira sui 500 euro/mese più le rate degli oggetti suddetti che magari arrivano a sfiorare i 200/300 euro/mese. Ha una macchina nuova o quasi che gli costa una vagonata di denaro (assicurazione, benzina o gasolio, tagliandi, bollini blu, rossi e gialli); al sabato il figlio esce con la paghetta e la coppia felice va a mangiare la pizza, o con amici a una cena. Alla domenica, dedicata alla santifiazione ( e chi ci crede più, no?) se ne va con gli amici alla partita, oppure va a trovare la suocera, o i propri famigliari, oppure se ne va con tutta la famiglia a fare una bella scampagnata, appena fuori città a mangiare e bere qualcosa. Tutto segue il ritmo della famigliola in “equilibrio” economico. Anche la moglie lavora e i due stipendi, sommati, fanno una cifra che permette alla famiglia di Pitocco, lo chiamiamo così per non offendere nessuno, di poter sopravvivere e vivere senza troppi intoppi.

Un giorno improvvisamente, a causa di qualche problema sconosciuto da Pitocco, si trova la convocazione con uno sconosciuto che gestisce il personale: gli viene detto che l’azienda sta navigando in acque difficili e che i provvedimenti presi sono la riduzione del personale. Non c’è appello e Pitocco, fa parte della riduzione. Gli occhi sgranati, la bocca secca, la saliva che manca e l’incapacità di proferire una parola che abbia senso; si chiede perché proprio lui che ha famiglia, un mutuo e tante altri “debitucci”; alla fine la melliflua voce dello sconosciuto lo convince che la soluzione aziendale non ha appello e che quella giusta è la riduzione del personale.

“Che farebbe lei al posto del suo titolare?”, è la domanda che gli viene fatta dallo sconosciuto.

Pitocco adesso è solo, non ha più nessun collega di lavoro con cui confrontarsi, perché altri sono rimasti e quelli “ridotti” non hanno nessuna voglia di dire nulla: anche loro hanno il peso della solitudine e dell’impotenza, sono soli e come degli automi scavano nella mente se nella loro attività c’è stato un qualche problema, o se per caso veramente l’azienda andava male tanto da essere messi sulla strada. No, niente di niente, è la solita solfa: il padrone ha sempre ragione!

Ma si fa strada il pensiero aggressivo di chi è stato fustigato sulla schiena senza dolore: adesso gliela facciamo vedere noi come si tratta con la vita delle persone, e Pitocco corre dal sindacalista, dal commercialista, dal consulente per il lavoro, ma la unica cosa che riesce a strappare è solamente una boccata d’ossigeno economica in più (gratifica) oltre alla sua “meritata” liquidazione. E adesso che fare? Pitocco è disorientato, esce dall’azienda che per anni l’aveva accolto con il sorriso e adesso lo vede uscire scuro in volto.  Non c’è esperienza di queste cose e Pitocco se ne capacita solo dopo molto tempo.

Non aveva mai vissuto una cosa del genere e per tutte le cose, capisce, ogni esperienza è solamente un’isola che non può essere confrontata con le altre fatte nel passato. Anche Pitocco, da giovane, aveva fatto lavori che poi terminavano dopo  un anno o giù di lì, ma era giovane, aveva la carica degli anni spensierati, non aveva famiglia e viveva con i genitori ed i fratelli ed ogni problema che incontrava veniva suddiviso con i suoi famigliari, ma non era a conoscenza del suo futuro, non poteva averne, perché quella che aveva fatto era la sua esperienza da giovane, senza famiglia e senza figli: adesso gli si prospettava un futuro tutto nuovo, pregno di nuove emozioni e carico di incognite mai conosciute.

Segue……

Manipolazione e controllo.

5 ottobre 2010 Lascia un commento

In una recente lettura mi sono imbattuto in una frase di Pascal: “Ciascuno esamini i propri pensieri: li troverà sempre occupati dal passato e dall’avvenire. Non pensiamo quasi mai al presente o, se ci pensiamo, è solo per prenderne lume al fine di predisporre l’avvenire. Il presente non è mai il nostro fine; il passato ed il presente sono i nostri mezzi; solo il futuro è il nostro fine. Così non viviamo mai, ma speriamo di vivere e, preparandoci sempre ad essere felici, è inevitabile che non siamo mai tali.” (Pascal, Pensieri)
I rapporti della nostra vita si riducono ad effimero passaggio senza che se ne colga l’essenza della nostra esperienza e lì dove  il passato è frutto dell’inesperienza, il futuro è lo schermo delle nostre aspettative. Uomo fallace ed ingannevole nelle sue idee.

Anche Milan Kundera, nel suo L’insostenibile leggerezza dell’essere, si rendeva conto che non c’è nessuna possibilità di stabilire quale sia la miglior scielta per il proprio futuro, perché non c’è l’esperienza vissuta e perché ogni avvenimento che si incontra nel percorso della nostra vita è unico e solo.  Così la nascita di un figlio, la morte di un genitore. Nessuno è in grado di imprestare l’impalcatura della propria esperienza per sorreggere l’altrui ignoranza. Ciò che è il vissuto per uno, spesso non è uguale e nemmeno similare per gli altri.

Rappresentano questi aspetti una premessa sul controllo incondizionato della nostra vita? Le risposte sono parecchie e, a volte, anche fantasiose, ma adentrandosi nei pensieri e nel cercare quale che sia la verità spesso accade che anche dietro ad un innocente evento si nasconde la mano di “misteriose” manipolazioni. Chi controlla cosa e perché? E’ la domanda generalmente che ci si sente fare da quelli che ascoltano.  Che motivo c’è? E poi, se guardiamo di come si svolge la nostra vita non si vede nessun controllo! Questo spesso lo si sente anche in bocca a persone affermate nella vita pubblica e culturale.

Nella realtà, in quella che siamo in grado di percepire con la nostra intelligenza e con la voglia di informarsi e di capire, i condizionamenti e manipolazioni non sono una cosa nuova, anche nel passato lontano questo erano attuati dai diversi centri di potere: dalla chiesa, dai regnanti, dalle associazioni commerciali, dalle università, il cui compito dovrebbe  essere il contrario, ovvero instillare il senso critico ed autonomo del pensiero umano. I condizionamenti sono quindi un aspetto fondamentale dell’uomo che con molta probabilità fonda la sua origine nella paura della morte, nella paura dell’ignoto (il futuro è ignoto!) nella paura di esperienza mai vissute. A questo l’uomo pone come rimedio la fede religiosa, quella politica, sociale non rendendosi conto che ogni una di queste è  condizionamento.  Purtroppo, il dramma odierno, sopratutto concentrato sulla vacuità di tutto quello che ci circonda, ha portato l’uomo a controllare ogni attività umana rendendo il suo simile non più intelligente di un sasso in un fiume e mentre questo è appartenente al ciclo vitale della natura e segue il suo ciclo senza esserne conscio, ma ben integrato, l’uomo, per contro, pretende di essere sasso-fiume-natura e forse anche Dio senza sapere che in una frazione di secondo, dopo, non sarà che un semplice ricordo.

Ritornando con i piedi per terra si legge in un sito un articolo molto interessante di Salange Manfredi proprio sull’aspetto della manipolazione e controllo. L’autrice non cerca di spiegare quale sia il motivo del controllo, ma evidenzia quegli aspetti attraverso i quali il controllo e la manipolazione si manifestano.

L’esempio tipico è in questi anni la presenza della continua e costante minaccia di attacchi terroristici. Non c’è giorno, mese o anno che nei media si legga o si ascolti notizie allarmanti, promesse di disastri, di esplosioni, il tutto condito da immagini che non hanno mai un nesso con la notizia in se, ma fanno da ottimo supporto al contenuto del messaggio stesso. Se si parla di attentati, che non sono accaduti, ma che potrebbero accadere, verranno mandate immagini catastrofiche di edifici abbattuti da qualche bomba in guerra, oppure mostreranno immagini di strade bagnate di sangue, pezzi di persone, bambini piangenti e mamme disperate.  Se si parla di cambiamenti climatici forniranno storie accadute anni prima dovute ad eventi straordinari, ma che non sono attinenti con la notizia, mostreranno frane incombenti su paesi, valanghe di fango o vulcani che in annientano migliaia di popolazioni e tutto questo miscuglio di eventi fasulli tendono tutti a mettere l’autocontrollo sotto controllo.

Più instillo la precarietà, più facile è condurre le menti a posizioni più conservative e di conseguenza è più facile fare accettare leggi anti-umane, stati di assedio perenne, guerre di pace e guerre di democrazia. Più si induce l’uomo a guardare la sua inutile vita ad uno specchio carico di sangue, dolori, miseria e frustrazione, maggiormente è possibile indurlo ad essere un tenero cucciolo, pronto ad accettare il boccone avvelenato che gli viene dato. E quanto più l’uomo si sente fragile, tanto più ricorre ed accetta rimedi che in altri momenti non vorrebbe mai vedere applicati. L’esempio titpico è il Patriot Act che in USA è stato accettato dopo l’11 settembre. Una vera miniera di coercizioni simile a quanto poteva accadere nella Russia Sovietica degli anni di Stalin. Ma l’uomo accetta e sopratutto non si pone nessuna domanda: perché? E’ sufficiente creare un avvenimento disastroso, sostenuto da una martellante pubblicità terroristica incombente e da immagine costruite ad hoc che anche il più incredulo cade nella trappola. La domanda che si pone è semplice: possiamo dubitare di quelli che stanno nella stanza dei bottoni? No!

E invece sì!

Nella stanza dei bottoni non ci sono mai persone che hanno l’interesse per la collettività, ma spesso ci sono gruppi di potere economico che vanno dalla finanza, all’industria, al commercio e all’editoria. Tutti questi gruppi hanno un solo scopo:  fare gli interessi di se stessi e dei loro accoliti. E’ sufficiente che al “popolino” sia garantito il minimo e qualchecosina in più per divertirsi, ma non troppo, e i giochi sono fatti. Questa è la democrazia!

Ma perché questo possa avverarsi è necessario esercitare il controllo e la manipolazione a partire da subito, sin dalla tenera età.
Così negli asili, nelle scuole elementari e su fino agli studi universitari. I testi di studio saranno attentamente visionati affinché si legga solo quello che è necessario, o al contrario si caricheranno in maniera mostruosa di concetti e definizioni tali che gli uni contraddicano gli altri.
I libri di storia, quella italiana per esempio, avranno il sapore di una conquista sociale a favore della liberazione del giogo borbonico e austriaco, nascondendo invece le vere motivazioni della conquista del sud da parte delle grandi nazioni di allora (Francia e Gran Bretagna). Oppure si attuerà un linguaggio sempre meno attaccato alla propria cultura sradicando gesti, parole e tradizioni.

Gli insegnanti continueranno a ripetere che per stare nel mondo è necessario farsi capire: verissimo! E che la lingua migliore per farlo è l’inglese, vero anche se ho qualche dubbio. Nel frattempo è stato eliminato il latino nelle medie inferiori e addirittura nei licei scintifici. Però non stanno molto attenti al fatto che anche all’interno è necessario farsi capire, così che la lingua italiana, un po’ alla volta, viene scardinata da neologismi, da inglesismi assolutamente insignificanti (l’esempio tipico è la parola monitor, ormai usata per tutto e dell’ok, spesso sostituito dal neologismo okappa!).

Creato quindi un tappeto culturale adatto si percorre la via dell’informazione addomesticata tramite i giornali, la televisione ed altri media più o meno invasivi la propria sfera personale. Penso ai cellulari, ai compouter tascabili ed altre amenità tecnologiche inutili che non lasciano lo spazio di decidere.  Il controllo è attuato anche visivamente e non più con i poliziotti per la strada che potevano chiaccherare con la gente: questo fatto è estremamente importante.
Non si deve consocere, capire ed eventualmente correggere, ma agire diettamente sullo strappo sociale che si potrebbe verificare in una zona di una città qualsiasi.
Si trovano quindi migliaia di occhi elettronici che continuamente, 24 ore al giorno, controllano e nel momento del bisogno entra in azione la pattuglia di soccorso, la teste di cuoio per annientare quello che, forse, una normale pattuglia stradale o dei polizziotti a piedi avrebbero risolto in maniera sicuramente più efficace. Ma questo non è possibile, perché il controllo del poliziotto deve essere asettico e colpire duro anche il proprio amico che si è incavolato con una banca che gli ha bloccato il conto a causa di uno scoperto per un assegno a vuoto che l’amico ha ricevuto.
E’ naturale che si incazzi, no? E il poliziotto potrebbe mediare e portare sicuramente alla ragione il poveretto. Invece no! La telecamera inquadra, scorge l’ira e la gestualità impotente del cliente e dall’altra parte scatta il segnale: è un terrorista! Notizia sui media: terrorista tentava l’assalto di una banca prendendo ostaggio i cassieri ed i clienti. L’intervento immediato delle forze dell’ordine ha riportato l’ordine e la serenità.

Messaggio: tu che hai subito un torto da una struttura finanziaria, contro la quale puoi solo incavolarti sei diventato un terrorista, entrato nei libri neri della Criminalpol, dell’FBI, della NSA e altre mille e più sigle antiterroristiche, devi accettare le nostre scelte: sono per il tuo bene e la tua sicurezza.
Non pensare, non agire, a questo ci pensiamo noi.

L’uomo odierno, ma anche nel passato accadeva, non vuole sapere, non vuole cercare la soluzione: egli delega senza porsi nessuna domanda ed accetta qualsiasi soluzione purché alla fine della giornata possa riposarsi in pace. L’uomo ha perso il senso del suo esistere, il contatto con tutto quello che lo circonda e sopratutto si sente totalmente avulso da qualsisai attività in cui sia necessario la sua partecipazione.  Partecipare significa interessarsi, significa studiare, significa porsi continuamente delle domande e sopratutto significa controllare, nel senso di verificare se quanto uno dice o fa è esattamente quello che intende o non stia invece portando l’intero quadro del discorso a sfavore dell’uomo.  Non è pensabile che oggi l’uomo senta la necessità di pensare, già lo fanno gli altri e per questo non ci si meraviglia più se persone che hanno disastrato l’Italia abbiano anche una cattedra, una pensione milionaria, una liquidazione miliardaria. L’uomo è insensibile, perché la callosità del suo egocentrismo è arrivata addirittura al di sopra della sua capacità di capire cosa esattamente esso voglia.

 

Money & Drugs

18 settembre 2010 Lascia un commento

Una boccata di vita

Come si dice, fatta la legge trovato l’inganno. In USA un ben pensante, si fa per dire, un ex-hippie dedito all’uso di sostanze stupefacenti, californiano, ha trovato il modo di esaudire il suo desiderio.

Si legge infatti:<<“La mia storia è semplice: sono un prodotto degli anni Sessanta: voglio contribuire a cambiare il mondo per renderlo un giorno un Paradiso in terra>>.  Il fatto strano è che questo paradiso lo intenda fare con il  commercio delle droghe così dette “leggere”. Infatti già negli anni 70 importava una cosa come 250 tonnellate di marijuana considerando che il “fumo”, da li a pochi anni, sarebbe

diventato legale.

Negli anni della rivoluzione giovanile e specialmente nella culla del movimento per le droghe libere, la California, il fumo di droghe leggere era una cosa abbastanza diffusa e tollerata anche dalle autorità e in questo, il “nobile” pensatore del paradiso terrestre, aveva pensato che creare un’industria che potesse sviluppare la produzione di questo “erbaggio” fosse non solo stimolo al paradiso terrestre in terra, di giudaica memoria, ma altresì pensava che non ci fosse nulla di male poter commerciare proprio sui mattoni fondanti il paradiso stesso. Piuttosto blasfema come considerazione, ma tant’è!

Il tizio, certo Bruce Perlowin, dopo varie vicissitudine e dopo 9 anni di carcere per traffico internazionale di droga (il famoso paradiso) che gli permetteranno di accolturarsi, intraprende attività che lo poteranno ad affinare ed a conoscere le pieghe più nascoste per poter realizzare il suo sogno paradisiaco.  Si accorge infatti che la coltivazione di marijuana è legale quando questa sia sottoposta al controllo ed alle verifiche delle leggi statunitensi. Si appresterà quindi a vestire il suoi affari sotto l’etichetta di Medical Marijuana, Inc (attenzione all’aggettivo Medical) cosa questa che poterà l’azienda ad essere quotata nella borsa del Nasdaq (OTC: MJNA) con un fatturato 13mila dollari all’anno!!! Ma L’attenzione del Perlowin e il suo scopo principale è che quando questo commercio sarà legalizzato e non più relegato a nicchia “medica”, la sua azienda ed il suo “giro d’affari” esploderanno fino a 29 milioni di dollari. Un vero affare!!!

Il paradiso eccolo qui: money!

ref: sole24ore
ref: Yahoo Finaza