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Naufragare a Lampedusa, storia già scritta
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Le ultime notizie del naufragio di centinaia di emigranti dall’Africa all’Europa pongono una seria presa di posizione. Da più parti della nostra politica si levano parole accorate di rammarico, di accoglienza e di pietà per quelle genti martoriate da guerre intestine e rivoluzioni interne.
Non c’è speranza e l’unico baluardo della libertà e democrazia sembra essere l’Europa.
Ma mettiamoci a ragionare in ordine sparso
SIRIA: 1916 – in corso d’opera
96 anni di massacri che si sono succeduti senza che alcun ente abbia posto termine. Gli interessi giacciono nel controllo di quella parte del medioriente che in base all’accordo Sykes-Picot avrebbero andare ai francesi ed inglesi, ma il costituito governo fantoccio, uscito dalla disfatta dell’Impero Turco, avrebbe promesso alle due nazioni di coltivare i loro interessi in quella terra. Gli interessi di quegli anni vengono successivamente adattati alle conseguenti alleanze con il Regno Saudita dell’Inghilterra e degli Usa e di tutte quelle nazioni uscite vincitrici dalla seconda guerra mondiale. L’Italia invece perdente accetta di essere il supporto logistico e spionistico delle superpotenze. Effetti: migrazioni massiccie in Turchia, Giordania, Iraq ed Italia.
LIBIA: 17 Febbraio 2011
Inizia la Guerra di Libia e a Bengasi prendono parte alle manifestazioni gli anti-Gheddafi libici e di li a poco le potenze di Francia, Inghilterra, Usa e Italia portano il democratico aiuto al popolo martoriato dalla dittatura sanguinaria e repressiva del Colonello Gheddafi e di tutto il gruppo di comando da lui instaurato. Nell’ottobre del 2011 viene giustiziato democraticamente il colonello Gheddafi permettendo l’instaurazione della democrazia e della libertà per tutto il popolo libico.
Attori: Usa, Israele, Francia, Inghilterra, Italia, Germania, Svezia, Olanda.
Effetti: libertà delle bande armate di assaltare, massacrare, stuprare, assassinare ogni persona che non sia inquadrata o che abbia il colore della pelle diverso, emigrazione di popolazioni.
TUNISIA: 2010 – 2011
Prende avvio la rivoluzione dei gelsomini (i nomi esotici, romantici per giustificare qualsiasi efferatezza) per disarcionare Zine El-Abidine Ben Ali, despota padrone assoluto, sanguinario.
Attori: Usa, Israele, Francia, Inghilterra, Italia.
Effetti: centnaia di morti in loco, emigrazioni dalle coste tunisine verso quelle italiane.
SOMALIA: 21 Gennaio 1991 – in corso d’opera
Inizia la guerra di Somalia contro il governo repressivo di Siad Barre e con l’aiuto dell’ONU, degli Usa e dell’Italia si poterà alla stabilizzazione della regione. Le stesse aziende americane (Conoco, Amoco, Chevron e Phiips) saranno il perno principale per la democratizzazione della Somalia. Nel 2007 gli Usa, gli esportatori della democrazia, compiono l’azione meritoria di pregio e onore per invadere una parte del paese ancora riluttante al processo iniziato.
Attori: Usa, Israele, Italia, Francia, Inghilterra
Effetti: migrazioni, carestie, devastazioni sociale, massacri senza fine, omicidi, squartamenti.
ETIOPIA ERITREA: 6 Maggio 1988 – in corso d’opera
Scoppia la guerra tra Etiopia ed Eritrea, decine di migliaia di morti tra le due parti e migliai di rifugiati che scappano da ambo le parti. La comunità internazionale assiste indifferente alla tagedia aggravata anche dalla siccità che ne aumenterà le vittime.
Attori: Usa, Israele, Francia, Inghilterra, Cina, Russia
Effetti: migrazioni, carestie, devastazioni sociale, massacri senza fine, omicidi, squartamenti.
YEMEN: 27 Gennaio 2011 – in corso d’opera
Scoppia la guerra nello Yemen tuttora in corso che vede affiliati di Al-Qaeda appoggiati dagli Usa, Gran Bretagna Israele contro le fazioni filo iraniane del Nord. Il motivo è sempre lo stesso: la democrazia!
NIGER: 1922 – in corso d’opera
Inizia la lunga guerra del Niger per il controllo delle risorse petrolifere e minerarie di questo paese che vede gli attori principali della destabilizzazione Usa, Francia, Olanda, Inghilterra, Russia, Cina ed Israele. Il motivo ufficiale è sempre lo stesso: manca la democrazia ed è necessario, per il benessere delle popolazioni instaurarla, volenti o no! Milioni di profughi si spostano da una parte all’altra del continente africano migrando lì dove la situazione sociale appare “più stabile”, percorrendo anche migliaia di chilometri fino alle sponde del Mediterraneo. La guerra è tuttora in corso.
CIAD: 1986 – in corso d’opera
Guerra del Ciad. Vede impegnati l’allora colonello Gheddafi a sostegno del Governo Transitorio di Unità Nazionale che si opponeva alla riunificazione dello stato. Guerra terminata, ma riaperta con la Guerra di Libia (vedi sopra).
MALI: 1962 – in corso d’opera
Una guerra senza fine per il controllo delle risorse di questa parte del deserto del Sahara.
Gli attori principali: Usa, Francia, Inghilterra, Israele, Italia.
Motivo: instaurare la democrazia al fine di sfruttare le risorse e la posizione geostrategica della regione.
Effetti: migrazioni, carestie, massacri perpetrati dalle fazioni in causa.
MAURITANIA: 1989 – in corso d’opera
Altra scenario di guerra per il controllo delle risorse petrolifere e minerarie.
Attori: Francia, Usa, Inghilterra, Cina, Russia e Italia che offre supporto logistico.
Effetti: migrazioni, massacri perpetrati dalle truppe islamiste sostenute dai paesi occidentali
SUDAN: 2003 – in corso d’opera
Scenario di guerra e terrorismo finalizzato sempre per lo stesso scopo: petrolio, controllo geostrategico.
Attori: Usa, Israele, Inghilterra, Italia, Francia, Iran, Turchia.
Effetti: migrazioni, massacri carestie
L’elenco potrebbe continuare con molti altri paesi africani, del medioriente e dell’oriente e la spinta che anima quelle persone ad abbandonare i loro paesi natali è sempre la stessa: carestie, sovrappopolazione, guerre, rivolte sociali, criminalità diffusa e permessa dai governi locali.
Come spesso ho scritto più volte, l’Italia nel Mediterraneo è una scialuppa di salvataggio per milioni di persone che fuggono e cercano riparo, ma è anche una enorme ponte di contatto per tutti i paesi rivieraschi, che ha la necessità di essere utilizzato non solo come aiuto umanitario per le popolazioni che cercano soccorso, ma soprattutto per cercare la collaborazione con quei paesi le cui frontiere non sono capaci di contenere questa onda migratoria.
L’attuale incidente avvenuto a Lampedusa è il risultato di anni, decenni di colonizzazione, di sfruttamento e di crimini contro l’umanità compiuti propri da quei paesi che sono cercati dagli stessi migranti: è paradossale!!!
Sarebbe come dire che un bambino stuprato cerca rifugio proprio nello stupratore, e sappiamo che così non è, per fortuna. Il bimbo, nella sua giovane semplicità sa riconoscere il male dal bene, mentre la massa, quella più gretta ed impaurita, non distingue tra la mano del soccorso da quella del carnefice: aberrante!!!
Ma tale e tanta l’ipocrisia delle istituzioni che nell’esperienza secolare colonizzatrice ha saputo mascherare le sue azioni predatorie in opere di misericordia come affermato dalla Boldrini "La repressione non risolve problema" sostenendo che "Con le uniche misure repressive non risolveremo mai questo problema. Chi fugge da guerre e dittature, non sarà fermato da leggi più dure. E’ un’illusione”. Ma non è la sola ad esprimere un senso pietoso per quelle genti, poiché tutti, dal papa a Napolitano, hanno parole melliflue e delicate per il disastro compiutosi.
Ma chi sono gli artefici di quel disastro se non gli stessi organi che hanno appoggiato le missioni di “pace” di “democrazia” di “liberazione” e saccheggio se non gli stessi organi istituzionali che adesso versano lacrime di coccodrillo?
Perché, per esempio, quella carampana della Boldrini non mette l’accento giusto nelle sue parole accusando i veri artefici, i veri responsabili dei disastri che si stanno compiendo in Africa che stanno ancora oggi seduti alla camera ed in Senato?
Perché quella vecchia cariatide di Napolitano, tanto attento ed esperto nella politica internazionale, non sottolinea che le azioni delle grandi nazioni hanno portato a questo risultato; perché non fare e portare avanti una denuncia alle Nazioni Unite per mettere in banchetta i veri responsabili?
Perché il Governo Letta, ma come lui anche quelli precedenti, non hanno imposto alla comunità europea una politica delle migrazioni che mettesse un freno e che NON inviasse armi o sostegno alle diverse fazioni che si massacrano?
I perché si sprecano e non verranno mai esauditi, perché esiste un piano ben preciso e congeniato per tutto questo immondo affare del traffico delle genti. E’ il piano Khalergi.
“DAS PAN-EUROPÄISCHE MANIFEST”: L’uomo del futuro sarà di sangue misto. La razza futura eurasiatica-negroide, estremamente simile agli antichi egiziani, sostituirà la molteplicità dei popoli, con una molteplicità di personalità.
Lo scopo principale di questo piano è l’Unione Pan-europea e Kalergi ribadisce “il suo impegno al patriottismo europeo, a coronamento dell’identità nazionale di tutti gli europei. Nel momento dell’interdipendenza e delle sfide globali, solo una forte Europa unita politicamente è in grado di garantire il futuro dei suoi popoli ed entità etniche.” (Notare etniche e non più nazionali)
Siamo quindi difronte a degli eventi in cui gli stessi attori politici sono gli stessi che si muovono in funzione di questo rimescolamento razziale (melting-pot), ma se da un lato questo processo è anche un vantaggio per tutte le popolazioni, dall’altro esso produce immani disastri ed insormontabili incomprensioni data la velocità attraverso il quale esso si produce.
Noi italiani lo sappiamo molto bene, nel nostro sangue abbiamo moltissime razze, viste le innumerevoli invasioni che si sono succedute nell’arco di secoli, e non, come accade adesso, in pochissimi anni, e tutto questo è conosciuto dalle menti folli che stanno realizzando il piano che è funzione della velocità con cui si realizza questo rimescolamento: nessuna regola, sradicate le tradizioni, le culture fino ad assoggettare le genti in un unico impasto da sfruttare un pezzo alla volta a seconda delle necessità.
I disastri di Lampedusa si ripeteranno altre volte e sempre più di frequente nella totale indifferenza della Comunità Europea proprio in virtù di quel piano razzista e della mondializzazione voluta dalle logge massoniche ha permesso la morte in 25 anni di oltre 19 mila persone. E’ inutile piangere sui corpi delle persone che vengono straziati dalla violenza o da un naufragio, sono solo asciutte lacrime che non spostano una virgola nel capitolo della globalizzazione. (qui un elenco esaustivo)
Non è cinismo, ma semplice presa di coscienza dei fatti sui quali la gente comune è incapace di svolgere un’attività correttiva. E’ anche conseguenza della nostra cultura aggressiva, predatrice, che ci ha imposto questa visione. Proviamo timore, pena e cerchiamo l’appiglio della condivisione per stemperare l’altrui sofferenza, ma poi alla fine nel nostro piccolo cranio rimaniamo chiusi e insensibili alle sofferenze di milioni di persone: mors tua vita mea dicevano i romani conquistatori. Un detto che dice tutto, ma che presuppone anche una presa di coscienza e correttezza intellettuale, cosa che questi scribacchini, questi straccivendoli di politici nemmeno conoscono.
Un minuto di silenzio…dedicato
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Oggi in molte città italiane si sono svolte alcune maratone, a Padova, Messina e Genova. Tutte indistintamente hanno voluto commemorare le vittime della maratona di Boston. Un minuto di silenzio assordante.
Nessuna ha commemorato i massacri di Gaza che il non-stato compie da anni come un aguzzino di un campo di sterminio; nessuno ha commemorato le vittime dei 456 bombardamenti italiani in Libia; nessuno ha commemorato le vittime degli “errori” delle forze Nato in Afghanistan; nessuno ha commemorato le migliaia di persone che vengono giornalmente macellate in Siria.
Questi morti sono spazzatura, umani differenziati, da dimenticare per far posto a quelli volutamente uccisi a Boston.
Nemmeno Papa Bergoglio ha mosso una parola per questi decine di migliaia di morti, nemmeno la chiesa giudaica di Roma ha mosso parole, nessuno.
Un altro “false flag” stile Iraq di Obama e di Israele.
L’inizio di una guerra non nasce da screzi di comportamento, ma da una sotterranea attività che si produce nel tempo, quando gli attriti e le controversie tra le fazioni belligeranti non appaiono esteriormente così evidenti.
In questi ultimi giorni, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, appare evidente che di fronte ad una economia devastata dalle attività criminose dell’intero sistema finanziario, il casus belli è la miccia principale per distogliere le attenzioni e permettere ad alcuni governi di riemergere dal fango politico e sociale in cui si trovano.
E’ il caso del presidente americano Obama che incapace ormai di arginare l’emorragia finanziaria ed economica – perdendo una considerevole quota di consensi nella popolazione americana, perdendo anche nelle proposte di rilancio dell’economia per una seconda volta – rilancia sul tavolo da gioco delle vite umani del mondo – creando ancora una volta il motivo, come a suo tempo fu creato per l’intervento in Iraq e poi in Afghanistan, per giustificare un attacco alla nazione iraniana.
Il caso nasce da un supposto tentativo di assassinare un diplomatico saudita a Washington per mano dei servizi segreti iraniani. Vera o falsa che sia la notizia poco importa, perché quello che mi preme sottolineare sono gli annunci in risposta a questo ennesimo tentativo dell’amministrazione israelo-americana di destabilizzare l’intero medioriente.
Voice of America: L’Iran deve pagare sul presento tentativo di assassinare il diplomatico saudita.
Voice of America: L’Iran in flagrante violazione del diritto internazionale.
Dailymail: questo è un atto di guerra!
Cbsnews: La catena del complotto iraniano (lo dice la senatrice Dianne Feinstein, sionista!)
ReutersUsa: il presunto complotto potrebbe aver violato il trattato dell’Onu sul trattamento dei diplomatici (fantascienza allo stato puro).
Haaretz: Israel valuta seriamente il complotto di assassinio.
Newyorktimes: secondo le fonti iraniane il complotto ordito per assassinare il diplomatico saudita è un diversivo per la situazione economica interna americana.
L’elenco potrebbe essere lunghissimo ed ogni testata riporta la solita filastrocca che se andiamo a leggerla bene scopriamo che la parola più usata è “alleged” (presunto, supposto), quindi non provato ovvero non sostenuto da nessuna prova, forse da indizi. Con questo termine i media anglosassoni e a seguire anche quelli europei stanno diffondendo la notizia che l’Iran è ormai pronta a scagliare le sue frecce di ritorsione contro il mondo occidentale, per cui l’intero occidente deve fare quadrato e fornire una risposta dura, compatta ed esemplare alla Repubblica dell’Iran, in poche parole la deve bombardare. Qui invece una versione leggermente diversa dai media allineati e non la traduco per evitare di soffiare sul fuoco del complottismo. I sostenitori di questa idea suicida sono in primis gli israeliani che vedono nell’Iran biblicamente Amalek:
Primo libro di Samuele
«Così parla l’Eterno degli eserciti: Io ricordo ciò che Amalek fece ad Israele quando gli s’oppose nel viaggio mentre saliva dall’Egitto. 3 Ora va’, sconfiggi Amalek, vota allo sterminio tutto ciò che gli appartiene; non lo risparmiare, ma uccidi uomini e donne, fanciulli e lattanti, buoi e pecore, cammelli ed asini».
Ed ancora, nel novembre del 2009 due famosi rabbini ultra-ortodossi, rabbi Yitzakh Shapira e Yossi Elitzur, che vivono nell’insediamento di Yitzhar presso Nablus, hanno pubblicato un libro (Torat ha-Melek, «L’insegnamento dei Re») che il quotdiano Maariv ha descritto come «la guida completa all’uccisione dei non ebrei». In 230 pagine il libro delinea le regole halachiche che consentono l’omicidio dei goy. Il saggio è stato altamente lodato da altri ben più importanti rabbini, come Yitzhak Ginsburg, Dov Lior e Yaakov Yosef. (Rif: Roi Sharon, «The complete guide to killing non-Jews», Maariv, 9 novembre 2009, pagina 2).
Ma troviamo altri spunti di amore ebraico nei riguardi degli altri popoli sempre e comunque riconducibili ad Amalek:
Esodo 25 (17-19):
«Quando il Signore tuo Dio ti avrà concesso quiete fra tutti i nemici che ti circondano, nella terra che il tuo Dio ti dona in eredità, tu cancellerai il ricordo di Amalek sotto il cielo: non dimenticare!».1° Samuele, (15, 3-5):
«Va’ e colpisci Amalek; fallo a pezzi, vota all’anatema tutto quello che posside, non aver pietà di lui, uccidi uomini e donne, ragazzi e lattanti, buoi e pecore, asini e cammelli».Il cabbalistico Zohar (1,25) insiste:
«…. Quando il Signore si rivelerà, essi (i popoli goym) saranno spazzati via dalla terra. Ma la redenzione non sarà completa finchè Amalek non sarà sterminato, perchè è stato fatto il giuramento che ‘il Signore farà guerra ad Amalek di generazione in generazione’» (Esodo 16, 16).
Così all’inizio del ‘900 videro Amlek negli armeni che come sappiamo furono quasi tutti sterminati durante il Governo Militare turco Comitato Progresso e Unione (interamente composto da cripto-ebrei (i dunmeh) seguaci di Sabbatai Zevi. Così nella stessa enciclopedia ebraica pubblicata a New York nel 1939 si legge “Siccome gli armeni sono considerati discendenti degli Amaleciti, essi sono anche chiamati dagli ebrei orientali “Timeh”, ossia “Tu sarai totalmente cancellato” (Deuteronomio 25: 19).
E’ quindi evidente che la corporazione sionista anglo-americana e quella israeliana non perdono colpo nell’attaccare il mondo islamico per la destabilizzazione completa del medioriente. Non sono da meno nemmeno i nostri governanti sionisti come Sarckozy, Cameron, Merkel per non parlare della corrente italiana tra i quali emergono alcuni nomi di spicco c0me Marcello Pera, la nota Fiammetta Nierenstein, Riccardo Pacifici della comunità ebraica di Roma che proni al volere di Israele mettono nelle sue mani le vite di milioni di persone.
E’ curioso, e non strano, questo levare di scudi contro questo presunto attentato ed è curioso che i guerrafondai anglo-francesi e della Nato non abbiano lo stesso tono di nei riguardi delle loro azioni criminali sul popolo libico, ormai dissanguato dalla ferocia di un manipolo di criminali iscritti a libro paga della Nato e delle Nazioni Unite. In questo caso, al contrario, la levata di scudi è a favore dell’azione di guerra (9.000 incursioni con bombe ad alto potenziale), del massacro di innocenti, della distruzione di ospedali, delle rappresaglie dei criminali, i così detti ribelli, contro le forze lealiste di Gheddafi.
In tutto questo immane e profondo porcilaio (non possiamo definirlo in altra maniera) l’occidente volta lo sguardo, mentre l’Italia di Frattini e Napolitano si scopre profondamente guerrafondaia contravvenendo alla costituzione ed agli accordi intercorsi con lo stesso Gheddafi, ma questa è storia ormai vecchia.
Life Ursus, la Lega vuole banchettare con le sue carni.

Un gatto che mette in fuga un orso.
La Lega Nord del trentino, per voce dell’esponente Maurizio Fugatti, ha provocatoriamente espresso l’intenzione di banchettare con la carne di orso per combattere il programma di reintroduzione del plantigrado nelle montagne trentine.
Il programma di reintroduzione dell’orso ( Life Ursus) è un progetto messo a punto in collaborazione con le provincie di Trento e Bolzano per la reintroduzione dell’Orso Bruno nella zona del Brenta Adamello. Lo scopo principale è quello di ridare al sistema natura uno dei suoi maggiori apici naturali della piramide ecologica, purtroppo alterata da anni di dissesto e di disinteresse. Già negli anni passati si era tentato con una reintroduzione della Lince Europea (Lynx linx), progetto fallito per la mancata sensibilità e coinvolgimento delle popolazioni del luogo.
Il progetto inizialmente aveva introdotto un numero esiguo di orsi di 9 unità che trovandosi un ambiente vasto di 1700 kmq e ricco sopratutto di prede per anni senza un loro diretto predatore, ha permesso alla reintroduzione di raggiungere attualmente un elevato numero di esemplari, circa 30.
Secondo le dichiarazioni dell’esponente della Lega Nord trentina, questi esemplari sono un pericolo per la comunità e nel caso potrebbero essere abbattuti (ma è vietato, quindi non ci può essere un caso, fatto salvo l’uso illegale del bracconaggio) utilizzandone le carni come usanza antica permetteva. L’unica cosa che il suddetto “ignorante-provocatore” vuole dimenticare è che la caccia all’Orso è vietata così come il consumo delle sue carni, ma si sa che la mamma degli imbecilli è sempre incinta. Sarebbe da capire se il suddetto signore è il prodotto di favole assurde o forse più pragmaticamente, figlio di qualche tentazione economica di qualche gruppo locale.
Nel XXI° secolo abbiamo ancora una traccia dell’oscurantismo medievale barbarico che si arricchisce di false favole e tremende immagini legate all’orso. Questa è l’educazione che madri e padri impartiscono ai propri figli, crescendoli nell’ombra della superstizione e della paura della foresta e del bosco, quando invece sono questi gli unici aspetti del sistema natura che ancora possono darci un minimo di benessere rispetto alla tracotanza dell’uomo.
Israele prepara di attaccare l’Iran.
Qualche giorno fa postavo sui vari motivi dell’attacco unilaterale alla Libia delle forze europee e degli Usa. I motivi, per quello che potrebbero a prima vista sembrare, sono abbastanza ovvi a tutti anche perché decantati dalla stampa occidentale più o meno allineata: petrolio, ricchezza in oro della Banca Nazionale Libica, l’esclusione del dollaro come moneta di riferimento sui pagamenti del petrolio.
Ora, alla luce di alcune notizie, e forse perché volutamente sfuggito dalla gran cassa mediatica, il vero obbiettivo di tutto questo sembra essere un’altra cosa: la vera roccaforte dell’Islamismo, l’ultimo baluardo delle tradizioni islamiche (non allineate agli Usa e Gran Bretagna): l’Iran.
Ma cosa sarebbe successo di così grave da concepire una cosa del genere?
Nella realtà sappiamo tutti che da anni Israele cerca l’appoggio americano per radere al suolo l’Iran; sappiamo che la politica americana ed israeliana è imperniata sul pericolo che le centrali atomiche in Iran siano usate per la fabbricazione delle bombe atomiche, dimenticando che Israele ha almeno 200 testate atomiche e che un tecnico israeliano Mordechai Vanunu è rimasto in galera per anni per aver rivelato al mondo la presenza di queste testate; sappiamo che molte volte le varie amministrazioni americane hanno sostenuto a piene mani la politica israeliana attraverso sanzioni e blocco dei rapporti commerciali con l’Iran; sappiamo che gli Usa hanno un’economia ormai ridotta al lumicino e nonostante le sparate dei loro economisti la realtà cruda è che il 90% degli stati americani è in banca rotta; sappiamo anche degli sforzi che sta facendo Obama per dare il contentino ai democratici ed ai repubblicani per mantenere la sella del potere; sappiamo pure che le condizioni mondiali della rinascita economica è fallita prima ancora di iniziare (la Cina, il maggior produttore mondiale ha già alzato i suoi tassi di interesse prima di tutti gli altri!!). Queste le premesse.
Nel contempo avvengono cose che potrebbero essere digerite senza opposizione circa le rivolte, più o meno colorate, che si sono svolte nei paesi arabi: Yemen, Sudan, Bahrein, Egitto, Tunisia, Algeria, Siria, Marocco, senza dimenticare l’Iraq, l’Afghanistan ed il Pakistan in perenne stato di agitazione. Dall’altra parte del mondo l’Indonesia (stato al 90% di fede islamica) è sotto la minaccia di terremoti, maremoti e rivoluzioni spesso sedate con violenza e nel sangue.
Il mondo islamico è tutto in subbuglio e questo nell’arco di pochissimo tempo, ma il vero fulcro sul quale le forze sembrano concentrarsi è e rimane l’Iran.
Le motivazioni potrebbero essere molteplici sia che si cerchi una spiegazione economica, militare e/o geo-strategica e forse tutte hanno dei punti in comune che nel nuovo ordine mondiale che si va delineando l’islam non accetta che vi sia usura sul denaro prestato, così come lo non voleva anche il cattolicesimo nelle sue forme più pure in passato, e a tutt’oggi è quella religione che applica questa regola. Questo potrebbe essere un validissimo motivo per i giganti della finanza [Inter-Alpha Group, FMI, Banca Mondiale, BIS o dei vari grandi gruppi bancari come Citigroup Inc (Usa) – Icbc (Cina) – Bank of America (Usa) – Hsbc Holdings (Uk) – JP Morgan Chase (Usa)181 – Unicredit Group (Ita) – Ubs (Ch) – Royal Bank of Scotland (Uk) – Wells Fargo (Usa) – Mitsubishi Ufj Financial (Jap) – Bnp Paribas (Fr) – Banco Santander (Sp) – Wachovia (Usa)] e della gestione del denaro mondiale: chi controlla i flussi di denaro controlla i popoli.
Inoltre la situazione attuale delle economie “occidentali” globalizzate sono allo sbando. LEAP/E2020 in Geab 54 prevede per l’autunno di quest’anno una crisi sistemica profonda e dolorosissima che al confronto quella del 2007/2009 ne è stato solo un piccolo assaggio. “la prossima tappa della crisi sarà davvero il “gravissimo collasso del sistema economico, finanziario e monetario mondiale”, e che questo storico fallimento avverrà nell’autunno del 2011. Le conseguenze monetarie, finanziarie, economiche e geopolitiche di questo “gravissimo collasso” saranno di proporzioni storiche, e faranno vedere la crisi dell’Autunno del 2008 per quello che essa era nella realtà: un semplice detonatore.”
I problemi sul tavolo quindi appaino gravissimi e irrisolvibili: come si fa a cancellare un debito di una nazione senza che i creditori non ne risentano? Pensiamo a quanto ammonta il debito Usa, a quello Europeo dei vari stati e l’Italia non è da meno, ovviamente. Debiti immensi che nessuna nazione sarebbe in grado di pagare, debiti così grandi che nessuna attività reale potrebbe mai sanare. Sembrano cose fantascientifiche, ma è la realtà e supera di molto le fantasie degli scrittori. Il problema, da questo punto di vista, è sicuramente irrisolvibile: alcuni paventano la corsa al rialzo dei tassi, ma è la misura stessa ad essere un’arma a doppio taglio. Il debito Usa schizzerebbe alle stelle e i famosi T-Bond sarebbero, come già lo sono, carta straccia. Il principale detentore del debito Usa, la Cina, si sta guardando attorno con estrema cautela, diversificando con investimenti multimiliardari pagando in dollari Usa e questo lascia spazio, per poco, ad una minima rivalutazione della moneta americana nel breve periodo. Ma più in là nessuno si azzarda a fare previsioni: nebbia totale e pericolo di scogli affioranti. La barca economico e finanziaria mondiale della sfrenata globalizzazione che molti hanno voluto, sta adesso viaggiando a vista senza nessun riferimento e sopratutto perché, a mio avviso, il gioco è diventato così grande e complesso che anche i loro fautori non sanno più da che parte indirizzare gli sforzi per evitare il collasso finale, inevitabile!
Le premesse, dal mio punto di vista, sembrano sempre più chiare e a questo punto del “guado” gli esploratori non sanno più cosa fare: ritornare indietro è impossibile, ma attuabile; rimanere fermi ed attendere è catastrofico; andare avanti non da nessuna sicurezza di quello che si incontrerà, poiché il peso che stiamo portando è sempre più gravoso. Il fiume si sta ingrossando e l’onda di piena a monte arriva sempre più in fretta. In questi frangenti la soluzione migliore è buttare tutto quello che si ha sulle spalle, nuotare più velocemente possibile seguendo la corrente del fiume in maniera diagonale così da raggiungere la riva ed un riparo sicuro. Questa la teoria di sopravvivenza, ma nel mondo geo-politico-economico-finanziario non è proprio così, anzi di solito le soluzioni sono per lo più quelle che vengono attuate tra bambini: le sberle. Sì le sberle che in questa occasione vedono la via d’uscita da tante grane e da tanti problemi. In parole povere: guerra.
Nel passato ce ne sono state a iosa, tante e poi tante ed hanno anche aiutato proprio quegli stati che nella guerra hanno visto la soluzione dei problemi economici, finanziari e sociali. Ce le hanno fatte passare per guerre d’invasione, di libertà, di giustizia di religione o di altre cavolate assurde, ma nella realtà in tutte queste attività s’è attuato quello che è normale che avvenga tra esseri umani: voglio avere quello che tu hai, anche a costo della tua vita (come i bambini da prendere a ceffoni che dicono: è miooooo!). E’ inutile nascondersi dietro a dei panegirici assurdi, il fatto concreto è che l’uomo è il peggior virus che mai mondo abbia ospitato e la sua indole violenta, vendicatrice e sanguinaria prevale sempre.
Ricapitoliamo: gli Stati Uniti non possono e non vogliono entrare in un conflitto che degeneri successivamente in una rivoluzione interna a casa loro, perché già molte sono le insofferenze che in Usa si vivono. La costruzione di centinaia di Campi costruiti e messi a punta dalla FEMA e da alcuni centinaia di migliaia di “coffins” (bare) con una capienza tale da farci stare dalle 4 alle 5 persone dovrebbe far pensare molto. Però non se ne parla e addirittura la FEMA nel suo sito avverte che questi campi (di sterminio aggiungo io) sono stati realizzati per aiutare la popolazione americana in caso di stragi batteriologiche (???). Nella realtà le attività belliche sono già in atto, sotto forma più “umana”: combattere il narco traffico dell’America del Sud e spostare una buona parte dei suoi interessi in un’area più locale anziché europea. Questo non distoglie però le aziende di produzione militari e del relativo indotto a produrre per quei/quel paese che ne fosse interessato (Israele), con il risultato di incrementare la propria ricchezza e di dare un’alea di benessere sociale localizzato, ma mai più trainante. Dall’altro, i paesi coinvolti nel prossimo conflitto vedrebbero lo scenario molto più da vicino che non gli Usa, fatto salvo che qualcuno in Cina e in Russia non intenda diversamente, sarà da vedere. Nel frattempo Israele ha già piazzato molti velivoli alla base di al-Asad in Iraq (F-15, F-16, F-18, F-22, e KC-10), e una fonte molto vicina al gruppo di Muqtada al-Sader hanno visto questi stessi aerei effettuare esercitazioni al fine di colpire obbiettivi iraniani presso la base israeliana di Dov, la più grande di Israele dopo quello di Ben Gurion.
Lo stesso Nicolas Hopton, Direttore del Foreign Office International Security Directorate, ha tenuto una conferenza in Brasile il 22 marzo in cui enfatizzava la necessità di applicare delle sanzioni all’Iran per prevenire “uno scenario molto pericoloso” come quello che Israele sta preparando per bombardare l’Iran.
I vari paesi, potenzialmente alleati dell’Iran in virtù della religione sono oramai ridotti a fantocci in mano delle potenze straniere americane europee ed israeliane. Solo una per ora resiste accanitamente (la Siria), ma costantemente vengono inviati agenti americani e squadre specializzate per innescare quel processo che ha visto capovolgere le dittature negli altri paesi arabi. Tra tutti quelli che potrebbero essere in coalizione con l’Iran potrebbero essere: Siria, Turchia, Russia e Cina. Dal mio punto di vista ho molti dubbi sull’intervento cinese e russo, fatto salvo che lo potrebbero attuare solo con forniture militari, ma in questi casi il voltafaccia e d’obbligo, perché Cina e Russia anche se ultimamente si sono legati con faraonici progetti in Siberia, dall’altro hanno ancora dei conti in sospeso per la Manciuria e parte della Mongolia.
Siamo in un tempo che non vedrà mai più nel breve termine dei prossimi dieci anni un sole di pace e di benessere, ma dolore e immani sacrifici. A questo proposito mi vengono in mente le parole del nostro comunista presidente della repubblica Italiana che nell’incontro per i festeggiamenti dei 150 dell’unità d’Italia a New York affermo che “ci aspettano tempi molto duri, sopratutto per l’Italia, ma ce la caveremo…”
Una Figa in Vaticano.

La tentazioni di Adamo
Lo so potrebbe essere una brutta bestemmia, od una volgarità gratuita nei riguardi dell’intoccabile Vaticano, ma nella realtà è una cosa vera, anzi è una vera donna, la Signora Figa.
Va bene, ci si potrebbe anche scherzare e riderci sopra, perché alla fine sono proprio queste cose che scatenano le fantasie più perverse, ma nella realtà si sta parlando di una vera donna che ha avuto l’onore di essere stata nominata ambasciatrice presso la Santa Sede.
Finalmente!! Potrebbero arguire alcuni, finalmente anche Sua Eccellenza segue le orme del noto Silvio, finalmente anche Lui si da alla pazza gioia e porta una ventata di sano sesso in Vaticano. E invece no! Tiè!
La Signora Figa è quindi una donna timorata di Dio che risponde al nome di Maria Jesus Figa Lopez-Palop. Certo è un nome un po’ strano: che ci fanno Maria e Gesù assieme a Lopez-Polpa, anzi Lopez-Paolop? Misteri della fede…
Tanto è vero che nei documenti ufficiali, visto quel particolare (non nel senso che le hanno tirato su le gonne) la Signora si chiamerà Maria Jesus F. Lopez-Palop con buona pace per quanti, nel sentire quel nome, avrebbero infranto il 6° comandamento: non commettere atti impuri!
Un pensiero su Arrigoni
Passato il Santo, passato il miracolo…o giù di lì.
La bara è rientrata, gli ordini dei giornalisti hanno fatto quadrato, la sinistra “democratica” ha sfilato per le vie cittadine con stendardi e bandiere e il feretro è stato innalzato alla statua della libertà perduta.
Questo è quanto è accaduto con la salma di Vittorio Arrigoni, morto per un idea, per una giustizia che non è di questo mondo, per un gruppo di persone massacrate e giustiziate giorno dopo giorno senza nessun appello.
Lui, uno dei pochi, l’unico degli italiani che ha sacrificato se stesso e la sua idea per l’onestà che altri hanno preferito lasciare sotto la coltre dell’indifferenza e della dabbenaggine.
Unico nel suo genere, astratto, esotico, ma simpatico e cordiale; sempre pronto alla spiegazione; critico ed aspro con i suoi nemici che non erano quelli dall’altra parte, ma l’idea dell’unicità, dell’unica ossessione sionista, onnipresente anche contro la vita di chi in quella terra martoriata ci è nato.
La sua bara adesso è nelle mani dei suoi famigliari che lo piangono in silenzio, che ne gustanio i ricordi e nel silenzio delle loro mura s’affliggono della perdita di un figlio che mai potrà dare la luce nel futuro della sua idea, perché strangolata in gola, strozzata dalla morsa feroce di gente che dell’umano essere non ne conoscono nemmeno le sembianze.
Gente venuta da altri mondi, educata dai sistemi virulenti del “noi siamo gli eletti e voi solo bestie“, di gente che non è gente, ma solo polvere nella polvere, di gente che morrà così come hanno tolto la vita a Vittorio, di gente che avrà le stesse sofferenze come in quelle che loro danno, di gente che non vedrà mai il proprio futuro ricco di una luce giovane e fresca, perché nelle loro azioni è annidiata l’impronta della tenebra.
Gente oscura, addestrata solo ad uccidere, incapace di amare, perché nell’amore ogni essere umano è debolmente affondato nell’altro, senza se e senza ma…e questo era Vittorio.
Liste di Proscrizione
Nel blog di Gad Lerner c’è un articolo riguardante alcune liste messe a punto dai soliti fanatici anti-giudaici inneggianti alle solite manfrine razziali (è evidente che non hanno letto Shlomo Sand!).
Gad elenca tutta una serie di evidenze prese dal sito anti-ebraico per portare avanti un punto di vista che è una denuncia e un’evidenza per sottolineare come al giorno d’oggi vi siano ancora persone legate a retaggi razziali che, alla luce dell’evoluzione umana, non dovrebbero nemmeno apparire. In questo ha ragione, ragione da vendere e non si può che condividere la sua posizione quando sorgono rigurgiti politici o razziali che portano a vanificare il sacrificio di milioni di persone nelle varie guerre e nelle conquiste sociali per un benessere comune distribuito su tutti i ceti e su tutte le diverse razze: da quella asiatica, a quella africana o dell’Europa dell’est.
Queste persone, quei razzisti come lo erano quelli del Sud- Africa verso i neri o come lo sono adesso verso i bianchi, sono rimaste probabilmente ferme ad un’epoca in cui lo sviluppo della tolleranza e della condivisione non ha avuto modo di intaccare il loro piccolo orizzonte mentale. E’ probabile che siano cresciuti in ghetti, con famiglie disagiate, disastrate con gravi problemi di droga, alcool e lavoro. Hanno avuto quindi la necessità di trovare il colpevole, il capro espiatorio, la fonte dove lavarsi dai mali che li affliggono e nella vulgata comunque l’ebreo è sempre quello che ci rimette, volente o nolente.
Grazie ad una politica secolare di demonizzazione cattolica, grazie al potere travestito da papi, sacerdoti ed alti dignitari, il vero untore era l’ebreo, colui che mandò a morte il Cristo, il Giusto, il mašíaḥ. La demonizzazione che è stata portata avanti nei secoli nei riguardi di queste persone è assurda. Ma il vero colpo di grazia fu attuato nel 1492 dalla regina di Spagna Isabella con la cacciata degli ebrei che dovevano scegliere se convertirsi al cattolicesimo o espatriare. Parte di questi divennero cripto giudei accettando, probabilmente per comodo o per paura della vita, la conversione (conversos), mentre altri trovarono più conveniente espatriare per essere ospitati in altri paesi (Olanda, Italia e Impero Turco).
Ma a guardare bene anche Cristo era ebreo uguale in tutto e per tutto a quelli che questi personaggi, oggi come ieri, combattono; solo che nella sua filosofia aveva una visione dello stato ben diversa dagli ebrei ortodossi.
Secondo i vangeli apocrifi Gesù non era altro che uno dei tanti scavezzacollo, pronto a menare le mani e a dissacrare qualsiasi autorità: da quella romana a quella istituzionale d’Israele del Sinedrio. Un vero ribelle, anzi oggi verrebbe visto come un vero terrorista, forse una frangia di Al-Quaeida. Ma era ebreo, così come lo sono quasi tutte le funzioni simboliche del cattolicesimo che spesso si uniscono ad alcuni aspetti della Cabala. Quindi l’odio razziale di questi personaggi è rivolto alla fine contro se stessi: sono dei poveri di spirito, senza speranza e senza redenzione, ma la loro ignoranza spesso è condivisa e contagia altre menti con i luoghi comuni, le frasi fatte le barzellette sull’ebreo ecc.ecc.
Su tutto questo, se questo era lo scopo del post di Gad Lerner, ha ragione da vendere e allo stesso tempo tace e riduce a silenzio quanto invece è compiuto da una parte dell’ebraismo più intollerante, razzista, sugli scandali noti e sugli avvenimenti che altri ebrei, possono tranquillamente denunciare, come i massacri di Gaza, i rapimenti di bambini, gli esperimenti sugli ebrei di seconda categoria fatti alla fine degli anni 40, sui finanziamenti miliardari degli Usa alle forze militari israeliane, sui dunmeh o sabbatisti (i Giovani turchi) che si macchiarono dei massacri degli armeni, su come fu costruito lo stato d’Israele dalla Dichiarazione di Balfour in poi, sui vari pedofili come Yehuda Kolko. Su tutto questo tace. Egli alza barricate, giuste e condivise contro quegli infami che insozzano la morale, ma scende un velo su altri fatti, su quelli che lui stesso dovrebbe denunciare, così come fanno altri come P. Barnard o Shlomo Sand, o Shamir Israel, o Gilad Atzom o come un vero ebreo, uno che vorresti come amico e confidente, il Rabbino Ahron Cohen.
Così come Gad non cita che le liste di proscrizione sono in essere a Tel Aviv nel Centro Stephen Roth Institute noto centro di studio e di raccolta delle persone che manifestano attività ostili all’ebraismo, volgarmente detto antisemitismo, oppure come il sito stoptheism.com che combatte attivamente le attività umanitarie nella strisci di Gaza che secondo questo sito sarebbero terroristi travestiti da missionari umanitari.
Ci piacerebbe leggere Gad e sentirlo più equo e forse nell’equilibrio di un giudizio onesto l’uomo sarebbe ciò che è senza il desiderio di voler vedere le diversità lì dove non ce ne sono.
Che fine ha fatto il latino?
Nella mia esperienza scolastica quando mio padre mi impose di studiare il latino provai una sensazione di nausea e di rifiuto. Mi sbagliavo, purtroppo!
A distanza di molti anni scorgo in quel poco che sono riuscito a raccogliere, l’importanza assoluta e predominante dello studio del latino nelle scuole. Da molte parti i detrattori insistono a dire che è una lingua morta, che non è utile a nessuno e che il suo insegnamento è una perdita di tempo per studenti ed insegnanti. Ritengo che queste persone di fondo siano in malafede e che abbiano avuto dei pessimi insegnanti.
L’insegnamento del latino, come base fondamentale per lo studio della nostra lingua, della nostra cultura e del nostro insegnamento giuridico, dovrebbe essere la base di tutte le scuole di qualsiasi grado a partire da quelle elementari (adesso primarie) fino ai licei ed agli istituti tecnici.
Certo parrebbe esagerato insegnare il latino a chi deve tenere una lima in mano, ma anche l’uso della lima e del cacciavite pretende un ordine mentale ed una capacità logica di esecuzione che poche lingue, come il latino, possono insegnare.
Ormai sappiamo tutti che questa materia di studio è cosa riservata solo agli studiosi e a quelli che nella storia antica e premoderna vogliono studirane le diverse pieghe, ma non sono certamente i grandi capitani dell’industria e della finanza a interessarsi di questo, a loro interessa ovviamente solo il profitto.
Il latino è lettera morta e defunto; nemmeno nel tempio della tradizione cristiana-cattolica è considerato oggetto di studio e di mantenimento. In un articolo de “La Repubblica” (dal latino: res publica, cioè cosa pubblica) si legge infatti che “…nella cittadella pontificia ha praticamente cessato di esistere l’organismo istituzionale preposto alla diffusione ed alla promozione della lingua madre della Chiesa cattolica.” Nella sostanza si è attuato un vero colpo basso all’unico ed ultimo baluardo di difesa della lingua latina “…Gli strateghi della Segreteria di Stato hanno infatti azzerato con un vero e proprio colpo di mano la Fondazione Latinitas, declassata da dicastero-principe dell’idioma di Cicerone…” e questo in barba alle osservazioni fatte da Papa XVI° sulla reintroduzione della messa in latino “Il provvedimento è stato deciso nel più stretto riserbo, senza nessuna nota ufficiale e – lamentano gli ormai ex responsabili della Latinitas – senza che dalla Segreteria di Stato sia stata fornita nessuna plausibile spiegazione ai diretti interessati, a partire da padre Antonio Salvi, l’ultimo presidente della Fondazione. Un autentico paradosso se si considerano i tanti pubblici apprezzamenti che Benedetto XVI ha fatto proprio in difesa del latino.“
La conseguenza di questo atto terroristico alla cultura romano-latina, è che perderà di significato anche la “Certamen Vaticanum, la più importante gara internazionale di latino aperta a studiosi, ricercatori, studenti ed appassionati.” Certo è poca cosa una gara di latinisti, ma è un gran successo per quelli che hanno contribuito a sovvertire e distruggere l’egemonia della chiesa cattolica dalla rivoluzione francese fino ai giorni nostri. Ecco il vero significato del mancato insegnamento del latino: minare alla base la cultura millenaria del nostro popolo, distruggere la tradizione romana-latina e azzerare, cancellando qualsiasi ricordo storico nelle giovani leve. E mentre i nostri padri corrono ad abbeverarsi alla fontana della ignoranza c’è chi, come Google riporta alla ribalta proprio il latino qui il sito: Google latino. E come se non bastasse nel suo traduttore non propriamente corretto, ma lo sforzo c’è, c’è anche la sezione per la traduzione latina. Alla faccia dei detrattori italioti del latino.
Come potrebbe reggersi una cultura in una scuola che manchi degli insegnamenti storici la cui base di studio è la nostra storia romana? Che tradizioni e che senso di appartenenza potrebbero avere i giovani di oggi e di domani senza delle radici sulle quali riconoscersi attraverso le vestigia del passato e attraverso l’arte sostenuta da una base latina? E come disse lo studioso Segre “Certo che abolendo il latino tutti gli studenti diventerebbero uguali. Ma sul piano dell’ignoranza”.
Purtroppo a distanza di anni ricreare quella classe di insegnanti e di persone che nel latino riconoscano la loro cultura sarà molto difficile. Molti insegnanti non riescono nemmeno a scrive un bigliettino di auguri: si affidano agli sms e il loro ultimo scopo è fare poca fatica e aspettare il 27 del mese, per ora finché dura! Non parliamo degli studenti che si attendono sempre cose nuove come i giochi elettronici: trovata una difficoltà lo si getta e se ne compera un’altro e così via, senza soffermarsi a capire, con la propria testa, dove stanno le difficoltà. Omogenizzare il più possibile la gioventù, portarla ad un livello più basso, come bestie in attesa del padrone per il cibo.
Unico scopo: il controllo, la de-umanizzazione dell’essere umano e se già nell’umanesimo si intravvedevano le scintille dello sfascio culturale attuale, nel rinascimento si ponevano le basi critiche della società che andava a formarsi, bacchettando e colpendo secolari cardini culturali.
150 anni di unità di Ladri Massoni e Ruffiani.
Oggi questo amalgama di putrida gente innalza la bandiera massone per festeggiare il compimento di un disegno distruttivo, nel quale ogni baluardo tradizionale e culturale è stato distrutto, annientato.
L’Italia festeggia il suo sconquasso, come una baldracca gioisce dopo una notte di orgie frenetiche contando i denari, in cui il suo corpo è stato oggetto e vituperato da mille assalti.
Il cencio di questa nazione è lì quindi gettato in un angolo ad uso e consumo delle più basse ed ignobili cause: l’egemonia straniera nella nostra terra e lo sdradicamento culturale e sociale (Comenius docet).
I criminali del passato ora sono diventati gli eroi del presente adornati di corone d’alloro e di melliflue parole.
Cavour, massone e sifilitico, che ha svenduto per una manciata di denari la storia di un paese; Garibaldi, ladro, assassino, stupratore, mercenario senza patria e senza terra, ora siede sul cavallo che lo vide vittorioso in aspre battaglie con il saccheggio, trucidando e massacrando intere popolazioni per l’idea giacobina-massonica della libertà: quale?
Andiamo per ordine.
Quali furono i motivi delle ruberie sostenute dai Savoia con i finanziamenti della Corono inglese e della Francia?
Prima del 1861 il Regno delle due Sicilie vantava quanto segue:
- la maggiore industria metalmeccanica della penisola con oltre 100 aziende sparse sul territorio;
- il primo bacino di carenaggio in muratura;
- un terzo di tutta la forza lavoro metalmeccanica della Penisola lavorava nelle province del Reame;
- il primo Vascello a vapore fu costruito nel Reame;
- fino al 1860, il 90 percento della produzione mondiale – ripeto mondiale – di zolfo fu quella siciliana e da sola assorbiva un terzo di tutta l’industria estrattiva italiana (uno dei motivi principali per cui l’Inghilterra finanziò i Savoia);
- la prima flotta mercantile della penisola apparteneva al Reame;
- la prima Compagnia di navigazione del Mediterraneo anche;
- la più imponente flotta mercantile che commerciava con le Americhe e con l’Asia era del Regno delle due Sicilie (il più importante motivo del finanziamento inglese ai Savoia);
- il primo ponte sospeso della penisola, in ferro, fu costruito a Napoli e ci vollero i tedeschi nel 1944 per farlo saltare;
- il primo telegrafo d’Italia si trovava nel Reame;
- la prima rete di fari lenticolari per la gestione del traffico portuale, le cosiddette “lenti di Fresned” l’ha avuta il Reame;
- la prima rete ferroviaria della penisola, idem.
Nel Regno Borbonico si pagavano poche tasse, solo 5:
- Tassa fondiaria.
- Tassa sui beni e servizi.
- Tassa sul Lotto.
- Tassa sulle poste.
- Tassa indiretta che comprendeva i tabacchi, il gioco delle carte, la dogana, la polvere da caccia e il sale.
Solo questo piccolo spaccato, a confronto del resto d’Italia, lascia sicuramente a bocca aperta e fa intuire come stessero veramente le cose.
Il Reame era un immenso polo industriale! Anche il settore tessile trovò ampio sviluppo e a Pietrarsa nasce il più grande opificio della Penisola, con 8.000 addetti. E si deve al Reame l’istituzione della Pensione di fine rapporto, trattenendo il 2 percento dello stipendio mensile. La disoccupazione era prossima allo zero, infatti oltre al 1.600.000 addetti all’industria v”erano 3.500.000 addetti all’agricoltura, 1.000.000 alle attività marittime e circa 300.000 a quello che oggi è chiamato terziario.
Le paludi furono bonificate, nascono Accademie Militari come la Nunziatella, Accademie Culturali, Scuole di Arti e Mestieri e i Monti di Pegno. Le Università sono piene e licenziano – oltre a ingegneri e architetti – professori illuminati e medici. E proprio grazie ai medici – erano 9.000 in tutto il Reame – i Borboni sommano un altro traguard la più bassa mortalità infantile del mondo e la migliore gestione sanitaria sul territorio.
Ma vediamo la bellezza dell’Unità come la dipinge quel porco comunista massone liberticida di Napolitano:
Dal 1861 al 1871 furono massacrati 1.000.000 di cittadini su 9.117.050! Oltre il 10 percento della popolazione! È come se oggi venissero massacrati 6.000.000 di italiani. Ma nessuno sapeva e nessuno doveva sapere!
Dal settembre 1860 al settembre successivo vi furono: 8.968 fucilati; 10.804 feriti; 6.112 prigionieri; 64 preti, 22 frati, 62 giovani e 63 donne uccise; 13.529 arrestati; 1.000 case distrutte; 6 paesi incendiati; 12 chiese saccheggiate; 1.428 comuni depredati. Nascerà quindi il Movimento di Resistenza (nominato poi dai piemontesi BRIGANTAGGIO) e ancora:
Dal 1861 al 1862 i Comandanti Sabaudi emanarono bandi che avrebbero fatto impallidire i comandanti nazisti. Oggi sarebbero bollati come criminali di guerra!
Il Generale Salaroli – che definiva i contadini grande canaglia dell’ultimo ceto – così scriveva a Vittorio Emanuele: “I contadini devono essere tutti fucilati, senza far saper niente alle autorità . Imprigionarli non è conveniente perché una volta in galera, lo Stato deve provvedere al loro sostentamento”.
Il più feroce era proprio il Generale Cialdini che, dopo aver distrutto Gaeta, telegrafò al Governatore del Molise: : “Faccia pubblicare un bando che fucilo tutti i paesani che piglio armati e do quartiere solo alla truppa”.
Il Generale Fanti, in un bando, sanciva la competenza dei tribunali militari straordinari anche per cause civili. E il Generale Pinelli estese la pena di morte “.. a coloro che con parole od atti insultassero lo stemma dei Savoia, il ritratto del re o la bandiera nazionale”.
Il generale Della Rocca, altro campione di democrazia impartì l’ordine che “non si perdesse tempo a far prigionieri, dato che i governatori avevano fatto imprigionare troppi contadini”.
Forse ci si dovrebbe chiedere come mai milioni di persone emigrarono in Argentina, in Usa e in tutto il mondo. La maggior parte di questi, a parte quelli del nord-est, frutto dei disastri bancari del 29, provenivano dalle terre del sud, da quelle terre, che al tempo dei romani e fino al 1861 erano considerate lo scrigno italiano per produzione e benessere.
I conti dello Stato erano in salute e non vi era deficit pubblico e alla Borsa di Parigi – la più grande al mondo a quei tempi – e alla Borsa di Londra, i Buoni del Tesoro del Reame erano quotati a 120, ovvero lo Stato delle Due Sicilie era considerato tra i più affidabili al mondo.
E’ evidente che l’unità aveva solo uno scopo: distruggere, disintegrare ed accorpare quanto più denaro possibile per tappare i buchi che i Savoia avevano fatto con le prime guerre d’indipendenza (sostenute ed agevolate da Francia ed Inghilterra) con l’unico scopo di distruggere per sempre il potere della Sacra Romana Chiesa Cattolica ed Apostolica.
Il potere giudaico-massone travestito da liberté-egalité-fraternité nella realtà dei fatti trucidava milioni di persone solo per una cosa: denaro e potere.
L’unità d’Italia non dovrebbe festeggiarsi perché è l’ennesima dimostrazione della falsità, della disonestà di un’altissima parte di intellettuali collusi con i poteri centrali senza i quali sarebbero solo che semplice croste di merda.
La gente dice…