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Terremoto: scossa Magnitudo 4,5 nei pressi di Ravenna
Allora non c’è proprio tregua! Anche questa mattina alle 6,08 è arrivata una scossa di terremoto con epicentro una zona marina a pochi chilometri da Ravenna. La scossa, avvertita in buona parte delle citta vicine, è stata rilevata a 26 km di profondità con magnitudo 4,5.
La zona in oggetto è, guarda caso, all’interno di un più vasto progetto di ricerca del gas e qui trovate la carta degli impianti. Si notano moltissime piattaforme nei pressi della costa emiliana anche a meno di 20km dalla costa la cui titolarità (zona A.C. 27 EA) appartiene all’Eni. Ad ogni modo per una più accurata visione è possibile andare a questo indirizzo per avere una panoramica di quanto avviene in mare in prossimità di Ravenna e zone limitrofe.
Che la scossa sia stata un fenomeno naturale non ci è dato di saperlo e i 26 km di profondità potrebbero esserne un indizio della sua naturalità (sempre che i dati non siano stati manipolati), fatto salvo che non siano l’effetto di crolli profondi causati dalle operazioni estrattive delle piattaforme in mare che possono portare al noto fenomeno della subsidenza.
Anche in questo caso non si può parlare che di ipotesi e congetture suffragate da nessun dato o solo da indizi, ma come nella pagina di Wikipedia viene indicato, le estrazioni di gas e petrolio possono comportare l’abbassamento del fondo marino in prossimità del pozzo di estrazione o molto più in là in funzione della configurazione e dimensione del bacino di estrazione. Tale fenomeni possono manifestarsi in tempi diversi dal momento estrattivo a causa della formazione del sottosuolo e dell’andamento delle attività delle faglie rocciose.
Una bomba ad orologeria.
Oltre a questo grave atto di terrorismo che in Italia non è regolamentato vista la disposizione delle piattaforme di estrazione e dei campi di ricerca, c’è chi sostiene che ci sono tecniche per sopperire a questi fenomeni attraverso il pompaggio di acqua o gas all’interno dei bacini di sfruttamento, ma anche in questo caso pare opportuno evidenziare che nel ciclo naturale tali attività non rientrano nell’evoluzione che il territorio avrebbe in condizioni normali e che tali sistemi porterebbero ad effetti incontrollabili sulle attività umane, sull’inquinamento e modifica delle falde freatiche.
L’uomo si sostituisce al ciclo naturale.
Terremoti e petrolio: c’è di mezzo il "fracking"?
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E’ evidente che in queste giorni di angoscia e paura incontrollabile vi siano molte fantasie su quanto accade nelle zone terremotate di recente.
In un post precedente si era ipotizzato che le scosse del 20 maggio fossero di origine umana, causate forse da alcune esplosioni nelle profondità del terreno dopo aver visto l’andamento dei grafici che non presentavano la progressione delle onde telluriche. Probabilmente e a seguito delle osservazioni di un lettore, si arrivava a concludere che la strumentazione, forse amatoriale, delle stazioni di rilevamento, non poteva registrare tutto l’arco di vibrazioni, da lì quindi il risultato dei diagrammi.
Ora però si scorge che ci sono alcuni studi che lasciano abbastanza interdetti di fronte al dolore ed ai danni causati da questi eventi sismici.
Uno studio del Porf. Ortolani dell’Università di Napoli evidenzia che nella zona oggetto del sisma per molti anni si sono svolte moltissime trivellazioni alla ricerca di Gas e Petrolio attraverso la tecnica del Fraking:
La tecnica, sommariamente, è utilizzata per spingere petrolio e gas in superficie quando questi non siano in grado di farcela. Sostanzialmente si perfora il terreno e trovata la sacca di gas/petrolio che non risale in superficie si inietta nel terreno ad alta pressione acqua mescolata a sostanze gelatinose o acqua e sabbia per spingere gli idrocarburi in superficie. In questi ultimi anni accade però anche l’azione inversa di immagazzinamento degli idrocarburi nel sottosuolo, così che trovata una zona adatta per tale scopo si provvedere alla perforazione e all’iniezione di gas o petrolio da conservare.
Lo studio del Professor Ortolani evidenzia quindi una certa correlazione tra il sisma e queste attività, ma non indicandone la causa, quanto piuttosto una conseguenza peggiorativa di una zona già in equilibrio instabile. Allo stesso tempo, e per una non si sa quale considerazione tecnica, Il Giornale contesta in un articolo la possibilità che il fracking abbia qualche correlazione con i terremoti in corso in Emilia e lo fa intervistando un sismologo dell’INGV, il quale afferma: “Normalmente viene usato su pozzi che hanno delle dimensioni del metro e arrivano a 2-4 km di profondità… La faglia che ha provocato il terremoto in Emilia è grande dieci chilometri e si trova a 10-15 chilometri di profondità“. Dimensioni ben diverse, insomma. Così dice l’articolista, aggiungendo inoltre per bocca del sismologo che “Tutti gli eventi di sismicità indotta (il fracking, ma anche le estrazioni petrolifere o anche la pressione di una diga sulle rocce) sono monitorati” (ne siamo certi al 100%?).
Certo non ci si può misurare con un tecnico dell’INGV, ma appare evidente che la profondità del sisma sia variabile in maniera piuttosto particolare e le caratteristiche del sottosuolo ci sono sconosciuti. In un sito che tiene costantemente aggiornato l’andamento dell’attività sismica, si evidenzia che la scossa maggiore (6.1) è avvenuta a 10 km di profondità, mentre a 60 k m di profondità una scossa ha fatto registrare una magnitudo di 2,9. La media delle profondità appare essere di 9,5 km con punte estreme dai 60km (una sola) e 1km.
Le scosse più intense si sono avute tra i 10km e 2 km. Ora, ammesso e non concesso che i tecnici dell’INGV abbiano conoscenze a noi taciute, sembra evidente che vi sia qualche discrepanza anche in virtù dei moltissimi articoli relativi all’attività sismica causata proprio dal fraking. Il 7 novembre del 2011 un’azienda (Cuadrilla) dovette sospendere l’attività di perforazione e di sondaggio nel Nord-Ovest dell’Inghilterra a causa dei frequenti tremori e scosse sismiche anche di magnitudo 3.1.
Oltre al problema della ricerca di idrocarburi c’è anche quello dello stoccaggio degli stessi e guarda caso anche nel sito di Parmanews viene evidenziato il problema tanto che il
17 febbraio 2012, i Ministri dell’Ambiente e dei Beni Culturali Corrado Clini e Lorenzo Ornaghi hanno decretato la compatibilità ambientale e la conseguente autorizzazione di opere di indagine geologica (cioè trivellazioni con uso di cariche esplosive e pompaggio di acqua ad alta pressione), allo scopo di verificare la realizzabilità di un gigantesco deposito di gas metano, nel sottosuolo dei comuni di San Felice sul Panaro, Finale Emilia, Camposanto, Medolla, Mirandola e Crevalcore, all’interno di una altrettanto gigantesca cavità naturale situata a quasi tre chilometri di profondità ed in grado di servire allo stoccaggio di 3,2miliardi di metri cubi di gas metano (equivalente al volume di un’enorme sfera dal diametro di quasi 2km).
E’ possibile verificare nel sito governativo dello Sviluppo Economico quanto attualmente si sta facendo in Italia. Ci sono 1000 pozzi produttivi dei quali 615 su terraferma e 395 in mare.
La produzione di gas annuale ammonta complessivamente a circa 8 GSm3 di gas (nb. GSm3= Giga Standard metrocubo di Gas) e 5 Mton di olio (nb.Mton=megatonnellate di olio) e tali produzioni contribuiscono rispettivamente per il 10% ed il 7% al fabbisogno energetico nazionale. Non male, no? Inoltre c’è da tener in considerazione che in tutto questo affare energetico c’è sempre la voce denaro che la fa da padrone e in questo caso viene definito royalties (chiamarle diritti è offensivo?). Si legge dal sito dello sviluppo economico che:
Le royalties per le produzioni di idrocarburi in terraferma sono ripartite per il 55% alle Regioni, il 30% allo Stato e il 15% ai Comuni. Tuttavia per le Regioni a statuto ordinario comprese nell’Obiettivo 1 (le regioni del Sud Italia tra cui la Basilicata, principale produttore italiano di petrolio) anche la quota del 30% dello Stato è assegnata direttamente alle Regioni.
Inoltre dato che l’Italia è perennemente alla ricerca di fonti di energia e che gli ultimi avvenimenti dello scorso anno (Guerra di Libia) e precedenti (Russia vs Ucraina) hanno provocato una penuria di idrocarburi in genere, la ricerca ha trovato utile poter immagazzinare il gas e il petrolio in terreni idonei. Il fatto in se non è particolarmente insignificante, perché in periodi di “carestia” di risorse energetiche quanto messo da parte per un paese rappresenta la possibilità di poter continuare le sue attività fino alla soluzione degli eventuali problemi internazionali. Purtroppo sappiamo che in Libia ci abbiamo rimesso quanto si era siglato con il precedente governo di Gheddafi, perdendo la corsia preferenziale che avevamo in quel paese lasciando spazio alla Germania, alla Francia, all’Inghilterra e ovviamente agli Usa. Ma per essere alleati delle grandi potenze è necessario rinunciare a qualcosa e queste sono le scelte volute da un governo fantoccio e da un presidente che si è sempre schierato a favore della guerra.
Purtroppo nelle FAQ del sito dello sviluppo economico viene dichiarato che non vi sono correlazioni tra terremoti e stoccaggio del gas, ma è evidente che il sito non manutenuto con solerzia visto quanto scritto sopra.
Purtroppo nella nostra pianura, diventata oggetto di appetiti extra nazionali, troviamo che altre aziende sono interessate ai tesori del sottosuolo come la Aleannaresources con ben 7 siti di ispezione e sfruttamento.
E’ pacifico quindi che in una situazione del genere il primo provvedimento che dovrebbe essere preso dalle autorità – considerando che non sanno nulla sulla prevedibilità dei terremoti – dovrebbe essere quello di interrompere immediatamente per almeno un anno tutte le attività estrattive e di immagazzinamento, controllando al tempo stesso le aziende interessate allo sfruttamento dei bacini energetici dati in concessione se hanno operato nei limiti imposti dalle concessioni, e solo dopo che si sarà calmato questo sciame sismico provvedere al rilascio dei permessi.
Purtroppo il connubio tra interessi privati e potere energetico va oltre la stabilità territoriale così come viene meno l’interesse pubblico e delle popolazioni che in quei luoghi vivono e lavorano.
Ref: luogocomune – altocasertano – webcontro – xena05
Si veda anche:
https://geoazur.oca.eu/spip.php?article1259
https://sites.google.com/site/cellulepostsismique/home/seisme-italie-du-nord-20-mai-2012-mw-6-2
Terremoto di stato o privato?
Trovo che sia vergognoso che un istituto pubblico come l’Istituto Nazionale di Geofisica e Geologia, non abbia una evidente pagina sugli eventi che stanno caratterizzando in questi giorni la provincia di Modena e Ferrara.
Anche ieri sera poco prima di mezzanotte, si è avvertita una scossa di magnitudo 4.3 e nel suddetto istituto non appariva alcuna notizia, salvo che una pallida scritta sull’angolo destro in alto di colore grigio chiaro, assurdo!!
Con i suoi 800 dipendenti suppongo dovrebbe essere estremamente efficiente e capace di mettere in rete i dati in maniera comprensibile e leggibile da tutti, così come altri fanno con risorse risicate. Questo è un altro esempio di una struttura che funziona quando vuole lei, che non da il servizio che dovrebbe dare e che lavora quando e come meglio le aggrada.
Questi enti, che dovrebbero essere il fiore all’occhiello della nostra nazione, gestiti e condotti nepotisticamente, portano a risultati disastrosi. E’ mai possibile che non siano attivati dei servizi 24 ore su 24 che controllino lo stato degli eventi nella zona terremotata? Perché non evidenziano con dei semplici grafici quanto accade, mentre bisogna scartabellare tra decine di pagine web per cercare quello che interessa?
Nella pagina principale trovare la voce terremoti a destra e la relativa lista Ultimi_Terremoti
ma nello scorrere la lista non trovate il terremoto delle 23,41 e la sua relativa scossa:
Mentre se andiamo a verificare una pagina diversa di un altro ente “Progetto Rete Sismica Sperimentale Amatoriale” si evidenzia subito l’andamento, in tempo reale, di quanto accade.
Non so quanti siano al lavoro in quest’ultimo caso, ma le differenze si notano abbastanza bene.
Quando scrivo che la vera malattia della spesa pubblica sta nelle pieghe dell’apparato statale, di enti mai controllati, di lavoratori che fanno il bello e cattivo tempo, che si assentano per mille motivi e tutti retribuiti, che vanno in aspettativa sindacale per decenni questo, anche se limitatamente, ne è un esempio.
Terremoto come false flag?
Questa notte, come molti già sanno, alle 4,03 c’è stato una scossa tellurica di 5.9 della scala Richter in Emilia Romagna , abbastanza forte da essere sentita anche in altre regioni come in Friuli e Lombardia, oltre che Toscana e Marche.
La cosa strana è la zone dell’epicentro, la Pianura Padana, notoriamente classificata zona a rischio terremoti molto bassa. A quell’ora di notte le notizie che si ricorrevano non erano molto precise e nemmeno il sito dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia riportava alcuna notizia di rilievo. Altri invece, più amatoriali e forse meno affidabili – ma comunque presenti – mettevano in linea i tamburi dei grafici che indicavano con una certa evidenza quanto stava accadendo:
La prima cosa che mi è saltata subito all’occhio è il grafico che appare subito all’inizio in rosso che indica la portata della scossa registrata. C’è un’osservazione da fare e riguarda la stazione di rilevamento che non si trova in Emilia-Romagna ma in Toscana a Capannori (LU) distante dall’epicentro circa 100 km in linea d’aria. E’ ipotizzabile quindi che le scosse di avvertimento non siano state registrate per la distanza, ma allo stesso tempo appaiono evidenti quelle decrescenti nei minuti successivi.
Il grafico classico di un sismografo appare essere come in figura:
in cui sono evidenti nel tracciato l’inizio a sinistra della scossa che poi ha i suoi vertici tra i secondi 20 e 30 e il decadimento delle scosse. In quello più sopra questa rappresentazione non appare esserci e forse, come già detto potrebbe essere dovuto alla distanza da ipocentro (?) della scossa oppure a causa di altri fattori come per esempio una esplosione sotterranea che non produce il grafico appena visto:
Nella prima riga rossa appare chiaro che l’esplosione del test nucleare ha compresso fortemente gli strati profondi e le onde che ne sono derivate sono evidenti come dei picchi che poi decrescono nel tempo fino ad affievolirsi.
Potrebbe essere accaduto qualcosa di simile anche in quella zona? La domanda appare lecita anche se molti potrebbero obbiettare che le scosse successive non sono originate da esplosioni. Beh, verissima, ma un’esplosione una volta innescata non è controllabile e negli strati profondi della terra nessuno ci ha messo il naso e nessuno è in grado di sapere come si comporteranno le rocce presenti e come si stabilizzeranno.
Ovviamente non credo che qualche entità misteriosa abbia posizionato una bomba nucleare nelle profondità della Pianura Padana, ma posso credere che, date le tecnologie odierne in mano a certe nazioni (leggasi progetto Haarps) e tutto quello che non ci viene detto, in momenti particolari della storia attuale vi siano le possibilità di mettere in pratica quanto si sospetta.
Auguriamoci che non sia così, ma viste le follie che in questo mondo si compiono in nome di disegni criminali c’è da aspettarsi di tutto. Approfondiremo.
Pensando a Bedandi, terremoto a Ferrara
Alcune piccole tortore si erano avvicinate al davanzale della cucina e stavano beccolando alcune briciole di pane che avevo messo loro. Erano attente e vigili che nessuno potesse minacciarle. I gatti erano giunti da varie parti della casa in attesa di sferrare l’attacco mortale a quei bellissimi volatili. Hanno un sesto senso a noi sconosciuto, sentono anche in quello che per noi è silenzio.
Il maschio più anziano era immobile come una statua e fissava negli occhi le due tortore pronto per l’attacco (ma quando mai!), il secondo, più timoroso, si avventurava con una zampa su per il muro alla ricerca di un improbabile appiglio, mentre la femmina, più distaccata, ma sempre vigile, osservava attentissima la scena in attesa del fallimento dei due maschi (succede sempre così!).
Li osservavo divertito e con voce sommessa richiamavo di due maschi per evitare che arrivassero all’epilogo naturale di quella situazione che si era creata.
Il tempo di uno sguardo e le due tortore si stavano librando in volo e nello stesso tempo lo scossone della sedia. Mi chiesi se m’ero mosso, ma nel mettere a fuoco la situazione gatti-tortore-scossone ne arriva un altro più forte.
“Terremoto!!”, dissi ad alta voce e subito il pensiero si sposto su Bedandi, lo scienziato sbeffeggiato dalla scienza ufficiale.
Avrà ancora ragione nelle sue teorie?
I nostri gatti non lo sanno e nemmeno le tortore.
Terremoto di Roma, manca UN giorno.
Aggiornamento dell 19,40 del 13.05.2011
Bedandi, l’autodidatta, il misterioso personaggio che aveva previsto molti terremoti negli anni passati sembra che questa volta abbia fatto cilecca. Infaffti ha sbagliato la zona tellurica, ma azzeccato il giorno, come riportano molte agenzie.
Gli esperti, quelli che sono parte dell’Istituto Nazionale di Geofisica e vulcanologia, affermano che ogni giorno accadono diversi terremoti e che azzeccarne uno è cosa facile. Peccato che quello spagnolo – loro – non lo avessero previsto.
Sarà anche un autodidatta, un ciarlatano, come spesso accade quando si vuole denigrare una persona, ma la “Scienza Ufficiale accetta “difficilmente” proposte o soluzione alternative se non approvate e discusse preventivamente con loro. Interessi di parte o solamente ponderatezza per non creare allarmismo ? Per quel che mi riguarda sono più propenso a pensare che gli interessi siano prevalenti, sopratutto quando entrano in ballo i denari pubblici e privati.
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Aggiornamento delle 0,43 del 12.05.2011
Molti già lo sapranno che ieri c’è stato un terremoto nella vicina Spagna a Murcia. Molte fonti affermano che non c’è nessun collegamento tra la bufala del terremoto di Roma e quello, reale, accaduto in Spagna. Sono le normali attività della terra.
Però, volendo gettare un sassolino nello stagno, se fosse solo un piccolo preludio alla catastrofe? In fine dei conti Bedandi non metteva una giornata certa nelle sue previsioni, ma un periodo…
Ma sì, sono solo bischerate, però…
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Aggiornamento delle 19,23 del 11.05.2011
Fino ad ora tutto tace, forse Bedandi aveva torto o forse era un’altra data?
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Aggiornamento delle 02,16 del 11.05.2011
Ancora non c’ nessuna notizia di rilievo nella zona di Roma. Qualche piccola scossa dovuta al passaggio degli autobus e della metropolitana, ma nessun ferito a parte i soliti ubriachi, drogati sfatti.
Per ora Bedandi ha fatto flop…però il giorno non è ancora finito.
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Secondo le profezie di Bedandi, domani 11.05.2011 Roma schianterà colpita da un tremendo terremoto.
Manca un solo giorno al fatidico appuntamento e in caso di fallimento della previsione beviamoci tutti un buon calice di vino, alla salute di madre terra che ancora, dopo tutto, ci sopporta e ci accetta nonostante le ferite che le imponiamo.
Ne approfitto, ma se vera la previsione nessuno sa se c’è stato un preallarme nelle prefetture, negli ospedali e nei servizi di pronto intervento? Perché se dovesse accadere…sarebbero cavoli amari per tutti.
Herathquake: 3.11.11
Una data esoterica per chi crede della numerologia o della Gematria che potrebbe far venire la pelle d’oca.
C’è chi ci crede e considerando che il mondo è in mano ad una banda di pazzi e criminali (nel senso stretto del termine) non potrebbe nemmeno meravigliare se la coincidenza di alcuni eventi catastrofici non siano stati spinti anche con la manina di certe nazioni.
Molti sanno che il progetto Haarp è caratterizzato nello studio della ionosfera e delle attività solari su questo strato dell’atmosfera terrestre, oltre che sullo studio delle aurore boreali e di tutti quei fenomeni fisici che si manifestano sotto gli occhi di tutti.
Da più parti si legge che nella realtà questa struttura, saldamente in mano ad un gruppo ristretto di persone, porta avanti una sorta di guerra atta a modificare alcune regole del clima e così quella di provocare movimenti tellurici lì dove siano già presenti faglie instabili o che abbiano accumulato un’altissima energia potenziale. Questa attività verrebbe praticata sparando nella ionosfera delle onde radio.
Certo che le domande che sorgono sarebbero molte, sopratutto perché ricorrere a questo genere di armi anziché parlare ed accordarsi. Io ho una mia teoria che l’uomo, anche nel XXI° secolo, di fondo è e rimane un predatore. Se gli è possibile razzia e depreda tutto quello che gli aggrada, alla faccia delle mille e più organizzazioni mondiali umanitarie, anzi più esse esistono ed agiscono maggiore è la predazione, visto che chi gestisce queste organizzazioni sono proprio i razziatori. Ma questa è la mia teoria.
Pare quindi che sotto-sotto l’aiutino dato dal sistema Haarp, sia stato quello di favorire quello che potenzialmente c’era già sulle faglie tettoniche del giapponesi innescando quello che abbiamo purtroppo già visto. Già dei sintomi o prove ci sono state nel terremoto di Christianchurch, messo a tacere in pochissimo tempo.
C’è qualcuno che sa più nulla? Silenzio di tomba, no?
Sembra infatti che sia stato un errore nei calcoli o come altri dicono una prova del nove per qualcosa di più importante, infatti è accaduto: 8.9 della scala Richter.
Ma perché alcune nazioni (Usa, Francia ed Australia) dovrebbero agire su scala planetaria provocando situazioni in cui le conseguenze non sono prevedibili. Non dimentichiamo il saggio detto: “chi scherza con il fuoco o prima o dopo si brucia le mani“, ma va da se che questi personaggi, ammalati di potere, perché il potere è una malattia fine a se stessa, sanno anche rinunciare ad una mano, ad un dito ed anche ad un braccio pur di avere il potere assoluto (demente, dico io) di sovvertire le regole della natura.
Questo sembra essere una possibile disposizione delle antenne Haarp nel mondo, ma la rappresentazione, ancorché suffragata dalle indicazione del progetto stesso lasciano ovviamente molti dubbi sulla loro disposizione.
Le ipotesi sembrano fondarsi su alcune studi e sperimentazioni che in Giappone si stanno portando avanti sulla fusione fredda con la ricaduta ovvia della perdita del potere sul controllo dell’energia delle grandi multinazionali che controllano il cartello mondiale dell’energia (stiamo parlando di decine di migliaia di miliardi di dollari). Tutto questo (la fusione fredda), se attuabile, porterebbe allo smantellamento dell’intero sistema basato sull’energia derivata dagli idrocarburi (petrolio e gas).

Chissà se lo sanno gli americani, questi bambinoni!
Quello che comunque innesca qualche dubbio è che la Reuters abbia rimosso l’immagine dell’effetto del fall-out delle radiazioni causate dall’esplosione della centrale di Fukushima: non far conoscere ai media USA cosa li aspetta? Sospetti, complottismo o realtà pura e cruda?
Proviamo ad immaginare e fare mente locale su poche cose semplici, ma facilmente intuibili. L’auto!
Oggi come oggi l’auto è un baraccone di sistemi tecnologici tali che per poterla guidare in piena rilassatezza, volendo sfruttare tutta la tecnologia caricata, dovremmo avere sicuramente un secondo pilota, altrimenti il risultato sarebbe un incidente. La gente però non ci fa più caso al carico di tecnologia assoluta che una macchina ha: dal satellitare, ai sensori della frenata, a quelli del consumo a quelli per il parcheggio all’hud (head up display) proiettato sul parabrezza con i dati più significativi per la navigazione e via dicendo. E’ un vero concentrato di tecnologia: fantastico. Sono appena passati non più di 100 anni e l’auto ha una quantità di cose tecnologiche da sembrare quasi un’astronave, ma…e qui casca l’asino, come cent’anni fa l’auto si muove solo e sempre con le medesime cose: benzina, ovvero motore a scoppio, ovvero candele, pistoni, e qualche altra menata meccanica che di scoperta tecnologica non ha nulla di nuovo.
Tutto uguale come 100 anni fa. Nulla di nuovo!!!
Ma perché non c’è nulla di nuovo?
Perché il costo di estrazione del petrolio e la sua raffinazione, che ormai è agli sgoccioli (abbiamo la benzina verde ed il gasolio), è talmente basso e talmente conveniente che investire per un nuovo carburante NON è ancora utile!
Eppure già ci sono delle auto che vanno ad acqua, la Tata ne ha prelevati i diritti ed il suo scopritore, Stan Mayer, morì avvelenato misteriosamente.
Ora chi controlla l’energia controlla il mondo: è un assioma talmente chiaro che anche un deficiente la capirebbe. Se quindi il Giappone, schiavo di aver perso la IIa Guerra Mondiale, si erge a produrre energia a costo zero sovvertendo le regole mondiali del cartello dei detentori dell’energia del mondo è logico pensare che i padroni dell’energia non stiano fermi (in Italia abbiamo già dato, come si dice, con l’omicidio di Mattei)
Avvertono, minacciano ed agiscono: il terremoto.
Fantasia o fantascienza spicciola?
Forse, ma a pensare male è peccato, ma spesso ci si azzecca.
La gente dice…