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Posts Tagged ‘Esoterismo’

Un momento!

28 marzo 2013 6 commenti

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Ieri e oggi ho dato fondo alla mia desolazione: ho cercato di capire che cosa trasmettono alcuni telegiornali della Rai (i 3 canali canali canonici), di La7 e di Rainew24. Sono andato in depressione. Le notizie più gettonate in tutte le testate di comunicazione di massa nell’ordine:- Bersani che tenta di fare un governo impossibile – Terzi da le dimissioni per la figura di m*** dell’Italia nei riguardi dell’India – il Papa che fa il gesuita – La revisione del processo di Meredith – Il processo di Sara Scazzi – Previsioni meteo – Calcio.

Ora, ditemi voi, su una informazione di questo genere come volete che gli italiani cerchino di essere responsabili quando i media precostituiti propinano notizie che hanno il valore di un rutto all’osteria? A farli crescere temprati nei problemi?
Dire che sono bamboccioni, come disse la Fornero, è solo un eufemismo, poiché nessuna persona, italiana o straniera che sia, potrebbe essere diversamente se allevata in un stato in cui le notizie principali sono quelle sopraddette. Qualcuno disse che il popolo italiano è come un bimbo di 3/4 anni, viziato, dispettoso e sempre pronto a dire no e come tale va trattato, ogni tanto una sculacciata e successivamente la caramella per zittirlo, possiamo dargli torto?

Un giorno mi trovavo in Corsica, vicino a Porto su una spiaggia libera da ombrelloni e in pieno sole. Davanti a me, a qualche decina di metri, stava una famiglia di francesi: papà, mamma e 9 figli. Il più grande avrà avuto 15 anni e il più piccolo, anzi la più piccola forse 2 o 3. Questa era affetta dalla sindrome di Down, simpaticissima e sopratutto attenta a tutto quello che facevano i fratellini più grandi.
Cosa mi ha colpito in questa famiglia? la gentilezza, la pacatezza, l’autorevolezza, la semplicità e la purezza dei movimenti degli uni verso gli altri e di tutti verso la bambinetta, ma senza ostentazione. Il rispetto reciproco e l’attenzione sono quelle cose che mi hanno stordito nell’osservare questa famiglia semplice. Semplice, perché non aveva nulla di firmato, scarpe normalissime, vestiti normali, anzi forse se li passavano da figlio a figlio, cibo normale, con grandi panini e tutti attorno a mangiare con qualche battuta per le nuotate che avevano fatto, per gli scherzi che si facevano. Presi nel loro insieme, con lo sfondo del verde dei lecci e dei pini in quella calda giornata d’estate sembravano inseriti in un quadro dei macchiaioli di fine ottocento. Tutto nell’equilibrio e nel rispetto.
La mamma non si preoccupava più di tanto dei bimbi, ma con un occhio leggeva una rivista francese e con l’altro controllava i più piccoli, interrompendo la sua lettura con qualche avvertimento verso i più grandi di fare attenzione ai piccoli. Una vera comandante: autorevole, sensibile senza usare nessun tipo di ricatto (tipico delle famiglie italiane) e nessun urlo o sbracciamento sguaiato. Il padre se ne stava in disparte e se non ricordo male, leggeva un libro, ma spesso dopo qualche pagina, si gettava nella mischia dei figli per coinvolgerli in qualche battaglia sulla riva del mare, ragazzine e maschietti. Era un quadro bellissimo. Finita la giornata, tutti indistintamente hanno setacciarono la spiaggia in cui avevano sostato, raccolsero i loro indumenti, le loro immondizie (poche o nessuna) e ognuno con le sue cose si allontanarono senza frastuono e in ordine sparso fino a scomparire da dove erano arrivati.

Avrei voluto conoscerli meglio, parlare loro e cercare di capire da dove nasceva e scaturiva quella semplicità e quella serenità di quella giornata al mare in Corsica. Già perché loro non erano corsi, ma della Bretagna. Spesso usavano termini dialettali, ma sforzandomi, capivo le loro parole e rapivo quei tratti dei discorsi che tra i genitori facevano. Nulla di eccezionale, ma non parlavano della Belen, né di Corona e nemmeno di qualche miliardario di  calciatore e nemmeno dei pettegolezzi francesi. Spesso argomentavano su qualche personaggio politico, ma con leggerezza, come fosse un vicino di casa loro. Vista la famiglia numerosa avevano altro a cui pensare, ma l’estate e la vacanza era probabilmente motivo anche per parlare di cose che nella vita quotidiana sfuggono.

Cambiamo scena.

Un giorno mi trovo in città, in Italia, e siedo con alcuni amici in un vecchio e storico bar. Siamo al tavolo e sorseggiamo un caffè in attesa di imbastire la serata in qualche maniera divertente. Nel “cazzeggiare”, vicino al nostro tavolo, arriva una famigliola di tedeschi con un bimbo piccolo. Tranquillamente si siedono ordinano il solito “capucino” e si guardano attorno. Il bimbo sgaiattola dalla mamma e per andare in braccio al papà nella sua breve corsetta va sbattere con violenza inaudita sullo spigolo del tavolo (di marmo).  Il tonfo è forte e ci giriamo, il silenzio assale il bambino e la mamma lo guarda con dolcezza, senza preoccupazione e con uno sguardo che,  a mio avviso aveva del satanico,  gli comunica tranquillità (?). Il bimbo inizia ad emettere qualche piccolo urletto-singhiozzo-soffocato (alla Fantozzi, per intenderci), ma non da sfogo al dolore che suppongo fosse esagerato. La mamma lo tranquillizza, credo, perché con voce suadente gli dice delle parole che lo fanno quasi zittire. Il padre che aveva assistito alla scena in disparte, quasi indifferente, si sporge dalla sedia per accarezzare il bernoccolo frontale che al bimbo cominciava a crescere a dismisura e con un gesto rapido, se lo porta sulle ginocchia, quasi a consolarlo. Il bimbo non demorde, anzi il dolore preme e vuole la sua dose di urli che tutti noi, allibiti per la scena, attendiamo. Ma niente. Il padre lo coccola con qualche buffetto sul sedere e la madre indifferente si beve il suo “capucino” . Gli occhi del bimbo sono carichi di lacrime di dolore, ma il papà con amorevolezza gli passa sulla fronte un fazzoletto imbevuto d’acqua e lo tranquillizza, non è successo nulla, sembrava dicesse. Avrei voluto vedere il padre al posto del bimbo se se ne stava tranquillo, caspita!! Dopo qualche minuto tutto finito.

Cosa hanno in comune queste due scene con noi italiani? Nulla! Due mondi opposti e diversi, nei quali non ci identifichiamo e che troviamo per alcuni versi anche esagerati. Eppure, in quello francese la compostezza, la semplicità, la serentià e la sobrietà e il rispetto reciproco è una degli aspetti che NON abbiamo. In quello tedesco è evidente la compostezza, il rispetto, poiché il bimbo non ha urlato come un forsennato e cercato il compiacimento genitoriale, mentre il genitore ha saputo indirizzare quell’atroce dolore nell’accettazione che un dolore non è la fine del mondo (vaglielo a dire al bimbo!!). Noi non siamo così per nulla al mondo. E spesso veniamo redarguiti quando andiamo all’estero proprio per la nostra capacità di farci riconoscere. Siamo ingovernabili, salvo che non sia presente l’una e l’altra cosa, come nelle scene sopracitate.

L’ordine e la compostezza, il rispetto e l’autorevolezza, la sobrietà e la sagacia delle scelte. Nulla di tutto ciò appartiene alla nostra cultura di questi ultimi 50 anni. Sfascio, disordine, mostruosità sociali, efferatezze politiche ed inciuci che a pensarli Machiavelli a confronto è un pivello.

E’ il caso, passato inosservato di questi giorni, che l’INPS è ormai è stracotto, per usare un eufemismo. Si legge che l’INPS conferma la perdita di 10 miliardi per il 2013 e il patrimonio passa da 41 a 15,4 miliardi. E’ sicuramente una notizia da far rizzare i capelli a tutti i pensionati e a quelli che credono che avranno una pensione senza contare al buco da 30 miliardi dell’INPDAP per il mancato versamento dei contributi ai suoi dipendenti che l’INPS ha accorpato, eppure, avete sentito questa notizia alla radio, alla televisione, insomma da qualche parte? Immagino di no. Silenzio assoluto!!!!

Nel frattempo i giochini europei ci soffieranno i nostri risparmi e pensioni e noi andremo ancora in spiaggia o al bar a parlare di Scazzi, Meredith, Balotelli o altre insignificanti ed inutile fatti.

Libia: spariti 105 bambini da un’orfanatrofio di Misurata.

19 luglio 2011 13 commenti

Nella baraonda della guerra umanitaria che imperversa in Libia e che molti media ci stanno nascondendo scopro una notizia che appare agghiacciante.

Il governo libico denuncia la scomparsa di 105 bambini da un orfanotrofio di Misurata.

Secondo il ministro degli Affari sociali libico Sharif, i bambini, sarebbero stati sequestrati e tradotti verso una destinazione sconosciuta.

A detta del ministro, un medico che ha preso parte alla ribellione in corso in Libia, dopo l’arresto, avrebbe ammesso che i bambini sono stati condotti in Italia o Francia.

Una vicenda dai contorni imprecisati e sulla quale occorrerà fare chiarezza immediatamente, perchè non ci sarebbe da stupirsi se fossero finiti in mani sbagliate. Durissimo il commento di Souad Sbai, che si aggancia alla denuncia di Human Right Watch degli abusi degli insorti.

“Come poteva liberare il popolo, chi aveva già le mani sporche di sangue e si è limitato solo a passare dall’altra parte della barricata? Nessuna associazione per i diritti del nostro paese – prosegue – ha mosso un solo dito almeno per capire quali orrori si consumavano in Libia”.

“Tutti colpevolmente silenziosi e inginocchiati di fronte all’aberrante imperativo della “guerra umanitaria”. Come ACMID, infatti,  presenteremo nelle prossime ora una denuncia alla Corte Europea dei Diritti Umani”.

“Per sapere immediatamente  – conclude – che fine hanno fatto i 105 bambini scomparsi dall’Istituto di Misurata e caricati su una nave, di cui non si hanno più notizie”.

La notizia è veramente agghiacciante per il fatto che si sta parlando di bambini, indifesi, oltre che senza i genitori. Non sono soldati e tanto meno terroristi, ma semplicemente bambini.

Mi meraviglia che nessuno dei media ne abbia parlato, ma certamente una notizia di questo genere se confermata, produrrebbe uno scandalo nella fazione “umanitaria” che sta massacrando il popolo libico. Se, come dicono alcuni testimoni, i bambini sono stati imbarcati su navi italiane credo che sia doveroso che le autorità portuali italiane siano allertate controllando tutte le navi, anche quelle militari, affinché questi esseri indifesi non finiscano nelle mani di pedofili o di altre organizzazioni che lucrano sulla vita di questi esseri.

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