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War Game of Gaza
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I media occidentali hanno sostenuto in coro che l’attacco israeliano a Gaza è stato un’operazione diretta a stroncare il terrorismo come risposta al lancio dei missili palestinesi, però i media occidentali dimenticano che PRIMA del lancio de missili palestinesi gli israeliani avevano ucciso a sangue freddo Ahmed Jabari, un mediatore tra le fazioni più violente di Hamas che era riuscito per molto tempo, dopo l’operazione Piombo Colato, alias Piombo Fuso, ad evitare altri spargimenti di sangue.
L’amministrazione Obama aveva dato il consenso all’inizio di novembre proprio nella settimana delle elezioni e il punto centrale della questione non riguarda solo il sostegno di Washington, ma la diretta orchestrazione militare degli Usa nella progettazione e realizzazione dell’attacco a Gaza.
L’operazione “Pillard of Clouds” inizia il 14 novembre, una settimana dopo l’elezione dei Obama, e ha come obbiettivo ufficiale l’abbattimento di Ahmed Jabari, in seguito l’operazione si svolgerà con bombardamenti generalizzati, senza obbiettivi sensibili, e con il dispiegamento di 75.000 militari delle truppe di terra pronti ad intervenire.
Quello che è interessante notare in tutta questa operazione c’è la partecipazione attiva e coordinata degli Usa nella preparazione e coordinazione delle operazioni.
Il fatto più significativo sta in un’operazione congiunta delle forze israeliane e americane proprio un mese prima dell’attacco, una specie di gioco di guerra, una prova generale in cui l’obbiettivo era provare il nuovo sistema anti-missilistico israeliano “Iron-Dome” contro attacchi vicini (Hamas ed Hezbollah) e lontani (Iran).
I due principali responsabili Ehud Barack e Leon Panetta avevano stabilito un processo di stretta collaborazione. Ai primi di Agosto Panetta era in Israele e vi ritornò due mesi dopo ai primi di ottobre, due settimane prima del lancio dell’operazione congiunta militare “Austere Challenge 12”. A metà ottobre iniziava la prima fase delle operazioni che culminava con il bombardamento di Gaza (14 Novembre). Il gioco di guerra a questo punto diventa reale ed evidenzia che il suo scopo principale era quello di portare effettivamente ad un’operazione militare a tutti gli effetti, poiché “Pillar of Clouds” fu effettivamente pianificata in anticipo tramite l’esercitazione “Austere Challenge 12”.
La partecipazione congiunta vedeva coinvolti i generali Craig Franklin (Usa) e il generale di brigata Shachar Shohat (Isr.), in cui gli obbiettivi strategici furono quelli di creare situazioni di tensione (stress situations) nello spazio aereo israeliano e sul mare per provare l’abilità di colpire obbiettivi vicini e lontani da Israele (Iran). La supervisione delle operazioni facevano capo all’ammiraglio James G. Stavridis, capo del Comando degli Stati Uniti d’Europa (EUCOM: United States European Command). Alcune dichiarazioni del generale Stavridis affermano che l’operazione congiunta è stata portata avanti per simulare una guerra nel medioriente in cui sia richiesto l’intervento degli Usa a supporto nella difesa aerea ad Israele.
Il sistema di difesa, attuato (Iron-Dome) con la collaborazione americana, è costituito da alcune stazioni mobili di Patriot-Act3 collegate tra loro e gestite da un sistema di comando e controllo l’Aegis Combat System che in questo caso fu posizionato su mezzi al di fuori delle coste israeliane in navi, presumibilmente americane. Il 12 novembre il ministro della difesa israeliano Barak affermava che la partecipazione congiunta riflette la profonda cooperazione americana a sostegno di Israele contro la minaccia sempre più invadente di Hamas, aggiungendo che dopo questa esercitazione (sic) la difesa stabilirà un altro test simulando la possibilità che un più avanzato sistema di difesa non ancora provato (Arrow 3 e Magic Wand System). Notare la data: 12 novembre.
E’ difficile, se non impossibile definire quanto sta avvenendo in quella parte del Medioriente se non si conoscono i termini esatti della questione. Nessun giornalista serio dei vari media si è mai interessato attivamente per capire esattamente i profili del conflitto e dei massacri compiuti e per informare oggettivamente l’opinione pubblica. Tutti più o meno adagiati al pensiero comune, sulle parole di un alleato che attraverso il sostegno ad un governo sionista esercita parte del suo potere che altrimenti verrebbe meno, tale e tanta è la debolezza americana in questo momento. Purtroppo a farne le spese è la gente comune, quella che ogni giorno cerca di sopravvivere, ma questi non sono nemmeno definiti umani, anzi vengono usati come pedine di un gioco di guerra.
ref: globalresearch.com
L’anno che verrà cosa potrà riservarci, visto le premesse?
Siamo alle porte del Terzo Conflitto Mondiale?
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Ieri indicavo che i tempi sono maturi per una terza guerra mondiale e che le grandi nazioni del globo conosciuto stanno incrociando le spade per appropriarsi delle risorse necessarie alle loro sopravvivenze.
E’ impensabile credere che nazioni “democratiche”, sulla carta, come Usa, Canada ed Europa siano pronte a sferrare un attacco preventivo contro il male assoluto come l’Iran, ma i continui messaggi, le sanzioni economiche, bancarie e finanziarie non sono portatrici di belle speranze. I messaggi inviati dai Capi di Stato suddetti sono senza speranza e senza una via di ritorno e nonostante le continue aperture iraniane all’Aiea di visitare i siti nucleari, la disinformazione guidata occidentale spinge l’altra parte del mondo ad agire per preservare la loro esistenza.
L’Iran è il terzo produttore mondiale essenziale e strategico per la Repubblica Cinese, così come anche attore nelle attività energetiche per la Russia. Un conflitto aperto occidentale contro l’Iran, sappiamo tutti, avrebbe conseguenze catastrofiche per l’intera area orientale: le forniture dell’Arabia Saudita, dei vari staterelli rivieraschi del Golfo Persico vedrebbero ridotta la loro capacità produttiva e di estrazione a causa del blocco dello stretto di Ormuz.
Già le informazioni a tal proposito non lasciano spazio alla fantasia, perché le continue minacce israeliane di bombardare i siti nucleari, i falsi complotti iraniani di assassinare un membro delle nazioni unite dell’Arabia Saudita, le misteriose esplosioni in alcune zone di Isfhan e di Shabab, la distruzione di alcuni vettori missilistici, l’uccisione di alcuni addetti ai siti nucleari e del responsabile del programma nucleare iraniano, i continui attacchi informatici tramite l’utilizzo del virus informatico Stuxnet, sono le premesse che la provocazione di Usa, Israele ed Europa stanno portando contro l’Iran per trascinarlo in una guerra totale. E’ necessario sottolineare la pazienza estrema di quel popolo che sottoposto a sanzioni vessatorie riesce comunque a non entrare nell’inganno dell’occidente.
I fatti, secondo alcune fonti, sembrano incentrarsi su alcuni avvenimenti accaduti in Qatar qualche giorno fa quando l’ambasciatore russo Vladimir Titorenko e due dei suoi aiutanti di ritorno dalla Giordania furono brutalmente assaliti in aeroporto dalle forze speciale del Qatar, della Cia e dell’MI6 (Inghilterra), i quali tentavano di impossessarsi di alcuni documenti segreti che l’ambasciatore portava con se che dimostravano l’intromissione in Siria di alcuni mercenari della fantomatica Al-Qaeda sostenuti dal governo americano di Barak Obama.
I documenti dell’ambasciatore sembrano inoltre indicare (?) che gli Usa si stiano preparando per la soluzione finale per la crisi del medio-oriente con l’utilizzo di armi nucleari e biologiche. E’ di questi ultime settimane, infatti, la scoperta – fortuita!! – di un supervirus estremamente aggressivo (una variante dell’aviaria H5N1, manipolato geneticamente), di cui ancora pare non vi siano possibilità di debellarlo. La scoperta fatta in Olanda ha suscitato notevole scalpore nel mondo scientifico.
Ma sappiamo però che gli americani non oserebbero mai attaccare i propri nemici in casa loro, specialmente se questi sanno come difendersi così che in queste ultime due settimane sono stati portati degli attacchi di prova con i droni radio-guidati da terra. Il caso vuole che i comandi americani, perennemente in preda ai fumi dell’alcool o di droghe sintetiche, abbiano perso un drone in Iran che, sotto le mani di ingegneri iraniani e russi, sta portando alla luce alcune tecnologie e “segreti” che il nemico Amalek non dovrebbe sapere. Immagino la rabbia dei generali nell’aver appreso la notizia, ma tanto è il popolo americano che paga, a loro non cambia nulla.
Il Drone catturato farebbe parte di una nuova famiglia di VAS (Veicoli Aerei Senza-umani) capaci di grande autonomia di volo, di trasportare armi nucleari tattiche (gli eufemismi si sprecano) e biologiche. Il colpo mancino inferto alle forze Usa in Afghanistan, perché da quella zona è partito il drone, sembra sia dovuto all’uso di alcune tecnologie che la Russia ha messo a disposizione degli iraniani. Si tratta di stazioni radio di disturbo (Jamers) capaci di intercettare, disturbare, rompere e scoordinare le emissioni radar dei velivoli e dei missili lanciati, sia di intercettare le deboli emissioni radar che i velivoli invisbili (Stealth) sono in grado di produrre.
Come spesso ho indicato, le pedine stanno posizionandosi al loro posto ed ora si è in attesa della scintilla, quella che porterà il medio-oriente ad una guerra della quale non si conoscono i limiti.
Quali saranno le alternative per il mondo occidentale, impreparato per uno scenario del genere? Io credo che se facessimo un passo indietro nella storia di questi ultimi decenni, fino agli anni 70 si capirebbe che allora percepimmo solo una minima parte di quello che invece potrebbe accadere oggi. Gli attori di allora erano Arabia Saudita, USSR ed Usa, la Cina era ancora troppo indietro e il suo peso nello scacchiere internazionale a livello finanziario e militare era per lo più irrilevante. Inoltre a quell’epoca le mosse in ballo erano focalizzate alla supremazia delle risorse energetiche del golfo persico ed il peso che l’URSS esercitava era un deterrente di notevole entità, mentre adesso oltre a queste sono in ballo i disegni geopolitici dell’intero oriente e medio-oriente.
Il Golfo Persico e lo Stretto di Ormuz diventerebbero un cimitero di navi, il canale di Suez sarebbe presidiato dalla flotta americana e israeliana con l’appoggio degli egiziani (ricordiamo che nei pressi di Alessandria d’Egitto è presente una immensa base americana sotto il nome di Mubarak Military City), la maggior parte delle forniture di petrolio sarebbero costrette ad immensi viaggi dai costi proibitivi e i prezzi dell’energia andrebbero alle stelle. La Siria sarebbe devastata dai continui bombardamenti aerei “umanitari” della Nato e di Israele con perdite umane e architettoniche di inestimabile valore. La Turchia ingaggerebbe una serie di attriti con la Russia per il dominio marittimo sul Mare Egeo e dello Stretto dei Dardanelli, costringendo la flotta del Mar Nero a forzare il passaggio per aiutare la Siria con conseguenze impensabili (ricordiamo che la Turchia fa pare della coalizione della Nato e sul tavolo potrebbe sicuramente vantare qualche velleità sugli ex territori del passato impero Ottomano). Le conseguenze di tutto questo aumento porterebbe ad una soluzione economica impossibile per tutta l’Europa costretta a fare i conti con prezzi inaccessibili e la maggior parte della popolazione sarebbe costretta a dichiarare fallimento, incapace di autodeterminarsi, perché succube delle politiche suicide del patto Atlantico di Israele, Usa e Inghilterra. Anche il gasdotto russo verrebbe chiuso costringendo l’intero sistema occidentale ad entrare in un periodo buio senza eguali nella storia.
Possiamo permetterci questa visione possibile? Nel modo più assoluto: No!
Però c’è chi ci gioca, c’è chi insiste e chi determina il nostro futuro e quello della nostre generazioni future. Questi sono quei personaggi che popolano l’Olimpo della politica e della finanza, persone che non hanno mai avuto nessuna remora a sterminare 1/100/1000 e più vite. Persone senza fede, senza morale, il cui unico scopo è il potere per il potere, fine a se stesso. Persone animate da una malattia sanabile solo con il braccio secolare della giustizia umana che non dovrebbero popolare ed albergare i nostri palazzi del governo o quelli di altre nazioni; persone capaci di tali misfatti che se compiuti da un singolo cittadino anche il papa vorrebbe veder penzolare dalla forca.
Eppure essi esistono, stanno annidati come virus nelle pieghe della politica, del tessuto sociale ed economico che ci circonda; sono esseri pronti ad attivarsi appena se ne presenti l’occasione, senza uno scopo “biologico”, perché un virus naturale mai si sognerebbe di distruggere il suo ospite, altrimenti che senso avrebbe la sua funzione? Peggio dei virus, quindi! Che solo il fuoco o una concentrazione altissima di radiazioni gamma potrebbe eliminare.
A parte questa elucubrazione, i fatti suddetti non sono pensieri personali e nemmeno indottrinamenti forzati, ma fatti. Ogni guerra passata è sempre stata preceduta da movimenti e da scaramucce in attesa dell’evento giustificatorio, le ultime delle quali ci danno un bel esempio (Libia, Kossovo, Serbia, Afghanistan, Iraq, Pakistan, ecc.). Così lo è stato per il I° conflitto mondiale (Sarajevo) e così lo è stato per il II° conflitto (le bande armate ebraico-sioniste pagate dall’Inghilterra e dagli Usa in accordo con Stalin che sterminarono migliaia di tedeschi in Polonia e Danzica spingendo la Germania all’intervento). Siamo quindi sull’orlo del baratro e ogni evento che accadrà nei prossimi mesi potrà innescare quella scintilla che falcidierà milioni di persone.
L’anno 2012, al di là delle funeste previsioni dei maghi o dei catastrofisti, se non avverranno eventi che invertano la rotta di collisione, non sarà sicuramente un anno di cui andare fieri. Le politiche internazionali a tali proposito, sia dell’Italia che degli altri paesi europei, non lasciano spazio a voli pindarici. Il governo attuale pare quasi fatto apposta per preparaci ai prossimi sacrifici che andremo a conoscere, poiché nessuno delle forze politiche attuali è intenzionata ad andare alle urne o di cercare una soluzione diplomatica e da ogni parte si avverte che è meglio attendere il 2013, la scadenza formale dell’attuale esecutivo. In Francia, in Germania e in Inghilterra le cose non vanno meglio e dall’altra parte della cortina europea, in Russia, le prossime elezioni di Putin fanno intendere che venderà cara la pelle. In Cina sono decisi a difendere la loro autonomia energetica, ma sopratutto geopolitica con ogni mezzo contro lo strapotere egemonico degli Stati Uniti. Non ultimo l’aspetto funesto delle attività della Corea del Nord che, adesso, al cambio del potere getterà scompiglio in uno scacchiere che ormai non è più gestibile.
Sul tavolo del Risiko reale c’è una popolazione di oltre 7 miliardi di persone che in un battibaleno potrebbe essere ridotta a pochi milioni (2 miliardi è il suggerimento dei malthuisiani, seguaci dei Rockfeller e della setta dei Rothschild).
Genocidio Programmato.
RISCHIO BIOLOGICO (Biological Hazard)
Certo che con i problemi di questi tempi parlare di influenza è abbastanza inusuale, ma tant’è che casualmente, mentre leggevo un discorso di Obama sull’immigrazione ispanica a “El Paso” in Texas (gli ispanici sono il 30% del suo elettorato), sono stato attirato da un sito piuttosto sinistro.
Il sito in questione è uno di quelli governativi della Grande America, di quelli che tengono sempre informato il cittadino, come durante l’inverno scorso, influenzando l’opinione pubblica americana ed europea su come comportarsi e cosa fare in caso di “pandemia” influenzale: consigli, cure, sistemi di difesa e di attacco sono le fondamenta del Flu Antiviral Drugs.
In un recente articolo di aprile dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), relativo ad un accordo internazionale, si sono stilati alcuni atti su come prepararsi alla pandemia influenzale. Nell’accordo sono stati sottoscritti alcuni punti che dovranno essere rispettati dai diversi laboratori dei paesi aderenti su come affrontare e risolvere il problema della prossima pandemia influenzale (come fanno a sapere che ce ne sarà un’altra?). Inoltre il quadro dell’accordo prevede una migliore collaborazione tra i laboratori per affrontare le influenze stagionali e la “pandemica influenza aviaria (H5N1)”, mettendo a punto alcune soluzioni prima che la prossima pandemia abbia luogo.
Potremmo chiederci come è possibile sapere in anticipo quale sarà il virus della prossima ondata influenzale visto che i virus, per la loro caratteristica cambiano continuamente e perché dovrebbe proprio essere il virus dell’H5N1 e non un altro. C’è un’altra cosa che mi ha lasciato un po’ sconcertato perché spesso si usano termini senza saperne il significato, o almeno così appare: in questo caso il termine che si è sentito sulla bocca di tutti gli annunciatori televisivi e scritto sui giornali, è pandemia (pan in greco vuol dire tutto e dèmos popolo), quindi quando parlano di pandemia intendono che vi sarà una contaminazione globale, in tutta la popolazione. Forse non ne conoscono il significato, nel migliore dei casi o forse c’è un vizio di forma nell’abituare le persone ad accettare che “ci potrà essere una contaminazione generale”.
Quando potrà accadere non lo diranno mai, ma ci avvisano e questo è un sistema di manipolazione molto subdola, perché permette alla gente di accettare, contro la propria volontà, concetti che hanno come conseguenza effetti che nessuno è in grado di gestire tra i comuni mortali. Ma qui entriamo nell’area del complottismo che è meglio lasciar perdere.
Però è bene ricordare che il nostro ministero della Sanità (Fazio) ha acquistato nell’inverno scorso diversi milioni di dosi di vaccino, molte delle quali inutilizzate, ma che sono comunque state pagate con soldi pubblici. Così come sono stati spesi milioni di euro per una pubblicità terrorizzante sulle conseguenze influenzali se non si provvedeva a vaccinarsi (la leva manipolatoria: se non ti vaccini starai male, rischiando anche la morte e noi abbiamo il salvavita!). In molti casi però l’effetto è stato quello di spingere le persone a rifiutare i vaccini e di far vaccinare i propri figli: un atto criminale delle famiglie o una presa di coscienza sulle losche attività delle compagnie farmaceutiche che con il placet della politica stanno contaminando la popolazione? In ambedue i casi non c’è possibilità di dare una risposta assoluta, per ora.
IL PROGRAMMA “Apocalypse Equation”
In un recente rapporto della Casa Bianca si avvisava con anticipo il Cremlino della morte di Osama Bin Laden e si evidenziava la questione “Apocalypse Equation”.
“Apocalypse Equation” è un rapporto scritto da una delle donne più misteriose della Casa Bianca che è a Capo della Sicurezza e Antiterrorismo. Si tratta di Audrey Tomason che durante i suoi studi ad Harvard mise a punto una tesi di laurea in cui esponeva che un “genocidio controllato” è più sostenibile che vedere affondare l’umanità intera nel caos e nella autodistruzione.
La tesi fu segretata dai servizi segreti americani.
In accordo con quanto specificato la popolazione sostenibile secondo la Tomason sarebbe di 1,5 miliardi di persone contro le stime delle Nazioni Unite che prevedevano per il 2010 una popolazione di 7 miliardi di persone, questo perché la crescita della popolazione in questi ultimi 100 anni è stata artificialmente gonfiata da un sistema insostenibile sorretto dalle attività derivanti dall’utilizzo dei combustibili fossili e di tutti i suoi derivati. Purtroppo alcuni studi indipendenti (?) dimostrano che la popolazione mondiale si è sviluppata di più rispetto a quanto previsto dalla Tomason e dalle nazioni Unite.
Nei fatti è bene ricordare che l’uso dei combustibili fossili non è solo limitato all’uso dei carburanti e lubrificanti, che ne rappresentano una minima parte, ma da tutte le altre attività come la produzione di energia (corrente elettrica), produzione di fertilizzanti, materie plastiche e loro derivati, produzioni agricole. Inoltre la bolla “petrolifera” non sembra essere terminata come potrebbe apparire o come era stato previsto, e molte nazioni stanno combattendo guerre e battaglie per il controllo globale delle risorse energetiche che permettano all’occidente il mantenimento dello stato di sperpero in corso. Il mondo occidentale vive al di sopra delle sue capacità energetiche, lo sa, ma non accetta una riduzione del suo “status quo”. Secondo la Tomason è indubbio quindi che il collasso economico in atto deriva proprio da questa follia.
Nel 1956 eravamo già stati avvisati da Marion King Hubbert, un geologo della Royal Dutch Shell che aveva stilato un resoconto, in cui indicava che il massimo picco petrolifero si sarebbe raggiunto nel 1970, decrescendo, fino quasi a consumarsi, nel 21° secolo secondo una curva di distribuzione da lui stesso realizzata.
Allo stesso tempo è significativo come invece molti governi continuino a propagandare l’inganno sull’attuale situazione puntando alla soluzione delle energie verdi o alternative che nel loro insieme non riescono a produrre più dello 0,5% dell’energia totale. Questo stato, artificialmente gonfiato, ha messo in condizione gli Usa di staccarsi dall’oro (Nixon Shock) nel 1972 permettendo alla propria moneta di fluttuare nei cambi e diventare carta straccia; così che durante il 20° secolo la moneta americana ha perso oltre l’80% del suo valore d’acquisto gettando milioni di americani (e non solo!) a perdere il lavoro, delocalizzando aziende che erano la struttura produttiva portante della nazione per spuntare prezzi più competitivi, ma al tempo stesso mettendo sul lastrico intere famiglie e aziende con la conseguenza che la valuta americana non è più vista come valuta di riserva ma come cartaccia.
Sulla base di quanto sopra la Tomason avverte che il collasso del dollaro potrebbe iniziare già nel 2011.
E’ a questo punto che entrano le fosche previsioni della sua tesi.
La gentile e misteriosa signora sostiene che a seguito del crollo del dollaro intere economie mondiali andrebbero distrutte e milioni di persone si troverebbero in condizioni di miseria nell’arco di brevissimo tempo secondo la scala di Maslow, la quale esprime graficamente che ai bisogni primari (sopravvivenza) seguono gli altri una volta soddisfatti i primi.
E’ quindi evidente che in un collasso economico le necessità primarie insoddisfatte rappresenteranno dei gravi rischi per gli Stati che avranno come conseguenza il “disordine totale della legge e dell’ordine” (wholesale breakdown of law and order)
E qui arriva la parte più interessante del rapporto della Sig.ra Tomason, la quale sostiene nella sua tesi “Apocalisse Equation” che dopo il crollo della civiltà, come noi la conosciamo, sarà “inevitabile” per i leaders mondiale considerare la possibilità di un “genocidio di massa“, tale da ridurre la popolazione mondiale ad un livello più sostenibile commisurato alle risorse della terra. Questo scenario sicuramente agghiacciante prevede un “conflitto nucleare limitato” destinato ai grandi centri urbani, ma volto a limitare le conseguenze delle radiazioni, seguito dal rilascio di sostanze chimico-tossiche e agenti biologici tali che permettano di accusare gli estremisti in circolazione, forzando quindi la popolazione rimanente a migrazioni forzate in zone più sicure ed in ambienti “sostenibili”.
La sostenibilità di un ambiente è visto dalla Tomason come ambienti in cui le grandi masse di popolazione non potranno avere dei veicoli personali, ma verranno utilizzati i trasporti pubblici di massa . Le zone rurale saranno inoltre completamente spopolate lasciando al governo (quale?) la gestione sistemica di questo settore cruciale per la vita (se di “vita” possiamo parlare, ndt)
La Tomason continua nella sua tesi affermando che, prima di avviare questa apocalittica situazione, sarà necessario creare dei campi di concentramento dove poter tutelare le “persone di un certo valore”, mentre per la massa informe non ci sarà che la speranza della morte.
Sfortunatamente questo scenario da film dell’orrore pare essere accettato dalla maggior parte dei leaders mondiali non intravvedendo nessuna altra possibilità per sopravvivere, con la speranza di un Dio che si affretti ad aiutare questa “umanità” ormai ridotta al lumicino.
PS.
E’ curioso sapere che a Mosca si siano costruiti diverse migliaia (5.000) di rifugi antiatomici; che in Usa sono installati diverse centinaia di campi di concentramento; che il Rockfeller Center ha costruito una speciale Arca di Noé; che il telegraph.co.uk abbia pubblicato una serie di foto “Blackjack” di un fantomatico attacco nucleare un paio d’anni fa.
Tutte cose curiose e forse slegate tra loro, ma a volte, a pensare male…
Fonte: whatdoesitmean.com – PostPeakLiving –
La gente dice…