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Referendum Nucleare: in Egitto esplosione taciuta
Mentre le notizie su Fukushima si stanno diradando a favore del referendum sul nucleare, ecco che ne salta fuori un’altra taciuta dai media lecchini e servi dei grandi gruppi.
Succede che in Egitto ad Anshas ci sia stata un’esplosione nella centrale Nucleare.
L’esplosione avrebbe rotto alcune condutture dell’acqua di raffredamento delle barre del combustibile disperdendo l’acqua radioattiva (alcune migliaia di litri) nell’atmosfera circostante. Ma si sa gli arabi sono una sottospecie, quindi che ci frega?
L’incidente è avvenuto a 60 km dal Cairo ed è stato classificato il grado di pericolosità al livello 3.
Nessuno ne parla, ovviamente, e in corsa per il referendum sarebbe una pubblicità negativa, però quelli lì, quelli che andiamo a sfruttare durante le nostre vacanze, quelli si stanno sorbendo una bella nuvoletta radiottiva, alla faccia delle vacanze e dei vari night club, dischoteche e altre porcate da turista colonialista.
Ecco, beccateve questa bella notiziola, e godete del male altrui.
fonte: adnkronos.com
Obama’s Family: ancestry and genealogy. Power makes no exceptions
E’ probabile che pochi sappiano le acquisite discendenze dell’amato presidente degli Stati Uniti d’America.
Barak Obama è il primo afro-americano che è stato eletto in quella terra di razzisti che sono gli Usa e prima della sua elezione egli era già un giovane senatore dell’Illinois.
Obama è nato il 4 agosto del 1961 da Barak Hussei Obama (padre) e Stanley Ann Durham (madre).
Dopo un breve matrimonio il papà di Obama si trasferì in Kenya, mentre la madre, trasferitasi in Indonesia, si risposò con Lolo Soetero dando alla luce una sorellastra (Maya Soetero).
Lasciata l’Indonesia Obama ritornò ad Honolulu dove fu allevato dai nonni materni (Stanley Armour Dunham e Madelyn Lee Payne)
Dalla linea paterna Obama discenda da una serie di capi tribù del Kenya (poteva essere diversamente, un mandriano di vacche?), mentre la linea materna è ricca di sorprese.
Da parte di sua madre Obama condivide discendenza da Samuel Hinckley con il Presidente George W. Bush (11° cugino) e una discendenza comune da Philip Arment e Maria Elizabeth Schmidt con il Presidente Lyndon Johnson (4° cugino).
Sin trova inoltre una comune discendenza con Michael Gutknecht con il precedente President Harry Truman (7° cugino). Quindi con Adriian Gordy e con ex-presidente Jimmy Carter (8° cugino), quindi da Joseph Holley e con l’ex-presidente Gerald Ford (his 10th cousin).
Seguono altri illustri ospiti nella linea di sangue di sua moglie tra i quali Richard FitzAlan, Earl di Arundel, e Elizabeth Bohun, con l’ex-presidente Franklin Rooseelt, John Quincy Adams, james Madison, e Zachary Taylor. Da questa parentela la famiglia Obama (meglio sarebbe dire la famiglia della moglie) discende anche dalla famiglia Reale Inglese.
Infatti con John Quincy Adams condivide la linea di sangue con George Washington, Theodore Rooseelt, Franklin Roosevelt, Herbert Hoover, Woodrow Wilson, Zachary Taylor, John Tyler, e Jimmy Carter.
Dopo di che la linea di sangue della moglie segue un percorso che la vedrebbe addirittura imparentata con Roberto Capeto I° e Carlomagno… e magari, grattando-grattando, la vedremmo imparentata con Abramo e Salomone…
Quale potrebbe essere la morale, se vera questa bufala delle parentele altolocate?
In primis viene da sospettare che al comando di una nazione vanno solo alcuni che seguono fedelmente i dettami delle più antiche famiglie, pur di mantenere ben saldo il potere acquisito nel corso della storia con saccheggi, rapine, omicidi e massacri.
La nobiltà si è accresciuta solo ed esclusivamente con il brigantaggio per gli interessi di altri briganti più grossi di loro e per il mantenimento dei vantaggi acquisiti. L’osso non viene mollato mai! Al popolino bue viene gettato dalla finestra l’osso spolpato sul quale andrà a scannarsi.
Figuriamoci se questi fetidi stichi di santo della nobiltà e delle munifiche famiglie lascerebbero spazio a idee di democrazia, di libertà: mai e poi mai!
Anzi, è vero per il popolo bue che accetta di buon grado la ignominia di servire i potenti tramite la mascherata della democrazia; il popolo bue non sa, non capisce, ha la testa di un bambino di 4 anni ed accetta tutto quello che gli viene detto, anche le cose più assurde, proprio come un bambino che crede alle parole del genitore.
In secundis se vero la bufala delle parentele è un messaggio ben chiaro che al potere non va nessuno che non abbia ricevuto il placet dei dominatori. Il controllo del potere è assoluto e non si sgarra, nemmeno con un negro che, pur accettato nella Grande Famiglia, dovrà comunque seguire le linee guida dei suoi padroni, insomma come si fa con un cane.
A tal proposito mi viene in mente una vignetta ebraica: ma se nel paradiso terrestre c’erano solo Dio, Adamo ed Eva e il serpente, dov’era la nobiltà?
Fonte: ObamaAncetsry – genealogyforpresident – infowars
Rivoluzione creativa: destrutturazione per “Greater Middle East”?
Mentre da noi infuria la lotta per la puttana o per chi ha avuto maggior concubinaggio, inneggiando alla moralità (falsa) delle forze politiche in campo, nel resto del mondo, in quello più vicino all’Italia, si stanno preparando eventi epocali che i nostri media tendono sommessamente a sussurrare anziché le porcate dei vari Berlusca e loro ruffiani dell’opposizione.
In Egitto è risaputo, l’esercito – controllato dal Pentagono e dal Mossad – ha avuto la meglio su quest’ultimo travagliato periodo. Gli egiziani esultano, ballano e incoscientemente fanno il gioco dei loro carnefici; la libertà, la democrazia e le varie angherie sofferte in questi trentanni verranno ristabiliti (ma non sono mai stati presenti prima!). Ognuno potrà fare come nelle democrazie occidentali: potrà costruire, potrà avere una famiglia omosessuale, potrà dedicare il suo tempo al cellulare, potrà ubriacarsi, drogarsi, vestirsi come gli yankee impongono, potrà usare la coca come sferzata per un venerdì da sballo, potranno sbeffeggiare i più anziani e allo stesso tempo potranno fare del loro paese il centro di sperimentazione industrializzato di Guantanamo. Già si fa a Moubarak Military City (MMC)
Gli egiziani non sanno, o fanno finta di non saperlo, ma finirà così, come finì così anche da noi e nell’intera Europa che dal giogo nazi-fascista diede spazio e libertà, alla libera concorrenza, alla democrazia, alla demagogia, alla corruzione, alla mafia ed alle lottizzazioni di potere. Loro ancora non lo sanno, ma presto, molto presto rimpiangeranno Moubarak e i suoi sistemi oppressivi, dittatoriali e impedenti lo sviluppo di alcune lobbies, delle classi di affari, delle finanziarie per la spartizione del territorio e delle sue risorse. Loro ancora non lo sanno, ma presto lo proveranno sulla loro pelle.
Sono un popolo relativamente giovane: oppresso dai turchi, poi dai liberali inglesi, dai russi con Nasser, poi con Sadat e dal democratico filo americano di Moubarack. Adesso i militari, è meglio ribadirlo, sono i difensori delle libertà di stampa, di parola, di opinione, mentre si sa che molti dei militari hanno lottizzato buona parte delle risorse egiziane, buona parte delle finanze e della cultura della corruzione. I militari hanno fatto accordi con Israele, con gli Usa e con tutte quelle forze che dell’Egitto se ne infischiano, ma il popolo inneggia a loro come liberatori. Beati i poveri di spirito perché avranno il regno dei cieli, forse la stessa cosa si dirà anche in arabo, ma pochi seguiranno e pochi osserveranno i veri cambiamenti che le menti eccelse stanno elaborando nelle loro dorate residenze.
Così il movimento kefaya (nda: basta!)sostenuto dal Washington National Endowment for Democracy (NED) ed il Albert Einstein Institution tramite il suo sostenitore, intacca e porta a casa un’altra pedina nel Risiko della spartizione dei poteri mondiali.
Il nome formale di Kefaya in egiziano è il Movimento per il Cambiamento. E ‘stata fondato nel 2004 da selezionati intellettuali egiziani a casa di Abu’ l-Ala Madi, leader del partito di al-Wasat, un partito creato riferito dai Fratelli Musulmani. Il movimento di protesta è stato organizzati tramite le reti internet e i giovani legati a Mohammed ElBaradei e al gruppo torbido e segreto dei Fratelli Musulmani, i cui legami con servizi segreti inglesi e americani e la massoneria sono ampiamente segnalati.
Ma la scintilla che ha innescato lo sciopero del 25 gennaio è stata l’appello allo sciopero del Movimento 6 Aprile tramite Facebook , gruppo guidato da un ventinovenne Ahmed Maher Ibrahim. Il gruppo, tramite Twitter e Facebook dichiarava, seguito degli avvenimenti di piazza che il rappresentante per l’egitto non poteva che essere l’ex capo della International Atomic Energy Aagency (IAEA) assieme alla National Association for Change (NAC), associazione dello stesso Elbaradei. La NAC include, tra l’altro George Ishak (ebreo) leader ne movimento Kefaya e Mohamed Saad El-Katatni, presidente del blocco parlamentare del controverso gruppo Ikhwan (Fratelli Mussulamani). Insmma gira e rigira si torna sempre ai soliti caporioni, no? Nel dicembre del 2009 il movimento Kefaya annunciava il supporto della candidatura di Mohammed ElBaradei per le elezioni del 2011.
Sempre un caso che Elbaradei sia apparso dopo 30 anni di assenza dall’Egitto?
Dire dei rapporti tra Obama e Mubarak sono stati congelati fin dall’inizio non è esagerato. Mubarak è stato fermamente contrario alle politiche di Obama sull’Iran e su come trattare il suo programma nucleare, sulle politiche di Obama verso gli Stati del Golfo Persico, la Siria e il Libano, nonché verso i palestinesi. [1] E’ stato una spina formidabile ai grandi ordini del giorno di Washington per l’intera regione, il progetto di Washington del Grande Medio Oriente, recentemente riproposta col meno inquietante titolo di “Nuovo Medio Oriente”.
Il giorno delle straordinariamente ben coordinate manifestazioni popolari che chiedevano a Mubarak le dimissioni, i membri chiave del comando militare egiziano, incluso il capo di Stato Maggiore Gen. Sami Hafez Enan, erano tutti a Washington in qualità di ospiti del Pentagono. Neutralizzando opportunamente la forza decisiva dell’esercito nel fermare la protesta anti-Mubarak, crescente nei primi giorni critici [2].
Curiosamente, i progettisti della National Endowment for Democracy (NED) di Washington [3] e delle ONG connesse alla rivoluzione colorate, sono apparentemente prive di creatività riguardo degli accattivanti nuovi nomi per la loro Color Revolution egiziana. Nel novembre 2003 per al loro Rivoluzione delle Rose in Georgia, le ONG finanziate avevano scelto una parola attraente, Kmara! Al fine di identificare il movimento giovanile per il cambiamento di regime. Kmara!, anche in georgiano significa “basta!”
La NED di Washington era tranquillamente impegnata nella preparazione di un ondata di destabilizzazioni dei regimi in tutto il Nord Africa e Medio Oriente, dopo l’invasione militare degli Stati Uniti, nel 2001-2003, di Afghanistan e Iraq. L’elenco dei luoghi dove la NED è attiva, è rivelatore. Il suo sito web elenca Tunisia, Egitto, Giordania, Kuwait, Libia, Siria, Yemen e Sudan e, curiosamente, Israele (un caso che Netanyahu abbia richiesto il supporto a Moibarak?). Casualmente questi paesi sono quasi tutti soggetti oggi a “spontanee” insurrezioni popolari per un cambio di regime.
La NED è l’agenzia di coordinamento di Washington per la destabilizzazione e il cambiamento dei regimi. E’ attiva dal Tibet all’Ucraina, dal Venezuela alla Tunisia, dal Marocco al Kuwait nel ridisegnare il mondo dopo il crollo dell’Unione Sovietica, in quello che George HW Bush, in un discorso del 1991 al Congresso [4], proclamò trionfalmente essere l’alba di un Nuovo Ordine Mondiale. Mentre l’architetto e primo capo del NED, Allen Weinstein ha detto al Washington Post nel 1991 che, “molto di quello che facciamo oggi è stato fatto di nascosto 25 anni fa dalla CIA“.
[1]- DEBKA, Mubarak believes a US-backed Egyptian military faction plotted his ouster, February 4, 2011, accessed in www.debka.com/weekly/480/. DEBKA is open about its good ties to Israeli intelligence and security agencies. While its writings must be read with that in mind, certain reports they publish often contain interesting leads for further investigation.
[2]Ibid.
[3] – National Endowment for Democracy, Middle East and North Africa Program Highlights 2009, in http://www.ned.org/where-we-work/middle-east-and-northern-africa/middle-east-and-north-africa-highlights.
[4] – George Herbert Walker Bush, State of the Union Address to Congress, 29 gennaio 1991. Nel discorso, Bush a un certo punto ha dichiarato con aria trionfante di celebrazione del collasso dell’Unione Sovietica, “Ciò che è in gioco è più di un paese piccolo, è una grande idea, un nuovo ordine mondiale …”
(Nadia Oweidat, et al, The Kefaya Movement: A Case Study of a Grassroots Reform Initiative, Prepared for the Office of the Secretary of Defense, Santa Monica, Ca., RAND_778.pdf, 2008, p. iv.)
Scie, fantasie o realtà misconosciute?
Quanti alzano gli occhi al cielo per osservare? Quanti hanno notato delle scie bianche che rimangono in cielo per ore ed ore, allargandosi successivamente in chiazze biancastre rendendo il cielo velato con colori al tramonto innaturali?
Credo che molti le abbiano notate e molti se ne siano disinteressati: tanto che cosa possono fare?
- Immagine satellitare
Sulle scie che si vedono in cielo non si sa nulla, nel senso che nessuno delle istituzioni spiega esattamente cosa siano e quando vengono richieste (le spiegazioni) sono per lo più banali, quasi infantili: scie di condensazione del vapore acqueo dai motori degli aerei. Tutte cose risapute!
Il fatto è che il vapore acqueo non rimane in cielo per ore ed ore e non varia la sua colorazione con i raggi del sole a certe angolazioni, ma anche sotto questo punto di vista le spiegazioni dei “tecnici” sono per lo più banali e infantili: sono la condensazione degli scarichi degli aerei che contengono sostanze diverse in funzione dei carburanti e degli additivi usati che con la temperatura ed umidità dell’atmosfera a certe altitudini, rifraggono la luce in maniera diversa. Oddio, può anche essere una buona spiegazione, ma non spiega perché rimangono nel cielo per ore e perché i certe occasioni si formino buchi perfettamente rotondi nel cielo, oppure le nuvole, all’avvicinarsi di temporali assumano forme insolite, quasi di matasse di lana.
Però, sappiamo che a Pechino, durante le olimpiadi, furono usati razzi carichi di ioduro d’argento per scongiurare la pioggia proprio durante la inaugurazione, sappiamo che in Abudabi hanno provocato la pioggia (52 acquazzoni) in agosto (!!!) usando la semina aerea di sostanze ionizzanti l’atmosfera. E queste non sono le prove dei complottisti, ma fatti veri ed accaduti. Anche alla BBC.UK si ammette che vi siano sperimentazioni chimici a nostra insaputa: anche loro complottisti?
Mah?! Eppur si muove, l’areo che solca il cileo e che fa strani disegni! Nella realtà ci sono state anche alcune interpellanze parlamentari, ovviamente senza esito.
I complottisti dicono che queste scie rilasciano alcune sostanze, per lo più bario, bromo, silicati, torio, ma possiamo immaginare che ce ne siano altri. Si pensi per esempio alle quantità industriali di diossina e defogliante scaricati dalle forze americane in Vietnam per fare terra bruciata contro i vietcong, questa è staoria degli anni ’60 e non è complottismo, ma realtà passata!
Ora se si è utilizzato del “semplice” defogliante o della diossina per stanare i “viet”, è possibile pensare che chi controlla non possa fare a noi cose sconosciute per modificare alcune variabile ambientali, climatiche, comportamentali, irrorando l’atmosfera di sostanze che possano modificare la stua struttura e l’aria che respiriamo e che respirano i nostri figli? Ma oltretutto lo ammette anche l’europa.
Allora che si dice a tal proposito, perché tacere? Perché i piloti di quegli aviogetti sono “condannati” a stare zitti? A quale tipo di ritorsione sono sottoposti e che ricatti subuiscono loro e la loro famiglia se per caso sfugge loro una parola in questo campo? Eppure le prove stanno tutte sui cieli, si vedono tutti i giorni e anche di notte, è sufficiente alzare il naso e anziché bere una birra, o alzare il gomito per trangugiare una pastiglia di droga con un bicchiere di alcool forse se tutti dessimo maggior peso a quello che ci accade attorno potremmo vivere meglio, no?
E invece no! Meglio drograsri, ubriacarsi, non vedere, non denunciare, non sottolineare quanto le alte sfere farmaceutiche, militari stanno compiendo sulle nostre teste. Non dobbiamo sapere! E non serve porsi delle questione perché anche in altre parti del mondo il problema è presente, così in USa in Canada, nella Gran Bretagna, in cui è anche bene espresso un commento del parlamento inglese. Quindi non sono balle solo che per digerire quanto si vede, è necessario accettare la favola del cambiamento climatico, del surriscaldamento terrestre e del buco dell’ozono per permettere a dei criminali travestiti da agnelli di defraudarci della nostra vita.
Quale Shoah commemorare? (Parte II)
Il coro è assordante, strabordante di leziosità, volgare, eccessivo e stucchevolmente scontato, spesso pacchiano e acritico. Questo è quanto si percepisce dalle innumerevoli dichiarazioni sulla Shoah.
Napolitano, il vetero comunista che non ha mai rinnegato le sue amicizie d’oltre cortina, ci insegna come dobbiamo rispettare la Shoah e non perde tempo a bacchettare tutti quelli che ormai non ne vogliono più sentir parlare, offrendo, invece, medaglie d’onore ai vecchi superstiti dei campi di sterminio.Napolitano ci insegna che “Il primo seme avvelenato, il primo germe distruttivo è quello dell’intolleranza, del nazionalismo e del populismo che si traducono in demonizzazione e in odio del diverso e dello straniero“
Alfano, il lecchino di corte di sua immonda maestà di Arcore, addirittura sposa e sostiene la necessità di varare una legge che punisca chi non riconosce la storicità della Shoah. Per fortuna che nel mondo ebraico esistono persone con il senno e con la giustizia di chi ha sofferto realmente, è il caso di Ariel Toaff che dichiara “L’idea stessa della legge è sbagliata. In primo luogo sarebbe lesiva della libertà d’opinione, anche della più aberrante, e aprirebbe la strada a altri tipi di limitazioni. E comunque i negazionisti continuerebbero finendo magari per passare da vittime“. (nda: la soppressione della libertà, di parola e di espressione di pensiero è anticostituzionale, infatti l’Art. 21 recita: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.)
E’ una lotta contro il tempo, contro l’inesorabile potere della dimenticanza, ma non si deve dimenticare, anzi è necessario porre dei limiti entro i quali far scorrere la legge che tutto guida e tutto sorveglia per punire per impedire e incarcerare anche la libertà di pensiero e di critica. Eppure non c’è verso di far capire a lor signori che la Shoah è una parentesi storica che purtroppo si ripete in diverse parti del mondo. Ma non c’è miglior sordo di chi non vuol ascoltare!
Non c’è un solo uomo che sia meglio dell’altro! Tutti hanno le mani sporche di sangue, di crimini contro l’umanità, di barbarie. Nessuno è indenne, ma solo un “popolo”, per grazia ricevuta da Dio, è superiore e migliore degli altri, quello di religione ebraica. Solo loro hanno il diritto di esistere e di essere commiserati e venerati, gli altri, i goym (non ebrei), possono anche crepare, essere sterminati. (Secondo Israel Shahak, autore di “Storia ebraica, religione ebraica: nel peso di tre Millenni, il termine “esseri umani ” nella legge ebraica si riferisce esclusivamente agli ebrei.)
Infatti in Israele, nella terra promessa, si canta e si inneggia allo sterminio e nessun giornale, media nazionale o internazionale pone l’accento per il ribrezzo e la ferocia con cui alcuni rabbini incitano allo sterminio dei goym “E’ lecito uccidere i Gentili (ndt:i non ebrei) tra le Nazioni, anche se non sono responsabili di minaccie”, aggiungendo:” Se uccidiamo un Gentile che ha peccato o ha violato uno dei sette comandamenti – perché abbiamo a cuore i comandamenti – non c’è niente di sbagliato nel loro omicidio “. L’autore di queste farneticanti parole il rabbinoYitzhak Shapiro e molti altri autorevoli rabbini Yithak Ginzburg e Yaakov Yosef, hanno raccomandato il testo in questione (The King’s Torah) come libro di studio nelle scuole dei coloni israeliani.
Questa la cultura della Shoah? Questa la cultura alla quale fa riferimento Pacifici: quella razzista e sionista incurante dei trattati internazionali (Rapporto Goldstone). Sarebbe quindi questo il messaggio di pace ed amore per i diversi che Napolitano ci vuole offrire “Il primo seme avvelenato, il primo germe distruttivo è quello dell’intolleranza, del nazionalismo e del populismo che si traducono in demonizzazione e in odio del diverso e dello straniero“. Le parole sono profetiche, ma dovrebbe avere il senno, ormai perso, di rivolgerle a coloro ai quali preme far vedere la sua devozione, il suo occhio di riguardo.
Chiappe strette, arriva l’in****
Già, la volgarità è gratuita, ma cosa si deve fare per avvisare i naviganti della prossima tempesta che froderà milioni di italiani?
Ormai è deciso, c’è poco da stare allegri, la patrimoniale verrà attuata e zitti-zitti vedremo sfilarci dai nostri conti i soldi che serviranno per ripagare le porcate fatte dalla Casta, dalle banche, dagli speculatori. E non ci sarà nessuna manifestazione al contrario di quello che accade se per caso qualche coglione di arbitro delle partite di calcio fa una cavolata.
In questo caso nessun partito, nessun sindacato e nessun operaio, impiegato o semplice pensionato, scenderà in piazza sotto i palazzi del governo per gettare fisicamente dalla finestra la gentaglia che decierà una tale ladreria. La morale è semplicissima: meglio sfilare qualche miliardo di euro dai conti e dai risparmi degli italiani piuttoston che far pagare ai veri responsabili (quelli che foraggiono i politici) con una semplice manovra attuabile con un decreto come ad sempio la così detta Carbon Tax applicabile a tutte le transazioni finanziarie: basterebbero alcuni punti percentuali per sistemare i conti in pochissimo tempo, ma toccare la tasca dei banchieri e degli speculatori che ci frodano tutti i giorni è molto più difficile che frugare nelle tasche del porco italiano medio, laido ed infame personaggio che a al di là della TV e delle porcate mediatiche non è in grado di concretizzare con la sua testa da minorato psichico.
Il miserrimo uomo, come tale è il suo pensiero, di Giuliano Amato ha proposto che sul debito pubblico si può semplicemente ovviare prelevando, come fece nel 1992 lui stesso, con un’altra patrimoniale. (che cosa è la patrimoniale? Fate una ricerca in rete e capirete!!)
Soldi che verranno prelevati dai propri conti bancari e dei quali nessuno potrà opporsi, perché nessuno vi dirà quando accadrà e perché la stessa regola applicata nel 1992 avrà anche in questo caso valore retroattivo, quindi se prelevate i vostri soldi in banca non avrete scampo, perché l’agenzia per le entrate busserà comunque alla vostra porta e vi pignorerà la casa, lo stipendio e qualsiasi cosa abbiate.
Questi laidi ed infami personaggi della politica grigia e sotterranea come D’amato, Prodi, Dalema e tutti quelli che li hanno preceduti e succeduti ed altri imperscrutabili infami esseri, avranno il coraggio di imporci sacrifici e sangue, tanto a loro non li tocca nessuno, perché nessuno andrà in piazza a spaccare la testa di questi emeriti cancri nazionali, i veri tumori della democrazia e dell’Italia.
Meditate, gente, meditate, perché già ve ne avevo parlato tempo addietro e ricordate che più se ne parla più è scontato che la cosa avvenga…ma è successo.
L’Europa impone: NO al NATALE!

Natale di Giorgione
Pare una barzelletta per tutti quelli che per anni hanno vissuto questa festa che ha origini antichissime e che fonda le sue radici nella nostra storia romana e successivamente nella millenaria storia del cristianesimo.
Esiste l’ordine dall’alto, della Commissione Europea (che rammento NON è nominata da nessun governo europeo) che ha imposto all’Europa la cancellazione della festa natalizia. La notizia, che troviamo su “La Stampa” brevemente è la seguente:
La Commissione Europea ha prodotto più di tre milioni di copie di un diario dell’Unione Europea per le scuole secondarie che non contiene nessun riferimento al Natale, ma include festività ebraiche, indù sikh e musulmane.
Certo la libertà di culto è sacra così come lo era in tempo romano, ma quella a cui ora stiamo assistiamo è l’imposizione della de-romanizzazione dell’Europa e la conseguente riduzione della cultura cristiana. Le leggi europee stanno agendo come un tremendo maglio macina tutto e i risultati di questo immondo modo di agire li stiamo verificando e toccando con mano tutti i giorni.
Quello che è accaduto con la Riforma luterana e successivamente calvinista nel nord Europa, nella cattolica Inghilterra ed Irlanda, viene pedissequamente applicato anche in questo tempo. Le stragi compiute dai riformatori in Germania, Olanda, ma sopratutto Inghilterra ed Irlanda e da i loro sostenitori, si stanno esprimendo adesso anche attraverso questi atti che negano l’esistenza di un sentimento culturale e tradizionale comune.
In buona sostanza, l’Europa costituita da popoli che fondano la loro cultura sul cristianesimo, è destinata ad accettare l’ebraismo, l’islamismo, l’induismo ed altre varianti religiose, purché NON siano cristiane. Una bella faccia di tola questi della commissione europea (il minuscolo è d’obbligo), no??
Come li potremo definire queste croste di qualche cesso di periferia, pagati profumatamente con i nostri soldi che decidono sulle nostre teste sulle NOSTRE TRADIZIONI e sulla NOSTRA CULTURA???
E’ forse la mano longa delle logge massoniche che tradizionalmente combattono il cattolicesimo? Non è da sapersi, ma anche MTV pare avere qualche ingerenza sulla questione:
Hanno raso al suolo la scuola, la famiglia, la coppia, i sentimenti e il Natale, mercificando tutto e tutti, hanno livellato il pensiero portandoci ad assomigliare al nulla ma noi, vere bestie da macello non meritiamo la nostra cultura. Dobbiamo accettare la scure del macellaio, perché il goym non è degno di vivere se non quello di servire il suo padrone messianico. Nessuno ne parla, nessuno, nemmeno il Santo Padre, forse anch’egli fratello dei grandi fratelli, ma nemmeno la stessa chiesa, quella che pur con tutti i se e ma, ha difeso l’occidente sostituendosi come baluardo a sostegno della nostre origini oppone un flebile lamento.
Tutti supini al pensiero dominante.
Rinnegare l’euro? Meglio la patrimoniale!
In borsa durante le contrattazioni, se un titolo tende a salire o scendere senza un motivo specifico è quasi certo che l’andamento è dovuto ad alcuni “rumors” (voci) o se si vuole pettegolezzi, che spesso hanno un fondo di verità. Quando esce la notizia, quella vera, gli speculatori hanno fatto già dei buoni affari e quelli che vi si gettano vengono immancabilmente spennati dal mercato. Capita!
In questi ultimi anni l’andamento dell’area euro ha avuto dei strani movimenti, dei balzi e sobbalzi, tutti indirizzati in una battaglia acerrima tra chi è pro e contro l’euro. Primo tra tutti la Goldaman Sachs e il noto finanziere Soros che già ebbe una parte molto negativa negli anni passati per aver affossato le monete allora circolanti: la lira, il marco e la sterlina inglese. Ma gli attori non stanno solo nei due suddetti, ma sono presenti anche nelle sale finanziarie di molte banche europee (Detuch Bank – Societé General – Interalpha – JP Morgan – Bank of America – Bank of England – Il Gruppo Rothschild – Banco de Santander – ecc.)
Sappiamo che tutto sembra nato dalla nota bolla speculativa dei “subprime” in USA e che da lì si sia espansa anche al resto del mondo, per ora la Cina resta fuori, per ora!
Nella realtà, ovvero per quello che ci è dato da capire, le cose stanno andando in maniera non troppo lineare come potrebbe apparire. Ci viene detto che la crisi è finita, che la ripresa, anche se piccola, c’è e che le cose cominciano ad andare per il verso giusto.
Ne siamo certi?
No, perché pensando ai buchi dell’Islanda (che non sono stati ripianati dal popolo islandese, ma che hanno lasciato fallire le banche speculatrici) di cui non si parla più, di quelli dell’Irlanda e di quelli dell’Estonia, della Lituania, della Grecia, del Portogallo, dell’Ungheria, dell’Austria e della Svizzera che ci vengono sistematicamente taciuti, farebbe pensare che viviamo in un’isola felice. Ma invece, leggendo sui diversi quotidiani e nella rete, si scopre che più voci stanno prendendo in considerazione una ipotesi assurda, bocciata dai più inveterati economisti pattinati, quella dell’uscita dall’euro.
Paolo Savona, ex ministro e presidente del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, ha proposto che l’Italia si liberi del “cappio europeo che si va stringendo al collo“, considerando la convenienza di uscire dall’Euro o dall’Unione. Ma non è l’unico, infatti da Bloomberg si legge un articolo di una nostra testa pensante Elena Carletti, la quale in un’intervista rilasciata al noto giornale ha espresso viva preoccupazione e suggerito una rapida ed indolore uscita dall’area euro senza troppi fronzoli, evitando tentennamenti ed accettando la contropartita di una certa inflazione che all’opposto verrebbe mitigata da un aumento delle esportazioni.
La preoccupazione nasce da un fatto semplice: il prossimo anno l’Italia dovrà ritornare ai suoi creditori la bella cifra di 250 miliardi di euro e sappiamo che non c’è alcuna possibilità che l’Italia sia i grado di rifinanziare il debito se non con le solite ed assurde scelte come la infame patrimoniale (abbiate fede che verrà applicata e in totale silenzio!!) che comunque non riuscirà a tamponare il buchetto, ma solo ad inacidire ancor più le persone e spingendo sempre di più la popolazione all’evasione e a qualsiasi sistema per frodare lo stato.
Un cane che si morde la coda in cui non c’è nessuna soluzione se non, per l’appunto come ha fatto l’Islanda, rifiutare il debito e rimetterlo ai creditori. Il fatto certo è che nessuno permetterà all’Italia di uscire dall’euro, perché quel governo che attuasse questa soluzione non è rappresentato dall’attuale e nessuno, nell’arco parlamentare odierno, è in grado di opporsi alle feroci bramosie di potere degli oligarchi finanziari che dell’Italia hanno fatto il loro cortile di casa.
Il paese Italia, anzi la penisola italiana, è un territorio estremamente importante per alcune nazioni, in primis per la Inghilterra.
La penisola italiana, data la sua posizione a poche miglia dalla costa africana e del medioriente, controlla qualsiasi movimento di merci, uomini e potere. E’ inoltre una potente antenna anche sull’est europeo e le sue antenne sono rivolte lì dove altri nazioni non risescono ad arrivare.
Chi controlla l’Italia controlla tutto il meditteraneo e quanto in esso accade, ma pare che ai nostri politici questo aspetto strategico della nostra terra non interessi e le conseguenze le vediamo tutti i giorni.
Nota: è di oggi la notizia che la Banca d’Italia ha stilato un rapporto che quantifica la ricchezza delle famiglie italiane in ben 8.600 miliardi di euro!!! Bene, che vuol dire questa notizia? Semplicemente che si fa sapere al volgo che di denaro ce n’è a bizzeffe e che una “manovrina” (leggasi patrimoniale) non procurerebbe alcun danno se non in maniera molto limitata. Ci sta tutta e il prelievo potrebbe aggirarsi sui 30/40 miliardi di euro…(circa 500 euro a cranio, poi ci dovranno spiegare come fa un anziano con una pensione sociale di 420 euro a pagarsi la patrimoniale)
La tecnica della comunicazione è sempre la stessa: si fa conoscere un dato che appare importante senza però entrare nel dettaglio, si paventano giorni bui e fuori controllo se non si attuassero manovre drastiche per correggere l’andamento della nostra economia (quando invece è la salvaguardia dei grandi gruppi bancari), si pubblicizzano aspetti oltremodo negativi dai quali non si vedono vie d’uscita e oplà un sedicente ministro del tesoro o altro sconosciuto, lancia l’idea della patrimoniale che nessuno potrà mai contestare viste le premesse disastrose in cui giace l’Italia finanziaria ed economica. Questo perché chi si ergesse a contestare la scelta sarebbe tacciato di disfattismo e lui sarebbe il vero capro espiatorio del disastro economico e debitorio dell’Italia. ATTENZIONE…che se intendete disfarvi dei vostri beni in banca dovete fare i conti con la subdola azione dei stregoni al servizio dei cani da guardia dei ladri di stato. Come al tempo del governo Amato la patrimoniale venne applicata in maniera RETROATTIVA. Conviene caso mai spezzettare i propri conti in tanti più piccoli, o in libretti di risparmio, o impegnati in titoli di stato che andrete poi a liquidare post patrimoniale, fatto salvo che prima di percorrere queste strade è sempre e comunque utile informarsi sui costi per queste operazioni. Magari il costo totale supera quello della patrimoniale e alla fine avrete fatto guadagnare proprio quelli che ci guadagnano sempre: le banche.
Un peso e due misure: la frusta, Sudan e Israele.
In un giornalino gratuito, di quelli che si trovano nei bar o all’angolo delle strade, si legge una notizia particolare. In Sudan una giovane sedicenne viene fustigata per 50 volte (mi pare esagerato, visto il video) per aver indossato un paio di pantaloni che secondo la legge islamica che in quel paese si applica, è un atto riprovevole da condannare con la fustigazione.
Anche il mondo islamico di Al-Jazera si indigna di fronte a questi eccessi. Strana ‘sta cosa, ehh?
A pochi chilometri di distanza, nello stato di Israele accade una cosa simile, ma taciuta dal giornalino (del gruppo Caltagirone) così come anche dagli altri media: un giovane cantante si è esibito davanti ad un pubblico misto di donne e uomini andando contro i dettami del Talmud e come risultato di questa offesa è stato condannato dai rabbini locali a 39 nerbate per aver infranto la legge giudaica.
Molti ci dicono che Israele è un paese democratico dove non accadono cose che invece ci parrebbe normale trovare in Sudan, eppure…anche nella perla della democrazia-teologica-mediorientale accadono fatti per nulla assurdi e nonostante questo, da più parti si sente le voce del coro che invita a pieni polmoni l’entrata di Israele nella comunità europea…
C’è qualche nota stanata, la notate?
Natale, una festa dissacrata.
Come ogni anno arriva il Natale.
Una festa che alla fine non è altro che la sempre e solita festa. Ma festa di cosa?
In ogni città i diversi mercatini imperversano, la gente corre a frotte a comperare (adesso si dice shopping) per la festa di Natale! Mamme, bambini, gente qualunque che si assiepa lungo le vetrine lucenti di brillantini, festoni per assaporare una festa. Ma di che cosa?
Cos’è il Natale? Non me ne vogliano i cattolici, ma quello che una volta era la festa della Natività oggi è diventato il mercimonio degli oggetti più disparati: dalle mutande, alle scarpe, agli inutili attrezzi per la cucina o per la casa che mai verranno usati o mostrati. Tutto ciarpame inutile, pagato a caro prezzo e solo per fare un regalo, un pensiero o un obbligo. Ma nulla più!
Il Natale, così come la famiglia, la scuola, la società, i valori del rispetto e della tolleranza e della misericordia, sono stati sovvertiti in obbligo alle leggi di mercato. Tutto, in pochissimi anni, è stato raso al suolo, amalgamato ad un semplice mercato del bestiame, in cui il prezzo di un chilo di carne equivale a quello del pensiero per un figlio o per i propri cari. Il vilipendio della festività più cara al mondo cristiano e a quello del mondo contadino, è stato reso una buffonata: una semplice comparsa della commedia della legge di mercato.
Negozianti che si arabattano a cercare scorciatoie per attrarre più clienti possibili, orari da schivizzazione per gli impiegati ed i commessi, domeniche e sabati dedicati alla massiccia corsa agli acquisti, code chilometriche in auto per guardare vetrine che migliaia di volte abbiamo visto e che sono sempre le stesse. Tutto solo ed esclusivamente per festeggiare una cosa sola: il denaro, anzi i guadagni di chi ci rapina. Oggi che è la vigilia ho visto i moscardini a 38 euro/chilo contro i normali 4/5 euro che si pagano normalmente nei mercati del pesce.
E’ corretto? Dal mio punto i vista direi che non fa una grinza, ma altri, forse, potrebbero aggiungere che nella festività del Natale si celebra la famiglia e quanto non è stato possibile fare nel corso dell’anno. Falsi!
Lo sapete che non è così, ma che questa festa, come tutte le altre, è una semplice scusa per tutte le manchevolezze che nel corso dell’anno sono state compiute da ognuno di noi ed allora nella festa comandata si cerca riparo con un regalo, con un oggetto inutile che non serve a nessuno e nemmeno a chi lo riceve.
Anzi chi lo riceve capisce benissimo che non è pensato, ma che è l’obbligo che sentite verso la vostra manchevolezza nei suoi riguardi, quindi doppiamente falsi ed ipocriti.
Quanto ipocrisia e falsità vestita di pellicce di animali sacrificati per il nostro sudicio ed immondo perbenismo. Confondiamoci nella folla grigia delle pecore che vanno al mattatoio e manteniamo un profilo basso, così, nella speranza che il macellaio non ci veda, ma alla fine anche i l nostro sangue sarà versato. Eppure, lì, poco lontano c’è uno spiraglio, un buco nella staccionata che potrebbe essere la via della salvezza e della nostra via, ma siamo pecore, inermi e condannate a seguire il gregge, non siamo in grado di vedere oltre alla punta della coda della pecora che ci precede.
Mercato si diceva sopra, ma il mercato non è tutto, esso è parte di un grande disegno di scelte che altri fanno per noi. Adesso siamo i padroni del mondo, così sembra che crediamo, ma siamo in fila al negozio per acquistare quello che tutti hanno; organizziamo la cena dove sulla tavola si ereggono simboli dei quali nemmeno conosciamo la loro vera origine e che scambiamo per addobbi, ma che nascondo nel loro intimo aspetti e segreti a noi sconosciuti ed estranei.
Natale falso e sudicio!!!
Eppure, nella festività di questo giorno una fiamma arde per riscaldare, ma non è quella del mercatilismo o del messianismo ormai dilagante, ma quella più piccola e sempre ardente della speranza e della verità , che tende al calore di tutte le cose, alla luce e a una nuova vita. Non è cristianesimo, né giudaismo e nemmeno zoroastrismo, ma la semplice speranza del nudo contadino che nei segni imperscrutabili del tempo e della terra percepisce il corso degli anni e i segni della nuova vita.
I tutto questo non v’è nulla di commercio e di coscienza intesa nel senso di gnosi, ma la sapienza che molto non è conosciuto e ciò che si conosce è infinitamente piccolo di fronte a quanto accade.
La gente dice…