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Posts Tagged ‘Iran’

Pena di Morte di una nazione odiata.

19 aprile 2014 Lascia un commento

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In un articolo di “La Repubblica” del 18.04.2014 Adriano Sofri commenta la commutazione della pena di morte in Iran (Amalek) di un condannato per il perdono della madre dell’uomo ucciso.

A prima vista sembra un articolo pregno di pathos, di emozione, di commozione, ma poi si copre la bassezza con il quale Sofri esprime giudizi.

Prima cosa che salta subito all’occhio è il giudizio politico e settario con cui Sofri dipinge la giustizia iraniana: “Qui si procede in economia: un’impalcatura di tubi innocenti arrugginiti, la corda passata sopra un tubo, una seggiola di legno cui dare un calcio. Un militare, un mullah, i parenti.”
La giustizia iraniana usa un sistema diverso rispetto, ad esempio, a quella del paese più democratico del mondo: gli Stati Uniti d’America, in cui un condannato a morte per omicidio rimane in carcere nel braccio della morte per molti decenni fintanto che qualche giudice decide di graziarlo con una endovenosa di buon veleno, oppure è cosa diversa a quella che accade agli amici di Sofri, i takfiri che con molta meno pubblicità fanno inginocchiare il malcapitato con mani e piedi legati, gli alzano il mento e con un coltellaccio da cucina gli squarciano la gola, finendo la loro opera di macellazione separando la testa da tronco. Questi, forse, sono le esecuzioni al quale Sofri farebbe riferimento. La giustizia è un gran bordello, dipende da chi paga e nel caso dei takfiri i pagatori sono Usa ed Israele, assieme ai signori dell’Arabia Saudita.

E’ notevole come Sofri non ‘soffra’ della giustizia saudita, già, perché lì, nel paese delle meraviglie ogni sgarro viene pesantemente punito con il taglio della testa: dai culattoni, alle lesbiche, ai ladri, agli stupratori ed alle stuprate subiscono la stessa pena: zac! Via la testa, e in forma pubblica che così ci si ricordi. Fa comunque un certo effetto notare come l’ associazione dei culattoni delle lesbiche e dei travestiti NON alzi barricate contro queste mostruosità anacronistiche, ma comunque reali ed odierne (non posto nessun video a tale proposito, ma basta fare una semplice ricerca in rete), mentre suona stonata la levata di scudi che questa associazione di pervertiti, pedofili abbiano boicottato le olimpiadi invernali di Sochi.

Nella legge iraniana vale una regola, forse arcaica, ma sicuramente molto più pratica che non le nostre mille ed inutili vessazioni: i famigliari del condannato hanno diritto di morte o vita, ovvero è sufficiente che questi decidano di condannarlo per dar luogo alla condanna di morte, oppure che perdonino per salvargli la vita. Certamente affidare la vita di un omicida a dei famigliari che non capiscono nulla di diritto è bizzarro, ma la domanda che sorge spontanea è: colui che ha tolto la vita cosa ne sapeva di diritto per decidere di ammazzare un suo simile? Direi che c’è una certa uguaglianza, ovvero, come sottolinea Sofri la legge del Taglione.

La stessa legge che viene inflitta in Palestina, a Gaza. Lì si lancia un razzo e dall’altra parte (il non-stato) parte una squadriglia di F-16 armati di bombe al fosforo, di Cluster (Bombe a Grappolo) e senza nessuna remora si bombarda a casaccio senza nessuna pianificazione, eliminando i problemi alla base. Occhio per occhio dente per dente. D’altronde lo ordina quell’infame libro che va sotto il nome di Bibbia, quell’orrendo libraccio, sconcio, pedofilo, massacratore precursore dello sterminio di genti ed attuatore della pianificazione, per esempio, della cancellazione di milioni di Armeni. Ma anche qui Sofri pare non vedere, non sentire, non capire. Com’è strano questo giornalismo a senso unico, eppure, anche nel non-stato esistono voci fuori dal coro che denunciano in modo chiaro le efferatezze e i soprusi compiuti dalla polizia, dai servizi segreti e dall’esercito di quell’ammasso di criminali usurpatori del territorio altrui.

Ci verrebbe da pensare che anche Sofri appartenga alla stessa genia del non-stato.

Eppure Sofri nel suo succitato articolo, affonda la lama di giudizio su un Iran ghettizzato, su una nazione messa al bando da mezzo mondo come dalle antiche scritture di quell’immondo libro della Bibbia:

Gli amaleciti sono un popolo antico, forse leggendario, che YHVH ordina ripetutamente di sterminare fino all’ultimo uomo, donna, bambino e animale. Qualche esempio dagli infiniti passi dell’Antico Testamento:

Esodo 25 (17-19):
«Quando il Signore tuo Dio ti avrà concesso quiete fra tutti i nemici che ti circondano, nella terra che il tuo Dio ti dona in eredità, tu cancellerai il ricordo di Amalek sotto il cielo: non dimenticare!».

1° Samuele, (15, 3-5):
«Va’ e colpisci Amalek; fallo a pezzi, vota all’anatema tutto quello che posside, non aver pietà di lui, uccidi uomini e donne, ragazzi e lattanti, buoi e pecore, asini e cammelli».

Anche il cabbalistico Zohar (1,25) insiste:
«…. Quando il Signore si rivelerà, essi (i popoli goym) saranno spazzati via dalla terra. Ma la redenzione non sarà completa finchè Amalek non sarà sterminato, perchè è stato fatto il giuramento che ‘il Signore  farà guerra ad Amalek di generazione in generazione’» (Esodo 16, 16).

 

E’ normale che un insieme di persone pensino in siffatta maniera? Io credo che qualche rotella fuori posto ci sia, ma la realtà è spesso bizzarra e infinitamente più crudele.

Ma Sofri, in cui il suo passato è percepito come una ventata di acqua di rose, non vede queste cose, per lui l’Iran è il male assoluto (Amalek) da sterminare.

Sakineh, finlamente libera!

20 marzo 2014 2 commenti

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Non è possibile che esultare per la notizia della liberazione di Sakineh, scarcerata per “buona condotta” dai criminali teocratici iraniani dopo  otto anni.

La “presunta” omicida del marito (secondo i media internazionali) finalmente potrà godere della libertà che le è stata negata per otto lunghissimi anni. La dimostrazione della barbarie iraniane è evidente, l’omicidio viene punito con la prigionia e alla fine commutato in liberazione, esattamente come accadde in Usa con Michael Bascum Selsor che dopo 37 anni di prigionia nel braccio della morte viene definitivamente liberato iniettandogli il veleno che lo poterà al cospetto di Dio.

Le democrazie si confrontano anche in queste piccole cose (sic). L’Iran, paese teocratico, criminale, guerrafondaio pronto a lapidare arcaicamente una donna per un semplice omicidio instilla nel senso comune della nostra mentalità un senso di repulsione, mentre gli Usa all’avanguardia in tutti i campi tecnologici, morali e filosofici, meditano lungamente a come applicare la legge ad un omicida compiendo quello che il braccio secolare della legge americana impone.

Due visioni della vita diametralmente opposte.

Israele ritratta la minaccia nucleare iraniana.

17 febbraio 2012 2 commenti

Costa Concordia: incidente o attacco terroristico?

16 gennaio 2012 76 commenti

Quanto accaduto in queste ultime ore presso l’Isola del Giglio è ormai di domino pubblico.
Una nave, la Costa Concordia, secondo le dichiarazione del capitano, stava effettuando un passaggio vicino alle coste dell’isola quando per un errore umano o per un problema tecnico, è finita per incagliarsi sugli scogli prospicienti il porticciolo. Disattenzione, superficialità, distrazione, pressapochismo, queste possono essere le cause dell’incidente.

Quello che lascia più colpiti della faccenda, anche se è troppo presto per fare delle ipotesi, è che il Capitano della Costa Crociere sia stato subito messo agli arresti dal procuratore di Grosseto per il pericolo della fuga e dell’inquinamento delle prove.
Inquinamento delle prove? Cioè?
Che vuol dire inquinamento delle prove? Che il comandante potrebbe spostare la nave a mano, oppure manomettere la scatola nera, oppure fare delle modifiche all’impianto elettrico dell’imbarcazione per giustificare l’evento?
Mi pare abbastanza azzardata l’ipotesi della procura ma, nel marasma delle notizie e nella confusione delle varie dichiarazioni, questa è quella più accreditata. Però sorge anche il dubbio che il Capitano potrebbe dichiarare cose che alcuni non vorrebbero che si sapesse e la soluzione di metterlo in gattabuia è quella migliore per evitare illazioni che potrebbero distogliere l’attenzione su quanto pare ormai invece definito: è passato troppo vicino alle coste del Giglio sottovalutando il pericolo di una manovra incosciente di questo genere. Altra cosa che appare molto singolare è la mancata ripresa da vicino dello squarcio della nave e, in quelle poche immagini visibili, le riprese effettuate sono solo per pochi secondi, così come è singolare che lo squarcio evidente sia sul lato della nave verso il mare aperto. E’ probabile che gli scogli abbiano aperto ambedue i lati della chiglia lasciando entrare l’acqua e in prossimità dei bassi fondali si sia adagiata sul lato destro anche a causa dell’abbrivio della nave stessa.

Qualche minuto prima che avvenisse l’incidente, dal comando russo della Flottiglia del Nord di stanza presso le coste siriane, la nave antisommergibile Admiral Chobanenko che aveva precedentemente abbandonate le acque della Siria per entrare nel mediterraneo, aveva  intercettato la firma inconfondibile di uno lancio di un siluro della classe Kilo.
Nei minuti successivi alla rilevazione veniva intercettato una chiamata di soccorso proprio dalla zone dell’Isola del Giglio  dalla nave Costa Concordia il quale affermava di essere stato attaccato e che era in immediato pericolo di ribaltamento. (ndr. la fortuna del passaggio vicino al Giglio potrebbe aver indotto il comandante a far incagliare la nave anzichè lasciarla rovesciare?)

Il Telegraph riporta che la cena fu interrotta dal un forte boato attorno alle 8 di sera e una voce dall’altoparlante inizialmente affermava che la nave aveva avuto un problema elettrico, prima ancora di ordinare a tutti i passeggeri di indossare i giubbotti salvagente. Le dichiarazioni successive indicano che la sensazione dei passeggeri è stata quella che la nave avesse colpito qualcosa e che non vi fosse stato un danno all’impianto elettrico.

Dopo la chiamata di soccorso della Nave Costa Concordia al comando della Flotta del Nord (Usa) viene ordinato dal Centro Navale di Signonella (The Hub of the Med) che tutte le comunicazioni via radio dovevano essere effettuate non più in chiaro, ma in codice Nato criptato.

La cosa singolare e molto strana è che i siluri di classe Kilo sono imbarcati solo in alcuni sommergibili attivi nel Mediterraneo e appartengono alla Repubblica Islamica Navale dell’Iran.
Sappiamo che alcuni mesi fa alcuni navi iraniane hanno passato il canale di Suez per alcune esercitazioni pianificate già da tempo e con loro probabilmente anche alcuni sommergibili della stessa classe (vedi Navi da Guerra iraniane in transito sul canale di Suez). Il comandante della forza navale iraniana a giugno infatti dichiarava che il totale delle loro forze sottomarine era di 11 unità in parte nel Golfo dell’Oman, Golfo persico ed altre che avrebbero viaggiato nel Mar Rosso e nel Mediterraneo.

La nebbia fitta però scende sulla fattibilità che vi sia stato un attacco iraniano contro una nave di civili per il fatto che l’Iran ha tutto nessun interesse di evitare incidenti internazionali che potrebbero esseri presi come pretesto per innescare una guerra senza fine. La ipotesi più verosimile, ma non probabile, potrebbe essere la ritorsione contro l’occidente per le stragi compiute dai servizi Usa ed Israeliani contro le basi di nucleari iraniane che ha causato diverse decine di vittime anche tra civili colpendo donne e bambini e ultimamente ammazzando un ingegnere che lavorava presso uno di questi impianti. Probabile, dicevo, ma non possibile, poiché creerebbe l’esatto motivo che aspettano Usa ed Israele per lanciare l’attacco ormai pianificato da più di 8 anni.

E’ impensabile che gli organi dei servizi iraniani siano così stupidi e sprovveduti da provocare un incidente che avrebbe conseguenze disastrose per l’occidente, mentre è molto più probabile che, se questa notizia è vera, vi siano degli accordi trasversali tra alcuni delle forze amate iraniane e quelle occidentali (lo stesso è accaduto in Libia, in Egitto ed in Siria, in Tunisia), perché a questo punto della questione, alcuni pezzi delle forze iraniane diventerebbero un cuneo nella compattezza iraniana che porterebbe l’intera regione mediorientale a spaccarsi in tanti piccoli staterelli, perennemente in guerra tra loro, dove però, l’occidente riuscirebbe a guadagnare il suo spazio vitale per il controllo energetico e geopolitico.

Nei fatti sappiamo che l’ostilità israeliana nei riguardi dell’Iran, da una parte, è stata tenuta a freno tanto dal Pentagono quanto dalla casa Bianca, anche se negli ultimi tempi le dichiarazioni di Obama nei riguardi dei vertici iraniani lasciano intendere che se l’Iran provvederà a chiudere lo Stretto di Hormuz gli Usa interverranno militarmente. Ma allo stesso tempo, per non increspare le acque e per non seminare il panico mondiale, Obama, Panetta e alti ufficiali del Pentagono avevano avvertito i vertici israeliani che un attacco all’Iran avrebbe conseguenze catastrofiche, indicando però di essere pronti e di aver pianificato l’appoggio per un eventuale attacco israeliano all’Iran e a tal proposito si veda quanto scritto (A Pasqua col cannone) circa il dispiegamento di alcune migliaia di soldati americani in Israele per una esercitazione congiunta che dovrebbe tenersi tra poco.

La questione iraniana e la spinta ad attaccare l’Iran è quindi sempre più evidente, vuoi creando dei falsi attentati, vuoi anche per il fatto che la Nigeria, uno dei maggiori fornitori di petroli per gli usa, a causa della ormai iniziata guerra civile, interromperanno la produzione del greggio  destinato alle coste americane. In una nota Putin avverte che l’escalation delle attività criminali e terroristiche create da Israele contro l’Iran stanno spingendo “inconsapevolmente” gli Usa in una guerra senza ritorno e ogni minaccia contro l’Iran è una minaccia contro la Russia che se dovrà intervenire lo farà anche militarmente. A questa si aggiunga anche la risposta della Cina agli Usa e  Israele pronta a muove la sua flotta e le sue truppe per difendere non solo i suoi interessi economici energetici, ma il dilagare della violenza Usa in tutto i medioriente.

fonte: whatdoesitmeans.com

Phobos, un’arma non convenzionale?

4 gennaio 2012 2 commenti

L’umanità, quella occidentalizzata, è profondamente sporcacciona.  E’ sufficiente andare in qualsiasi città da nord a sud del globo per vedere il livello di immondizie sulla quale galleggia la cultura occidentale per rendersi conto del livello della qualità della cultura. Vale la stessa cosa anche per l’oriente, tutto occidentalizzato.

Questo per introdurre un fatto che da mesi è in rete, ma che solo ora appare alla ribalta anche “ufficialmente“. Si tratta dei pezzi di un satellite il Phobos-Grunt che stando alle notizie rilevate dovrebbe precipitare sulla terra il 15 gennaio. Il pericolo, secondo quanto riportato, è dovuto al fatto che le sue dimensioni potrebbero impedire al satellite di disintegrarsi completamente a contatto con l’atmosfera e precipitare quindi su zone abitate. Questa la notizia ufficiale.

Per contro questo satellite dopo il suo lancio del 9 novembre del 2011 non accese i suoi razzi e fu lasciato in orbita di basso livello anche dopo i vari tentativi dell’agenzia spaziale europea (ESA) di ripristinare l’accensione dei motori. Il pericolo atteso non pare però essere rappresentato dalle dimensioni che sebbene ragguardevoli non dovrebbero preoccupare, quanto piuttosto dalla considerevole quantità di alcune sostanze utilizzate come combustibile. Stiamo parlando dell’idrazinae del tetrossido di azoto sostanze altamente tossiche, cancerogene e estremamente pericolose per la salute. La quantità contenuta nel satellite fuori controllo è pari a 7,5 tonnellate!!!!
Per una comparazione si veda che la quantità a bordo del satellite spia americano USA-193 abbattuto dagli americani prima che rientrasse nell’atmosfera era circa 20 volte inferiore.

Quelli che appaiono quasi una spy-story sono alcuni fatti denunciati dalle autorità russe sull’interferenza dei controlli satellitari. Sembrerebbe che il controllo del satellite sia venuto meno a causa di alcune interferenze provenienti da fonte elettromagnetica terrestre. L’autore di questa dichiarazione è il Generale Nikoly Rodinov, il quale accusa gli Stati Uniti di aver utilizzato il sistema ad alta frequenza in Alaska l’HAARP per impedire che la sonda potesse proseguire il suo viaggio verso Marte. Per contro gli Usa, dalla voce Craig Selcher, affermano che la potenza erogata dalle antenne della base Haarp avrebbero potuto accendere al massimo delle lampadine da 60watt ad una distanza di 21 metri e non certamente interferire con un satellite a 400 km di distanza dalla terra che potrebbe al massimo aver percepito un’interferenza di 1,03 milliwatt.

La questione è che questi satelliti, secondo quanto risposto dal generale russo, operano nella strumentazione di bordo proprio in milliwatts, fatto questo necessario per conservare le energie date le lunghe distanze che devono percorrere.

A parte queste diatribe, l’aspetto più oscuro della questione è la quantità altissima di sostanze tossiche. Nel caso infatti vi fosse l’esplosione del satellite al rientro nell’atmosfera ed avvenisse ad una quota di 10/15.000 metri d’altezza, l’area interessata potrebbe coprire una superficie di 1.000 km, quanto basta per avvelenare una zona pari a New York o dieci volte l’area di Parigi.
Se dovesse accadere l’irreparabile ci sarebbe una catastrofe di immane portata e nessuno sembra, per ora, sapere dove e quando potrebbe cadere.

Però, vista da un certo punto di vista e considerate le affermazioni del generale russo sulla manomissione dei computer di bordo che ha portato alla messa fuori uso dei motori propulsori, la prima cosa che viene a mente è che gli Usa abbiano avuto la possibilità di agire su questo satellite determinandone il suo malfunzionamento, ma a che scopo? La risposta sta semplicemente sulla possibilità di innescare il casus belli contro l’Iran, nemico mortale di Israele e della strategia geopolitica degli Usa.

Quello che appare strano, secondo il comunicato di Popovkin, sono le dichiarazioni Usa subito dopo quelle che egli stesso aveva fatto sulla perdita del satellite. Gli Usa infatti avrebbero dato le esatte coordinate del rientro del satellite indicandone non solo l’ora esatta (2,22 a.m. ora di Mosca, le 22,20 GMT), la data esatta (14 gennaio 2012) ed il luogo d’impatto compreso tra 30,7° Nord e 62,3° Est in una zona compresa nel sud ovest dell’Afghanistan vicino alla città di Mirabad vicino al confine iraniano. Queste dichiarazioni sembrano quindi molto strane se non per il fatto che un satellite completamente fuori controllo, che deve ancora rientrare nell’atmosfera, senza nessun comando da terra, si possa invece prevedere, luogo, data e coordinate.
A conferma di questo anche le dichiarazioni del Dr. Heiner Klinkrad, considerato l’esperto mondiale del settore dei satelliti spazzatura presso l’ESA,  affermano che è impossibile a priori sapere con esattezza dove un oggetto possa cadere.

Il motivo pare quindi quello di portare allo scoperto le strutture militari radar di ascolto e disturbo iraniane vicino al confine afgano distruggendole, in preparazione di un attacco globale contro l’Iran. Si ricordi infatti che qualche settimana fa gli iraniani catturarono uno delle armi segrete americane (il Drone Stealth invisibile per i ciechi!) tramite l’uso di alcune apparecchiature elettroniche di fabbricazione sovietica che, guarda caso, sono poste proprio sul confine ovest e sud del paese.

Rimane quindi certa la data del 14 gennaio 2012 alle ore 22,22 che il satellite Phobos-Grunt cadrà sulla terra in  una zona a sud dell’Afghanistan e al confine con l’Iran e in attesa del verificarsi di questo evento incrociamo le dita per augurarci che alcuni criminali, mollemente seduti sulle loro poltrone di pelle umana, fradici di alcool e di coca, non premano mai quel bottone che sconvolgerebbe l’umanità per decenni.

La propaganda menzognera italiana.

3 gennaio 2012 4 commenti

Molti avranno visto alcune sequenze di un filmato mandato in onda da RaiNews sulle efferatezze dei criminali siriani contro i dimostranti inermi (?) della Siria. Ieri, verso le 20 la stazione digitale terrestre di Rai News ha mandato in onda alcune sequenze delle barbarie di alcuni aguzzini siriani nei confronti dei dimostranti.

L’analisi dei filmati lasciano intravvedere la montatura del montaggio. Persone accovacciate coperte con un maglione riversato dalla pancia alla faccia e prese a fustigate (nel video si parla di bastonate). Nello stesso video si vede poi un’altra persona che si avvicina, anch’essa con il maglione arrotolato sulla faccia e si accovaccia, lentamente, vicino alla prima e “sembra” anch’essa essere presa a fustigate. I colpi inferti sembrano colpire parti del corpo come braccia, spalle, ma non traspare quella brutalità  che  viene descritta dalla voce del narratore. Appare quindi possibile che un video del genere sia una ulteriore prova della manipolazione mediatica e portata dai servizi inglesi (MI6) dal Mossad e dalla Cia, i veri sostenitori delle così dette primavere arabe.

Guarda caso, sullo stesso tema si scoprono poi alcune piccole pillole di saggezza.
L’Osservatorio dei diritti Umani con sede a Londra, è la principale fonte delle notizie che vengono inviate ai media internazionali in coordinamento con le informazioni di ONG Usa direttamente finanziate dal ministro degli esteri britannico William Hague. Con sede a Londra l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che è la principale fonte di queste palesi bugie, riceve tutte le sue relazioni telefonicamente e i video da YouTube da dentro la Siria, ma nessuno dei quali è possibile verificare in modo indipendente o ufficialmente l’autenticità, quando invece nei nostri media vengono palesemente presi come veritieri.

Quasi nello stesso momento c’è stato un cambio della guardia presso l’Amnesty International Usa, in cui è stata eletta una diretta assistente della Hillary Clinton e di Richard Holbrooke (un certo tipino finanziatore della associazione UANI), la Signora Suzanne Nossel.
La signora Nossel aveva precedentemente lavorato per Human Rights Watch, così come per Bertelsmann Media Worldwide e per l’amministrazione del Wall Street Journal.
Il Consiglio di Amministrazione di Amnesty International degli Stati Uniti, ritiene che l’impegno di Suzanne Nossel nelle amministrazioni Clinton e Obama sia una garanzia di competenza e non ha tenuto contro dei crimini commessi in Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libano, ecc.
Nossel è all’origine delle varie campagne contro Iran, Libia e Siria. Negli ultimi mesi, si è illustrata nel disinformare il Consiglio dei Diritti Umani di Ginevra, in modo da fare adottare una delibera del Consiglio di Sicurezza che autorizzava la guerra contro la Libia. Le accuse della signora Nossel sono state smentite da allora.

Appare evidente che in questo marasma mediorientale ogni notizia debba essere presa con le pinze viste la portata dei valori in gioco. Da un lato abbiamo le forze occidentali che stanno facendo di tutto per rovesciare il regime di Assad e conquistare quell’egemonia sul mediterraneo che permette a loro il controllo diretto del lato occidentale sul blocco russo. In parte infatti la disposizione delle pedine sullo scacchiere europeo sono già state sistemate (vedasi la distribuzione delle rampe di lancio proprio a ridosso dei confini russi). Manca quindi ancora il lato sud, quello più prezioso, per ora, e quello anche di difficile controllo. E dall’altro c’è il così detto impero del male, come l’ebbe a definire uno dei più apocalittici deficienti americani del globo Mr. G.W. Jr. Bush, costituito da Siria, Korea, Iran, Russia e Cina, oltre ovviamente alle varie nazioni del Sud-America che non hanno ancora accettato la mondializzazione di stampo statunitense. Cosa posso questi stati di fronte allo strapotere, all’intolleranza, al razzismo, al potere liberticida?

Natale 2011

26 dicembre 2011 Lascia un commento

Natale 2011

Mentre nell’occidente ipnotizzato dalle melliflue melodie anglosassoni – odiosa dimostrazione di servitù al potere sionista-massonico alle logge inglesi e americane – da immonde dimostrazione di falsa bontà e falso amore per l’altro, povero, inerme ed usato allo solo scopo di mettere in luce le azioni, aventi altri scopi, di alcuni nostri politici (Andrea Ricciardi), in altre zone di questo mondo, in quello che solo in parte riusciamo a vedere e scrutare senza il filtro roseo della verità comandata, si stanno mettendo a punto quello che ad una persona normale sembrerebbe la follia dell’intero essere umano.

Nello stretto di Ormuz la marina iraniana sta mettendo a punto sistema d’arma elettronica per accecare e disturbare sottomarini, bombe di profondità e missili a lunga gittata. Le avvisaglie, i ricatti, le vessazioni americane, il continuo embargo delle nazioni unite e le sanzioni economiche stanno portando gli iraniani ad un passo dal baratro di una guerra della quale non si scorgono i limiti. Il Qatar in questo scenario si inserisce come il cavallo di Troia dell’egemonia anglo-americana nella regione. Tramite Aljazera e le sue false dichiarazioni sugli avvenimenti della zona del Golfo Persico (Barahein) e degli scontri che avvengono, silenziati nei media occidentali, lo sceicco del Qatar Sheikh Hamad bin Jassem Al Thani sta allungando le mani sul potere dell’Arabia Saudita cercando di spodestare lo sceicco Abdullah bin Abdul Aziz Al Saud permettendo l’inserimento di basi americane nel territorio del Qatar per il controllo della regione. Ma nel contempo gli avvisi iraniani non si fanno attendere indicando che qualsiasi minaccia alla sovranità nazione avrà come effetto la chiusura dello stretto di Ormuz

Lo stesso è accaduto contro la Libia, il paese dove non c’era disoccupazione, dove istruzione, sanità, casa ed assistenza sociale erano gratuiti e non possiamo quindi meravigliarci che lo stesso trattamento venga applicato anche ai persiani.

E’ scritto, anzi l’ha voluta una banda di criminali da processo per direttissima e condannati a morte per crimini contro il genere umano; sono quegli uomini ammalati, profondamente ammalati, ma che la loro vita mette a repentaglio quella di miliardi di persone; sono quelli che, attraverso i loro agenti – una grossa fetta dei nostri rappresentanti politici e delle forze dell’ordine – stanno ordendo alle nostre spalle per rovesciare e costituire una nuova repubblica, la Terza Repubblica, quella in cui ogni diritto del singolo sarà soggiogato al benessere del potere costituito. Già lo vediamo nelle scelte economiche e finanziarie e non si tratta quindi di semplice e becero complottismo: dall’inizio dell’anno ad oggi diversi miliardi di euro sono fuggiti dall’Italia verso i vari paradisi fiscali, Svizzera, e paesi non legati alla zona euro, qualcuno forse ha conoscenze che la maggioranza non sa!

E tutto questo appare nella rosea pantomima natalizia, allegoricamente applicata a quella massa informe di persone che corre per acquistare una scarpa di plastica, firmata da un povero deficiente, al prezzo popolare di 200 dollari, costruita e fatta da gente povera più o come quei negri che si sono assiepati nelle varie città americane per acquistare un simbolo sociale vacuo, immondo, puzzolente (la plastica delle scarpe è derivata dal petrolio), deperibile, antigienico, scomodo, ed inutile anche per un letamaio. Se comperavano letame avrebbero fatto un affare, con quel che costa, ma con una scarpa, mah?

Eppure è questo che ormai siamo abituati a vedere e sentire: code chilometriche per oggetti inutili, prodotti da gente povera, trattata peggio delle bestie, ad un prezzo irrisorio.

Qualche giorno fa è stata chiusa un fabbrica nel Veneto, una fabbrica che andava benissimo, aveva un buon fatturato, degli ordini futuri, e non aveva problemi di pagamenti oltre ad essere puntuale con le banche. E’ stata chiusa per essere delocalizzata in Cina ed in Romania, lasciando disoccupati alcune centinaia di persone.

Ecco uno stato serio dovrebbe dire: “Bene! La cassa integrazione per 5 anni la paghi tu, cara azienda che delocalizzi e non un soldo ti verrà dato a sostegno del tuo desiderio di delocalizzare, inoltre, visto che tu lo vuoi fare, lo potrai fare solo per quella parte di attività dove non serve la genialità e l’esperienza del lavoro artigianale di generazioni italiane che ti hanno permesso di arrivare dove sei. ” Ma non si scorge nessun stato serio all’orizzonte, perché un discorso del genere potrebbe, porcaccia miseria, essere scambiato per becero nazionalismo, mentre invece i capitali devono fluttuare, muoversi e rendere sempre di più…ma a favore di chi?

Parentesi social-economica a parte, le premesse ci sono tutte, la gente è incattivita e lo è tanto più che sempre maggiormente riceve dallo stato in cui vive risposte vacue, che non risolvono nulla, che non mettono al loro posto le cose come devono girare.  La gente e buona parte di quelli che sono il motore della nostra economia, sta cominciando a perdere la pazienza, però…poi vedi i dati dei consumi natalizi e cascano le braccia, facendo invece esultare proprio quelli che il popolo vorrebbe combattere: 2,3 miliardi spesi per cose inutili. Una buona fetta della spesa natalizia è andata a finire nel budello del popolo, alla faccia della crisi e delle sfilate “oceaniche sindacali”. Quello italiano è veramente un budello di popolo.

Ma in questa maniera, ai piani alti, sanno come far ballare il loro schiavetto: più la pancia è piena e più gioisce delle cose che interagiscono con i sensi animaleschi: sesso ,droga ed alcool, maggiormente è malleabile e non s’inventa pensieri che potrebbero disturbare il disegno organico di denazionalizzare.

La guerra incombe

19 dicembre 2011 6 commenti

Mentre i nostri politici sembrano irrisolvere i nostri problemi, la guerra incombe sulle nostre teste.

Mancano pochi attimi alla scintilla…ne vedremo delle belle.

Ritirate i vostri risparmi, comperatevi moneta straniera: dollari, franchi svizzeri, corone danesi, norvegesi e svedesi, dollaro australiano; comperate oro od argento e nascondetelo dove vi aggrada.

Comperatevi i generi di prima necessità: fiammiferi, candele, sale, zucchero, gasolio e benzina, carne secca, scatolame e quant’altro necessita per chi non ha un pezzo di terra da coltivare, perché tra poco, molto poco, i potenti della terra ci sommergeranno della peggiore schifezza che mai abbiano pensato.

E come quell’infame personaggio che alberga al Quirinale disse: “Ci aspettano tempi difficili, sopratutto per l’Italia…” non lasciamo che siano questi immondi filibustieri a guidare le nostre vite. Abbiamo già dato, è ora di gettarli giù dalla rupe Tarpea, senza ignominia, senza timore di compiere nessun misfatto, perché essi stessi sono il crimine, essi stessi sono la illegalità. E’ compito del popolo italiano liberarsi di questo peso insopportabile che ci opprime e ci devasta da oltre 60 anni. Ma essi, così’ come altri politici europei sono solo delle convenienti marionette che verranno spazzate così come spazzeranno anche le nostre vite.

La marina cinese e l’esercito cinese è pronto alle armi, anche a costo di una terza guerra mondiale, queste le dichiarazioni di Zhang Zhaozhongin difesa delle dichiarazioni degli Stati Uniti e di Israele di attaccare l’Iran e la Siria. I nostri media, servi pennivendoli, non riportano questo per non creare allarmismo, ma la realtà e ferocemente vivida e noi, complici involontari, accettiamo passivamente le scelte di un governo tecnocratico ed insignificante di un’azione che porterà l’intera umanità ai primi vagiti della civiltà.

Ref: war to Syria & Iran

L’alba dell’attacco all’Iran

10 novembre 2011 5 commenti

Nel frattempo che gli squali inizieranno a spolpare l’Italia di tutti i suoi capitali e delle sue ricchezze – già ci aveva pensato il massone di Napoleone e di Hitler – da più parti si stanno concretizzando le idee per un attacco “preventivo” contro gli impianti di arricchimento nucleare iraniano.

Già all’epoca del maremoto giapponese avevo evidenziato (leggasi il mio articolo: Nucleare, Merkel e Virus) che la causa della fuoriuscita del materiale atomico fosse dovuto al malfunzionamento di alcune pompe interne dei reattori, pompe queste controllate da alcuni computer della Siemes che furono messi fuori uso da un virus informatico (Stuxnet) sviluppato e messo a punto dai servizi segreti israeliani, gli stessi che bloccarono l’anno scorso decine di migliaia di pc in Iran. Il giochetto informatico, oltre a provocare la morte dei pc provocò anche quella di molti ingeneri iraniani Daryoush Rezaei, Majid Shahriari, Davani Masoud, Ali Mohammadi, e il ferimento del capo dell’organizzazione atomica iraniana Fereydoon Abbasi. Ma è evidente che tutto questo versar sangue non ha prodotto il risultato che Israele tende produrre: l’eliminazione della Repubblica Islamica dell’Iran (biblicamente l’odiato Amalek).

A nulla sono valsi i vari contrasti interni al Knesset di Tel Aviv tanto che l’opposizione dell’ex ministro degli esteri Tzipi Livni non concordava con le idee di un attacco preventivo contro l’Iran e lo stesso ex capo del Mossad, Efraim Halevy, affermava che il vero pericolo non è l’Iran ma la parte religiosa integralista di Israele: ‘Religious extremism is a greater threat than nuclear Iran‘. Se lo dice un ex capo del Mossad c’è sicuramente da crederci! Ma siccome le cose non avvengono per caso, ma per un disegno ben congegnato, molti velivoli militari israeliani e italiani (ripeto italiani!!) provvedevano a compiere voli addestrativi a lungo raggio dalla Base militare dell’aeronautica militare italiana di Decimomannu.

Nel frattempo si paventa un altro scenario che parrebbe stare alla base dell’attacco all’Iran: il prezzo del petrolio per il suo lento, ma costante declino. Israele “ha comprato miliardi di dollari infuturespetroliferi, una scommessa fondata sulla segreta conoscenza di eventi imminenti che farebbero salire il prezzo del barile, a dispetto di tutte le indicazioni in senso contrario” Loro sanno ciò che non ci è dato di sapere? E ad accompagnare questa possibilità ci sarebbe anche un gruppo dell’opposizione interna iraniana del partito del clero che vedrebbe nell’attacco all’Iran un ottimo motivo per un aumento del prezzo del greggio con le ricadute economiche che ne conseguono, ma sopratutto per pagare l’élite militare necessitaria di molti denari.

Nel frattempo anche l’Inghilterra muove le sue pedine sullo scenario del mediterraneo posizionando alcune navi e sommergibili capaci di far partire i Tomahawk, missili a lungo raggio, e allestendo la base di Diego Garcia nell’Oceano Indiano usata per gli attacchi all’Afghanistan.

Siccome le cose non stanno tutte sullo stesso piano militare, il Guardian ha messo in evidenza il piano militare Trident che ripropone ed attua il rimodernamento ed aumento degli arsenali nucleari dei maggiori paesi (Cina, Russia, Usa, Francia, Israele, Inghilterra, India, Pakistan). Nel caso specifico Israele ha convertito alcuni suoi missili balistici a lunga gittata il Jericho 3 che verranno caricati su sommergibili che la Germania ha loro fornito (meglio dire regalato, forse sempre per il solito ricatto semitico). Il rimodernamento permetterà ai criminali di Israele di aumentare la gittata da 3.000 a 8.000 km, il che vuol dire che tutte le capitali europee saranno sotto scacco ad ogni ricatto di Sion e sarà come avere il coltello alla gola.

E’ chiaro quindi che le pedine si stanno muovendo all’ordine di quel branco selvaggio guidato da Nethanyau e da Barak, due pazzi scatenati che all’ordine dei seguaci lubavitcher vogliono pulire il mondo dai loro nemici (il mondo intero?), tanto che nella loro seconda patria, gli Usa, l’Aipac (American-Israeli Political Committee) sta mettendo in piedi tutto il necessario per abbattere l’immobilismo di Obama e i suoi tentennamenti per spingerlo a compiere il passo per la 3a guerra mondiale. Infatti la Commissione Affari Esteri della Camera ha elaborato un disegno di legge che impedisce ogni contatto diplomatico con Teheran. In sostanza esso recita quanto segue:

(c) RESTRICTION ON CONTACT – No person employed with the United States Government may contact in an official or unofficial capacity any person that –
(1) is an agent, instrumentality, or official of, is affiliated with, or is serving as a representative of the Government of Iran; and
(2) presents a threat to the United States or is affiliated with terrorist organisations.

(d) WAIVER – The president may waive the requirements of subsection (c) if the president determines and so reports to the appropriate congressional committees 15 days prior to the exercise of waiver authority that failure to exercise such waiver authority would pose an unusual and extraordinary threat to the vital national security interests of the United States.

Traducendo:
c) Restrizione di contatti – Nessun funzionario del governo degli Stati Uniti può contattare, in veste ufficiale o non-ufficale, nessuna persona che:

1) sia un agente, o uno strumento, o un funzionario o affiliato, e delegato del governo dell’Iran; e
2) presenti una minaccia agli Stati Uniti o sia affiliato ad organizzazioni terroristiche.

d) Deroga – Il presidente può derogare alle prescrizioni del comma suddetto se il presidente decide e sottoponga in tal senso alle commissioni competenti del Congresso 15 giorni prima di esercitare la deroga, comprovando che il mancato esercizio della deroga pone una minaccia insolita e straordinaria agli interessi vitali degli Stati Uniti.

Cosa vuol dire tutto questo in termini pratici? Significa che né i Presidente, né il segretario di Stato e nessun diplomatico o emissario incaricato o potrà agire fintanto che il Presidente non convinca la Commissione per gli Affari Esteri (feudo dell’AIPAC) che non sussiste la minaccia vitale per gli interessi degli Stati Uniti.

E’ evidente il tono vessatorio e limitante il concetto democratico interno degli Stati Uniti che con questo disegno di legge, se verrà approvato, permetterà l’apertura della nuova era in America dove le libertà individuali, già di per sé accecate dal Patriot Act, verranno ancor più limitate e dove lo stato di polizia, stile la Stasi nella DDR, potrà rovesciare, disfare ed imporre qualsivoglia immonda azione come i attaccare l’Iran.
Per chi fosse interessato faccia un salto in questo indirizzo per capire come abbiano pianificato l’attacco ed a questo.

Unanswered questions over the alleged Iranian assassination plot

14 ottobre 2011 8 commenti

it has the ring of a far-fetched Hollywood thriller and even the senior law enforcement official involved in the investigation admitted to journalists that the alleged plot to kill the Saudi ambassador to the US did not fit with what was known about the methods and practices of the supposed perpetrators, the Quds force of the Revolutionary Guards.

But $100,000 was clearly transferred by someone as a downpayment on the assassination. Washington is taking the case seriously enough to make unprecedented allegations against Tehran and threaten further isolation.

The affair leaves several questions unanswered:

1

Ayatollah Ali Khamenei, Iran’s Supreme Leader

It appears very unlikely that Iran‘s supreme leader, Ayatollah Ali Khamenei, would approve such a brazen plot with such unpredictable consequences, in effect going to war with Iran’s three greatest enemies – Saudi Arabia, the US and Israel – at the same time.

The watchwords of Khamenei’s 23-year tenure have been caution and regime stability. He has attempted, not always successfully, to calibrate the nuclear programme to avoid uniting the UN security council against Iran, while pushing on steadily.

Iran, under his guidance, has worked very hard to mitigate the international impact of sanctions and is sensitive to its standing in the Islamic world. Things are generally going well for Tehran in the triangular relationship with the US and Saudi, as Washington and Riyadh had fallen out badly over the Arab spring and Palestinian recognition. Why would Khamenei and his regime risk all this on such a bizarre plot?

2

Mahmoud Ahmadinejad is also a problematic suspect. The president has little influence on the Quds force and is currently on what passes in Tehran for a charm offensive, releasing two US hikers after two years in custody and proposing a new uranium deal last month. Ahmadinejad is in a tense standoff with Khamenei and in the past has backed a limited accommodation with the west. Would he risk his own precarious position to back a plot and would he have the power to orchestrate such a venture without the supreme leader’s knowledge and approval?

3

The Quds force has previously gone to great lengths to ensure its fingerprints are not found on attacks abroad. It almost always operates through trusted proxies such as Hezbollah and Iraqi Shia militias, with which the Iranians share a common faith, and which the Revolutionary Guards have trained in most cases. Despite years of investigations, there is suspicion but no proof of Iranian involvement in the 1983 bombing of the US embassy in Beirut and the 1996 attack on the Khobar Towers in Saudi Arabia.

In this latest alleged plot, the Quds force was purported to be working with a Mexican drugs cartel, the Zetas, with an Iranian-American used-car salesman as middleman (the plot was said to be codenamed Chevrolet). The link was made because the car salesman, Mansour Arbabsiar, was allegedly a cousin of a “big general” in the Quds force and a friend of the aunt of a Texas “associate” of the Zetas. Arbabsiar revealed the Iranian nature of the plot to this man, who turned out to be a US government informant. Why would the Quds force now throw its professionalism and caution to the wind?

4

The key evidence that the alleged plot was serious was the $100,000 wire transfer. It came from a foreign bank account, but that cannot be an Iranian account because such transfers are impossible under US law. The money must have come from a third country, but which? And how can the US authorities be so sure the foreign accounts were under the control of the Quds force?

5

Arbabsiar boasted that his cousin, who is said to have instigated the plot, “worked for [the] government [of Iran] but he’s working outside. He’s working like … like [a named non-Iranian intelligence agency]“. Arbabsiar’s absent co-defendant, Golam Shakuri, was allegedly a Quds colonel working for the cousin. Who is this cousin and how sure are the US authorities that he is a senior member of the Quds force?

6

Arbabsiar was told by his cousin and another high-ranking member of the Quds force that the head of the force, presumably Kassim Suleimani, approved of the plot and would eventually meet Arbabsiar. But is there any proof that he was involved?

7

Could the alleged conspiracy be the work of an extremist cell within the Quds force? In that case, the unit is far more fragmented that previously thought and we should shortly see top people in the organisation disappearing from view.

There is a precedent for such a cell: in 1999 the deputy minister of intelligence, Saeed Emami, was arrested and accused of carrying out a series of murders of intellectuals, known as the chain murders, without official authority. He was also reported to have tried smuggling missiles to Brussels to attack Nato. Emami was reported to have killed himself in prison.

8

Could the alleged plot be provocation by an outside agency seeking to start a conflict between Iran and its enemies? In that case, Arbabsiar is consciously misleading his interrogators or is being used by his cousin and his associates, who are working for this third party. If that was the case, how did Arbabsiar correctly identify a senior Quds officer whose identity is not widely known?

Source:Veterantoday.comguardian.co.uk


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