Archivio
Pena di Morte di una nazione odiata.
.
In un articolo di “La Repubblica” del 18.04.2014 Adriano Sofri commenta la commutazione della pena di morte in Iran (Amalek) di un condannato per il perdono della madre dell’uomo ucciso.
A prima vista sembra un articolo pregno di pathos, di emozione, di commozione, ma poi si copre la bassezza con il quale Sofri esprime giudizi.
Prima cosa che salta subito all’occhio è il giudizio politico e settario con cui Sofri dipinge la giustizia iraniana: “Qui si procede in economia: un’impalcatura di tubi innocenti arrugginiti, la corda passata sopra un tubo, una seggiola di legno cui dare un calcio. Un militare, un mullah, i parenti.”
La giustizia iraniana usa un sistema diverso rispetto, ad esempio, a quella del paese più democratico del mondo: gli Stati Uniti d’America, in cui un condannato a morte per omicidio rimane in carcere nel braccio della morte per molti decenni fintanto che qualche giudice decide di graziarlo con una endovenosa di buon veleno, oppure è cosa diversa a quella che accade agli amici di Sofri, i takfiri che con molta meno pubblicità fanno inginocchiare il malcapitato con mani e piedi legati, gli alzano il mento e con un coltellaccio da cucina gli squarciano la gola, finendo la loro opera di macellazione separando la testa da tronco. Questi, forse, sono le esecuzioni al quale Sofri farebbe riferimento. La giustizia è un gran bordello, dipende da chi paga e nel caso dei takfiri i pagatori sono Usa ed Israele, assieme ai signori dell’Arabia Saudita.
E’ notevole come Sofri non ‘soffra’ della giustizia saudita, già, perché lì, nel paese delle meraviglie ogni sgarro viene pesantemente punito con il taglio della testa: dai culattoni, alle lesbiche, ai ladri, agli stupratori ed alle stuprate subiscono la stessa pena: zac! Via la testa, e in forma pubblica che così ci si ricordi. Fa comunque un certo effetto notare come l’ associazione dei culattoni delle lesbiche e dei travestiti NON alzi barricate contro queste mostruosità anacronistiche, ma comunque reali ed odierne (non posto nessun video a tale proposito, ma basta fare una semplice ricerca in rete), mentre suona stonata la levata di scudi che questa associazione di pervertiti, pedofili abbiano boicottato le olimpiadi invernali di Sochi.
Nella legge iraniana vale una regola, forse arcaica, ma sicuramente molto più pratica che non le nostre mille ed inutili vessazioni: i famigliari del condannato hanno diritto di morte o vita, ovvero è sufficiente che questi decidano di condannarlo per dar luogo alla condanna di morte, oppure che perdonino per salvargli la vita. Certamente affidare la vita di un omicida a dei famigliari che non capiscono nulla di diritto è bizzarro, ma la domanda che sorge spontanea è: colui che ha tolto la vita cosa ne sapeva di diritto per decidere di ammazzare un suo simile? Direi che c’è una certa uguaglianza, ovvero, come sottolinea Sofri la legge del Taglione.
La stessa legge che viene inflitta in Palestina, a Gaza. Lì si lancia un razzo e dall’altra parte (il non-stato) parte una squadriglia di F-16 armati di bombe al fosforo, di Cluster (Bombe a Grappolo) e senza nessuna remora si bombarda a casaccio senza nessuna pianificazione, eliminando i problemi alla base. Occhio per occhio dente per dente. D’altronde lo ordina quell’infame libro che va sotto il nome di Bibbia, quell’orrendo libraccio, sconcio, pedofilo, massacratore precursore dello sterminio di genti ed attuatore della pianificazione, per esempio, della cancellazione di milioni di Armeni. Ma anche qui Sofri pare non vedere, non sentire, non capire. Com’è strano questo giornalismo a senso unico, eppure, anche nel non-stato esistono voci fuori dal coro che denunciano in modo chiaro le efferatezze e i soprusi compiuti dalla polizia, dai servizi segreti e dall’esercito di quell’ammasso di criminali usurpatori del territorio altrui.
Ci verrebbe da pensare che anche Sofri appartenga alla stessa genia del non-stato.
Eppure Sofri nel suo succitato articolo, affonda la lama di giudizio su un Iran ghettizzato, su una nazione messa al bando da mezzo mondo come dalle antiche scritture di quell’immondo libro della Bibbia:
Gli amaleciti sono un popolo antico, forse leggendario, che YHVH ordina ripetutamente di sterminare fino all’ultimo uomo, donna, bambino e animale. Qualche esempio dagli infiniti passi dell’Antico Testamento:
Esodo 25 (17-19):
«Quando il Signore tuo Dio ti avrà concesso quiete fra tutti i nemici che ti circondano, nella terra che il tuo Dio ti dona in eredità, tu cancellerai il ricordo di Amalek sotto il cielo: non dimenticare!».1° Samuele, (15, 3-5):
«Va’ e colpisci Amalek; fallo a pezzi, vota all’anatema tutto quello che posside, non aver pietà di lui, uccidi uomini e donne, ragazzi e lattanti, buoi e pecore, asini e cammelli».Anche il cabbalistico Zohar (1,25) insiste:
«…. Quando il Signore si rivelerà, essi (i popoli goym) saranno spazzati via dalla terra. Ma la redenzione non sarà completa finchè Amalek non sarà sterminato, perchè è stato fatto il giuramento che ‘il Signore farà guerra ad Amalek di generazione in generazione’» (Esodo 16, 16).
E’ normale che un insieme di persone pensino in siffatta maniera? Io credo che qualche rotella fuori posto ci sia, ma la realtà è spesso bizzarra e infinitamente più crudele.
Ma Sofri, in cui il suo passato è percepito come una ventata di acqua di rose, non vede queste cose, per lui l’Iran è il male assoluto (Amalek) da sterminare.
Ciò che l’uomo non fa Dio lo compie!
Lo sterminatore di Sabra e Chatila, Ariel Sharon, è morto!
Se la giustizia terrena non compie il suo ciclo, la natura – nella sua infinita pazienza – agisce imperturbabile e indifferente all’essere umano.
Ciò che i palestinesi hanno agoniato per anni (il giudizio alla corte dell’Aia per crimini contro l’Umanità) il male fisico che colpì Sharon ha reso quella giustizia cercata e sempre mascherata con la complicità delle nazioni europee e degli Stati Uniti una realtà, oggi, inoppugnabile.
Anche gli intoccabili, gli eletti, i figli della Shoa hanno sono giudicati e puniti in secula seculorum.
Quando l’Italia craxiana aveva ancora coraggio:”La lotta armata dei palestinesi è legittima”
Un po’ di storia serve per capire il servilismo prono delle attuali classi politiche, economiche e finanziarie:
Nel silenzio dei media di tutta europa continua la beffa israeliana che quell’infame di Terzi tace. Possa un giorno il suo dio legarlo al basto di una macina e condannarlo a cercare in cerchio il centro della sua ragion d’essere.
Note occpal:
Some Israeli sources as well as it’s supporters claim there would be no humanitarian aid on board of the Estelle. Well, maybe Israel’s trust in Port State controls lacks, or Shabak failed here, but below the list of cargo. As well as contact info for further information about Port State control locations if required.
GazaArk.org Release: 17 October 2012
No ship has undergone as many and as thorough inspections as Estelle has during the last couple of months. We have had several so-called Port State Controls.
Thousands of visitors with their own eyes have been able to assure themselves of what we are bringing in our cargo and that we ourselves are non-violent human rights activists.
Our cargo, loaded in ports along the journey, consists of things necessary for survival as well as things that make life more comfortable.
Estelle also bring a VHF radio and an anchor…
View original post 490 altre parole
La verità amorevole dei coloni israeliani…tanto per non perdere l’abitudine.
Uno dei temi degli esami di maturità dei nostri ragazzi era sulla Shoa dei poveri ebrei, tanto martoriati, ghettizzati, ma nessun tema sulla Shoa dei palestinesi, sugli omicidi quotidiani, sui massacri calcolati del popoolo eletto, sulle efferatezze di questa gente per bene, sui crimini inascoltati di soldataglia allevati da un Dio che meriterebbe la pena capitale se fosse rintracciabile.
E’ il caso di questi giorni come alcuni coloni israeliani, sionisti veraci, kazhari di prima categoria, barbari di fondo, trattano i locali, i veri proprietari di quelle terre che ogni giorno della propria vita si vedono rubare le loro terre, le loro vite, le loro tradizioni dalla banda criminale che popola quel falso stato.
La follia pavida dei nostri servi di Israele
.
ROMA – Il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, ritiene che sia “molto basso” il rischio che Israele attacchi l’Iran e auspica che le pressioni occidentali possano costringere Teheran a fermare il suo programma nucleare che a suo avviso avrebbe “uno scopo militare”.
Il titolare della Farnesina pero’ non e’ dello stesso parere nei confronti d’Israele che al contrario dell’Iran, non ha mai firmato il Trattato di non proliferazione nucleare (Tpn), non e’ un membro dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) e non ha permesso mai all’Aiea di visitare i suoi siti nucleari. Israele che secondo le fonti occidentali e non, e’ in possesso di almeno 200 testate atomiche. Alla domanda se si facciano due pesi e due misure tra il nucleare di Teheran e la bomba israeliana, Terzi risponde che l’esistenza dell’ordigno di Tel Aviv “non e’ mai stata dichiarata”. In altre parole il ministro degli Esteri italiano prima dice di non sapere nulla dell’atomica israeliana ma all’improvviso cambia idea: “se comunque Israele l’avesse, avrebbe finalita’ pacifiche”.
Servono commenti?
fonte: iran.italia.radio
Flytillia e Cycletillia la pace nel segno della tolleranza
…
Ancora una volta la forza dei servizi segreti israeliani inducono le compagnie aeree di tutto il mondo a stilare delle liste nere (blacklists) dove indicare i soggetti che hanno come obbiettivo la manifestazione Flyfottilia. Come accaduto qualche tempo fa Israele non smentisce la sua indole democratica di paese civile, tollerante e liberista. In Israele c’è posto per tutti, a tutti è permesso manifestare come dimostrano alcune foto:
Non fatevi ingannare, i segni sulla schiena sono il risultato di un abbraccio fraterno che i soldati dell’IDF hanno voluto dare alla comitiva.
Non possiamo inoltre non ammirare il tentativo di abbraccio fatto dal colonnello Shalom Eisner ad un ciclo-attivista. La maldestra azione viene scambiata per un’aggressione:
L’aspetto più curioso di tutto questo è che probabilmente quelli di Flytillia non hanno firmato il contratto politico che Israele desidera far firmare, in certi casi, ai tutti i turisti che entrano nel paese:
Israele ritratta la minaccia nucleare iraniana.
Gli Usa spingono il ministro della difesa israeliano Ehud Barak a fare marcia indietro ed a ritrattare sulla possibile minaccia nucleare iraniana.
Una buffonata in stile talmudico
ref: Debka
I senegalesi di Israele
Mentre si stanno spegnendo le luci sul massacro dei due senegalesi – barbaramente assassinati da un povero pazzo, sicuramente non solitario in questo evento – e mentre i nostri politici si addolorano del nostro razzismo incombente, voluto dalla cecità catto-comunista che l’Italia è il porto per tutti e che l’umanità dell’accoglienza deve essere applicata a tutti, volente o nolente anche contro un processo metabolico storico di mescolamento dei popoli che avviene di norma in centinaia d’anni e non in pochissimi anni, nessuno si accorge che un razzismo più sfrenato, più evidente e più pubblicizzato, avviene sulle sponde opposte alle nostre: in terra di Palestina, occupata illegalmente dalle forze illegali di uno stato illegale, perché autocostituitosi contro ogni principio universale di autodeterminazione dei popoli.
E nel silenzio assordante dei nostri megafoni informatori, secondo il classico schema owelliano, quanto accade in quella terra del medioriente vede accesa la luce sui massacri nella terra di Siria, mentre nessuna luce, a parte quanto testimoniato dal compianto Vittorio Arrigoni, s’illumina sulle continue brutali esecuzioni che l’IDF sta attuando sui territori occupati della Palestina.
E’ di questi giorni la notizia che un giovane palestinese che si ribellava all’usurpazione israeliana ha reagito lanciando sassi con una fionda contro un mezzo dell’esercito israeliano. La risposta è stata rapida, secca ed ineluttabile: un colpo alla testa al giovane.
Non ci sono parole e non ci possono essere espressioni come quelle usate dagli ebrei oltranzisti “Se lo meritano“, così come anche l’IDF ammette che spesso i propri militari non usano la mano delicata contro i manifestanti. Per loro i palestinesi sono bestie, esseri immondi che devono essere cancellat dalla faccia della terra e che uno in meno non toglie il sonno a nessuno. Quella è la democrazia che viene portata ad esempio dai nostri politici, dal nostro vecchio corrotto-comunista-massone di Napolitano, dai nostri inviati che paghiamo profumatamente come Claudio Pagliara, il cui attento occhio vede solo le cose che compiacciono il potere italo-sionista.
In quell’angolo di terra, fatta di pochi milioni di persone di sangue misto, per lo più polacchi, russi, ucraini, americani, tedeschi legate da un filo teologico assurdo – una religione inventata da un ladro di bestiame e da uno stupratore di bambini – nel silenzio assoluto delle nostre civiltà, giorno dopo giorno, continua il massacro e la caccia al palestinese: bestia immonda da sopprimere.
Ma c’è un detto: un giorno corre la lepre e un giorno corre il cane.
Fonte: 972mag.com
La gente dice…