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Archive for the ‘Parassitismo’ Category

No Imu, sì tassa sulle case

24 luglio 2013 Lascia un commento

Catasto

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La notizia più gettonata di questa settimana è la nascita di un bambino, oppure la proposta di legge contro l’omofobia, oppure ancora, molto gettonato, è il rapimento della moglie di un biscazziere kazako (10 miliardi di dollari truffati dalla banca nazionale kazaka). Di quello che invece non si parla mai è che fine faremo nei prossimi mesi, come sono messi i conti pubblici, quanto ci è costato in questi ultimi 6 mesi il piano di stabilità.
Nessuno ne parla, tutti nicchiano e nel frattempo la barca Italia si sta sfasciando sugli scogli. Il vecchio timoniere non ha la forza e nemmeno la volontà di invertire la rotta, tanto cosa mai potrebbe accadergli? Anzi sollecita i più incerti, la ciurma indecisa, a compattare questa coalizione di governo minacciando che dopo ci sarebbe il peggio.

Nel chiasso assordante dei media per delle notizie di poco conto ed inutili, è stata approvata la nuova riforma del catasto. Avremo un catasto che indagherà in maniera algoritmica, verranno aboliti i vani per far spazio al conteggio dei metri quadri con effetto più democratico (?).
Con il nuovo catasto “saranno i Comuni a fornire le informazioni necessarie per calcolare il valore patrimoniale degli immobili di categoria A, B e C che gli uffici dell’Agenzia del Territorio si trovano nell’impossibilità di verificare.(Befera ha aggiunto che sono necessari 100 milioni all’anno per 5 anni per fare le verifiche)”.

Ve li immaginate i comuni che genere di informazioni potranno dare all’Agenzia delle Entrate che dovrà stabilire i nuovi valori catastali degli immobili? Ma per fortuna si è pensato a delle Commissioni Censuarie dove il cittadino potrà discutere eventuali discrepanze.
Ma andiamo oltre. La tassazione che l’italiano sta subendo è oltre il 60% e le gabelle che sono state inventate per mantenere questo sistema parassitario sono tra le più variegate. Non c’è giorno che non ne inventino una. Di ieri la notizia di una pizzeria al taglio che ha subito una multa di 5.000 euro per aver servito al tavolo delle persone senza far pagare il servizio, oggi sulla trasmissione Virus, condotta da Nicola Porro, è stato intervistato il pizzaiolo gabellato da un’amministrazione parassita: complimenti a Porro per aver mostrato al grande pubblico il becero livello parassita delle amministrazioni locali che tra queste tasse autovelox e moltissimi altre imposizioni costringono alcuni a soluzioni spesso estreme (suicidi). Ma anche il parassita più sanguinario ha i suoi limiti e anche in questo caso se ne scoprono le trame. Il lavoro, l’economia, la piccola e media impresa sono al lumicino; gli autonomi non riescono più a quadrare i bilanci già magri e rosicchiati. Come fare quindi per riuscire a succhiare ancora della linfa vitale per mantenere il sistema parassitario?
Dove è possibile ancora derubare gli italiani?

Befera, nella relazione alla Commissione Finanze del Senato, ha evidenziato che la stima dell’immobiliare italiano è di circa 5.600 miliardi di euro, pari a 3,5 volte il PIL. Un bel gruzzoletto, no? Su questo enorme valore si concentrano quindi gli sforzi dei parassiti, ma facciamo un piccolo salto indietro e cerchiamo di capire quali potrebbero essere a grandi linee le emorragie:

  • Impiego pubblico: circa 850 miliardi/anno
  • Evasione: calcolata a stime di oltre 300 miliardi/anno;
  • Patto di Stabilità (Fiscal Compact): 45 miliardi/anno
  • Mes (Piano di stabilità europea): 25 miliardi/anno per 5 anni
  • Inps: buco di 35 miliardi
  • Debito pubblico: oltre 2.000 miliardi

Appare chiaro anche ai ciechi che difronte a delle cifre del genere la semplice tassazione delle attività lavorative, delle imprese, sulle professioni non produrrebbe alcun vantaggio, mentre la tassazione sugli immobili – mascherata con la riforma del catasto per i più allocchi – produrrà per i conti di cui sopra dei vantaggi enormi. Il rischio palese sarà la caduta a picco del settore immobiliare, una delle poche attività che potrebbero, momentaneamente, portare un po’ di ossigeno alle aziende, soprattutto per le ristrutturazioni se combinate con una politica bancaria di erogazione del credito, ma agli inventori della tassazione parassita non interessa nulla ed anzi appoggiano i signori della Troika europea (ricordate il viaggio di Letta e di Renzi a Berlino?) imponendo un’austerità superiore a quella imposta alla Grecia e a Cipro.

Grillo, nelle sue esternazioni, disse che abbiamo ancora un certo margine di manovra nelle trattative europee, poiché buona parte del debito (circa il 35%) è in mano alle banche francesi e tedesche e permetterebbe di riformulare i punti odiosi del trattato di Lisbona relativi al pareggio di bilancio e al Mes, ma purtroppo la classe politica italiana non permetterà nessuna discussione e nel frattempo i punti di forza verranno meno (perché nel frattempo i detentori esteri del nostro debito continueranno ad alleggerire le loro posizioni) e noi saremo costretti a svendere le proprie case per far fronte alle prossime tasse che ci arriveranno tra capo e collo.

Ragnatele

15 luglio 2013 Lascia un commento

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In un articolo di Angelo Panebianco, apparso ieri sul Corsera, finalmente evidenziava il sistema plutocratico che sta soffocando l’Italia, quello del parassitismo pubblico delle piccole parrocchie, degli orticelli e degli interessi personali, della magistratura compiacente a certe correnti e quella delle grandi lobbies colluse con la politica.

Panebianco mette il dito nella piaga dell’inamovibilità dello schema plutocratico, che se da un lato dovrebbe aiutare il cittadino per le sue necessità, dall’altro questo schema si è invece incancrenito dietro ad un insieme di regole, leggi ingarbugliate, commissioni regionali, provinciali, comunali, enti, consorzi, tali che qualsivoglia iniziativa a risolvere i problemi del comune cittadino si perde nelle pieghe del non fare e dell’irresponsabilità pubblica e sociale, contrariamente all’attuale governo che intende portare avanti una politica di “cambiamento”.

Il cambiamento supposto sembra essere le elezioni anticipate che PD e M5s vorrebbero anticipare subito dopo l’uscita di scena di Berlusconi. La vittoria sarebbe certa, suppongono, ma il sistema sarebbe sempre il medesimo: immobilismo. Correttamente Sallusti de “il Giornale”, espone una visione preoccupata della questione che renderebbe effettivo il potere disgregatorio della classe dei magistrati a favore dell’asse Corsera-PD-M5s. L’efficienza di questi togati è sorprendente, ma non meraviglia più di tanto, perché se da un lato essi compiono il loro dovere di “ingabbiare” i delinquenti, dall’altro perdono per strada pezzi della giustizia che loro dovrebbero gestire. Il caso dei magistrati necessari a snellire le migliaia di cause pendenti nel Veneto ne sono un esempio, su 69 magistrati assegnati dal CSM al Veneto non ne andrà nessuno: 63 a Napoli in un tribunale nemmeno costruito e 6 a Spoleto. Più che un’assurdità, come osserva il Presidente del Veneto Zaia, una presa in giro.
Possiamo dargli torto?

Eppure tra quelli che hanno lavorato alacremente per la sentenza contro Berlusconi a fine luglio c’è anche il magistrato che a Milano dopo un anno dalla sentenza non è stato in grado di produrre le motivazioni e l’imputato (uno stupratore) è stato messo i libertà. Tutto questo è solamente definibile come buona amministrazione della giustizia? Oppure una vetero compiacenza per alcune frange massoniche, che pur di mantenere saldo il loro sgabello di potere (ora un semplice trepiede, ieri uno scranno) accettano l’onta di obbedire ad ordini di scuderia che nemmeno uno stalliere di un ronzino accetterebbe.

L’immobilismo, la inamovibilità, l’impunità, le collusioni fanno ormai parte integrante di queste repubblica da decenni, con i governi della prima repubblica ed ora, sfacciatamente e senza alcun pudore, quelli della seconda repubblica. Tutti hanno messo la loro impronta, ma non per una caratteristica personale, ma solamente per abbattere lo stato di diritto che negli anni del boom economico, in parte, c’era.

Si pensi alla costituzione delle regioni, allo sdoppiamento dei centri di potere, alle Provincie, ai comuni, ai diversi gradi di giudizio della giustizia ai vari TAR, oltre al CSM e alla Corte di Giustizia europea. Senza dimenticare le diverse commissioni tributarie un vero labirinto totalmente gestito dagli stessi che comminano le sanzioni tributarie. I legami, i lacci, la poltiglia burocratica e talmente sofisticata che anche gli stessi appartenenti ne hanno paura, e tutto per un solo scopo: mantenere vivo il parassitismo statale affossando qualsiasi idea, impresa, slancio culturale. Ogni velleità viene castrata, ogni iniziativa viene falcidiata a meno che non sia un’idea o un progetto che porti denaro e potere alla bestia.

Il ragno, come lo definisce Panebianco, con la sua tela, è sempre in agguato pronto a colpire la sua vittima e innocente o colpevole non fa differenza purché sia spremuta e porti quei componenti essenziali alla sopravvivenza della struttura parassitaria. Si attaccano quindi i piccoli evasori, ma si mette a tacere i 545 miliardi dei grandi evasori, si spinge a chiudere un’azienda con oltre 40 mila persone (indotto compreso) millantando la salute pubblica, ma non denunciando i mancati controlli che il ragno (il parassita) avrebbe dovuto compiere nel corso degli anni (caso Ilva). Sono preferibili 40 mila disoccupati che una terra produttiva.

Nella sua attività parassitaria questa bestia non si cura nemmeno dei propri accoliti, come farebbero le api in un alveare, ma li usa e successivamente li getta nel brodo dal quale si nutre come il caso dell’immenso buco dell’INPS di 35 miliardi che metteranno a rischio le pensioni per milioni di italiani per il mancato versamento: pubblici e privati saranno defraudati di un loro diritto e nessuno pagherà per il maltolto, i responsabili potranno circolare per le strade impuniti e protetti dalle loro guardie (i magistrati).

Ecco quindi che il disegno del cambiamento proposto da Letta, si spiega come un lenzuolo lordato dalla concupiscenza, dalla bramosia, dall’egoismo, dall’ignoranza zotica di personaggi insignificanti.

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