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Archive for Maggio 2012

2 Giugno dal Colle

31 Maggio 2012 Lascia un commento

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La richieste si sprecano, ma il vecchio inossidabile del nostra caro ed amato presidente della Repubblica Italiana non demorde, cazzo!

No! La sfilata si farà, non ci sono bambinate che tengano. Voglio vedere gli aerei, voglio vedere i fucili, le mitragliatrici e il passo imperioso dei militari inquadrati, sentire il vociare degli ordini. Non posso non esserci, mi ricordano da giovane quando frequentavo il GUF e con passo gagliardo sfilavo nelle file della Gioventù Fascista Universitaria. Certo, “in quegli anni Il GUF era in effetti un vero e proprio vivaio di energie intellettuali antifasciste, mascherato e fino a un certo punto tollerato“, non avrei potuto esserci, ovviamente. Ma lì ho imparato la bellezza del militarismo, del rispetto e dell’onestà intellettuale, la serietà e l’affidabilità della parola data. Noi fascisti, comunisti antifascisti…insomma, noi, quelli della cerchia più stretta, quelli legati a Togliatti, un patriota italiano, sappiamo cosa vuol dire una sfilata militare, e che diamine!

Purtroppo la lunga permanenza nella politica mi ha distolto dalla vita militare che ho sempre amato e l’evento che mi ha fatto capire l’importanza di questa parte fondamentale di una nazione è stato quel magnifico episodio che altri deprecano, in cui le forze armate russe entravano a Budapest. Un evento straordinario, di primaria bellezza. Non avevo mai visto una parata del genere. Quale bellezza può dipingere l’animo di chi come me è sempre stato attento al rispetto dei popoli e delle sovranità nazionali.

Il crepitare della mitraglia, il calpestio dei squadroni, i colpi secchi degli Ak mi hanno così positivamente e profondamente impressionato da non dimenticarlo. Il caso odierno quindi è di estrema importanza per una nazione come quella italiana, perchéla Repubblica non può rinunciare a celebrare la sua nascita, le istituzioni del Paese devono dare esempio di fermezza e serietà”, perché “anche in questo momento le istituzioni devono dare esempio di fermezza e serenità. Non possiamo solo piangersi addosso. Abbiamo il dovere di dare un messaggio di fiducia. E ci sono le ragioni per farlo.

Mi auguro quindi che le forze politiche si uniscano al mio piacere e all’ammirazione di un momento unico e irripetibile per l’Italia come quello del 2 giugno che ci ricorda e ci porta ai momenti in cui i nostri padri e noi, della vecchia guardia, volgevamo le spalle al nemico per iniziare la nostra attività antifascista che ci vede indenni e superstiti da allora.

Segui quindi la tua indole e firma perché la parata abbia inizio.

Viva la Fornero?

24 Maggio 2012 1 commento

pedalare comodamente

Cosa ha detto la Fornero da creare scandalo?

Anche nella Pubblica Amministrazione si dovrebbe poter licenziare.

Aggiungo, e lo suggerisco alla Fornero, che si deve licenziare nella pubblica amministrazione, tagliare i diritti dei cosiddetti versamenti facciali per l’inps,  eliminare quella sottospecie di parassiti che si annidano nella struttura pubblica snellendola, rendendola più efficace e produttiva, al servizio della collettività, e facendola lavorare 24 ore su 24 soprattutto nei settori di maggiore interesse pubblico: sanità, giustizia, opere pubbliche.

Solo in questo caso allora potremmo dire di aver fatto la quadratura del cerchio.

E’ scandalosa una affermazione del genere per tutti gli altri lavoratori che ogni giorno si vedono messi sulla strada?

Non trovo che non ci sia nulla di scandaloso, anzi è il raggiungimento di una parità di diritti che sulla carta sembrano allinearsi a quella del settore privato. Perché scandalizzarsi? Beh, un motivo c’è ed è quello sindacale che vedrebbe le tre confederazioni, se mai avesse luogo un provvedimento del genere, perdere moltissimi dei milioni di euro che i dipendenti pubblici lasciano nelle tasche dei tre moschettieri.

Avete capito perché la prima a lamentarsi è stata la CGIL? E’ la maggiore forza sindacale in Italia e quella che tiene banco nelle trattative ed anche quella che drena la maggiore quantità di miliardi di euro e di mollare l’osso non ne vuol sapere!

Ed invece, a mio giudizio, sempre che non ci sia la solita battutaccia demagogica per far contento una certa parte di popolazione, se mai arrivassimo alla parificazione dei diritti lo Stato italiano, se condotto cum grano salis potrebbe risparmiare qualche decina di miliardi all’anno.

Il vero problema è che questi denari risparmiati non ricadrebbero nell’economia reale, ma andrebbero a finanziare il fondo salva-stati dell’Unione Europe (Efsf) o il Fiscal Compact e pertanto nessuno ne vedrebbe il beneficio, anzi, conoscendo l’andazzo italiano, avremmo servizi sempre più scadenti scusati dalla diradazione del personale licenziato.

Vattani fascista e Napolitano Comunista: uno canta tatuato e l’altro usa il suo potere per portare l’Italia allo sfascio.

24 Maggio 2012 3 commenti


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Ieri c’è stato un polverone per i provvedimenti presi nei riguardi di Vattani ex ambasciatore ad Osaka in Giappone, a causa di una esibizione canora che il diplomatico ha tenuto presso casa Pound. E’ stato definito fascista.

La Farnesina lo ha condannato a sei mesi, pare, di sospensione dal suo incarico. Però una spiegazione c’è infatti si legge da Wikipedia che "nel 2007 Vattani è stato nominato Cavaliere Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica(!!!) dal presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano"

Qualche anno fa, nel 1956,  Giorgio Napolitano – quello che adesso siede nello scranno più alto delle cariche dello stato – già deputato del Pci e responsabile della commissione meridionale del Comitato Centrale del PCI, di cui era diventato membro grazie all’appoggio che Palmiro Togliatti, elogiava apertamente l’intervento dei carro armati russi. (¹)

In Ungheria il 23 ottobre 1956 operai e studenti diedero il via a una rivolta generale chiedendo il ritiro delle truppe sovietiche e radicali riforme. Il 2 novembre il capo del governo Imre Nagy proclamò la neutralità del Paese e chiese l’intervento dell’Onu ma il 4 novembre intervenne l’armata rossa che represse la rivolta dopo una resistenza eroica degli anticomunisti ungheresi che continuarono a combattere sino l’anno successivo: gli storici fanno una stima dei morti ungheresi che è tra le 25.000 e 50.000 persone oltre circa 7.000 soldati sovietici uccisi in combattimento. Negli anni seguenti tra le circa 2.000 esecuzioni dei condannati a morte vi fu quella di Imre Nagy; circa 250.000 ungheresi emigrarono per evitare persecuzioni politiche. Con l’avvento della democrazia in Ungheria la data del 23 ottobre è diventata festa nazionale.(²)

Così mentre il primo, Vattani, non ha le mani grondanti di sangue, il secondo plaudeva all’entrata della democrazia e della pace con i carri armati. Ma Napolitano non è estraneo a queste cose, perché anche recentemente si è lordato del sangue libico per compiacere ai suoi fratelli di grembiule massonico come Henry Kissinger che lo ha definito "my favourite communist".

Ora i vari media, più o meno conniventi, gridano allo scandalo per un Vattani che si esibisce in una festa che potremmo definire, come si usa dire adesso, "vintage" e che male a nessuno non produce se non nelle menti bacate di chi non sa nemmeno cosa voglia dire la parola fascismo, mentre… i media, sempre attenti a fare le pulci agli altri, non vedono o non vogliono vedere, il retroterra culturale della persona che sta a capo dello Stato italiano, che ha contribuito allo sfascio della stabilità del mediterraneo, che appoggia incondizionatamente uno stato razzista e guerrafondaio e che è funzione di un sistema al di fuori della legge nazionale. Per esempio l’elezione di Monti non rientra nell’articolo della costituzione 59  comma 2 che recita:

Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.

Ma Monti non è né un sociologo, né uno scienziato, né un artista, né un letterato. Che interesse aveva Napolitano a nominare un tirapiedi a senatore, oppure glielo ha suggerito qualcuno della sua Loggia??

Terremoto di stato o privato?

24 Maggio 2012 1 commento

Trovo che sia vergognoso che un istituto pubblico come l’Istituto Nazionale di Geofisica e Geologia, non abbia una evidente pagina sugli eventi che stanno caratterizzando in questi giorni la provincia di Modena e Ferrara.

Anche ieri sera poco prima di mezzanotte, si è avvertita una scossa di magnitudo 4.3 e nel suddetto istituto non appariva alcuna notizia, salvo che una pallida scritta sull’angolo destro in alto di colore grigio chiaro, assurdo!!

Con i suoi 800 dipendenti suppongo dovrebbe essere estremamente efficiente e capace di mettere in rete i dati in maniera comprensibile e leggibile da tutti, così come altri fanno con risorse risicate. Questo è un altro esempio di una struttura che funziona quando vuole lei, che non da il servizio che dovrebbe dare e che lavora quando e come meglio le aggrada.

Questi enti, che dovrebbero essere il fiore all’occhiello della nostra nazione, gestiti e condotti nepotisticamente, portano a risultati disastrosi. E’ mai possibile che non siano attivati dei servizi 24 ore su 24 che controllino lo stato degli eventi nella zona terremotata? Perché non evidenziano con dei semplici grafici quanto accade, mentre bisogna scartabellare tra decine di pagine web per cercare quello che interessa?

Nella pagina principale trovare la voce terremoti a destra e la relativa lista Ultimi_Terremoti
ma nello scorrere la lista non trovate il terremoto delle 23,41 e la sua relativa scossa:


IGV

Mentre se andiamo a verificare una pagina diversa di un altro ente “Progetto Rete Sismica Sperimentale Amatoriale”  si evidenzia subito l’andamento, in tempo reale, di quanto accade.

drum_1

Non so quanti siano al lavoro in quest’ultimo caso, ma le differenze si notano abbastanza bene.

Quando scrivo che la vera malattia della spesa pubblica sta nelle pieghe dell’apparato statale, di enti mai controllati, di lavoratori che fanno il bello e cattivo tempo, che si assentano per mille motivi e tutti retribuiti, che vanno in aspettativa sindacale per decenni questo, anche se limitatamente, ne è un esempio.

La Grecia si prepara ad uscire, e dopo?

23 Maggio 2012 1 commento

 Euro effimero

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Ieri la borsa italiana s’è sparato un bel +3,41%, oggi per contro sta perdendo oltre il 3%.

Mica male il nostro sistema borsistico, anzi correggiamo, il nostro casinò. Già, perché per quelli che ancora non lo avessero capito le attuali quotazioni di borsa non servono più a seguire i mercati dell’economia reale, ma sono solo usate come semplici fische da usare sul tavolo da gioco dei vari mercati.

L’economia reale per contro appare sempre più stagnante e l’indice di fiducia dei consumatori (CCI) è un esempio eclatante di come la massa che consuma percepisce il mercato:

CCI

Valori così bassi indicano chiaramente che non c’è spazio per l’immaginazione e che i consumatori – le vacche da spremere – hanno tirato fuori la testa dalla sabbia e si sono accorti che un toro di dimensioni galattiche sta correndo all’impazzata per “incornarle” sul posteriore.

Cosa ci dice questo indice? Che i consumatori, visti i vari provvedimenti in corso di attuazione e già approvati, non hanno più voglia di spendere denaro per cose di cui non ne sente la necessità e preferiscono rimanere in attesa di una definizione degli eventi futuri.

Così abbiamo imprenditori che licenziano, aziende che non investono, banche che hanno stretto la borsa dei mutui e dei fidi, gente comune che non compera nulla o strettamente quel che è necessario. Siamo in guerra e questa è l’esatta immagine di ciò che andremo a subire.

Il quadretto, detto così stringatamente, è chiaro anche ai non addetti ai lavori, ma non lo è per quelli che nell’attuale governo e in quelli passati ci hanno sguazzato ricavandone guadagni spropositati, illegali e fuori da ogni controllo. Non parliamo solo del mondo del sommerso, del nero o di quello propriamente illegale, ma soprattutto e specificatamente di quello in giacca e cravatta che popola e si annida nei palazzi del potere, ovvero del mondo politico, sindacale e pubblico.

In questa situazione nessuno di quelli è stato mai in grado di correggere, di smuovere, di cambiare alcun ché e nemmeno Grillo ci riuscirà, perché appena entrerà nelle maglie della politica appiccicosa, anche lui e i suoi rappresentanti ne saranno fagocitati.

I più furbi hanno già delocalizzato, non solo le loro aziende che in Italia trovavano un fisco assetato di tasse (75% di tassazione diretta ed indiretta), ma anche i semplici privati, quelli che ancora sanno come agire e come comportarsi in questi momenti. Hanno portato denari, i loro risparmi, all’estero, hanno diversificato i loro risparmi in monete più forti, hanno anche acquistato immobili in luoghi in cui il valore immobiliare non è stato pompato come in Italia. Insomma hanno messo in parcheggi sicuri, per ora, i loro denari. Possiamo chiamarli stupidi, evasori oppure possiamo dire che si sono comportati come un buon padre di famiglia? Agli altri, a quelli che pensano che tutto andrà bene, che alla fine le cose si sistemano, non rimane che attendere e verificare, giorno dopo giorno, i brandelli di carne che verranno tolti dalla nostra pelle per accontentare una banda di criminali.

L’anno scorso il debito italiano era così composto:

debito pubblico divisione

L’estero deteneva il 44% e gli italiani il 56%, oggi, da quel che si legge, c’è stata una ulteriore fuga di capitali dalla nostra penisola e non solo nel settore delle economie reali. La agenzia di rating Fitch infatti fa notare che “la quota di debito italiano in mano agli investitori esteri è scesa al 32% dal 50% del 2008 e continua a calare anche se a ritmo più lento. Questa fuga, iniziata nel terzo trimestre del 2011, e che a ritmo ridotto prosegue e coinvolge anche la Spagna, è stata compensata dalle iniezioni di liquidità della Bce.” Appunto, è stata compensata a spese del contribuente europeo che ha pagato aiutando le banche a mantenersi a galla, contrariamente a quello che invece non fanno: dare liquidità al mondo del lavoro.

E’ logico quindi aspettarsi che in un momento del genere si cominci a scalpitare su cosa fare, come comportarsi e come controbattere ad un evento NON previsto dall’unione monetaria europea. La Germania, indifferente, afferma che l’Europa può andare avanti anche senza la Grecia, ma molti altri del gruppo di lavoro dell’EWS avvisano che ogni paese deve avere un piano B di emergenza nel caso la Grecia dicesse addio all’Europa. Della stessa opinione, ma più chiara il capo del FMI che “C’è il rischio di contaminazione da un membro isolato agli altri membri della zona, che vogliono rimanerci e che fanno tutto quello che devono fare“, cioè: attenti perché una volta che la Grecia se ne sarà andata anche gli altri paesi prenderanno la stessa strada e sappiamo che in una ragnatela interconnessa come quella dei debiti nazionali vorrebbe dire la catastrofe dell’intero sistema finanziario.

Il sistema finanziario in questione (derivati vari e sistemi da biscazzieri) è arrivato a cifre da capogiro, tanto elevate che a scriverle appare ancor più difficile. Si parla di 1.200 trilioni di dollari, ovvero 1.200.000.000.000.000 miliardi di dollari, 20 volte il pil mondiale. Siamo arrivati, ma non ancora, a quando si era ragazzi e si facevano le partite a carte scimmiottando i grandi.

Non ci rimane che piangere.

Terremoto come false flag?

20 Maggio 2012 7 commenti

Questa notte, come molti già sanno, alle 4,03 c’è stato una scossa tellurica di 5.9 della scala Richter in Emilia Romagna , abbastanza forte da essere sentita anche in altre regioni come in Friuli e Lombardia, oltre che Toscana e Marche.

La cosa strana è la zone dell’epicentro, la Pianura Padana, notoriamente classificata zona a rischio terremoti molto bassa. A quell’ora di notte le notizie che si ricorrevano non erano molto precise e nemmeno il sito dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia riportava alcuna notizia di rilievo. Altri invece, più amatoriali e forse meno affidabili – ma comunque presenti – mettevano in linea i tamburi dei grafici che indicavano con una certa evidenza quanto stava accadendo:

drum_1

La prima cosa che mi è saltata subito all’occhio è il grafico che appare subito all’inizio in rosso che indica la portata della scossa registrata. C’è un’osservazione da fare e riguarda la stazione di rilevamento che non si trova in Emilia-Romagna  ma in Toscana a Capannori (LU) distante dall’epicentro circa 100 km in linea d’aria. E’ ipotizzabile quindi che le scosse di avvertimento non siano state registrate per la distanza, ma allo stesso tempo appaiono evidenti quelle decrescenti nei minuti successivi.

Il grafico classico di un sismografo appare essere come in figura:

Terremoto

in cui sono evidenti nel tracciato l’inizio a sinistra della scossa che poi ha i suoi vertici  tra i secondi 20 e 30 e il decadimento delle scosse. In quello più sopra questa rappresentazione non appare esserci e forse, come già detto potrebbe essere dovuto alla distanza da ipocentro (?) della scossa oppure a causa di altri fattori come per esempio una esplosione sotterranea che non produce il grafico appena visto:

 terremoti1

Nella prima riga rossa appare chiaro che l’esplosione del test nucleare ha compresso fortemente gli strati profondi e le onde che ne sono derivate sono evidenti come dei picchi che poi decrescono nel tempo fino ad affievolirsi.

Potrebbe essere accaduto qualcosa di simile anche in quella zona? La domanda appare lecita anche se molti potrebbero obbiettare che le scosse successive non sono originate da esplosioni. Beh, verissima, ma un’esplosione una volta innescata non è controllabile e negli strati profondi della terra nessuno ci ha messo il naso e nessuno è in grado di sapere come si comporteranno le rocce presenti e come si stabilizzeranno.

Ovviamente non credo che qualche entità misteriosa abbia posizionato una bomba nucleare nelle profondità della Pianura Padana, ma posso credere che, date le tecnologie odierne in mano a certe nazioni (leggasi progetto Haarps) e tutto quello che non ci viene detto, in momenti particolari della storia attuale vi siano le possibilità di mettere in pratica quanto si sospetta.

Auguriamoci che non sia così, ma viste le follie che in questo mondo si compiono in nome di disegni criminali c’è da aspettarsi di tutto. Approfondiremo.

Brindisi, mafia o attentato manipolato da un certo Stato?

20 Maggio 2012 5 commenti

Melissa

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Alla prima notizia degli eventi di Brindisi ho subito pensato ad una vendetta interna alla malavita, poi mettendo a fuoco la notizia mi sono subito chiesto che senso avesse avuto mettere delle bombe davanti ad una scuola anche se intitolata a Falcone. Mistero!

Successivamente e pensandoci sopra, ma soprattutto facendo mente locale sull’attuale situazione italiana-europea e finanziaria che stiamo attraversando, ho fatto un pensiero che è andato direttamente al 1992 o agli attentati di Firenze o a quelli più vecchi della strage di Bologna del 1980.  Mi son reso conto che la matrice è sempre la stessa, i sistemi non sono cambiati, ma i termini dell’accento sono “appena” diversi poiché vanno a colpire i giovani.

Questo termine i “giovani” è ormi sulla bocca di tutti e dal presidente della repubblica fino all’ultimo cialtrone politico si riempiono la bocca di questa parola: i giovani, i giovani i giovani. Poi, a luci spente fanno spallucce e tutto ritorna come prima.

Però rimane l’eco delle parole: i giovani devono trovare lavoro, i giovani devono essere integrati nel mondo politico (Napolitano) i giovani sono la forza della nostra democrazia, i giovani senza lavoro sono il nostro futuro senza basi e così via senza un nesso che faccia da collante con questo termine.

Ma i giovani sono anche dei grandissimi consumatori, sono dei ribelli, sono quelli che passano facilmente dal bianco al nero senza pensarci, sono irrequieti e soprattutto sono instabili, hanno il ditino facile e sono curiosi, capaci anche di atti di estremo eroismo che la storia ci ha insegnato. Che sia questo il motivo? Ne dubito assai.

Allora perché fare strage di ragazzi?

La malavita non è solita fare questo a meno che non vi siano degli interessi incrociati in cui i giovani non abbiano calpestato i piedi a qualcuno, ma di solito non pare usare questi stratagemmi, perché troppo chiassosi e la malavita non ha bisogno del clamore, le cose vanno fatte in sordina, un colpo d pistola e via!

Anche su il fatto quotidiano si fanno le stesse supposizioni:

Quindi il mandante va ricercato altrove. Si potrebbe ipotizzare che una tale strage sia nello stile della Mafia. La scuola porta il nome di Falcone, quindi si voleva inviare un messaggio ai vertici dello Stato. Ma anche in questo caso, c’è un’anomalia. Cosa Nostra non ha mai coinvolto i ragazzi in stragi di ampio respiro. L’attentato a Falcone e Borsellino fu eclatante, ma colpì magistrati e poliziotti. Sarebbe quindi una strana novità l’uccisione indiscriminata di ragazzi sedicenni.

Oggi il cambiamento in Italia si sta manifestando attraverso i giovani a la Rete. La politica dal basso – che scuote i palazzi del potere – usa Internet. Questo è un aspetto che non condivido con l’articolista. La rete è manipolata e i giovani non hanno nessuna speranza di cambiare alcun ché!

Se tale cambiamento si dovesse propagare sul piano nazionale, l’intreccio politica-mafia sarebbe in pericolo. Quindi i mandanti sono da cercare in pezzi deviati dei poteri dello Stato, che da anni hanno stretto un patto con le grandi organizzazioni criminali. Chi ha piazzato le bombe davanti a una scuola lo ha fatto tenendo all’oscuro la Sacra Corona Unita. È gente spietata che si è infiltrata nel territorio pugliese. La scelta di usare bombole del gas rende poi difficile rintracciare la provenienza di un eventuale esplosivo. Quindi anonimato assoluto. Tracce zero. Anche qui non sono d’accordo il cambiamento non è del mondo giovanile attuale anche se appare esserlo, perché troppo ignoranti, troppo interessati alle cose ora e subito.
Manca una regia nei giovani, ma possono essere una gran fonte di manipolazioni e qui la storia insegna.

Io sarò il solito complottista da due soldi, che mi frega, ma la realtà è sempre più vicina di quel che si vuole far intendere.

Cosa sta accadendo adesso che non si vuol far conoscere al mondo dei deficienti (il popolo)? Io credo che stiamo, anzi andremo a subire una dei periodi più bui e più controversi della nostra “democrazia dittatoriale tecnocratica”:

  • Sistema bancario totalmente allo sfascio (già lo supponiamo, ma nessuno lo dice a chiare lettere);
  • economia ridotta al lumicino che si mantiene con immani sacrifici da parte di eroici (pro domo loro) imprenditori;
  • sistema politico istituzionale completamente sfiduciato, sia dagli stessi attori che ci vivono dentro, che da parte di quell’elettorato che timidamente crede di avere ancora un posto al sole;
  • spesa pubblica completamente fuori controllo e soprattutto mai punita sugli eccessi;
  • evasione pubblica e privata a livelli mai visti prima;
  • situazione economica europea completamente fuori controllo.

Quest’ultima voce, la situazione europea fuori controllo, è quella che spesso viene taciuta dai grandi media per la paura di non incontrare i favori di chi li finanzia, ma siamo al punto che la Grecia, per esempio, volente o nolente, se ne uscirà dal club degli usurai dell’euro.
Finalmente si potrebbe dire, sono anni che lo si dice! Già, però a certe istituzioni finanziarie il giochetto della Grecia che se ne esce dall’euro potrebbe rappresentare una bomba a scoppio ritardato e la cosa metterebbe a repentaglio l’intero sistema europeo soprattutto per quanto riguarda, per esempio, la grande Germania e la Francia, oltre alla sventrata Inghilterra.

Il vero problema quindi, anche secondo le parole di Krugmann, sono che con l’uscita della Grecia dall’Euro si potrebbe assistere ad una “debacle” tanto grande che nessun potrebbe prevedere le conseguenze. Cioè???

Semplice. La Grecia uscita dall’euro avrebbe la sua amata Dracma, la svaluterebbe di un 20/30% e ricomincerebbe ad attivarsi facendo concorrenza agli altri paesi europei ingessati dagli ordini della BCE e dalla Deutch Bundesbank, dal Trattato di Mastricht, dal fondo salva-stati che obbliga i paesi a versare miliardi di euro all’anno e via dicendo.
Tutto questo peso la Grecia non ce l’avrebbe più, anzi, al contrario sarebbe libera di imporsi nei mercati come meglio crede. La domanda che sorge quindi spontanea è: ma gli altri porci del mediterraneo che cosa farebbero? Con molta probabilità Spagna e Portogallo seguirebbero a ruota, mentre l’Italia rimarrebbe legata alla maglia di ferro che le ha imposto il sistema economico finanziario e solo per una sua peculiare caratteristica morfologica: la sua posizione geografica nel Mare Nostrum.

Nessun potere forte permetterà che vi sia il controllo “locale” dell’Italia, è un pezzo troppo importante nello scacchiere internazionale e chi controlla l’Italia controlla l’intero occidente europeo, sappiatelo !

A questo aspetto, importantissimo (l’uscita della Grecia dall’Euro), se ne aggiunge un altro meno conclamato che riguarda lo stato di salute della nazione americana. I tagli economici e finanziari che nei prossimi mesi dovrà subire, saranno talmente elevati che nelle alte sfere si ipotizza una rivolta popolare. Il grande rivoluzionario, dalla parte del popolo schiacciato per i debiti bancari e grande nemico della Fed, Ron Paul, stranamente ha dismesso la sua candidatura alla casa Bianca ed è stato invitato ad una colazione d’affari da Ben Bernake (sionista), della quale non si conoscono i temi dell’appuntamento. Molti suppongono sia stato ricattato o minacciato, ma sono solo “giustificate illazioni”.

Da dicembre inizieranno una serie di tagli che ammontano ad oltre 250  miliardi di dollari (si parla di oltre 1000 miliardi) che dovranno essere tagliati dalla spesa nazionale (Medi care, assistenza sociale oltre a quelli per i buoni pasto e via dicendo), il bilancio federale incontrerà diversi «scalini» in discesa, dai tagli obbligatori di 1,1 trilione (metà li subirà il Pentagono), diverse scadenze di facilitazioni fiscali risalenti all’era Bush: da 4 a 7 trilioni (ossia 7 mila miliardi di dollari) di tagli, per i quali non ci si è affatto preparati. Questo il dramma economico finanziario che gli Usa stanno andando incontro e che viene visto come il preludio di una serie di rivolte alle quali la Home Land Security ha già preso in anticipo i suoi provvedimenti acquistando 450 milioni di palle da calibro .40 e altri 175 milioni di munizioni calibro .223 (5,56 mm).

Lo so è lungo da leggere e sconclusionato, ma ho finito, manca poco. Gli Usa in questa situazione di mancato controllo interno non ha certamente tempo e denaro per seguire gli avvenimenti che andremmo ad avere nei prossimi mesi, soprattutto fra giugno e novembre (!!!). Inoltre le forze del Medioriente (Siria, Iran ed Israele) diventano sempre più ingestibili data la complessità dello scacchiere e dei fronti potenziali che si andrebbero ad aprire (scommettiamo che tra qualche mese la flotta di stanza negli Emirati Arabi se ne ritorna a San Francisco??) e gli Usa, ancorché Inghilterra e Francia, devono avere delle certezze sulle quali contare in caso di un conflitto “inaspettato” (la nuova coalizione politica israeliana è sempre più propensa ad attaccare l’Iran anche senza l’aiuto degli Usa).
Queste certezze sono alla base di un mutuo supporto e una di queste, la prima che mi viene in mente, è una base dalla quale poter supportare gli attacchi aerei, navali contro eventuali postazioni siriane, libanesi e quindi di aiuto ad Israele. L’Italia è sicuramente tra queste prime, così come la Turchia, ma mentre quest’ultima deve anche fare conti con un certo nervosismo interno contro Erdogan, rivelatosi ultimamente un pagliaccio a servizio della Nato, l’Italia è invece profondamente legata al patto atlantico da moltissimi trattati.

Ora, cosa c’entra questo con quella povera Melissa e gli altri giovani colpiti? Se provate a fare una analisi di come uno stato vuole mantenere una certa strategia di tensione per accettare anche cose contro le quali nessuno si sognerebbe di accettare, allora capireste bene e queste cose, sullo scacchiere internazionale, si stanno avverando, una dopo l’altra. Melissa quindi è un simulacro, un povero ed inutile corpo sul quale scaricare l’orrenda manipolazione strategica di una nazione che non è più in grado di gestire la propria terra, le proprie origini e la propria dignità usando la vita di una ragazzina per imporre il terrore, la paura e l’odio.

Per questa ragazzina e per tutti quelli che hanno subito un’offesa atroce ad uso e consumo da sporchi individui porgiamo un fiore e una piccola preghiera di amore per una vita spesa nel sangue inutilmente versato.

Voglio comunque ricordare che la canaglia che sta al Quirinale disse un anno fa alcune parole:

Il mondo di oggi è contrassegnato da opportunità, sfide, contraddizioni. I prossimi anni non saranno facili per nessuno, ed in particolare per l’Italia“. (adnkronos 18 marzo 2011)

La follia pavida dei nostri servi di Israele

17 Maggio 2012 Lascia un commento

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ROMA – Il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, ritiene che sia “molto basso” il rischio che Israele attacchi l’Iran e auspica che le pressioni occidentali possano costringere Teheran a fermare il suo programma nucleare che a suo avviso avrebbe “uno scopo militare”.

Il titolare della Farnesina pero’ non e’ dello stesso parere nei confronti d’Israele che al contrario dell’Iran, non ha mai firmato il Trattato di non proliferazione nucleare (Tpn), non e’ un membro dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) e non ha permesso mai all’Aiea di visitare i suoi siti nucleari. Israele che secondo le fonti occidentali e non, e’ in possesso di almeno 200 testate atomiche. Alla domanda se si facciano due pesi e due misure tra il nucleare di Teheran e la bomba israeliana, Terzi risponde che l’esistenza dell’ordigno di Tel Aviv “non e’ mai stata dichiarata”. In altre parole il ministro degli Esteri italiano prima dice di non sapere nulla dell’atomica israeliana ma all’improvviso cambia idea: “se comunque Israele l’avesse, avrebbe finalita’ pacifiche”.

Servono commenti?

fonte: iran.italia.radio

Quando il sindacato vede la trave nell’occhio del popolo spremuto

16 Maggio 2012 Lascia un commento

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“Occorre inviare un segnale chiaro a tutto il Paese che le tasse vanno pagate nei tempi e nei modi previsti dalla legge”. Queste le parole del sindacalista Bonanni a difesa dei lavoratori di Equitalia.

In effetti un buon sindacalista avrebbe il dovere di difendere i lavoratori, indipendentemente dal colore politico e della ditta di appartenenza, e così appare faccia Bonanni.

Quello che suona strano è che qualche anno fa il Ministro del Lavoro Tiziano Treu e Tito Boeri proposero una riforma sul lavoro con contratto unico suddividendolo in tre fasi. Un periodo di prova di sei mesi per valutare la qualità del lavoratore, quindi l’inserimento dal sesto mese al terzo anno tutelando il lavoratore da licenziamenti discriminatori e in fine il periodo di stabilità.(1)

La proposta fu cassata da Bonanni e da tutti i suoi consimili delle altre due confederazioni. Successivamente fu esaminata la prospettiva di Ichino di mettere alla porta l’1% della popolazione pelandrona nella pubblica amministrazione facendo posto alla classe dei precari e di chi era senza lavoro, i tre dell’Ave Maria hanno ribadito “Non esistono nullafacenti” (¹)

Andando avanti di questo passo e considerando che il mondo sindacale è una macchina mangia soldi ed è la seconda forza lavoro italiana, non ci si può meravigliare se i conti delle tre confederazioni non sono trasparenti. La nebbia e il pressapochismo impera a tutto tondo, tanto che l’ex radicale Capezzone avventava la cifra di 3.500 miliardi di lire nel 2002 il giro d’affari dei sindacati, indicando però che i conti erano sicuramente fatti per difetto. (²)

Dai sindacati dipendono molte cose: i contributi degli iscritti, i Caf, i patronati sindacali, il patrimonio immobiliare immenso, la raccolta del 5×1000, gli affari degli immigrati, le tessere e tutto all’ombra delle dichiarazioni fiscali, possibile?

Non dimentichiamo poi che i le confederazioni sindacali non pagano l’Ici, ora Imu e che il loro smisurato patrimonio immobiliare fu dato loro dallo stato italiano a seguito di una legge (n. 902 del 18 novembre 1977) che gli esentò anche dal pagamento di qualiasi tassa o imposta relativa al trasferimento dei beni. Inoltre, per quanto concerne l’Ici (ora Imu) il decreto n. 504 del 30 dicembre 1992 esonera questi enti dal pagamento dei tributi comunali.

Certo che fare il sindacalista con queste premesse è un bel lavoro tanto da lucrare anche su dei versamenti INPS mai pagati. Una legge del 1996, la 564, permette ai sindacalisti di avere il doppio contributo calcolato su versamenti “figurativi” legati agli ultimi stipendi realmente percepititi e l’onere di questi versamenti viene dato ovviamente all’Inps per tutti quei dipendenti in aspettativa per incarichi sindacali. Le confederazioni sindacali ovviamente non hanno mai versato un centesimo traendone gran beneficio per le loro economie. A questa legge se ne aggiunge un’altra, la Legge Mosca (LEGGE 11 giugno 1974, n. 252 – Regolarizzazione della posizione assicurativa dei dipendenti dei partiti politici, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di tutela e rappresentanza della cooperazione. (GU n.177 del 8-7-1974 )) che prevedeva dall’armistizio del’8 settembre 1943 ad alcune centinaia di persone per aver lavorato in nero o prestato attività sindacali, politiche assistenziali di essere messe in regola con i versamenti pensionistici. Era sufficiente una attestazione del sindacato per poter entrare di fatto a libro paga dell’Inps.

La legge Mosca prevedeva ovviamente una scadenza, ma in Italia fatta la legge…così che dalla sua scadenza iniziano le proroghe fino che ebbero il loro fine solo nell’aprile del 1980.

Proviamo a contare gli anni dall’ 8 settembre 1943 all’aprile del 1980. Dentro questa immensa forbice ci sono quasi tutti i nomi noti del sindacato: da Bertinotti a D’Antoni, quindi Trentin, Larizza, Del Turco, Marini.  (³)

In questo assalto alla dirigenza dello stato sociale italiano la voce forte di denuncia di Bonanni appare quasi un urlo disperato ed accorato di chi comincia intravvedere le loro prebende, i loro vantaggi, le loro ruberie, le corsie preferenziali di chi non ha mai lavorato, ma ha scaricato sull’intero mondo del lavoro l’onere delle loro mancanze.

(¹) Stefano Livadotti – L’altra Casta – Ed. Bompiani
(²) ibidem
(³) ibidem

Messaggi sconosciuti

14 Maggio 2012 Lascia un commento

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Siamo arrivati ad un punto della nostra storia dove il rispetto dell’autorità degli stati nazionali è diventato subalterno al potere internazionalista globalista e mercatistico, utilizzando le popolazioni come merce di scambio a bassa manovalanza anziché  come fonte di idee e di progetti comuni.

In questo scenario, che in questi ultimi 10 anni è diventato sempre più evidente, le azioni svolte dalle grandi oligarchie bancarie e l’abbattimento delle regole finanziarie, il concetto di stato/nazione è diventato un ostacolo alle miserevoli intenzioni di questi soggetti. Ogni regola, ogni stato – quando presente – deve essere abbattuto in maniera tale da permettere la libera circolazione di merci, idee e uomini. Globalismo sfrenato senza esclusione di colpi.

Per tale motivo abbiamo avuto l’Europa sotto un’unione esclusivamente monetaria. Abbiamo un parlamento costituito da persone ininfluenti, incapaci di incidere sulle politiche generali e sugli interessi delle diverse popolazioni, per contro abbiamo invece una Commissione Europea capace di creare svolte pregiudizievoli per l’intera unità europea. Tale commissione non è eletta nemmeno dai parlamentari europei, non è stata votata da nessun cittadino europeo e non risponde a nessun. Sulla base di queste premesse si è instaurato in ogni nazione europea un governo fantoccio complice di quella congrega di parassiti che albergano a nostre spese presso il governo europeo e che ogni anno ricevono emolumenti aggiornati del 3%.

Anche l’Italia ha il suo rappresentante e Monti con estrema semplicità spiega che "I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessione delle parti delle sovranità nazionali ad un livello comunitario." Non poteva essere più esplicito e senza giri di parole il messaggio è:" ogni stato deve cedere la sua sovranità ad una entità (l’Europa), della quale nessun italiano è stato chiamato a confermare con il proprio voto. Lo stesso discorso vale per tutti gli altri paesi europei. Tutti quindi siamo chiamati alla rinuncia della nostra sovranità di decidere sulle nostre istituzioni sulle nostre tradizioni se contrarie a quelle indicate dalla Commissione Europea.

Una abdicazione legale, simile al putch nazista, simile a quello che Mussolini fece negli anni 20 o al colpo di stato del 1917 in Russia. L’Europa e tutti i suoi paesi ha abdicato ai poteri che la governano: le banche e la finanza.

Nel contempo abbiamo una platea di giramondo, di saltimbanchi, di giullari che strillano, vociano e aizzano gli uni contro gli altri, ma il messaggio è semplice: dividi i gruppi, evita la coesione, metti l’uno contro l’altro ed avrai il massimo controllo delle popolazioni.

Non è quello che sta accadendo? In Italia abbiamo il Movimento 5 stelle, guarda caso di origine massonica, in Francia abbiamo Hollande (sionista, ma già inquadrato dai poteri forti e messo in riga per quello che dovrà accadere), in Germania le sinistre vincono e il partito nazista (Piraten) sta avendo un gran successo, però, guarda caso in Austria il movimento di Heider (che si opponeva all’ingerenza bancaria e alla divisione delle banche d’affari dal mondo reale) non ha voce in capitolo ed è praticamente silenzioso mentre Heider è stato assassinato diffamandolo per la sua omosessualità (tipico comportamento dei terroristi tramite l’Hasbara). In Grecia i movimenti di sinistra e della destra più estremista prendono sempre di più piede come in Spagna. Una vera canea di gruppuscoli che si scioglieranno come neve al sole. Tutti manipolabili e tutti frazionati in sottogruppi, incapaci di coalizzarsi e di indirizzare i loro attacchi al vero marciume, al vero nemico: la finanza, il marciume plutocratico, le élites bancarie e le burocrazie di stato che si annidano come lercia rogna negli ingranaggi del funzionamento statale impedendone la sua attività.

D’altronde possiamo pensare che a quelli che vogliono dominare importi qualcosa? Pensiamo forse che si preoccupino più di tanto? Nella realtà sono così stuccosamente sinceri che anche il più scemo del villaggio non capirebbe, tanto che lo ammettono a piena voce che Monti, come nel caso Italia, è stato eletto perché è uno dei nostri, quando è stato nominato eravamo riuniti”.

Perché quindi meravigliarsi? Se lo dicono pure loro.

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