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Io vengo dalla Bosnia

12 febbraio 2022 Lascia un commento

I tempi, le forze in causa, le migliaia di miliardi in ballo, la “pandemia” e quelle a venire, le azioni delle banche centrali sulla vita delle nazioni e dei continenti, le attività, da tempo programmate sulle vicende del Donbass non lasciano ben sperare.

Dal blog di Andrea Cecchi.

Ho già condiviso questo pezzo privatamente con alcuni amici. Si tratta di una mia traduzione del 2017, tratta dalle memorie di un sopravvissuto alla guerra in Bosnia. Perché ho deciso di pubblicarlo oggi sulla newsletter? Perché il nuovo trend che ci aspetta e che è già iniziato prevede il verificarsi di sempre più gravi disordini pubblici con episodi anche di guerriglia urbana dilagante. La crisi economica, la disoccupazione e l’influsso sempre più massiccio di immigrazione di varie etnie, saranno la miccia che sarà usata per scatenare inevitabilmente conflitti, principalmente giocati sulle differenze dovute al profilo razziale. Il multiculturalismo è fallito. Le etnie si scontrano, non si integrano. Ma ogni scusa sarà buona per creare caos.

COSA FARE SE SCOPPIA IL CAOS

LE MEMORIE DI UN SOPRAVVISSUTO ALLA GUERRA IN BOSNIA

Trad. Andrea Cecchi 17/07/2017

Io vengo dalla Bosnia. Come sapete dal 1992 al 1995  c’è stato l’inferno. Sono riuscito a sopravvivere un anno in una cittadina di 6mila abitanti senza acqua, elettricità, carburante, assistenza medica, pubblica sicurezza, servizi di distribuzione, e ogni tipo di servizio pubblico tradizionale e controllo centralizzato.

La nostra città era stata isolata dall’esercito e per un anno intero la vita si è trasformata in un vero e proprio inferno. Non c’era nessun corpo di polizia, solo gruppi armati. Chi era armato proteggeva la propria famiglia e la propria casa. Quando tutto ebbe inizio, alcuni erano più preparati di altri, ma la maggior parte delle famiglie avevano cibo disponibile solo per pochi giorni. Alcuni avevano delle pistole. Pochi avevano AK47 o fucili da caccia. Dopo uno o due mesi iniziarono ad agire le gang, distruggendo tutto. Massacri, genocidio e pulizia etnica. Gli ospedali, per esempio, si trasformarono in mattatoi.  La polizia non c’era più e il personale dell’ospedale se n’era andato.

Io sono stato fortunato: la mia famiglia a quel tempo era abbastanza larga (15 persone in una casa grande, 6 pistole e 3 AK), e siamo sopravvissuti quasi tutti. Gli americani lanciavano viveri dagli aerei ogni 10 giorni per aiutare le città sottoposte a blocco militare.  Non era mai abbastanza.

Alcuni (molto pochi) avevano il giardino.

Ci vollero tre mesi prima che le persone iniziassero a morire di fame e di freddo.

Noi andavamo a prendere porte e finestre dalle case abbandonate. Strappando via i pavimenti in legno e i mobili pur di avere qualcosa da bruciare per riscaldarci.

Molti morirono di malattia, specialmente per colpa dell’acqua (due nella mia famiglia). Noi bevevamo soprattutto l’acqua piovana, mangiavamo piccioni e topi. Il denaro divenne presto inutile. Si tornò al baratto.  Per un barattolo di Tushonka (carne in scatola) potevi avere una donna (è triste dirlo ma era così). La maggior parte delle donne che si prostituivano erano madri disperate.

Armi, munizioni, candele, accendini, antibiotici, benzina, pile, batterie e cibo: combattevamo per queste cose come animali. In queste situazioni, cambia tutto.  Le persone diventano mostri. Era disgustoso. La forza stava nei numeri, per una persona da sola, l’essere ucciso o rapinato era solo questione di tempo, anche se era armata.

Oggi io e la mia famiglia siamo preparati bene. Sono ben armato e ho fatto esperienza. Non importa quello che può accadere – un terremoto, uno tsunami, una guerra, gli alieni, i terroristi, un collasso economico, disordine civile – La cosa importante è ricordarsi che qualcosa accadrà.

Ecco la mia esperienza. Regola numero uno, non separarsi dalla famiglia. Bisogna prepararsi insieme, anche scegliendosi  amici fidati.

  1. Come muoversi per la città in sicurezza. La città era divisa in comunità lungo le vie. La nostra via era formata da 15-20 case pattugliate costantemente da cinque uomini armati per proteggerci dalle gang e dai nemici. Tutti gli scambi avvenivano nelle strade. A circa cinque chilometri di distanza c’era un’intera strada adibita agli scambi, ma arrivarci era pericoloso a causa dei cecchini. Poteva accadere anche di essere derubati dai banditi. Io ci sono andato solo due volte quando avevo bisogno di medicine, soprattutto antibiotici.Nessuno usava più le automobili in città. Le strade erano bloccate dalle macerie e da altre automobili. La benzina era molto costosa. Se c’era la necessità di andare da qualche parte, bisognava farlo di notte. Mai spostarsi da soli o in gruppi troppo numerosi – sempre 2 o 3 uomini al massimo. Tutti armati, spostarsi rapidamente, nell’ombra, attraversando le strade accanto alle macerie e mai nelle zone aperte.  C’erano molte gang di 15-20 uomini. Alcune anche di 50 uomini, ma c’erano anche molte persone normali come tu ed io, padri o nonni che ammazzavano e rubavano. Non c’erano buoni o cattivi, ma una via di mezzo, sempre pronti al peggio.
  2. E la legna? La città era circondata da boschi, perché bruciavate porte e  mobili?  Non c’erano tanti boschi intorno alla città. Era una bella città, con ristoranti, cinema, scuole, persino un aeroporto. Ogni albero in città e nei parchi venne tagliato nei primi due mesi,  come combustibile per riscaldare e per cucinare. Bruciavamo tutto ciò che bruciasse. Mobili, arredamento, porte, finestre pavimenti. Legna che brucia velocemente. Non c’erano fattorie perché quelle fuori città erano controllate dal nemico. Eravamo circondati. Anche in città non sapevamo mai chi fosse il nemico.
  3. Quale tipo di conoscenza ti è tornata utile in quel periodo? Per avere ben chiara la situazione in quel momento bisogna capire che è stato come tornare all’età della pietra. Per esempio, avevo una bombola di gas da cucina, ma non lo usavo per riscaldamento, era troppo costoso! Ho attaccato alla valvola della bombola un adattatore da me congegnato e con quello ci ricaricavo gli accendini. Gli accendini erano preziosi. Se veniva qualcuno con un accendino vuoto, io glielo ricaricavo e in cambio mi dava una scatoletta di cibo o una candela. Io ero un paramedico. In quelle condizione, le mie conoscenze divennero la mia ricchezza. In quella situazione, l’abilità di riparare le cose vale più dell’oro. Le scorte e gli oggetti finivano, ma la le tue capacità riuscivano a procurarti da mangiare. Vorrei dire questo:  imparate a riaccomodare le cose, le scarpe o le persone. Il mio vicino ad esempio sapeva fare il kerosene per le lampade e non ha mai sofferto la fame.
  4. Se tu avessi 3 mesi per prepararti, adesso che faresti? Me ne andrei da questo paese! (scherzo). Adesso so che qualsiasi cosa può collassare all’improvviso. Ho una bella scorta di cibo, articoli per l’igiene, pile, ..almeno per 6 mesi di autonomia. Abito in una casa sicura ed ho una casa con il bunker a 5 chilometri da qui con altri 6 mesi di scorte pure lì. È in un piccolo villaggio. Anche le altre persone che ci abitano sono ben preparate. La guerra ci ha insegnato. Ho quattro armi da fuoco e 2000 munizioni per ognuna di esse. Ho il giardino e ho imparato a fare l’orto. Mi fido del mio istinto, Quando senti dire che va tutto bene io se che invece ci potrebbe essere un altro collasso ed io ho la forza di proteggere la mia famiglia, perché quando tutto collassa, devi essere pronto a fare cose brutte, per tenere in vita i tuoi figli e i tuoi familiari. Sopravvivere da soli è praticamente impossibile. Anche se sei armato e pronto, se sei solo morirai. L’ho visto accadere molte volte. È molto meglio quando si è in gruppi abbastanza larghi di familiari e amici, tutti preparati e con competenze e abilità in vari campi.
  5. Di cosa è necessario fare scorta? Dipende. Se hai in programma di vivere rubando, ti servono solo armi e munizioni. Tante, tantissime munizioni. Altrimenti cibo in scatola, articoli per l’igiene, pile, accumulatori e piccoli oggetti per gli scambi come coltelli, accendini, tabacco, acciarini, sapone. Anche l’alcol. Quello che si conserva bene. Il whisky economico è ottimo per barattare.  Molte persone morirono per mancanza di igiene. Quello che serve sono piccole cose semplici, ma in grande quantità. I sacchi dell’immondizia, ad esempio; ne occorrono tanti. Anche la carta igienica e piatti e posate di plastica non riutilizzabile. Lo so perché non ne avevamo e per me, una buona scorta di articoli igienici è più importante del cibo. Puoi sempre riuscire a sparare a un piccione o trovare qualche pianta commestibile, ma non puoi sparare al disinfettante. Disinfettante, varechina, sapone, guanti di gomma, maschere protettive e kit del pronto soccorso con cui curare le ferite e le bruciature. Puoi anche riuscire a trovare un dottore ma poi non riesci a pagarlo. È meglio saper usare gli antibiotici. Ce ne vogliono un sacco ed è sempre bene farne scorta. Bisogna scegliere armi semplici. Io porto con me una Glock.45, mi piace, ma è un’arma rara da queste parti e allora ho anche due pistole TT (il tipo più usato di pistola per cui anche le munizioni sono facili da reperire). Non mi piacciono i Kalashnikov, ma vale lo stesso ragionamento: ce l’hanno tutti e allora lo devi avere anche te. È utile avere piccoli oggetti che passino inosservati. Ad esempio: un generatore può essere utile, ma 1000 accendini Bic sono meglio. Un generatore fa rumore e attira l’attenzione, ma 1000 accendini sono piccoli, compatti e possono essere facilmente barattati. Noi raccoglievamo l’acqua piovana in 4 grossi barili e poi la facevamo bollire. C’era anche il fiume, ma l’acqua divenne sporca quasi subito.  Per questo è indispensabile avere contenitori per l’acqua, taniche, bidoni e secchi.
  6. Oro e argento erano importanti? Si. Personalmente ho scambiato tutto l’oro che avevamo per ottenere delle munizioni. A volte riuscivamo a mettere le mani su soldi come dollari o marchi tedeschi. Potevamo usarli per comprarci qualcosa ma erano rari e il corrispettivo era astronomico, ad esempio, una scatoletta di fagioli costava 30-40$. La valuta locale invece, perse subito tutto il valore. Tutto ciò che ci serviva lo ottenevamo attraverso il baratto.
  7. Il sale era caro? Si. Ma il caffè e le sigarette molto di più. Io avevo molto alcol, così barattavo senza problemi.  Il consumo di alcol crebbe vertiginosamente. Oltre 10 volte rispetto al tempo di pace. Forse oggi sarebbe più utile fare scorta di sigarette, accendini, pile. Prendono meno spazio, ma io a quei tempi non ero un survivalist. Non ci fu tempo per prepararsi.  Fino a pochi giorni prima che iniziasse lo sfacelo, i politici continuavano a ripeterci in TV che era tutto apposto e che non c’era motivo di preoccuparsi.  Quando c’è caduto il cielo sulla testa abbiamo portato via quello che siamo riusciti a prendere.
  8. Era difficile comprare le armi da fuoco? La polizia aveva confiscato molte armi prima della guerra, ma noi le avevamo nascoste. Adesso ho un’arma registrata legalmente. Secondo la legge ciò si definisce detenzione temporanea.  In caso di disordine pubblico, il governo confisca tutte le armi registrate, è bene ricordarselo. Ci sono persone che hanno armi detenute legalmente, ma anche altre armi possedute in modo anonimo in caso che quelle legali vengano confiscate. Chi ha dei beni facilmente scambiabili può riuscire ad ottenere un’arma anche in situazioni difficili, ma ricordate: il momento peggiore sono i primi giorni e lì non c’è tempo di cercare un’arma per proteggere la propria famiglia. È una pessima idea farsi trovare disarmati durante il caos e il panico.  Nel mio caso, c’era un uomo che aveva bisogno di una batteria per auto per alimentare la sua radio e gliene procurai una in cambio di due fucili da caccia. A volte ho scambiato munizioni per del cibo. Mai fare gli scambi a casa e mai per grossi volumi. Erano pochissimi quelli che sapevano cosa c’era a casa mia. La cosa importante è di immagazzinare più cose possibile in base allo spazio disponibile. Col tempo si capisce cosa ha più valore. Anzi, mi correggo, al primo posto della lista ci sono le armi e munizioni, e poi, forse al secondo posto, maschere e filtri antigas.
  9. E per la sicurezza? La nostra strategia di difesa era molto semplice. Ripeto, non eravamo preparati e abbiamo usato ciò che potevamo usare. Le finestre erano fracassate e i tetti danneggiati dopo i bombardamenti. Abbiamo sbarrato le finestre con sacchi di sabbia e con le pietre. Il cancello l’ho bloccato con macerie e immondizia e usavo una scala per scavalcare il muro di casa.  Quando tornavo a casa, qualcuno da dentro mi passava la scala. C’era un tizio nella nostra strada che si era completamente barricato in casa. Aveva fatto un buco nel muro nella casa abbandonata del vicino e lo usava per entrare in casa sua. Una sorta di passaggio segreto. Sembrerà strano, ma le case più protette furono le prime ad essere distrutte e saccheggiate. Nella zona dove abitavo io, c’erano delle belle ville con muri di cinta, cani, allarmi e sbarre alle finestre. Sono state le prime ad essere attaccate. Alcune hanno retto,  altre no. Dipendeva da quante mani e armi c’erano dentro a difenderle. Penso che la difesa sia molto importante, ma bisogna farlo in modo discreto. Se siete in una città e scoppia il caos, occorre un posto semplice che non dia nell’occhio con molte armi e munizioni. Quante munizioni? Il più possibile. Fate in modo che la vostra casa sia il meno attraente possibile. Adesso ho una porta blindata, ma quella serve soltanto a contenere la prima ondata di caos.  Se dovesse accadere di nuovo, adesso, passata la prima ondata, lascerei la città per unirmi ad un gruppo allargato di familiari e amici. Si sono verificate delle situazioni, durante la guerra, ..non c’è bisogno di entrare nei dettagli, ma noi avevamo sempre una superiorità di fuoco e un muro di mattoni davanti a casa. Inoltre, c’era sempre qualcuno che guardava per strada. La qualità di come ci si organizza è fondamentale contro gli attacchi delle gang armate. In città si sparava continuamente. Il nostro perimetro era difeso in modo primitivo – tutte le uscite barricate dalle quali si aprivano feritoie per sparare. All’interno c’erano sempre almeno cinque membri della famiglia ponti ad aprire in fuoco in ogni momento e uno di noi stava fuori a controllare, nascosto in un rifugio. Durante il giorno stavamo sempre dentro per evitare i colpi dei cecchini. I più deboli sono i primi a morire. Chi sopravvive, combatte. Durante il giorno le strade erano vuote per paura dei cecchini.  La difesa era orientata verso il combattimento a breve raggio. Molti morirono uscendo di casa alla ricerca di informazioni. Ecco, è importante ricordare che eravamo completamente isolati senza né radio né TV – solo cose per sentito dire e nient’altro. Non c’era un esercito organizzato, ognuno combatteva per se stesso Non c’era alternativa. Tutti erano armati e pronti a difendersi. Mai indossare accessori di qualità quando bisogna andare in città. Ti ammazzano per prenderteli.  Se il caos scoppiasse domani, mi vestirei in modo anonimo per mescolarmi con gli altri e manterrei un atteggiamento umile e piagnucoloso. Non mi metterei abbigliamento tattico da guerriglia per segnalare le mie intenzioni belligeranti, gridando frasi tipo “ siete spacciati”! . No, …me ne starei in disparte, ben armato e preparato, ..osservando e calcolando bene le mie possibilità e la mia strategia insieme ai miei amici e fratelli.  Super difesa e super mega armi non hanno senso. Se qualcuno vede che hai cose preziose e utili e decide di rubartele, lo farà. È soltanto questione di tempo e di quante mani e armi si uniscono nell’intento.
  10. Come facevate ad andare in bagno? Abbiamo usato delle pale e un pezzo di terra vicino alla casa. Pensate che sia una cosa sudicia? Si, lo era. Ci lavavamo con l’acqua piovana o nel fiume, ma nel fiume era diventato troppo pericoloso. Non avevamo carta igienica e se ne avessimo avuta l’avremmo comunque barattata.  Era sempre un grande schifo. Posso darti un consiglio? Per prima cosa ti servono armi e munizioni, poi tutto il resto. E dico TUTTO ! Dipende sempre da quanto spazio e quanti soldi hai. Se ti dimentichi di far scorta di qualcosa puoi sempre ottenerlo scambiandolo con qualcuno, ma se non hai armi e munizioni non puoi aver accesso alle zone di baratto. E non pensare che le famiglie numerose siano bocche extra da sfamare. Una famiglia numerosa vuol dire più armi e più forza. Partendo da qui ognuno si prepara come può.
  11. Come venivano trattati i malati e i feriti? La maggior parte delle ferite erano ferite da arma da fuoco. Senza uno specialista e senza equipaggiamento medicale, anche se un ferito riusciva a trovare un medico aveva circa il 30% di probabilità di sopravvivere. Non è come nei film. La gente moriva. Molti morivano per infezioni da ferite superficiali. È una morte orrenda. Io avevo antibiotici a largo spettro – solo per la mia famiglia, naturalmente. Abbastanza  spesso accadeva di morire per cause stupide. Una semplice diarrea ti ammazza in pochi giorni senza medicine adeguate e con poca acqua potabile a disposizione per reidratarsi. C’erano molti casi di malattie della pelle e di intossicazione alimentare. Molti usavano piante locali e alcol. Rimedi di breve durata ma totalmente inefficaci nel lungo periodo. L’igiene era molto importante così come avere abbastanza medicine, specialmente antibiotici.

Queste memorie sono state raccolte non perché  ci aspettiamo che possa succedere qualcosa di così estremo anche nel mondo occidentale, ma perché il racconto è comunque interessante da leggere.

ref: Andrea Cecchi

Depistaggi Nato e False Flag

27 giugno 2012 Lascia un commento

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Qualche giorno fa è stato abbattuto un aereo ricognitore turco dai siriani, questa la notizia che ha la Turchia ha dato: “stava sorvolando una zona del territorio turco al confine con la Siria, ma che vi è stato uno sconfinamento logistico“. Il ministro del esteri turco corregge successivamente la versione affermando che il velivolo abbattuto si trovava in acqua internazionali, privo di armamento e con i sistema di riconoscimento attivo.

Alcune osservazioni sono necessarie. Un aereo ricognitore NON è un F-4 che invece è un cacciabombardiere e non ha nessuna caratteristica per essere un ricognitore, inoltre il suddetto aereo anche se vecchio, era aggiornato nell’avionica dagli israeliani. L’aereo abbattuto, secondo le dichiarazioni dei siriani, si trovava ad 1 km dalle coste siriane e volava a 100 metri d’altezza.

Due versioni contrastanti ed opposte, ma nessuno si è preso la briga di capire che ci faceva un aereo turco in quella zona e perché.

Si da il caso che già a marzo la coalizione Nato-Europea e di alcuni paesi arabi (Arabia Saudita, Qatar) svolse nei cieli turchi una esercitazione aeronautica denominata Anatolian Eagle 2012/1, mentre a giugno si è conclusa la fase Anatolian Eagle 2012/2 quella che ha visto impegnata anche la nostra Aeronautica Militare. Le operazioni, stando ad alcune dichiarazione ufficiale del Pentagono, hanno lo scopo di “Condurre tutta una serie di missioni aeree comprese l’interdizione (sottinteso di sorvolo, ossia la «no fly zone»), l’attacco, la superiorità aerea, la soppressione della difesa aerea, il ponte aereo, il rifornimento in volo, la ricognizione”. In sostanza si sta mettendo a punto un sistema simile alla no-fly-zone come attuato in a suo tempo in Libia. Ma la Siria non è la Libia, e la risposta non s’è fatta attendere.

Nei fatti il problema di fondo è che l’aeronautica turca ha violato per mesi lo spazio aereo siriano in missioni di ricognizione per conto della NATO, fornendo informazioni sulle posizioni e movimenti dell’esercito siriano ai mercenari ASL e agli stranieri che combattono in Siria per cercare di rovesciare il governo siriano. (1)

Anche in Russia le osservazioni sembrano puntare, più che ad un errore dei piloti turchi, ad una vera e propria provocazione della Nato per verificare il sistema di difesa siriano, ma la cosa più sorprendente che, ipoteticamente, potrebbe essere presa in considerazione, è che l’evento sia stato la risposta più marcata delle forze russe  che fino ad ora hanno sempre mantenuto un basso profilo in tutte le attività compiute dai mercenari, dalla Nato e dai signori dell’Arabia Saudita e del Qatar in questi ultimi anni. Tant’è che anche i sempre bene informati amicioni della Nato (Israele) notano con un  certo disappunto, la presenza di nuovi sistema di arma di difesa contraerea consegnati qualche mese fa alle forze siriane per difendere la base navale di Tarus. (2)

Si tratta di un sistema d’arma (Pantsir-1) contraereo capace di un volume di fuoco che ha pochi eguali nelle forze attuali. I siriani per contro non ancora perfettamente addestrati sicuramente hanno sicuramente lasciato agli istruttori russi il compito di abbattere il velivolo turco.(2)

Ci sono da fare alcune considerazioni su questo fatto. La Russia nonostante le diverse provocazioni, come detto, ha sempre reagito in maniera strategicamente passiva, optando per lo più nei rifornimenti dei suoi alleati, (caso diverso quello della Libia, in cui sarebbe da indagare le motivazioni del disinteresse russo in quel fronte che avrebbe comunque garantito la sicurezza della propria presenza nel Mediterraneo). Ora infatti, rimasto l’ultimo alleato in Mediterraneo, la Russia non può permettersi la perdita di una testa di ponte come la Siria, e con quest’espediente la Russia di Putin, osteggiata dai vari neocon e dalle varie rivoluzione colorate, ha posto un veto politicamente molto forte senza scomporre forze navali, squadroni o altre forze come invece fece e sta facendo Nato e Usa. Ha dato la dimostrazione che nella strategia non serve essere grandi, mastodontici e potenti, ma è sufficiente porre dei paletti evidenziando ancora una volta la prepotenza della Nato e soprattutto  la codardia europea.

Prove di terrorismo civile

13 giugno 2012 10 commenti

Alcuni eventi dipinti qualche anno orsono sembrano delineare una realtà dai contorni più foschi dell’immaginario comune. L’intero occidente è avvolto in una coltre di nebbia e di confusione, di collasso morale e civile che difficilmente la storia ci ha mostrato.

Nel 2009 il Telegraph produceva nel suo sito una serie di immagini che narravano la storia di una catastrofe mondiale prodotta da qualche fantomatico gruppo terrorista. L’evento, denominato  Blackjack, aveva come suo epilogo la distruzione delle principali città europee ed americane con la conseguenza instaurazione di un governo mondiale occidentale di stile orwelliano:

La storia in se non è molto diversa da quella che si può trovare in qualche giallo cospirazionista, ma è curioso che sia stata pubblica in un sito autorevole come quello del  The Telegraph. Forse loro sanno cose che noi non sappiamo o forse è stata una prova per capire la reazione delle persone di fronte a fatti che se attuati porterebbero il mondo ad un disastro totale. Il mistero rimane e nessuno ha mai dato spiegazione di questa pubblicazione.

Il noto speculatore ungherese Soros in un discorso, tenuto al Festival dell’Economia di Trento il 6 giugno, dichiarava che l’Unione Europea è arrivata ad un bivio dovendo scegliere se salvare l’euro o ritornare alle “vecchie” nazioni con le loro monete, manifestando che quest’ultimo caso avrebbe risvolti politici finanziari disastrosi per l’intera economia mondiale.

Gli fa eco il capo del Fondo Monetario Internazionale sposando anch’esso la teoria di Soros dichiarando che rimangono meno di tre mesi per salvare l’euro e che i mercati indicano questo breve lasso di tempo per correre ai ripari. L’Italia, come ovvio, è nel mirino della speculazione internazionale e siccome la sua economia è asfittica e il debito enorme ne risulta che è troppo grande per essere salvata (too big to bailout) così come la Spagna.

D’altronde non c’è via d’uscita da questa impasse finanziaria. Che soluzione trovare per risolvere questo problema, come è possibile sistemare dei debiti che raggiungono complessivamente oltre 20 volte il PIL mondiale? Difficile credere che ci sarà una soluzione indolore, perché prima o dopo qualcuno batterà cassa.

Qualche tempo fa (9 marzo 2012) è stato promulgato un decreto che se letto lascia spazio a molti interrogativi. Si tratta del decreto sulle Norme in materia di poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché per le attività di rilevanza strategica nei settori dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni, divenuto legge 11 maggio 2012 N. 56 (nessuno ne ha parlato!!). Sotto le false spoglie della golden share per i settori della sicurezza, trasporti, comunicazioni e difesa, il Primo ministro assume i pieni poteri in “caso” di minaccia che viene definita in modo arbitrario direttamente nel decreto. Colpo di stato vellutato o guerra incipiente?
A questo decreto si affianca quella della realizzazione del nuovo di polizia europeo Eurogendfor (vedi l’articolo Fine della sovranità nazionale) con compiti talmente vasti da includere perquisizioni, arresti, incarcerazioni senza nessun intervento della giustizia italiana e con il potere di intervenire anche fuori del territorio nazionale, dove necessario.
Anche negli Usa con il National Defense Athoritazion Act si sta mettendo a punto un sistema democratico dove il termine democrazia è solo un aggettivo ormai privo di significato.

Per terminare il quadretto roseo della situazione in un documento (che purtroppo è stato tolto, mentre in questo c’è la traduzione) della Rockfeller Foundation viene disegnato una ipotesi di come potrebbe evolversi il mondo dal 2010 al 2030. I passi principali ai quali fa riferimento sono relativi ad eventi catastrofici che colpiranno le diverse nazioni. Dalla pandemia causata dal virus dell’influenza H1N1, ad attacchi terroristici in varie parti del mondo ed in modo specifico a Londra durante i giochi olimpici nel 2012 con la morte di 13.000 persone, a tsunami che colpiranno le coste del Nicaragua, fino a carestie causate da siccità che decimeranno la popolazione cinese. Il documento inoltre evidenzia che le tragedie che si attueranno nel decennio 2010-2020 avrà una forte preponderanza la tecnologia del cyberterrorismo e la pirateria mafiosa organizzata che saranno sempre più diffuse.

Viene previsto che buona parte delle forze militari Usa verranno richiamate in patria per difendere il nuovo governo che si instaurerà dopo le elezioni e per evitare sommosse locali ed atti di terrorismo.

Un quadro del genere, sommariamente tracciato, lascia a bocca aperta anche i meno creduloni eppure non è stato disegnato da persone qualunque, ma da autorevoli personaggi come la Rockfeller Foundation, la Casa Bianca, il Governo italiano, la Commissione Europea, la grande famiglia dei Rothchild e questo dovrebbe far pensare, anche ai più scettici.
Le congetture, le ipotesi, i complottismi possono avere un punto di aggancio in questi documenti? E’ probabile che tutto sia frutto di immaginazione volutamente attuata dai grandi poteri per misurare la risposta delle popolazioni? Oppure sono tracce che possono essere lette ed interpretate da chi ha già ricevuto le istruzioni necessarie?

Il fatto più evidente è che questi documenti esistono, sono leggi e provvedimenti che agiranno nella nostra vita quotidiana senza che nemmeno ce ne accorgiamo. Accadrà forse che mentre stiamo acquistando un po’ di formaggio dal nostro pizzicagnolo ci troveremo il nostro bancomat bloccato magari per una multa non pagata o per una mail intercettata, accadrà probabilmente che da Sigonella partiranno dei droni diretti in Siria per aiutare i ribelli anti Assad e per tutta risposta riceveremo un piccolo bombardamento in qualche isola vicina (danni collaterali). Sono cose che capitano nel silenzio assordante dei nostri media, chini sui poteri imperanti, come La7 che ieri sera indicava che le stragi di donne e bambini sono state causate dalle forze governative, quando invece esiste documentazione molto chiara sugli avvenimenti accaduti. Ma La7, come tutte le altre emittenti, non può disalienarsi dalle indicazioni ricevute, il prezzo da pagare sarebbe troppo alto e nel frattempo ci viene scavata la fossa.

Brindisi, mafia o attentato manipolato da un certo Stato?

20 Maggio 2012 5 commenti

Melissa

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Alla prima notizia degli eventi di Brindisi ho subito pensato ad una vendetta interna alla malavita, poi mettendo a fuoco la notizia mi sono subito chiesto che senso avesse avuto mettere delle bombe davanti ad una scuola anche se intitolata a Falcone. Mistero!

Successivamente e pensandoci sopra, ma soprattutto facendo mente locale sull’attuale situazione italiana-europea e finanziaria che stiamo attraversando, ho fatto un pensiero che è andato direttamente al 1992 o agli attentati di Firenze o a quelli più vecchi della strage di Bologna del 1980.  Mi son reso conto che la matrice è sempre la stessa, i sistemi non sono cambiati, ma i termini dell’accento sono “appena” diversi poiché vanno a colpire i giovani.

Questo termine i “giovani” è ormi sulla bocca di tutti e dal presidente della repubblica fino all’ultimo cialtrone politico si riempiono la bocca di questa parola: i giovani, i giovani i giovani. Poi, a luci spente fanno spallucce e tutto ritorna come prima.

Però rimane l’eco delle parole: i giovani devono trovare lavoro, i giovani devono essere integrati nel mondo politico (Napolitano) i giovani sono la forza della nostra democrazia, i giovani senza lavoro sono il nostro futuro senza basi e così via senza un nesso che faccia da collante con questo termine.

Ma i giovani sono anche dei grandissimi consumatori, sono dei ribelli, sono quelli che passano facilmente dal bianco al nero senza pensarci, sono irrequieti e soprattutto sono instabili, hanno il ditino facile e sono curiosi, capaci anche di atti di estremo eroismo che la storia ci ha insegnato. Che sia questo il motivo? Ne dubito assai.

Allora perché fare strage di ragazzi?

La malavita non è solita fare questo a meno che non vi siano degli interessi incrociati in cui i giovani non abbiano calpestato i piedi a qualcuno, ma di solito non pare usare questi stratagemmi, perché troppo chiassosi e la malavita non ha bisogno del clamore, le cose vanno fatte in sordina, un colpo d pistola e via!

Anche su il fatto quotidiano si fanno le stesse supposizioni:

Quindi il mandante va ricercato altrove. Si potrebbe ipotizzare che una tale strage sia nello stile della Mafia. La scuola porta il nome di Falcone, quindi si voleva inviare un messaggio ai vertici dello Stato. Ma anche in questo caso, c’è un’anomalia. Cosa Nostra non ha mai coinvolto i ragazzi in stragi di ampio respiro. L’attentato a Falcone e Borsellino fu eclatante, ma colpì magistrati e poliziotti. Sarebbe quindi una strana novità l’uccisione indiscriminata di ragazzi sedicenni.

Oggi il cambiamento in Italia si sta manifestando attraverso i giovani a la Rete. La politica dal basso – che scuote i palazzi del potere – usa Internet. Questo è un aspetto che non condivido con l’articolista. La rete è manipolata e i giovani non hanno nessuna speranza di cambiare alcun ché!

Se tale cambiamento si dovesse propagare sul piano nazionale, l’intreccio politica-mafia sarebbe in pericolo. Quindi i mandanti sono da cercare in pezzi deviati dei poteri dello Stato, che da anni hanno stretto un patto con le grandi organizzazioni criminali. Chi ha piazzato le bombe davanti a una scuola lo ha fatto tenendo all’oscuro la Sacra Corona Unita. È gente spietata che si è infiltrata nel territorio pugliese. La scelta di usare bombole del gas rende poi difficile rintracciare la provenienza di un eventuale esplosivo. Quindi anonimato assoluto. Tracce zero. Anche qui non sono d’accordo il cambiamento non è del mondo giovanile attuale anche se appare esserlo, perché troppo ignoranti, troppo interessati alle cose ora e subito.
Manca una regia nei giovani, ma possono essere una gran fonte di manipolazioni e qui la storia insegna.

Io sarò il solito complottista da due soldi, che mi frega, ma la realtà è sempre più vicina di quel che si vuole far intendere.

Cosa sta accadendo adesso che non si vuol far conoscere al mondo dei deficienti (il popolo)? Io credo che stiamo, anzi andremo a subire una dei periodi più bui e più controversi della nostra “democrazia dittatoriale tecnocratica”:

  • Sistema bancario totalmente allo sfascio (già lo supponiamo, ma nessuno lo dice a chiare lettere);
  • economia ridotta al lumicino che si mantiene con immani sacrifici da parte di eroici (pro domo loro) imprenditori;
  • sistema politico istituzionale completamente sfiduciato, sia dagli stessi attori che ci vivono dentro, che da parte di quell’elettorato che timidamente crede di avere ancora un posto al sole;
  • spesa pubblica completamente fuori controllo e soprattutto mai punita sugli eccessi;
  • evasione pubblica e privata a livelli mai visti prima;
  • situazione economica europea completamente fuori controllo.

Quest’ultima voce, la situazione europea fuori controllo, è quella che spesso viene taciuta dai grandi media per la paura di non incontrare i favori di chi li finanzia, ma siamo al punto che la Grecia, per esempio, volente o nolente, se ne uscirà dal club degli usurai dell’euro.
Finalmente si potrebbe dire, sono anni che lo si dice! Già, però a certe istituzioni finanziarie il giochetto della Grecia che se ne esce dall’euro potrebbe rappresentare una bomba a scoppio ritardato e la cosa metterebbe a repentaglio l’intero sistema europeo soprattutto per quanto riguarda, per esempio, la grande Germania e la Francia, oltre alla sventrata Inghilterra.

Il vero problema quindi, anche secondo le parole di Krugmann, sono che con l’uscita della Grecia dall’Euro si potrebbe assistere ad una “debacle” tanto grande che nessun potrebbe prevedere le conseguenze. Cioè???

Semplice. La Grecia uscita dall’euro avrebbe la sua amata Dracma, la svaluterebbe di un 20/30% e ricomincerebbe ad attivarsi facendo concorrenza agli altri paesi europei ingessati dagli ordini della BCE e dalla Deutch Bundesbank, dal Trattato di Mastricht, dal fondo salva-stati che obbliga i paesi a versare miliardi di euro all’anno e via dicendo.
Tutto questo peso la Grecia non ce l’avrebbe più, anzi, al contrario sarebbe libera di imporsi nei mercati come meglio crede. La domanda che sorge quindi spontanea è: ma gli altri porci del mediterraneo che cosa farebbero? Con molta probabilità Spagna e Portogallo seguirebbero a ruota, mentre l’Italia rimarrebbe legata alla maglia di ferro che le ha imposto il sistema economico finanziario e solo per una sua peculiare caratteristica morfologica: la sua posizione geografica nel Mare Nostrum.

Nessun potere forte permetterà che vi sia il controllo “locale” dell’Italia, è un pezzo troppo importante nello scacchiere internazionale e chi controlla l’Italia controlla l’intero occidente europeo, sappiatelo !

A questo aspetto, importantissimo (l’uscita della Grecia dall’Euro), se ne aggiunge un altro meno conclamato che riguarda lo stato di salute della nazione americana. I tagli economici e finanziari che nei prossimi mesi dovrà subire, saranno talmente elevati che nelle alte sfere si ipotizza una rivolta popolare. Il grande rivoluzionario, dalla parte del popolo schiacciato per i debiti bancari e grande nemico della Fed, Ron Paul, stranamente ha dismesso la sua candidatura alla casa Bianca ed è stato invitato ad una colazione d’affari da Ben Bernake (sionista), della quale non si conoscono i temi dell’appuntamento. Molti suppongono sia stato ricattato o minacciato, ma sono solo “giustificate illazioni”.

Da dicembre inizieranno una serie di tagli che ammontano ad oltre 250  miliardi di dollari (si parla di oltre 1000 miliardi) che dovranno essere tagliati dalla spesa nazionale (Medi care, assistenza sociale oltre a quelli per i buoni pasto e via dicendo), il bilancio federale incontrerà diversi «scalini» in discesa, dai tagli obbligatori di 1,1 trilione (metà li subirà il Pentagono), diverse scadenze di facilitazioni fiscali risalenti all’era Bush: da 4 a 7 trilioni (ossia 7 mila miliardi di dollari) di tagli, per i quali non ci si è affatto preparati. Questo il dramma economico finanziario che gli Usa stanno andando incontro e che viene visto come il preludio di una serie di rivolte alle quali la Home Land Security ha già preso in anticipo i suoi provvedimenti acquistando 450 milioni di palle da calibro .40 e altri 175 milioni di munizioni calibro .223 (5,56 mm).

Lo so è lungo da leggere e sconclusionato, ma ho finito, manca poco. Gli Usa in questa situazione di mancato controllo interno non ha certamente tempo e denaro per seguire gli avvenimenti che andremmo ad avere nei prossimi mesi, soprattutto fra giugno e novembre (!!!). Inoltre le forze del Medioriente (Siria, Iran ed Israele) diventano sempre più ingestibili data la complessità dello scacchiere e dei fronti potenziali che si andrebbero ad aprire (scommettiamo che tra qualche mese la flotta di stanza negli Emirati Arabi se ne ritorna a San Francisco??) e gli Usa, ancorché Inghilterra e Francia, devono avere delle certezze sulle quali contare in caso di un conflitto “inaspettato” (la nuova coalizione politica israeliana è sempre più propensa ad attaccare l’Iran anche senza l’aiuto degli Usa).
Queste certezze sono alla base di un mutuo supporto e una di queste, la prima che mi viene in mente, è una base dalla quale poter supportare gli attacchi aerei, navali contro eventuali postazioni siriane, libanesi e quindi di aiuto ad Israele. L’Italia è sicuramente tra queste prime, così come la Turchia, ma mentre quest’ultima deve anche fare conti con un certo nervosismo interno contro Erdogan, rivelatosi ultimamente un pagliaccio a servizio della Nato, l’Italia è invece profondamente legata al patto atlantico da moltissimi trattati.

Ora, cosa c’entra questo con quella povera Melissa e gli altri giovani colpiti? Se provate a fare una analisi di come uno stato vuole mantenere una certa strategia di tensione per accettare anche cose contro le quali nessuno si sognerebbe di accettare, allora capireste bene e queste cose, sullo scacchiere internazionale, si stanno avverando, una dopo l’altra. Melissa quindi è un simulacro, un povero ed inutile corpo sul quale scaricare l’orrenda manipolazione strategica di una nazione che non è più in grado di gestire la propria terra, le proprie origini e la propria dignità usando la vita di una ragazzina per imporre il terrore, la paura e l’odio.

Per questa ragazzina e per tutti quelli che hanno subito un’offesa atroce ad uso e consumo da sporchi individui porgiamo un fiore e una piccola preghiera di amore per una vita spesa nel sangue inutilmente versato.

Voglio comunque ricordare che la canaglia che sta al Quirinale disse un anno fa alcune parole:

Il mondo di oggi è contrassegnato da opportunità, sfide, contraddizioni. I prossimi anni non saranno facili per nessuno, ed in particolare per l’Italia“. (adnkronos 18 marzo 2011)

Israele ritratta la minaccia nucleare iraniana.

17 febbraio 2012 2 commenti

Call of Duty: il gioco della Guerra indotta.

20 gennaio 2012 2 commenti

Call of Duty®: Modern Warfare® 3 on Steam

Con l’avvento di Internet, del virtuale e di quello che che ad esso è possibile attuare, si sono sviluppate diversi programmi di simulazione del volo, dai più semplici come Fighter Pilot ai più complessi attuali come Microsoft FSX, Black Shark 2 KA-50,l’ A-10 Warthog e l’ultimo nato, il noto, per gli appassionati, Falcon BMS, una evoluzione della vecchia versione di Falcon degli anni 80 prodotto dalla Micropose.

In tutti questi simulatori l’obbiettivo è l’azione della persona di interagire con l’intelligenza artificiale o, nel caso migliore, in uno scontro aperto ed organizzato contro altri umani. La simulazione negli ultimi arrivati, specialmente in quelli militari, è sorprendente sia per quanto riguarda la grafica che il realismo dei sistemi d’arma e delle avioniche implementate nei programmi. Si passa dalle conoscenze della fisica dei fluidi, a quelle delle dinamiche della fisica di un’ala, dalla interpretazione dei segnali radar all’individuazione dei codici dei velivoli nemici o terrestri, senza scordare che ogni simulatore ha un parco armamenti a dir poco impressionante. La conoscenza e l’apprendimento è spesso sostenuto da manuali voluminosi di oltre 500/700 pagine e chi vuol padroneggiare in questi simulatori deve sacrificare molte ore di pratica con esercizio e  schemi di comportamento molto realistici, oltre i quali spesso si viene emarginati, il che non vuol dire che non si vola, ma solamente che la presenza di persone poco interessate allo sviluppo del realismo viene relegata in attività più ludiche che di simulazione vera e propria.

Si parla quindi di corsi accademici con diversi gradini di difficoltà, dove l’apprendimento viene verificato con esami e il cui esisto non sempre è quello gratificante di poter effettuare voli impegnativi. In poche parole una scuola virtuale di volo dove la realtà fisica viene traslata in quella virtuale. Così che termini, gradi, codici di comportamento istruiscono i piloti virtuali al combattimento aereo e terrestre.

L’unico contatto fisico effettivo è quello della voce dei propri compagni di volo, mentre il nemico, che può essere anche un umano, è spesso visto come un oggetto anziché un individuo. La politica del colpisci e fuggi è applicata con estrema cura e perizia tanto che nelle missioni aria/terra la bravura e la rapidità delle azioni richiede spesso un coordinamento di altri velivoli che proteggano, che liberino i cieli dai velivoli nemici o che facciano piazza pulita degli ostacoli terrestri dotati di sistemi d’arma molto complessi.

In una intervista, il noto Enry Kissinger, dichiarava “Our young have been trained well for the last decade or so on combat console games, it was interesting to see the new Call of Duty Modern Warfare 3 game, which mirrors exactly what is to come in the near future with its predictive programming. Our young, in the US and West, are prepared because they have been programmed to be good soldiers, cannon fodder, and when they will be ordered to go out into the streets and fight those crazy Chins and Russkies, they will obey their orders.
[trad.]: I nostri giovani sono stati istruiti bene nell’ultima decade nei giochi di combattimento ed è interessante vedere il nuovo Call od Duty Moderne Warfare che rispecchia esattamente cosa arriverà nel prossimo futuro con la sua programmazione predittiva. I nostri giovani, in Usa e in Occidente, sono preparati, perché sono stati programmati ad essere dei bravi soldati, carne da cannone, e quando verrà loro ordinato di andare per le strade e combattere quei pazzi di cinesi e russi eseguiranno gli ordini a loro impartiti.

Nel 2007 un’associazione di psicoterapeuti tedesca (GwG) dichiarava che era necessario mettere furori legge tutti i giochi di violenza e gli spara-tutto, poiché “Il disprezzo dei media nei confronti dei giovani ha raggiunto negli ultimi anni una dimensione terrificante, tale per cui chi detiene le responsabilità politiche dovrebbe prendere iniziative immediate, prima che un’intera generazione di ragazzi e bambini venga risucchiata in questa spirale di violenza … Molti di questi giochi sono disumani e violano la Costituzione Tedesca. Pertanto la loro produzione e distribuzione dovrebbe essere perseguita a norma di legge”.

In questo piccolo spaccato di notizie e di conclusioni sui giochi di simulazione reale si inserisce anche un aspetto etologico di Irenäus Eibl-Eibesfeldt un noto studioso dei comportamenti umani. In un suo libro “Amore e Odio”, Eibesfeld indicava che in molti film, trasmissioni televisive, la trasmissione dell’aggressività era tale che spesso lo spettatore, ignaro di quello che veniva in lui creato, sfogava (abreagiva) la sua aggressività in atti, cose o persone che prima non avrebbe nemmeno considerato. Il “mercato” aveva agito in quella parte sopita della sua mente facendo leva su torti passati e sepolti, ma che immediatamente tornavano alla luce. Sempre nello stesso libro di Eibesfled viene indicato chiaramente che l’aggressività è comune nell’uomo, ma che è più mitigata e spesso simulata in quelle popolazioni che hanno più possibilità di un contatto fisico diretto, per contro essa si manifesta apertamente ed in maniera anche molto cruenta in quelle altre in cui le distanze e i mezzi di offesa possono permettere di non vedere chiaramente il proprio nemico od avversario.

L’espressività umana, gli occhi, la voce, la postura del corpo, il colore del sangue spesso sono dei potentissimi ostacoli a colui che deve colpire. Da qui le maschere, gli elmetti che coprono, le fasce oscurate con colori “mimetici”, i visori che impediscono all’altro di vedere il suo nemico, i fucili con cannocchiali o meglio ancora i cannoni che lanciano granate ad oltre 30 km di distanza, senza dimenticare ovviamente gli attuali sistemi missilistici, in cui l’operatore ha il solo compito di premere un bottone rosso per il lancio.
Nessun impedimento etologico, nessuna remora morale e nessuna barriera comunicativa può compromettere l’attività, spesso non propriamente conosciuta dal lanciatore.
A questo riguardo sono importanti i corsi di addestramento, in cui i militari o la semplice truppa, è costretta per mesi (senza vedere né familiari, né amici) a rimanerci fino al completo “assorbimento” delle verità “ordinate” dai superiori. Le punizioni, i premi, la sottomissione, la edulcorazione, le coercizioni, le punizioni fisiche o psichiche e l’uso indiscriminato di sostanze allucinogene sono tutte proiettate al fine di cancellare, radere alla base qualsiasi possibilità di “ripensamento” o moralità che il soldato potrebbe avere nel momento della sua azione quando dovesse venire a contatto fisico con il nemico. Non a caso negli Usa ogni giorno si suicidano 18 militari così che l’esercito americano, conscio della distruzione psichica dei suoi soldati, ha posto pure una serie di indicazioni per “aiutare” i possibili suicidi.

E’ evidente quindi che l’uomo pur avendo in se quella aggressività di cui sopra, nel momento della verità non riuscirebbe ad esprimerla come meglio crede e non per incapacità, ma per il semplice fatto che di fronte a lui c’è egli stesso, l’immagine di se, di un altro con le sue stesse paure e le sue stesse limitazioni. Esistono molti fatti di guerra passata in cui i nemici non abbiano avuto la forza di combattersi, ma quelli erano altri tempi.

Adesso, con la tecnologia al servizio dell’uomo, tutte queste cose sono diventate obsolete, l’impiego della truppa è quindi collaterale e non primario: l’abbiamo visto anche nell’ultima disastrosa guerra di Libia. Il lavoro sporco è lasciato ai locali.
Allo stesso tempo però i gradi più alti della tecnologia hanno messo a punto il sistema d’arma che meno coinvolge l’essere umano. Infatti si copre che le forze aeree Usa hanno una parco di circo 18.000 velivoli dei quali il 30% è quello unmanned (senza equipaggio).

Qual’è il significato di questo cambiamento di rotta nella strategia militare? I motivi sono molteplici: i costi, le forze umane messe a disposizione e la possibilità di agire senza la perdita di piloti che hanno un costo via via sempre più alto con una efficienza inversamente proporzionale. L’aspetto tecnologico caricato negli attuali velivoli è talmente elevato che spesso la maggior parte delle attività vengono controllate dai computer di bordo, lasciando al pilota solo una piccola parte delle attività a lui dedicate, ma spesso anche queste vengono vanificate da infinite variabili che possono accadere durante i voli di attacco: è sufficiente che un proiettile passi la carlinga di un velivolo per rendere l’attività del pilota così intensa che la soluzione migliore è quella della ritirata o in gergo tecnico RTB (Return to base). Nella guerra dell’Iraq spesso i velivoli non si alzavano in volo se veniva tracciato una minaccia ostile e questo per dire che l’attività bellica è stata limitata dal fatto che i costi per la preparazione del pilota, dell’armamento e del velivolo avevano una predominanza sulla strategia di guerra molto più forte.

Da questo, l’uso ormai indiscriminato dei Droni, aerei senza equipaggio, delle dimensioni variabili a seconda del carico bellico, che possono essere tranquillamente controllati da un semplice portatile, proprio come il caso suddetto dei simulatori di volo. L’esperienza dei piloti, dei strateghi e dei tattici di guerra sono le condizioni necessarie al fine di ottimizzare le missioni, ma il contatto diretto con la realtà umana della guerra viene ad essere scambiato come un gioco. I piloti virtuali veri, quelli con le stellette, e lo sgancio di una bomba da 500kg è paragonato ad un gioco o il lancio di qualche manciata di fosforo sopra dei villaggi o sopra delle truppe nemiche è ora paragonabile a quanto visibile nei vari simulatori. La consapevolezza del dolore, delle stragi e dell’odore del sangue non è più percepibile, così come non è più percepibile la sensazione di paura nel passare sopra a delle linee nemiche.

Questa la nuova guerra, il nuovo videogame che Kissiger asseriva essere necessario per insegnare ai nostri giovani come agire.

Natale 2011

26 dicembre 2011 Lascia un commento

Natale 2011

Mentre nell’occidente ipnotizzato dalle melliflue melodie anglosassoni – odiosa dimostrazione di servitù al potere sionista-massonico alle logge inglesi e americane – da immonde dimostrazione di falsa bontà e falso amore per l’altro, povero, inerme ed usato allo solo scopo di mettere in luce le azioni, aventi altri scopi, di alcuni nostri politici (Andrea Ricciardi), in altre zone di questo mondo, in quello che solo in parte riusciamo a vedere e scrutare senza il filtro roseo della verità comandata, si stanno mettendo a punto quello che ad una persona normale sembrerebbe la follia dell’intero essere umano.

Nello stretto di Ormuz la marina iraniana sta mettendo a punto sistema d’arma elettronica per accecare e disturbare sottomarini, bombe di profondità e missili a lunga gittata. Le avvisaglie, i ricatti, le vessazioni americane, il continuo embargo delle nazioni unite e le sanzioni economiche stanno portando gli iraniani ad un passo dal baratro di una guerra della quale non si scorgono i limiti. Il Qatar in questo scenario si inserisce come il cavallo di Troia dell’egemonia anglo-americana nella regione. Tramite Aljazera e le sue false dichiarazioni sugli avvenimenti della zona del Golfo Persico (Barahein) e degli scontri che avvengono, silenziati nei media occidentali, lo sceicco del Qatar Sheikh Hamad bin Jassem Al Thani sta allungando le mani sul potere dell’Arabia Saudita cercando di spodestare lo sceicco Abdullah bin Abdul Aziz Al Saud permettendo l’inserimento di basi americane nel territorio del Qatar per il controllo della regione. Ma nel contempo gli avvisi iraniani non si fanno attendere indicando che qualsiasi minaccia alla sovranità nazione avrà come effetto la chiusura dello stretto di Ormuz

Lo stesso è accaduto contro la Libia, il paese dove non c’era disoccupazione, dove istruzione, sanità, casa ed assistenza sociale erano gratuiti e non possiamo quindi meravigliarci che lo stesso trattamento venga applicato anche ai persiani.

E’ scritto, anzi l’ha voluta una banda di criminali da processo per direttissima e condannati a morte per crimini contro il genere umano; sono quegli uomini ammalati, profondamente ammalati, ma che la loro vita mette a repentaglio quella di miliardi di persone; sono quelli che, attraverso i loro agenti – una grossa fetta dei nostri rappresentanti politici e delle forze dell’ordine – stanno ordendo alle nostre spalle per rovesciare e costituire una nuova repubblica, la Terza Repubblica, quella in cui ogni diritto del singolo sarà soggiogato al benessere del potere costituito. Già lo vediamo nelle scelte economiche e finanziarie e non si tratta quindi di semplice e becero complottismo: dall’inizio dell’anno ad oggi diversi miliardi di euro sono fuggiti dall’Italia verso i vari paradisi fiscali, Svizzera, e paesi non legati alla zona euro, qualcuno forse ha conoscenze che la maggioranza non sa!

E tutto questo appare nella rosea pantomima natalizia, allegoricamente applicata a quella massa informe di persone che corre per acquistare una scarpa di plastica, firmata da un povero deficiente, al prezzo popolare di 200 dollari, costruita e fatta da gente povera più o come quei negri che si sono assiepati nelle varie città americane per acquistare un simbolo sociale vacuo, immondo, puzzolente (la plastica delle scarpe è derivata dal petrolio), deperibile, antigienico, scomodo, ed inutile anche per un letamaio. Se comperavano letame avrebbero fatto un affare, con quel che costa, ma con una scarpa, mah?

Eppure è questo che ormai siamo abituati a vedere e sentire: code chilometriche per oggetti inutili, prodotti da gente povera, trattata peggio delle bestie, ad un prezzo irrisorio.

Qualche giorno fa è stata chiusa un fabbrica nel Veneto, una fabbrica che andava benissimo, aveva un buon fatturato, degli ordini futuri, e non aveva problemi di pagamenti oltre ad essere puntuale con le banche. E’ stata chiusa per essere delocalizzata in Cina ed in Romania, lasciando disoccupati alcune centinaia di persone.

Ecco uno stato serio dovrebbe dire: “Bene! La cassa integrazione per 5 anni la paghi tu, cara azienda che delocalizzi e non un soldo ti verrà dato a sostegno del tuo desiderio di delocalizzare, inoltre, visto che tu lo vuoi fare, lo potrai fare solo per quella parte di attività dove non serve la genialità e l’esperienza del lavoro artigianale di generazioni italiane che ti hanno permesso di arrivare dove sei. ” Ma non si scorge nessun stato serio all’orizzonte, perché un discorso del genere potrebbe, porcaccia miseria, essere scambiato per becero nazionalismo, mentre invece i capitali devono fluttuare, muoversi e rendere sempre di più…ma a favore di chi?

Parentesi social-economica a parte, le premesse ci sono tutte, la gente è incattivita e lo è tanto più che sempre maggiormente riceve dallo stato in cui vive risposte vacue, che non risolvono nulla, che non mettono al loro posto le cose come devono girare.  La gente e buona parte di quelli che sono il motore della nostra economia, sta cominciando a perdere la pazienza, però…poi vedi i dati dei consumi natalizi e cascano le braccia, facendo invece esultare proprio quelli che il popolo vorrebbe combattere: 2,3 miliardi spesi per cose inutili. Una buona fetta della spesa natalizia è andata a finire nel budello del popolo, alla faccia della crisi e delle sfilate “oceaniche sindacali”. Quello italiano è veramente un budello di popolo.

Ma in questa maniera, ai piani alti, sanno come far ballare il loro schiavetto: più la pancia è piena e più gioisce delle cose che interagiscono con i sensi animaleschi: sesso ,droga ed alcool, maggiormente è malleabile e non s’inventa pensieri che potrebbero disturbare il disegno organico di denazionalizzare.

La guerra incombe

19 dicembre 2011 6 commenti

Mentre i nostri politici sembrano irrisolvere i nostri problemi, la guerra incombe sulle nostre teste.

Mancano pochi attimi alla scintilla…ne vedremo delle belle.

Ritirate i vostri risparmi, comperatevi moneta straniera: dollari, franchi svizzeri, corone danesi, norvegesi e svedesi, dollaro australiano; comperate oro od argento e nascondetelo dove vi aggrada.

Comperatevi i generi di prima necessità: fiammiferi, candele, sale, zucchero, gasolio e benzina, carne secca, scatolame e quant’altro necessita per chi non ha un pezzo di terra da coltivare, perché tra poco, molto poco, i potenti della terra ci sommergeranno della peggiore schifezza che mai abbiano pensato.

E come quell’infame personaggio che alberga al Quirinale disse: “Ci aspettano tempi difficili, sopratutto per l’Italia…” non lasciamo che siano questi immondi filibustieri a guidare le nostre vite. Abbiamo già dato, è ora di gettarli giù dalla rupe Tarpea, senza ignominia, senza timore di compiere nessun misfatto, perché essi stessi sono il crimine, essi stessi sono la illegalità. E’ compito del popolo italiano liberarsi di questo peso insopportabile che ci opprime e ci devasta da oltre 60 anni. Ma essi, così’ come altri politici europei sono solo delle convenienti marionette che verranno spazzate così come spazzeranno anche le nostre vite.

La marina cinese e l’esercito cinese è pronto alle armi, anche a costo di una terza guerra mondiale, queste le dichiarazioni di Zhang Zhaozhongin difesa delle dichiarazioni degli Stati Uniti e di Israele di attaccare l’Iran e la Siria. I nostri media, servi pennivendoli, non riportano questo per non creare allarmismo, ma la realtà e ferocemente vivida e noi, complici involontari, accettiamo passivamente le scelte di un governo tecnocratico ed insignificante di un’azione che porterà l’intera umanità ai primi vagiti della civiltà.

Ref: war to Syria & Iran

L’alba dell’attacco all’Iran

10 novembre 2011 5 commenti

Nel frattempo che gli squali inizieranno a spolpare l’Italia di tutti i suoi capitali e delle sue ricchezze – già ci aveva pensato il massone di Napoleone e di Hitler – da più parti si stanno concretizzando le idee per un attacco “preventivo” contro gli impianti di arricchimento nucleare iraniano.

Già all’epoca del maremoto giapponese avevo evidenziato (leggasi il mio articolo: Nucleare, Merkel e Virus) che la causa della fuoriuscita del materiale atomico fosse dovuto al malfunzionamento di alcune pompe interne dei reattori, pompe queste controllate da alcuni computer della Siemes che furono messi fuori uso da un virus informatico (Stuxnet) sviluppato e messo a punto dai servizi segreti israeliani, gli stessi che bloccarono l’anno scorso decine di migliaia di pc in Iran. Il giochetto informatico, oltre a provocare la morte dei pc provocò anche quella di molti ingeneri iraniani Daryoush Rezaei, Majid Shahriari, Davani Masoud, Ali Mohammadi, e il ferimento del capo dell’organizzazione atomica iraniana Fereydoon Abbasi. Ma è evidente che tutto questo versar sangue non ha prodotto il risultato che Israele tende produrre: l’eliminazione della Repubblica Islamica dell’Iran (biblicamente l’odiato Amalek).

A nulla sono valsi i vari contrasti interni al Knesset di Tel Aviv tanto che l’opposizione dell’ex ministro degli esteri Tzipi Livni non concordava con le idee di un attacco preventivo contro l’Iran e lo stesso ex capo del Mossad, Efraim Halevy, affermava che il vero pericolo non è l’Iran ma la parte religiosa integralista di Israele: ‘Religious extremism is a greater threat than nuclear Iran‘. Se lo dice un ex capo del Mossad c’è sicuramente da crederci! Ma siccome le cose non avvengono per caso, ma per un disegno ben congegnato, molti velivoli militari israeliani e italiani (ripeto italiani!!) provvedevano a compiere voli addestrativi a lungo raggio dalla Base militare dell’aeronautica militare italiana di Decimomannu.

Nel frattempo si paventa un altro scenario che parrebbe stare alla base dell’attacco all’Iran: il prezzo del petrolio per il suo lento, ma costante declino. Israele “ha comprato miliardi di dollari infuturespetroliferi, una scommessa fondata sulla segreta conoscenza di eventi imminenti che farebbero salire il prezzo del barile, a dispetto di tutte le indicazioni in senso contrario” Loro sanno ciò che non ci è dato di sapere? E ad accompagnare questa possibilità ci sarebbe anche un gruppo dell’opposizione interna iraniana del partito del clero che vedrebbe nell’attacco all’Iran un ottimo motivo per un aumento del prezzo del greggio con le ricadute economiche che ne conseguono, ma sopratutto per pagare l’élite militare necessitaria di molti denari.

Nel frattempo anche l’Inghilterra muove le sue pedine sullo scenario del mediterraneo posizionando alcune navi e sommergibili capaci di far partire i Tomahawk, missili a lungo raggio, e allestendo la base di Diego Garcia nell’Oceano Indiano usata per gli attacchi all’Afghanistan.

Siccome le cose non stanno tutte sullo stesso piano militare, il Guardian ha messo in evidenza il piano militare Trident che ripropone ed attua il rimodernamento ed aumento degli arsenali nucleari dei maggiori paesi (Cina, Russia, Usa, Francia, Israele, Inghilterra, India, Pakistan). Nel caso specifico Israele ha convertito alcuni suoi missili balistici a lunga gittata il Jericho 3 che verranno caricati su sommergibili che la Germania ha loro fornito (meglio dire regalato, forse sempre per il solito ricatto semitico). Il rimodernamento permetterà ai criminali di Israele di aumentare la gittata da 3.000 a 8.000 km, il che vuol dire che tutte le capitali europee saranno sotto scacco ad ogni ricatto di Sion e sarà come avere il coltello alla gola.

E’ chiaro quindi che le pedine si stanno muovendo all’ordine di quel branco selvaggio guidato da Nethanyau e da Barak, due pazzi scatenati che all’ordine dei seguaci lubavitcher vogliono pulire il mondo dai loro nemici (il mondo intero?), tanto che nella loro seconda patria, gli Usa, l’Aipac (American-Israeli Political Committee) sta mettendo in piedi tutto il necessario per abbattere l’immobilismo di Obama e i suoi tentennamenti per spingerlo a compiere il passo per la 3a guerra mondiale. Infatti la Commissione Affari Esteri della Camera ha elaborato un disegno di legge che impedisce ogni contatto diplomatico con Teheran. In sostanza esso recita quanto segue:

(c) RESTRICTION ON CONTACT – No person employed with the United States Government may contact in an official or unofficial capacity any person that –
(1) is an agent, instrumentality, or official of, is affiliated with, or is serving as a representative of the Government of Iran; and
(2) presents a threat to the United States or is affiliated with terrorist organisations.

(d) WAIVER – The president may waive the requirements of subsection (c) if the president determines and so reports to the appropriate congressional committees 15 days prior to the exercise of waiver authority that failure to exercise such waiver authority would pose an unusual and extraordinary threat to the vital national security interests of the United States.

Traducendo:
c) Restrizione di contatti – Nessun funzionario del governo degli Stati Uniti può contattare, in veste ufficiale o non-ufficale, nessuna persona che:

1) sia un agente, o uno strumento, o un funzionario o affiliato, e delegato del governo dell’Iran; e
2) presenti una minaccia agli Stati Uniti o sia affiliato ad organizzazioni terroristiche.

d) Deroga – Il presidente può derogare alle prescrizioni del comma suddetto se il presidente decide e sottoponga in tal senso alle commissioni competenti del Congresso 15 giorni prima di esercitare la deroga, comprovando che il mancato esercizio della deroga pone una minaccia insolita e straordinaria agli interessi vitali degli Stati Uniti.

Cosa vuol dire tutto questo in termini pratici? Significa che né i Presidente, né il segretario di Stato e nessun diplomatico o emissario incaricato o potrà agire fintanto che il Presidente non convinca la Commissione per gli Affari Esteri (feudo dell’AIPAC) che non sussiste la minaccia vitale per gli interessi degli Stati Uniti.

E’ evidente il tono vessatorio e limitante il concetto democratico interno degli Stati Uniti che con questo disegno di legge, se verrà approvato, permetterà l’apertura della nuova era in America dove le libertà individuali, già di per sé accecate dal Patriot Act, verranno ancor più limitate e dove lo stato di polizia, stile la Stasi nella DDR, potrà rovesciare, disfare ed imporre qualsivoglia immonda azione come i attaccare l’Iran.
Per chi fosse interessato faccia un salto in questo indirizzo per capire come abbiano pianificato l’attacco ed a questo.

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