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Posts Tagged ‘Terrorismo’

Ciò che l’uomo non fa Dio lo compie!

12 gennaio 2014 Lascia un commento

Lo sterminatore di Sabra e Chatila, Ariel Sharon, è morto!

Se la giustizia terrena non compie il suo ciclo, la natura – nella sua infinita pazienza – agisce imperturbabile e indifferente all’essere umano.
Ciò che i palestinesi hanno agoniato per anni (il giudizio alla corte dell’Aia per crimini contro l’Umanità) il male fisico che colpì Sharon ha reso quella giustizia cercata e sempre mascherata con la complicità delle nazioni europee e degli Stati Uniti una realtà, oggi, inoppugnabile.

Anche gli intoccabili, gli eletti, i figli della Shoa hanno sono giudicati e puniti in secula seculorum.

London School of Economics: “Non rimarrà nulla dell’Italia”

18 ottobre 2013 4 commenti

Questo articolo da solo esprime nella migliore maniera il futuro del nostro paese fintanto che una “forza” non contrasterà questo declino ineluttabile.

Non c’è speranza se non quella di una lenta agonia e di un disastro sempre maggiore in tutti i settori.

London School of Economics: “Non rimarrà nulla dell’Italia”.

Strani contrasti

25 luglio 2013 Lascia un commento

L’amante della vita!

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A volte evidenziare alcune contrasti mette in risalto l’asprezza e la sfrontatezza di alcuni ministri del nostro governo di “larghe intese”.

In una nota di qualche giorno fa la Bonino affermava “Non ci sono le condizioni giuridiche affinché l’Italia possa accogliere la richiesta di asilo di Snowden – ha spiegato Bonino. Il ministro ha poi aggiunto che la richiesta “non è accoglibile neanche sul piano politico.”

In un articolo del 22 luglio la stessa ministro affermava “Valutiamo espulsione dell’ambasciatore kazako”.

Quello che stride in tutto questo mestare della Bonino, che è bene ricordare è figlia della Trilaterale e del Gruppo Bilderberg oltre che  sostenitrice dell’occupazione sionista nella Cisgiordania e nella striscia di Gaza, è una politica appoggiata al gruppo atlantico (Usa e Inghilterra) e per nulla occupata agli interessi italiani. Forse sarebbe da ricordare alla Bonino che le attività umanitarie non spettano a lei e tanto meno quello degli Interni, e nella sua posizione ella deve difendere gli interessi della nazione che lei “dovrebbe” rappresentare e non il contrario.  Si profilano quindi imputazioni di alto tradimento che in un paese serio sarebbero comminate con l’espulsione da tutte le attività pubbliche e condanna all’ergastolo ai lavori forzati.

La suddetta non tiene conto delle attività che le nostre aziende hanno in Kazakistan, non tiene conto degli investimenti miliardari dei nostri soldi che le aziende come Eni stanno facendo in quel paese, preferisce gettare tutto alle ortiche per diffamare un paese per la difesa di un biscazziere favorendo quindi la disintegrazione dei rapporti economici finanziari italiani con il Kazakistan .

Nessuno dell’attuale governo sembra contrariare la Bonino, la coalizione delle grandi intese significa anche questo: fallimento su tutti i fronti.

Un minuto di silenzio…dedicato

22 aprile 2013 3 commenti

rosabiancasngue

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Oggi in molte città italiane si sono svolte alcune maratone, a Padova, Messina e Genova. Tutte indistintamente hanno voluto commemorare le vittime della maratona di Boston. Un minuto di silenzio assordante.

Nessuna ha commemorato i massacri di Gaza che il non-stato compie da  anni come un aguzzino di un campo di sterminio; nessuno ha commemorato le vittime dei 456 bombardamenti italiani in Libia; nessuno ha commemorato le vittime degli “errori” delle forze Nato in Afghanistan; nessuno ha commemorato le migliaia di persone che vengono giornalmente macellate in Siria.

Questi morti sono spazzatura, umani differenziati, da dimenticare per far posto a quelli volutamente uccisi a Boston.

Nemmeno Papa Bergoglio ha mosso una parola per questi decine di migliaia di morti, nemmeno la chiesa giudaica di Roma ha mosso parole, nessuno.

Il vecchio ciarpame che ritorna…

20 aprile 2013 4 commenti

Munch-Lurlo.

Ancora una volta, colui che sembrava sepolto sotto la sua stessa coriacea pelle, si rifà il trucco come una misera e vecchia baldracca di qualche angolo nascosto di una borgata di periferia: “Si accetto, mi assumo e chiedo responsabilità”.

Queste le parole del comunista -massone sostenuto dai banditi del PD-PDL-LEGA alla richiesta di rinnovare il suo mandato di altri 7 anni. Questo vorrà dire che ci costerà 230 milioni all’anno per 7 anni (1,61 miliardi di euro) che il popolo bue dovrà sborsare per mantenere questo parassita massone, ma dovrà tenere conto anche del costo di una selva di badanti, che in questo caso non saranno ucraine, moldave o russe, ma tutte indistintamente provenienti dal non-stato.

Napolitano, prima fascista, iscritto al GUF (Gioventù Universitaria Fascista) di Padova e successivamente, dal 1945, iscritto al partito comunista italiano. Un vero campione antesignano di cambio-giacca, il precursore dell’immondizia morale in cui è precipitato il nostro paese.

Socci lo descrive molto bene:

Napolitano è un funzionario dello Stato, il primo in quanto presidente della Repubblica. Mi auguro che faccia quel rispettabile mestiere in modo super partes, come un notaio, non come lo sta facendo adesso, vistosamente impegnato a tessere delle sue politiche (per esempio verso la Lega) con modi ovattati e furbi che ricordano la sua precedente vita nel Pci di Togliatti.

A Napolitano personalmente preferisco il suo opposto speculare: mio padre, Silvano, che ha passato tutta la vita a “combattere i Napolitano”. I due hanno fatto una vita antitetica. Sono nati entrambi nel 1925. Napolitano in una famiglia benestante che lo ha fatto studiare, mio padre in una famiglia di minatori, che a nove anni gli ha fatto lasciare le elementari e lo ha mandato a guadagnarsi il pane.

Nel 1938-39, a 14 anni, Napolitano fu iscritto al liceo classico Umberto I di Napoli e mio padre alle miniere di carbone di Castellina in Chianti.

Nel 1942 Napolitano entrava all’università, facoltà di Giurisprudenza, e mio padre, desideroso di studiare, usava il poco tempo fuori della miniera leggendo  i libri datigli dal parroco del paese.

In questi anni di guerra Napolitano si iscrive al Guf, il Gruppo universitario fascista, collaborando col settimanale “IX Maggio”. Mentre mio padre approfondisce la sua fede cattolica e comincia a detestare la barbarie della guerra, l’ingiustizia che vede attorno a sé e le dittature.

Nel 1945 Napolitano aderisce al Partito Comunista italiano e mio padre prende contatto con la Democrazia cristiana. Nel 1947 Napolitano si laurea e partecipa alle epiche elezioni del 1948, a Napoli, come dirigente del Pci di cui Togliatti è il “commissario” e Stalin il padrone indiscusso.

Nel 1956 i carri armati sovietici schiacciarono nel sangue il moto di libertà dell’Ungheria. Il Pci e l’Unità applaudirono i cingolati del tiranno e condannarono gli operai che chiedevano pane e libertà come “controrivoluzionari”, “teppisti” e “spregevoli provocatori”.

Napolitano – che era appena diventato membro del Comitato centrale del Pci per volere di Togliatti – mentre i cannoni sovietici sparavano fece questa solenne e memorabile dichiarazione: “L’intervento sovietico ha non solo contribuito a impedire che l’Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, ma alla pace nel mondo”.

Di errore in errore il Pci di Napolitano continua a professarsi comunista fino a farsi crollare il Muro di Berlino in testa nel 1989. In un Paese normale quando quell’orrore  è sprofondato nella vergogna e il Pci ha dovuto frettolosamente cambiar nome e casacca, tutta la vecchia classe dirigente che aveva condiviso con Togliatti e Longo la complicità con Stalin e l’Urss, avrebbe dovuto scegliere la via dei giardinetti e della pensione. Anche per l’età ormai avanzata.

In Italia accade il contrario. Avendo sbagliato tutto, per tutta la sua vita politica, Napolitano diventa Presidente della Camera nel 1992, ministro dell’Interno con Prodi, senatore a vita nel 2005 grazie a Ciampi e nel 2006 addirittura Presidente della Repubblica italiana.

Mio padre muore nel 2007, in una casa modesta, a causa della miniera che gli ha riempito i polmoni di polvere di carbone che, a distanza di decenni, lo porta a non poter più respirare.

Mio padre fa parte di quegli uomini a cui si deve la nostra libertà e il nostro benessere, ma la loro morte – come scriveva Eliot – non viene segnalata dai giornali.

Non poteva Socci dire di meglio, eppure gli italioti continuano a portare in palmo di mano una serpe mondialista, globalizzante, figlia di un’educazione massonica che poterà l’Italia, assieme alla banda PD-PDL-LEGA,  nella tomba.

Boston, terrore false flag!

16 aprile 2013 5 commenti

siniffing

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E vai! Ancora una volta gli Usa amplificano la loro maniacale dimostrazione dell’impotenza attraverso la quale applicano il teorema del terrorismo internazionale anche in casa loro. Nel 2001 ci fu l’attentato alle torri gemelle accusando ingiustamente una persona a libra paga dei servizi segreti Usa e al contempo legiferando regole che hanno fatto degli Usa gli Stati Uniti Sovietici Occidentali. Il dubbio, il complotto, gli assassini preorganizzati dalla Casa Bianca hanno reso questo paese più pericoloso di una cittadina di frontiera messicana o di altra zona di guerra nel mondo. Nessun americano o abitante del mondo è sicuro in quella terra, basta il semplice sospetto, anche velato, di simpatizzare, di aver detto qualcosa contro il regime americano che sei subito intercettato, imprigionato e torturato (Guatanamo, Egitto, Kossovo, Albania) per farti parlare.
Il caso di Abu Omar dovrebbe insegnare che dopo un anno ti prigione e di torture e senza scuse è stato liberato.

Oggi, in una maratona innocente, due esplosioni hanno definito il grado della delinquenza di questi banditi. Ancora non si sa quale sia la paternità “ufficiale”, ma si può immaginare che le cause potranno sicuramente toccare: le fazioni integraliste islamiche, oppure il malcontento Usa, del quale Obama si è fatto censore come il caso di voler proibire la vendita di armi e sulla cui questione la JPFO si oppone con strenua forza indicando alcune punti importanti:

  1. Portare le armi è un inalienabile diritto e il diritto di difendersi è un diritto:
  • Torah: Exodus 22:2.
  • Talmud: la legge ebraica impone nel Talmud che “Se qualcuno viene per ammazzarti, alzati ed ammazzalo tu”(Talmud, Tractate Sanhedrin. 1994,2, 72a; The Babylonian Talmud: Tractate Berakoth. 1990, 58a, 62b).
  • Dottrina Cattolico-Romana: la dottrina cattolico cristiana ha lungamente dissertato sul diritto di difesa:  “Quelli che difendono se stessi non sono colpevoli della morte altrui, anche se spinti all’uccisione della morte dell’aggressore” – Catechism of the Catholic Church 1994, sections 2263-65 (citing and quoting Thomas Aquinas).
  • 4. Protestant Doctrine: Individual has personal and unalienable right to self-defense, even against government. Samuel Rutherford, Lex, Rex [1644]1982, pp. 159-166, 183-185 (Sprinkle Publications edition.) Jesus advised his disciples to arm themselves in view of likely persecution. Luke 22:36.

Quale sia la causa fa pensare quello che afferma un testimone che qualche minuto prima fu avvisato di un paio di scoppi che si sarebbero succeduti. Così riporta TGcom24: “I “prossimi attacchi di al Qaida saranno potenti e scioccanti” e si verificheranno “negli Usa, in Francia e in Europa”: è il testo di un messaggio apparso nella galassia dei siti jihadisti e reso noto ore fa dalle organizzazioni di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web, Jihad Watch. (te pareva che non ci fosse la nota islamica…certo che s’ti anglosassoni a fantasia stanno proprio messi maluccio, eh?)

Prepariamoci ad altre ulteriori leggi restrittive, ad altri antiterrorism-act che salderanno, per sempre, il potere dei banchieri sovranazionali contro il potere del popolo.

Chi si merita il nostro voto?

10 febbraio 2013 1 commento

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Recentemente ho avuto modo di dare un’occhiata ai diversi simboli elettorali per capire quanti e chi fossero i concorrenti alla mensa italiana.  Già! Perché non crederemo mica che questi bei tomi abbiano a cuore il nostro benessere! Loro unico scopo mangiare, mangiare e mangiare. Molti, in ritardo, si sono accorti che alla mensa italiana si mangia bene, è una nostra prerogativa la buona cucina, e a frotte come mosche sulla m***, si stanno guerreggiando per avere il boccone migliore.

Ebbene i simboli riscontrati sono 215 con sfumature che vanno dal grottesco al comico e dal penoso al ridicolo. Una piccola carrellata per capire:

Partito Pirata – Pace Pane e Lavoro – Pensionati e Invalidi Giovani Insieme – Sacro Romano Impero Liberale Cattolico-Giuristi del Sacro Romano – Democrazia Atea – Nuovo Psi – Partito Pirata – Noi consumatori liberi da Equitalia – Nuovo Psi Liberal socialisti – Lista civica nazionale IO NON VOTO – Donne per l’Italia – Recupero Maltolto – Partito Internettiano – Fare per fermare il declino – Angeli della Libertà – Fratellanza Donne – Partito comunista italiano marxista lininista – D.N.A. Democrazia Natura Amore – Mondo Anziani – No alla chiusura degli ospedali – Movimento Eudonna – Forza Roma – Forza Lazio – Io amo l’Italia – Movimento Bunga Bunga – Dimezziamo lo stipendio ai politici – Micro, il Movimento delle microimprese – Gay di Destra – Lista civica Militia Christi – Il veliero – Io cambio – Voto di astensione – Disoccupati per l’Italia – Movimento mamme del mondo.

Come notate sono tantissimi, dai nomi esotici e assurdi, ma tutti aspirano ad entrare in quell’ agoniato luogo dove ogni soppruso ed ogni velleità di potere ha la sua sublimazione: il parlamento e il senato.

Quousque tandem, Catilina, abutere patientia nostra?!
Era l’incipit con il quale Cicerone scagliava le sue accuse contro Catilina nelle Catilinarie, ma erano altri tempi e gli avversari venivano rapidamente eliminati. Nella realtà Catilina non era un pazzo e furioso come lo dipingeva Cicerone, ma un uomo dai tratti forti ed a volte feroci che aveva a cuore la lealtà e il rispetto per le genti dell’Impero. Tutti potevano votare per il senato, ma con l’obbligo di farlo a Roma.  Catilina invece non era d’accordo e su questo impose la sua idea che le votazioni dovevano tenersi nei comuni sparsi nell’impero. La conseguenza di questa idea non era gradita al senato di Roma costituito per lo più da ricchi possidenti e patrizi di vecchia data che avrebbero visto svanire il loro potere se l’idea di Catilina avesse preso piede. Da qui le malversazioni, le diffamazioni, le trame, le accuse velate e poi sempre più aperte. Catilina era quindi l’elemento disgregante di quella costruzione clientelare che anche oggi abbiamo in Italia e le basi di questo le affermava dicendo che “La Repubblica ha due corpi: uno fragile (il senato), con una testa malferma; l’altro vigoroso (il popolo), ma senza testa affatto; non gli mancherà, finché vivo“.

Anni dopo la morte di Catilina leggiamo:  Cicerone ammetterà che Catilina aveva raccolto attorno a sé «anche persone forti e buone», offriva «qualche stimolo all’attività e all’impegno», e che in certi momenti era sembrato a Cicerone perfino «un buon cittadino, appassionato ammiratore degli uomini migliori, amico sicuro e leale». Catilina, ammetterà ancora Cicerone, «era gaio, spavaldo, attorniato da uno stuolo di giovani»; per di più, «vi erano in quest’uomo caratteristiche singolari: la capacità di legare a sé l’animo di molti con l’amicizia, conservarseli con l’ossequio, far parte a tutti di ciò che aveva, prestar servigi a chiunque con il denaro, con le aderenze, con l’opera…»

Vedete qualche differenza con quanto accade adesso? Anche in questi tempi abbiamo due corpi e una testa sola, quella del ciarpame politico che si arroga il diritto di governare senza averne la capacità di farlo. Un popolo, senza testa e senza spirito, totalmente avulso dai grandi progetti e dalle grandi idee, più chino ai problemi minuti del quotidiano che ad una visione più ampia della casa in cui vive.

Ma su MPS si dice veramente tutto?

4 febbraio 2013 Lascia un commento

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Nel 2008 la banca Lehman Brothers dichiara fallimento per un debito di 613 miliardi di dollari. La Fed ed il governo Usa, guidato da Obama, non applicano il “Chapter 11” per il salvataggio. E’ bagarre e panico in tutto il mondo finanziario. In Italia alcune ripercussioni da allora ad oggi non sono ancora terminate, anzi, il bacillo del lievito-bancario è più che mai attivo e il velenoso pane che i criminali banchieri hanno preparato, è ormai sulle nostre tavole.

Il cane da guardia del colle più alto di Roma dichiarava il 1° febbraio:”Abbiamo spesso degli effetti non positivi, quasi dei cortocircuiti tra informazione – che tende ad avere il massimo di elementi per poter assolvere a un ruolo di propulsione alla ricerca della verita’ – e, nello stesso tempo, riservatezza necessaria delle indagini giudiziarie e rispetto del segreto d’indagine“.

Ma vediamo cosa intende quell’inveterato comunista massone.

Nell’autunno del 2007 MPS emette una delibera ufficiale firmata Gabriello Mancini (deputato ente fondazione mps) con la quale vengono “ingaggiati gli advisor che dovranno gestire, controllare e riferire l’andamento degli investimenti finanziari e l’intera procedura relativa all’acquisizione di Antonveneta”. Firmano l’accordo con tre società: J.P.Morgan, Credit Suisse a Banca Leonardo. Costo delle competenze 4.980.000.000 di euro (poco meno di 5 miliardi).
Scelgono anche il delegato dell’intera operazione, Mr. Monti jr., il figlio dell’attuale premier dimissionario Mario Monti, in quanto direttore responsabile del marketing operativo europeo di J.P.Morgan, colosso finanziario statunitense. Il tutto con beneplacito della direzione di PD, PDL, Udc e logge massoniche locali.
Due mesi dopo, una ulteriore delibera accredita a J.P.Morgan un successivo milione di euro secco extra, di cui non esiste fattura alcuna di riscossione essendo avvenuto su conto estero/estero. Il presidente di MPS è Muccari e vice presidente che deve mettere la firma è Francesco Caltagirone, suocero di Casini. Ma è necessaria l’autorizzazione definitiva sia del sindaco di Siena che del presidente della provincia, i quali autorizzano e firmano la delibera che dà pieni poteri a questi colossi di gestire i loro soldi. Non c’era nessun senese che non lo sapesse, anche perché non appena parte l’operazione arrivano soldi per tutti a Siena, dai grossi imprenditori al modesto barista che voleva ristrutturare il suo locale.

Nel 2008 MPS eroga 222.000.400 di euro (duecentoventidue milioni di euro) come “cifra da devolvere come investimento di beneficenza nel territorio” e partono altri soldi che ricadono a pioggia sull’intera città e provincia. A novembre di quell’anno, lo Stato provvede a fare un prestito voluto da Giulio Tremonti di 2 miliardi di euro al fine (così è scritto) “di consentire all’istituto di rispettare i parametri e i dispositivi previsti dagli accordi europei”. Tale cifra viene investita nel seguente modo: 1 miliardo per acquistare bpt italiani, 600 milioni in derivati scelti da J.P.Morgan (cioè Mr. Monti jr.) e 400 milioni in “beneficenza” di cui si occupa la Banca Leonardo che chiude una joint venture per “gestire il patrimonio nel territorio” con la Banca Mediolanum. Non è dato sapere dove siano andati a finire questi soldi perché essendo una “fondazione benemerita” che non paga tasse, si avvale (nel rispetto della privacy!!) del diritto di non rendere pubblico il nominativo di chi gode della beneficenza dell’ente che deve risultare anonimo. Nel 2010, Tremonti fa avere alla banca circa 25 miliardi di euro, con i quali MPS fa lo stesso giochetto: acquista circa 15 miliardi di bpt così abbassa lo spread, ne investe 9 in speculazioni azzardatissime e un altro miliardo così, a pioggia, nel territorio, di cui si sa poco o nulla. Per celebrare la bontà dell’operazione viene chiamato come “consulente e advisor d’aggiunta” l’on. Gianni Letta, a nome di Goldman Sachs, il quale provvede a fare in modo che venga varata una delibera nei primi mesi del 2011 nella quale si sostiene che “la fondazione per fare cassa e poter dunque sostenere l’ònere dell’operazione di acquisizione di banche terze, delibera di cedere il pacchetto delle proprie azioni privilegiate nell’ordine di 370 milioni di euro al nuovo advisor aggiunto Goldman Sachs, nella persona del suo consulente delegato rappresentante on. Gianni Letta”. E così, si trovano insieme, nel 2011, la famiglia Monti, la famiglia Letta, la federazione del PD sia di Siena città che di Siena provincia, i Caltagirone, con il management direttivo che è composto da massoni indicati dalla federazione del PD. Nel solo 2010, Giulio Tremonti fa avere alla banca circa 40 miliardi di euro che seguono il solito giro di sempre, creando un vorticoso anello virtuale di grande salute finanziaria delle banche italiane e di tenuta della nostra economia, perché si tratta, in pratica, dello stato che si compra i titoli da solo fingendo che li stia comprando il mercato. Ma l’economia, prima o poi vuol sapere i conti reali. E nel giugno del 2011 cominciano i guai. J.P.Morgan, Goldman Sachs e Credit Suisse si ritirano, “grazie e arrivederci abbiamo fatto il nostro lavoro”, e a MPS si accorgono che dei 32 miliardi complessivi investiti in derivati non soltanto non hanno guadagnato un bel niente, ma è tutto grasso che cola se riescono a recuperare sul mercato qualche miliarduccio. Devono quindi coprire il buco. Perché? Semplice: hanno messo in bilancio negli ultimi due anni le cifre dei guadagni sui derivati presentando il tutto come soldi acquisiti mentre, invece, erano virtuali. Quindi i bilanci erano truccati. Non si sa a quanto ammontino le perdite. Lo sanno soltanto, presumibilmente , Gianni Letta e Monti jr. Lo stato, però, in quel giugno del 2011 non ha davvero più soldi da dare a MPS, perché solo nel 2010 Giulio Tremonti ha fatto avere complessivamente al sistema bancario italiano 89 miliardi di euro, di cui circa 20 miliardi passati alle fondazioni (Lega Nord) di Banca Carige, Banco di Desio e Brianza, Banco di Brescia, Banco Popolare di Valtellina, Banca di Sondrio (per questo l’hanno voluto nella loro lista) che si comportano come MPS, lo stesso tipo di giochetto.

Ma a giugno del 2011 sono finiti i soldi. Il management di MPS è disperato: non c’è più lo Stato a tirar fuori il grano, come si fa? Ghe pensi mì, dice Mario Draghi, conosco gente in Europa. E così il 10 giugno del 2011 fa avere subito 350 milioni da 12 banche europee, altri 400 milioni dallo stesso consorzio e successivi 2 miliardi da un pool di altre 19 banche europee ma MPS è ormai un colabrodo, perché i soldi servono soltanto a pagare gli interessi composti sui derivati. Il management, infatti, ha venduto carta straccia a 10 a gente che si è assicurata: quella carta, a giugno del 2011 vale 2 quindi adesso MPS deve pagare anche l’assicurazione . E così, entra in campo lo spread.

Una parola ignorata dagli italiani fino al giugno del 2011. PD PDL Udc Lega Nord Massoni senesi e Vaticanensi pensavano che il giochetto fosse eterno. E invece non era così. MPS si rivolge quindi al mercato che gli sbatte la porta in faccia e si trova davanti a tre alternative: a) fallisce; b) vende titoli tossici che nessuno vuole; c) vende i bpt italiani di cui ne ha almeno 80 miliardi scadenza a 2 5 e 10 anni.

Sceglie l’opzione C.

Gli viene imposta da tutta la classe politica.

E così, l’intera classe politica italiana (con l’aggiunta della famiglia Monti) dà il via.

Ma il mercato è implacabile.

E quelli di Goldman Sachs e di J.P.Morgan sanno i conti veri di MPS (li hanno gestiti loro) e così spargono la voce che la banca è disperata perché “tecnicamente” è già fallita e consiglia ai clienti di acquistare a peso morto bpt italiani scommettendo sull’innalzamen to alle stelle dello spread italiano puntando all’implosione del sistema economico italiano. Il bello è che, in questo giro perverso, partecipa addirittura MPS, perché i malati si comportano così: la terza banca italiana si lancia nel luglio del 2011 in una gigantesca operazione finanziaria puntando tutto sui debiti delle banche italiane, e le altre banche italiane la seguono. Da cui, finalmente si è riuscita a sapere la vera verità.

La truffa dello spread iniziata nel giugno del 2011 non era una truffa: era reale.

E non fu un attacco della speculazione internazionale, bensì un attacco suicida delle banche italiane, guidato da MPS che, per coprire le proprie perdite, vendeva sul mercato secondario miliardi e miliardi di bpt italiani come se fossero carta straccia, diminuendo il nostro potere d’acquisto, aumentando il disavanzo pubblico e rendendosi responsabili, nonché protagonisti, dell’ultima mazzata inferta alla Repubblica Italiana.”

Possiamo dire che nessuno sapeva? Che i politici e gli amministratori di regione, provincia e comune di Siena non sapevano? Ma come mai tra le mistificate azione della GdF nessuno è intervenuto e solo ora alcuni “ruttini” vengono fuori dalla gola profonda di MPS? Chi non ha avuto si riprende la rivincita, facendola pagare cara però al popolo italiano, ma il nostro rothwailer del colle più alto di Roma, ci dice che le cortocircuitazioni non possono essere il sistema di indagine e che ci vuole riservatezza e rispetto del segreto.

ref: il morbo MM

War Game of Gaza

24 novembre 2012 Lascia un commento

BimboGaza

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I media occidentali hanno sostenuto in coro che l’attacco israeliano a Gaza è stato un’operazione diretta a stroncare il terrorismo come risposta al lancio dei missili palestinesi, però i media occidentali dimenticano che PRIMA del lancio de missili palestinesi gli israeliani avevano ucciso a sangue freddo Ahmed Jabari, un mediatore tra le fazioni più violente di Hamas che era riuscito per molto tempo, dopo l’operazione Piombo Colato, alias Piombo Fuso, ad evitare altri spargimenti di sangue.

L’amministrazione Obama aveva dato il consenso all’inizio di novembre proprio nella settimana delle elezioni e il punto centrale della questione non riguarda solo il sostegno di Washington, ma la diretta orchestrazione militare degli Usa nella progettazione e realizzazione dell’attacco a Gaza.

L’operazione “Pillard of Clouds”  inizia il 14 novembre, una settimana dopo l’elezione dei Obama, e ha come obbiettivo ufficiale l’abbattimento di Ahmed Jabari, in seguito l’operazione si svolgerà con bombardamenti generalizzati, senza obbiettivi sensibili, e con il dispiegamento di 75.000 militari delle truppe di terra pronti ad intervenire.

Quello che è interessante notare in tutta questa operazione c’è la partecipazione attiva e coordinata degli Usa nella preparazione e coordinazione delle operazioni.
Il fatto più significativo sta in un’operazione congiunta delle forze israeliane e americane proprio un mese prima dell’attacco, una specie di gioco di guerra, una prova generale in cui l’obbiettivo era provare il nuovo sistema anti-missilistico israeliano “Iron-Dome” contro attacchi vicini (Hamas ed Hezbollah) e lontani (Iran).

I due principali responsabili Ehud Barack e Leon Panetta avevano stabilito un processo di stretta collaborazione. Ai primi di Agosto Panetta era in Israele e vi ritornò due mesi dopo ai primi di ottobre, due settimane prima del lancio dell’operazione congiunta militare “Austere Challenge 12”. A metà ottobre iniziava la prima fase delle operazioni che culminava con il bombardamento di Gaza (14 Novembre). Il gioco di guerra a questo punto diventa reale ed evidenzia che il suo scopo principale era quello di portare effettivamente ad un’operazione militare a tutti gli effetti, poiché “Pillar of Clouds” fu effettivamente pianificata in anticipo tramite l’esercitazione “Austere Challenge 12”.

La partecipazione congiunta vedeva coinvolti i generali Craig Franklin (Usa) e il generale di brigata Shachar Shohat (Isr.), in cui gli obbiettivi strategici furono quelli di creare situazioni di tensione (stress situations) nello spazio aereo israeliano e sul mare per provare l’abilità di colpire obbiettivi vicini e lontani da Israele (Iran). La supervisione delle operazioni facevano capo all’ammiraglio James G. Stavridis, capo del Comando degli Stati Uniti d’Europa (EUCOM: United States European Command).  Alcune dichiarazioni del generale Stavridis affermano che l’operazione congiunta è stata portata avanti per simulare una guerra nel medioriente in cui sia richiesto l’intervento degli Usa a supporto nella difesa aerea ad Israele.

Il sistema di difesa, attuato (Iron-Dome) con la collaborazione americana, è costituito da alcune stazioni mobili di Patriot-Act3 collegate tra loro e gestite da un sistema di comando e controllo l’Aegis Combat System che in questo caso fu posizionato su mezzi al di fuori delle coste israeliane in navi, presumibilmente americane. Il 12 novembre il ministro della difesa israeliano Barak affermava che la partecipazione congiunta riflette la profonda cooperazione americana a sostegno di Israele contro la minaccia sempre più invadente di Hamas, aggiungendo che dopo questa esercitazione (sic) la difesa stabilirà un altro test simulando la possibilità che un più avanzato sistema di difesa non ancora provato (Arrow 3 e Magic Wand System). Notare la data: 12 novembre.

E’ difficile, se non impossibile definire quanto sta avvenendo in quella parte del Medioriente se non si conoscono i termini esatti della questione. Nessun giornalista serio dei vari media si è mai interessato attivamente per capire esattamente i profili del conflitto e dei massacri compiuti e per informare oggettivamente l’opinione pubblica. Tutti più o meno adagiati al pensiero comune, sulle parole di un alleato che attraverso il sostegno ad un governo sionista esercita parte del suo potere che altrimenti verrebbe meno, tale e tanta è la debolezza americana in questo momento. Purtroppo a farne le spese è la gente comune, quella che ogni giorno cerca di sopravvivere, ma questi non sono nemmeno definiti umani, anzi vengono usati come pedine di un gioco di guerra.

ref: globalresearch.com

Strabismo paralitico dei giornalisti italiani

26 ottobre 2012 Lascia un commento

oriente occidente

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Come appare bizzarro il mondo dei giornalisti. Ieri si è discusso al senato il disegno di legge “bavaglio” proposto da Lucio Malan (omen nomen) che prevede il carcere per quel giornalista che diffama una persona. Diversi gli interventi dei politici come anche del giornalista Vittorio Feltri, intervistato su Rai News24, ha sottolineato che l’attuale legge che prevede il carcere per la diffamazione è un non senso quando nelle democrazie più avanzate (?) come l’Inghilterra al massimo si ricorre alla pena pecuniaria. Feltri però non ha sottolineato che i parlamentari hanno tentato di passare un aggravamento enorme delle pene per “diffamazione a mezzo stampa” quando “l’offesa è recata ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad altra Autorità costituita in collegio”. Con la precisazione che “costituisce in ogni caso offesa a tali soggetti l’attribuzione di specifiche gravi inefficienze non sussistenti, di gravi eccessi non reali di spese, di emolumenti presentati come eccessivi e non realmente erogati, di paragoni falsi con altre analoghe istituzioni o procedure”.

Si dovrebbe però capire una cosa che a tutti sfugge: perché punire solo il giornalista e non anche la testata giornalistica. Il primo non potrebbe pubblicare se non c’è l’avvallo dell’editore del giornale, ma è probabile che, per la paura di perdere i finanziamenti dello stato ai giornali, i vari editori abbiano fatto un compromesso con gli stessi giornalisti: io ti do il permesso di scrivere e tu, giornalista, in caso di denuncia, ne rispondi completamente sia sul piano legale che finanziario.

In questa bagarre mediatica sul caso Sallusti e sulla relativa legge che lo vede colpevole si mette però in ombra la libertà del diritto di informazione (art.21 della Costituzione Italiana: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.) non solo per quanto riguarda le cose di casa nostra, ma anche quelle che accadono in altri paesi, sia europei che extra europei.

E’ il caso di questi giorni che la televisione satellitare Presstv sia stata accecata per ordine della Commissione Europea: Eutelsat ho provveduto a cancellare i canali iraniani (Press TV, al-Alam, Jam-e-Jam 1 and 2, Sahar 1 and 2, Islamic Republic of Iran News Network, Quran TV, and the Arabic-language al-Kawthar). Motivo? Nessuno lo sa, ma la portavoce della Ashton, Maja Kocijancic, ha affermato che è una decisione della Commissione Europea.

E’ curioso invece che televisioni sostenute dal Qatar, dall’Arabia Saudita come Al-Jazeera ed Al-Arabya – fonti di propaganda dei due stati arabi – continuino a trasmettere indisturbate la filosofia salafita che in questi ultimi 2 anni ha massacrato (in Libia e Siria) migliaia di persone attraverso una pratica diffusa nel mondo salafita e wahalbita dello sgozzamento che rimanda agli stessi sistemi usati in Algeria dal 1991 al 1997 in cui furono sterminati sessantamila civili.

Così nel silenzioso frastuono mediatico italiano le voci alternative di informazioni vengono lentamente silenziate per onorare il patto di sangue che lega Europa-Usa-Israele, poiché, oltre alle innumerevoli sanzioni economiche e finanziarie, ora serve anche la sanzione sul pensiero e sulla libertà di espressioni. Dove sono adesso quegli  urlanti giornalisti pronti a fare quadrato quando qualcuno li pizzica nella tasca? Come mai nessun giornale è attento a queste cose, mentre si sono alzate barricate di protesta per i provvedimenti presi dal tribunale moscovita contro le “pussy riot”?

Come sempre un peso e due misure, ma la nostra classe di giornalisti è probabilmente affetta da strabismo paralitico.

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