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Archive for settembre 2012

Legge bavaglio: mai toccare la magistratura.

27 settembre 2012 Lascia un commento

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Ormai è di dominio comune: Sallusti è stato condannato al carcere. Il motivo della decisione della Cassazione è che Sallusti, in quanto direttore de “Il Giornale”, all’epoca dei fatti, è il diretto responsabile quando non vi sia la possibilità di individuare il giornalista autore dell’articolo incriminato. L’articolo esprimeva un giudizio sulla decisione di obbligare una ragazzina di 13 anni ad abortire contro la sua volontà e nello specifico nell’articolo era scritto che

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La bambina, da quello che si legge nell’articolo, pare abbia dei seri problemi psicologici, mentre il giudice, offeso dalle parole dell’articolo, ha provveduto  a fare causa al direttore del giornale come diretto responsabile di quello che è stato pubblicato. Nella realtà, si legge sempre nell’articolo, il giudice non espresse il consenso per fare abortire la bambina, ma  lasciò che le parti in causa – genitori e medici da una parte e bambina da sola dall’altra -decidessero sulla questione. Il risultato fu l’aborto per buona pace della famiglia perbenista sorda delle suppliche della figlia che invece avrebbe voluto tenere con se la ceratura che portava in grembo e il ricovero della ragazzina nel reparto psichiatrico Regina Margherita. Queste le sue parole dopo l’asportazione chirurgica del feto: «Io qui non ci voglio stare – continua a ripetere – non sono pazza, sto solo male come un cane per quello che i miei genitori e i giudici mi hanno obbligato a fare»

Qualcuno un tempo espresse un concetto che ancora oggi dovrebbe essere valido, ma che molti uomini disattendono: <<Io combatto la tua idea, che e diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente>>.  Sallusti, come responsabile, dovrà pagare, ma la legge che è stata applicata per questa opinione e il giudice come Ponzio Pilato se n’è lavato le mani.

Questa è la grande democrazia italiana, dei grandi uomini che hanno costruito questa fogna di nazione che è l’Italia che basa le sue leggi sui bavagli e sulle querele, sulle denunce e sui processi farsa inondando i tribunali di cartacce e alzando la polvere per non far vedere quello che realmente accade. Ha ragione Feltri quando dice che in galera dovrebbero andare altri personaggi e che la magistratura invece che perdere tempo su bagatelle di nessun conto dovrebbe applicare la legge su quei fatti più seri, ma che convenientemente tralascia di indagare.

Ora si alzano le voci dei più blasonati giornalisti che si accorgono di quanto nefasta sia questo sistema politico giudiziario di questo paese: tutti a difendere la loro categoria, giustamente. Ma la giustezza di queste urla trovano spesso anche il pretesto per affondare la lama della diffamazione anche su fatti che non sono inerenti, affermando che queste cose capitano solo in Siria, così afferma Riccardo Pelliccetti. Forse Pelliccetti non conosce quanto invece accade in Arabia Saudita, nel Bahrein, negli Emirati Arabi, nel Qatar.

Il becero divertimento salafita.

20 settembre 2012 Lascia un commento

San Francesco adorava la natura tutta e tutte le creature che Dio aveva donato, Ghandi esecrava l’uso degli animali come divertimento umano, ma ancor oggi esistono persone che con la vita degli animali si fanno scherno, gioco, allegria.

E’ il caso di questo gruppo di persone che decapitano un povero gatto, lo scuoiano e nell’allegria ne mostrano la testa mozzata.

gattodecapitato

Questi personaggi che non rispettano un essere vivente non avranno rispetto nemmeno di un essere umano. Il sorriso, il beffardo sorriso compiacente di queste deficenti, alcolizzati e probabilmente salafiti, dimostra ancora una volta come la mente umana di queste sottospecie della razza umana può degenerare sopratutto se aizzata da una teoria religiosa salafita-wahabita.

Ma non sono gli unici, poiché le file di questa razza di inumani, di virus, è molto corposa, molto fitta e sopratutto indifferente. Così come hanno staccato la testa ad un gatto la steaccheranno domani ad un essere umano se non è come la loro razzista e suicida religione dice di essere. Lo hanno fatto con molti umani (Attenzione è un video NON adatto alle persone sensibili, fa veramente schifo) come il libro di quel criminale di Mosè insegna: Genesi 1,28 ” Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra». Ecco la vera causa di queste mostruosità, di queste gratuite efferatezze che solo una mente perversa come quella del suo autore può aver pensato.

Mi auguro che le autorità o l’ENPA facciano il loro dovere di far scattare una denuncia per questi infami bastardi che dovrebbero meritarsi la stessa pena inflitta a quel povero ed innocente gatto.

Basta con gli abusi, libertà per gli scolari.

11 settembre 2012 4 commenti

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E’ definitivo e già come supponevo nel mio post del 18 febbraio 2011, la Corte di Cassazione con sentenza n. 34492 del 10 settembre 2012 ha deciso che un insegnante NON può ricorrere all’uso dei mezzi coercitivi nei riguardi dei giovani al di sotto dei 18 anni. Per tale motivo e "non può ritenersi lecito l’uso della violenza, fisica o psichica, distortamente finalizzata a scopi ritenuti educativi …e ciò sia per il primato attribuito alla dignità della persona del minore, ormai soggetto titolare di diritti e non più, come in passato, semplice oggetto di protezione (se non addirittura di disposizione) da parte degli adulti ….non può perseguirsi, quale meta educativa, un risultato di armonico sviluppo di personalità, sensibile ai valori di pace, tolleranza, convivenza e solidarietà, utilizzando mezzi violenti e costrittivi che tali fini contraddicono". Insomma la professoressa merita il carcere per aver punito in una maniera così "umiliante" l’allievo che, secondo lei, stava tenendo "un atteggiamento derisorio ed emarginante nei confronti di un compagno di classe.

Questo l’antefatto che è diventato legge. Ora i professori sappiano che i giovani bulli, quelli spalleggiati da famiglie disastrate, composte per lo più da individui insensibili, avranno maggior coscienza e audacia nell’affermare il loro bullismo, la loro sfrenata azione "umana" e l’educazione dovrà usare tutte le delicatezze del caso per far fronte a questo genere di delinquentelli.

Un tempo, qualche decennio fa, c’erano le vergate sulle gambe, spesso dei ceffoni e la gogna nelle classi diverse da quelle del "condannato". Il genitore che sapeva della punizione a sua volta regalava al giovane birbante un paio di sonori ceffoni e qualche pedata sul fondo schiena per non aver rispettato la scuola, i professori e i propri compagni.

L’unità educativa era trasversale in ogni scuola di ordine, grado e genere: il rispetto per le istituzioni dello stato e per la classe insegnante, nessuna deroga.

C’è da fare un appunto. Quello che ha prodotto questa scuola nel passato potremmo definirlo arcaico sistema educativo, irrispettoso dell’unicità della singola persona che però ha dato per contro i risultati che vediamo oggi sotto i nostri occhi: alunni ignoranti, professori assenti e spesso dileggiati, strutture malsane e fatiscenti, aule paragonabili a tuguri. Un sistema in totale sfacelo al quale si aggiunge anche questa sentenza che fa da cappello all’intero sistema educativo. Complimenti ai giudici della cassazione, queste sono le basi "umanistiche" per un futuro roseo della nostra gioventù.

Ma è molto probabile che i giudici che hanno emesso questa sentenza, siano stati a loro volta picchiati a scuola da qualche buon professore, oppure è probabile che, oltre ai sonori ceffoni presi, questi giudici fossero essi stessi dei bulli, dei piccoli delinquenti con un conto aperto con la giustizia scolastica, ma nessuno lo sa, ance se viene il dubbio; certo è che una sentenza del genere, con la condanna a 15 giorni per la professoressa, recherà ancor minore rispetto al corpo insegnante che via via sarà sostituito da congegni elettronici per la "totale manipolazione" cerebrale dei giovani virgulti che andranno a formare la società aperta, senza confini, senza nazioni, senza città, senza tradizioni, ma libera dal giogo arcaico del passato.

Euro irreversibile o bancarotta annunciata del sistema bancario?

6 settembre 2012 Lascia un commento

Oggi 6 settembre 2012 ennesima iniezione di cocaina bancaria.

Mario Draghi ha infatti prodotto quello che, secondo le sue parole sarebbe, la maniera migliore per salvare l’area euro, perché come dice lui stesso, l’euro è irreversibile, mentre sappiamo che l’irreversibilità, date le condizioni restrittive dei vari trattati e delle condizioni vessatorie del Fondo Monetario Internazionale, è la situazione economica nazionale ed internazionale.

A questo e con rispetto riporto un interessante ed illuminante articolo di Chicago.blog:

Quando la BCE tra il mese di luglio 2011 e il mese di febbraio 2012 ha immesso nel sistema bancario europeo 1,3 trilioni di euro (in soli nove mesi!) per soccorrere il sistema bancario (espandendo così il suo bilancio a tre trilioni, una cifra ben superiore al PIL tedesco) avrebbe dovuto essere chiaro che l’estrema gravità della crisi europea non solo era di molto superiore a quella di cui i leader europei parlavano, ma che fino ad allora avevano mentito sulla reale esposizione dei paesi membri che ha reso la crisi irreversibile. Non è l’euro ad essere irreversibile come dice il governatore della BCE, ma la sua crisi.

Ancora oggi la reale ampiezza della voragine che si è spalancata nell’eurozona ci è ignota e solo la “liquidazione” del sistema potrebbe fare emergere la verità.

Si consideri ad esempio la crisi della Grecia iniziata nel 2010 e dopo ben due anni rimasta irrisolta. Questo paese rappresenta appena il 2% dell’economia europea e si sta facendo di tutto per ritardarne l’uscita dalla eurozona. Il vero motivo? Per gli analisti che hanno ben scavato nei bilanci, la reale esposizione greca verso i paesi membri, è di oltre 1 trilione. Ecco il motivo per cui l’Europa continua a erogarle denaro nonostante sia in bancarotta completa e non abbia ottemperato a nessuna delle misure fiscali richieste. Si temono le ripercussioni della sua uscita su un sistema bancario già barcollante.

Nel 2012 è poi esplosa la crisi della Spagna che ha riguardato contemporaneamente il sistema bancario e il debito sovrano. Nel giro di appena un week end si è cercato di tamponare la falla, ma poi ci si è accorti che era un’altra voragine che faceva anche di questo paese un problema europeo: Tutto il sistema bancario è seduto infatti su una polveriera: il mercato del debito spagnolo, pari a €2.1 trilioni. L’Europa funziona così: quando i paesi emettono debito questo viene immediatamente acquistato dal sistema bancario e parcheggiato nei bilanci come “senior asset”, cioè come attivo a basso rischio (!). Le banche quindi concedono prestiti a terzi e fanno colossali operazioni di investimento a fronte di questo attivo. In caso di default della Spagna gli attivi a copertura del portafoglio investimenti andrebbero quindi immediatamente in fumo e i tassi di interesse salirebbero alle stelle facendo crollare tutto il sistema europeo. E accenniamo solo di sfuggita a ciò che accadrebbe al mercato dei derivati basati sui tassi di interesse preesistenti. Molto probabilmente Wall Street verrebbe chiusa per qualche tempo. Insomma la Spagna, come la Grecia, rimane un grave problema irrisolto.

Se l’Italia naviga in difficoltà non godono buona salute neppure Francia e Germania il cui debito rispetto al PIL è ormai al 90%, un livello che di solito fa scattare il declassamento di un paese da parte delle agenzie di rating.

Eppure, nonostante questa realtà, il governatore della Banca Centrale, Mario Draghi, ostenta sicurezza facendo intendere di avere sotto controllo la situazione e di poter risolvere tutti i problemi. Noi, invece, crediamo che l’euro sia in coma irreversibile e che quindi the game is over. In altri termini non esiste nessuna strategia politica e finanziaria credibile che possa salvare l’eurozona.

Proviamo infatti ad analizzare le opzioni di salvataggio e la loro plausibilità concentrandoci soprattutto sulle due entità portanti dell’eurozona la BCE e la Germania a fronte dei meccanismi di salvataggio come l’EFSF, l’EMS e il FMI.

BCE. Molti credono che la soluzione sia una banca centrale europea che operari come l’omologa statunitense acquistando su larga scala i titoli di debito pubblico in cambio di denaro di nuova creazione. Ma si sbagliano di grosso se credono alla percorribilità concreta di questa opzione. Primo, Mario Draghi ha detto con chiarezza che la banca centrale potrebbe intervenire solo in caso che i paesi bisognosi rispettino le misure di austerità, mandino ad effetto le riforme strutturali e cedano sovranità (quanta?) al governo di Bruxelles. Se queste sono le condizioni poste dal Governatore, pensiamo che non si realizzeranno mai, soprattutto l’ultima (terrificante): la cessione di sovranità al governo di Bruxelles. Ergo la BCE non acquisterà direttamente titoli di debito dai paesi membri. E se anche lo volesse fare avrebbe il veto della Germania che vede in questa operazione il rischio di una iperinflazione.

Secondo. Non bisogna dimenticare che la crisi europea non è di liquidità ma di insolvenza, aka di capitale. Nel primo caso l’acquisto di bond in cambio di denaro fresco (cash for trash) potrebbe temporaneamente alleviare le difficoltà del sistema bancario che, ufficialmente, ha una leva finanziaria di 26 a 1. Ciò significa che ogni 26 euro del suo attivo (prestiti erogati a terzi) sono garantiti da appena 1 euro di capitale. Quindi, con una leva così alta, basterebbe un ribasso dell’attivo di appena il 3,8% (ad es. per perdite su crediti o diminuzione delle quotazioni dei titoli) per azzerare il loro capitale. In realtà la precarietà del sistema è ancora più acuta se si pensa che la leva finanziaria è in molti casi è superiore, cioè di 30 a 1, di 50 a 1 o addirittura di 100 a 1 come nel caso delle banche francesi (quando la Lehman Brothers è fallita aveva una leva finanziaria di 30,7 a 1). In una situazione di scarsa liquidità sostituire titoli con contante alle banche farebbe comodo. Tuttavia poiché la crisi di liquidità deriva dalla crisi di insolvenza, l’operazione cash for trash sarebbe controproducente perché rimuoverebbe dall’attivo delle banche i titoli che, come abbiamo accennato più sopra, rappresentano il collaterale per ottenere prestiti e per effettuare investimenti. E le banche hanno bisogno disperato di “attivo”. Terzo. Tecnicamente la BCE potrebbe acquistare, come nel passato, direttamente titoli sul mercato, ma questa iniziativa è stata abbandonata da quattro mesi appunto perché la Germania (e la Bundesbank) si è opposta e continua ad opporvisi. E’ chiaro che la BCE non può muoversi in autonomia ma deve aver l’assenso della Germania perché senza questo paese l’euro cesserebbe di esistere. Inoltre non ci si dimentichi che quando nel 2011 la BCE acquistò debito sovrano non risolse alcun problema e perse il controllo del mercato del debito. Infine, oltre il 25% del suo bilancio è già costituito dal debito dei PIIGS e aumentare questo attivo (aka spazzatura) metterebbe a rischio la sua stessa solvibilità.

Allora la BCE potrebbe acquistare il debito di concerto con l’EFSF e l’ESM. Ma anche questa opzione è problematica. L’EFSF dopo il primo salvataggio spagnolo (100 miliardi) è rimasto con una debolissima potenza di fuoco, appena 65 miliardi di euro. Quanto al nuovo fondo ESM di 700 miliardi non è stato ancora ratificato. Che sia ratificato o meno il 12 settembre prossimo dalla corte costituzionale tedesca ha poca importanza sostanziale; la ratifica potrà solo protrarre lo stato comatoso della moneta unica. Infatti, se il fondo fosse approvato Spagna ed Italia dovrebbero contribuirvi al 30% per…salvare se stesse! Il che sarebbe veramente grottesco. Ma supponiamo che questi paesi siano esentati dal contribuirvi. In tal caso il peso del finanziamento (il 66%) del fondo ricadrebbe su Francia e Germania. Ma entrambe non hanno questa disponibilità finanziaria. E anche se l’avessero, mettendola a disposizione dei paesi periferici verrebbero immediatamente declassate dalle agenzie di rating. Il problema potrebbe essere superato facendo acquistare dall’ESM i bond. Ma anche questa opzione è impossibile: il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schauble è stato chiaro: L’ESM non sarà mai autorizzato ad acquistarli.

Allora quali altre misure resterebbero alla BCE per sostenere l’euro? Potrebbe lanciare il terzo LTRO (il quantitative easing in versione europea) cioè prestare direttamente un altro trilione (o altri due?) al sistema bancario perché acquisti il debito che la banca centrale non può acquistare direttamente. Ma l’effetto di questa operazione sarebbe lo stesso dei LTRO 1 e 2 precedenti: abbassare il valore dei bond, ridurre il valore dell’attivo delle banche, fare aumentare i rendimenti, cioè i tassi di interesse e rendere così ancora più costoso l’indebitamento nell’eurozona. Tutte le opzioni in mano alla BCE portano ad un circolo vizioso ritorcendosi sempre contro l’euro.

Conclusione: la BCE non può migliorare la situazione ma peggiorarla. La crisi infatti, lo ripetiamo, non è finanziaria ma economica e di insolvenza e acquisti di bond e monetizzazione del debito non possono nulla a fronte di un economia che non produce correnti di reddito sufficienti (la vera fonte del credito e della potenza di fuoco finanziaria) per ripianare perdite e debiti esponenziali.

Germania. E’, insieme alla BCE l’elemento chiave dell’eurozona. Ma come abbiamo già accennato il peso del suo debito sul PIL sta raggiungendo livelli preoccupanti (90%) e in corrispondenza dei quali la solvibilità di una nazione può venir messa in discussione. Inoltre bisogna ricordare che ha un’esposizione verso la UE di un trilione di euro pari al 30% del suo PIL erogato attraverso i vari meccanismi di salvataggio dei PIIGS. La Germania ha ormai esaurito le sue cartucce. Escludendo ormai completamente la soluzione degli eurobond a cui la Merkel ha opposto un irrevocabile nein, potenzialmente la Germania potrebbe salvare l’eurozona con l’aiuto della BCE accettando, in una forma o nell’altra, di monetizzare tutto il debito. Ma abbiamo già visto che questo è impossibile. Il prossimo anno il cancelliere tedesco deve affrontare l’elezioni e sa che la monetizzazione del debito potrebbe scatenare un’inflazione e danneggiare l’economia tedesca sulla quale l’agenzia Moody non fa rosee previsioni. Se la Germania perdesse lo status di tripla A sarebbe la fine immediata dell’eurozona, senza esitazioni. Il popolo tedesco già contrario ai salvataggi europei non tollererebbe mai un downgrade del merito del credito per il proprio paese. La Merkel impossibilitata ad aiutare i suoi partner europei può solo aggrapparsi alla speranza che i programmi di austerità e di riforme in corso negli altri paesi inneschino una ripresa e che l’export del suo paese non rallenti. Ma anche questa è un’ illusione. Le misure di austerità in atto nei paesi partner (per il modo in cui sono intese e realizzate) danneggeranno anche il suo paese. La Germania comunque insieme ad altri paesi come la Finlandia ha un piano di emergenza per l’eventuale uscita dall’euro.

Per quanto riguarda, infine il Fondo Monetario Internazionale rimarrà passivo per qualche tempo. Anche negli USA le elezioni sono imminenti ed Obama non si accollerà il rischio di un intervento che comporterebbe più tasse a carico dei contribuenti americani.

Game is over. Quattro mesi scrivemmo (Breve Profilo del Caos) che l’eurozona era un morto vivente e anticipavamo l’analisi che abbiamo qui solo dettagliato un po’ di più. Nulla è cambiato da allora e non è emersa alcuna opzione concreta che possa migliorare la situazione. I piani finanziari passati e quelli da attuare in prospettiva sono da Fannie Mae e Freddie Mac: disastrosi. La fine dell’esperimento dell’euro può non essere imminente. Ma è inevitabile. Non sarà assolutamente la fine dell’Europa che deve restare area di libero scambio, ma la fine di un sistema che non rende possibile la crescita economica e crea irresponsabilità, apatia e dipendenza dei paesi deboli dai paesi forti. La fine sarà dolorosa ma molto meno di quanto si pensi. Il suo mantenimento in stato di coma sarà altresì doloroso ma molto peggio di quanto si creda.

E’ evidente che siamo all’ennesima produzione di insolvenza, all’ennesima produzione di guadagni per il sistema bancario nazionale ed internazionale che nel frattempo metterà al riparo i propri attivi quando arriverà il crack finale.
Non definiamo la politica dell’attuale governo costruita da un collaterale di manigoldi (gli attuali politici) e nemmeno l’attività del governo stesso che piacente alla lobby bancaria, disinteressandosi dei problemi dell’economia reale e dei lavoratori, porterà la nostra nazione ad un servaggio mai visto prima.

La legislazione sociale Fascista in materia sociale…Monti e tutti i governi precedenti cosa hanno fatto di più?

5 settembre 2012 Lascia un commento

Vista la scarsa conoscenza in materia, ritengo utile un elenco (incompleto) delle leggi sociali approvate durante il Fascismo.

  • Tutela lavoro donne e fanciulli – (Regio Decreto n° 653 26/04/1923)
  • Maternità e infanzia – (Regio Decreto n° 2277 10/12/1923)
  • Assistenza ospedaliera per i poveri – (Regio Decreto n° 2841 30/12/1923)
  • Assicurazione contro la disoccupazione – (Regio Decreto n° 3158 30/12/1923)
  • Assicurazione invalidità e vecchiaia – (Regio Decreto n°3184 30/12/1923)
  • Riforma “Gentile” della scuola – (Regio decreto n°2123 31/12/1923)
  • Assistenza illegittimi e abbandonati – (Regio Decreto n° 798 08/05/1927)
  • Assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi – (Regio Decreto n° 2055 27/10/1927).
  • Esenzioni tributarie famiglie numerose – (Regio Decreto n° 1312 14/06/1928 )
  • Assicurazione obbligatoria contro malattie professionali – (Regio Decreto n° 928 13/05/1929)
  • Opera nazionale orfani di guerra – (Regio Decreto n° 1397 26/07/1929)
  • Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro I.N.A.I.L. – (Regio Decreto n° 264 23/03/1933)
  • Istituzione libretto di lavoro – (Regio Decreto n°112 10/01/1935)
  • Istituto nazionale per la previdenza sociale I.N.P.S. – (Regio Decreto n°1827 04/10/1935)
  • Riduzione settimana lavorativa a 40 ore – (Regio Decreto n° 1768 29/05/1937)
  • Ente comunale di assistenza E.C.A. – (Regio Decreto n° 847 03/06/1937)
  • Assegni familiari – (Regio Decreto n° 1048 17/06/1937)
  • Casse rurali ed artigiane – (Regio Decreto n° 1706 26/08/1937)
  • Tessera sanitaria per addetti servizi domestici – (Regio Decreto n° 1239 23/06/1939)
  • Istituto nazionale per le assicurazioni contro le malattie I.N.A.M. – (Regio Decreto n° 318 11/01/1943)
  • In ogni azienda (industriale, privata, parastatale, statale) le rappresentanze dei tecnici e degli operai coopereranno intimamente – attraverso una conoscenza diretta della gestione – all’equa fissazione dei salari, nonché all’equa ripartizione degli utili tra il fondo di riserva, il frutto al capitale azionario e la partecipazione agli utili stessi per parte dei lavoratori. (Art.12 del Manifesto di Verona)
  • Decreto legislativo del Duce – 12 Febbraio 1944 – XXII, n. 375. Socializzazione delle imprese
    Il Duce della Repubblica Sociale Italiana
    Vista la Carta del Lavoro;
    Vista la “Premessa fondamentale per la creazione della nuova struttura dell’economia italiana approvata dal Consiglio dei Ministri del 13 Gennaio 1944;
    Sentito il Consiglio dei Ministri;
    Su proposta del Ministro per l’Economia Corporativa di concerto con il Ministro per le finanze e con il Ministro per la Giustizia Decreta:
    Titolo 1. – DELLA SOCIALIZZAZIONE DELLA IMPRESA Art. 1. (Imprese socializzate) – Le imprese di proprietà privata che dalla data del 1° gennaio 1944 abbiano almeno un milione di capitale o impieghino almeno cento lavoratori, sono socializzate…

ref: La legislazione sociale Fascista.

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