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Terremoto: scossa Magnitudo 4,5 nei pressi di Ravenna

6 giugno 2012 Lascia un commento

 

Allora non c’è proprio tregua! Anche questa mattina alle 6,08 è arrivata una scossa di terremoto con epicentro una zona marina a pochi chilometri da Ravenna. La scossa, avvertita in buona parte delle citta vicine, è stata rilevata a 26 km di profondità con magnitudo 4,5.

epicentro

La zona in oggetto è, guarda caso, all’interno di un più vasto progetto di ricerca del gas e qui trovate la carta degli impianti. Si notano moltissime piattaforme nei pressi della costa emiliana anche a meno di 20km dalla costa la cui titolarità (zona A.C. 27 EA) appartiene all’Eni. Ad ogni modo per una più accurata visione è possibile andare a questo indirizzo per avere una panoramica di quanto avviene in mare in prossimità di Ravenna e zone limitrofe.

Che la scossa sia stata un fenomeno naturale non ci è dato di saperlo e i 26 km di profondità potrebbero esserne un indizio della sua naturalità (sempre che i dati non siano stati manipolati), fatto salvo che non siano l’effetto di crolli profondi causati dalle operazioni estrattive delle piattaforme in mare che possono portare al noto fenomeno della subsidenza.

Anche in questo caso non si può parlare che di ipotesi e congetture suffragate da nessun dato o solo da indizi, ma come nella pagina di Wikipedia viene indicato, le estrazioni di gas e petrolio possono comportare l’abbassamento del fondo marino in prossimità del pozzo di estrazione o molto più in là in funzione della configurazione e dimensione del bacino di estrazione. Tale fenomeni possono manifestarsi in tempi diversi dal momento estrattivo a causa della formazione del sottosuolo e dell’andamento delle attività delle faglie rocciose.
Una bomba ad orologeria.

Oltre a questo grave atto di terrorismo che in Italia non è regolamentato vista la disposizione delle piattaforme di estrazione e dei campi di ricerca, c’è chi sostiene che ci sono tecniche per sopperire a questi fenomeni attraverso il pompaggio di acqua o gas all’interno dei bacini di sfruttamento, ma anche in questo caso pare opportuno evidenziare che nel ciclo naturale tali attività non rientrano nell’evoluzione che il territorio avrebbe in condizioni normali e che tali sistemi porterebbero ad effetti incontrollabili sulle attività umane, sull’inquinamento e modifica delle falde freatiche.

L’uomo si sostituisce al ciclo naturale.

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