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La Squadra fa quadrato
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Il popolo dei grillini è in subbuglio, le parole spese contro la super-casta demoplutocratica da Beppe Grillo sono state degli affondi sulle personalità più in vista e contro un’istituzione che non si può attaccare: il presidente della Repubblica Italiano.
Le parole di Grillo sono state le seguenti: «Ci si mette anche questo presidente dei partiti, ma qui è in gioco la Costituzione. Noi non siamo l’ antipolitica, abbiamo già 130 consiglieri, lui deve stare super partes». Nulla di eccezionale! Questo uomo, il presidente, lo sappiamo tutti non è stato eletto dal popolo italiano, ma dalla congrega demoplutocratica dei vari Alfano, Bersani, D’Alema, Casini e compagnia cantando che ovviamente difendono a spada tratta il loro eletto.
"Guai a Grillo!" ha tuonato Bersani, "Napolitano ha detto cose puntuali e serissime, Grillo ha risposto con insulti, non si permetta, non si azzardi a dire che cosa direbbero se tornassero i partigiani. Loro saprebbero cosa dire dell’uomo qualunque. Ci hanno dato una democrazia, una costituzione che include l’art.49, compresi i partiti, che devono ripulirsi e riformarsi perché’ così non va bene, ma che sono l’ossatura della democrazia". Ci sarebbe da vare una piccola critica al Bersani: se i partiti sono l’ossatura di questo paese e se essi non vanno bene l’impalcatura ovviamente è destinata a cadere, forse è per questo che il gruppetto sta facendo quadrato attorno al massone-comunista di Napolitano?
La questione è complessa, quanto stupidamente infantile. I signori di cui sopra accusano Grillo e tutti i suoi sostenitori, di volere disfare la repubblica, di distruggere ogni cosa che è stata fatta negli ultimi 40 anni, nei fatti appare invece il contrario. Grillo accusa la supercasta, le manchevolezze di uno stato iper-burocraticizzato, evidenzia le falle, i buchi, gli ammanchi, i criminali al parlamento, rappresenta in soldoni quell’evidenziatore politico che i media, se facessero il loro sporco lavoro, dovrebbero usare, anziché leccare supinamente il potere.
Non sappiamo ovviamente chi guidi la mano di quello che evidenzia, ma questo potrebbe essere un altro argomento.
Il Trio Lescano A-B-C (Alfano-Bersani-Casini) sostiene a spada tratta l’attuale governo indicando addirittura l’appoggio sino al 2013. Nel contempo Bersani esprime un certo disagio che gli viene dalla sua base politica per il crescere del malcontento a causa delle manovre di Monti volte tutte ad una decrescita. "Questo quadro politico non è in grado di garantire una ripartenza. La strada maestra da percorrere resta quella di tornare al voto" e ancora "Tra il marasma nel governo e una manovra finanziaria che dà un colpo enorme al sociale, il premier invece di rilasciare interviste sui suoi disegni futuri dovrebbe andarsene, andare avanti così diventa pericoloso per il Paese"
Ma va? Adesso a distanza di qualche mese dall’insediamento del nuovo governo, Bersani sembra accorgersi del disastro che Monti sta attuando, ma vogliamo credere alle parole del capo del PD? Lo stesso dicasi degli altri due bellimbusti come Alfano "Sentiamo spesso dire che è irresponsabile chiedere la diminuzione delle tasse adesso. Noi siamo per sostenere il governo, ma non per dire acriticamente sempre sì", gli fa da eco Casini con le sue affermazioni da uno che non ha mai lavorato: “Proporre meno tasse o l’obiezione fiscale è da irresponsabili perché l’Italia rischia di fare la fine della Grecia”.
Questi personaggi stanno recitando la pantomima degli offesi per delle regole condivise con Monti, alzano la cresta così che il popolo si accorga che stanno facendo qualcosa, in sostanza nulla! D’altronde la carega la devono pur tenere in qualche maniera e maturare quei diritti che permetterà loro di progredire nella scala economica di un paese svenduto.
Medioriente
Il pensiero unico del popolo eletto è vicino ad un bivio: attaccare l’Iran e mettere fine all’eterna lotta contro il male di Amalek o accettare la soluzione che dal mondo moderato di Israele e arabo vedono la creazione di due stati distinti: Israele e Palestina.
L’ex capo dei servizi segreti israeliano Meir Dagan ha detto chiaramente che Israele è sull’orlo del “disastro” e che il regime di Tel Aviv si trova di fronte una previsione “molto brutta” del suo futuro. Dagan, sostituito nel 2010 dall’attuale capo dei servizi Tamir Pardo, ha indicato nell’attuale governo la incapacità di gestire le problematiche israeliane. (1)
In un’intervista a Nasrallah (Hezbollah), compiuta dal creatore di Wikileaks per conto di una TV via cavo russa (RussiaRT), ha fatto osservare che vi sono stati diversi contatti con l’opposizione siriana, ma che gli sforzi congiunti della delegazione libanese e siriana non hanno portato a nessun risultato a causa delle permanenti pressioni di Usa, Europa ed Israele che continuano a sostenere i ribelli siriani, e fintanto che permarrà questa ingerenza straniera l’unica strada percorribile non può essere che la guerra civile in Siria. (2)
I risparmi dei privati devono fluire nel mercato…le banche hanno troppi problemi
In un’intervista di oggi a Radio24 il direttore della Consob, mentre era in visita al salone del Mobile in Lomabardia, ha affermato che “i denari dei risparmi privati, visto i grossi problemi delle banche impossibilitate a dare il credito che le aziende si spettano, devono fluire nel mercato” aggiungendo che “solo così possiamo pensare di far ripartire l’economia”.
Non servono commenti nei riguardi di chi ha il dovere di controllare le porcherie che si stanno facendo nel settore finanziario, e non lo fa, ma mette un brivido alla schiena il sapere che le “alte sfere” della finanza “stanno mettendo a punto dei piani proprio per questo obbiettivo“, così ha concluso.
Consiglio spassionato: prelevate i vostri denari dalle banche, metteteli dove volete, sotto il materasso, la mattonella, portateli all’estero, espatriate, insomma non date da mangiare alla bestia infame che ci vuole succhiare l’ultima goccia di sangue che ancora ci permette di sopravvivere.
Parole inascoltate
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“Il mondo di oggi, e’ contrassegnato da opportunità, sfide, contraddizioni. I prossimi anni non saranno facili per nessuno, ed in particolare per l’Italia“. Era il lontano 27 marzo 2011 e le parole sono quelle pronunciate da Napolitano in occasione dell’incontro con una rappresentanza della comunità italiana a New York.
Come ebbi già modo di scrivere altre volte (vedi: Qualche parola sulla Libia e Manifestazione di Roma alla Farnesina: silenzio stampa!!!) nessun giornalista al seguito chiese spiegazione di quelle parole, il senso o a cosa alludevano. Il silenzio compiacente della stampa fu assordante. Eppure in quelle parole si rivelano i segreti di una situazione che oggi ci vede attanagliati in una via senza ritorno. I messaggi criptici del massone-comunista di Napolitano hanno la funzione di informare solo quelli in possesso della chiave di lettura, mentre al popolo bue che lo ascolta e dinnanzi alla sua effige s’inchina bizzantinamente, viene lasciato il vuoto delle scelte criminali di una banda di strozzini.
Era dall’epoca del “tutto va bene“, del “bisogna essere ottimisti” di berlusconiana memoria, siamo passati al “tutto va male” “il governo tecnocratico affonda il paese” e saltando da una frase all’altra milioni di persone cominciano a malapena a capire la trappola nella quale si sono gettati. Non c’è tempo per pensare, perché in situazioni di emergenza tutte le forze e le risorse devono essere spinte alla salvaguardia della propria esistenza e in questo disastro, che non è ancora effettivamente iniziato, ma che si sta delineando molto chiaramente, i prossimi anni saranno oltremodo difficili per gli italiani. Da notare le parole usate dal massone: i prossimi anni!!!
Anche il criminale di Soros avverte dell’imminente crack del sistema Europa che i politici e le grandi associazioni bancarie hanno fondato solo ed esclusivamente sul denaro. Soros avvisa che la crisi europea e quindi anche italiana è molto complessa e copre praticamente tutti i settori strategici di questa parte del globo:
- The Euro is a broken currency system in its current construct.
- The peripheral nations have been rendered to 3rd world status.
- The Euro users are essentially indebted in a foreign currency.
- The political dynamic is going to destroy the Euro
- The European union is at risk of dissolution.
- The Euro doesn’t have to collapse.
- Europe needs to come together and take extraordinary actions to resolve the crisis.
Parole sante (!!) dette da uno che nel 1992 fece affondare la lira, con la complicità di Ciampi. E, pur con tutte le attenzioni del caso, le parole di Soros appaiono più chiare e più aperte di quelle dei nostri tecnocrati, di quella cianfrusaglia politica che alberga in parlamento. La chiarezza e le indicazioni sono così evidenti che anche un sordo (scusate, un non-udente) le potrebbe udire. Nella sostanza siamo alla frutta e ciò che può salvare il salvabile lo possono fare solo i governi europei.
Qui però c’è da distinguere come e con che mezzi, perché è proprio in queste battute che Soros ricava la sua linfa vitale: i soldi.
Lui specula sulle debolezze delle economie e dei governi e come ogni predatore, appena si accorge delle difficoltà, salta al collo della sua preda per risucchiare quanto più possibile. Lui fa il suo mestiere, deprecabile, non c’è che dire, ma coerente con la sua indole disonesta. Cosa diversa invece della coerenza dei nostri pagliacci che un giorno dicono bianco e quello dopo nero per poi ricominciare d’accapo.
In questa situazione economica internazionale, in cui ormai le economie procedono a tentoni, i debiti sovrani sono la palla al piede per lo sviluppo reale e le uniche cose a cui assistiamo è la distruzione totale, senza esclusione di colpi, non solo della economia, ma di tutto il patrimonio sociale che è costato decenni di battaglie, sangue e sacrifici dei nostri padri.
Tutto al macero, pagando pure lo smaltimento di quanto costruito in questi ultimi decenni.
Nessun atto preso contro gli sperperi, contro le dissennate spese pubbliche che non hanno una ricaduta utile per la popolazione, nessuna manovra che impedisca lo stritolamento bancario-finanziario. Zero assoluto!! Nel frattempo il calo del nostro prodotto interno lordo (PIL) produrrà una ulteriore manovra finanziaria, aspettiamoci quindi dall’estate e fino alla fine dell’anno una serie di provvedimenti che comporteranno una ulteriore stangata sulle nostre già magre economie.
A giugno, inoltre, sono in scadenza alcune centinaia di miglia di cassaintegrati che non avranno nessuna possibilità di recupero o reinserimento nel mondo del lavoro. Senza paga e alla fame che faranno questi poveri diavoli? Si veda la lista delle aziende a rischio per il 2012 qui.
Eppure questo tecno-governo imperterrito, ligio ai doveri imposti, prosegue con il suo stritolamento, ma sopratutto, e lo vediamo giorno dopo giorno, non mette le mani nelle tasche di quei settori che potrebbero portare un po’ di ossigeno alle nostre economie: non si tocca il settore pubblico, non si toccano i finanziamenti ai partiti, non si toccano i stratosferici guadagni delle banche e delle finanziarie, non si toccano i grandi patrimoni quelli nascosti; si preferisce invece agire sui piccoli e su quelli facilmente visibili dal fisco o sui dipendenti che non hanno nessuna possibilità di replica o di scelta ed è per questo che è meglio non pagare le tasse, perché come già scritto (vedi: Far Pagare le Tasse è il Furto di uno stato Parassita: evaderle è un atto di civiltà!) in un stato parassita se tutti pagassero le tasse noi ci impoveriremmo di più e loro, la casta dei parassiti, guadagnerebbero 100 volte di più, mantenendo il loro status quo inalterato e sempre più potente.
Anche Grillo si è stranamente accorto di questo, forse ha letto il mio blog, ma poco importa, perché quello che si deve capire è che la bestia che ci sta succhiando deve essere messa alla fame, gli si deve togliere l’elemento primario che la fa sopravvivere e che gli permette di massacrarci.
Forse il compiacente amico dello Sceicco del Qatar (il finanziatore della guerra di Libia e di Siria), anziché accogliere al Quirinale una figura intabbarrata dovrebbe spiegare quali altri sacrifici dovranno fare gli italiani nel corso di questi anni.
Flytillia e Cycletillia la pace nel segno della tolleranza
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Ancora una volta la forza dei servizi segreti israeliani inducono le compagnie aeree di tutto il mondo a stilare delle liste nere (blacklists) dove indicare i soggetti che hanno come obbiettivo la manifestazione Flyfottilia. Come accaduto qualche tempo fa Israele non smentisce la sua indole democratica di paese civile, tollerante e liberista. In Israele c’è posto per tutti, a tutti è permesso manifestare come dimostrano alcune foto:
Non fatevi ingannare, i segni sulla schiena sono il risultato di un abbraccio fraterno che i soldati dell’IDF hanno voluto dare alla comitiva.
Non possiamo inoltre non ammirare il tentativo di abbraccio fatto dal colonnello Shalom Eisner ad un ciclo-attivista. La maldestra azione viene scambiata per un’aggressione:
L’aspetto più curioso di tutto questo è che probabilmente quelli di Flytillia non hanno firmato il contratto politico che Israele desidera far firmare, in certi casi, ai tutti i turisti che entrano nel paese:
La Lega ha rotto i maroni alle banche?
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Lega contro le banche d’affari
Non ho mai avuto simpatia per la Lega e nemmeno per i loro sistemi bofochianti di esprimersi, spesso talmente gretti, talmente odoranti di stallatico da apparire falsi. Frasi roboanti, accuse senza fondamento, gesta infime, cultura prossima allo zero assoluto e personaggi che spesso hanno l’aspetto di macchiette di un film fantozziano. Insomma non è mai stato sicuramente un riferimento politico al quale abbia mai fatto affidamento.
Assieme alla Lega o al tempo della sua comparsa si sono poi sviluppate alcune branche più o meno legate con questo movimento, che visti i presupposti, più che incontrare gli interessi dei loro amministrati, faceva e fanno gli interessi delle economie locali. Un coacervo di persone tutte alla ricerca di un posto al sole. La solita manfrina italiana, nulla di nuovo in effetti.
La Lega per contro e rispetto a tutti gli altri gruppi politici, si è sempre distinta per la ricerca di uno stato federale, per una autonomia economica e finanziaria del Nord rispetto al centro ed al Sud. Spesso ha sbeffeggiato il tricolore, lanciando offese a tutti coloro che sono morti sotto una bandiera ed ai loro eredi. Un atto di inciviltà, se letto secondo i canoni “ufficiali”, ma in parte veritieri se si conoscono gli strascichi storici che ci videro impegnati e coinvolti in due guerre mondiali con milioni di morti e prima ancora in guerre di indipendenza, in cui i massacri ancora rimangono nel silenzio quali, ad esempio, quelli compiuti dal Generale Cialdini e di tutta la congrega che volle disfare uno dei migliori regni italiani, quello delle Due Sicilie.
Ma questa è storia, spesso celata, volutamente non insegnata, mentre nei libri di testo campeggiano le figure di personaggi storici come Cavour, Vittorio Emanuele e Garibaldi quali eroi del risorgimento, quando invece, se si avesse la voglia di scavare, scopriremmo che non erano altro che dei cialtroni, nessuno escluso. Ma mi si insegna che la storia la fanno i vincitori.
In questo la Lega ha ragione da vendere, abbiamo versato sangue, vite umane, risorse economiche e finanziarie allo scopo di rovesciare i vari regni italiani a favore di nazioni e stati che favorirono l’assunzione di politiche industriali ed economiche del libero mercato della concorrenza spietata e negli ultimi nostri giorni del massacro della sovranità degli stati nazionali.
Sotto questo aspetto la Lega ha ragione da vendere, anche se però nella sua attività di sottolineare le malefatte del passato, nasconde la sua vera indole disgregatrice. Il fatto stesso che la sua primaria richiesta sia uno stato federale è preambolo della distruzione dello stato italiano così come lo conosciamo.
Con questa idea e con il pensiero comune che ogni regione deve avere il diritto di autoregolarsi economicamente, slega automaticamente il diritto nazionale di uno stato di regolare diritti e doveri. Un piede di porco accolto da molti delinquenti travestiti da imprenditori, politici e avventurieri con lo scopo di spolpare ancora quel poco che dal 1992 ad oggi è rimasto in Italia.
Abbiamo ricchezze artistiche che sono così vaste ed immense che tutto il mondo ci invidia, abbiamo una ricchezza aurea enorme (la 4ª del mondo), abbiamo un risparmio privato enorme (ancora per poco visti i dati dell’Istat), ma siamo un paese “insulare” che con la sua lunghezza di oltre 1000 km penetra nel mediterraneo, a contatto di paesi ricchissimi di riserve energetiche. Tutto questo, specialmente l’aspetto geo-strategico, è un boccone gustosissimo per le forze della Nato, in special modo per quella parte anglosassone che delle vie di comunicazione ha tratto enormi vantaggi commerciali. E’ da notare che prima dell’unità d’Italia la più grande flotta mercantile – oltre a quella inglese – era quella del Regno delle due Sicilie.
Ma la Lega che c’entra in tutte queste considerazioni? Beh, la Lega è il cavallo di Troia per le manovre anglosassoni, è il punto focale attraverso il quale vanificare ancora quelle forze contrarie e “reazionarie” di uno stato sovrano a favore di un mercato meno “ottuso” e più aperto. Come riporta il sito Movisol, l’organizzazione Transparency International (TI), viene fondata in Italia il 20 gennaio 1997, presso la Camera di Commercio di Milano. Lo scopo di questa associazione è quello di combattere la corruzione diffusa a tutti i livelli prendendo come esempio personaggio pubblici di integrità morale riconosciuta. Ma la genesi di Transparency International prende origine dalle nebbie del nord Europa in cui viene fondata nel 1993 a Berlino e i suoi fondamenti teologico-morali di TI derivano da una serie di incontri inter-religiosi promossi a cominciare dal 1984 dal principe Filippo duca di Edimburgo, consorte della regina Elisabetta d’Inghilterra. Indicativamente, il “codice” è molto deciso contro gli abusi delle industrie e degli imprenditori industriali, cioè coloro che costruiscono l’economia reale, mentre chiede “garanzie” precise per i “providers of Finance”, fino a prefigurare una sorta di regolare interferenza, in cui i direttori del “business” sono tenuti a riportare i loro risultati ai “finanziatori”.
In Italia prende il via nel 1997 e ne fanno parte i giudici Gherardo Colombo, Davigo, mentre presidente del TI è la leghista Maria Teresa Brassiolo (tuttora in carica), consigliere della Lega Nord al Comune di Milano. La presenza della Lega negli organi direttivi e nella macchina organizzativa di TI è dominante. Panizza, ad esempio, è consigliere della Lega Nord a Saronno. Ettore Albertoni (del comitato onorario) ex presidente del consiglio regionale lombardo.
Nella sostanza una associazione encomiabile, sulla carta, fatto salvo che a dirigerla vi sia lo zampino anglosassone che dei destini italiani e delle sue economie poco importa, così la storia insegna.
Nel frattempo però qualche cosa è accaduto, qualche screzio, qualche decisione non convenuta, qualche divergenza particolare, in sostanza una rottura che ha portato ad una soluzione estrema la figura della Lega Nord: da inquisitore ad accusato.
Le rivoluzioni a volte si pagano care e la storia insegna che accade proprio così. In Francia Robespierre, Danton e Marat fecero la stessa fine di Luigi XVI, caddero sotto la loro stessa ferocia. In Italia, più lenta ad assorbire questi contraccolpi, gli eventi sono più subdoli, tant’è che qualche settimana fa la Lega aveva annunciato una raccolta firme a livello nazionale per la separazione tra banche d’affari e banche commerciali (standard Glass-Steagall). Che vuol dire tutto questo in una situazione confusionale in cui il tecnico si sormonta al politico declassandolo ad inutile e senza consenso?
La visione a prima vista appare semplice: la Lega, o una parte di essa, visto gli agganci a TI che non ha nessun interesse al benessere nazionale, propone una legge che per il sistema bancario attuale equivale al suicidio. In sostanza se fosse attuabile la separazione tra banche d’affari, ovvero le banche che fanno investimenti a rischio, da quelle che invece servono ed aiutano l’economia reale, avremmo nell’arco di qualche ora, una completa disfatta del sistema bancario italiano. Le attuali banche, tutte o quasi, usano i denari dei depositanti e quelli forniti dall’Europa tramite il famoso LTRO (quasi 290 miliardi) per fare speculazione finanziaria. Questo significa che i denari in saccoccia alle banche NON ci sono, ma risultano impegnati nelle svariate avventure.
Il governo Monti, in tutte le manovre fino ad ora utilizzate, non ha toccato nessuna banca, fatto salvo la questione dei costi bancari sui quali però si è steso un silenzio che lascia spazio a poche fantasie: non verranno tolti. Ora la proposta di raccogliere le firme per separare le banche rappresenta per l’intero sistema bancario italiano, ma anche per quello internazionale, un problema di primaria importanza valutabile in qualche migliaio di miliardi e questo perché un debito di pochi miliardi di una banca italiana si trasforma, con i vari derivati e passaggi, in centinaia di miliardi in altre banche che a loro volta spacchettizzano in altri derivati per tanti, tantissimi soldi (tutti finti, ma reali).
La richiesta della Lega quindi, secondo la Legge Glass-Steagall, ha messo un po’ di sale sulla coda della bestia finanziaria che ci sta massacrando, ma che ha risposto, come sua consuetudine, con la diffamazione, con il gettar fango e lo scredito. Vogliamo pensare che gli altri partiti siano più puliti della Lega? Vogliamo pensare che i sindacati non abbiano nelle loro casse decine di milioni di euro, visto che i soldi dallo stato ne ricevono anche loro a montagne?
Tutto questo dovrebbe far pensare molto a fondo ed i pianti di Bossi probabilmente sgorgano da una sorgente diversa rispetto a quella alla quale ci vogliono far credere.
Denuncia contro lo Stato italiano
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Più volte si è scritto che gli appartenenti alle forze di governo e del parlamento italiano, sono dei criminali al servizio dei potenti e delle “lobbies” bancario-assicurative oltre che strettamente legati al patto atlantico (Nato). Personaggi che mai hanno fatto gli interessi dei loro amministrati, gli italiani, ma sempre e comunque quelli per i quali sono stati eletti e che gli hanno voluti in quegli scranni.
Le varie vicissitudine italiane: l’entrata nell’euro, la costituzione di una Europa legata solo da una moneta che è assente di una banca centrale di ultima istanza, l’apertura dei confini e l’imposizione di un libero mercato, la privatizzazione di tutte le aziende di stato, hanno portato l’Italia e con essa molti paesi europei allo sfascio.
In Sardegna, fortunatamente, c’è chi ancora ha un minimo di onesta intellettuale, di coraggio e di orgoglio provvedendo di fatto alla formale denuncia nei confronti di Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, tutti i ministri e tutti i membri del parlamento.
Può sembrare una bufala, ma nella realtà un avvocato di Cagliari s’è preso la briga di intentare causa contro questa massa sfruttatrice del popolo italiano. Parliamo dell’Avv.to Paola Masu che con estremo coraggio e sfidando le più alte istituzione dello stato rischia non solo l’siolamento mediatico, ma quello più grave alla sua persona.
Sosteniamola!
Sanità e vampirismo usuraio
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La sanità in Italia è un bubbone che costa diversi miliardi di euro, circa 670 miliardi all’anno (vedi il mio articolo Far Pagare le Tasse è il Furto di uno stato Parassita: evaderle è un atto di civiltà!), tanti, tantissimi e tutti finalizzati – dovrebbe essere – per la salute pubblica. All’estero, sopratutto nel paese più desiderato dalla maggioranza delle persone – gli Usa – la sanità si paga a caro prezzo e quello che qui ha un costo minimo di poche decine di euro lì costa alcune migliaia di dollari.
Accade infatti che chi si reca negli Usa debba fare una extra polizza sanitaria che possa coprire eventuali ricoveri per incidenti di percorso del soggiorno: può succedere nella peggiore delle ipotesi di non venir curati o di vedersi addebitati nella carta di credito qualche migliaio di dollari per le cure sanitarie statunitensi.
In Italia invece era quasi tutto gratuito, quasi, ma da qualche tempo a questa parte è obbligatorio per tutti pagare un certo obolo (chiamiamolo pizzo) per far fronte a quelle regioni in cui la sanità è un colabrodo (Lazio, Sicilia, Calabria). Come molti sanno il pizzo che si deve pagare varia dai 10 ai 5 euro a seconda se si è sopra o sotto il tetto reddituale dei 29.000 euro all’anno. Fin qui tutto chiaro, no?
Il medico al quale ci rivolgiamo (spesso con funzione di burocrate anziché di medico) ci rilascia delle ricette con un massimo di 8 prescrizioni per ognuna, il cui costo varia in funzione della prestazione. Facciamo un esempio.
Può accadere che ci vengano prescritte le seguenti analisi tra le quali le più comuni, con il rispettivo costo, sono:
Per un totale di 26,3 ai quali ci saranno da aggiungere le spese del prelievo e i fatidici 5/10 euro obbligatori.
Da notare che i prezzi delle analisi sono quelli che verranno riconosciuti dalla regione al laboratorio di analisi e non sono quindi i costi effettivi che il laboratorio sostiene, ma la differenza di prezzo spesso è molto piccola. Un colesterolo può costare 2,50 euro anziché 2,05, i trigliceridi possono avere un costo di 2,80 o 3,20 euro anziché 1.40 insomma quello che la regione riconosce al laboratorio è spesso (non sempre) più basso di quello che farebbe pagare il laboratorio.
Però è necessario saperlo e qui arriva la mazziata dello stato vampiro al quale abbiamo demandato il nostro potere: i laboratori non possono dirvi anticipatamente quello che sarebbe il costo della stessa analisi se fatta privatamente, sono passibili di denuncia per istigazione all’evasione, ma lo potete chiederlo (schizofrenia legislativa!)!!!
Che vuol dire tutto questo? Semplicemente se il medico vi ordina di fare un controllo del colesterolo vi fa la ricetta e voi andate a farvi le analisi pagando: 1,40 + 5/10 euro di pizzo allo stato. Conviene? No! Allora la cosa più saggia da fare è quella di chiedere anticipatamente quanto costa fare privatamente un certo numero di analisi e verificare se alla fine della commedia conviene o meno pagare il laboratorio o pagare il pizzo.
Nel caso su esposto il costo totale delle analisi era di 26,3 al quale c’è da aggiungere il costo del prelievo venoso (circa 3 euro) per un totale di 29,3 euro totale, ma le ricette sono due e quindi a queste vanno aggiunte anche i due pizzi di 5 o 10 euro a seconda del vostro reddito per un totale rispettivamente di 36,3 o 46,3.
E’ chiaro quindi che NON conviene foraggiare la sanità di uno stato che ci chiede denaro per sanare buchi creati da vampiri criminali e nel caso specifico è meglio pagare la prestazione privata anziché quella convenzionata.
Morale, prima di aprire il borsellino fatevi due conti in tasca e chiedete alla segretaria del laboratorio il prezzo distinto di ogni analisi, dopo con calma decidete di conseguenza.
Ricordiamo che foraggiare uno stato plutocratico usuraio e mafioso come quello attuale equivale sottoscrivere la propria condanna economica permettendo invece alla classe criminale di continuare a vivere alle nostre spalle. Dobbiamo togliere l’ossigeno alla bestia che ci sta succhiando anche la salute e ogni metodo, purché legale, è valido!!
Buona Pasqua
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In questa lunga stagione di crisi, di pericoli di guerra, di carestie, di assalti al diritto, è necessario trovare un barlume di luce che sia lo sprono per tutti e per le generazioni future.
In questa stagione dove anche il più insignificante filo d’erba si colora di un verde acceso e dove il risveglio e la natura compie
il suo fantastico miracolo
è necessario gioire, per poco, per un nulla, rispetto ai problemi,
ma quel poco e quel nulla sono tutto ciò che abbiamo.
Buona Pasqua
a
tutti
Isteria finanziaria
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La finanza diventa isterica, qualche giorno fa il Financial Times enunciava. “Gli sforzi dell’Italia per raggiungere gli obiettivi principali di bilancio possono essere di ostacolato alle prospettive di una crescita depressa e dai tassi di interesse relativamente elevati. Il governo dovrebbe essere pronto ad evitare qualsiasi slittamento nell’esecuzione del bilancio e adottare ulteriori azioni, se necessario“.
Secondo il FT si tratta di un memorandum circolato a Copenhagen venerdì 30 marzo da un membro della Commissione europea.
Il giornale avverte che le prospettive di crescita italiana sono ancora molto lontane dal raggiungere gli obbiettivi ambiziosi che il tecnocrate Monti si era proposto e che una probabile manovra correttiva dovrebbe essere necessaria entro la fine dell’anno.
Già c’è l’avvisaglia di questa manovra: non a caso c’è stata una trattativa sulla tassa IMU che verrà applicata solo al livello più basso (il 7,6‰), lasciando intendere che la revisione della stessa verrà fatta da settembre in poi in relazione al gettito ottenuto, come dire “intanto vi smazziamo con questa, poi, dato che i conti non torneranno, ma che siete già assuefatti alla prima botta, vi daremo la seconda che comprenderà anche altre “cosucce”.
E’ bene ricordare che tra le altre “cosucce” c’è quella del Fiscal Impact che ci vede impegnati a sborsare una valanga di miliardi (40 all’anno) per mantenere un fondo salva-stati per 20 anni, il quale impone ai 25 Paesi che lo hanno sottoscritto che adottino la regola del pareggio di bilancio, inserendola nelle proprie costituzioni (bestemmia assoluta!!). Laddove dovessero sforare il tetto del 60% del debito sul pil, il patto li obbliga ad un piano di rientro pari ad un ventesimo del debito l’anno.
Lo stesso giornale avverte che gli economisti sono preoccupati per l’aumento delle tasse sul reddito, sui beni e sulle merci (iva al 21% e prossima al 23%, Imu e altre indirette come quelle sulla benzina), stanno strangolando la già debole economia portando alla fine in una spirale recessiva.
Il fatto che non ci sia una banca centrale italiana lo evidenzia bene Paul Krugman in una dichiarazione al NYT “What has happened, it turns out, is that by going on the euro, Spain and Italy in effect reduced themselves to the status of third-world countries that have to borrow in someone else’s currency, with all the loss of flexibility that implies. In particular, since euro-area countries can’t print money even in an emergency, they’re subject to funding disruptions in a way that nations that kept their own currencies aren’t — and the result is what you see right now. America, which borrows in dollars, doesn’t have that problem”. Tradotto in soldoni ci dice chiaramente che l’aver rinunciato alla nostra indipendenza monetaria ci ha ridotti ad un paese del terzo mondo e pur avendo una banca centrale europea, che però non può essere quella di ultima istanza, il denaro necessario a far funzionare la nostra economia, come quella di altri paesi europei, potrà essere ricavato solo a forza di enormi sacrifici, cosa diversa invece per gli Usa o l’Inghilterra o il Giappone che possono stampare moneta senza problemi.
No problems, dice Monti, i conti li abbiamo fatti e bene e non c’è bisogno di nessuna altra manovra aggiuntiva. Ma…ci prende per fessi? No, perché è risaputo che in politica se dicono sì è no e se dicono no e sì. Quindi mutande d’acciaio e orecchi aperte.
Allo stesso tempo il Wall street Journal lancia un avviso sulla grave crisi italiana e la sua continua recessione adducendo che “Le misure di austerity in Italia stanno bloccando l’attività nella terza principale economia dell’eurozona..” e ancora ”i recenti aumenti delle tasse stanno aiutando l’Italia a tagliare il suo deficit ma al contempo stanno spingendo l’attività economica a contrarsi ancora più velocemente“.
Beh! Uno dice che è necessario abbordare la crisi con maggior forza facendo attenzione a non calpestare i calli dell’economia, l’altro indica che l’attuale imposizione fiscale rende l’economia asfittica. Insomma una veduta di idee convergente su un punto: l’economia è praticamente al lumicino.
Però non mettiamoci dietro alla scusa che il governo Monti ne sia la causa, sia chiaro, sarebbe troppo facile e sopratutto disonesto nei riguardi di quelli che in questi ultimi 40 anni ci hanno portato nel baratro meritando il giusto compenso per l’attività svolta a loro favore. A forza delle piccole gocce, dei piccoli provvedimenti e degli assalti alle varie diligenze (mani pulite, liberalizzazioni delle aziende di stato, sistema bancario selvaggio) siamo arrivati alla situazione attuale e Monti, il caposquadra dell’attuale governo, più che artefice del rapido declino italiano è la spoletta che innesca la polvere pirica che, anno dopo anno, abbiamo accumulato e sulla quale ci siamo seduti sopra.
Il boom sarà quando verrà, è solo questione di tempo.
La gente dice…