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Sirian Sarin

7 settembre 2013 4 commenti

gufo

Che sia in corso una macchinazione creata dai soliti noti guerrafondai è arcinoto e le diverse segreterie europee di Francia, Inghilterra spingono sull’acceleratore dell’intervento armato anche contro le regole internazionali similmente a come è stato con la Libia.

Le regole del gioco dei massacri perpetrati da ambo le parti non hanno più nessun limite, la distinzione nella macellazione dei civili non ha ora più nessun significato. Tutti sono coinvolti in queste turpe ed ignobile farsa. Il governo di Assad pare tentennare nel permettere la visita degli ispettori dell’Onu e ne ha ben donde. “Too little too late” esclamano i giornalisti d’oltre Manica e quelli statunitensi: troppo poco e troppo tardi? Per che cosa, verrebbe da chiedersi.

Troppo tardi è l’affermazione ed è spiegata dalla presenza di un certo Ake Sellstrom, uno che all’epoca dell’Iraq faceva parte della squadra che aveva trovato – falsamente – delle armi di distruzione di massa. Ma in tutta questa sceneggiata, grondante sangue da tutte le parti, alcune cose non tornano. Damasco invita gli ispettori dell’Onu a verificare e proprio in quel momento delle verifiche il governo Assad produce l’errore più stupido della storia: lancia granate al gas nervino contro la propria popolazione. O è un pazzo, oppure un vero incompetente. Lo stesso Sellstrom ammette che c’è qualcosa di strano in questo nuovo massacro, ma qualcosa deve essere pur fatto (da parte dell’Onu), solo che per attivarsi è necessario che uno dei membri dell’Onu ne faccia richiesta, poiché abbiamo solo 14 giorni, ammette Sellstrom.  Troppo poco, è l’altra affermazione: si fa riferimento che in tre giorni le tracce del gas non sono più identificabili, ma chiediamoci come fanno a sapere che tipo di gas è stato impiegato se devono ancora effettuare degli accertamenti?

Ma i nemici di Assad avevano manifestato tempo prima del lancio del gas venefico annunci circa uno “scoop” mediatico. Si tratta di Nizar Nayyuf, che oltre ad essere un ribelle siriano è un dirigente del Centro Europeo di studi e ricerche del Medio Oriente, con sede a Londra, dove copre la funzione di direttore del dipartimento “informazione e analisi”, annunciando che in occasione della venuta degli Ispettori dell’Onu avrebbero lanciato una “bomba mediatica”.

Però, il dubbio e i fatti passati dovrebbero insegnare alle potenze straniere, ma essendo loro stesse a muovere i pagliacci sullo scenario il gioco sta diventando estremamente arduo da risolvere.
Powell, ex segretario di Stato Usa alla CBS consiglia caldamente di rimanere fuori da questo ginepraio irrisolvibile, manifestando anche una visione delle colombe interne al gruppo dei neocon americani: cambiando le dinamiche del Medioriente e passando nelle mani degli estremisti la situazione diventerebbe irrisolvibile ed estremamente pericolosa per quelli che ritengono la guardia di ferro (Israele). I falchi, rappresentati dal sionista di Kerry, oggi nelle sue dichiarazioni, appare invece molto più propenso ad un intervento diretto per porre fine ai massacri compiendone altri ben più devastanti (vedasi Libia, Iraq, Afghanistan, Pakistan, Yemen, Sudan, Etiopia, Mali, Nigeria, Vietnam). E le voci di un diretto coinvolgimento della Russia a difesa della Siria nel caso che gli Usa attaccassero dipingono il quadro mediorientale sempre più cupo, e non solo per quella parte del mondo, ma direttamente anche l’Italia stessa.

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Però, scorrendo alcune foto dei bimbi “avvelenati” (appare strano che gli adulti non siano presenti) alcuni medici evidenziano delle cose che lanciano un sospetto:

1. Nessun rigor mortis
2. Colore della pelle dei poveri bambini e’ roseo, nessun segno di intossicazione ( la pelle diventerebbe scura, viola)
3. Assenza di macchie ipostatiche: il sangue nel cadavere si accumula nelle parti declivi per gravità, causando chiazze violacee;
4. La bambina colla maglietta rosa nella prima foto ha il braccio sinistro sollevato dal pavimento e il destro rilassato e aperto. Ciò indica presenza di tono muscolare monolaterale. Il braccio dovrebbe cadere a terra.
5 . Nessun segno superficiale di traumi: se uno sviene e cade a terra si procura abrasioni e ecchimosi, che non ci sono.
6. Alcuni "cadaveri" hanno le mani colle dita intrecciate: posizione impossibile da mantenere nel cadavere se non con artifizi particolari.

Ma non è sufficiente quanto sopraddetto. Il Sarin è un gas estremamente tossico facilmente solubile in acqua e nessuno dei “soccorritori” pare curarsi troppo della loro salute: mascherine di carta, a mani nude toccano i corpi dei bimbi, mancanza di tute protettive e quel che è più allucinante alcuni personaggi che compiono iniezioni sui corpicini. Appare una farsa tanto grottesca quanto la stupidità dei media occidentali che prendono per oro colato le affermazioni di personale dai dubbi trascorsi. Nessun dubbio, nessuno che metta in discussione le affermazioni dei loschi personaggi: Hollande, Cameron, Nethanyau, Obama.
Infatti appare già noto che alcune fazioni di ribelli si siano servite di questo gas in una dichiarazione video qui e qui, nel silenzio ignobile dei media italiani. Tanto ignobile che anche durante l’attacco alla cittadina di Maalula, patria del primissimo cristianesimo dove ancora si parla aramaico, solo una televisione (Rainews24) ha esposto in maniera abbastanza oggettiva i fatti che avvenivano. Gli altri media nel silenzio più totale.

Ma perché?

La Siria, oltre che perno cruciale nello scacchiere mediorientale, ha un discreta riserva di petrolio e un’abbondante quantitativo di gas. Ma vediamo di capire meglio la questione.

Dopo la suddivisione dell’Impero Ottomano, secondo l’accordo Sykes-Picot (1916), la Siria venne costituita dividendola in zone di influenza inglese e francese.

sykes_picot_map

In base a questa suddivisione, che ovviamente non teneva conto delle popolazioni, nell’attuale sistema, (vede lo stesso trucco è stato usato dagli inglesi quando, dovendo concedere l’indipendenza all’Irak, lo separarono dal Kuweit, e il confine tra i due nuovi Stati – per puro caso – divideva in due il gran giacimento di Rumaila, motivo dell’invasione di Saddam nel 1990) le influenze dei governi francesi ed inglesi hanno cercato sempre di operare a vantaggio loro contro le autonomie locali. La Società delle Nazioni di allora (la stessa che impose le sanzioni all’Italia per l’occupazione dell’Etiopia) concesse la Siria in protettorato alla Francia, e l’Irak alla Gran Bretagna.

In tutto questo, come si diceva sopra, la Siria è centro focale per il passaggio di alcuni oleodotti tra i quali quello Kirkuk-Banias,

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il più antico (1952), ma non più attivo dopo un bombardamento del 2003 da parte dell’aviazione Usa e non più riaperto a causa delle dimostrazioni del Governo Assad contro l’attacco americano in Irak. Da quel momento gli Usa hanno considerato la Siria un paese terrorista e nel 2004 il congresso Usa votava le sanzioni economiche contro questo paese. Altro oleodotto particolare è quello di Kirkuk-Ceyhan,

 

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che passa praticamente al di fuori del confine siriano, ma in terra curda e finisce in Turchia. Il controllo curdo è una spina al fianco dei turchi e il partito PKK ha fatto saltare più volte questo oleodotto.

Assad non è solo colpevole per quanto detto, ma anche per avere la gestione nazionale delle risorse petrolifere con la Syrian Petroleum Company e Syrian Gas Company, mentre i soci stranieri sono solo una piccola minoranza. Ovviamente se al potere andassero i Fratelli Mussulmani le cose cambierebbero a favore di una più “democratica” suddivisione dei profitti alle ben note BP, SHELL, EXXON, e Total, come accadde in Libia, ricordiamolo!

La Siria ha anche un enorme quantitativo di gas da sviluppare, ma che gli è stato impedito a causa della guerra in corso. L’enorme giacimento è proprio difronte alle sue coste in condivisione della terra promessa (il non-stato) che invece ha già portato avanti i programmi di sfruttamento e ricerca nel settore di Leviathan (tra le altre cose una buona parte è stata “rubata” ai palestinesi della striscia di Gaza).

Ma ormai queste sono parole senza senso, i giochi sembrano già determinati dalla follia criminale di Usa, Francia e Israele. Il vaso di Pandora si sta aprendo e tutto non sarà più come prima.

Lacrime democratiche di una serpe

16 dicembre 2012 1 commento

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E’ veramente triste e penoso constatare come un uomo si commuova difronte a fatti efferati, a crimini in cui siano coinvolti dei bambini. E’ il caso del Presidente degli Stati Uniti d’America che, dopo la strage che si è compiuta in una piccola cittadina americana in Connecticut, tenendo il discorso alla nazione, si è commosso piangendo per la perdita di quei bambini innocenti.

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Lacrime che sgorgano dal cuore!!! Obama SadLa tristezza della serpe.

Anche in Europa la notizia è rimbalzata immediatamente e, come una saetta, è entrata nei nostri cuori al pensiero che delle giovani vite, candide, ricche di barbiturici, di carboidrati e di Ritalin, siano state spezzate da un loro pari, forse squilibrato, forse talmudicamente imbevuto di odio, il cui risultato è stato che molti sono stati massacrati dalla sua follia.

Però…vediamo di capire questa tremenda notizia e come il suddetto Obama l’ha voluta confezionare. Il partito delle armi in America è quello che maggiormente finanzia le campagne elettorali dei diversi presidenti ed è quello che alimenta la immensa macchina del Pentagono e che produce un certo reddito. Senza questa grandissima fetta produttiva gli Usa sarebbero ridotti probabilmente alla pari di un paese dell’America del sud e l’immensa giostra produttiva di questi giocattoli sarebbe ridotta al lumicino, come in un baraccone per colpire qualche palloncino colorato.

Invece no! Le più grandi aziende del mondo di armi stanno in Usa e sono tutte connesse con la Casa Bianca, il Pentagono, la Cia, la Nsa, e le altre varie branche dei servizi e dei contractors che operano nelle diverse parti del globo. E’ un’attività incessante che non ha uno stop. La Smith&Wesson ha avuto un aumento spaventoso di fatturato rispetto al 2011 del 48% e dopo i massacri in Connecticut i titoli di borsa hanno avuto una semplice flessione del –0,63%: un nulla nelle contrattazioni borsistiche!! Dall’altro lato la NRA (National Rifle Association) ha dichiarato che la vendita delle pistole in Virginia, per esempio, ha avuto un aumento del 76% e che il numero delle violenze che coinvolgono le armi è diminuito di oltre il 27%.

Ma in Usa, non è la prima volta che capita una cosa del genere, basti ricordare la strage di Columbine, accaddero anche altre stragi come le seguenti e nulla fu fatto:

  • February 29, 2000: Unidentified 6-year-old offender in Michigan school shooting. 1 student fatality.[39]
  • May 26, 2000: Lake Worth, Florida Lake Worth Middle School Florida teacher Barry Grunow was fatally shot by his student, 13-year-old Nathaniel Brazill, who had returned to school after being sent home at 1 p.m. by the assistant principal for throwing water balloons. Brazill returned to school on his bike with a 5 inch Raven and four bullets stolen from his grandfather the week before. Brazill was an honor student. Grunow was a popular teacher and Brazill’s favorite.[39]
  • August 28, 2000: University of Arkansas shooting at Fayetteville, Arkansas 2 student fatalities.
  • September 26, 2000: Darrel Johnson, 13, offender in Louisiana school shooting with 1 student fatality.[39]
  • March 5, 2001: Charles Andrew William, age 15, offender in California school shooting, 15 wounded 2 of which died.[39]
  • March 30, 2001: Donald R. Burt Jr., age 18, offender in Indiana school shooting with 1 student fatality.[39]
  • September 24, 2003: John Jason McLaughlin, age 15, offender in Minnesota school shooting with 2 student fatalities.[39]
  • February 2, 2004: Unidentified offender in Washington, DC school shooting with 1 student fatality.[39]
  • May 7, 2004: Unidentified 17 year old offender in Maryland school shooting with 1 student fatality.[39]
  • March 21, 2005: Jeff Weise, 16 year old offender in Minnesota school shooting. Fatalities include 1 teacher, 5 students, 1 security guard, 2 relatives.[39]
  • November 8, 2005: Kenny Bartley, age 15, offender in Tennessee school shooting with 1 principal fatality.[39]
  • October 6, 2006: Charles Carl Roberts IV, a 32 year old a milk truck driver, murdered five Amish girls and injured five others before killing himself in an Amish school in the hamlet of Nickel Mines, in Bart Township, Lancaster County, Pennsylvania.
  • April 16, 2007: Seung-Hui Cho, age 23, offender in Virginia Tech University shooting. 32 students and faculty were killed, along with another 17 students and faculty injured in two separate attacks on the same day.

Appare chiaro che gli Usa siano abbastanza vaccinati per queste vicende, dobbiamo meravigliarci, oppure dobbiamo piangerci sopra qualche lacrimuccia?

Oltre a questo appare chiaro che la manipolazione di Obama rasenta la più ignobile offesa per quelle famiglie statunitensi che hanno perso un figlio per mano di un povero pazzo. Però come quelle famiglie piangono la perdita di quegli innocenti bimbi caricati di Ritalin, barbiturici, alcool, droga e altri composti OGMm, non vedo le stesse lacrime quando, per esempio, 1.500 (millecinquecento) bambini sono stati massacrati dalle bande criminali giudaiche armate dagli stessi Usa e non con semplici pistole o fuciletti, ma con il fosforo. I media tacquero tutti e nessuno, tanto meno quella serpe di Obama, versò una lacrima!

Non vedo nessun giornale italiani, oppure statunitensi piangere per le migliaia di morti che le bombe della Nato (comprese quelle italiane con 456 incursioni) ha causato negli ospedali, negli asili, nelle scuole della Libia di Gheddafi o come accade adesso alla ricerca del negro da sgozzare, da lapidare, da dilaniare. Nessuno versa lacrime e tanto meno quel fetido essere che rappresenta gli Usa.

Non vedo alla stessa maniera nessuna lacrima sgorgare da quegli occhi di serpe per gli sgozzamenti perpetrati in Siria dalle bande armate salafite e addestrate in Kossovo da addestratori americani. Gli occhi in questi casi sono lucidi, vitrei, fermi e prontamente attivi per colpire, dilaniare, straziare, squartare e smembrare corpi, famiglie, nazioni e stati. In questo caso la serpe di Obama non versa lacrime di dolore, ma di gioia per aver compiaciuto ai suoi padroni, a quella genia che ha armato la mano del giovane pazzo.

Tutti tacciono! Ma piangono i delitti per un accidentale pazzo corrotto ed educato da una società malsana, minata alle basi da una cultura mirante all’oppressione del non eletto.
Ma a noi che cosa ci frega se queste vite innocenti sono morte? Possiamo versare lacrime per sollevare la sofferenza delle loro famiglie? E queste famiglie come hanno educato questi figli, con quali culture, quali tradizioni? Per poi scoprire che la madre del pazzo era una collezionista di armi e che spesso portava il figlio pazzo ad addestrarsi a sparare.
Possiamo pensare che non sarebbe accaduto?

War Game of Gaza

24 novembre 2012 Lascia un commento

BimboGaza

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I media occidentali hanno sostenuto in coro che l’attacco israeliano a Gaza è stato un’operazione diretta a stroncare il terrorismo come risposta al lancio dei missili palestinesi, però i media occidentali dimenticano che PRIMA del lancio de missili palestinesi gli israeliani avevano ucciso a sangue freddo Ahmed Jabari, un mediatore tra le fazioni più violente di Hamas che era riuscito per molto tempo, dopo l’operazione Piombo Colato, alias Piombo Fuso, ad evitare altri spargimenti di sangue.

L’amministrazione Obama aveva dato il consenso all’inizio di novembre proprio nella settimana delle elezioni e il punto centrale della questione non riguarda solo il sostegno di Washington, ma la diretta orchestrazione militare degli Usa nella progettazione e realizzazione dell’attacco a Gaza.

L’operazione “Pillard of Clouds”  inizia il 14 novembre, una settimana dopo l’elezione dei Obama, e ha come obbiettivo ufficiale l’abbattimento di Ahmed Jabari, in seguito l’operazione si svolgerà con bombardamenti generalizzati, senza obbiettivi sensibili, e con il dispiegamento di 75.000 militari delle truppe di terra pronti ad intervenire.

Quello che è interessante notare in tutta questa operazione c’è la partecipazione attiva e coordinata degli Usa nella preparazione e coordinazione delle operazioni.
Il fatto più significativo sta in un’operazione congiunta delle forze israeliane e americane proprio un mese prima dell’attacco, una specie di gioco di guerra, una prova generale in cui l’obbiettivo era provare il nuovo sistema anti-missilistico israeliano “Iron-Dome” contro attacchi vicini (Hamas ed Hezbollah) e lontani (Iran).

I due principali responsabili Ehud Barack e Leon Panetta avevano stabilito un processo di stretta collaborazione. Ai primi di Agosto Panetta era in Israele e vi ritornò due mesi dopo ai primi di ottobre, due settimane prima del lancio dell’operazione congiunta militare “Austere Challenge 12”. A metà ottobre iniziava la prima fase delle operazioni che culminava con il bombardamento di Gaza (14 Novembre). Il gioco di guerra a questo punto diventa reale ed evidenzia che il suo scopo principale era quello di portare effettivamente ad un’operazione militare a tutti gli effetti, poiché “Pillar of Clouds” fu effettivamente pianificata in anticipo tramite l’esercitazione “Austere Challenge 12”.

La partecipazione congiunta vedeva coinvolti i generali Craig Franklin (Usa) e il generale di brigata Shachar Shohat (Isr.), in cui gli obbiettivi strategici furono quelli di creare situazioni di tensione (stress situations) nello spazio aereo israeliano e sul mare per provare l’abilità di colpire obbiettivi vicini e lontani da Israele (Iran). La supervisione delle operazioni facevano capo all’ammiraglio James G. Stavridis, capo del Comando degli Stati Uniti d’Europa (EUCOM: United States European Command).  Alcune dichiarazioni del generale Stavridis affermano che l’operazione congiunta è stata portata avanti per simulare una guerra nel medioriente in cui sia richiesto l’intervento degli Usa a supporto nella difesa aerea ad Israele.

Il sistema di difesa, attuato (Iron-Dome) con la collaborazione americana, è costituito da alcune stazioni mobili di Patriot-Act3 collegate tra loro e gestite da un sistema di comando e controllo l’Aegis Combat System che in questo caso fu posizionato su mezzi al di fuori delle coste israeliane in navi, presumibilmente americane. Il 12 novembre il ministro della difesa israeliano Barak affermava che la partecipazione congiunta riflette la profonda cooperazione americana a sostegno di Israele contro la minaccia sempre più invadente di Hamas, aggiungendo che dopo questa esercitazione (sic) la difesa stabilirà un altro test simulando la possibilità che un più avanzato sistema di difesa non ancora provato (Arrow 3 e Magic Wand System). Notare la data: 12 novembre.

E’ difficile, se non impossibile definire quanto sta avvenendo in quella parte del Medioriente se non si conoscono i termini esatti della questione. Nessun giornalista serio dei vari media si è mai interessato attivamente per capire esattamente i profili del conflitto e dei massacri compiuti e per informare oggettivamente l’opinione pubblica. Tutti più o meno adagiati al pensiero comune, sulle parole di un alleato che attraverso il sostegno ad un governo sionista esercita parte del suo potere che altrimenti verrebbe meno, tale e tanta è la debolezza americana in questo momento. Purtroppo a farne le spese è la gente comune, quella che ogni giorno cerca di sopravvivere, ma questi non sono nemmeno definiti umani, anzi vengono usati come pedine di un gioco di guerra.

ref: globalresearch.com

Altri 4 anni di sangue.

6 novembre 2012 1 commento

Sono diversi mesi che ci stanno martellando con le elezioni che si terranno tra pochi giorni in Usa e la sfida tra Romeny ed Obama appare sempre più serrata: sul filo di lana uno dei due (Obama) vincerà il mandato per finire l’operazione di disastro totale.

Disastro che ha visto l’attuale presidente portare avanti la politica aggressiva del suo predecessore G.W.Bush. Gli esempi che si possono enumerare sono moltissimi e in tutti la linea comune è una politica di aggressione, di interferenza con le politiche locali dei vari paesi del mondo. Basti pensare all’Iraq, all’Afghanistan, al Pakistan senza dimenticare gli ultimi avvenimenti che ci ha visti partecipi direttamente dalla nostra terra: la Libia, con la quale, poco meno di un anno prima del disastro, si era siglato un accordo di non aggressione, sottoscritto da Napolitano, Berlusconi, La Russa.

Ma Obama è anche quel presidente che appena insediato nella casa Bianca ricevette il Nobel per la pace un anno dopo la sua elezione “per i suoi sforzi straordinari volti a rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli”. Nella sua carriera ci sono fatti eclatanti di mistificazione:

  1. l’iniezione di oltre 700 miliardi per l’economia, così vuole la vulgata comune, mentre i denari vanno a vantaggio delle banche americane e la disoccupazione cresce alle stelle;
  2. annuncia il ritiro di grossa parte delle truppe americane dall’Iraq prima della fine dell’agosto 2010 e di tutte le truppe entro la fine del 2011 (sappiamo invece che solo una piccola parte delle truppe sono state ritirate);
  3. propone ai leaders iraniani soluzioni per mettere da parte 30 anni di conflitti (ma nello stesso tempo inviava un’intera flotta di navi nel golfo persico ed impiantava basi missilistiche in Arabia Saudita);
  4. propone altresì un piano di non proliferazione nucleare a Praga (invece fa installare basi missilistiche nei paesi dell’ex-Unione Sovietica per minacciare la Russia);
  5. in Egitto inizia una politica con i mussulmani più intransigenti per alleviare il conflitto israelo-palestinese (i Fratelli Mussulmani, sostenuti dai centri di controllo Usa, saranno i veri vincitori dei successivi avvenimenti della rivoluzione araba in Egitto)
  6. propone la chiusura definitiva di Guantanamo, ma successivamente ammette l’impossibiità di portare a termine la sua proposta ed ordina una nuova ondata di processi approvando la detenzione illimitata contro oltre 40 detenuti
  7. provvede a fare rientrare nei ranghi di persone “normali” alcuni terroristi iraniani, oppositori dell’attuale regime.

Solo in questo spaccato di eventi da lui sottoscritti e voluti, in accordo con i padri fondatori del National Patriot Act, è sufficiente prendere per prendere visione delle contraddizioni e del sistema poliziesco e di terrore che questo presidente, assieme alla coalizione repubblicana, ha messo a punto.

Non attendiamoci quindi che la sua rielezione sia foriera di pace, giustizia e libertà, perché la missione devastante che questo manipolo di lazzaroni ha nei propri piani prevede anche l’uso della nostra terra. Lo disse pure una canaglia tempo addietro.

Slegature combinate.

30 dicembre 2011 2 commenti

Leggo alcune notizie che sembrano molto interessanti, vediamole assieme:

1) Bossi insulta Napolitano e a Rai24 nel discorso di Bossi, mentre parla dell’ospite del Quirinale  (il solito massone-comunista), accenna alle corna… Scaramanzia o uno scambio esoterico tra i due massoni?

2) L’Ungheria approva una nuova legge che la mette di traverso agli accordi dell’Unione Europea facendo infuriare il Fondo Mondiale: ” …”Abbiamo definito i nostri obiettivi, li raggiungeremo. Se qualcuno ha dei buoni consigli da darci, lo ringraziamo, ma se intende farci deviare dalla nostra traiettoria, lo respingiamo educatamente”, ha aggiunto Orban. Il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, si è detta preoccupata per “la situazione della democrazia” in Ungheria e la Commissione europea ha inviato a Budapest una messa in mora perché rinunci al progetto di riforma della banca centrale, che per la Bce ne colpisce l’indipendenza. ” Vogliamo scommettere che questo signore farà una fine analoga a quella che fece Heider? O che nell’arco di un po’ di tempo si scateneranno delle manifestazioni “popolari” (questa volta sarà da decidere il colore e Soros, noto filantropo, potrebbe suggerirlo) tale da farlo dimettere? Le opzioni sono aperte.

3) Hugo Chavez manifesta apertamente contro lo strapotere Usa nell’America del Sud indicando che l’attività della nazioni americana sarebbe all’origine di alcuni strani tumori che, guarda caso, avrebbero colpito proprio quei capi di governo più vicini alla politica Venezuelana e contraria a quella statunitense.  Di fondo la cosa appare abbastanza verosimile: è sufficiente alzare gli occhi al cielo per comprendere che ogni giorno, costantemente, siamo irrorati dalle scie chimiche sulle quali nessun governo è in grado di chiedere spiegazioni attendibili e scietificamente provate. Tutti quelli che hanno tentato di dipanare la matassa dei dubbi e delle perpelessità sono stati inquisiti, hanno avuto perquisizioni o strani incidenti stradali. Quindi che gli Usa tentino di sopprimere “naturalmente” un avversario non meraviglia. La scienza corre in aiuto ed i sistemi sono molti. Ma è la ennesima dimostrazione che lì dove non arriva la rivoluzione colorata arrivano le pastichette, l’inalazione, qualche spruzzetto, qualche mescola da aggiungere al cibo e la corruzione – il denaro – la fa da padrone. La bestia sa sempre il prezzo che deve pagare per avere i suoi risultati.

4) Mario Monti, il tecnocrate eletto a senatore a vita da sua maestà Re Giorgio ha tenuto uno lunghissimo discorso sulla FASE 2. Se qualcuno ha capito qualcosa è bravo e me lo spieghi, grazie. Ma da uno che è stato nominato UNA volta sola nei suoi scritti accademici (13 in tutto) possiamo aspettarci qualcosa di più che una mielosa e sonnolenta tiritera di ehmm….ahhh…ssssììì…allora..ehmm…però.

Hormuz nel segno della democrazia.

29 dicembre 2011 2 commenti

E’ sufficiente pizzicare la tasca degli usurai e della finanza corrotta che immediatamente si alzano le urla stridule della bestia colpita nel ventre molle. Così succede che gli Usa alzino la voce ad un sussurro appena accennato della chiusura dello stretto di Hormuz. Quali e quanti interessi verrebbero messi in pericolo? E sopratutto quante scommesse finanziarie verrebbero lapidate in una frazione di secondo, alla faccia dell’Highfrequency trading (HFT). Tutto verrebbe azzerato.

Ma anche il mondo occidentale, come più volte detto, ne verrebbe colpito. E questo sarebbe la conseguenza di decenni di politica americana impiegata solo ed esclusivamente ad imporre la sua egemonia e il su potere economico-finanziario, la sua becera ottusità, l’ignoranza e la mancanza di rispetto delle altrui culture.
La colpa di una scelta così drastica (la chiusura dello stretto di Hormuz) – ventilata, ma non  decisa apertamente – ricadrebbe, vista la continua ed incessante pubblicità pro-Usa, solo ed esclusivamente sulla Repubblica Islamica dell’Iran, mentre sappiamo che la causa principale scatenante di questo evento sono gli Usa e i suo tirapiedi .

Per contro i persiani, culturalmente molti più attenti che non gli anglosassoni, sanno benissimo che la chiusura dello stretto sarebbe un’arma a doppio taglio e potrebbe contemporaneamente compromettere i buoni rapporti con India, Cina e Russia, i quali si vedrebbero costretti a scegliere una posizione non voluta, fatto salvo alcune dichiarazioni cinesi e russe che rimangono solo parole nell’aria. Non credo che l’Iran sia così stupido e così insensibile ai rapporti economici con  queste nazioni, così come credo che i continui attacchi pubblici dell’amministrazione Obama contro l’Iran e la Siria sia tutti volti a spingere la repubblica islamica a fare un passo falso così da dimostrare al mondo occidentale che le loro ragioni hanno l’evidente dimostrazione (di solito ragionano così i farisei).

E’ lampante che le scelte di questi ultimi 60 anni di governo Usa sull’intero globo sia stato per lo più spinto a scatenare faide interne agli stati, provocando rivoluzioni, sommosse, per poi indurre le nazioni alleate ad accettare  i coinvolgimenti e le azioni manipolate delle Nazioni Unite con il successivo intervento armato della Nato o direttamente degli Usa. E’ sufficiente dare uno sguardo al passato e gli esempi non mancano, non ultimo la guerra di Libia e gli attentati alle chiese cristiane in Nigeria, paese che galleggia sul petrolio.
Per buona pace di tutti si tende ad accettare la voce ufficiale, quella pubblica dai vari telegiornali e quotidiani e nessun giornalista (per amore del suo piatto di minestra) osa contrastare il suo direttore, il suo editore. In nessuna maniera sentiremo dai vari Repubblica, Corsera, Espresso, Unità ed altri, spingersi in una critica che abbia per oggetto la politica suicida di quella parte degli Usa che per decenni ha sconquassato il mondo intero creando devastazioni, milioni di morti, fame, carestie, esclusivamente per gli interessi di una piccola cerchia di grandi potenti, come le banche, i grandi fondi d’investimento, i gruppi assicurativi, le industrie minerarie e dell’energia. Nessuno osa criticare e quando qualcuno (Iran, Libia, Siria, Korea, Russia Cina), difende il suo paese, la sua nazione, i suoi cittadini e la sua integrità culturale – seppur criticabile dal nostro punto di vista – ecco che scatta immediatamente la diffamazione, le minaccie, i sospetti, gli attentati, gli omicidi mirati, sommosse interne e popolari (rivoluzione colorate e floreali) come ad indicare che anche “quel popolo” è pronto ad un cambiamento, ma in verità sappiamo che questi “cambiamenti indotti” hanno il solo scopo di rovesciare qualsiasi nazioni che intenda autogovernarsi al di fuori della richiesta del pizzo. E tanto maggiore è il livello di autonomia – energetico/militare/finanziario – quanto più attenta e profondo è l’intervento delle squadre della morte, dei contractors, della diffamazione mediatica e culturale come gli epiteti di antisemitismo, di privazione dei cittadini ai diritti civili (quali? Quelli occidentali?), di una politica dittatoriale, della tortura, della presenza di armi di distruzioni di massa biologiche o nucleari.

Qualsiasi mezzo è utile se il fine è quello di ridicolizzare un paese,  tutti sono necessari al fine di indebolire la credibilità e la solvibilità morale di un paese di fronte al consesso internazionale: ci ricordiamo la baggianate che andavano dicendo sul caso della lapidazione di Sakkineh? Una donna criminale omicida, passata per vittima della barbarie di uno stato arretrato. Nessuno però osò confrontare la aggressività di tale barbarie (falsa, leggasi quanto scritto o quanto esercitato dalle forze democratiche sioniste) a quella che gli Usa riservano ai loro prigionieri delle missioni di pace (?) a Guantanamo, oppure ai carcerati comuni che rimangono in attesa della sentenza di morte per anni e poi, dall’oggi al domani: punturina! Nessuno poi parla in maniera evidente (Santoro a parte, ma probabilmente aveva qualche sassolino nella scarpa da togliersi) dei massacri compiuti dal maggior alleato americano nella striscia di Gaza: silenzio totale, tanto elevato che anche il rapporto Goldstone che ne denunciava l’efferatezza delle esecuzioni sommarie, ha dovuto essere rivisto per non mettere in una luce dubbiosa le macellazioni dei sionisti-lubavitcher che eseguirono quella porcata. Silenzio di tomba! Ma su Sakkineh, tutti a sbraitare con tavole rotonde, accuse, interviste ai lecchini iraniani del culo occidentale; per non parlare poi di molti sindaci d’Italia che hanno appesa l’effige della donna criminale omicida sulle facciate dei comuni o delle provincie.
Indubbiamente fintanto che la litania di accuse persevera continuamente, senza contrapposizione ,l’intera popolazione è, volente o nolente, portata a pensare che ci sia del vero, e se poi lo dice l’autorità, come contraddire? Il problema sta proprio in questo.
Nessuno osa contraddire, altrimenti si viene completamente emarginati, licenziati, inquisiti e posti alla gogna per attività contro il bene comune. Questa è la democrazia occidentale?
Io non amo la democrazia, ovvero la considero una delle tante misere maniere per frodare la popolazione, ad eccezione delle piccole entità: un paesino, un condominio, ma dove milioni di persone hanno interessi da salvaguardare la plutocrazia può favorire uno anziché l’altro: non c’è democrazia, ma solamente malavita, mascherata da democrazia; e tanto più alto è il numero di persone da gestire, maggiormente la democrazia-dittatoriale attua il suo progetto plutocratico per emarginare tutte quegli elementi che potrebbero infastidire.

Ora, di fronte a questo, quale aspetto della democrazia vogliamo veramente sostenere? Quello degli Usa, che imperterriti usano la violenza senza dolersene, oppure siamo coscienti di questo, l’accettiamo, pur non sapendo il rischio finale e permettiamo che tutto ciò accada? Oppure è preferibile che ogni popolo abbia la coscienza della sua autodeterminazione?
Sono domande retoriche, perché chi ha un po’ di sale in zucca, se è informato e se confronta attentamente le notizie che passivamente riceve, riesce a capire che la verità ha diversi aspetti e che spesso questo termine è utilizzato ad uso e consumo.

Obama insultato.

26 novembre 2011 1 commento

 

In Italia sappiamo che la maggior parte dei giornalisti, di fondo, sono dei profondi lecchini del potere costituito, incapaci di esprimere un pensiero che non sia diverso da quello dei loro padroni.

In Russia, per fortuna, c’è qualche cosa di diverso. E’ il caso di una giornalista, Tatyana Limanova, la quale durante un telegiornale della REN TV mandava a “fan culo” il presidente Obama.

 

 

Bisogna proprio dire che l’amore straniero nei riguardi dei presidenti americani ha un trend a crescere: ieri con le scarpe ed oggi con il dito medio e domani con qualche sputo.

Un altro “false flag” stile Iraq di Obama e di Israele.

13 ottobre 2011 4 commenti

L’inizio di una guerra non nasce da screzi di comportamento, ma da una sotterranea attività che si produce nel tempo, quando gli attriti e le controversie tra le fazioni belligeranti non appaiono esteriormente così evidenti.

In questi ultimi giorni, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, appare evidente che di fronte ad una economia devastata dalle attività criminose dell’intero sistema finanziario, il casus belli è la miccia principale per distogliere le attenzioni e permettere ad alcuni governi di riemergere dal fango politico e sociale in cui si trovano.

E’ il caso del presidente americano Obama che incapace ormai di arginare l’emorragia finanziaria ed economica – perdendo una considerevole quota di consensi nella popolazione americana, perdendo anche nelle proposte di rilancio dell’economia per una seconda volta – rilancia sul tavolo da gioco delle vite umani del mondo – creando ancora una volta il motivo, come a suo tempo fu creato per l’intervento in Iraq e poi in Afghanistan, per giustificare un attacco alla nazione iraniana.

Il caso nasce da un supposto tentativo di assassinare un diplomatico saudita a Washington per mano dei servizi segreti iraniani.  Vera o falsa che sia la notizia poco importa, perché quello che mi preme sottolineare sono gli annunci in risposta a questo ennesimo tentativo dell’amministrazione israelo-americana di destabilizzare l’intero medioriente.

Voice of America: L’Iran deve pagare sul presento tentativo di assassinare il diplomatico saudita.
Voice of America: L’Iran in flagrante violazione del diritto internazionale.
Dailymail: questo è un atto di guerra!
Cbsnews: La catena del complotto iraniano (lo dice la senatrice Dianne Feinstein, sionista!)
ReutersUsa
: il presunto complotto potrebbe aver violato il trattato dell’Onu sul trattamento dei diplomatici (fantascienza allo stato puro).
Haaretz: Israel valuta seriamente il complotto di assassinio.
Newyorktimes: secondo le fonti iraniane il complotto ordito per assassinare il diplomatico saudita è un diversivo per la situazione economica interna americana.

L’elenco potrebbe essere lunghissimo ed ogni testata riporta la solita filastrocca che se andiamo a leggerla bene scopriamo che la parola più usata è “alleged” (presunto, supposto), quindi non provato ovvero non sostenuto da nessuna prova, forse da indizi. Con questo termine i media anglosassoni e a seguire anche quelli europei stanno diffondendo la notizia che l’Iran è ormai pronta a scagliare le sue frecce di ritorsione contro il mondo occidentale, per cui l’intero occidente deve fare quadrato e fornire una risposta dura, compatta ed esemplare alla Repubblica dell’Iran, in poche parole la deve bombardare. Qui invece una versione leggermente diversa dai media allineati e non la traduco per evitare di soffiare sul fuoco del complottismo. I sostenitori di questa idea suicida sono in primis gli israeliani che vedono nell’Iran biblicamente Amalek:

Primo libro di Samuele
«Così parla lEterno degli eserciti: Io ricordo ciò che Amalek fece ad Israele quando gli soppose nel viaggio mentre saliva dallEgitto. 3 Ora va’, sconfiggi Amalek, vota allo sterminio tutto ciò che gli appartiene; non lo risparmiare, ma uccidi uomini e donne, fanciulli e lattanti, buoi e pecore, cammelli ed asini».

Ed ancora, nel novembre del 2009 due famosi rabbini ultra-ortodossi, rabbi Yitzakh Shapira e Yossi Elitzur, che vivono nell’insediamento di Yitzhar presso Nablus, hanno pubblicato un libro (Torat ha-Melek, «L’insegnamento dei Re») che il quotdiano Maariv ha descritto come «la guida completa all’uccisione dei non ebrei». In 230 pagine il libro delinea le regole halachiche che consentono l’omicidio dei goy. Il saggio è stato altamente lodato da altri ben più importanti rabbini, come Yitzhak Ginsburg, Dov Lior e Yaakov Yosef. (Rif: Roi Sharon, «The complete guide to killing non-Jews», Maariv, 9 novembre 2009, pagina 2).

Ma troviamo altri spunti di amore ebraico nei riguardi degli altri popoli sempre e comunque riconducibili ad Amalek:

Esodo 25 (17-19):
«Quando il Signore tuo Dio ti avrà concesso quiete fra tutti i nemici che ti circondano, nella terra che il tuo Dio ti dona in eredità, tu cancellerai il ricordo di Amalek sotto il cielo: non dimenticare!».

1° Samuele, (15, 3-5):
«Va’ e colpisci Amalek; fallo a pezzi, vota all’anatema tutto quello che posside, non aver pietà di lui, uccidi uomini e donne, ragazzi e lattanti, buoi e pecore, asini e cammelli».

Il cabbalistico Zohar (1,25) insiste:
«…. Quando il Signore si rivelerà, essi (i popoli goym) saranno spazzati via dalla terra. Ma la redenzione non sarà completa finchè Amalek non sarà sterminato, perchè è stato fatto il giuramento che ‘il Signore  farà guerra ad Amalek di generazione in generazione’» (Esodo 16, 16).

Così all’inizio del ‘900 videro Amlek negli armeni che come sappiamo furono quasi tutti sterminati durante il Governo Militare turco Comitato Progresso e Unione (interamente composto da cripto-ebrei (i dunmeh) seguaci di Sabbatai Zevi. Così nella stessa enciclopedia ebraica pubblicata a New York nel 1939 si legge “Siccome gli armeni sono considerati discendenti degli Amaleciti, essi sono anche chiamati dagli ebrei orientali “Timeh”, ossia “Tu sarai totalmente cancellato” (Deuteronomio 25: 19).

E’ quindi evidente che la corporazione sionista anglo-americana e quella israeliana non perdono colpo nell’attaccare il mondo islamico per la destabilizzazione completa del medioriente. Non sono da meno nemmeno i nostri governanti sionisti come Sarckozy, Cameron, Merkel per non parlare della corrente italiana tra i quali emergono alcuni nomi di spicco c0me Marcello Pera, la nota Fiammetta Nierenstein, Riccardo Pacifici della comunità ebraica di Roma che proni al volere di Israele mettono nelle sue mani le vite di milioni di persone.

E’ curioso, e non strano, questo levare di scudi contro questo presunto attentato ed è curioso che i guerrafondai anglo-francesi e della Nato non abbiano lo stesso tono di nei riguardi delle loro azioni criminali sul popolo libico, ormai dissanguato dalla ferocia di un manipolo di criminali iscritti a libro paga della Nato e delle Nazioni Unite. In questo caso, al contrario, la levata di scudi è a favore dell’azione di guerra (9.000 incursioni con bombe ad alto potenziale), del massacro di innocenti, della distruzione di ospedali, delle rappresaglie dei criminali, i così detti ribelli, contro le forze lealiste di Gheddafi.

In tutto questo immane e profondo porcilaio (non possiamo definirlo in altra maniera) l’occidente volta lo sguardo, mentre l’Italia di Frattini e Napolitano si scopre profondamente guerrafondaia contravvenendo alla costituzione ed agli accordi intercorsi con lo stesso Gheddafi, ma questa è storia ormai vecchia.

La macelleria dei ribelli libici, e noi siamo complici.

9 agosto 2011 4 commenti

La macelleria di basso costo non si spreca più. I pezzi dei quarti di uomo ormai si trovano ad ogni angolo di strada e il sangue scorre a fiumi.

Noi, italiani, siamo complici dei crimini efferati che i cosiddetti ribelli – riconosciuti dai governi italiani, francese, inglese ed americano – compiono ormai quotidianamente nelle diverse contrade libiche; noi acconsentiamo che la civiltà occidentale sia figlia degli orrori di una guerra voluta dalle superpotenze mondiali per rubare, depredare e saccheggiare uno stato sovrano.

Noi italiani ci siamo sporcati le mani con il sangue di persone innocenti, con i vari Pagliara che da Israele e dai luoghi sicuri ci arringa le imprese eroiche di quattro farabutti da ghigliottina, con i vari Frattini, primo tra i ministri della EU a riconoscere una banda di beduini predoni della vita del popolo libico

Noi italiani, per la seconda volta, sbarchiamo sulla terra che i nostri padri ed i nostri nonni hanno depredato e saccheggiato in nome della libertà di una masnada di avanzi di galera. Il Popolo libico ci guarda e ci giudica per ciò che facciamo e la dimostrazione della nostra umanità, della nostra civiltà è l’appoggio a crimini inauditi che sfogano la loro brutalità seviziando anche bambini.

L’indegno Napolitano, il vero guerrafondaio massone cripto-sionista, e tutta la sua congrega di incappucciati finanziano i ribelli libici con i soldi rubati al popolo libico per permettere stragi inaudite e mai dichiarate dai vari media e dai quotidiani.

Il 30 agosto 2011 tutti a Roma per protestare contro questa complicità e per la cessazione delle ostilità e per il disconoscimento della fazione ribelle che non è stata eletta da nessuno se non dalla solita cricca di criminali che stanno massacrando senza giustizia e fuori dalla legge.

Il vero volto dei criminali libici di Bengazi sostenti dal criminale di Obama, dal cripto-sionista di Sarkozy, dal massone guerrafondaio sionista di Napolitano, dal sionista di Cameron è espresso chiaramente da alcuni video che per le loro immagini raccapriccianti non ho voluto esporre in questa pagina, ma dei quali vi da il link diretto qui.

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