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Archive for the ‘Globalizzazione’ Category

Essere o Avere (i coglioni)

22 dicembre 2022 Lascia un commento

Fino allo scoppio della Prima guerra mondiale alla frontiera svizzera ogni giorno c’era un flusso di svizzeri che venivano in Italia a lavorare e tornavano a casa alla sera: un secolo fa i frontalieri erano loro.

Nel 1936, in piena era fascista, il socialista Alberto Beneduce (1877 – 1944) separò le banche commerciali dalle banche finanziarie, nazionalizzò la Banca d’Italia e proibì la libera circolazione del capitale straniero in Italia.

Tra il 1950 e il 1960 Mattei e l’Eni fornivano metano e petrolio all’Italia.

Nel 1953 l’Italia era tanto ricca che cancellava la metà del debito che la Germania doveva pagarle. Anche l’altra metà non è mai stata pagata.

Nel 1954 la Olivetti produceva il primo Personal Computer al mondo.

Tra il 1955 e 1960 la lira era la moneta più forte e stabile di tutta Europa e faceva aggio sull’oro [1].

Negli anni ’70 gli studenti in pari col piano di studi ricevevano dall’università un presalario per poter studiare e vivere.

A metà degli anni ’70 a Bologna gli autobus erano gratuiti.

Negli anni ’80 l’Italia era il quinto paese più industrializzato.

Fino agli anni ‘80 l’Italia era il paese più politicizzato d’Europa.

Nel 2000 gli italiani erano il popolo più ricco al mondo con un deposito medio in banca di 35.000 euro a testa.

Nel 1990 il 70% degli italiani aveva la casa di proprietà, nel 2007 la percentuale era salita al 81%, la più alta al mondo.

POI cos’è successo?

La Prima guerra mondiale ha depredato l’economia italiana mentre la Svizzera si è arricchita dei depositi delle persone ricche delle nazioni coinvolte nella guerra.

La Germania non ha pagato i debiti né della Prima né della Seconda guerra mondiale, prima perché non aveva i soldi e poi perché doveva riunificarsi.

Nel 1960 l’ing. Adriano Olivetti stava viaggiando su un treno e quando il treno esce da una galleria Olivetti è morto. Un anno dopo, in uno strano incidente stradale, muore Mario Tchou, l’ingegnere che aveva inventato Elea 9003, il primo personal computer a transistor al mondo. Con queste due morti l’informatica passava dall’Italia agli Usa di IBM.

Nel 1962 una bomba fa precipitare l’aereo su cui volava Enrico Mattei, e precipita anche la realizzazione di un’autonomia energetica dell’Italia che torna sotto il controllo delle Sette Sorelle petrolifere di Usa e GB.

La lira è stata aggredita dal dollaro e siamo tornati ad essere succubi del potere politico economico e culturale di GB e Usa.

Gli italiani sono troppo politicizzati? E allora li spoliticizziamo! Come?

  • Dando in pasto tutti i giorni programmi radio e TV da deficienti si rende deficiente chiunque;
  • Facendo credere che l’importante sia il calcio, si distrae dai problemi veri; siamo l’unico paese al mondo con tre giornali sportivi che escono tutti i giorni!!
  • Se il vino è troppo forte lo si può diluire, così si è fatto con gli italiani: 10 milioni di immigrati affamati e senza idee politiche hanno diluito 45 milioni di italiani politicizzati e con chiaramente in testa quali erano i loro diritti acquisiti in un secolo di lotte. Una buona attuazione del Piano Kallergi.

Le segreterie dei partiti hanno scelto e mandato in parlamento e al governo persone sempre più corrotte, corruttibili, deficienti, criminali, ignoranti, mafiose. Politici che pensavano ad essere rieletti, non statisti che pensavano al bene della popolazione.

I sindacati hanno subito la stessa fine, basti un dato: nel 1975 un gruppo di sbarbatelli senza soldi per seguire le lotte studentesche e nelle fabbriche apre in una soffitta di Bologna Radio Alice, una radio libera dal controllo della Rai. Il Partito Radicale, un gruppo di altri senza quattrini, da quarant’anni trasmette da Roma le sue idee in tutta Italia. Nel mondo della comunicazione globale, i sindacati forti della maggior massa di lavoratori della nazione, non hanno ancora una radio, un giornale, un volantino un megafono col quale comunicare coi lavoratori e i disoccupati. Cecità politica? Stupidità al potere? Piano per spoliticizzare la popolazione?

Il trasporto pubblico, un tempo gratuito per agevolare i mezzi pubblici e ridurre l’inquinamento, è passato dal pubblico al privato e il privato che pensa solo a far cassa si fa pagare salatamente i trasporti.

Per elevare il livello culturale della popolazione un secolo fa lo stato investiva nell’istruzione e un maestro aveva uno stipendio equiparato a quello di un magistrato, oggi a quello di … ha ancora uno stipendio?

Grazie all’IRI, alle sue banche e alle aziende di stato l’Italia ha sempre avuto una struttura industriale in grado di fare ricerca e sviluppare nuove tecnologie che a cascata finivano anche alle piccole aziende private. Da quando sono sbarcati gli ospiti del Britannia in crociera attorno alle coste italiane, il tandem Prodi/Berlusconi, al potere da un quarto di secolo, ha destrutturato l’Iri, regalato i gioielli dello stato e demolito il potere industriale e bancario dell’Italia realizzando il progetto dello stato liberale di von Hayek.

Nel 1992 il socialista Giuliano Amato e compagni distruggono la riforma Beneduce: permettono la libera circolazione dei capitali stranieri in Italia (la globalizzazione), privatizzano la Banca d’Italia, permettono la commistione tra banche commerciali e finanziarie, privatizzano il settore pubblico.

L’introduzione dell’euro ha dimezzato di colpo il capitale degli italiani. Un caffè che costava mille lire adesso costa un euro, ovvero il doppio, e come il caffè ora costa tutto il doppio.

Al calo del potere d’acquisto si è aggiunto il calo degli stipendi. Nel 1974 per comperare una casa di 60 metri quadri a Milano servivano tre anni e sei mesi dello stipendio medio di un dipendente, nel 2015 per gli stessi metri quadri servivano nove anni di stipendio, oggi 11.

Negli anni ’50 e ’60 era normale vedere famiglie con due o tre figli; con lo stipendio di una sola persona si viveva decentemente, si compravano gli elettrodomestici, l’auto e poi la casa. Oggi il 30% degli italiani è single o separato, il 20% sono coppie senza figli, il 50% è sposato e raramente ha più di un figlio. La politica e l’economia hanno distrutto la famiglia italiana.

Il mattone, il bene rifugio tradizionale degli italiani, l’unico bene che si è sempre rivalutato nel tempo, con l’introduzione delle classi energetiche è diventato un bene che non solo non si rivaluta nel tempo ma, come un’auto, con gli anni perde valore, si deprezza, ha un costo di mantenimento che non verrà mai più recuperato. Con una legge semplice e apparentemente innocua si è colpito anche il mattone, e il patrimonio degli italiani diminuisce sempre più di valore.

Nel 1951 il 7% della popolazione aveva più di 65 anni, oggi un quarto della popolazione italiana ha più di 65 anni.

Ogni anno 145.000 giovani, solitamente laureati o con un alto grado di istruzione, emigrano verso altri stati con una situazione economica, politica e culturale migliore.

Che fare? Scriveva un secolo fa Lenin …

Chi resta in Italia può solo scegliere tra:

  • accettare di impoverire sempre più o
  • buttarsi nella lotta e cambiare il corso della storia e dell’Italia.

Una scelta che si riassume in due verbi: essere o avere.

Essere coglioni o avere i coglioni

© Galileo Ferraresi

Rif: Scenari Economici

Il 30 novembre la Corte Costituzionale renderà obbligatorio vaccinarsi

12 novembre 2022 Lascia un commento

Il Comitato “In cammino per la Costituzione”: “il 30 novembre la Corte Costituzione non deciderà solo sull’obbligo vaccinale ma anche se i principi fondamentali ed i diritti umani dovranno ancora ritenersi sacri ed inviolabili o diverranno sterili enunciazioni su un pezzo di carta morto

Ricapitolando:

  • Le case farmaceutiche cercano invano per decenni di farsi approvare una nuova tecnica, l’Mrna, giudicata troppo pericolosa e bocciata sistematicamente.
  • Arriva una pandemia di un virus fuoriuscito – accidentalmente o no – da un laboratorio cinese, e vengono fornite autorizzazioni emergenziali per produrre un vax a riguardo. Nessuno al mondo sa o osa dire perché siano state scelte queste tecnologie in luogo di quelle già collaudate in passato che hanno dimostrato affidabilità ed efficacia.
  • Il virus e il relativo vax vengono messi sotto segreto militare. La gestione sanitaria del fenomeno assume natura anch’essa militare.

La società assume postura marziale.

  • La comunità scientifica è perfettamente al corrente che nessun vax potrà bloccare una pandemia di coronavirus ma non si pronuncia. Chi lo fa è bandito e dichiarato demente. Gli studi avversi vengono invalidati e fatti sparire dalla letteratura.
  • A premessa di ciò: i fondi internazionali finanziano le case farmaceutiche. Le case farmaceutiche finanziano le riviste scientifiche autorevoli, le università di ricerca, gli enti nazionali di controllo del farmaco, e i televirologi. L’organizzazione mondiale della sanità, che de facto appartiene ad un privato, finanzia e viene finanziata dai fondi di investimento.
  • A premessa di ciò: tagli alla Sanità per 37 miliardi di euro in dieci anni.
  • Vengono impedite le cure precoci, sospesi, radiati e demonizzati i medici che osano somministrare farmaci che si sono sempre usati contro qualsiasi altro coronavirus.
  • I protocolli sviluppati per il virus “genitore” del nostro, il Sars Cov1, vengono fatti sparire
  • Vengono stipulati dei contratti segreti tra stati e case farmaceutiche per la produzione di questi farmaci emergenziali. Soltanto dopo pressioni giuridiche vengono “resi pubblici”, cioè pubblicate pagine e pagine di righe annerite per “proteggere segreti aziendali”.
  • Le case farmaceutiche negano l’accesso ai dati delle ricerche condotte per produrli. Soltanto dopo pressioni giuridiche vengono diffusi, col contagocce, rivelando miriadi di effetti avversi già messi in conto, trial falsificati, e soprattutto la non-facoltà di bloccare le trasmissioni dell’infezione.
  • Vengono impedite le autopsie per indagare sulla natura del virus.
  • Vengono inibite le segnalazioni degli effetti avversi e relegate al rango di suggestioni psicologiche.
  • Le strutture ospedaliere cominciano a ricevere fiumi di denaro con un conteggio giornaliero per il ricovero dei malati di covid precedentemente lasciati in vigile attesa. Pur di fare rientrare chiunque tra i malati di covid vengono dichiarati tali i malati di qualsiasi altra patologia. I dati nazionali sull’andamento del virus vengono completamente sballati.
  • Vengono finanziati a peso d’oro medici e santiari vaccinatori
  • Il Parlamento viene esautorato e asservito unanimamente ad un solo uomo circondato dai suoi scagnozzi.
  • Vengono promulgati decreti che stabiliscono comportamenti illogici e privi di fondamento scientifico.
  • Media nazionali e influencer partecipano alla grancassa e si trasformano in un megafono personale del governo.
  • Vengono sospesi e radiati medici che forniscono esenzioni anche se motivate e i cittadini in questione costretti a ricevere il siero anche se contro la propria salute, il tutto facendo firmare un documento di scarico delle responsabilità da parte delle autorità sanitarie e dello Stato.
  • Viene istituto un lasciapassare che fornisce gli elementari diritti civili a chi ha ricevuto il farmaco e li nega a chi non lo ha voluto ricevere.
  • Viene scatenata scientemente una campagna di lavaggio del cervello collettivo con relativa persecuzione di una parte della popolazione verso l’altra. La società si squarcia, famiglie e amicizie distrutte. Chi non è manipolato è complice, chi nessuna delle due è scomunicato.
  • Corti costituzionali e magistrature non muovono un dito, impossessate a loro volta dalla pulsione securitaria.
  • Sindacati approvano senza battere ciglio le disposizioni ai danni dei lavoratori sanzionati per non aver preso parte alla sperimentazione di massa.
  • Wef si introduce ufficialmente a Palazzo, ricevuto da Draghi nella persona di Schwab.
  • Nel frattempo si evidenzia che i farmaci per introdurre i quali è stata riconfigurata la società, non svolgono il loro compito. L’aspetto viene sistematicamente negato, mistificato e coperto psicologicamente con la fidelizzazione fin lì fabbricata ad hoc.
  • Viene negata la protezione degli anticorpi naturali in chi si è ammalato, e perciò costretto a vaccinarsi ugualmente.
  • Le nuove varianti, più blande, soppiantano quella più grave, insieme alla copertura anticorpale derivata dall’infezione, fungono da vaccini naturali, la pandemia cala: il merito è dato al vax.
  • Silenzio e connivenza degli “intellettuali”.
  • Manifestazioni dei “dissidenti” impedite, ostacolate, demonizzate. In alcuni casi picchiati dalla polizia, arrestati o daspati. In altre parti del mondo viene bloccato loro il conto in banca.
  • Tessuto produttivo italiano fatto a pezzi.

Nessuno è escluso da questo richiamo e tutti devono attivarsi per impedire che una stretta cerchia di dubbi personaggi sia padrona della popolazione e delle loro vite.

Categorie:Massoneria, NWO

La moda che verrà

12 ottobre 2022 Lascia un commento

Molti saranno felici e non avranno nulla, altri invece saranno nascosti come topi di fogna, non vedranno la luce che in qualche sprazzo di libertà, ma tutti saranno degli straccioni vestiti con abiti usati, consunti, scolorati, raffazzonati alla meno peggio.

Un tempo erano le nonne e le zie e le attente mamme che riparavano e riciclavano i vecchi indumenti di un panno, di buon cotone e di lana, magari un po’ grezza, ma di buona qualità. Oggi questa passata qualità è solo una chimera, anche i prodotti di altissima qualità hanno subito la decadenza del tempo globalista e del profitto.

Così per allinearsi all’obbiettivo imposto da Davos del 2030 Vivian Loonela, la rappresentante estone presso la Kommissione, ci ragguaglia sui piani relativi al vestiario. La Commissione europea sta sviluppando una strategia tessile sostenibile per dirottare il maggior numero possibile di articoli sia dagli scaffali dei negozi che dagli armadi delle persone verso programmi di riciclaggio e riutilizzo entro il 2030.

Questo significherà che i prodotti utilizzabili saranno formati da un circolo vizioso di ricicli all’infinito fino ai brandelli, una sorta di arlecchinata, ma assolutamente seria perché ecologica e salvifica per impedire una mostruosa produzione di CO2 .

Il fundus della questione, apparentemente, è ragionevole. Ogni anno molti gettano abiti che sono stati usati pochissime volte solo perché di colore non gradito, perché magari si è ingrassati, oppure per la semplice idea di seguire quello che le grandi firme propongono. Si parla di circa 11 kg a testa d indumenti, spesse volte prodotti con sistemi industriali ultra inquinanti e poco “ecologici”. Nei fatti questa politica è da tempo che pervade la società e ogni anno si scende di qualche gradino fino alle attuali sfilate di immondizia pura fatta passare per arte realizzata da qualche scalcinato. Non dimentichiamo il cosiddetto prêt-àporter uno dei principali veicoli dello scempio della moda attuale

La Vivian pensa in piccolo, perché già in Italia abbiamo questo “riciclo” degli indumenti usati. Le bancarelle nelle sagre rionali, la raccolta di indumenti delle varie associazioni, i mercati di paese e chi più ne ha più ne metta. Tanto ci siamo tutti abituati agli straccioni, alla vita “comoda” e a usare pantaloni scoloriti, stracciati, strappati con tessuti che nemmeno per la cuccia del cane randagio andrebbero bene. Basta vedere certe persone che con macchinone scendono mostrando le loro vesti che sembrano uscite da una zuffa tra cani. Squallido, eppure è moda, tendenza!

Ma la scusa fondamentale è evitare l’inquinamento da CO2 la cosiddetta impronta ecologica che ogniuno di noi lascia in funzione delle sue azioni e la Vivian su questo spinge l’acceleratore al fine di cancellare la moda veloce (e forse è anche un bene) e di realizzare indumenti che resistano nel tempo (non specifica se di qualità, il che vorrebbe dire che si ritorna al medioevo: un saio, una corda di canapa, dei sandali e via!)

Fonte 1 2

Il discorso di Putin

30 settembre 2022 Lascia un commento

L’Occidente nega le norme morali, la religione, la famiglia.

Vogliamo davvero che in Russia ci sia il “genitore numero uno, due, tre” invece di “mamma e papà” e che nelle scuole si impongano ai bambini perversioni che portano al degrado e all’estinzione, supponendo che ci siano alcuni generi, tranne le donne e gli uomini? Per noi questo è inaccettabile. Loro rinnegano i valori della volontà popolare, della famiglia, della religione, mentre molti popoli rifiutano un mondo unipolare e lottano per la propria sovranità

Il mondo è entrato in un periodo di trasformazioni rivoluzionarie. Abbiamo un futuro diverso, il nostro. La soppressione dei valori morali  [dell’Occidente] acquista le caratteristiche del satanismo.

La Russia è pronta a tornare al tavolo delle trattative con Kiev, ma Mosca non discuterà i risultati dei referendum nei territori liberati

Voglio essere chiaro e che mi sentano a Kiev e in Occidente: Le persone che vivono nelle quattro nuovi regioni annesse alla Russia saranno cittadini russi per sempre. Siamo pronti al negoziato ma le quattro regioni sono Russia.

  • L’Occidente è pronto a passare sopra tutto per mantenere il sistema neocoloniale che gli permette di depredare il mondo e raccogliere tributi dall’umanità.
  • L’Occidente sta perseguendo una politica di totale desovranizzazione nel mondo. Da qui la sua aggressione ai valori tradizionali e alla sovranità dei paesi. Distrugge interi stati che non accettano di cedere la loro sovranità
  • L’Occidente stampa dollari ed euro, ma non è possibile dare da mangiare a nessuno con la carta e con le menzogne, serve il cibo, l’energia. Quindi i politici stanno cercando di convincere i loro concittadini a mangiare di meno e a lavarsi di meno e a vestirsi di più per stare caldi in casa. E se qualcuno inizia a fare domande, viene etichettato come estremista
  • L’Occidente non vuole risolvere i problemi, non persegue un mondo giusto, ma l’obiettivo di continuare ad esercitare la forza affinchè possa mantenere la sua egemonia. Fin dalla prima guerra mondiale si sono viste le contraddizioni dell’Occidente, eppure la crisi economica che ne è derivata ha consentito al dollaro di posizionarsi come la moneta più potente al mondo
  • Chiedetevi ora dove arriva il grano ucraino. La risposta è vero i paesi europei, e solo una minima parte giunge ai paesi poveri. La volontà è di distruggere gli stati-nazione, gli europei stanno accettando sempre maggiori sanzioni contro la Russia nonostante siano consapevoli che gli Stati Uniti vogliono solo che si rifiuti il gas russo. Si inchinano al loro volere a costo di affamare i loro popoli. Fanno esplodere i gasdotti nel Baltico, chiudono gli impianti energetici. I mandanti sono gli Stati Uniti che con la forza tengono sotto ricatto l’Occidente, tramite le loro basi militari disseminate ovunque. E tutti i paesi che cercano di ottenere la loro sovranità energetica vengono considerati nemici degli Stati Uniti
  • Le sanzioni non bastano agli anglosassoni: sono passati al sabotaggio. Incredibile, ma è un dato di fatto. In effetti, hanno iniziato a distruggere l’infrastruttura energetica paneuropea. È ovvio per tutti coloro che ne traggono vantaggio.
  • Gli americani sono ipocriti, sono l’unico paese al mondo che ha usato l’arma nucleare per due volte, creando un precedente.
  • La dittatura delle élite occidentali diretta contro tutti i popoli del mondo. Compresa la popolazione degli stessi paesi occidentali. Il mondo è entrato in un periodo di trasformazioni rivoluzionarie. Abbiamo un futuro diverso, il nostro. La soppressione dei valori morali acquista le caratteristiche del satanism . Il crollo dell’egemonia occidentale è irreversibile. L’Occidente nega le norme morali, la religione, la famiglia. Vogliamo davvero che in Russia ci sia il “genitore numero uno, due, tre” invece di “mamma e papà” e che nelle scuole si impongano ai bambini perversioni che portano al degrado e all’estinzione, supponendo che ci siano alcuni generi, tranne le donne e gli uomini? Per noi questo è inaccettabile. Loro rinnegano i valori della volontà popolare, della famiglia, della religione, mentre molti popoli rifiutano un mondo unipolare e lottano per la propria sovranità
  • Se considero la Russia la mia Patria, significa che amo in russo, contemplo e penso, canto e dico in russo, che credo nelle forze spirituali del popolo russo, il loro spirito è mio, il loro destino è il mio destino, il loro la sofferenza è il mio dolore, il suo sbocciare è la mia gioia
  • L’occidente è pronto a scavalcare tutto per preservare il sistema neocoloniale, che gli permette di depredare il mondo e raccogliere tributi dall’umanità
  • L’occidente sta perseguendo una politica di totale desovranizzazione nel mondo. Da qui la sua aggressione ai valori tradizionali e alla sovranità dei paesi. Distrugge interi stati che non accettano di cedere la loro sovranità
  • La Russia è orgogliosa di aver sempre sostenuto tutte le lotte di liberazione dal colonialismo, dal razzismo dell’occidente e dall’apartheid. La Russia ha appoggiato in tutti i modi i popoli e i paesi che si sono opposti a quei crimini dell’occidente. E lo farà ancora
  • Gli Stati Uniti sono gli unici al mondo ad aver usato le armi nucleari due volte e ad aver creato un precedente
  • Gli Stati Uniti, insieme agli inglesi, hanno ridotto in rovina le città tedesche, e questo è stato fatto con aria di sfida, senza alcun bisogno, per intimidire sia il nostro paese che il mondo intero.
  • Finora, gli Stati Uniti hanno effettivamente occupato Germania, Giappone, Corea del Sud e allo stesso tempo li chiamano cinicamente alleati alla pari
  • Sebbene sia noto che i loro leader vengono seguiti, installano dispositivi di localizzazione non solo nei locali ufficiali, ma anche in quelli privati
  • Lo sviluppo di armi biologiche, esperimenti su persone viventi, li chiamano nobile ricerca medica
  • È chiaro a tutti a chi conviene la distruzione del Nord Stream
  • Le sanzioni non bastano per gli anglosassoni, sono passati al sabotaggio, anzi hanno iniziato a distruggere le infrastrutture comuni europee
  • Le nazioni che ospitano basi militari statunitensi sono occupate dall’America, che le chiama partner mentre intercetta i loro leader
  • L’occidente vuole vederci come una colonia, come una massa di schiavi senz’anima, anche utilizzando divisioni etniche
  • Per loro, una minaccia diretta è la nostra visione del mondo, la nostra filosofia. Ecco perché attaccano i nostri filosofi
  • Il mondo è appena entrato in un’era di trasformazione rivoluzionaria!
  • L’ideologia occidentale vuole farci credere che esiste un terzo sesso e distruggere i nostri valori, non seguiremo questi valori
  • Il dominio neocoloniale non sarà eterno. Un nuovo grande movimento anticolonialista si sta rafforzando
  • Il crollo dell’egemonia occidentale è irreversibile. Oggi lottiamo affinché non venga mai in mente a nessuno che la nostra storia e cultura possano essere cancellate.

Ovviamente per tutti i media occidentali la votazione è stata una farsa e lo stesso Biden insiste sulla illegalità della votazione. Dimentica Biden, ma anche tutte le segreterie europee, che la Carta delle Nazioni definisce l’autodeterminazione dei popoli (artt. 1, par. 2, 55 e 76 della Carta delle Nazioni Unite), negando al tempo stesso, l’auto proclamata repubblica del Kosovo che, invece, la Russia e la Serbia non hanno mai riconosciuto.

I trattati saranno ora presentati alla Corte costituzionale russa, che li valuterà per assicurarsi che non violino la legge russa. Una volta approvati, gli accordi dovranno essere ratificati prima dalla Duma di Stato – la camera bassa del parlamento russo – e poi dal Consiglio federale, la sua camera alta.

Ref: https://tinyurl.com/dzrd9xfv

Ucraina e NATO pensano veramente a una guerra mondiale nucleare?

23 settembre 2022 Lascia un commento

L’attuale situazione nel centro Europa non lascia spazio a pensare che nei prossimi mesi gli scenari di guerra possano sparire, anzi, è molto probabile che l’attuale situazione vada via via peggiorando.

In un rapporto il (*) 3 settembre, il governo ucraino ha pubblicato il Kiev Security Compact, una proposta di trattato che chiede garanzie simili all’articolo 5 della NATO, e cioè che la NATO usi direttamente tutta la sua potenza militare contro la Russia a favore di Kiev.

Il documento è stato stilato da un gruppo di lavoro presieduto dal capo dell’ufficio di Presidenza dell’Ucraina Andrii Yermak e dall’ex segretario generale della NATO Anders Fogh Rasmussen. Ai lavori, secondo fonti giornalistiche, hanno partecipato anche altri non meglio identificati esperti occidentali, tra cui politici e scienziati.

Appena una settimana prima, il 7 settembre, il comandante in capo delle forze armate ucraine, il generale Valeriy Zaluzhnyi (foto), aveva firmato un articolo pubblicato sul sito Ukrinform, sostenendo ci fossero indicazioni che avrebbero dimostrato che la Russia stesse preparando un attacco nucleare in Ucraina. Per cui, sarebbe stato “estremamente necessario (…) prevenire ogni tentativo russo di compiere passi concreti nell’uso di armi nucleari tattiche, impiegando l’intero arsenale di mezzi a disposizione delle potenze mondiali”.
“L’intero arsenale” chiaramente include le armi nucleari. Un articolo del genere, così provocatorio e pericoloso, non avrebbe potuto mai essere scritto e tantomeno pubblicato senza l’approvazione degli USA, del Regno Unito e della NATO.
L’articolo è uscito il giorno prima della riunione del Gruppo di Contatto sull’Ucraina presso la base aerea americana di Ramstein, in Germania, in cui si è deciso di fornire ulteriori e migliori armi a Kiev, sullo sfondo dell’offensiva ucraina pianificata e coordinata con la NATO (cfr. SAS 37/22).
Insufficiente risalto hanno avuto le dichiarazioni del portavoce del Cremlino, Peskov, il quale, rispondendo alla una domanda di alcuni giornalisti, ha specificato ancora una volta che la dottrina strategica russa contempla il ricorso alle armi nucleari solo nel caso che sia messa a repentaglio la sovranità e l’integrità territoriale della Russia.
Infine, il 16 settembre l’Atlantic Council, il pensatoio di Washington finanziato dal Foreign Office britannico, dalla NATO e dal Dipartimento di Stato USA e che svolge un ruolo di primo piano nel promuovere la guerra contro Russia e Cina, ha pubblicato un Memo to the President of the United States suggerendo proprio una politica di guerra nucleare preventiva. L’autore, Matthew Kroenig, scrive che se gli USA non riescono a scoraggiare Mosca dall’uso dell’arma nucleare, la terza opzione sarebbe quella di lanciare un attacco nucleare preventivo contro la Russia.
Queste proposte che sembrano le farneticazioni di un folle riflettono la disperazione delle élite occidentali di fronte al collasso del sistema finanziario transatlantico, la base del loro potere politico.

La risposta russa è stata quella che tutti ormai conoscono: mobilitazione di 300 mila riservisti e referendum per le repubbliche filorusse e l’uso eventuale di armi tattiche nucleari nel caso l’occidente, alias GB e USA, toccassero il suolo russo.

La risposta è stata più che mai equilibrata e pone la questione più che sulla Russia direttamente sulle politiche aggressive ed espansionistiche di una parte dell’occidente, in primis l’Inghilterra, la madre di tutte le guerre che si serve della potenza economica e militare degli Usa per fare terra bruciata lì dove gli interessi inglesi sono più sensibili e in seconda battuta buona parte dell’Europa, ormai succube di una politica globalista disfattista che vede i maggiori paesi di Francia e Germania allineati a fomentare e incoraggiare il suicidio programmato di milioni di europei. L’Italia in questo contesto è una virgola in un discorso molto più ampio, ma è anche un elemento sensibile per il controllo di tutto il mediterraneo e del medioriente, cosa che fino ad ora ha fatto in maniera piuttosto schizofrenica la Turchia di Erdogan.

Cosa ci aspetterà nei prossimi due mesi a venire credo sia difficile da immaginare, ma se le premesse sono quelle di una guerra totale allora non c’è scampo.

Noi siamo per una Europa libera e indipendente che va dall’Atlantico allo stretto di Bering in cui i suoi popoli siano liberi e autogestiti in cui le relative nazioni siano in mutuo scambio e soccorso, ma ognuna rispettosa dell’altra per tradizione, valori sociali e morali senza nessuna pretesa di sovrastare o dominare. Un unicum! Ben diverso dalla teoria globalista e liberista della cricca criminale anglo-sionista che alberga nelle stanze di Wall Street e della City di Londra e Parigi.

(*) https://movisol.org/ucraina-e-nato-pensano-veramente-a-una-guerra-mondiale-nucleare/

Mosca ruba il frumento, davvero?!

8 giugno 2022 Lascia un commento

Si legge: «La Russia è l’unica responsabile per l’incipiente crisi alimentare – ha proseguito, mentre l’ambasciatore russo lasciava Vassily Nebenzia la sala – Il Cremlino sta usando le forniture di cibo come un missile invisibile contro le nazioni emergenti».

Fa specie leggere che un paese come la Russia , al 3° posto nella produzione mondiale, sia la principale causa della fame in 14 paesi. Nessuna osservazione circa le condizionanti attività di rapina e furti legalizzati compiuti dalla Comunità Europea e dagli Stati Uniti. Vendere un prodotto per la Russia in questo momento è alquanto difficile sopratutto a causa delle limitazioni e chiusure operate dall’occidente atlantista che ha posto dei blocchi sulle transazioni bancarie come lo Swift.

E’ chiaro pertanto che l’interesse della Russia è quello di vendere i suoi prodotti, ma non è responsabile se qualche mago della finanza politicizzato ha messo dei cancelli per impedire di farlo.

Si continua a blaterare sul ladrocinio della Russia per il grano ucraino, sarà vero o falso è pacifico che nessuno lo sa, ma si sa per certo che l’occidente ha privato la Russia dei suoi introiti derivanti dalle attività economiche e finanziarie per un valore di 650 miliardi di dollari che certamente non sono paragonabili ai 100 milioni delle granaglie ucraine.

Qualcuno ci specula sopra e andrebbero cercati in quelle infami 4 “sorelle” del settore agroalimentare (Amber Daniels Midland (Usa), Bunge (Usa, Bermuda), Cargill (Usa) Louis Dreyfus Commodities (Paesi Bassi) che possono decidere chi vive e chi no.

Il dovere della Bellezza (di Luigi Pecchioli)

1 giugno 2022 Lascia un commento
Canova

In una calda mattina di maggio, un uomo cammina verso la stazione ferroviaria. Un breve viaggio in treno verso la periferia, un atto quotidiano compiuto migliaia di volte per lavoro. Stavolta l’uomo viaggia per svago e si guarda in giro. Nonostante il sole, la città gli appare imbruttita. Non è la solita incuria, la sporcizia o il degrado progressivo dell’arredo urbano. Le vie, i palazzi municipali sono sfigurati, oltreché dai soliti ghirigori e dai graffiti senza senso di mille Bansky privi di talento e di vergogna, da centinaia di scritte multicolori che invadono edifici e strade. Insulti tra le tifoserie calcistiche cittadine.

Accanto alla stazione, un imponente muraglione grigio di contenimento del torrente interrato. Il tocco estetico dovrebbe essere l’acqua (fetida) che scende tra centinaia di mattoncini quadrati a sbalzo, altrettanto grigi. Più in là, sul viale che conduce al mare, torreggia un orrore architettonico di grandi dimensioni e straordinaria incongruenza con il contesto. Di fronte, una nuova scultura di difficile interpretazione per i semplici. L’uomo sale sul treno suburbano, comodo e persino bello, ma le fiancate e i vetri sono state scempiate dai forzati delle bombolette spray. Macchie di mille colori, informi e prive di senso, a meno che l’ignoranza impedisca di cogliere chissà quali messaggi.

Il potere della bruttezza è diventato dittatura. Per una volta attento al paesaggio familiare che conosce da sempre, l’uomo prende atto che il brutto, l’informe, il deforme si sono impadroniti del paesaggio urbano e fanno breccia nel suo animo. Intristito, mette mano al giornale e constata la povertà di linguaggio, il lessico limitato, la superficialità, la sintesi sbrigativa. Il brutto domina anche la parola scritta; i messaggi della comunicazione puntano sull’attimo, un urlo sboccato che tenta di catturare per un istante l’attenzione di un pubblico distratto a cui si vendono prodotti, idee e stili di vita.

Il giorno prima lo stesso uomo visitava una mostra di pittura. Una nuova doccia gelata, un’altra indigestione di macchie. Dovunque, il brutto si impone come cifra e simbolo dell’epoca, nell’indifferenza di un pubblico disabituato, diseducato, narcotizzato dai messaggi di critici menzogneri. La bruttezza ha conquistato la pubblicità: sempre corriva, ha abbandonato le famiglie da Mulino Bianco e il richiamo sessuale immediato per propagandare, insieme con la forma-merce, il meticciato, il green, il nomadismo dell’uomo sradicato, precario della vita cui è ingiunto di essere felice nonostante non abbia e non sia nulla.

La Via Crucis continua: l’uomo comincia a osservare gli altri viaggiatori. Il chiacchiericcio di ieri è sostituito dalla concentrazione sullo schermo dello smartphone. Chi parla al telefono, lo fa a voce alta senza remore: nessuna riservatezza, il linguaggio è elementare e il turpiloquio generalizzato. L’abbigliamento combina sciatteria, ostentazione, volgarità e bruttezza. Conta che stracci più o meno costosi siano firmati, come si dice, o che magliette e camicie abbiano stampate scritte nel globish di massa, l’anglo grugnito globalizzato. I pantaloni escono dalla fabbrica già sdruciti e strappati. Finto minimalismo, autentico festival della trascuratezza elevato a modo di vita. Povere le nostre mamme, che con pochi mezzi rammendavano gli abiti laceri per farci fare bella figura, come allora si diceva.

Visibilmente, la maggioranza, senza distinzione di censo e di età, veste allo stesso modo. Unica differenza, il marchio e il prezzo. L’aspetto della gente è così livellato che se ci attenessimo all’abbigliamento, sarebbe difficile distinguere tra classi alte e basse, o meglio, tra plebe ricca e povera (Nicolàs Gòmez Dàvila).

Plebe, appunto, adusa al deforme e all’informe, al punto di non accorgersi di vivere nel trionfo del brutto. L’idiota, il principe Myshkin di Dostoevskij esclamò: la bellezza salverà il mondo. Se è vero, la bruttezza lo rovinerà e forse ci è già riuscita. La bellezza deve addirittura essere salvata dall’estinzione, dalla crassa indifferenza di un’epoca e di un pensiero dominante in cui vale solo l’utile, ciò che serve immediatamente per fare denaro o svolgere una funzione. Difendere, mantenere, rivendicare la bellezza diventa un dovere morale, un’impresa da eroi fuori tempo.

Parafrasando Orwell, per il quale in tempi di menzogna universale dire la verità è un atto rivoluzionario, proclamare la bellezza in un epoca di brutture è un gesto rivoluzionario. La ribellione in nome dell’estetica. Al di là delle mode e della cura maniacale del corpo- botox, trucchi pesanti, la mania regressiva neo tribale di tatuaggi generalmente privi di significato, talora uno sfregio alla naturale bellezza dei corpi- la folla solitaria dà un’impressione di incuria, trascuratezza, disordine interiore prima che esteriore. Bruttezza dell’epoca riflessa in sguardi vuoti, posture volgari, interfaccia del brutto che ci circonda.

Che cosa aspettarsi da generazioni che la scuola- il potere – ha modellato a immagine e somiglianza del mediocre e dell’identico, uguali in basso, senza ordine interiore, privati di modelli positivi e di riferimenti etici? L’uomo è un essere mimetico: imita la bellezza se gli viene proposta come modello, ma anche il suo contrario. Nel mondo capovolto il brutto è al potere e il deforme è sul trono. La responsabilità è dello spirito del tempo, lo zeitgeist, che non nasce da solo, è l’espressione del gusto, della volontà, degli interessi della classe dominante, la post borghesia che ha mandato al potere non la fantasia invocata nel Sessantotto, ma l’ignoranza scaltra dei bottegai senz’anima, il regno dell’anodino, del brutto, del seriale, e insieme del bizzarro e del capriccioso.

La bellezza, tuttavia, resta, come aspirazione dell’essere umano, speranza, tensione verso l’alto che nessun materialismo, nessuna pratica da contabili può scacciare. Alla fine tornerà, attraverso l’esperienza, lo stupore della bellezza, la vita dello spirito, lo sguardo estetico ed estatico. Il trionfo globale della bruttezza è un fenomeno che nessuno tratta come la catastrofe esistenziale che è. L’argomento non risveglia coscienze, non suscita collera né proteste. Tutt’al più una benevola commiserazione da parte di chi ha sempre questioni più importanti di cui occuparsi. Eppure si tratta di un fenomeno che nessuna epoca aveva vissuto con questa estensione: la sistematica distruzione della bellezza.

Ci sono sempre stati periodi più sterili di altri. Pensiamo alla fine dell’impero romano e alla decadenza prima della vigorosa rinascita benedettina, l’edificazione delle meraviglie romaniche e gotiche, ma anche la ripresa dell’agricoltura, dell’artigianato e delle scienze, sospinta dal recupero dei testi antichi e dal desiderio di essere all’altezza degli esempi del passato. Sulle spalle di giganti, seppero creare in ogni campo, arte, cultura, sapienza, bellezza. Mai era accaduto che un tempo e una civilizzazione, la nostra, sostituisse l’arte con la non-arte, ovvero perseguisse il brutto anziché il bello. Addirittura, esiste una corrente che si definisce, con onestà espressiva (e confusione mentale) “non arte”.  I suoi esponenti evitano di definirsi “non artisti”: tirano quattro paghe per il lesso come i manzoniani fustigati dal Carducci.

Claes Oldenburg teorizza: “un’opera è fatta per essere brutta, repellente, senza alcun significato per lo spirito e i sensi. Le opere non sono fatte per essere belle, ma perché, guardandole, non si capisca che cosa rappresentano e venga voglia di strapparle e passare via correndo. “. Obiettivo pienamente raggiunto in tutti i campi della vita sociale e anche nelle condotte e negli atteggiamenti individuali.

Certo, una grande quantità di bellezza resta ed è a disposizione di chi ancora riesce a vederla, distinguerla, restarne incantato. Il verbo intristisce: la bellezza “resta”: un fatto residuale. Le opere dell’ingegno del passato, quando non sono ridotte a fondale per i “selfie” o per la pubblicità (nella neolingua si dice location) sono in gran parte rinchiuse nei musei e nelle biblioteche, nei dischi, nei siti archeologici. Nessuna epoca si è presa tanta cura del passato artistico come la nostra, tempo della riproducibilità seriale dell’arte (W. Benjamin). Non creazione ex novo e in ogni caso “produzione”, ossia qualcosa che attiene all’industria, alla mentalità strumentale che inibisce l’esistenza dell’arte, afflato spirituale, oltreché tecnica raffinata, gusto estetico, intuizione lirica compiutamente espressa, nella splendida definizione di Benedetto Croce. Arte e bellezza conservate in una teca, tracce, vestigia, simili agli scheletri di animali estinti nei musei di storia naturale.

Si consuma una doppia distruzione nell’indifferenza di massa: si disperde la grande bellezza artistica e insieme la piccola bellezza quotidiana, quella che prima avvolgeva il nostro paesaggio abituale, dal nostro abbigliamento alle nostre case. Si spegne per inaridimento la creatività, una terribile siccità dello spirito. Diventiamo più acidi, più miseri dei nostri antenati poveri, più soli anche per l’abbandono dell’idea di bellezza, compagna silenziosa che ci seguiva come un’ombra e conferiva armonia, altezza, etica al cammino dell’esistenza. Diventa impossibile – diseducati e prigionieri di una greve dittatura del brutto, purché immediato, utile, funzionale- perfino la nostalgia della bellezza: la bruttezza ingoia tutto, divora e spinge in basso.

Sparisce la distinzione, finanche la dignità del passato, comune a poveri e ricchi, come mostra un’opera d’arte “politica”, il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, l’avanzata carica di energia, di decoro di un proletariato a cui povertà e fatica non avevano sottratto il naturale orgoglio. Ci crediamo giganti che hanno soppiantato i nani di ieri poiché possediamo più cose, più beni, più mezzi. Mancano i fini, di cui la bellezza era testimone, pietra di paragone.

Siamo laceri come gli abiti pre strappati dai fabbricanti. Paghiamo per estendere al corpo la sciatteria dell’animo, nebbia che non permette di riconoscere la bruttezza di cui diventiamo parte. Poveri di spirito perché l’unica ricchezza a cui ambiamo è materiale. Per le strade, ci assale la medesima materia scabra di cemento squadrato, ingrigito, priva di grazia. Non “serve”, compare come passivo nel conto economico, dunque è inutile: quel che conta è che la struttura si sostenga e assolva una funzione. Tutto secco, pratico, semplice: l’ordine meccanico degli schiavi. Senza bellezza, “i morti sono più morti dei personaggi dei libri” (Alvaro Mutis), nei quali ci rifugiamo per scaldare il cuore e vivere con l’immaginazione ciò che lo sguardo non vede più.

La bruttezza è l’acceleratore della corsa verso il basso. Bisogna ritrovare la bellezza, ricrearla, un’esigenza che dovrebbe partire dalle classi dirigenti, i cui gusti e desideri influenzano tutti. Scriveva Muriel Barbery ne L’ eleganza del riccio: “ai ricchi, il dovere del bello. Altrimenti, meritano di morire.”

Per possedere il senso del bello, però, occorre educazione, il contrario di una vita di consumi, desideri, istinti. Bisogna volere un destino, ignoto all’esausto viandante d’Occidente. Un passante solitario, angosciato, solitario, come intuì Nietzsche, la cui tragica consapevolezza terminò in follia. “Nessun Dio ci sostiene? Nessuna Ragione dà veramente ragione? Nessun Al di là guida i nostri passi? Siamo soli più di quanto nessun uomo è mai stato in nessun luogo? “Senza il conforto della bellezza che apre il cuore- un lacerto di eternità- solo il cammino che si spezza è legge a se stesso. Per questo abbiamo l’arduo dovere della bellezza, contro l’aridità che il brutto insinua nei cuori. Scriveva Saint Exupéry: “se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare la legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito

ref: https://www.maurizioblondet.it/il-dovere-della-bellezza/

Il disgusto

19 febbraio 2022 3 commenti

Siamo a circa un mese (31-marzo-2022) dalla fine dello stato di emergenza e non si sprecano le vomitevoli, disgustose, aberranti dichiarazioni dei servi del potere.

Senza andare a scomodare il negativista Ricciardi, sempre attento a lanciare maledizioni e auguri nefasti per coloro che hanno fatto una scelta diversa, troviamo anche un’illustre sconosciuta, certa Dott.ssa Stefania Salmaso (laurea in Scienze Biologiche e un Perfezionamento in Statistica Medica), epidemiologa, che ravvede in quelli succitati la minaccia terribile che non sarà possibile un ritorno alla normalità proprio a causa di questo esiguo gruppo di circa 1 milione di persone. “Credo che il green pass sia una tutela che ancora vada mantenuta, posto che il rischio di infettarsi è molto alto”. Ora se questa persona è epidemiologa come è riuscita a formulare un pensiero del genere (antiscientifico) visto che il lasciapassare non ha nessuna funzione di tutela per i vaccinati, ma che anzi amplifica la diffusione dei contagi?

Nei fatti, la suddetta dottoressa, non fa altro che seguire gli ordini di scuderia e si da il caso che la banda parassitaria, che dovrebbe comporre un parlamento democratico, ha votato ieri la conferma della durata del lasciapassare discriminando in maniera bolscevica quasi 7 milioni di persone, tra le quali anche quelle con 1 o 2 dosi con 452 voti favorevoli 53 contrari.

Tutto allineato e previsto dalla tabella di marcia del WEF.

Io vengo dalla Bosnia

12 febbraio 2022 Lascia un commento

I tempi, le forze in causa, le migliaia di miliardi in ballo, la “pandemia” e quelle a venire, le azioni delle banche centrali sulla vita delle nazioni e dei continenti, le attività, da tempo programmate sulle vicende del Donbass non lasciano ben sperare.

Dal blog di Andrea Cecchi.

Ho già condiviso questo pezzo privatamente con alcuni amici. Si tratta di una mia traduzione del 2017, tratta dalle memorie di un sopravvissuto alla guerra in Bosnia. Perché ho deciso di pubblicarlo oggi sulla newsletter? Perché il nuovo trend che ci aspetta e che è già iniziato prevede il verificarsi di sempre più gravi disordini pubblici con episodi anche di guerriglia urbana dilagante. La crisi economica, la disoccupazione e l’influsso sempre più massiccio di immigrazione di varie etnie, saranno la miccia che sarà usata per scatenare inevitabilmente conflitti, principalmente giocati sulle differenze dovute al profilo razziale. Il multiculturalismo è fallito. Le etnie si scontrano, non si integrano. Ma ogni scusa sarà buona per creare caos.

COSA FARE SE SCOPPIA IL CAOS

LE MEMORIE DI UN SOPRAVVISSUTO ALLA GUERRA IN BOSNIA

Trad. Andrea Cecchi 17/07/2017

Io vengo dalla Bosnia. Come sapete dal 1992 al 1995  c’è stato l’inferno. Sono riuscito a sopravvivere un anno in una cittadina di 6mila abitanti senza acqua, elettricità, carburante, assistenza medica, pubblica sicurezza, servizi di distribuzione, e ogni tipo di servizio pubblico tradizionale e controllo centralizzato.

La nostra città era stata isolata dall’esercito e per un anno intero la vita si è trasformata in un vero e proprio inferno. Non c’era nessun corpo di polizia, solo gruppi armati. Chi era armato proteggeva la propria famiglia e la propria casa. Quando tutto ebbe inizio, alcuni erano più preparati di altri, ma la maggior parte delle famiglie avevano cibo disponibile solo per pochi giorni. Alcuni avevano delle pistole. Pochi avevano AK47 o fucili da caccia. Dopo uno o due mesi iniziarono ad agire le gang, distruggendo tutto. Massacri, genocidio e pulizia etnica. Gli ospedali, per esempio, si trasformarono in mattatoi.  La polizia non c’era più e il personale dell’ospedale se n’era andato.

Io sono stato fortunato: la mia famiglia a quel tempo era abbastanza larga (15 persone in una casa grande, 6 pistole e 3 AK), e siamo sopravvissuti quasi tutti. Gli americani lanciavano viveri dagli aerei ogni 10 giorni per aiutare le città sottoposte a blocco militare.  Non era mai abbastanza.

Alcuni (molto pochi) avevano il giardino.

Ci vollero tre mesi prima che le persone iniziassero a morire di fame e di freddo.

Noi andavamo a prendere porte e finestre dalle case abbandonate. Strappando via i pavimenti in legno e i mobili pur di avere qualcosa da bruciare per riscaldarci.

Molti morirono di malattia, specialmente per colpa dell’acqua (due nella mia famiglia). Noi bevevamo soprattutto l’acqua piovana, mangiavamo piccioni e topi. Il denaro divenne presto inutile. Si tornò al baratto.  Per un barattolo di Tushonka (carne in scatola) potevi avere una donna (è triste dirlo ma era così). La maggior parte delle donne che si prostituivano erano madri disperate.

Armi, munizioni, candele, accendini, antibiotici, benzina, pile, batterie e cibo: combattevamo per queste cose come animali. In queste situazioni, cambia tutto.  Le persone diventano mostri. Era disgustoso. La forza stava nei numeri, per una persona da sola, l’essere ucciso o rapinato era solo questione di tempo, anche se era armata.

Oggi io e la mia famiglia siamo preparati bene. Sono ben armato e ho fatto esperienza. Non importa quello che può accadere – un terremoto, uno tsunami, una guerra, gli alieni, i terroristi, un collasso economico, disordine civile – La cosa importante è ricordarsi che qualcosa accadrà.

Ecco la mia esperienza. Regola numero uno, non separarsi dalla famiglia. Bisogna prepararsi insieme, anche scegliendosi  amici fidati.

  1. Come muoversi per la città in sicurezza. La città era divisa in comunità lungo le vie. La nostra via era formata da 15-20 case pattugliate costantemente da cinque uomini armati per proteggerci dalle gang e dai nemici. Tutti gli scambi avvenivano nelle strade. A circa cinque chilometri di distanza c’era un’intera strada adibita agli scambi, ma arrivarci era pericoloso a causa dei cecchini. Poteva accadere anche di essere derubati dai banditi. Io ci sono andato solo due volte quando avevo bisogno di medicine, soprattutto antibiotici.Nessuno usava più le automobili in città. Le strade erano bloccate dalle macerie e da altre automobili. La benzina era molto costosa. Se c’era la necessità di andare da qualche parte, bisognava farlo di notte. Mai spostarsi da soli o in gruppi troppo numerosi – sempre 2 o 3 uomini al massimo. Tutti armati, spostarsi rapidamente, nell’ombra, attraversando le strade accanto alle macerie e mai nelle zone aperte.  C’erano molte gang di 15-20 uomini. Alcune anche di 50 uomini, ma c’erano anche molte persone normali come tu ed io, padri o nonni che ammazzavano e rubavano. Non c’erano buoni o cattivi, ma una via di mezzo, sempre pronti al peggio.
  2. E la legna? La città era circondata da boschi, perché bruciavate porte e  mobili?  Non c’erano tanti boschi intorno alla città. Era una bella città, con ristoranti, cinema, scuole, persino un aeroporto. Ogni albero in città e nei parchi venne tagliato nei primi due mesi,  come combustibile per riscaldare e per cucinare. Bruciavamo tutto ciò che bruciasse. Mobili, arredamento, porte, finestre pavimenti. Legna che brucia velocemente. Non c’erano fattorie perché quelle fuori città erano controllate dal nemico. Eravamo circondati. Anche in città non sapevamo mai chi fosse il nemico.
  3. Quale tipo di conoscenza ti è tornata utile in quel periodo? Per avere ben chiara la situazione in quel momento bisogna capire che è stato come tornare all’età della pietra. Per esempio, avevo una bombola di gas da cucina, ma non lo usavo per riscaldamento, era troppo costoso! Ho attaccato alla valvola della bombola un adattatore da me congegnato e con quello ci ricaricavo gli accendini. Gli accendini erano preziosi. Se veniva qualcuno con un accendino vuoto, io glielo ricaricavo e in cambio mi dava una scatoletta di cibo o una candela. Io ero un paramedico. In quelle condizione, le mie conoscenze divennero la mia ricchezza. In quella situazione, l’abilità di riparare le cose vale più dell’oro. Le scorte e gli oggetti finivano, ma la le tue capacità riuscivano a procurarti da mangiare. Vorrei dire questo:  imparate a riaccomodare le cose, le scarpe o le persone. Il mio vicino ad esempio sapeva fare il kerosene per le lampade e non ha mai sofferto la fame.
  4. Se tu avessi 3 mesi per prepararti, adesso che faresti? Me ne andrei da questo paese! (scherzo). Adesso so che qualsiasi cosa può collassare all’improvviso. Ho una bella scorta di cibo, articoli per l’igiene, pile, ..almeno per 6 mesi di autonomia. Abito in una casa sicura ed ho una casa con il bunker a 5 chilometri da qui con altri 6 mesi di scorte pure lì. È in un piccolo villaggio. Anche le altre persone che ci abitano sono ben preparate. La guerra ci ha insegnato. Ho quattro armi da fuoco e 2000 munizioni per ognuna di esse. Ho il giardino e ho imparato a fare l’orto. Mi fido del mio istinto, Quando senti dire che va tutto bene io se che invece ci potrebbe essere un altro collasso ed io ho la forza di proteggere la mia famiglia, perché quando tutto collassa, devi essere pronto a fare cose brutte, per tenere in vita i tuoi figli e i tuoi familiari. Sopravvivere da soli è praticamente impossibile. Anche se sei armato e pronto, se sei solo morirai. L’ho visto accadere molte volte. È molto meglio quando si è in gruppi abbastanza larghi di familiari e amici, tutti preparati e con competenze e abilità in vari campi.
  5. Di cosa è necessario fare scorta? Dipende. Se hai in programma di vivere rubando, ti servono solo armi e munizioni. Tante, tantissime munizioni. Altrimenti cibo in scatola, articoli per l’igiene, pile, accumulatori e piccoli oggetti per gli scambi come coltelli, accendini, tabacco, acciarini, sapone. Anche l’alcol. Quello che si conserva bene. Il whisky economico è ottimo per barattare.  Molte persone morirono per mancanza di igiene. Quello che serve sono piccole cose semplici, ma in grande quantità. I sacchi dell’immondizia, ad esempio; ne occorrono tanti. Anche la carta igienica e piatti e posate di plastica non riutilizzabile. Lo so perché non ne avevamo e per me, una buona scorta di articoli igienici è più importante del cibo. Puoi sempre riuscire a sparare a un piccione o trovare qualche pianta commestibile, ma non puoi sparare al disinfettante. Disinfettante, varechina, sapone, guanti di gomma, maschere protettive e kit del pronto soccorso con cui curare le ferite e le bruciature. Puoi anche riuscire a trovare un dottore ma poi non riesci a pagarlo. È meglio saper usare gli antibiotici. Ce ne vogliono un sacco ed è sempre bene farne scorta. Bisogna scegliere armi semplici. Io porto con me una Glock.45, mi piace, ma è un’arma rara da queste parti e allora ho anche due pistole TT (il tipo più usato di pistola per cui anche le munizioni sono facili da reperire). Non mi piacciono i Kalashnikov, ma vale lo stesso ragionamento: ce l’hanno tutti e allora lo devi avere anche te. È utile avere piccoli oggetti che passino inosservati. Ad esempio: un generatore può essere utile, ma 1000 accendini Bic sono meglio. Un generatore fa rumore e attira l’attenzione, ma 1000 accendini sono piccoli, compatti e possono essere facilmente barattati. Noi raccoglievamo l’acqua piovana in 4 grossi barili e poi la facevamo bollire. C’era anche il fiume, ma l’acqua divenne sporca quasi subito.  Per questo è indispensabile avere contenitori per l’acqua, taniche, bidoni e secchi.
  6. Oro e argento erano importanti? Si. Personalmente ho scambiato tutto l’oro che avevamo per ottenere delle munizioni. A volte riuscivamo a mettere le mani su soldi come dollari o marchi tedeschi. Potevamo usarli per comprarci qualcosa ma erano rari e il corrispettivo era astronomico, ad esempio, una scatoletta di fagioli costava 30-40$. La valuta locale invece, perse subito tutto il valore. Tutto ciò che ci serviva lo ottenevamo attraverso il baratto.
  7. Il sale era caro? Si. Ma il caffè e le sigarette molto di più. Io avevo molto alcol, così barattavo senza problemi.  Il consumo di alcol crebbe vertiginosamente. Oltre 10 volte rispetto al tempo di pace. Forse oggi sarebbe più utile fare scorta di sigarette, accendini, pile. Prendono meno spazio, ma io a quei tempi non ero un survivalist. Non ci fu tempo per prepararsi.  Fino a pochi giorni prima che iniziasse lo sfacelo, i politici continuavano a ripeterci in TV che era tutto apposto e che non c’era motivo di preoccuparsi.  Quando c’è caduto il cielo sulla testa abbiamo portato via quello che siamo riusciti a prendere.
  8. Era difficile comprare le armi da fuoco? La polizia aveva confiscato molte armi prima della guerra, ma noi le avevamo nascoste. Adesso ho un’arma registrata legalmente. Secondo la legge ciò si definisce detenzione temporanea.  In caso di disordine pubblico, il governo confisca tutte le armi registrate, è bene ricordarselo. Ci sono persone che hanno armi detenute legalmente, ma anche altre armi possedute in modo anonimo in caso che quelle legali vengano confiscate. Chi ha dei beni facilmente scambiabili può riuscire ad ottenere un’arma anche in situazioni difficili, ma ricordate: il momento peggiore sono i primi giorni e lì non c’è tempo di cercare un’arma per proteggere la propria famiglia. È una pessima idea farsi trovare disarmati durante il caos e il panico.  Nel mio caso, c’era un uomo che aveva bisogno di una batteria per auto per alimentare la sua radio e gliene procurai una in cambio di due fucili da caccia. A volte ho scambiato munizioni per del cibo. Mai fare gli scambi a casa e mai per grossi volumi. Erano pochissimi quelli che sapevano cosa c’era a casa mia. La cosa importante è di immagazzinare più cose possibile in base allo spazio disponibile. Col tempo si capisce cosa ha più valore. Anzi, mi correggo, al primo posto della lista ci sono le armi e munizioni, e poi, forse al secondo posto, maschere e filtri antigas.
  9. E per la sicurezza? La nostra strategia di difesa era molto semplice. Ripeto, non eravamo preparati e abbiamo usato ciò che potevamo usare. Le finestre erano fracassate e i tetti danneggiati dopo i bombardamenti. Abbiamo sbarrato le finestre con sacchi di sabbia e con le pietre. Il cancello l’ho bloccato con macerie e immondizia e usavo una scala per scavalcare il muro di casa.  Quando tornavo a casa, qualcuno da dentro mi passava la scala. C’era un tizio nella nostra strada che si era completamente barricato in casa. Aveva fatto un buco nel muro nella casa abbandonata del vicino e lo usava per entrare in casa sua. Una sorta di passaggio segreto. Sembrerà strano, ma le case più protette furono le prime ad essere distrutte e saccheggiate. Nella zona dove abitavo io, c’erano delle belle ville con muri di cinta, cani, allarmi e sbarre alle finestre. Sono state le prime ad essere attaccate. Alcune hanno retto,  altre no. Dipendeva da quante mani e armi c’erano dentro a difenderle. Penso che la difesa sia molto importante, ma bisogna farlo in modo discreto. Se siete in una città e scoppia il caos, occorre un posto semplice che non dia nell’occhio con molte armi e munizioni. Quante munizioni? Il più possibile. Fate in modo che la vostra casa sia il meno attraente possibile. Adesso ho una porta blindata, ma quella serve soltanto a contenere la prima ondata di caos.  Se dovesse accadere di nuovo, adesso, passata la prima ondata, lascerei la città per unirmi ad un gruppo allargato di familiari e amici. Si sono verificate delle situazioni, durante la guerra, ..non c’è bisogno di entrare nei dettagli, ma noi avevamo sempre una superiorità di fuoco e un muro di mattoni davanti a casa. Inoltre, c’era sempre qualcuno che guardava per strada. La qualità di come ci si organizza è fondamentale contro gli attacchi delle gang armate. In città si sparava continuamente. Il nostro perimetro era difeso in modo primitivo – tutte le uscite barricate dalle quali si aprivano feritoie per sparare. All’interno c’erano sempre almeno cinque membri della famiglia ponti ad aprire in fuoco in ogni momento e uno di noi stava fuori a controllare, nascosto in un rifugio. Durante il giorno stavamo sempre dentro per evitare i colpi dei cecchini. I più deboli sono i primi a morire. Chi sopravvive, combatte. Durante il giorno le strade erano vuote per paura dei cecchini.  La difesa era orientata verso il combattimento a breve raggio. Molti morirono uscendo di casa alla ricerca di informazioni. Ecco, è importante ricordare che eravamo completamente isolati senza né radio né TV – solo cose per sentito dire e nient’altro. Non c’era un esercito organizzato, ognuno combatteva per se stesso Non c’era alternativa. Tutti erano armati e pronti a difendersi. Mai indossare accessori di qualità quando bisogna andare in città. Ti ammazzano per prenderteli.  Se il caos scoppiasse domani, mi vestirei in modo anonimo per mescolarmi con gli altri e manterrei un atteggiamento umile e piagnucoloso. Non mi metterei abbigliamento tattico da guerriglia per segnalare le mie intenzioni belligeranti, gridando frasi tipo “ siete spacciati”! . No, …me ne starei in disparte, ben armato e preparato, ..osservando e calcolando bene le mie possibilità e la mia strategia insieme ai miei amici e fratelli.  Super difesa e super mega armi non hanno senso. Se qualcuno vede che hai cose preziose e utili e decide di rubartele, lo farà. È soltanto questione di tempo e di quante mani e armi si uniscono nell’intento.
  10. Come facevate ad andare in bagno? Abbiamo usato delle pale e un pezzo di terra vicino alla casa. Pensate che sia una cosa sudicia? Si, lo era. Ci lavavamo con l’acqua piovana o nel fiume, ma nel fiume era diventato troppo pericoloso. Non avevamo carta igienica e se ne avessimo avuta l’avremmo comunque barattata.  Era sempre un grande schifo. Posso darti un consiglio? Per prima cosa ti servono armi e munizioni, poi tutto il resto. E dico TUTTO ! Dipende sempre da quanto spazio e quanti soldi hai. Se ti dimentichi di far scorta di qualcosa puoi sempre ottenerlo scambiandolo con qualcuno, ma se non hai armi e munizioni non puoi aver accesso alle zone di baratto. E non pensare che le famiglie numerose siano bocche extra da sfamare. Una famiglia numerosa vuol dire più armi e più forza. Partendo da qui ognuno si prepara come può.
  11. Come venivano trattati i malati e i feriti? La maggior parte delle ferite erano ferite da arma da fuoco. Senza uno specialista e senza equipaggiamento medicale, anche se un ferito riusciva a trovare un medico aveva circa il 30% di probabilità di sopravvivere. Non è come nei film. La gente moriva. Molti morivano per infezioni da ferite superficiali. È una morte orrenda. Io avevo antibiotici a largo spettro – solo per la mia famiglia, naturalmente. Abbastanza  spesso accadeva di morire per cause stupide. Una semplice diarrea ti ammazza in pochi giorni senza medicine adeguate e con poca acqua potabile a disposizione per reidratarsi. C’erano molti casi di malattie della pelle e di intossicazione alimentare. Molti usavano piante locali e alcol. Rimedi di breve durata ma totalmente inefficaci nel lungo periodo. L’igiene era molto importante così come avere abbastanza medicine, specialmente antibiotici.

Queste memorie sono state raccolte non perché  ci aspettiamo che possa succedere qualcosa di così estremo anche nel mondo occidentale, ma perché il racconto è comunque interessante da leggere.

ref: Andrea Cecchi

L’eredità del Covid

10 febbraio 2022 Lascia un commento
Photo of Lassa virus sample
Lassa virus

Dopo quasi 10 anni di pigrissima inattività ritorno su questo blog con un po’ di rammarico scorgendo che nulla è cambiato se non in peggio.

Quello che apparentemente sembrano notizie sconclusionate, se messe sotto un’ottica deduttiva e se coordinate all’attuale situazione, nella quale l’ipnosi di massa ha raggiunto livelli altissimi circa la pandemia, disegnano un quadro piuttosto funereo per le libertà delle persone e della società in cui viviamo e se vere porteranno a disastri inimmaginabili.

Le prime novità ci arrivano da GAVI, la nota azienda gestita dalla fondazione Gates, che premoniva l’arrivo di terrifiche infezioni virali a causa del virus Marburg. Un virus letale al pari di Ebola che sembra avere una letalità dell’88%. Si legge infatti: Cugino mortale di Ebola, Marburg può uccidere nove persone su dieci che infetta e i viaggi internazionali lo hanno portato dall’Africa all’Europa due volte negli ultimi 40 anni. La crescente globalizzazione renderà più probabile l’esplosione di questo virus in tutto il mondo?

Si salvi chi può! Ma i paesi africani, per ora, sono molto lontani dall’Europa, salvo che non si aprano i rubinetti dell’immigrazione incontrollata e la frittata, se quanto sopra è vero, sarà letale per molti. Anche l’OMS, nella persona di Tedros Adhanom Ghebreyesus, annunciava la stessa cosa (da notare che i finanziamenti della GAVI di Gates all’OMS sono oltre il 30%) così come il famoso medico (?) Ricciardi: inutile fuggire, lo dicono tutti, fra Covid, Marburg, Ebola e Lessa non c’è scampo.

Questa apparente e silenziosa tranquillità è quindi preludio di altro? Ieri il governo inglese lanciava un allarme: Lassa fever cases identified in England, following travel to West Africa. Una volta c’erano le cosiddette gole profonde che o bene o male informavano i media che qualcosa non andava nel verso giusto, oppure c’erano bravi giornalisti che, nel compito arduo di informare e di investigare, portavano a galla aspetti poco evidenziati dai media allineati, ma c’erano anche editori coraggiosi che sapevano produrre un giornalismo di qualità e sopratutto di verità.

Ci attendiamo pertanto che la cosiddetta fine dello stato di emergenza del 31 marzo verrà probabilmente limitato, se non addirittura mantenuto facendo trapelare dai soliti prezzolati notizie adattate alla bisogna.

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