Archivio
I crimini taciuti e poco pubblicizzati.
…
I nazisti furono schiacciati dalla forza anglo-russa ed i superstiti condannati a morte in quella farsa del Tribunale di Norimberga, di cui il suo epigono è l’attuale mascherone del Tribunale dell’Aia che ha condannato alcuni dei vari dittatori della storia moderna, senza possibilità d’appello.
Questo tribunale, come molti sapranno, è la solita farsa giudaico-massonica atta a instillare il sentimento della discordia, della denigrazione, della diffamazione, della hasbarà (הסברה) tipica del mondo farisaico sionista, ma in questo tribunale mancano ancora molti imputati, molti dei quali siedono adesso nei governi europei, americani ed israeliani e che dall’alto della loro posizione, sentono sicuro lo scranno sul quale poggiano le loro flaccide chiappe.
Il germe dell’odio, della superiorità, della razza e del divisionismo umano ha partorito degli aborti viventi, delle ombre senza luce, degli scheletri senza ossa: delle non-persone che, in nome di una fantomatica superiorità dato a loro da chissà quale entità, sentono in cuor loro di dover macellare milioni di persone. Nel Sanhedrin 59 del Talmud: “Dio fece un’alleanza con Israele solo in grazia di quel che fu trasmesso oralmente”. Dio? Già questo fa pensare all’hasbarà.
C’è un dio, non si sa quale, che improvvisamente si accorge che c’è una popolazione di pecorai, briganti, di schiavi, come il 90% delle popolazioni di allora, che li prende sotto la sua protezione e li nomina popolo eletto in virtù di un patto di sangue (la circoncisione). Da notare che il sangue nella cultura ebraica è dominante, così come lo è in quella cattolica.
Da questo patto, o se vogliamo da questa mistificazione, Mosè, un criminale, erige il suo impero e comunica le sue regole al popolo che a quei tempi non vantava essere di cultura adeguata per poter entrare in qualche scuola minimale: al massimo poteva sperare in una concupiscenza ovina, ed era già tanto. Figuriamoci il livello culturale!!
Non esistono scritti, né opere, né atti, né arte, né musica, né poemi, nulla…il vuoto totale, il deserto assoluto di questa popolazione inesistente. Nomadi, pastori, sbandati senza terra e senza patria, ma capaci di atti di indicibile valore criminale che al soldo di un impostore (Mosè), colto ed educato alla corte egizia dei faraoni, seppe trarre a se i maggiori vantaggi economici e di potere.
Da questa stilla di amore per il prossimo sono poi scaturite tutte le pestilenze delle disavventure umane, perché tutte fondatensi su un unico scritto: la bibbia. Il peggiore libro che mente abbia mai concepito. Carico d’odio, di tragedie, di vendette, di stermini, di stupri, di ruberie, di schiavitù, di tutta quella parte peggiore che l’uomo possa commettere è lì ad istruire.
E poi parliamo della divina commedia?
Da questo pilastro educativo sono scaturite tutte le malefatte umane nel corso dei millenni e duemila anni di storia non hanno insegnato nulla di buono. L’uomo non si accontenta e non impara dalle storie del passato, ha bisogno della propria esperienza, ma da ogni cosa che l’uomo tocca scopre l’orrore della sua malafede, della sua perfidia, della sua disonestà. E’ il caso dei crimini compiuti dai nostri alleati nei vari paesi conquistati con la democrazia delle armi e del fuoco, crimini impuniti, rimasti nel silenzio e riportati, casualmente, da qualche giornalista, ma che stanno lì a fare da corollario alle conquiste della civiltà umana.
I video sotto sono datati, vecchi, sicuramente già visti da molti, ma sarebbe bene rivederli, per capire quanto la democrazia, parola insignificante, sia l’arma attraverso la quale menti diaboliche perpetrano i loro crimini. E noi, con i nostri politici, i nostri servi diplomatici ne siamo parimenti responsabili. Nessuno tra le file del nostro parlamento ha protestato contro questi crimini, nessun politico ha manifestato contro questa barbarie, nemmeno il rappresentante del cattolicesimo si è levato contro questo sterminio. Tutti complici e tutti colpevoli.
Iraq e Afghanistan
Regole di ingaggio
Imprese eroiche dei marines
Schettino contro De Falco
…
Partiamo dalla premessa che quanto scritto nel post precedente si basa su quanto riportato in un sito (Sorcha Fall), nel quale non è evidenziabile l’origine delle informazioni, aggiungiamo poi che in Italia ci sono molte basi Nato, con Sigonella la più rappresentativa, e che a Camp Derby in Toscana vicino a Grosseto, è il più grande deposito di munizioni europeo della Nato, deposito dal quale è stato pescato per parecchio tempo durante le incursioni in Libia; aggiungiamo che all’interno delle manipolazioni mediatiche ci sono infinite possibilità di depistaggio e noi italiani la dovremmo sapere lunga su questo, visto che nessun attentato compiuto sul suolo italiano è stato manifestatamente dichiarato risolto in questi ultimi 40 anni; aggiungiamo che l’Italia come gli altri paesi della Nato, è suscettibile di attentati da parte delle forze contrarie alla Nato stessa e che ogni occasione, purché utile, rappresenta un chiaro messaggio per innescare una rappresaglia.
A questo, punto e viste le dichiarazioni degli esponenti di spicco iraniani riguardo ad un coinvolgimento dell’AIEA nell’omicidio dell’ingegnere nucleare e le possibili ed eventuali ritorsione, chi soffia sul fuoco (Israele) è rimasto ad un palmo dal naso per la rinuncia americana di partecipare alla mastodontica esercitazione militare in Israele (Austere Challenge 12) ed ogni atto che l’avrebbe spinta ad entrare in conflitto viene adesso vanificato dalla presa di posizione dell’amministrazione Obama.
Molti dei commenti ricevuti nel post precedente non sono solo profondamente senza senso, ma assolutamente ignoranti della situazione in cui ci troviamo. Siamo in mezzo al mediterraneo, circondati da forze belligeranti; abbiamo partecipato a diverse spedizioni punitive targate Nato per sostenere gli interessi estranei ai nostri, anzi abbiamo perso una grandissima fetta a causa della possibile estromissione dell’Eni dagli affari in Libia.
Prospicienti le nostre coste del sud abbiamo uno dei paesi più guerrafondai che storia abbia mai conosciuto, teologicamente sostenuto da un gruppo di comando che si rifà agli insegnamento del talmud, dove la donna è seconda rispetto all’uomo e la vita dei vicini è pari a quella di una bestia, il cui unico scopo è radere al suolo qualsiasi elemento di disturbo che possa anche minimamente intaccare l’idea sionista. Ora se questo scenario, riassunto sommariamente, non è un terreno sul quale far crescere le tensioni anche al di fuori della terra del popolo di dio, per scatenare l’indole massacratrice che ha animato israele sin dalla sua illegale fondazione, ditemi voi come si potrebbero leggere alcune notizie dato la cortigena fumogena che li avviluppa.
I riferimenti non mancano e anziché lanciare epiteti a vanvera sarebbe più opportuno informarsi, pensare con la testa propria anziché essere il megafono del pensiero comune, quello sotto il quale ci si sente protetti “virtualmente”.
A prescindere quindi dal post precedente, in cui si ipotizzava un causu belli, probabilmente non andato a buon fine per alcuni risvolti internazionali messi in atto per evitare un disastro umano, la commedia della Costa Concordia continua su un piano di squallida rappresentazione mediatica anziché seriamente portata avanti per capire e risolvere i problemi che innescarono questo strano incidente.
Fare di una disgrazia – se non altro per i morti che ci son stati – uno spettacolo per cercare le luci della ribalta è oltraggioso. Inoltre è vergognoso che le autorità colludano in queste mascherate da baraccone. La telefonata tra il comandante della Capitaneria e Schettino sono a dir poco offensive per tutti quelli che hanno testimoniato che non era la prima volta che la nave passava vicino all’Isola del Giglio.
I media hanno trovato la gallina dalle uova d’oro e non passa giorno o minuto che ci inondino di messaggi insignificanti, ripetuti più volte, sempre gli stessi, su fatti di cui nessuno, apparentemente, conosce la verità.
I dati della scatola nera sembra siano ancora in fase di studio e nulla per ora è trapelato, eppure, secondo quanto riportato dal Telegaph.uk, il primo boato fu udito alle 8 di sera (sarebbe da chiarire se si tratta di 8 p.m. ora italiana ora di Greenwich, quindi le 21.00). Appare anche curioso che non ci sia nessun filmato relativo al momento dell’impatto della nave contro gli scogli, quando ne abbiamo a bizzeffe per ogni stupidaggine. Altra cosa curiosa è l’immediatezza dell’arresto di Schettino, giustificato dalla procura di Livorno per il possibile inquinamento delle prove o la reiterazione del reato (non è chiaro come possa inquinare le prove: spostando la nave, manomettendo qualche impianto o cos’altro? Difficile capire il senso di queste dichiarazioni). Come già scritto, altro aspetto misterioso è l’uso delle cariche esplosive per entrare nella nave, forse si vuole coprire altre tracce di esplosione?
Quindi tutti sapevano e nessuno è mai intervenuto per redarguire, punire o emarginare; tutti concordi, tutti consenzienti e zitti-zitti accettavano la pacifica e baraccona rappresentazione di marketing di una nave da 300 metri che azzardava il passaggio a pochi centinaia di metri dalle coste rocciose del Giglio.
Come può un comandante di capitaneria ordinare ad un suo subalterno (Schettino) cose che lui stesso non ha mai punito? Dove stava questo personaggio prima? Perché non ha mai denunciato o chiesto che fosse escluso dalla navigazione una persona del genere? Perché tutti quelli che sapevano (al Giglio e a Livorno) non hanno mai detto nulla? Forse che i denari della Costa riescono anche a tacitare i probabili e possibili disastri?
La tipica italianata, quella classica, stile Vajont: tutti sanno e nessuno alza la bandierina rossa di pericolo e se la qualcuno si azzarda ad evidenziare il problema viene subito tacitato, il mercato deve fare il su corso.
Aggiornamento: metto a disposizione degli interessati l’Ordinanza-Schettino.
Alluvione: “il triste tributo che paghiamo ai cambiamenti climatici”.
Abbiamo assistito alla potenza della natura e come essa sia capace di agire e cancellare in pochi momenti, quanto la superbia umana erige con tanto orgoglio.
In Liguria come in Toscana alcuni paesi sono stati spazzati dall’imperversare del “mal tempo” e a nulla sono valse le precauzioni dei comuni colpiti. In un batter baleno, quello che prima erano dei ridenti paesi, ora sono un ammasso di macerie e fango e disperazione della popolazione che dopo anni di sacrifici e duro lavoro si è vista cancellare il proprio passato.
In questa situazione imprevedibile, in cui l’uomo soccombe alla forza della natura, i cambiamenti climatici sembrano essere la causa principe degli eventi e nulla può l’uomo per contrapporre la sua forza a quella naturale. Egli è solo un piccolo fruitore, spesso senza rispetto e senza coscienza, animato dal proprio opportunismo e dalla propria convenienza.
Ed ecco che ancora oggi, a distanza di un anno dall’alluvione del Veneto, si ripete l’ennesima scena drammatica: case distrutte, strade impraticabili, campi sconvolti, terreni devastati.
Da uno studio dell’Istituto Superiore per la Protezione e le Risorse Ambientali risulta che il 70% dei comuni è a rischio frane, ciò vuol dire che 5.708 su 8.101 comuni prima o dopo verranno devastati da frane incombenti, fenomeni alluvionali per qualche piccola pioggerellina. I dati non solo allarmanti, ma rappresentano lo stato di disfacimento del territorio, all’interno del quale la dissolutezza dei responsabili pubblici e dell’impresa privata non ha la minima preoccupazione che le attività, le costruzioni, le cementificazioni a lungo andare produrranno sempre più disastri e sempre più vittime. Complici di questo scempio si aggiungono lo spopolamento delle campagne delle colline e dei monti.
I discorsi sono sempre gli stessi: incuria, indifferenza, non visibilità, disinteresse, ignoranza, interessi privati e pubblici che collidono con la stabilità del territorio. Quante volte abbiamo assistito alla distruzione di case costruite sui greti dei fiumi o sulle golene, quante volte abbiamo visto nelle città, ma anche nei paesi, fontane d’acqua sgorganti dalla rete di scarico idrico. Eppure di fronte a questi eccessi e a questo malversare c’è qualcuno che imputa il danno agli eventi climatici ed ai suoi cambiamenti, per altro indimostrabili.
Proprio ieri il nostro amato Presidente della Repubblica delle Banane ha commentato le morti dell’alluvione ligure e toscana “E’ il triste tributo che paghiamo ai cambiamenti climatici…”. Triste tributo????? Io mi chiedo se questo gerontopolitico comunista-massone sia scemo dalla nascita o pensa che tutti siano talmente deficienti da accettare la storiella del cambiamento climatico. Nessuna parola sulle responsabilità pubbliche e locali, nessuna accusa e nessun rimprovero contro quelli che hanno sovvertito la natura e contro quelli che l’hanno devastata con costruzioni inique, con cementificazioni a tutto spiano, con creazioni di quartieri dormitorio inutili, con la desertificazione delle montagne e di vaste aree della pianura, con la mancata pulizia degli alvei dei fiumi e dei canali di scolo.
Una persona con la testa al suo posto avrebbe detto altro, si sarebbe dispiaciuta e avrebbe aggiunto che con il potere in sue mani avrebbe spinto le forze politiche ad intervenire, una volta per tutte, a sistemare questo annoso e gravissimo aspetto della nostra amministrazione territoriale. Invece l’uomo di Londra, l’uomo del sistema bancario, l’uomo che lavora contro gli interessi italiani accusa il cambiamento climatico!
Non ho parole, altrimenti diventerei offensivo.
Ci troviamo quindi ancora, anno dopo anno, a dover fare i conti con la solita minestra dei disastri, dei danni e dei miliardi che serviranno a ripristinare, eppure le soluzioni stanno tutte lì sul tavolo e basterebbe sforzarsi di agire, per il bene dell’intera penisola e non solo per la sua sistemazione idraulico-forestale, ma anche e sopratutto perché queste attività rappresenterebbero una utile valvola di sfogo per un impiego a lungo termine. Sistemare una nazione dal dissesto idrogeologico impegnerebbero attività per oltre 50 anni e le ricadute in termini di efficienze si avrebbero non solo sul risparmio oggettivo, ma sopratutto per quella parte dell’industria che è sempre stata quella più bastonata: il turismo.
Provate a pensare di visitare i giardini di Boboli a Firenze, la Reggia di Napoli, o gli scavi di Ercolano dopo anni di incuria: ci entrereste? Avreste piacere di vederli o provereste una sensazione di repulsione per l’incuria e il disordine?
Le prime osservazioni che si sentono spesso fare a questi ragionamenti sono sempre le stesse: mancano i fondi, non ci sono capitali e nessun privato investirebbe nel sistemare fiumi o torrenti. Vero! Ma uno stato serio ha cura della sua casa così come il massone-comunista di Napolitano ha cura della sua vecchiaia e ai primi acciacchi corre dal medico a farsi curare.
Depistaggio ricattatorio sulla strage di Bologna.
Bologna, 2 agosto 1980, esplosione alla stazione: 85 morti e 200 feriti.
I mandanti – secondo la versione ufficiale – sono da ricondurre alla matrice fascista collegata agli ultimi brandelli delle Brigate Rosse. Fioravanti, la Mambro e molti altri vengono catturati ed assicurati alle patrie galere, ma la giustizia pare non fermarsi mai perché, come già molti sanno, in questi giorni si sta facendo largo una nuova tesi che vedrebbe coinvolti alcune fazioni “palestinesi” che avrebbero causato il massacro di Bologna in seguito all’abbandono dello Stato Italiano alla causa palestinese di quegli anni. Questo è quanto riportano molti giornali “allineati”.
Sicuramente non sappiamo molto di queste tesi così come si sa molto poco – e molto spesso depistato – su tutto il periodo degli attentati tra gli anni 70 e 80.
Le tesi più accreditate riferiscono che quelle stragi, così come quella del Rapido 904 del 1984, furono create ed usate ad hoc dai servizi deviati italiani per ordine di quelli americani, inglesi e israeliani. Tuttavia se queste tesi, sulle quali si possono trovare fiumi di libri, possono portare alla materializzazione dell’idea di tener fuori dal potere italiano il partito comunista, non c’è però nessuna prova ufficiale che affermi quanto dedotto dalle tesi stesse. Insomma un bel garbuglio inestricabile sul quale nessuno vuole fare chiaro, perché chi tocca questi temi, spesso è vittima di incidenti casuali (incidenti in auto, suicidi in bagno in ginocchio, affogamenti in riva al mare ecc.ecc.)
L’attuale tesi è invece a mio parere una delle più grossolane ed evidenti sistemi di depistaggio e manipolazione-ricattatoria. E’ anche chiaro che se nei metodi passati di 30 anni fa si usava una sottile linea di ricatto, appena percepibile, adesso invece, cambiati gli uomini, ci troviamo difronte ad una grossolana e pacchiana messa in scena dei servizi che lascia ben percepire anche ad uno scemo quanto si voglia colpire. Purtroppo il mondo ebraico italiano è completamente coinvolto in queste vicende, anche quello foriero di belle cose e quello che è sempre stato una delle colonne portanti della nostra economia. I ricatti e le speculazioni a certi livelli non fanno distinzione tra ebreo e sionista, fedele o meno a determinati dictat.
Il messaggio di questa manipolazione ricattatoria è semplice: possiamo agire quando, dove e come vogliamo e guai a voi (il film Munich è un bell’esempio dei sistemi che essi possono usare, Spielberg, forse, qualche suggerimento l’ha avuto)! Gli esempi non mancano (Bologna, Italicus, Rapido 904, Oslo et altre)
La domanda sorge subito spontanea: guai a voi per che cosa? Beh, anche in questo caso c’è una semplice risposta e non perché io abbia la sfera di cristallo, ma perché mancano pochi giorni ad un evento particolare che se accadesse metterebbe lo stato di Israele in fibrillazione totale. L’evento si terrà a settembre presso le Nazioni Unite e riguarda la richiesta di riconoscimento dello stato di Palestina.
Non giudicate questo avvenimento una futile motivazione per Israele, perché è al contrario la vera minaccia per la sopravvivenza sionista in Israele e non dello stato stesso. La cosa è di vitale importanza e data la delicatezza dell’argomento i sistemi usati per convincere anche i più riottosi, non devono essere sprecati.
Nel frattempo i familiari delle 285 vittime sono ancora lì a piangere i loro cari e non trovano ancora nessuna risposta alle mille domande delle loro morti.
La gente dice…