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A Pasqua col cannone.
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Quest’anno Pasqua cadrà ai primi di aprile, proprio all’inizio della primavera, in quella stagione che vede sbocciare i mandorli, i ciliegi, le rose, in cui tutto il mondo di questo emisfero inizia il nuovo ciclo naturale.
Pasqua è anche un momento religiosamente molto sentito da ebrei per la Pesach e per i Cristiani nel sacrificio del figlio di Dio. Uno fugge dalla schiavitù e l’altro fugge dall’immondo mondo in cui Suo padre l’aveva collocato. L’uomo rimane però rimane sulla terra a godersi i frutti del suo pensiero, oppure a godersi gli eventi che potrebbero ridisegnare il pianeta.
Vediamo. In un articolo del Jerusalem Post si legge che a primavera si organizzeranno delle esercitazioni congiunte con le truppe americane. Si prevede l’invio di migliaia di soldati in Israele per una esercitazione missilistica a risposta di quella messa a punto dagli iraniani di qualche giorno fa.
Si tratta di un dispiegamento di forze che per il suo numero è senza precedenti. Il comando per le forze Usa verrà dislocato in Israele per un tempo indefinito, mentre quello israeliano sarà posto in Germania presso l’EUCOM (United States European Command) con l’obbiettivo finale di coordinamento congiunto in caso di un conflitto su larga scala.
Gli americani porteranno il loro THAAD (Terminal High Altitude Area Defense) e i sistemi balistici di difesa in Israele per simulare l’intercettazione di missili sparati contro Israele stessa.
Il fatto cruciale della questione è che pur trattandosi di esercitazione il Jerusalem Post la definisce un “dispiegamento” di forze congiunte in cui anche la marina americana prenderà parte.
Molte volte ho indicato (vedi Manifestazione di Roma alla Farnesina: silenzio stampa!) che le parole del vecchio comunista-massone, che Kissinger definiva il suo “favorito comunista”, pronunciate in occasione dei 150 dell’Unità d’Italia a New Yor presso l’associazione Italo-Americana, non solo erano criptiche, ma, lette in una chiave diversa, lasciavano intendere cose che sembrano delinearsi, alla luce delle notizie soprascritte, ben peggio di quello che potremo immaginare. “Il mondo di oggi è contrassegnato da opportunità, sfide, contraddizioni. I prossimi anni non saranno facili per nessuno, ed in particolare per l’Italia“
Italiani: popolo di merda, anzi popolo recchione.
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Non voglio entrare nelle pastette politiche inutili e sempre opinabili. Siamo ormai in una condizione di sussistenza: il commercio arranca, l’agricoltura è ormai asfittica, le importazioni mancano, l’industria pesante ormai non c’è più da anni, scambiata con le quote latte e per grasse vacche da mungere a favore della Francia, Olanda e Germania. Questo lo sappiamo già.
Un buon padre di famiglia, blocca tutto, mette tutto al punto zero, ovvero rimette al suo posto le lancette dell’ orologio della nazione che sta affondando. Ma molti italiani sono ancora convinti, incoscientemente, di sopravvivere di fronte alla tragedia che ci colpirà tra qui a poco, poiché l’elezione del governo tecnico che Berlusconi ha permesso che si attuasse, maledetto lui e tutta la sua genia, è solo l’anticamera della totale distruzione dell’Italia, di quella terra che conosciamo, di quelle tradizioni che sono ormai arrivate al lumicino, che sono solo da viatico per le sagre di paese e per le feste rionali.
L’Italia, quella orgogliosa e produttiva, sempre pronta a scattare non c’è più e più lasciamo spazio a questa congrega di parassiti, sempre di più ci troveremo con il fango delle loro azioni alla gola. Non c’è tempo, e si deve agire in fretta!!!
Ma chi sono questi parassiti? Chi ha il coraggio di colpire questa grossa fetta di italiani che stanno succhiando dalla tetta di mamma Italia? Non è difficile sapere chi siano, ma è molto più facile colpire ed azzerare quanti stanno, giorno dopo giorno affossando, la nostra indipendenza.
La casta la conosciamo già è composta da qualche migliaio di persone, per lo più gente vigliacca ed inutile, capace solo di vivere del lavoro degli altri per i propri interessi. Sono molti, ma sono anche vigliacchi, capaci di cambiare bandiera a seconda del tempo che trovano sul loro percorso. Sono i primi che debbono essere colpiti, i primi che devono capire che gli italiani, quelli che lavorano e che producono si sono rotti le scatole. Sappiamo però che le tecniche denigratorie sono sempre sull’uscio e in questi giorni va molto di moda Cortina i suoi evasori, quella massa informe di arricchiti sfoggianti pellicce e fatture false. Il messaggio della plutocrazia è chiarissimo: “Vedete come sono i privati? Evasori, ladri, mistificatori, i primi a dichiarare un euro ed evaderne 100.000”, mentre loro, lo Stato, quello parassita, dice “Noi siamo qelli che colpiscono gli evasori, che colpiamo senza discriminazione che mettiamo dentro potenti e non potenti”.
Questo sarebbe il messaggio inviato dalle televisioni pubbliche!!! Messaggio laido, infame e maiale, come maiali sono quelli che solo adesso si accorgono delle evasioni e gli altri 60 anni di evasione che fine hanno fatto, come mai solo ora si accorgono di questo, chi vogliono prendere per i fondelli? I Vari Rutelli, Fini, Berlusconi, Bossi, Monti, Cicchitto ed altri marci personaggi dove stavano quando pagavano in nero i conti delle proprie festine, degli incontri politici? E la GDF che cosa faceva? Si appoggiava ai vari gallonati per non “disturbare”? E le regole dello stato valgono solo per i piccolo cittadino?
Non prendete per i fondelli gli italiani, perché alla lunga una corda avanza anche per voi!!
Infatti, la modifica alla variazione delle varie prebende statali (tutti gli statali) deve essere approvata dallo stesso gruppo di persone che ne riceve il beneficio, ma ci credete voi che ne faranno qualcosa di costruttivo? Io no!
Quindi è ora di mettere mano al costrutto, di fare e di rovesciare questo stato inutile, parassita e sostanzialmente assistenzialista.
Sui rimborsi elettorali nessuno parla, per esempio, e si tratta di cifre da capogiro: 2,25 miliardi
Sulle energie rinnovabile, quelle che paghiamo sulle bollette dell’Enel e di Edison, paghiamo un contributo piccolino di circa 40 miliardi di euro.
In Sicilia, un’isola bellissima ma condotta malissimo, i costi salgono alle stelle e parliamo di cifre impensabili per un deputato (22.000 euro/mese), senza dimenticare che se va in pensione gli è garantita quella minima di 4000 euro/mese.
Secondo la Corte dei Conti (strapagata anche quella: 450 mila euro di stipendio per ogni consigliere) la corruzione della pubblica amministrazione costa agli italiani 60 miliardi di euro l’anno: quanto due o tre finanziarie.
Perchè non stroncare – con le cattive, con licenziamenti in tronco – questo «costo», sicuramente non-competitivo? A chi NON conviene tutto ciò? A Monti, a quella pletora di parassiti che campeggiano in parlamento o a quel vecchio canchero che deplorevolmente non decide di annullarsi?
E’ pacifico che quanto attuato dal governo di adesso, ma anche da quelli passati in questi ultimi 60/70 anni, sono solo funzione di un progetto nichilista di svuotare la cultura, le tradizioni e il nerbo della nazione italiana, perché serve ai grandi potenti del mondo avere una nazione come baldracca di turno che possa sdraiarsi con uno e poi con l’altro, indifferentemente, pur di attuare i progetti di sovvertimento nazionale ed internazionale che si stanno attuando i questi ultimi anni.
Noi italiani non ce ne accorgiamo, corriamo a frotte a comperare cazzate di aziende svendute e delocalizzate, di prodotti fatti in serie, di articoli di plastica dall’infimo valore, di cibo prodotto in paesi sui quali nessuno è mai stato in grado di verificarne la qualità.
Noi italiani siamo sempre attenti alle mode, quelle americane, quelle inglesi, quelle francesi, ma stiamo poco attenti al nostro deretano. Una massa di finocchi, mi verrebbe da dire, ma la realtà è peggiore del pensiero, perché cos’altro possiamo pensare di costruttivo quando si vedono migliaia di persone a fare a file negli outlet o presso i negozi della Apple? E poi a casa magari mangiano pane e cipolle o croste di formaggio!
Popolo di merda, anzi popolo recchione, perché, in culo alla teoria omofobica, comprendo che l’italiano è un gran culattone. Pur di apparire vende anche se stesso senza discernere come e quando decidere di prenderlo, una vera baldracca!
Un vero omosessuale, decide lui quando, come e con chi appartarsi e questo è più che rispettabile, anzi fa parte della diversità che è necessaria ad una cultura per esprimere i “propri colori”, ma se rapportiamo questo alla massa culattiera che si fa inchiappettare giorno dopo giorno e aspetta la domenica per una partita fatta da degli infami calciatori che guadagnano milioni di euro ( alla faccia del povero cristo che rinuncia di mangiare pur di vedere la partita), beh, allora, siete proprio degli italiani di merda ed hanno ragione quegli stranieri che ci guardano con un sorriso beffardo “tu italiano essere recchione, vero? Te piacere prendere sempre grande bastone, ma non sulla schiena, ma in culo!” E noi, deficienti, ridiamo, ridiamo e sganasciamo per quelle parole veritiere che questo imbecille pronuncia nei nostri riguardi e mentre lo facciamo ci si ritrova in mutande.
Allora vogliamo svegliarci e mettere da parte tutte le cavolate di destra sinistra centro che non hanno mai risolto nulla, ma che hanno solo servito per separare. L’Italia è una sola, oggi, e Nord e Sud sono solo definizioni populistiche create bell’apposta da chi vuole separare per dominare. Non pensiamo che il sud sia peggio del nord. No, non era così, una volta, lo è adesso, per certi aspetti; ma mentre un tempo – prima dell’unità d’Italia che quel vecchio bastardo festeggia ad ogni occasione – nel sud c’era la seconda più grande flotta mercantile del mondo, c’era la sanità per tutti, la casa per tutti, il lavoro per tutti, adesso c’è solo miseria, odio, nefandezze alimentate da uno stato che si serve dei più umili per attuare le sue bassezze. E più c’è miseria e più una popolazione è stremata dalla fatica, dal lavoro che non trova, più facilmente la malavita, la plutocrazia si sviluppa alimentando quel sottobosco di favori che vanno contro alla realtà che c’era prima dell’unità.
Non dividiamo, ma uniamo, questo dovrebbe essere il motto, invece se da un lato i nostri politici sono bravi parlatori, dall’altro mostrano la loro capacità di dividere a favore delle proprie bramosie e dei propri interessi.
Ora è giunto il momento di sporcarsi le mani, di mettere le mani in pasta e di togliere dalla latrina i cui stiamo affondando quella Italia che tutto il mondo ci invidia, per poco ancora.
La gente dice…