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Schettino contro De Falco

19 gennaio 2012 13 commenti

Partiamo dalla premessa che quanto scritto nel post precedente si basa su quanto riportato in un sito (Sorcha Fall), nel quale non è evidenziabile l’origine delle informazioni, aggiungiamo poi che in Italia ci sono molte basi Nato, con Sigonella la più rappresentativa, e che a Camp Derby in Toscana vicino a Grosseto, è il più grande deposito di munizioni europeo della Nato, deposito dal quale è stato pescato per parecchio tempo durante le incursioni in Libia; aggiungiamo che all’interno delle manipolazioni mediatiche ci sono infinite possibilità di depistaggio e noi italiani la dovremmo sapere lunga su questo, visto che nessun attentato compiuto sul suolo italiano è stato manifestatamente dichiarato risolto in questi ultimi 40 anni; aggiungiamo che l’Italia come gli altri paesi della Nato, è suscettibile di attentati da parte delle forze contrarie alla Nato stessa e che ogni occasione, purché utile, rappresenta un chiaro messaggio per innescare una rappresaglia.

A questo, punto e viste le dichiarazioni degli esponenti di spicco iraniani riguardo ad un coinvolgimento dell’AIEA nell’omicidio dell’ingegnere nucleare e le possibili ed eventuali ritorsione, chi soffia sul fuoco (Israele) è rimasto ad un palmo dal naso per la rinuncia americana di partecipare alla mastodontica esercitazione militare in Israele (Austere Challenge 12) ed ogni atto che l’avrebbe spinta ad entrare in conflitto viene adesso vanificato dalla presa di posizione dell’amministrazione Obama.

Molti dei commenti ricevuti nel post precedente non sono solo profondamente senza senso, ma assolutamente ignoranti della situazione in cui ci troviamo. Siamo in mezzo al mediterraneo, circondati da forze belligeranti; abbiamo partecipato a diverse spedizioni punitive targate Nato per sostenere gli interessi estranei ai nostri, anzi abbiamo perso una grandissima fetta a causa della possibile estromissione dell’Eni dagli affari in Libia.

Prospicienti le nostre coste del sud abbiamo uno dei paesi più guerrafondai che storia abbia mai conosciuto, teologicamente sostenuto da un gruppo di comando che si rifà agli insegnamento del talmud, dove la donna è seconda rispetto all’uomo e la vita dei vicini è pari a quella di una bestia, il cui unico scopo è radere al suolo qualsiasi elemento di disturbo che possa anche minimamente intaccare l’idea sionista. Ora se questo scenario, riassunto sommariamente, non è un terreno sul quale far crescere le tensioni anche al di fuori della terra del popolo di dio, per scatenare l’indole massacratrice che ha animato israele sin dalla sua illegale fondazione, ditemi voi come si potrebbero leggere alcune notizie dato la cortigena fumogena che li avviluppa.

I riferimenti non mancano e anziché lanciare epiteti a vanvera sarebbe più opportuno informarsi, pensare con la testa propria anziché essere il megafono del pensiero comune, quello sotto il quale ci si sente protetti “virtualmente”.

A prescindere quindi dal post precedente, in cui si ipotizzava un causu belli, probabilmente non andato a buon fine per alcuni risvolti internazionali messi in atto per evitare un disastro umano, la commedia della Costa Concordia continua su un piano di squallida rappresentazione mediatica anziché seriamente portata avanti per capire e risolvere i problemi che innescarono questo strano incidente.

Fare di una disgrazia – se non altro per i morti che ci son stati –  uno spettacolo per cercare le luci della ribalta è oltraggioso. Inoltre è vergognoso che le autorità colludano in queste mascherate da baraccone. La telefonata tra il comandante della Capitaneria e Schettino sono a dir poco offensive per tutti quelli che hanno testimoniato che non era la prima volta che la nave passava vicino all’Isola del Giglio.

I media hanno trovato la gallina dalle uova d’oro e non passa giorno o minuto che ci inondino di messaggi insignificanti, ripetuti più volte, sempre gli stessi, su fatti di cui nessuno, apparentemente, conosce la verità.
I dati della scatola nera sembra siano ancora in fase di studio e nulla per ora è trapelato, eppure, secondo quanto riportato dal Telegaph.uk, il primo boato fu udito alle 8 di sera (sarebbe da chiarire se si tratta di 8 p.m. ora italiana ora di Greenwich, quindi le 21.00). Appare anche curioso che non ci sia nessun filmato relativo al momento dell’impatto della nave contro gli scogli, quando ne abbiamo a bizzeffe per ogni stupidaggine. Altra cosa curiosa è l’immediatezza dell’arresto di Schettino, giustificato dalla procura di Livorno per il possibile inquinamento delle prove o la reiterazione del reato (non è chiaro come possa inquinare le prove: spostando la nave, manomettendo qualche impianto o cos’altro? Difficile capire il senso di queste dichiarazioni). Come già scritto, altro aspetto misterioso è l’uso delle cariche esplosive per entrare nella nave, forse si vuole coprire altre tracce di esplosione?
Quindi tutti sapevano e nessuno è mai intervenuto per redarguire, punire o emarginare; tutti concordi, tutti consenzienti e zitti-zitti accettavano la pacifica e baraccona rappresentazione di marketing di una nave da 300 metri che azzardava il passaggio a pochi centinaia di metri dalle coste rocciose del Giglio.

Come può un comandante di capitaneria ordinare ad un suo subalterno (Schettino) cose che lui stesso non ha mai punito? Dove stava questo personaggio prima? Perché non ha mai denunciato o chiesto che fosse escluso dalla navigazione una persona del genere? Perché tutti quelli che sapevano (al Giglio e a Livorno) non hanno mai detto nulla? Forse che i denari della Costa riescono anche a tacitare i probabili e possibili disastri?
La tipica italianata, quella classica, stile Vajont: tutti sanno e nessuno alza la bandierina rossa di pericolo e se la qualcuno si azzarda ad evidenziare il problema viene subito tacitato, il mercato deve fare il su corso.

Aggiornamento: metto a disposizione degli interessati l’Ordinanza-Schettino.

Costa Concordia: incidente o attacco terroristico?

16 gennaio 2012 76 commenti

Quanto accaduto in queste ultime ore presso l’Isola del Giglio è ormai di domino pubblico.
Una nave, la Costa Concordia, secondo le dichiarazione del capitano, stava effettuando un passaggio vicino alle coste dell’isola quando per un errore umano o per un problema tecnico, è finita per incagliarsi sugli scogli prospicienti il porticciolo. Disattenzione, superficialità, distrazione, pressapochismo, queste possono essere le cause dell’incidente.

Quello che lascia più colpiti della faccenda, anche se è troppo presto per fare delle ipotesi, è che il Capitano della Costa Crociere sia stato subito messo agli arresti dal procuratore di Grosseto per il pericolo della fuga e dell’inquinamento delle prove.
Inquinamento delle prove? Cioè?
Che vuol dire inquinamento delle prove? Che il comandante potrebbe spostare la nave a mano, oppure manomettere la scatola nera, oppure fare delle modifiche all’impianto elettrico dell’imbarcazione per giustificare l’evento?
Mi pare abbastanza azzardata l’ipotesi della procura ma, nel marasma delle notizie e nella confusione delle varie dichiarazioni, questa è quella più accreditata. Però sorge anche il dubbio che il Capitano potrebbe dichiarare cose che alcuni non vorrebbero che si sapesse e la soluzione di metterlo in gattabuia è quella migliore per evitare illazioni che potrebbero distogliere l’attenzione su quanto pare ormai invece definito: è passato troppo vicino alle coste del Giglio sottovalutando il pericolo di una manovra incosciente di questo genere. Altra cosa che appare molto singolare è la mancata ripresa da vicino dello squarcio della nave e, in quelle poche immagini visibili, le riprese effettuate sono solo per pochi secondi, così come è singolare che lo squarcio evidente sia sul lato della nave verso il mare aperto. E’ probabile che gli scogli abbiano aperto ambedue i lati della chiglia lasciando entrare l’acqua e in prossimità dei bassi fondali si sia adagiata sul lato destro anche a causa dell’abbrivio della nave stessa.

Qualche minuto prima che avvenisse l’incidente, dal comando russo della Flottiglia del Nord di stanza presso le coste siriane, la nave antisommergibile Admiral Chobanenko che aveva precedentemente abbandonate le acque della Siria per entrare nel mediterraneo, aveva  intercettato la firma inconfondibile di uno lancio di un siluro della classe Kilo.
Nei minuti successivi alla rilevazione veniva intercettato una chiamata di soccorso proprio dalla zone dell’Isola del Giglio  dalla nave Costa Concordia il quale affermava di essere stato attaccato e che era in immediato pericolo di ribaltamento. (ndr. la fortuna del passaggio vicino al Giglio potrebbe aver indotto il comandante a far incagliare la nave anzichè lasciarla rovesciare?)

Il Telegraph riporta che la cena fu interrotta dal un forte boato attorno alle 8 di sera e una voce dall’altoparlante inizialmente affermava che la nave aveva avuto un problema elettrico, prima ancora di ordinare a tutti i passeggeri di indossare i giubbotti salvagente. Le dichiarazioni successive indicano che la sensazione dei passeggeri è stata quella che la nave avesse colpito qualcosa e che non vi fosse stato un danno all’impianto elettrico.

Dopo la chiamata di soccorso della Nave Costa Concordia al comando della Flotta del Nord (Usa) viene ordinato dal Centro Navale di Signonella (The Hub of the Med) che tutte le comunicazioni via radio dovevano essere effettuate non più in chiaro, ma in codice Nato criptato.

La cosa singolare e molto strana è che i siluri di classe Kilo sono imbarcati solo in alcuni sommergibili attivi nel Mediterraneo e appartengono alla Repubblica Islamica Navale dell’Iran.
Sappiamo che alcuni mesi fa alcuni navi iraniane hanno passato il canale di Suez per alcune esercitazioni pianificate già da tempo e con loro probabilmente anche alcuni sommergibili della stessa classe (vedi Navi da Guerra iraniane in transito sul canale di Suez). Il comandante della forza navale iraniana a giugno infatti dichiarava che il totale delle loro forze sottomarine era di 11 unità in parte nel Golfo dell’Oman, Golfo persico ed altre che avrebbero viaggiato nel Mar Rosso e nel Mediterraneo.

La nebbia fitta però scende sulla fattibilità che vi sia stato un attacco iraniano contro una nave di civili per il fatto che l’Iran ha tutto nessun interesse di evitare incidenti internazionali che potrebbero esseri presi come pretesto per innescare una guerra senza fine. La ipotesi più verosimile, ma non probabile, potrebbe essere la ritorsione contro l’occidente per le stragi compiute dai servizi Usa ed Israeliani contro le basi di nucleari iraniane che ha causato diverse decine di vittime anche tra civili colpendo donne e bambini e ultimamente ammazzando un ingegnere che lavorava presso uno di questi impianti. Probabile, dicevo, ma non possibile, poiché creerebbe l’esatto motivo che aspettano Usa ed Israele per lanciare l’attacco ormai pianificato da più di 8 anni.

E’ impensabile che gli organi dei servizi iraniani siano così stupidi e sprovveduti da provocare un incidente che avrebbe conseguenze disastrose per l’occidente, mentre è molto più probabile che, se questa notizia è vera, vi siano degli accordi trasversali tra alcuni delle forze amate iraniane e quelle occidentali (lo stesso è accaduto in Libia, in Egitto ed in Siria, in Tunisia), perché a questo punto della questione, alcuni pezzi delle forze iraniane diventerebbero un cuneo nella compattezza iraniana che porterebbe l’intera regione mediorientale a spaccarsi in tanti piccoli staterelli, perennemente in guerra tra loro, dove però, l’occidente riuscirebbe a guadagnare il suo spazio vitale per il controllo energetico e geopolitico.

Nei fatti sappiamo che l’ostilità israeliana nei riguardi dell’Iran, da una parte, è stata tenuta a freno tanto dal Pentagono quanto dalla casa Bianca, anche se negli ultimi tempi le dichiarazioni di Obama nei riguardi dei vertici iraniani lasciano intendere che se l’Iran provvederà a chiudere lo Stretto di Hormuz gli Usa interverranno militarmente. Ma allo stesso tempo, per non increspare le acque e per non seminare il panico mondiale, Obama, Panetta e alti ufficiali del Pentagono avevano avvertito i vertici israeliani che un attacco all’Iran avrebbe conseguenze catastrofiche, indicando però di essere pronti e di aver pianificato l’appoggio per un eventuale attacco israeliano all’Iran e a tal proposito si veda quanto scritto (A Pasqua col cannone) circa il dispiegamento di alcune migliaia di soldati americani in Israele per una esercitazione congiunta che dovrebbe tenersi tra poco.

La questione iraniana e la spinta ad attaccare l’Iran è quindi sempre più evidente, vuoi creando dei falsi attentati, vuoi anche per il fatto che la Nigeria, uno dei maggiori fornitori di petroli per gli usa, a causa della ormai iniziata guerra civile, interromperanno la produzione del greggio  destinato alle coste americane. In una nota Putin avverte che l’escalation delle attività criminali e terroristiche create da Israele contro l’Iran stanno spingendo “inconsapevolmente” gli Usa in una guerra senza ritorno e ogni minaccia contro l’Iran è una minaccia contro la Russia che se dovrà intervenire lo farà anche militarmente. A questa si aggiunga anche la risposta della Cina agli Usa e  Israele pronta a muove la sua flotta e le sue truppe per difendere non solo i suoi interessi economici energetici, ma il dilagare della violenza Usa in tutto i medioriente.

fonte: whatdoesitmeans.com

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