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Il vecchio ciarpame che ritorna…
Ancora una volta, colui che sembrava sepolto sotto la sua stessa coriacea pelle, si rifà il trucco come una misera e vecchia baldracca di qualche angolo nascosto di una borgata di periferia: “Si accetto, mi assumo e chiedo responsabilità”.
Queste le parole del comunista -massone sostenuto dai banditi del PD-PDL-LEGA alla richiesta di rinnovare il suo mandato di altri 7 anni. Questo vorrà dire che ci costerà 230 milioni all’anno per 7 anni (1,61 miliardi di euro) che il popolo bue dovrà sborsare per mantenere questo parassita massone, ma dovrà tenere conto anche del costo di una selva di badanti, che in questo caso non saranno ucraine, moldave o russe, ma tutte indistintamente provenienti dal non-stato.
Napolitano, prima fascista, iscritto al GUF (Gioventù Universitaria Fascista) di Padova e successivamente, dal 1945, iscritto al partito comunista italiano. Un vero campione antesignano di cambio-giacca, il precursore dell’immondizia morale in cui è precipitato il nostro paese.
Socci lo descrive molto bene:
Napolitano è un funzionario dello Stato, il primo in quanto presidente della Repubblica. Mi auguro che faccia quel rispettabile mestiere in modo super partes, come un notaio, non come lo sta facendo adesso, vistosamente impegnato a tessere delle sue politiche (per esempio verso la Lega) con modi ovattati e furbi che ricordano la sua precedente vita nel Pci di Togliatti.
A Napolitano personalmente preferisco il suo opposto speculare: mio padre, Silvano, che ha passato tutta la vita a “combattere i Napolitano”. I due hanno fatto una vita antitetica. Sono nati entrambi nel 1925. Napolitano in una famiglia benestante che lo ha fatto studiare, mio padre in una famiglia di minatori, che a nove anni gli ha fatto lasciare le elementari e lo ha mandato a guadagnarsi il pane.
Nel 1938-39, a 14 anni, Napolitano fu iscritto al liceo classico Umberto I di Napoli e mio padre alle miniere di carbone di Castellina in Chianti.
Nel 1942 Napolitano entrava all’università, facoltà di Giurisprudenza, e mio padre, desideroso di studiare, usava il poco tempo fuori della miniera leggendo i libri datigli dal parroco del paese.
In questi anni di guerra Napolitano si iscrive al Guf, il Gruppo universitario fascista, collaborando col settimanale “IX Maggio”. Mentre mio padre approfondisce la sua fede cattolica e comincia a detestare la barbarie della guerra, l’ingiustizia che vede attorno a sé e le dittature.
Nel 1945 Napolitano aderisce al Partito Comunista italiano e mio padre prende contatto con la Democrazia cristiana. Nel 1947 Napolitano si laurea e partecipa alle epiche elezioni del 1948, a Napoli, come dirigente del Pci di cui Togliatti è il “commissario” e Stalin il padrone indiscusso.
Nel 1956 i carri armati sovietici schiacciarono nel sangue il moto di libertà dell’Ungheria. Il Pci e l’Unità applaudirono i cingolati del tiranno e condannarono gli operai che chiedevano pane e libertà come “controrivoluzionari”, “teppisti” e “spregevoli provocatori”.
Napolitano – che era appena diventato membro del Comitato centrale del Pci per volere di Togliatti – mentre i cannoni sovietici sparavano fece questa solenne e memorabile dichiarazione: “L’intervento sovietico ha non solo contribuito a impedire che l’Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, ma alla pace nel mondo”.
Di errore in errore il Pci di Napolitano continua a professarsi comunista fino a farsi crollare il Muro di Berlino in testa nel 1989. In un Paese normale quando quell’orrore è sprofondato nella vergogna e il Pci ha dovuto frettolosamente cambiar nome e casacca, tutta la vecchia classe dirigente che aveva condiviso con Togliatti e Longo la complicità con Stalin e l’Urss, avrebbe dovuto scegliere la via dei giardinetti e della pensione. Anche per l’età ormai avanzata.
In Italia accade il contrario. Avendo sbagliato tutto, per tutta la sua vita politica, Napolitano diventa Presidente della Camera nel 1992, ministro dell’Interno con Prodi, senatore a vita nel 2005 grazie a Ciampi e nel 2006 addirittura Presidente della Repubblica italiana.
Mio padre muore nel 2007, in una casa modesta, a causa della miniera che gli ha riempito i polmoni di polvere di carbone che, a distanza di decenni, lo porta a non poter più respirare.
Mio padre fa parte di quegli uomini a cui si deve la nostra libertà e il nostro benessere, ma la loro morte – come scriveva Eliot – non viene segnalata dai giornali.
Non poteva Socci dire di meglio, eppure gli italioti continuano a portare in palmo di mano una serpe mondialista, globalizzante, figlia di un’educazione massonica che poterà l’Italia, assieme alla banda PD-PDL-LEGA, nella tomba.
Nodo gordiano con inciucio.
Finalmente giustizia è fatta “L’ex direttore del Sismi, Niccolò Pollari, ha consentito agli uomini della Cia “che venisse concretizzata una grave violazione della sovranità nazionale” dell’Italia, fornendo “appoggio” al sequestro di Abu Omar. Mai parole furono più vere.
Ma ne siamo certi? Siamo certi che Pollari abbia veramente fatto quello che la Cia voleva e nessun altro (!!!) sapesse?
Poi leggiamo un’altra notizia: Napolitano (il nostro presidente comunista-massone) grazia Joseph Romano , il colonnello Usa che rapì Abu Omar.
Allora, tiriamo le somme.
I giudici condannano Pollari perché aveva favorito il suo rapimento in suolo italiano (forse sono stati imbeccati?), ma nello stesso istante un comunista-massone (il nostro presidente della res-publica), grazia l’esecutore del rapimento di Abu Omar attuato sul suolo italiano e con i ringraziamenti dell’amministrazione Obama!
C’è qualcosa che non quadra oppure sono io che vedo le cose diversamente?
Abbiamo un dipendente pubblico che esegue ordini “concessi” da mamma Cia e per questo viene condannato (chissà che fine ha fatto il caso dello strano suicidio di Adamo Bove suicidatosi nel 2006, ma prezioso testimone che avrebbe dato una mano da esperto nell’identificare le tracce dei cellulari della cosiddetta «Special Removal Unit», il gruppo di agenti CIA), ma quello l’ha catturato sul nostro suolo – usurpandone la sovranità – viene graziato. Napolitanoo, to mare vaca! (francesismo), di quale sovranità nazionale vai cianciando? Come dire che noi non possiamo agire sul nostro suolo, ma gli altri, la Cia, le forze militari Usa o il Mossad, per esempio, possono fare quello che vogliono: il caso Abu Omar, oppure quello del Cermis, oppure quello dello scienziato israeliano Mordechai Vanunu che si è fatto anni ed anni di galera (18 anni) proprio per la commistione dei nostri servizi segreti che hanno permesso che il Mossad potesse catturarlo a Roma sotto gli occhi di tutti e in terra italiana nel 1986 (all’epoca c’era quello stinco di santo di Kossiga che adesso starà bruciando vivacemente all’inferno).
Possiamo dire che quel tomo del nostro presidente sia equilibrato, sensato, diligente, posato, equidistante nei giudizi?
Sono pensieri che fanno anche quei parenti delle vittime del Cermis che ancora oggi, a distanza di anni, attendono una giustizia che fino ad ora non è apparsa.
“Portategli il discorso su argomenti,
che richiedano acume e sottigliezza,
vi saprà sciogliere il nodo gordiano
di tutto, come la sua giarrettiera”
Ecco, questo sono le scelte di Messere Napoletame!
Siamo in dirittura d’arrivo, più potere all’Europa
Le beghe dei nostri commensali della politica italiana fanno ribrezzo: pensano continuamente a come mantenere il loro solido posto di mungitura e non s’accorgono che l’ Italia è sempre di più condannata allo sfascio globale.
Oggi, come molti altri giorni di questi ultimi mesi, l’indice di borsa ha chiuso con un –4,03% con il settore bancario sempre più in ginocchio e con molte banche sull’orlo del fallimento; con un’economia che ormai stenta a riprendere fiato, i consumi legati ormai alle necessità, le tasse sempre più invadenti e inutilmente pesanti: a che serve aumentarle solo per pagare le speculazione bancarie e a mantenere il carrozzone pubblico inefficiente e predatorio? Nel frattempo, come già abbiamo sentito dalla voce di Napolitano e del suo scagnozzo di Monti, è necessario più Europa, bisogna rinunciare alla nostra sovranità nazionale all’Europa e le “Chiusure egoistiche e concezioni anguste degli interessi nazionali sono semplicemente fuorvianti e destinate a fallire…perché solo così potremmo salvarci“, pensiero per altro non condiviso dalla Germania che non pensa nemmeno lontanamente di delegare all’Europa la sua sovranità nazionale.
In uno scenario del genere la marmaglia politica è così attenta ai problemi dei loro amministrati che il pensiero principale è decidere quando andare a votare, con chi aggregarsi, che gruppi formare, se di maggioranza allargata o se correre da soli. Ormai, ce ne siamo accorti tutti, la politica di amministrare un paese è stata demandata ad un insieme di persone che segue solo le indicazioni ricevute dalla BCE, dal FMI e dalla Banca Mondiali. Non si accorgono i politici che ben presto arriveranno al pettine altre succulente manovre fiscali e azioni che metteranno profondamente in ginocchio questo paese, tanto a loro chi li tocca?
Entro fine anno andranno a scadere 100 miliardi di titoli di stato che dovranno essere rinnovati, ma la fiducia che il nostro paese emana sui mercati è ormai ridotta ad un nulla. Entro tre anni scadranno 1.000 miliardi e dove pensa il governo Monti e quella zotica banda di semianalfabeti che si andranno a recuperare quei denari? Facciamo colletta? Offriamo oro alla patria? Oppure..???
E’ chiaro che c’è un vistoso distacco tra mondo reale e quello economico-finanziario ed il bello della questione è che nessuno sembra preoccuparsene, tanto, pare dicano, in qualche maniera sistemeremo. E’ il ragionamento di un incosciente, di un pazzo, sicuramente di un sistema che non sa più che pesci pigliare e che non è più in grado di regolare. Cacciari, su La7, auspica un governo di tecnici competenti ed anche politicamente gradevoli, ma Cacciari, si sa, è amico di certe correnti atlantiste e non può smentire quello che la Open Society Institute gli suggerisce. Però anche lui evidenziava l’inettitudine dell’ormai sfasciato circo politico, della totale incompetenza e inefficienza dei pensieri politici che si aggirano a Roma e dintorni.
Ma anche il grande tecnico di Monti e del suo Deux ex machina di Bondi hanno dimostrato di valere tanto quanto quelli che diedero loro la fiducia. E’ sufficiente dare uno sguardo alle manovre sulla revisione della spesa pubblica per capire che l’insieme delle diverse caste è intoccabile. E’ sufficiente – a titolo di esempio – fare un confronto tra le spese del Quirinale e quelle della corona inglese. Le prime si aggirano sui 228 milioni all’anno, mentre la corona inglese costa ai suoi sudditi la bellezza di 36 milioni di sterline all’anno, cioè circa 43 milioni di euro. Il peso della parola del nostro presidente massone-comunista-atlantista e guerrafondaio, colluso con la mafia è quasi 5 volte le spese della corona d’Inghilterra. E mentre lì, nella nebbiosa isola, le spese di sua maestà britannica sono soggette alla legge (Sovereign Grant Act 2011) qui da noi le spese del Quirinale e della banda del buco non solo non sono soggette a nessuna legge, e guai a quelli che vogliano ridurle.
Ma Bondi e tutte le sue arzigogolate manovre, riuscirà a raspare, se va bene, un paio di miliardi (forse 5 o forse 7 o forse…bohh?) dalla spesa pubblica, e il resto??? Come abbiamo avuto modo di leggere sui vari media, pare che il recupero della spesa pubblica venga attuato impedendo le telefonate dai cellulari ai telefoni fissi, alla limitazione delle auto blu, alla eliminazione delle scorte, all’uso limitato di cancelleria, insomma la manovra è di quelle che cambiano la faccia di uno stato. La differenza, ad ogni caso e come sempre abbiamo avuto modo di provare direttamente sulla nostra pelle, verrà piallato dai nostri redditi, dai nostri immobili, dai nostri servizi e da tutto quello che sarà possibile piallare.
No perché alla fine loro, quelli che pensiamo che facciano politica, stanno già facendo quadrato per mettere in salvo i gruzzoletti guadagnati in qualche mese o anno di legislatura, ma non possiamo lamentarci, suvvia!! Alla fine, come sempre accade in Italia, le enunciazioni avranno un ritocchino qua e là e successivamente tutto passerà nel dimenticatoio e con una manovrina ad hoc sistemeranno gli ammanchi di cassa che servono per far funzionare questa baracca sfasciata.
Tanto l’italiota è il solito fesso.
2 Giugno dal Colle
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La richieste si sprecano, ma il vecchio inossidabile del nostra caro ed amato presidente della Repubblica Italiana non demorde, cazzo!
No! La sfilata si farà, non ci sono bambinate che tengano. Voglio vedere gli aerei, voglio vedere i fucili, le mitragliatrici e il passo imperioso dei militari inquadrati, sentire il vociare degli ordini. Non posso non esserci, mi ricordano da giovane quando frequentavo il GUF e con passo gagliardo sfilavo nelle file della Gioventù Fascista Universitaria. Certo, “in quegli anni Il GUF era in effetti un vero e proprio vivaio di energie intellettuali antifasciste, mascherato e fino a un certo punto tollerato“, non avrei potuto esserci, ovviamente. Ma lì ho imparato la bellezza del militarismo, del rispetto e dell’onestà intellettuale, la serietà e l’affidabilità della parola data. Noi fascisti, comunisti antifascisti…insomma, noi, quelli della cerchia più stretta, quelli legati a Togliatti, un patriota italiano, sappiamo cosa vuol dire una sfilata militare, e che diamine!
Purtroppo la lunga permanenza nella politica mi ha distolto dalla vita militare che ho sempre amato e l’evento che mi ha fatto capire l’importanza di questa parte fondamentale di una nazione è stato quel magnifico episodio che altri deprecano, in cui le forze armate russe entravano a Budapest. Un evento straordinario, di primaria bellezza. Non avevo mai visto una parata del genere. Quale bellezza può dipingere l’animo di chi come me è sempre stato attento al rispetto dei popoli e delle sovranità nazionali.
Il crepitare della mitraglia, il calpestio dei squadroni, i colpi secchi degli Ak mi hanno così positivamente e profondamente impressionato da non dimenticarlo. Il caso odierno quindi è di estrema importanza per una nazione come quella italiana, perché “la Repubblica non può rinunciare a celebrare la sua nascita, le istituzioni del Paese devono dare esempio di fermezza e serietà”, perché “anche in questo momento le istituzioni devono dare esempio di fermezza e serenità. Non possiamo solo piangersi addosso. Abbiamo il dovere di dare un messaggio di fiducia. E ci sono le ragioni per farlo.
Mi auguro quindi che le forze politiche si uniscano al mio piacere e all’ammirazione di un momento unico e irripetibile per l’Italia come quello del 2 giugno che ci ricorda e ci porta ai momenti in cui i nostri padri e noi, della vecchia guardia, volgevamo le spalle al nemico per iniziare la nostra attività antifascista che ci vede indenni e superstiti da allora.
Segui quindi la tua indole e firma perché la parata abbia inizio.
Denuncia contro lo Stato italiano
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Più volte si è scritto che gli appartenenti alle forze di governo e del parlamento italiano, sono dei criminali al servizio dei potenti e delle “lobbies” bancario-assicurative oltre che strettamente legati al patto atlantico (Nato). Personaggi che mai hanno fatto gli interessi dei loro amministrati, gli italiani, ma sempre e comunque quelli per i quali sono stati eletti e che gli hanno voluti in quegli scranni.
Le varie vicissitudine italiane: l’entrata nell’euro, la costituzione di una Europa legata solo da una moneta che è assente di una banca centrale di ultima istanza, l’apertura dei confini e l’imposizione di un libero mercato, la privatizzazione di tutte le aziende di stato, hanno portato l’Italia e con essa molti paesi europei allo sfascio.
In Sardegna, fortunatamente, c’è chi ancora ha un minimo di onesta intellettuale, di coraggio e di orgoglio provvedendo di fatto alla formale denuncia nei confronti di Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, tutti i ministri e tutti i membri del parlamento.
Può sembrare una bufala, ma nella realtà un avvocato di Cagliari s’è preso la briga di intentare causa contro questa massa sfruttatrice del popolo italiano. Parliamo dell’Avv.to Paola Masu che con estremo coraggio e sfidando le più alte istituzione dello stato rischia non solo l’siolamento mediatico, ma quello più grave alla sua persona.
Sosteniamola!
Napolitano: buffone e massone.
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Napolitano buffone, questo l’epiteto datogli dai sardi contrari alla sua visita.
Non c’è che dire, quest’uomo, questa perla di saggezza come il nostro presidente appare essere agli occhi dei suoi adulatori, scopre improvvisamente che parte della popolazione gli è ostile. Toh! Novità?
Napoleone Colajanni dalle file del PCI nella corrente migliorista lo descriveva così:
“… è un uomo vile e un cane da grembo”. Che fosse pure un cane da riporto degli USA e il loro Governatore di fiducia per la colonia Italia non avevamo dubbi; che fosse un personaggio assolutamente privo di coscienza e umanità l’ha dimostrato coinvolgendo l’Italia nel massacro libico; che fosse un bugiardo compulsivo e manipolatore è ovvio a chiunque ascolti i suoi discorsi vani ed ipocriti che trasudano menzogna ad ogni sillaba, soprattutto quando si riempe la bocca con parole come Patria, Libertà, e Costituzione, mentre è il primo a farne strame, considerando che ha appena consegnato, grazie ad un colpo di Stato (eterodiretto naturalmente), il Paese nelle mani dei suoi referenti della massoneria finanziaria planetaria del Bilderberg Group.
Napolitano rappresenta il peggio della nazione elevato al quadrato, è una nullità tronfia e roboante, come uomo è un miserabile vigliacco e codardo, un servo sciocco, senza un briciolo di dignità”.
Eppure ancora in mezzo a questa agorà politica troviamo persone che gli si inchinano, ormai svuotato e reso cieco dalla dissennata protervia con cui usa parole come “libertà”, “costituzione”, “diritti” delle quali ha perso coscienza del lor significato.
“LA FALSITA’ DI NAPOLITANO MASSONE COMUNISTA – Tale e tanta è la protervia, l’arroganza, la scarsità senile del nostro presi-dente della repubblica delle banane italiana, Napolitano, che alla cerimonia di inaugurazione di un monumento in onore a Alexander Dubcek si è sentito in dovere di rendere omaggio a quello che fino a qualche anno era suo nemico che avrebbe sicuramente eliminato in un lager in Siberia. All’epoca dell’invasione comunista della Cecoslovacchia da parte dei sovietici, il nostro benemerito presi-dente era a uno dei personaggi più influenti del Partito Comunista Italiano (PCI). Epoca nella quale migliaia di persone in quella terra e nell’europa dell’Est sparirono proprio perché contrarie a quella invasione. Stranamente non risulta in nessuna testata giornalistica un discorso contro tale invasione, come non risulta nessuna parola a favore di Alexander Dubcek pronunciata da Napolitano. Ma anzi sappiamo tutti come la pensasse sui Paesi comunisti del Patto di Varsavia. Dell’invasione Russa in Ungheria e quindi della Primavera di Praga. Adesso, con la morte che gli tocca la spalla, il vecchio presi-dente scarsamente senile con la coscienza di un massone, cerca la mediazione terrena per salvarsi l’anima di fronte a quello che con un colpo solo gli stacchera la vita da quel corpo che ha tradito gli italiani. Ed ecco quindi vederlo rendere omaggio a Dubcek. Però leggendo poi una seconda parte del discorso: “I rappresentanti della repubblica slovacca e della repubblica italiana si siano ritrovati in un giudizio che valorizza, come è giusto, la personalità di Dubcek, che è stato davvero un campione degli ideali di libertà e anche di autonomia e di indipendenza nazionale”, viene da pensare che nella realtà il suo ideale è rimasto comunista come lo era allora, altrimenti come potrebbe capire e definire Dubcek “un campione degli ideali di libertà” proprio lui che era a capo del partito più estremista e filo-sovietico e che l’avrebbe sicuramente fatto fucilare”.
Peccato che in Italia siano pochi quelli che hanno l’ardire di protestare una persona del genere, poiché nel consesso generale saranno considerati dei manifestanti che disturbano, che alterano il sistema predatore al quale ci siamo invischiati.
Napolitano
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La vecchia cariatide non si stanca mai di appoggiare i mestieranti del governo Monti: “Tutti gli italiani devono fare sacrifici, anche gli italiani dei ceti meno abbienti“. Quella vecchia e puzzolente carcassa non risparmia nemmeno quelli che hanno sempre sacrificato la loro vita a vantaggio degli altri, non risparmia nemmeno quei poveri pensionati con 400 euro al mese lui che ne guadagna 20 volte di più, non risparmia nessuno, perché tutti, continua quel collettore di liquami politici: “… facciano le scelte indispensabili al fine di preservare lo sviluppo della nostra economia e della nostra società in un clima di libertà e di maggiore giustizia“. Fermiamoci su queste ultime parole, sempre inflazionate quando non si sa cosa dire: libertà e giustizia.
Cosa intende quel grumo cancerogeno quando dice libertà? A quale libertà sottende il suo discorso? Forse intende libertà di fallire, di impoverire le famiglie e distruggere le famiglie, di non fare figli e cancellare i valori di una nazione? Ma la giustizia, povera dea, sempre al centro di mille intrighi, giustizia dei poveri e giustizia dei potenti, due dee che mai s’incontrano al tavolo della concordia.
Povero quel vecchio che con la zappa cammina tra i campi pulendo le zolle dall’erbaccia infestante. La sua è una battaglia infelice, impotente, ma costante e sempre attenta, così che il grano, possa ai primi caldi primaverili dare il frutto del suo amore e della sua costanza.
Ma in questo vecchio scalcinato, idolatrato ed adulato, che alberga in stanze non sue, che veste abiti ed indossa livree rubate al popolo italiano, quale costanza e quale passione spinge a far crescere il frutto di una nazione impoverita dalle sue stesse azioni, dal suo stesso disinteresse se non mirante ad accontentare i poteri che l’hanno voluto?
Capodanno massone?
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Il primo giorno dell’anno, uno come tanti altri, che imprime nelle menti delle persone immagini che spesso sono i viatici onirici di speranza , spesso disattesi durante il corso dell’anno. La gente ama illudersi, e non gli resta altro.
In qualsiasi parte si accendesse la TV o la Radio si era inondati di musiche, di inni e concerti: tutti polifonici e tutti “ascoltati”. Che messaggio potrebbero portare?
La Rai con il Direttore Matheuz esegue il ”Va pensiero” e ”Libiam” dove ha saputo fondere voci canore e strumentali plasmando con equilibrio eufonico ogni singola esecuzione su cui è calato un suggestivo sipario di coriandoli dorati e d’argento. (fonte Ansa); quindi continua con il Concerto di Capodanno dal Musikverein di Vienna:
Quindi su TV2000 (rete cattolica) con le musiche di Grieg e la brava interprete poliedrica Julia Fischer che si impegna profondamente ne “I Cavalieri della Rosa” di Strauss.
Nulla di nuovo sotto il sole, salvo alcune piccole cose. Tutti gli autori ed esecutori sono ebrei e questo non ne penalizza la religione, sempre rispettabile, ma alcuni pezzi ed autori sono sotto l’egida massone, così come il “Va pensiero”, Grieg, Strauss con le sue melodie e il non molto conosciuto “I cavalieri della Rosa”.
C’è qualche nesso i tutto questo? Io credo che profondamente vi sia, perché quanto si vuol comunicare non deve apparire come un avviso pubblico, quanto come un evento che si tiene in un giorno straordinario, come il primo dell’anno, in cui si indicano le vie da percorrere. E’ curioso che in un giorno qualsiasi, definito da alcuni come quello che da inizio ad un anno nuovo, “alcuni” eseguano musiche inneggianti ad eventi del passato che possono però tranquillamente essere traslati anche nell’attuale modernità. E’ strano che nel XXI° secolo alcune persone di fede ebraica esprimano la propria idea in siffatta maniera? E perché? Non credo che vi siano problemi di sorta, il rispetto è per tutti, ebrei e non, ma allora perché sottolineare solo quanto da essi composto e proporlo come unica voce a tutti? Quanti goym sono stati taciuti nel frattempo? E cosa si vuol comunicare?
S’intende che nella vulgata comune la musica non ha colore, ma in questa occasione è molto emblematica e si allaccia poi alle parole del vecchio massone che ben conosciamo, quello che ha radicato la sua vita al Quirinale in attesa dell’Evento.
Le sue parole, quelle dell’apertura del nuovo anno, se confrontate con quelle degli altri predecessori danno un senso di angoscia e di sfiducia, non incutono quella solida tensione all’unione, ma ad una cupa coltre di dubbio e di tragedia incombente.
Mistico, falsamente mistico, così come profondamente criptico per quelli che ne ascoltano solo il suone delle parole, ma molto aperto per altri…Non sono belle parole e non è un discorso del primo dell’anno che mette la popolazione al riparo dalle nuvole che si stanno accumulando all’orizzonte.
12 Novembre 2011, la disfatta
Non entrerò in considerazioni politiche e nemmeno userò accuse contro politici corrotti e imbelli, incapaci di qualsia voglia azione che non sia a favore della loro pancia, già ne abbiamo abbastanza.
No, esporrò il mio punto di vista, quello di un qualunque essere vivente in questa terra italica che da essa ha assorbito e metabolizzato una piccola parte della sua cultura, della sua bellezza e della sua celebrità.
Questa sera ho assistito alla più infame e sozza immagine televisiva che mai avrei immaginato di poter vedere. L’uscita di Berlusconi dai palazzi del potere accompagnato da bordate di fischi e l’entrata di Monti con applausi.
Non c’ero all’epoca dell ‘8 settembre del 1943, ma suppongo che le scene fossero più o meno le stesse. Una parte gli italiani stanchi della guerra e dei patimenti e dall’altra una nazione, quella fascista, che si vedeva sconfiggere dall’imbelle carattere dell’italiano. Non c’è molta differenza, i due tempi, allora ed oggi, sono la stessa cosa: all’italiano non interessa ciò che accade nel potere, per lui è importante solo una cosa: avere la pancia piena e il cazzo sempre duro.
Ma anche le donne più infoiate sputano su quelli sempre arrapati e scoprono in essi la fellonia della loro incapacità di essere uomini a tutto tondo: incapaci di donare anche la propria vita per un ideale che superi la visione del proprio organo genitale. Le donne su questo hanno una visione del mondo molto più vasta. Beate loro e grazie a Dio che ha donato loro questa immensa virtù. Peccato però che sia soggiogate da esseri infami, incapaci di mettere assieme due cose semplici come la vita e il proprio onore.
Ma come possiamo parlare di onore ad una massa di stupidi, di ossequianti all’entrata in casa loro di uno straniero, di un non eletto, di un tecnico, del quale nessuno conosce le sue effettive politiche?
Chi è Monti per essere coralmente accettato da una plebe infame e succube? Chi è quella marmaglia applaudente che scodinzola come un cane di fronte ad un essere di cui nessuno conosce le mire?
Ho provato uno schifo assoluto nel vedere gli applausi; un senso di ribrezzo, di nausea, di vomito, di rabbia, di violenza che a stento sono riuscito a calmare. Quella gente, quella poltiglia informe di esseri accomunati da falsità da fallaci idee che scagliano pietre su quello che prima invece adulavano.
Per la seconda volta Piazza Loreto si replica davanti a palazzi del potere. Che immonda immagine, che schifo assoluto!
E questa è la gente che si vorrebbe amministrare? Questa è la gente per la quale si vorrebbe mantenere i posti di lavoro? Questa la gente che vorrebbe veder salvi i suoi risparmi? Questa la gente che si vorrebbe curare negli ospedali pubblici? Nooo, quella è la gente che vorrei vedere sputare sangue, che vedrei nei campi di lavoro a 15 ore al giorno a pane ed acqua e a bastonate. Quella gente non merita nemmeno un sorriso, ma solo la crux patibolata come gli antichi infliggevano contro i traditori infami della patria, come quelli che nemmeno meritano la mors jugula. Nemmeno nei campi di battaglia li vedrei e nemmeno nei circhi per il piacere di quelli che essi applaudono li vedrei tanto mi fanno schifo.
Gente abbietta, gente inutile, gente da laboratorio, da usare come cavie e sperimentazioni; gente inutile, come è inutile la vita di chi applaude alla morte di un capitano di una nave in tempesta ed incita alla ribellione il mozzo. Gente che nemmeno Dio prenderebbe in considerazione, tanto è schifosa ed infame nella sua indole. Persone idonee solo come centri di un campo di addestramento per cecchini, persone utilizzabili come cavie di un laboratorio di sperimentazione biochimica-genetica.
Quella gente non merita nulla se non il disprezzo e l’abominio dell’Italia intera.
Genova devastata, ma la colpa la dobbiamo dare ai cambiamenti climatici.
Solo qualche giorno fa in Liguria si abbattevano gli effetti dell’incuria delle amministrazioni e dello sfascio ambientale in cui versa l’intera Italia. Tutti a urlare, a fare scenate da commedia greca e nessuno che invece abbia avuto l’idea di prendere un’iniziativa per tamponare la catastrofe per evitare che si ripeta nel futuro. Uomo avvertito mezzo salvato, recita il detto, ma noi non abbiamo uomini, ma una massa amorfa di sfruttatori incapaci di pensare se non alla loro pancia, indifferenti alle tragedie che, giorno dopo giorno, si abbattono sul nostro territorio.
E’ accaduto, dopo mille avvisaglie, avvertimenti, programmi meteo condotti da qualche puttanella di turno, insomma è stato urlato anche ai sordi che erano in arrivo delle condizioni meteorologiche che avrebbero messo a dura prova le già deboli strutture e come in una tragedia greca anche Genova subisce l’onta della devastazione e della morte.
E il sindaco di Genova che dice: “Una tragedia assolutamente imprevedibile”, imprevedibile??? Ma se sono giorni che stanno massacrando i timpani con allerte, con proclami da fine del mondo, come fa essere una tragedia imprevedibile, come disse pure l’altro devastato mentale di Alemanno per l’inondazione di Roma di qualche settimana fa?
E nella sua fantasmagorica follia continua: “Io non mi sento di dare la colpa a nessuno. Il Fereggiano era un fiume di sicurezza su cui da tempo si era attivata l’attenzione della Protezione civile e del presidente della Regione. Sono stati fatti lavori dal Comune, tutto sulla base del piano di bacino“. In quel punto, osserva Vincenzi, “nel giro di qualche minuto si è sollevato un muro d’acqua a una velocità spaventosa“.
E’ probabile che il sindaco sia in buona fede, ma lo dubito fortemente, mentre è certo che quanto accaduto, per una stupida ed insignificante pioggia, a causa della cementificazioni che Genova ha subito nel corso dei decenni ha prodotto il disastro di oggi.
Non ci sono scuse e nemmeno frasi tipo quelle dettate dall’altro menestrello della politica massone di Napolitano che affermava “questi morti sono il triste tributo che dobbiamo pagare per i cambiamenti climatici“. E’ evidente che quando ci si trova davanti ad affermazioni del genere, a persone che non vogliono vedere le loro responsabilità scaricandole su eventi di cui nessuno sa nulla siamo arrivati alla frutta.
I morti si moltiplicheranno, i disastri “ambientali”, a causa dell’incuria dell’uomo e della sua avidità, aumenteranno, e troveremo sempre qualche decerebrato che indicherà la via per soluzioni insignificanti, ma cariche di denaro e interessi personali.
La gente dice…