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Un fatto democratico
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Siamo in periodo elettorale e molti stanno vendendo anche quello che mai riusciranno a mantenere, è la solita commedia elettorale. Però…tutti cerchiamo la democrazia. Che parola enorme questa democrazia, ma alla fine cosa sarebbe? Già perché tutti la decantano e nessuno spiega bene cosa sia e come possa essere applicata.
Democrazia…
Evoca cose mirabili, pensieri nobili, uomini responsabili, ideali di altissimo livello, eppure la democrazia, come dissero alcuni anglosassoni particolarmente democratici che ordinarono la distruzione sistematica di Dresda – obbiettivo solamente civile e non militare nella seconda guerra mondiale – o come la espresse il noto Churchill (È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora) non è né l’una né l’altra, ma solamente
la democrazia utilizza solo quelle componenti sociali che possono essere funzionali al dominio dell’opinione contro il dominio dei valori
Chiaro ‘sto fatto?
Pensateci quando andate a votare, perché il vostro voto non solo non vale nulla, ma può essere manipolato contro i vostri diretti interessi o ideali.
La legislazione sociale Fascista in materia sociale…Monti e tutti i governi precedenti cosa hanno fatto di più?
Vista la scarsa conoscenza in materia, ritengo utile un elenco (incompleto) delle leggi sociali approvate durante il Fascismo.
- Tutela lavoro donne e fanciulli – (Regio Decreto n° 653 26/04/1923)
- Maternità e infanzia – (Regio Decreto n° 2277 10/12/1923)
- Assistenza ospedaliera per i poveri – (Regio Decreto n° 2841 30/12/1923)
- Assicurazione contro la disoccupazione – (Regio Decreto n° 3158 30/12/1923)
- Assicurazione invalidità e vecchiaia – (Regio Decreto n°3184 30/12/1923)
- Riforma “Gentile” della scuola – (Regio decreto n°2123 31/12/1923)
- Assistenza illegittimi e abbandonati – (Regio Decreto n° 798 08/05/1927)
- Assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi – (Regio Decreto n° 2055 27/10/1927).
- Esenzioni tributarie famiglie numerose – (Regio Decreto n° 1312 14/06/1928 )
- Assicurazione obbligatoria contro malattie professionali – (Regio Decreto n° 928 13/05/1929)
- Opera nazionale orfani di guerra – (Regio Decreto n° 1397 26/07/1929)
- Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro I.N.A.I.L. – (Regio Decreto n° 264 23/03/1933)
- Istituzione libretto di lavoro – (Regio Decreto n°112 10/01/1935)
- Istituto nazionale per la previdenza sociale I.N.P.S. – (Regio Decreto n°1827 04/10/1935)
- Riduzione settimana lavorativa a 40 ore – (Regio Decreto n° 1768 29/05/1937)
- Ente comunale di assistenza E.C.A. – (Regio Decreto n° 847 03/06/1937)
- Assegni familiari – (Regio Decreto n° 1048 17/06/1937)
- Casse rurali ed artigiane – (Regio Decreto n° 1706 26/08/1937)
- Tessera sanitaria per addetti servizi domestici – (Regio Decreto n° 1239 23/06/1939)
- Istituto nazionale per le assicurazioni contro le malattie I.N.A.M. – (Regio Decreto n° 318 11/01/1943)
- In ogni azienda (industriale, privata, parastatale, statale) le rappresentanze dei tecnici e degli operai coopereranno intimamente – attraverso una conoscenza diretta della gestione – all’equa fissazione dei salari, nonché all’equa ripartizione degli utili tra il fondo di riserva, il frutto al capitale azionario e la partecipazione agli utili stessi per parte dei lavoratori. (Art.12 del Manifesto di Verona)
- Decreto legislativo del Duce – 12 Febbraio 1944 – XXII, n. 375. Socializzazione delle imprese
Il Duce della Repubblica Sociale Italiana
Vista la Carta del Lavoro;
Vista la “Premessa fondamentale per la creazione della nuova struttura dell’economia italiana approvata dal Consiglio dei Ministri del 13 Gennaio 1944;
Sentito il Consiglio dei Ministri;
Su proposta del Ministro per l’Economia Corporativa di concerto con il Ministro per le finanze e con il Ministro per la Giustizia Decreta:
Titolo 1. – DELLA SOCIALIZZAZIONE DELLA IMPRESA Art. 1. (Imprese socializzate) – Le imprese di proprietà privata che dalla data del 1° gennaio 1944 abbiano almeno un milione di capitale o impieghino almeno cento lavoratori, sono socializzate…
Ristrutturare l’Italia
In questo periodo di trambusti politici, ambientali e sociali, in cui tutto e il contrario di tutto è valido, sento l’opportunità di buttare un punto di vista, molto personale e criticabile, di come vorrei che l’amministrazione di uno stato fosse attuata.
Non si tratta di un programma politico, perché la mia proposta potrebbe essere sia di destra che di sinistra, ma semplicemente quella di un semplice padre di famiglia che si preoccupa che la sua famiglia possa non soccombere nei marosi di un periodo così oscuro e denso di nubi minacciose all’orizzonte. (probabile guerra all’Iran che vede l’Italia partecipe assieme a Israele)
Non c’è un ordine con cui sono state esposte, ma così, come sono venute a mente. L’idea nasce da alcune letture sui giornali e da alcuni blog di carattere finanziario. Il problema di fondo che tutti evidenziano è modificare il sistema, partendo però da dentro il sistema. L’idea democraticamente parlando è fallace ed è evidente anche ad un bambino. Nessun sistema è modificabile dal suo interno, perché per assioma nessun sistema è in grado di automodificarsi.
Sarebbe come dire che un ameba si trasforma in un sistema pluricellulare: impossibile, salvo forse casi in cui vi sia l’intervento del tocco divino.
Nella realtà sappiamo che questo non è possibile, nessun gruppo sociale ben coeso e ben legato è capace di scegliere e modificare le proprie caratteristiche a favore di altri sistemi che possano poi minare la stabilità del sistema stesso.
Quindi la mia ipotesi nasce da un postulato semplicissimo: in una nazione, come quella italiana, composta per lo più da ruffiani, ladri, grassatori, ricattatori, truffatori, rapinatori, puttanieri, è impossibile che un gruppo rappresentato da questa crema morale, possa cercare di cambiare se stessa perdendo tutti i vantaggi, per introdurre al banchetto altri individui capaci di distribuire gli stessi vantaggi alla popolazione stessa.
In queste condizioni, in cui il potere economico, politico, sociale e finanziario è in mano a gruppi di piccoli criminali travestiti da persone grigie in doppio petto, l’unica strada disponibile per poter cambiare il sistema è solamente quello dell’attacco al sistema frantumandolo, riducendolo ad un ammasso dal quale separare quanto utile per la ricostruzione, da quello utile per la discarica umana.
Unica ed assoluta strada da prendere è quindi quella del cambiamento totale dei paradigmi sui quali si basa questa cloaca della nostra Italia. Cambiare dall’esterno: proporre cose nuove e cose vecchie.
Cominciamo:
1) Tutti i debiti sovrani vanno accantonati e tenuti parcheggiati fino a data da definirsi. Non produrranno nessun ulteriore debito. Si congelano e si riprenderanno, nell’eventualità, in tempi migliori, se ci saranno. Quindi non si tratta abolire il debito ma di congelarlo fino a data da definire. (pensiamo forse che gli Usa, la Germania, la Francia siano in grado di ripagare il loro debito?)
2) Separazione dell’attività bancarie tra banche che fanno speculazione e quelle che sono il perno delle economie.
3) Ricapitalizzazione delle banche: le banche incapaci di ricapitalizzarsi con mezzi propri saranno nazionalizzate e i debiti rimessi direttamente in mano agli azionisti privati delle banche, salvaguardando nel contempo i depositi privati e gli accantonamenti degli stessi, salvo che non provengano da speculazione finanziaria.
4) Riserva frazionaria: tutte le banche dovranno usare una riserva frazionaria non inferiore al 30%.(Rivalutazione del patrimonio immobiliare)
5) L’unico detentore della moneta è lo stato e a nessun altro è permessa la produzione fisica e virtuale della moneta. Custode della stessa è la Banca Centrale Italiana di proprietà dello stato italiano. Nel contempo vengono cancellati tutti gli accordi nazionali ed internazionali che agiscono contro il progetto attuale.
6) Abolizione di tutti i derivati che non abbiano copertura economica/finanziaria/materiale legata al mondo reale dell’economia, il che vuol dire abolire la leva finanziaria.
7) Sono abolite tutte le forme societarie delle attività commerciali, industriali ed operative nel mondo del lavoro, così come tutte le associazioni a carattere “umanitario-culturale” e i diretti interessati delle attuali società risponderanno personalmente in solido con tutti i loro patrimoni dell’andamento economico, sociale e finanziario dell’attività. Stesso atteggiamento e stessa prassi per banche, assicurazioni e tutte quelle attività legate ai flussi monetari e finanziari.
8.) Per il settore del lavoro, alle aziende che usino la delocalizzazione si dovrà prevedere una penale o un premio per l”abbattimento dell’imposizione fiscale in percentuale tale da favorire l’attività in patria. Tutti i prodotti delocalizzati e successivamente importati non potranno essere venduti con un margine superiore al 100% del costo industriale pagato per gli stessi.
9) Per tutte le aziende che dovranno affrontare la sfida di rimanere in Italia contro lo strapotere del basso costo estero si potrà applicare una riduzione dell’iva al 15% ed una riduzione delle imposte (eliminazione dell’IRAP) fino a fatturati di 5mln di euro, oltre i quali, si attueranno delle politiche fiscali e sociali tale da permettere il proseguo dell’attività. L’Italia è il paese delle piccole e medie imprese e queste devono necessariamente avere il favore della politica senza però dimenticare il traino importante di quelle maggiori con più visibilità e che possono rappresentare un biglietto da visita all’estero.
10) Programmazione di lunga durata di attività svolte al riassetto forestale-agricolo-idrogelogico della nazione. Il programma potrebbe assumere nel lungo periodo, di almeno 20 anni, ma più facilmente nei lunghissimo periodo di 50 anni un avvicendamento di oltre 10/15 milioni di persone in attività lavorative connesse e derivanti.
11) Programmazione di media durata, tra i 10 e 20 anni, di un piano di assetto territoriale nella riqualificazione edilizia con un piano che preveda l’assunzione, agli enti pubblici preposti, di riservare una quota del 30% per pubblico tendendo quindi a portare un riassetto nella foresta inqualificabile delle quotazioni del mercato stesso.
12) Denuncia e arresto immediato di tutti gli amministratori pubblici e privati degli ultimi 30 anni che hanno consentito lo sfascio territoriale, sequestrando tutti i beni delle famiglie interessate e istituzione di tribunali speciali per questo scopo.
13) Nazionalizzazione dei trasporti su gomma e rotaia, delle telecomunicazioni, delle poste, e dei servizi necessari al pubblico.
14) Riassetto del pubblico impiego su tutto il territorio.
Tutti sono equiparati al privato e licenziabili, nessuno escluso. Decadenza di tutte le prebende e/o corsi preferenziali che il pubblico attualmente si assume. I servizi pubblici, data la loro delicata funzione di servire la popolazione, dovranno funzionare 24 ore su 24 senza esclusione: dagli ospedali alle carceri, ai tribunali ai comuni. L’orario sarà per tutti di 8 ore di lavoro distribuite a turni nell’arco della giornata ed ottimizzati al servizio. Abolizione dell’art. 18 che come contropartita vede l’assunzione di responsabilità individuale dell’imprenditore.
15) Riassetto del settore sanitario riorganizzando lo stesso per merito.
16) Tutto il personale assunto nel pubblico impiego verrà assunto per lista di specialità e non per concorso.
18) Riduzione a 100 parlamentari e 50 senatori. Eliminazione di tutte le pensioni riservate al personale parlamentare ad esclusione di quelli che abbiano effettivamente 40 anni di servizio contando i giorni d presenza. Per tutti gli altri, gli anni di servizio saranno conteggiati nel computo della pensione di anzianità in funzione dei giorni effettivi di presenza parlamentare. Nessuna possibilità di accumulo delle pensioni e perdita dei massimali. La pensione massima per un parlamentare/senatore che ha svolto il servizio “senza demeriti” non potranno superare quella di un impiegato di primo livello del settore privato. Abolizione dei senatori a vita. Azzeramento delle baby pensioni: lo stato ha già dato senza mai ricevere! (sono oltre 500.000 in Italia e ad una media minima di soli 1000 euro mese netti sono circa 6 miliardi all’anno che si spendono per nulla)
19) Annullamento degli enti regionali, inutile doppione di quello che c’è a Roma e allargamento delle provincie in bacini omogenei territoriali. Il personale che verrà licenziato dalle regioni è licenziato e non assunto nelle nuove strutture. I comuni nel contempo dovranno ridurre il numero degli assessori e assumere gli incarichi internamente.
20) Settore scolastico: tutte le scuole dovranno funzionare 8 ore giornaliere in funzione del bacino di assunzione dell’infanzia e studentesco a cui fa riferimento cercando di favorire le famiglie con stessi disagi nel proprio lavoro. E’ quindi opportuno che comuni e prefetture attivino con le aziende piani di sviluppo scolastico direttamente in prossimità dei centri di lavoro permettendo quindi una maggiore osservazione e minor assenteismo degli impiegati nelle attività lavorative. Le quote di assunzione di questi oneri verranno addebitati tra aziende, impiegati e comune con l’obbiettivo di demandare interamente l’onere alle aziende.
21) Il corpo insegnante è impegnato nelle attività scolastiche non solo nelle ore di insegnamento, ma anche nelle restanti ore delle sue 8/10 ore quotidiane. Le attività verranno quindi svolte nel periodo tra ottobre e giungo compreso per gli studenti fino alla 3 media inferiore, mentre per tutti gli altri le attività scolastiche avranno corso tutto l’anno con la sola interruzione per le ferie estive e natalizie e pasquali commisurate in 1 mese per le ferie estive, 7 giorni per quelle Natalizie e 3 giorni per quelle pasquali.
E’ evidente che queste idee sono frutto di uno sbuffo di come si vede attualmente la nostra penisola, condotta malamente, disastrata e impegnata in progetti estranei alla sua natura (guerra contro la Libia e contro l’Iran oltre alle partecipazioni in attività belliche nei Balcani, in Libano e nell’oriente). L’Italia ha perso oltre 40 anni rispetto agli altri paesi, è il paese più centrale del mondo occidentale ed è il paese che nella sua storia ha riversato agli altri immense ricchezze che hanno permesso loro di capitalizzare il successo odierno. Il mondo politico attuale, composto per lo più da gente senza una benché minima attenzione all’Italia, deve essere cambiato, gettato come uno strumento fallace, inutile e orribilmente malevolo per lo sviluppo presente e futuro del nostro paese.
L’attuale sistema politico nazionale è servo di paradigmi della seconda guerra, figli quindi di una subordinazione storica ormai obsoleta che ci impedisce di poter sviluppare le qualità che potremmo avere. Dobbiamo scrollarci questa massa che ci opprime e ci limita nei movimenti, dobbiamo poter volare, come carattere nostro italiano, lì dove la nostra fantasia, il nostro colore e la nostra indole vuole portarci gettando alle ortiche false ideologie, falsi paradigmi, falsi miti.
La gente dice…