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Posts Tagged ‘Siria’

Sirian Sarin

7 settembre 2013 4 commenti

gufo

Che sia in corso una macchinazione creata dai soliti noti guerrafondai è arcinoto e le diverse segreterie europee di Francia, Inghilterra spingono sull’acceleratore dell’intervento armato anche contro le regole internazionali similmente a come è stato con la Libia.

Le regole del gioco dei massacri perpetrati da ambo le parti non hanno più nessun limite, la distinzione nella macellazione dei civili non ha ora più nessun significato. Tutti sono coinvolti in queste turpe ed ignobile farsa. Il governo di Assad pare tentennare nel permettere la visita degli ispettori dell’Onu e ne ha ben donde. “Too little too late” esclamano i giornalisti d’oltre Manica e quelli statunitensi: troppo poco e troppo tardi? Per che cosa, verrebbe da chiedersi.

Troppo tardi è l’affermazione ed è spiegata dalla presenza di un certo Ake Sellstrom, uno che all’epoca dell’Iraq faceva parte della squadra che aveva trovato – falsamente – delle armi di distruzione di massa. Ma in tutta questa sceneggiata, grondante sangue da tutte le parti, alcune cose non tornano. Damasco invita gli ispettori dell’Onu a verificare e proprio in quel momento delle verifiche il governo Assad produce l’errore più stupido della storia: lancia granate al gas nervino contro la propria popolazione. O è un pazzo, oppure un vero incompetente. Lo stesso Sellstrom ammette che c’è qualcosa di strano in questo nuovo massacro, ma qualcosa deve essere pur fatto (da parte dell’Onu), solo che per attivarsi è necessario che uno dei membri dell’Onu ne faccia richiesta, poiché abbiamo solo 14 giorni, ammette Sellstrom.  Troppo poco, è l’altra affermazione: si fa riferimento che in tre giorni le tracce del gas non sono più identificabili, ma chiediamoci come fanno a sapere che tipo di gas è stato impiegato se devono ancora effettuare degli accertamenti?

Ma i nemici di Assad avevano manifestato tempo prima del lancio del gas venefico annunci circa uno “scoop” mediatico. Si tratta di Nizar Nayyuf, che oltre ad essere un ribelle siriano è un dirigente del Centro Europeo di studi e ricerche del Medio Oriente, con sede a Londra, dove copre la funzione di direttore del dipartimento “informazione e analisi”, annunciando che in occasione della venuta degli Ispettori dell’Onu avrebbero lanciato una “bomba mediatica”.

Però, il dubbio e i fatti passati dovrebbero insegnare alle potenze straniere, ma essendo loro stesse a muovere i pagliacci sullo scenario il gioco sta diventando estremamente arduo da risolvere.
Powell, ex segretario di Stato Usa alla CBS consiglia caldamente di rimanere fuori da questo ginepraio irrisolvibile, manifestando anche una visione delle colombe interne al gruppo dei neocon americani: cambiando le dinamiche del Medioriente e passando nelle mani degli estremisti la situazione diventerebbe irrisolvibile ed estremamente pericolosa per quelli che ritengono la guardia di ferro (Israele). I falchi, rappresentati dal sionista di Kerry, oggi nelle sue dichiarazioni, appare invece molto più propenso ad un intervento diretto per porre fine ai massacri compiendone altri ben più devastanti (vedasi Libia, Iraq, Afghanistan, Pakistan, Yemen, Sudan, Etiopia, Mali, Nigeria, Vietnam). E le voci di un diretto coinvolgimento della Russia a difesa della Siria nel caso che gli Usa attaccassero dipingono il quadro mediorientale sempre più cupo, e non solo per quella parte del mondo, ma direttamente anche l’Italia stessa.

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Però, scorrendo alcune foto dei bimbi “avvelenati” (appare strano che gli adulti non siano presenti) alcuni medici evidenziano delle cose che lanciano un sospetto:

1. Nessun rigor mortis
2. Colore della pelle dei poveri bambini e’ roseo, nessun segno di intossicazione ( la pelle diventerebbe scura, viola)
3. Assenza di macchie ipostatiche: il sangue nel cadavere si accumula nelle parti declivi per gravità, causando chiazze violacee;
4. La bambina colla maglietta rosa nella prima foto ha il braccio sinistro sollevato dal pavimento e il destro rilassato e aperto. Ciò indica presenza di tono muscolare monolaterale. Il braccio dovrebbe cadere a terra.
5 . Nessun segno superficiale di traumi: se uno sviene e cade a terra si procura abrasioni e ecchimosi, che non ci sono.
6. Alcuni "cadaveri" hanno le mani colle dita intrecciate: posizione impossibile da mantenere nel cadavere se non con artifizi particolari.

Ma non è sufficiente quanto sopraddetto. Il Sarin è un gas estremamente tossico facilmente solubile in acqua e nessuno dei “soccorritori” pare curarsi troppo della loro salute: mascherine di carta, a mani nude toccano i corpi dei bimbi, mancanza di tute protettive e quel che è più allucinante alcuni personaggi che compiono iniezioni sui corpicini. Appare una farsa tanto grottesca quanto la stupidità dei media occidentali che prendono per oro colato le affermazioni di personale dai dubbi trascorsi. Nessun dubbio, nessuno che metta in discussione le affermazioni dei loschi personaggi: Hollande, Cameron, Nethanyau, Obama.
Infatti appare già noto che alcune fazioni di ribelli si siano servite di questo gas in una dichiarazione video qui e qui, nel silenzio ignobile dei media italiani. Tanto ignobile che anche durante l’attacco alla cittadina di Maalula, patria del primissimo cristianesimo dove ancora si parla aramaico, solo una televisione (Rainews24) ha esposto in maniera abbastanza oggettiva i fatti che avvenivano. Gli altri media nel silenzio più totale.

Ma perché?

La Siria, oltre che perno cruciale nello scacchiere mediorientale, ha un discreta riserva di petrolio e un’abbondante quantitativo di gas. Ma vediamo di capire meglio la questione.

Dopo la suddivisione dell’Impero Ottomano, secondo l’accordo Sykes-Picot (1916), la Siria venne costituita dividendola in zone di influenza inglese e francese.

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In base a questa suddivisione, che ovviamente non teneva conto delle popolazioni, nell’attuale sistema, (vede lo stesso trucco è stato usato dagli inglesi quando, dovendo concedere l’indipendenza all’Irak, lo separarono dal Kuweit, e il confine tra i due nuovi Stati – per puro caso – divideva in due il gran giacimento di Rumaila, motivo dell’invasione di Saddam nel 1990) le influenze dei governi francesi ed inglesi hanno cercato sempre di operare a vantaggio loro contro le autonomie locali. La Società delle Nazioni di allora (la stessa che impose le sanzioni all’Italia per l’occupazione dell’Etiopia) concesse la Siria in protettorato alla Francia, e l’Irak alla Gran Bretagna.

In tutto questo, come si diceva sopra, la Siria è centro focale per il passaggio di alcuni oleodotti tra i quali quello Kirkuk-Banias,

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il più antico (1952), ma non più attivo dopo un bombardamento del 2003 da parte dell’aviazione Usa e non più riaperto a causa delle dimostrazioni del Governo Assad contro l’attacco americano in Irak. Da quel momento gli Usa hanno considerato la Siria un paese terrorista e nel 2004 il congresso Usa votava le sanzioni economiche contro questo paese. Altro oleodotto particolare è quello di Kirkuk-Ceyhan,

 

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che passa praticamente al di fuori del confine siriano, ma in terra curda e finisce in Turchia. Il controllo curdo è una spina al fianco dei turchi e il partito PKK ha fatto saltare più volte questo oleodotto.

Assad non è solo colpevole per quanto detto, ma anche per avere la gestione nazionale delle risorse petrolifere con la Syrian Petroleum Company e Syrian Gas Company, mentre i soci stranieri sono solo una piccola minoranza. Ovviamente se al potere andassero i Fratelli Mussulmani le cose cambierebbero a favore di una più “democratica” suddivisione dei profitti alle ben note BP, SHELL, EXXON, e Total, come accadde in Libia, ricordiamolo!

La Siria ha anche un enorme quantitativo di gas da sviluppare, ma che gli è stato impedito a causa della guerra in corso. L’enorme giacimento è proprio difronte alle sue coste in condivisione della terra promessa (il non-stato) che invece ha già portato avanti i programmi di sfruttamento e ricerca nel settore di Leviathan (tra le altre cose una buona parte è stata “rubata” ai palestinesi della striscia di Gaza).

Ma ormai queste sono parole senza senso, i giochi sembrano già determinati dalla follia criminale di Usa, Francia e Israele. Il vaso di Pandora si sta aprendo e tutto non sarà più come prima.

Un minuto di silenzio…dedicato

22 aprile 2013 3 commenti

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Oggi in molte città italiane si sono svolte alcune maratone, a Padova, Messina e Genova. Tutte indistintamente hanno voluto commemorare le vittime della maratona di Boston. Un minuto di silenzio assordante.

Nessuna ha commemorato i massacri di Gaza che il non-stato compie da  anni come un aguzzino di un campo di sterminio; nessuno ha commemorato le vittime dei 456 bombardamenti italiani in Libia; nessuno ha commemorato le vittime degli “errori” delle forze Nato in Afghanistan; nessuno ha commemorato le migliaia di persone che vengono giornalmente macellate in Siria.

Questi morti sono spazzatura, umani differenziati, da dimenticare per far posto a quelli volutamente uccisi a Boston.

Nemmeno Papa Bergoglio ha mosso una parola per questi decine di migliaia di morti, nemmeno la chiesa giudaica di Roma ha mosso parole, nessuno.

Ma la Redazione del “Il Giornale” sa quello che scrive?

24 febbraio 2012 7 commenti

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Stop all’asse con l’Iran solo così fermeremo la mattanza in Siria

Il titolo è quello di un articolo de “Il Giornale” che pone l’accento sulla sconsiderata opinione sull’Iran che il terrore, il furore ideologico e per ultima la possibilità di dotarsi di armi nucleari,  sono le premesse per una considerazione che va al di là della semplice guerra fredda degli anni passati.

La firma dell’articolo è la redazione, ovvero il pensiero collettivo dell’intero giornale che attraverso questo semplice scritto mostra apertamente la sua posizione atlantista.

L’Iran e con essa la Siria, e prima la Libia, e prima ancora la Palestina, sono espressioni della più malevole idea di soprusi, di massacri, di sangue innocente versato per colpa di un’ideologia islamica che vuole imporsi con la forza e con il sangue.  Non risulta però che Iran e  Siria abbiamo abbiano invaso altri territori né in nome della democrazia né in nome di un becero islamismo, oppure abbiano razziato, abbiano decimato le popolazioni con massacri al fosforo, così come accadde in Libia al tempo di Gheddafi e prima ancora a Gaza ad opera delle missioni umanitarie sioniste.  Eppure “Il Giornale” scrive che il vero nemico da combattere sono l’Iran e la Siria, perché ” È il cuore di un’alleanza pericolosa che sarebbe bene smantellare una volta per sempre“.

Possiamo supporre anche noi che abbia preso qualche manciata di dollari dal sultano del Qatar, Al-Thani (il ciccione, come affettuosamente lo chiamava Gheddafi)?  Visto la sua munificenza nel donare denaro, questo personaggio da anni ospita attivisti islamici in esilio e sostiene Hamas, i salafiti, i fratelli musulmani (espressione israeliana islamica) e persino i talebani ai quali sta aprendo addirittura un’ambasciata in Qatar. Ha contribuito con diverse milioni di dollari per l’Egitto post primavera, è padrone della TV Al-Jazera (che inizialmente era espressione franco-israeliana dei fratelli David e Jean Frydman). Il Qatar è anche benevolo nella instaurazione di un potere sunnita estremista e radicale, tanto che nella guerra di Libia mandò a dare manforte alle squadre speciali inglesi, francesi e americani circa 5000 militari delle squadre speciali.

Appare quindi evidente la mercificazione di notizie e di idee fuorvianti che non hanno nessun nesso con  fatti che sono la costruzione di una montatura mediatica, così come appare evidente che difficilmente si critica la linea editoriale e pur di portare a casa una pagnotta – grondante di sangue innocente – si scrivono bestialità.

Siria, i massacri manipolati stanno finendo?

19 febbraio 2012 Lascia un commento

Finale di partita nel Vicino Oriente

Da undici mesi, le potenze occidentali e del Golfo conducono una campagna di destabilizzazione della Siria. Diverse migliaia di mercenari si sono infiltrati nel paese. Reclutati da mestatori in Arabia Saudita e Qatar in seno alla comunità sunnita estremista, sono venuti a rovesciare “l’usurpatore alauita” Bashar al-Assad per imporre una dittatura di ispirazione wahhabita. Dispongono delle più sofisticate attrezzature militari, compresi sistemi di visione notturna, centrali di comunicazione, e robot per la guerriglia urbana. Sostenuti sottobanco dalle potenze della NATO, hanno inoltre accesso alle informazioni militari essenziali, specie le immagini satellitari dei movimenti delle truppe siriane e le intercettazioni telefoniche.

Questa operazione è subdolamente presentata al pubblico occidentale come una rivoluzione politica schiacciata nel sangue da una dittatura spietata. Naturalmente, questa menzogna non è universalmente accettata. La Russia, la Cina e gli Stati americani membri dell’ALBA la respingono. Ognuno ha infatti esperienze storiche che permettono loro di capire velocemente cosa sia in gioco. I russi pensano alla Cecenia, i cinesi allo Xinjiang, e gli americani a Cuba e Nicaragua. In tutti questi casi, al di là delle apparenze ideologiche o religiose, i metodi di destabilizzazione della CIA sono stati gli stessi.

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Gruppo di oppositori siriani antigovernativi, appartenenti alla nebulosa comunemente chiamata “dell’Esercito Siriano Libero”.

La cosa più bizzarra in questa situazione sta nell’osservare i media occidentali mentre si auto-convincono che i salafiti, i wahabiti e i combattenti dell’annessa Al-Qa’ida si siano presi una cotta per la democrazia, mentre questi ultimi non smettono mai di fare appello – sui canali satellitari sauditi e qatarioti – affinché siano sgozzati gli eretici alauiti e gli osservatori della Lega Araba. Poco importa che Abdelhakim Belhaj (numero 2 di Al Qa’ida e attuale governatore militare di Tripoli, in Libia) sia venuto di persona a collocare i suoi uomini nel nord della Siria, e che Ayman Al-Zawahiri (numero 1 di al-Qa’ida dalla morte ufficiale di Osama bin Laden) abbia fatto appello alla jihad in Siria: la stampa occidentale continua comunque il suo sogno romantico di una rivoluzione liberale.

La cosa più ridicola sta nel sentire i media occidentali ripetere pedissequamente le accuse quotidiane formulate dal ramo siriano della Fratellanza Musulmana che diffonde dispacci sui crimini del regime e le sue vittime, sotto la firma dell’Osservatorio siriano dei diritti dell’uomo. Di grazia, da quando in qua questa confraternita di golpisti è così interessata ai Diritti umani?

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Ayman Al-Zawahiri, numero 1 di al-Qa’ida dopo la morte ufficiale di Osama bin Laden ha fatto appello alla jihad a fianco degli occidentali per far cadere il regime baathista siriano.

Sarebbe bastato che i servizi segreti occidentali mettessero in scena il burattino denominato “Consiglio nazionale siriano”, il cui Presidente è un professore della Sorbona e per portavoce ha l’amante dell’ex capo della DGSE (uno dei servizi segreti francesi, NdT), per far sì che dei “terroristi” diventassero dei “democratici”. In un batter d’occhio, la menzogna diventa verità dei media. Le persone rapite, mutilate e uccise dalla Legione wahhabita sono diventate nella stampa vittime del tiranno. I coscritti di tutte le confessioni che difendono il proprio paese contro l’aggressione settaria sono diventati soldati alauiti che opprimono il loro popolo.

La destabilizzazione della Siria da parte degli stranieri è diventato un episodio della «Primavera araba». L’emiro del Qatar e il re dell’Arabia saudita, due monarchi assoluti che non hanno mai organizzato elezioni nazionali nei loro paesi e incarcerano i manifestanti, sono diventati campioni della rivoluzione e della democrazia. Francia, Regno Unito e Stati Uniti, che hanno appena ucciso 160mila libici in violazione del mandato ricevuto dal Consiglio di Sicurezza, sono diventati filantropi responsabili della protezione delle popolazioni civili. Ecc.

Tuttavia la guerra a bassa intensità che la stampa occidentale e del Golfo nasconde dietro questa mascherata si è conclusa con il doppio veto di Russia e Cina del 4 febbraio 2012. Alla NATO e ai suoi alleati è stato ordinato di cessare il fuoco e ritirarsi, a rischio di causare una guerra regionale, cioè anche mondiale.

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Il presidente siriano Bashar al-Assad e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov il 7 febbraio a Damasco.

Il 7 febbraio una folta delegazione russa, compresi i più alti responsabili dell’intelligence esterna, è giunta a Damasco dove è stata salutata da una folla plaudente, certa che il ritorno della Russia sulla scena internazionale segnava la fine dell’incubo. La capitale, ma anche Aleppo, la seconda città del Paese, erano pavesate con colori bianco, blu, rosso, e sfilavano dietro striscioni scritti in cirillico. Al palazzo presidenziale, la delegazione russa ha raggiunto le delegazioni di altri Stati, incluse quella della Turchia, dell’Iran e del Libano. Una serie di accordi è stata raggiunta per il ritorno alla pace. La Siria ha restituito 49 istruttori militari catturati dall’esercito siriano.

La Turchia è intervenuta per fare liberare gli ingegneri e i pellegrini iraniani rapiti, compresi quelli detenuti dai francesi (in proposito, il tenente Tlass che li sequestrava per conto della DGSE è stato liquidato).

La Turchia ha cessato ogni supporto all’«Esercito Siriano Libero», ha chiuso le sue installazioni (ad eccezione di quella situata nella base NATO di Incirlik), e consegnato il suo comandante, il colonnello Riad el-Asaad.

Alla Russia, che si è fatta garante degli accordi, è stata autorizzata la riattivazione dell’ex base sovietica di intercettazione del Monte Qassioum.

Il giorno dopo, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha informato l’opposizione siriana in esilio che non doveva più contare su un aiuto militare USA.

Rendendosi conto che hanno tradito il loro paese per niente, i membri del Consiglio nazionale siriano sono partiti in cerca di nuovi sponsor. Uno di loro arrivando perfino a scrivere a Benjamin Netanyahu per supplicarlo affinché invada la Siria.

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Dopo una latenza di due giorni, necessaria per l’attuazione degli accordi, gli eserciti nazionali non solo della Siria, ma anche del Libano, hanno preso d’assalto le basi della Legione wahhabita.

Nel nord del Libano, un massiccio arsenale è stato sequestrato a Tripoli e quattro agenti occidentali sono stati fatti prigionieri nel distretto di Akkar presso una scuola abbandonata dell’UNRWA trasformata in quartier generale militare.

In Siria, il generale Assef Shawkat in persona ha comandato le operazioni. Almeno 1.500 combattenti sono stati catturati, tra cui un colonnello francese del servizio tecnico di comunicazione della DGSE, e più di mille persone sono state uccise.

In questa fase non è possibile determinare quante vittime siano tra i mercenari stranieri, quanti siriani stiano collaborando con le forze straniere, e quanti siano i civili intrappolati nella città in guerra.

Libano e Siria hanno ripristinato la loro sovranità sull’insieme del proprio territorio.

Degli intellettuali discutono per sapere se Vladimir Putin non abbia commesso un errore nel proteggere la Siria al costo di una crisi diplomatica con gli Stati Uniti. Questa è una questione mal posta.

Nel ricostituire le sue forze per anni e affermandosi sulla scena internazionale odierna, Mosca ha messo fine a due decenni di un ordine mondiale unipolare in cui Washington poteva estendere la sua egemonia fino a ottenere un dominio globale. La scelta non era quella di allearsi o con la piccola Siria, o con i potenti USA, ma o di lasciare che la prima potenza mondiale distruggesse un altro Stato ancora o di rovesciare i rapporti di forza e creare un ordine internazionale più giusto nel quale la Russia abbia voce in capitolo.

fonte: voltairenet

Israele ritratta la minaccia nucleare iraniana.

17 febbraio 2012 2 commenti

La propaganda menzognera italiana.

3 gennaio 2012 4 commenti

Molti avranno visto alcune sequenze di un filmato mandato in onda da RaiNews sulle efferatezze dei criminali siriani contro i dimostranti inermi (?) della Siria. Ieri, verso le 20 la stazione digitale terrestre di Rai News ha mandato in onda alcune sequenze delle barbarie di alcuni aguzzini siriani nei confronti dei dimostranti.

L’analisi dei filmati lasciano intravvedere la montatura del montaggio. Persone accovacciate coperte con un maglione riversato dalla pancia alla faccia e prese a fustigate (nel video si parla di bastonate). Nello stesso video si vede poi un’altra persona che si avvicina, anch’essa con il maglione arrotolato sulla faccia e si accovaccia, lentamente, vicino alla prima e “sembra” anch’essa essere presa a fustigate. I colpi inferti sembrano colpire parti del corpo come braccia, spalle, ma non traspare quella brutalità  che  viene descritta dalla voce del narratore. Appare quindi possibile che un video del genere sia una ulteriore prova della manipolazione mediatica e portata dai servizi inglesi (MI6) dal Mossad e dalla Cia, i veri sostenitori delle così dette primavere arabe.

Guarda caso, sullo stesso tema si scoprono poi alcune piccole pillole di saggezza.
L’Osservatorio dei diritti Umani con sede a Londra, è la principale fonte delle notizie che vengono inviate ai media internazionali in coordinamento con le informazioni di ONG Usa direttamente finanziate dal ministro degli esteri britannico William Hague. Con sede a Londra l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che è la principale fonte di queste palesi bugie, riceve tutte le sue relazioni telefonicamente e i video da YouTube da dentro la Siria, ma nessuno dei quali è possibile verificare in modo indipendente o ufficialmente l’autenticità, quando invece nei nostri media vengono palesemente presi come veritieri.

Quasi nello stesso momento c’è stato un cambio della guardia presso l’Amnesty International Usa, in cui è stata eletta una diretta assistente della Hillary Clinton e di Richard Holbrooke (un certo tipino finanziatore della associazione UANI), la Signora Suzanne Nossel.
La signora Nossel aveva precedentemente lavorato per Human Rights Watch, così come per Bertelsmann Media Worldwide e per l’amministrazione del Wall Street Journal.
Il Consiglio di Amministrazione di Amnesty International degli Stati Uniti, ritiene che l’impegno di Suzanne Nossel nelle amministrazioni Clinton e Obama sia una garanzia di competenza e non ha tenuto contro dei crimini commessi in Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libano, ecc.
Nossel è all’origine delle varie campagne contro Iran, Libia e Siria. Negli ultimi mesi, si è illustrata nel disinformare il Consiglio dei Diritti Umani di Ginevra, in modo da fare adottare una delibera del Consiglio di Sicurezza che autorizzava la guerra contro la Libia. Le accuse della signora Nossel sono state smentite da allora.

Appare evidente che in questo marasma mediorientale ogni notizia debba essere presa con le pinze viste la portata dei valori in gioco. Da un lato abbiamo le forze occidentali che stanno facendo di tutto per rovesciare il regime di Assad e conquistare quell’egemonia sul mediterraneo che permette a loro il controllo diretto del lato occidentale sul blocco russo. In parte infatti la disposizione delle pedine sullo scacchiere europeo sono già state sistemate (vedasi la distribuzione delle rampe di lancio proprio a ridosso dei confini russi). Manca quindi ancora il lato sud, quello più prezioso, per ora, e quello anche di difficile controllo. E dall’altro c’è il così detto impero del male, come l’ebbe a definire uno dei più apocalittici deficienti americani del globo Mr. G.W. Jr. Bush, costituito da Siria, Korea, Iran, Russia e Cina, oltre ovviamente alle varie nazioni del Sud-America che non hanno ancora accettato la mondializzazione di stampo statunitense. Cosa posso questi stati di fronte allo strapotere, all’intolleranza, al razzismo, al potere liberticida?

La guerra incombe

19 dicembre 2011 6 commenti

Mentre i nostri politici sembrano irrisolvere i nostri problemi, la guerra incombe sulle nostre teste.

Mancano pochi attimi alla scintilla…ne vedremo delle belle.

Ritirate i vostri risparmi, comperatevi moneta straniera: dollari, franchi svizzeri, corone danesi, norvegesi e svedesi, dollaro australiano; comperate oro od argento e nascondetelo dove vi aggrada.

Comperatevi i generi di prima necessità: fiammiferi, candele, sale, zucchero, gasolio e benzina, carne secca, scatolame e quant’altro necessita per chi non ha un pezzo di terra da coltivare, perché tra poco, molto poco, i potenti della terra ci sommergeranno della peggiore schifezza che mai abbiano pensato.

E come quell’infame personaggio che alberga al Quirinale disse: “Ci aspettano tempi difficili, sopratutto per l’Italia…” non lasciamo che siano questi immondi filibustieri a guidare le nostre vite. Abbiamo già dato, è ora di gettarli giù dalla rupe Tarpea, senza ignominia, senza timore di compiere nessun misfatto, perché essi stessi sono il crimine, essi stessi sono la illegalità. E’ compito del popolo italiano liberarsi di questo peso insopportabile che ci opprime e ci devasta da oltre 60 anni. Ma essi, così’ come altri politici europei sono solo delle convenienti marionette che verranno spazzate così come spazzeranno anche le nostre vite.

La marina cinese e l’esercito cinese è pronto alle armi, anche a costo di una terza guerra mondiale, queste le dichiarazioni di Zhang Zhaozhongin difesa delle dichiarazioni degli Stati Uniti e di Israele di attaccare l’Iran e la Siria. I nostri media, servi pennivendoli, non riportano questo per non creare allarmismo, ma la realtà e ferocemente vivida e noi, complici involontari, accettiamo passivamente le scelte di un governo tecnocratico ed insignificante di un’azione che porterà l’intera umanità ai primi vagiti della civiltà.

Ref: war to Syria & Iran

Manifestazione di Roma alla Farnesina: silenzio stampa!!!

1 settembre 2011 6 commenti

Siamo arrivati veramente ad uno stadio di servilismo che neppure il più laido dei più perfidi vigliacchi riuscirebbe ad eguagliare.

Il nostro (purtroppo) rappresentante della Farnesina ha affermato che «La Nato ha prorogato la missione militare in Libia fino a fine settembre» e la missione «concluderà i suoi effetti quando si dichiarerà la Libia liberata», aggiungendo che: «Ragioniamo in termini di pochissimi giorni – ha aggiunto il capo della Farnesina – se Sirte cadrà, come io mi auguro, per una resa pacifica entro qualche giorno, cioè entro sabato, sarà il pilastro definitivo della caduta del regime».

Queste le parole di Frattini, il nostro ministro degli esteri che dovrebbe lavorare per gli interessi dell’Italia; questo è il politico che paghiamo profumatamente per permettergli di farci perdere montagne di miliardi a favore della Francia, dell’Inghilterra e degli Usa. Questo uomo è parte del partito degli sfruttatori che Berlusconi ha dovuto accettare, perché imposto dai suoi padroni della sponda opposta del Mediterraneo: Israele.

Frattini, un uomo che, sulla base delle sue dichiarazioni, in un paese serio dovrebbe essere gettato dalla finestra senza troppi complimenti.
Ma in che mani siamo? Che genere di gentaglia abbiamo a Roma e nelle istituzioni che ci rappresenta e ci amministra? Quanti e che qualità di mascalzoni popolano l’agorà della politica italiana che dovrebbero essere presi a calci in culo senza troppi indugi, e noi, popolo di schiavi infami, accettiamo questa crema puzzolente delle fogne solo perché ci assicurano una partita di calcio, oppure perché ci danno in pasto immagini di qualche puttanella da strapazzo? Ma siamo popolo o pecore pronte per il macello?
Per fortuna che alcune agenzie hanno riportato l’evento, mentre tutti i media nazionali hanno avuto la bocca cucita.

Come se non bastasse, siccome la favola della rivolta di popolo ormai ha preso piede anche in quelli che avevano ancora dei dubbi, si legge che il grande centro di spionaggio americano, la CIA, sta reclutando 1500 persone pronte a dare il tutto per tutto. Una sorta di mercenari-liberatori, come accadde nella guerra del Kossovo e di Albania. Gente disposta a massacrare.

Questo fiore di persone, ormai abbruttite dalla guerra decennale in Afghanistan sono stati reclutati per dar man forte alla massa di ladri del CNT. La domanda sorge spontanea, ma come fa la Nato a servirsi di questa gentaglia da forca quando hanno fatto oltre 15.000 missione aree distruggendo il distruttibile? Come è possibile che un paese con un dittatore odiato da tutti – così mostrano alla tv dei ragazzi – abbia bisogno del supporto dei pendagli da forca, collaborazionisti con la Cia (ex Al-Qaeda che adesso diventano utili), per vincere una battaglia che ormai da 6 mesi sta rovinando i piani strategici dei sempre più alcolizzati dei nostri alleati?

La teoria di fondo spinge a far intendere che il servizio di intelligence americano stia spingendo affinché l’intervento di terra venga fatto da queste squadre della morte e successivamente la pulizia finale verrebbe fatta da  quelle speciali del MI5, MI6 e i sempre famosi ed eroici Navy Seal (quelli per intenderci che hanno ammazzato un uomo morto nel dicembre del 2001). Ma a guardare bene la cosa e lo scacchiere mediterraneo, il vero obbiettivo è quello di spingere le forze russe all’infuori del Mare Nostrum, lasciando spazio alle forze navali americane ed israeliane con il supporto delle inglesi e francesi. Ma perché?

La risposta si trova nella disposizione geopolitica che la Siria e la Libia hanno nei riguardi di Israele oltre al fatto che la presenza russa presso la Siria impedisce di fatto un’azione ad ampio raggio delle forze navali e strategiche americane, il cui scopo ultimo e rispettare gli ordini israeliani di attaccare l’Iran. Eliminata la Russia dal Mediterraneo e relegata nel Mar Nero, sotto il controllo della Turchia, l’attacco all’Iran è presto fatto. Gheddafi, così come Assad sono la spina nel fianco di una certa parte del gruppo di comando israelo-americano e pare anche in contraddizione con le direttive della Casa Bianca e di Tel-Aviv. Vedasi a tal proposito quanto scrivevo su Qualche parola sulla Libia… in cui la lista degli stati “canaglia” messa a punto dai criminale del patriot act aveva previsto esattamente come sarebbe andata.

Il dramma al quale andremo incontro sarà sicuramente uno scenario di guerra proprio sotto casa nostra con conseguenze disastrose. Ricordate nell’articolo “Qualche parola sulla Libia… quanto disse il massone di Napolitano in occasione dell’incontro con gli Italiani d’America per i 150 dell’unità d’Italia? Ebbene disse questo:<< Il mondo di oggi è contrassegnato da opportunità, sfide, contraddizioni. I prossimi anni non saranno facili per nessuno, ed in particolare per l’Italia“. A dirlo è il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione dell’incontro con la comunità italiana di New York riunita per celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

Adesso fate quindi i vostri conti e realizzate come ci stanno trattando quelle testine incaprettate che saranno dei nostri politici.

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