Archivio

Posts Tagged ‘Pornografia’

Una Figa in Vaticano.

30 aprile 2011 Lascia un commento

La tentazioni di Adamo

Lo so potrebbe essere una brutta bestemmia, od una volgarità gratuita nei riguardi dell’intoccabile Vaticano, ma nella realtà è una cosa vera, anzi è una vera donna, la Signora Figa.

Va bene, ci si potrebbe anche scherzare e riderci sopra, perché alla fine sono proprio queste cose che scatenano le fantasie più perverse, ma nella realtà si sta parlando di una vera donna che ha avuto l’onore di essere stata nominata ambasciatrice presso la Santa Sede.

Finalmente!! Potrebbero arguire alcuni, finalmente anche Sua Eccellenza segue le orme del noto Silvio, finalmente anche Lui si da alla pazza gioia e porta una ventata di sano sesso in Vaticano. E invece no! Tiè!

La Signora Figa è quindi una donna timorata di Dio che risponde al nome di Maria Jesus Figa Lopez-Palop. Certo è un nome un po’ strano: che ci fanno Maria e Gesù assieme a Lopez-Polpa, anzi Lopez-Paolop? Misteri della fede…

Tanto è vero che nei documenti ufficiali, visto quel particolare (non nel senso che le hanno tirato su le gonne) la Signora si chiamerà Maria Jesus F. Lopez-Palop con buona pace per quanti, nel sentire quel nome, avrebbero infranto il 6° comandamento: non commettere atti impuri!

Ruby, she needs to be so free…

17 febbraio 2011 Lascia un commento

…Don’t question why she needs to be so free...

Queste le parole di una famosa canzone dei Rolling Stones adatta alla attuale situazione del nostro Berlusconi.

Non chiedermi perché ha bisogno di essere libera“, ma nella realtà la povera “escort“, più propriamente venditrice delle sue pudenda, è parte di un disegno più volgare e ben delineato che alcuni signori hanno voluto innescare.

Una delle tecniche più conosciute è il “debunking“, ovvero quel sistema di delazione, calunnia e “sputtanamento” che porta l’opinione pubblica ad accettare quello che alcuni media scrivono, in rispetto dei loro padroni.

Berlusconi, troppo sensibile al pelo e tanto debole nelle sue scelte, probabilmente per l’età avanzata, non ha potuto resistere alle offerte di una giovane sgualdrina e la tela creatasi è stata tanto banale quanto volgare come gli ideatori che l’hanno creata.
Però, vogliamo scommettere che anche i più benpensanti non avrebbero resistito alle smaniose tentazioni di una ragazza così procace, ma lui è il capo del Governo, un rappresentante dell’Italia all’estero deve mantenere una rigorosa moralità: quale?

Già, quale moralità intendiamo portare avanti: quella dei vari Vendola, dei vari Fini che se la spassa con una donna che potrebbe essere sua figlia, oppure di quella parte dell’haute couture (alta moda) composta per lo più da recchioni e lesbicone assatanate? Oppure la morale deve essere quella più castigata dei vari amanti dei viados? Insomma il parco dei porci è molto variegato: dai cocainomani, ai pedofili (e ce ne sono!), ai recchioni incalliti, ai puttanieri, ai travestiti, ai sadomasochisti e chi più ne ha più ne metta: le mosche bianche, le vere rarità stanno proprio nell’eccentricità di Berlusconi di andare a puttane. Come? A puttane? Con tutti i culatta che ci sono NON può rompere la tradizione recchiona dei benpensanti.

Però lui, Berlusconi,  è sulla bocca di tutti, è il capro espiatorio del malessere italiano, delle frustrazioni e del fallimento della Seconda Repubblica (ma c’è mai stata una prima repubblica?), dell’ignoranza e della prepotenza e prosopopea degli arroganti. Lui non è l’unico, perché se andiamo a guardare chi sta con lui e contro di lui si farebbe fatica a distinguerne il colore. Tutti uguali, ma tutti dentro all’albio senza fine (per ora) dei profitti.

E’ penoso, umiliante per tutta quella classe di politici, intellettuali e persone che invece non condividono questa orgia per sentirsi accomunati alla morchia di questa cultura italiana e alle croste dell’innovazione del libero pensiero.

Purtroppo se si da uno sguardo al parco buoi della camera e del senato non si riesce a fare una persona sana nemmeno prendendo i lati positivi di tutti messi assieme. Tutta fuffa, tutta gentaglia che come Crasso fece, sarebbe  da condannare alla crux patibulata, perché altro non potrebbero meritare. E’ noto infatti che i romani usavano questo tipo di supplizio solo per le classi più infime, per le persone spregevoli, per gli avanzi della società.

E invece no, la magistratura –  potere nel potere – ben foraggiata e nutrita dalla solita orda anglo-massonica, schiera tutte le sue armi per inchiodare un povero diavolo, uno che è stato messo lì, su quello scranno, proprio perché l’Italia di meglio non merita e non se lo poteva permettere. Avrebbero potuto mettere un Bersani, un D’alema, un Vendola o…ma chi altro c’è? Boh? Comunque hanno fatto eleggere quella specie di uomo che mostra all’Italia la vera stoffa della politica italiana: rabberciata, raffazzonata, sporca, intrisa di meschine alleanze, insomma la solita italietta che ai tempi di Mussolini pretendeva di conquistare il mondo…e che poi Piazza Loreto ha azzerato, lasciando però lo spazio alla voragine della democrazia, di quella che ha portato alla distruzione della famiglia, della società, delle aziende di stato, e alle liberalizzazioni quelle che hanno ingrassato alcuni personaggi che poco, molto poco vengono nominati.

Il silenzio è d’oro.

24 gennaio 2011 Lascia un commento

Ci alcuni processi, che da tempo si stanno celebrando in Italia e che vedono coinvolti in reati gravissimi soggetti di primissimo piano delle nostre istituzioni, di cui i media non parlano, come se non esistessero.

Primo fra tutti, il più nascosto, è il processo che si sta celebrando a Brescia a carico del Generale Delfino accusato di concorso nella strage di Piazza della Loggia. Imputati nello stesso processo troviamo Pino Rauti (suocero del sindaco di Roma Alemanno), Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Maurizio Tramonte e Giovanni Maifredi.

Ma, da lungo tempo, si sta celebrando anche il processo a Milano a carico del Generale dei Ros Gianpaolo Ganzer, del magistrato Mario Conte e di altri 23, tra ufficiali e sottufficiali dei Ros. L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, peculato e falso.

Altro Generale dei Carabinieri sotto processo, questa volta a Palermo, è il Generale Mori accusato, insieme al coll. Obinu, di favoreggiamento aggravato per aver agevolato Cosa Nostra, nello specifico di aver favorito la latitanza del boss Bernardo Provenzano.

Tre Generali dei Carabinieri sotto processo per reati gravissimi e i media, praticamente, non ne parlano.

Ma la cosa non è diversa per i processi a carico di politici, basti pensare al processo d’appello al senatore Marcello Dell’Utri, condannato in primo grado a per concorso esterno in associazione mafiosa a nove anni di reclusione e a due anni di libertà vigilata, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Identica cosa per il processo ad Antonio Bassolino accusato, insieme ad altre 28 persone, tra cui alti dirigenti di Impregilo, di frode in pubbliche forniture, alla truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, abuso di ufficio, falso e reati ambientali commessi nel periodo in cui era Commissario Straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania.

Altro processo di cui non si parla è il processo Hiram, ovvero un processo che vede coinvolti, in un’associazione a delinquere finalizzata ad aggiustare o ritardare (al fine di far prescrivere i reati) i processi in Cassazione, mafiosi, massoni, avvocati, poliziotti e preti. Eppure, anche in questo caso nulla.

I media, che ci hanno sommerso di articoli e trasmissioni sui processi a Vanna Marchi, alla Franzoni, a Meredith, ecc… di questi processi non parlano.

Fonte: Solange Manfredi

Palestinesi: ai forni!!!

17 gennaio 2011 Lascia un commento

Chi dice una cosa del genere verso un essere umano è normalmente tacciato di nazista, di persona che ha perso il senno, di un pazzo o di un fanatico che non ha nessun collegamento con le realtà terrene e invece a pronunciare queste parole sono stati alcuni pii rabbini ortodossi israeliani.

Il fatto è letto in un giornale ortodosso israeliano Fountains of Salvation che suggerisce che Israele dovrà creare dei campi di sterminio per annientarli come Amalek.

L’articolo attacca il rabbinato israeliano sulla discussione delle assegnazioni delle case dei nuovi insediamenti ebraici che come risultato portanto alla negazioni dei contratti di affitto o vendita delle case alla popolazione israeliana palestinese.  L’articolo prosegue denunciando che l’educazione deve essere impartita in maniera da seguire le regole della Torah e nell’ultimo paragrafo dell’articolo viene riportato:  “It will be interesting to see whether they leave the assembly of the Amalekites [Palestinians] in extermination camps to others, or whether they will declare that wiping out Amalek is no longer [historically] relevant.  Only time will tell…“. La traduzione non serve.

I rabbini nel corso dei secoli hanno sempre identificato la figura di Amalek in tutti coloro che combattono il popolo ebraico, da Amalek a Hitler a Barak Obama, ma questa pubblicazione è la prima che appare fomentando ed incitando l’odio razziale e il genocidio palestinese.

Le persone che stanno dietro a questa misera sceneggiata che comunque fa proseliti nelle frange meno abbienti ebraiche de coloni dei nuovi insediamenti, sono il Rabbino Capo del Saffed, Ramat Gan e Rabbi Avinar, quest’ultimo sospettato di abusi sessuali.

E’ evidente che non è possibile riconoscersi in questo genere marcio di ebraismo, perché non è possibile considerare che tutti gli ebrei abbiamo questo seme di follia e di criminalità, non è possibile che persone come Gilad Atzom, Shlomo Sand (from his book: A nation is a group of people united by a common mistake regarding its origin and a collective hostility towards its neighbours), Richard Silverstein (nda: l’autore dell’articolo) e tantissimi altri abbiamo nel proprio sangue le stille infami di questi pensieri obnubilanti la ragione. Ma è possibile che la destra ebraica intransigente che attualmente comanda in Israele, prenda spunto da queste folli dichiarazioni per mettere in pratica quanto è già stato fatto sulla striscia di Gaza.

Bestemmia, morale comune o falso?

22 dicembre 2010 Lascia un commento

In questi giorni va di moda un nuovo allarme “Salviamo Asia Bibi dalla pena di morte per blasfemia“.  Sembra infatti che in Pakistan questa donna cristiana di 40 anni, abbia bestemmiato contro la fede islamica e per questo condannata alla pena capitale. Ogni commento in chi applica una pena del genere per un libero pensiero è superfluo, ma paese che vai usanze che trovi e lì, in quel paese creato dal nulla da Sua Maestà Britannica, si sono accentrati la maggior parte di indiani di fede islamica. Una delle tante storture della suddivisione del mondo fatto con una stecca e un bicchiere di whiskey, tipico del mondo anglosassone, perennemente sfatto dall’alcool.

Dal nostro punto di vista, quello occidentale cattolico-ebraico, l’atto di bestemmiare è visto non più come un atto di offesa, ma semplicemente come una mancanza di “bon-ton” nei riguardi di una fede o gruppo di persone. Si tenga presente che questo vale solo in Europa e in USA, perché se accade che bestemmiate in Israele dovrete fare i conti con la rabbia e l’intolleranza dei rabbini che come risposta potrebbero assegnarvi una robusta dose di frustate in pubblico, mentre in Arabia Saudita la pena di morte è assicurata.
Da notare che è strano questo fatto: in Arabia la mannaia del boia lavora a pieno regime, sia per reati sessuali che per quelli contro la fede islamica, ma spesso si legge nei giornali quello che accade solo in altri paesi islamici e mai sull’Arabia Suadita, è curioso, no?

In Italia dal 1984 non esiste più la religione di stato, abrogata con il Trattato Lateranense  (L. 25 marzo 1985, n. 121), ma permane comunque nel codice penale (art. 724) la sanzione amministrativa che punisce chi bestemmia con una sanzione pecuniaria che varia trai 51 e 309 euro (Decreto Legislativo n. 507 del 1999).

La domanda quindi che possiamo porci è: ma perché se una religione non è più religione di stato, si continua a punire con una sanzione pecuniaria? Perchè quindi discriminare? E’ evidente che tale legge è, come spesso accade in Italia per far contenti cani e porci, un pasticcio senza né capo né coda, ma è evidente che anche da noi la bestemmia è punita. Bisogna invece affermare che dalla caduta dell’Impero Romano ad oggi più che di evoluzione culturale si è subito una involuzione; al tempo di Roma in cui c’erano tanti dei, quanto le diverse popolazioni che la vivevano, il reato di blasfemia non era nemmeno contemplato, perché le ingiurie contro le divinità erano lasciate alla vendetta divina.

Gli esempi moderni invece sulla repressione sono molteplici e quelli accaduti nei media televisivi spiegano abbastanza bene che il bestemmiatore viene comunque punito anche in modo severo che spesso lo ghettizza nell’oscurità e nel dimenticato.
Il caso più eclatante si ebbe con un Mastelloni il 23 luglio 1985: dopo quell’evento per anni e anni in televisione, non venne più riproposto. Non parliamo poi delle imprecazioni nel settore dello sport in cui giornali e media televisivi riempiono le orecchie di inutili articoli. Il Grande Fratello è anch’egli esempio (di deficienza i senso stretto, ma tra deficienti a volte ci si capisce) di come l’azione sanzionatoria non sia solo pecuniaria ma porti all’eliminazione del concorrente in via definitiva: cancellato, rasata a zero qualsiasi sua possibilità di ripescaggio. Anche Aldo Busi è stato oggetto della scure mediatica più che secolare, per aver offeso la religione, così come il noto attore toscano Ceccherini (vedi il caso dell’Isola dei Famosi).

Insomma da noi non si ammazza fisicamente, ma si elimina ogni altra possibilità di replica, ancorché di scuse, per aver espresso – male – uno stato di disappunto o di dolore per un certo evento. Tutti quelli che subiscono questa scure vengono gettati nell’oscurità, non vengono più considerati e lasciati a marcire nelle loro imprecazioni: non è la morte fisica, ma è comunque una privazione sociale, morale che spesso annulla l’individuo colpendolo, mentre là, dove la parlata comune si esprime con più libertà , l’attuazione di questa coercizione giuridica non viene applicata.

—Aggiornamento del 06.01.2011—

E’ di questi giorni passati la bestemmia da parte di un partecipante al Grande Fratello 11. E’ l’ennesima dimostrazione che in occidente si può bestemmiare e che anche i media sanno sacrificare per gli indici di ascolto e per far contenti i fratelli maggiori.

Non c’è più ritegno, buon gusto e quel pizzico di rispetto anche per chi è cristiano e crede. Il rispetto, la sobrietà e la nobiltà d’animo sono sacrificati. Si è completamente perso il lume della ragione dando spazio alle infami dottrine liberiste a vantaggio di una manciata di loschi personaggi che controllano i media.

E’ la giustificazione che qui non si giustizia nessuno, ma si uccide il senso del quieto vivere, dando in mano a dei giovani senza arte e ne parte la possibilità di sovvertire l’ordine secolare che ci ha guidati.
Come nell’Indocina di Pol-Pot, si trasferisce a delle squadracce di giovani virgulti, che di virile non hanno nulla se non un semplice peduncolo forse anche malamente usato, il potere di condannare, di denigrare e di cancellare mediaticamente (che in Italia è ancor peggio di una fucilazione) quegli ultimi baluardi della buona educazione e del senso civico.

Dove stanno quei magistrati tanto intenti a spulciare le malefatte orgiastiche dei politici, ma proni e sensibilmente attenti a non infastidire alcune i padroni della produzione di Endemol?

Goym: lavorate schiavi!

16 dicembre 2010 Lascia un commento

Voi che non siete nessuno che vivete nella grettezza della vostra vita avete solo un compito: servire, essere l’aratro del campo.

Popolo del mondo, popolazioni disparate pensate forse di avere una cultura, di avere una tradizione, di avere degli artisti, dei poeti, delle eccellenze in campo scientifico o letterario? No! “Voi non siete un cazzo” (prendendo a prestito la famosa frase di Sordi nel “Il marchese del Grillo“). Il valore umano di ciò che credete di essere è minore di quello della minor bestia da soma. Siete inutili perché la vostra funzione è servire, obbedire e agire secondo le leggi talmudiche.(*)

Questa l’intenzione e il sermone del rabbino Ovadia Yosef tenuto in Israele, noto paese democratico del meditteraneo, componente del parlamento israeliano del partito Shas halachico.

Per fortuna che la ADL (Anti Defamation League) ha redarguito il pensiero del rabbino denunciando il suo estremismo come fonte di separazioni e di estremismi.

 

(*)
Il Talmud consiste in una raccolta di discussioni avvenute tra i sapienti (hakhamim) e i maestri (rabbanim) circa i significati e le applicazioni dei passi della Torah scritta, e si articola in due livelli:

* la Mishnah (o ripetizione) raccoglie le discussioni dei maestri più antichi (giungendo fino al II secolo);

* la Ghemarah (o completamento), stilata tra il II e il V secolo, fornisce un commento analitico della Mishnah.

Il Talmud è anche conosciuto con il nome di Shas, acronimo di Shisha Sedarim, i sei ordini (Zeraim, Moed, Nashim, Nezikin, Kodashin, Tohorot) in cui è divisa la Mishnà. La suddivisione del Talmud è identica a quella della Mishnà: i Shisha Sedarim si suddividono in Massechtot – trattati, i quali a loro volta sono composti da capitoli.

fonte: Haaretz.com

Un peso e due misure: la frusta, Sudan e Israele.

14 dicembre 2010 Lascia un commento

In un giornalino gratuito, di quelli che si trovano nei bar o all’angolo delle strade, si legge una notizia particolare. In Sudan una giovane sedicenne viene fustigata per 50 volte (mi pare esagerato, visto il video)  per aver indossato un paio di pantaloni che secondo la legge islamica che in quel paese si applica, è un atto riprovevole da condannare con la fustigazione.
Anche il mondo islamico di Al-Jazera si indigna di fronte a questi eccessi. Strana ‘sta cosa, ehh?

A pochi chilometri di distanza, nello stato di Israele accade una cosa simile, ma taciuta dal giornalino (del gruppo Caltagirone) così come anche dagli altri media: un giovane cantante si è esibito davanti ad un pubblico misto di donne e uomini andando contro i dettami del Talmud e come risultato di questa offesa è stato condannato dai rabbini locali a 39 nerbate per aver infranto la legge giudaica.

Molti ci dicono che Israele è un paese democratico dove non accadono cose che invece ci parrebbe normale trovare in Sudan, eppure…anche nella perla della democrazia-teologica-mediorientale accadono fatti per nulla assurdi e nonostante questo, da più parti si sente le voce del coro che invita a pieni polmoni l’entrata di Israele nella comunità europea…

C’è qualche nota stanata, la notate?

Sara Scazzi e Yara, un “gossip” infame.

8 dicembre 2010 Lascia un commento

Era da un po’ che pensavo a questi avvenimenti e di come ci vengono propinati dai media. Ogni giorno si riempie lo schermo delle tv e le pagine dei giornali con novità insignificanti che rasentano la morbosa curiosità di sapere cose delle quali, credo, nessuno vorrebbe sapere, e non per disinteresse, ma perché la vita e le modalità con cui queste vite sono scomparse non sono strutturali, ma funzionali ai bilanci televisivi che  in queste tristi storie lucrano sulla pelle delle famiglie e delle vite di queste giovani.

I media sono quindi degli avvoltoi, delle iene, dei vermi sui cadaveri ancora caldi di quelle vite spezzate dalla ferocia di carnefici che della vita hanno perso il senso e la bellezza. Sono la parte più infima e più bassa dell’evoluzione animale e si servono di queste notizie per il denaro, per inserire una nota pubblicitaria di un telefonino o di qualche altra inutilità e farla pagare caro prezzo.

E’ significativo come vengono create le notizie: si crea l’antefatto, si dipinge con toni rosei su un fondo greve, malinconico e misterioso, spesso usando la voce al limite del pianto; si gettano immagini di repertorio e si mandano inviati, per lo più gente sconosciuta, che scava come un cane alla ricerca dell’osso nascosto. Si lascia cuocere la cosiddetta pubblica opinione fintanto che si porta a galla il fatto, quello che la gente si aspetta, ma che nel cuore non vorrebbe sentire: titoloni sui giornali, prime televisive, cameraman, fotografi, riempiono lo scenario della commedia squallida costruita a tavolino. Nel frattempo si contattano le diverse aziende per inserire la pubblicità per i momenti di massimo ascolto e si pone loro la barriera d’ingresso che in termini monetari è molto alta. Vuoi che il tuo articolo abbia presa sul popolino? Inserisci la pubblicità in questa notizia e vedrai che ritorno!!

Eppure ogni anno spariscono centinaia di bambini e nessuno ne parla, ogni anno bambine e bambini vengono rapiti dalle loro famiglie per scopi diversi. Sono bambini per lo più figli di famiglie straniere, di persone sotto la soglia della povertà e di persone che non hanno nulla se non il valore della vita di un figlio. Questo accade oggi nel 2010!!

Vite che servono ad altre vite, perché non si pensi che tutti questi bimbini vengano rapiti o comperati per quelle coppie incapaci di procreare, ma spesso vengono “usati” per qualche organo mancante: il fegato, la milza, il cuore, i polmoni e quanto serve per far sopravvivere il facoltoso committente; oppure vengono rapite per le più immonde ed infami azioni pedofile che razza umana possa pensare. Venduti come carne da macello, usati come latrine, calpestati come si calpesta la terra sulla quale camminiamo. Questo accade nel secolo dell’ ipertecnologia e della falsa moralità.

Queste vite sparite perdono qualsiasi significato, non esistono più, ma i nostri media concentrano il loro fuoco giornalistico su quanto accade su queste povere bambine, ma senza scoprire il vaso di Pandora, mai!
Il timore è che scoprendolo si andrebbe ad intaccare interessi e persone molto in alto, quindi  meglio volare basso, mantenere un profilo sottomesso e accentuare e circoscrivere solo come una semplice notizia di cronaca nera che distrae, che non fa pensare se non alla schifezza che alberga in molte individui che di queste gioventù s’è succhiata anche l’anima.

La cultura serpeggiante

2 dicembre 2010 Lascia un commento

Nello sbirciare in rete ho trovato questo piccolo pezzo di Ida Magli che recita: “L’immagine sulla quale si fonda il rapporto di Dio con il suo popolo prediletto è un’immagine sessuata e sessuale.  Israele è la Sposa di Dio. Il patto di alleanza avviene attraverso una offerta sessuale: l’offerta del prepuzio.”

Non voglio entrare nei meandri psicologici e teologici che l’autrice esprime nel suo libro “La Madonna“, ma mi preme sottolineare una certa dicotomia linguista e caratteriale del suddetto pezzo che spesso contribuisce alla creazione di falsi dogmi e false interpretazioni.

Qualche giorno fa, il 22 di novembre, si è celebrata la giornata contro la violenza sulle donne e si sono attuate tavole rotonde, incontri atti a evidenziare, sottolineare e additare che ancora oggi, nel XXI° secolo, accadono delle assurdità: l’uso del corpo della donna come simulacro del maschio che se ne serve. Non è possibile essere indifferenti a storie che giornalmente ascoltiamo o leggiamo, ma allo stesso tempo molta stampa e molti media televisivi chiosano sul marciume umano di come e dei mezzi utilizzati per stupri e violenze varie. Non c’è scampo per le donne, da qualsiasi parte esse si muovano trovano sempre e comunque l’atto violento, morale e fisico che viene loro fatto pesare impunemente. E così nel lavoro come nella famiglia, il corpo e la mente della donna subiscono una tortura che dura dal momento della sua creazione, per chi ci crede, ma lo dice anche la Bibbia. Possiamo non credere ad un testo che ci è stato imposto si dal primo vagito?

Già! La Bibbia, la cultura occidentale identifica le sue origini teologico-ebraiche e poi cristiane sull’antico e nuovo testamento, anche se nella realtà lo stesso Marcione identificava un cristianesimo come scisma interno dell’ebraismo che si affrancava dall’indole violenta ed antropomorfa che si rileva nel libro ebraico. Ma proprio nell’identificazione teologico-antropomorfa del vecchio testamento trae origine nelle popolazioni occidentali la cultura della prepotenza umana del maschio sul corpo e sulla mente della donna. Molte donne subisco i più efferati atti di violenza, di usurpazione e non ultimo di evirazione privandole di una parte del loro corpo per essere sottomesse al potere de maschio. Abominevole!!!

Allo stesso tempo e senza nessun trauma in tutto il mondo accade anche ai maschi una cosa del tutto simile, così che nella cultura ebraica, in virtù del patto divino il popolo d’Israele sacrifica se stesso e come segno dona i giovani prepuzi al Dio-Maschio.
Si trova quindi che specialisti di questa pratica siano dei pii rabbini con il preciso compito di tagliare quella pelle in più sul pene del neonato risucchiando con la bocca il sangue che sgorga e mescolando lo stesso con vino, pane azimo per la festività della Pesach e del successivo pranzo Seder.

Il rito sacrificale, patto dell’alleanza con Dio, è allo stesso tempo scaramantico per tutti i presenti all’evento e il sangue del prepuzio è il simbolo della rinnovata alleanza che si cosparge, mescolato con acqua, anche ai presenti la celebrazione che ne compiono abluzioni (1). E’ pacifico che questa tradizione religiosa, seppur sorretta da nobili idee, è per il maschio esempio di crudeltà e di sopruso al pari di quella delle menomazioni fisiche subite dalle donne. Non v’è differenze, perché credenze e i rituali che ne derivano hanno tutti lo stesso scopo: sottomettere, esercitare il potere sul più debole, annientare edulcorando l’atto con una simbologia più che medioevale, sicuramente arcaica.

Non è tollerabile che nelle culture occidentali, da qualsiasi parte si analizzino, si attuino opere di siffatta bassezza morale e se le religioni, le credenze i paganesimi sono a sostegno di quegli atti. In questa parte di  mondo che vogliamo definire civile, non possiamo considerare un atto di serie B ed uno di serie A. Tutti indistintamente vanno messi sullo stesso piano perché tutti usano la violenza sul più debole.

Nel frattempo, però, non s’è notato nessuna procura che si sia interessata di quanto accade anche a quella parte di popolazione maschile.

(1) A.Toaff – Pasque di Sangue – Ed. Il Mulino

Körper, Liebe, Doktorspiele: il sesso insegnato.

21 novembre 2010 3 commenti

Nella società moderna, sopratutto in quella dei paesi nordici, lo sviluppo e l’evoluzione si percepisce da semplici cose: educazione, socialità, sanità, ricerca ed educazione sessuale.

Paesi come la Svezia, la Norvegia la Danimarca e la Germania, oltre che l’Olanda, sono un vissuto, nel pensiero comune dell’Europa meridionale, come quelli in cui molte barriere psicologico-culturali e sociali sono state abbattute per una nuova società, più libera, più accomodante, meno intrusiva nei rapporti personali, più permissiva.

I progressi dell’assistenza sociale dei paesi scandinavi, così come i sistemi  di contrapposizione all’antisemitismo della Germania, hanno fatto, o stanno facendo,  scuola anche in Italia. Su questo non si può dubitare, perché la forte spinta socializzante che arriva da questi paesi, oltre che dagli USA, abbattono le multiforme barriere culturali delle nazioni europee che secondo il pensiero globalizzato, avranno ancora poco ossigeno per poter resistere al rimescolamento culturale.
Così è!

Nei fatti, se poi si va ad indagare in profondità e non ci si sofferma sulle melliflue prese di posizione di alcuni giornalisti, sempre proni al pensiero globale, si scorgono alcune isole di eccellenza e di sicura e profonda maestà culturale che fonda le sue radici sulle indicazioni talmudiche più radicate ed ortodosse.

Qualche anno fa, non molto per la verità, sono stati pubblicati due opuscoli nella Germania post-nazista, riunita e occidentale, nei quali si danno gli spunti precisi per una sana educazione sociale e sessuale degli infanti.

I libercoli, ancorchè adottati dal Centro Federale per l’Educazione Sanitaria(Bundeszentrale für gesundheitliche Aufklärung – BZgA) sono un compendio adatto alle famiglie e per le istituzioni pubbliche (asili e scuole primarie) per l’educazione sessuale dei bambini tra gli 1 e i 6 anni. Un tracciato dei punti cardine sui quali gli insegnanti e i genitori devono avere molta cura di seguirne le indicazioni.

In questi libercoli è indicato principalmente come agire: “I padri devono stimolare i bimbi alla scoperta della sessualità, ma non ne dedicano troppo tempo allo sviluppo della sessualità dei bimbi. Devono quindi passare maggior tempo sullo stimolo della clitoride e della vagina così da rendere le future donne maggiormente coscienti della loro sessualità, così come i bimbi devono essere spinti a toccare anche i genitori”.

Inoltre, in questi è espressamente indicato che i genitori non devono impedire che i bimbi possono masturbarsi illimitatamente, purché non si arrechino danno. Ed ai bambini dovrebbe essere insegnato di non vergognarsi dei loro corpi (perché dovrebbero se non c’è qualcuno che ne sottolinea la differenza  ??).

Non è possibile non riconoscere in queste parole uno stimolo alla perversione, alla pedofilia ed alla più infame forma di distruzione sociale operata da alcuni biechi personaggi fautori ed autori di una tale bestemmia. Ma allo stesso tempo e peggio ancora  sono quelle istituzioni tedesche che hanno adottato questo esempio di depravazione spinta a contaminare anche le più innocenti menti, appena coscienti di una poppata, alle loro più malvagie ed atroci manipolazioni.
E così nel Talmud, come la cultura volente la sottomissione delle diverse nazioni europee, si legge:

È giusto per una bambina di tre anni avere rapporti sessuali (Abodah Zarah, 37a; Kethuboth, 11b,39a; Sanhedrin, 55b,69a,b; Yebamoth, 12a,57b,58a,60b).

Quando un uomo ha rapporti omosessuali con un bambino al di sotto dei 9 anni d’età, non è da condannare (Sanhedrin, 54b,55a).

I rapporti sessuali con un bambino al di sotto degli 8 anni d’età sono leciti (Sanhedrin, 69b).

Quello che più sconcerta in tutto questo letamaio educativo disgregatore della società, in cui sempre più spesso facciamo fatica a riconoscerci, è che molti gruppi contro la pedofilia siano invece favorevoli e sostenitori di una siffatta educazione sessuale dei bimbi.

Più avanti, in Olanda un partito politico, sostenuto da un gruppo di pedofili condannati,  ha chiesto la legalizzazione della pornografia infantile.
Non c’è più limite alla più ignobile ed offensiva depravata condizione umana. Eppure c’è qualcuno che li copre, che li sostiene, che li manovra, che ne tira le fila al fine di minare le istituzioni secolari della nostra cultura per sgretolare ed annientare quello che secoli di guerre e pestilenze hanno costruito con molta fatica e con sacrifici indicibili. Ora sono sufficienti poche righe di qualche libro e una società piegata dall’indifferenza che tratta i propri figli come merce o simulacri dei propri piaceri che in altre epoche avrebbe non solo condannato, ma sicuramente sradicato dalla faccia della terra.

Körper, Liebe, Doktorspiele – Vol.   I° da 1 a 3 anni
Körper, Liebe, Doktorspiele – Vol. II° da 4 a 6 anni

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: