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SALVATE IL SOLDATO …AMERICA!
Capisco poco di finanza e quel poco l’ho imparato sulla mia pelle, spesso rimettendoci di tasca mia, senza incolpare nessuno e tenendo ben stretta la borsa dei denari evitando che qualche mano lesta se ne approfittasse. E’ indubbio che l’ ignoranza in materia, la supponenza e l’avidità mi abbiano giocato dei brutti scherzi che comunque sono un doloroso bagaglio di esperienza per il futuro, se mai dovessi ripetersi.
A tale proposito e per capire come meglio vadano le cose che spesso i media trascurano di spiegare in maniera dettagliata e comprensibile, credo che sia necessario leggersi quanto scrive Iceberfinanza a proposito delle critiche americane sul debito europeo.
Barack Obama attacca l’Europa, colpevole ai suoi occhi di «non aver agito rapidamente, come avrebbe dovuto» per affrontare il problema del debito, così descrive la notizia, ma in profondità se ne capiscono i motivi e sopratutto si qualifica l’eccellenza del pulpito da cui arriva la predica. Obama, l’uomo del No, we can’t!
E’ affascinante ascoltare mister “No We Can’t ” Obama e bimbo Geithner dare lezioni all’Europa su come dovrebbe essere gestita una crisi, affascinante ascoltare dei falliti che insegnano come si gestisce un fallimento!
Washington – Barack Obama attacca l’Europa, colpevole ai suoi occhi di «non aver agito rapidamente, come avrebbe dovuto» per affrontare il problema del debito.
Il duro atto d’accusa del presidente degli Usa è arrivato durante una conferenza durante la quale Obama ha risposto alla domande poste dal pubblico via Linkedin, una sorta di social network che collega in tutto il mondo professionisti e operatori dei più vari settori economici: secondo Obama, la crisi finanziaria che sta travolgendo l’Europa «spaventa tutto il mondo», anche perché i passi intrapresi dai paesi dell’Eurozona non sarebbero stati all’altezza della situazione.
Obama ha sottolineato che l’Europa «non s’è mai pienamente ripresa dalla crisi del 2007». Inoltre, ha osservato che i governi europei non hanno mai affrontato in maniera adeguata «le sfide e le difficoltà che il loro sistema bancario era chiamato a rispondere: tutto ciò è stato aggravato da quello che sta accadendo in Grecia».
Ma Obama è andato oltre, sostenendo che i problemi «mal risolti nell’Unione europea hanno superato i confini del continente, finendo per danneggiare anche l’economia americana». In ultima analisi, implicitamente, Barack Obama ha attribuito quindi all’Europa la responsabilità di molti dei problemi dell’economia americana, in particolare quello del lavoro, che mettono a rischio la sua rielezione nel 2012. (Il secolo XIX )
Obama ormai è un ragazzo disperato in prenda allo sconforto, la crisi europea starebbe per danneggiare l’America!
Hanno messo in piedi la più imponente frode e manipolazione della storia finanziaria mondiale, sotto gli occhi conniventi della politica, la metastasi subprime ha contaminato il mondo intero, un manipolo di esaltati falliti ha socializzato le perdite facendo esplodere il debito americano e mondiale e questo ragazzo ci viene a raccontare che la crisi europea rischia di danneggiare l’ America.
Goldman Sachs ha suggerito alla Grecia l’arte della manipolazione dei bilanci, AIG ha seminato il mondo intero di credit default swap, di armi di distruzione di massa e le cinque principali banche americane detengono oltre il 95 % della manipolazione dei mercati finanziari mondiali e questo illuminato, premio Nobel per la Pace ci viene a dire che non abbiamo agito rapidamente per affrontare il problema del debito, che stiamo spaventando il mondo intero.
Ci sono quasi 46 milioni di americani circa il 15 % dell’intera popolazione che vivono con la gamella elettronica in mano facendo la fila davanti ad un compiuter, contando sui cosidetti food stamps, “buoni pasto” elettronici, quotidianamente, per non morire di fame, di stenti, oltre 14 milioni di disoccupati ufficiali, senza contare coloro che lavorano a part.time per ragioni indipendenti dalla loro volontà, ben oltre il doppio se si contano quelli scoraggiati, la disoccupazione fantasma, milioni e milioni di famiglie buttate fuori di casa al ritmo di oltre 1 milione all’anno e oltre 11 milioni di famiglie a rischio e questo ragazzo ci viene a dire che non abbiamo affrontato in modo adeguato la crisi.
Comprendo che non è facile amministrare una nazione dove le lobbies industriali e finanziare sostengono la tua candidatura, non è facile agire e ragionare liberamente quando quotidianamente la pressione della finanza è costante ed asfissiante, ti tiene sotto sequestro e non puoi muovere un dito senza il suo consenso, ma per piacere evitiamo di fare brutte figure, e impariamo ad osservare ognuno la trave presente nelle proprie orbite!
Nel suo tour della costa Pacifica, Barack Obama ha raccolto circa 5 milioni di dollari in donazioni per la sua campagna in vista delle presidenziali del 2012. La capacità del presidente degli Stati Uniti di raccogliere finanziamenti non sembra risentire del calo nel tasso di approvazione sul suo operato.
Per gli americani che si affidano alle coperture assicurative private, i cui premi sono finanziati in gran parte dai datori di lavoro, il costo della sanità è in continuo aumento. Si tratta di una pessima notizia per il Presidente Obama, la cui riforma sanitaria è stata pensata in parte per ridurre il costo enorme del sistema sanitario. (America24).
Purtroppo come direbbe Oscar Wilde, tutti coloro che sono incapaci di imparare si sono messi a insegnare, un manipolo di falliti che ci insegna come evitare un fallimento, un paese dove talvolta si manda a morte gli innocenti e pure ci si vanta in campagna elettorale! Sublime!
Signori l’America è in Italia altro che America! Cambiamo questo paese basta solo che i nostri figli possano trovare la dignità di un futuro migliore, scuola e innovazione e soprattutto una FAMIGLIA, spazziamo via le ragnatele della politica di un manipolo di falliti che soffocano questo paese!
Ma andiamo oltre e diamo un’occhiata a cosa sta accadendo al centro di gravità permamente americano ovvero il mercato immobiliare…
E’ affascinante osservare come alcuni commentatori nostrani hanno proposto il quarto aumento consecutivo dei valori delle abitazioni in America, segnalato dall’indice Case/Shiller Home Price Index QUI come una buona notizia.
Peccato che non si tenga conto dei fattori stagionali che ormai si sta concludendo la stagione principe del mercato immobiliare, primavera ed estate e che l’autunno e un nuovo lungo inverno ci stanno aspettando.Qui sotto si può comprendere meglio la realtà, la differenza tra i prezzi stagionalmente corretti e non…
Thanks to http://timiacono.com/
David Blitzer ha sottolineato come siamo lontani da una ripresa sostenibile e che da oggi in poi cambia tutto. Non dimentichiamoci che l’economia americana dovrà scontare una nuova recessione!
In realtà i prezzi reali quelli al netto dell’inflazione stanno ancora scendendo e scenderanno ancora almeno tutto il prossimo anno, come ho condiviso in una recente intervista al SOLE24ORE.
In attesa di incontrarci tutti a Tortona con gli amici della Società Dante Alighieri, Sabato 1 Ottobre alle ore 16.00 presso la Sala Convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, cliccando qui sotto con un libero contributo al nostro viaggio, al nostro lavoro è possibile avere un’analisi dettagliata della situazione italiana e del nostro debito pubblico, delle aste e delle sue emissioni, per cancellare alcune leggende metropolitane figlie della paranoia dei mercati finanziari, di alcuni economisti, commentatori e politici.
Fonte: Iceberfinanza
Boycott UANI.
UANI, una sigla o una parola magica? In realtà è un’associazione no-profit senza scopo di lucro (dicono loro), apartitica che si pone l’ambizione di impedire all’Iran di avere il proprio nucleare, le proprie armi nucleari.
Oggi, vedendo alcune pubblicità che mi passavano sotto il naso,
ho buttato uno sguardo su una che informava sull’iniziativa di alcuni che a New York avevano acquistato un grande spazio pubblicitario che informava di boicottare la venuta del Presidente Iraniano all’Onu. Guardando più da vicino il cartellone del filmato leggevo la sigla su scritta UANI e ho scoperto che oltre a non essere un’associazione no profit è anche una di quelle campagne denigratorie che CIA/MOSSAD/MI5/MI6 organizzano per destabilizzare ogni tentativo diplomatico.
La sigla sta per United Against Nuclear Iran (UANI) ed è sostenuta dall’ambasciatore alle Nazioni Unite Mark D. Wallace, dall’ultimo ambasciatore Richard Holbrooke (l’architetto del piano di guerra in Bosnia e della revisione del trattato tra Reagan e Gorbaciov circa il posizionamento dei missili balistici all’est),
dall’ex direttore della CIA Jim Woolsey:
e dall’esperto del medioriente Dennis Ross (consigliere speciale per le aree di crisi del medioriente, ex-direttore del Washington Institute for Near East Policy (WINEP), filo-isrealiano, Dennis Ross, il quale era stato nominato dal Ministro degli Esteri Hillary Clinton suo Inviato Speciale per l’Iran è stato messo su un binario morto al ministero dall’Inviato Speciale della Clinton per il Pakistan e l’Afghanistan).
Come si può constatare tutte persone con qualche mano nei pasticci passati e presenti che di no-profit non hanno nemmeno le mutande. Si tratta quindi di una forte associazione che ha il sostegno di molti gruppi di controllo americano, tanto forti da proporre una campagna di boicottaggio anche all’intera struttura alberghiera di New York per impedire che il Presidente Iraniano e tutto il suo gruppo che lo accompagnava potesse albergarvi. L’unico che si è opposto e al quale sono state mandate delle velate minacce, è la catena alberghiera europea del Warwick International Hotels che, contrariamente ai suggerimenti imposti, ha ospitato nel suo albergo Warwick New York Hotel la delegazione iraniana.
Pirati all’assalto dell’Italia.
- Moccio Vileda fatto donna. O è un uomo?
E’ evidente anche ai più stolti degli stupidi che la terra d’Italia, quello stivale che per oltre 1000 chilometri si svolge da Nord a Sud, è una delle più importanti e ambite terre del Mediterraneo: chi controlla l’Italia militarmente, economicamente, socialmente e commercialmente controlla tutto il medioriente.
Non c’è scampo, la realtà è questa e chi non l’ha ancora capito è meglio che ricominci a studiarsi la storia, quella con la Esse maiuscola e non quella blaterata sui banchi di scuola o in qualche salotto alla moda, spesso di parte.
La politica economica sociale europea si mette in atto attraverso il passaggio delle consegne ai politicanti (i politici sono un’altra cosa) che popolano questo paese: gente affamata, diseredata, profondamente infame, vigliacca e senza nessuna morale, sostanzialmente dei mercenari che da destra e sinistra hanno abitato a sbafo in un tugurio di mercato – il parlamento – per risanare le loro casse e i loro interessi senza nessun vantaggio economico e sociale all’intera nazione, ma solo incamerando voti e finanziamenti per la cricca di criminali ai quali dovevano rispondere. I fatti non sono solo di questi tempi, ma risalgono a molti decenni fa e tutti sono responsabili, dall’usciere al plenipotenziario. Tutti responsabili del degrado al quale siamo arrivati, nessuno si salva.
Adesso, dopo i vari tentativi di facciata di portare questa nazione ad un livello di civiltà accettabile (premetto che dovremo definire cosa intendiamo per civiltà), un gruppuscolo di persone, forse senza futuro o forse bene accorte e con le giuste “aderenze” massoniche, pone a questo governo, di pernacchioni incapaci di fare alcunché, un ultimatum: o fate come diciamo noi o salta tutto!!
La Confindustria si sta sostituendo da potere economico a potere politico. La Confindustria, composta per lo più da zoticoni, ignoranti, stracciauoli e ferrivecchi impone al governo italiano – eletto legalmente – l’ultimatum come stesse combattendo una guerra tra fazioni contrarie. Ma la Confindustria è un gruppo di canaglie appartenenti alla nazione Italia e come tale non dovrebbe combattere, ma proporre e sostenere tesi e disegni economici per il benessere loro e dei loro assunti.
No!
L’associazione dei barboni, sfruttatori, grassatori, puttanieri italiani sfida questo governo di infami con un ultimatum: fate come diciamo noi o andate a casa!
Ma con quale diritto questi luridi personaggi si possono permettere di porre un ultimatum? Cosa hanno mai sacrificato per il valore dell’Italia se non quattro lirette o qualche centesimo di euro? Chi sono questi sfruttatori che si ergono a impavidi giudici su un governo ormai debole? Vogliamo fare qualche nome? Oppure ne siamo già a conoscenza?
Basterebbe dire De Bendetti, Marcegaglia, Della Valle, Benetton, Tronchetti Provera, Caltagirone, Ligresti, Barilla, Bernabe, Colaninno e tanti altri plurimiliardari che hanno sfruttato – con la connivenza politica che adesso combattono – la nostra terra e che adesso, vedendo spegnersi il lumino del guadagno, soffiano sull’ormai flaccido stoppino giunto ormai alla sua naturale fine. Che forza!!!
La Marcegaglia dice “se in un tempo brevissimo, diciamo una settimana, il governo non si decide a varare le misure necessarie, rischiamo di subire danni irreparabili“. Irreparabili a causa di chi?
Queste canaglie che hanno succhiato l’intera linfa vitale italiana, che hanno delocalizzato, sfruttato, licenziato a man bassa, evaso il fisco, corrotto e dilaniato il nostro paese, pretendono anche il guscio del frutto esausto. Questi pavidi essere, senza spina e senza terra, senza morale e senza famiglia, pretendono che la terra d’Italia si ponga ai loro piedi per i loro interessi. Ma dove stanno quelli degli italiani tutti?
Questa è il genere di persone che dovrebbe essere passata a fil di spada, senza pena, perché è questa la genia che ha composto l’unità nel disordine e nello sfruttamento; questa gentucola che ha calpestato le tradizioni, le culture e la morale italiana; questa la genia che ha permesso che gli emigrati italiani (7 milioni sparsi nel mondo) abbandonassero la propria terra natia per far spazio alle loro egoistiche bramosie di potere e di usurpazione.
Purtroppo il nostro governo, Dio ce ne liberi, non solo è prono alle irretite richieste, ma tentenna e temporeggia nella speranza di una via d’uscita. Il tempo del liberismo è finito, il tempo dell’anglo-mercatismo è terminato, senza speranza e senza nessun risvolto produttivo per nessuno.
Il discorso di Ahmadinejad, le falsità dei media filosionisti italiani.
Continua la farsa delle osservazioni sul discorso del Presidente iraniano Ahmadinejad. Da ogni media e giornale vengono sottolineati i punti relativi ai riferimenti dell’olocausto del suo discorso e Rai News evidenzia con maggior insistenza la precaria impalcatura del pensiero che ha animato le loro deduzioni e quanto vanno pubblicizzando falsamente.
Ahmadinejad si è fatto portavoce di tutti quei popoli oppressi dalla presenza straniera e non a caso toccato la questione palestinese pur non nominando mai la Palestina. Ha evidenziato che la presenza illegale degli insediamenti in Cisgiordania e a Gaza sono contro ogni umana considerazione di comprensione: “può un popolo vivere libero in una terra, in cui gli occupanti illegali costruiscono abusivamente delle case per degli stranieri e per persone che non hanno nessun legame con quella terra e nulla da condividere se non la convenienza economica?“
Non ho trovato nel discorso del presidente iraniano alcun riferimento all’olocausto, ma se anche vi fosse stato non avrebbe detto nulla di nuovo sulla solita tiritera sionista: mai nominare l’olocausto! A tale proposito in una riunione sionista Rabbi James Heller, in un congresso del 1943 al Jews Comunity Center Auditorium di San Francisco, affermava, secondo le loro fonti, che gli ebrei residenti nell’Europa occupata dai nazisti erano circa 2.000.000. Sempre per rimanere in tema di olocausto ne mancherebbero 4.000.000 per arrivare a quanto ci viene sempre detto. La fonte è autorevole, niente popò di meno che la Federal Bureau Investigastion.
Anche loro antisemiti?
Comunque antisemitismo a parte che con i persiani c’entra come il cavolo a merenda, la risposta da parte israeliana non s’è fatta aspettare e quanto sciorinato dal sempre tranquillo e pacato Netanyahu è l’esatta rappresentazione di quale sia il vero male del medioriente.
Qui di seguito il discorso di Ahmadinejad in inglese:
Qui, quello trascritto in italiano:
in nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso
Illustri Capi di Stato, Spettabili Rappresentanti
Eccellenze, Signore e Signori,
ringrazio Dio, il Saggio, l’Invincibile ed il Misericordioso per avere concesso al presente l’occasione di divulgare un’altra volta il messaggio del grande popolo dell’Iran. Altresi ringrazio il Signore per il crescente risveglio dei popoli e la loro coraggiosa presenza sulla scena internazionale che dà a loro la possibilità di esprimere le proprie opinioni in merito alle questioni d’interesse globale.
La voglia di giustizia, la voglia di verità, la ricerca del Divino ed il sostegno della dignità umana sono oggi le richieste gridate dai popoli del mondo. Il rigetto della prepotenza, la difesa degli oppressi e la voglia di pace, sono le caratteristiche del pensiero dei popoli e soprattutto sono il volere delle giovani generazioni che aspirano ad un mondo privo di inquinamento, prepotenza ed ingiustizia; un mondo che sia invece ricolmo di amore ed affetto. I giovani ed i giovanissimi hanno il diritto di chiedere giustizia e verità ed hanno il diritto di costruire il proprio futuro con l’amore, la pace e l’affetto. Io ringrazio Dio anche per questo.
Spettabili Signore, Egregi Signori, quel che oggi l’umanità sopporta non è degno della dignità umana; Dio non ha creato l’uomo affinché alcuni gruppi di uomini impongano ingiustizia ad altri gruppi. Affinché un gruppo creando guerra e violenza riesca a derubare la risorse, arricchirsi ed espandere il proprio dominio mentre l’altro gruppo sia costretto a sopportare la povertà e le disgrazie che ne provengono. Affinché un gruppo forte delle sue armi e delle sue minacce comandi il mondo mentre altri siano costretti a rimanere sempre sotto l’ombra della minaccia e dell’insicurezza. Certuni si spingono a migliaia di chilometri di distanza dal proprio paese ed occupano la terra altrui per controllarne il petrolio o le altre risorse; altri ogni giorno devono assistere alla distruzione delle loro case ed alla morte dei loro bambini nella loro stessa terra. Questi comportamenti non sono all’altezza della dignità umana e si rivelano contrari alla verità ed alla giustizia. La domanda ora è questa: in simili circostanze gli oppressi del mondo dove devono rivolgersi? Quale persona o quale organizzazione difende i diritti degli oppressi e punisce gli oppressori? Dove si trova la corte della giustizia mondiale? Ricordando qualche esempio ed effettuando un ripasso delle questioni mondiali di maggiore rilievo intendo chiarire i pensieri espressi.Primo: la proliferazione inarrestabile delle armi nucleari, microbiche e chimiche
Alcune potenze vantano la produzione di armi nucleari della seconda e della terza generazione. A cosa servono queste armi? La produzione di queste armi micidiali e riempire i depositi di queste servirà forse alla diffusione della pace e della democrazia? Oppure queste armi serviranno a minacciare i governi ed i popoli? Fino a quando i popoli del mondo dovranno vivere minacciati dalle bombe nucleari, batteriche e chimiche? Le potenze produttrici di queste armi quali responsabilità hanno e come vengono chiamate a rispondere delle proprie azioni dinanzi alla comunità internazionale? Mi chiedo se i popoli di questi paesi siano d’accordo sul fatto che la loro ricchezza venga impiegata per la costruzione di queste armi distruttrici. Invece di appoggiarsi alle armi micidiali ed alle bombe, non si potrebbe contare sulla giustizia, l’etica e la ragione? Quale dei due sono più vicini alla pace, le bombe o la ragione? Se ci fosse ragione, etica e giustizia, le radici dell’oppressione andrebbero bruciate e le minacce distrutte. Non rimarrebbe nulla in grado di causare conflitti dato che la maggior parte dei conflitti nel mondo sono causati dalla mancanza di giustizia e dall’ambizione. Tutti i popoli amano la giustizia, la accolgono a braccia aperte e sono disposti a fare sacrifici per difenderne l’esistenza. Se le potenze mondiali innalzassero la bandiera della reale giustizia, della pace e dell’affetto non sarebbero più amate del loro oggi, dedicato invece alla produzione ed alla diffusione di armi chimiche e nucleari? L’esperienza purtroppo esiste già e le conseguenze delle minacce e dell’uso delle armi le abbiamo già viste in passato. L’uso delle armi quale altro esito ha avuto se non quello di diffondere l’odio e la vendetta tra i popoli?
Secondo: l’occupazione dei paesi e l’aumento dei conflitti
Come era successo ad altri paesi, anche l’Iraq è stato occupato e sono 3 anni che l’occupazione continua. Non passa giorno senza che in Iraq gente innocente venga uccisa a sangue freddo. Le forze che occupano il paese non sono in grado di garantire la sicurezza. Nonostante la formazione del governo e del parlamento regolare, mani nascoste lavorano per istigare le divergenze esistenti nella società iraqena e creare una guerra civile. Non esistono elementi che possano testimoniare un serio interesse delle forze di occupazione alla lotta contro l’insicurezza. Infatti, un numero elevato di terroristi sono stati arrestati dalle forze irachene ma per ragioni sconosciute le forze di occupazione hanno disposto la liberazione di questi individui. Appare che la fomentazione delle violenze ed il terrorismo costituiscano una giustificazione per la presenza delle forze straniere in Iraq. In simili circostanze, a chi si deve rivolgere il popolo iraqeno? Dove deve sporgere denuncia il governo iraqeno? Chi è garante della sicurezza dell’Iraq? L’insicurezza in Iraq influenza negativamente l’intera regione. Il consiglio di sicurezza è in grado di fare qualcosa per per l’instaurazione della pace e della sicurezza in Iraq mentre le potenze che lo occupano sono a loro volta membri permanenti del consiglio di sicurezza? Il consiglio di sicurezza è in grado di prendere decisioni imparziali su questo tema?
Osservate la Palestina. La radice dei problemi di questa terra va trovata nella storia della seconda guerra mondiale. Con la scusa di sostenere parte dei reduci del conflitto, la terra palestinese è stata occupata e milioni di autoctoni della zona sono stati costretti alla fuga. Le terre occupate sono state regalate ad un numero ridotto di reduci del secondo conflitto mondiale e poi gente proveniente da tutto il mondo che non aveva avuto nulla in comune con la guerra è stata radunata in Palestina dove è stato fondato un governo. Un governo creato in una terra che non era sua e con una popolazione che non apparteneva a quella terra e che proveniva dalle diverse parti del mondo; e questa fondazione è avvenuta a costo di sottrarre la terra a milioni di persone. Questa è una grande tragedia che non ha precedenti nella storia umana. Ancora oggi i profughi vivono nei campi ed alcuni di loro hanno detto addio alla vita senza vedere avverato il sogno di ritornare nella loro terra d’origine. Esiste una qualsiasi forma di ragione o legge in grado di definire legale una simile azione? Esiste tra i membri delle Nazioni Unite, un paese che accetterebbe che al suo paese venisse riservato un trattamento simile? Il pretesto per la fondazione del regime che occupa la Palestina è talmente mediocre che alle persone non viene nemmeno dato il permesso di parlarne; altrimenti, con il chiarimento della questione, inizierebbe a mancare una filosofia per l’esistenza del regime sionista; ed infatti oggi questa filosofia non esiste più. Ma la tragedia non si conclude con la fondazione di un regime nella terra di un’altro popolo. Purtroppo dal primo giorno della fondazione, questo regime è stato usato dalle potenze come uno strumento per la creazione di instabilità, guerre, violenze e come un freno allo sviluppo dei paesi della regione. probabile che alcuni dei sostenitori di questo regime si offendano ma queste sono le verità, non si tratta di leggende. La storia è dinanzi ai nostri occhi.
Ma ancor più importante di quanto detto, vi è il sostegno illegale a questo regime. Osservate la terra palestinese. La gente viene bombardata nelle proprie case. I loro bambini vengono uccisi nelle vie e nelle strade e nessuno è in grado di difenderli, nemmeno il consiglio di sicurezza. Perchè? Dall’altra parte un governo viene eletto direttamente dal popolo in una piccola parte della Palestina ma invece di essere sostenuto da coloro che si dichiarano i difensori della democrazia, viene decimato; i suoi membri, i suoi ministri, i suoi deputati vengono arrestati sotto gli occhi del mondo. Quale consiglio o organizzazione ha sostenuto questo governo oppresso? Perchè il consiglio di sicurezza non puٍ alzare nemmeno un dito? Proprio ora voglio parlare del Libano: Per 33 giorni il popolo libanese viene bombardato ed un 1 milione e mezzo di persone rimangono senza tetto. Alcuni membri del consiglio di sicurezza di fatto si muovono in maniera tale da permettere all’aggressore del Libano di realizzare i suoi obbiettivi militari e per questo nei primi giorni il consiglio di sicurezza non puٍ far nulla per stabilire un cessate il fuoco. Il consiglio di sicurezza rimane ad osservare la scena tragica delle aggressioni ed i crimini di Qana si ripetono. Perchè? In tutti questi casi la risposta della domanda è ovvia. Fino a quando la causa del conflitto è all’interno del consiglio di sicurezza, questo consiglio non puٍ assolvere ai propri doveri.Terzo: il mancato rispetto dei diritti dei membri delle organizzazioni internazionali
Eccellenze, ora voglio ricordare alcuni dei soprusi che sono stati fatti al popolo iraniano: La Repubblica Islamica dell’Iran è membro dell’agenzia internazionale per l’energia atomica e firmatario del trattato NPT. Il nostro programma nucleare è trasparente, pacifico e si sviluppa sotto l’occhio attento degli ispettori dell’Aiea. Perchè a noi vengono negati i diritti riconosciutici esplicitamente dalle leggi internazionali? Quali sono i governi che ostacolano la nostra attività? Sono i governi che possiedono il ciclo di produzione di combustibile. Alcuni di questi paesi hanno usato la scienza nucleare a scopi non-pacifici come la fabbricazione di bombe nucleari ed hanno persino nel loro passato il demerito di averle usate contro gli esseri umani. Quale organizzazione o quale consiglio deve occuparsi di questa ingiustizia? Il consiglio di sicurezza è nelle condizioni di farlo? Puٍ impedire che il diritto dei paesi non venga negato loro e che alcune potenze non impediscano lo sviluppo degli altri paesi? L’uso del consiglio di sicurezza come uno strumento per la minaccia è molto preoccupante. Alcuni dei membri del consiglio di sicurezza che sono molte volte una delle parti in causa in una contesa internazionale, usano facilmente il consiglio per condannare la parte alla quale si oppongono e si sentono anche fieri di questo. La domanda è questa: ma che senso ha la strumentalizzazione del consiglio di sicurezza; quest’uso non mette in pericolo la credibilità del consiglio? Questo comportamento non influenza la vera capacità di questo consiglio nel creare la sicurezza?
Eccellenze, la riflessione sulle verità citate ci guida in direzione di un’amara conclusione: la giustizia è stata sacrificata a favore della prepotenza. Le relazioni internazionali, sotto la pressioni dei potenti, oggi sono anomale, ingiuste e discriminatorie. La minaccia nucleare delle potenze ha preso il posto del rispetto reciproco e della pace. La difesa dei diritti umani e della democrazia da parte delle potenze avviene solo quando questa difesa puٍ essere strumentalizzata per fare pressioni sugli altri popoli ed umiliarli. Ma se sono in gioco gli interessi delle potenze, concetti come la democrazia, il diritto dei popoli all’indipendenza, il rispetto dei diritti delle persone ed il rispetto dei diritti internazionali non hanno più alcun valore. L’esempio è il comportamento riservato al governo eletto della Palestina e quello riservato al regime sionista. Se in Palestina le persone vengono uccise, vengono costrette a lasciare le loro case, se vengono imprigionate senza motivo o vengono assediate nelle loro case e città, ciٍ non ha importanza ed in questo caso i diritti umani non vengono danneggiati minimamente. I paesi non sono giudicati in base alle leggi esistenti ed internazionalmente accettate; il fatto che un paese possa usufruire dei suoi diritti legittimi dipende dal volere delle grandi potenze. Apparentemente, il consiglio di sicurezza è solamente utile come garante degli interessi di alcune grandi potenze, ma se gli innocenti muoiono a migliaia sotto le bombe, il consiglio di sicurezza deve fare silenzio e non approvare il cessate il fuoco. Ma per il consiglio di sicurezza, che dovrebbe garantire la sicurezza nel mondo, questa non è forse una tragedia storica? Il sistema dominante oggi è tale da elevare al di sopra della volontà di 180 nazioni, quella di un’unica nazione che si autodichiara pari al volere della comunità internazionale. Questo paese si sente padrone del globo e ritiene di seconda classe le altre popolazioni.
Eccellenze, la domanda è questa: se il governo statunitense e quello inglese che sono membri permanenti del consiglio di sicurezza violano la legge internazionale quale ente dell’Onu è in grado di giudicarli? Un consiglio di cui loro stessi fanno parte ed in cui hanno un potere speciale puٍ condannare i loro crimini? ب mai successa una cosa del genere? Ma al contrario abbiamo visto che quando loro hanno un problema con un governo o un popolo lo trascinano al cospetto del consiglio di sicurezza ed assumono sia il ruolo di pubblico ministero, sia il ruolo di giudice e sia il ruolo di colui che mette in atto il verdetto della corte. Questo sistema è realmente giusto? Ma esiste una discriminazione o un’ingiustizia più palese di questa? Purtroppo l’insistenza adoperata da alcuni paesi imperialisti per imporre le loro politiche alle organizzazioni internazionali, tra cui il consiglio di sicurezza, ha screditato l’Onu dinanzi all’opinione pubblica mondiale ed ha messo in discussione l’efficienza ed il prestigio di questa organizzazione.
Eccellenze, fino a quando questa condizione è sopportabile? Osservate che il comportamento di alcune potenze, è oggi il più grande problema delle Nazioni Unite e degli enti collegati ad essa come il consiglio di sicurezza. La struttura e la metodica del consiglio di sicurezza non puٍ soddisfare le necessità della generazione attuale e le necessità dell’uomo di oggi. Questa struttura è una struttura che risale ai tempi del secondo conflitto mondiale. Oggi nessuno puٍ negare che il consiglio di sicurezza dell’Onu ha una grande necessità di credibilità e di efficienza. E bisogna ammettere che fino a quando questo ente non potrà rappresentare la comunità internazionale in maniera chiara, equa e democratica, non sarà ne credibile ne efficiente. Inoltre oggi è più che chiara la relazione diretta che esiste tra il diritto di veto e la perdita di credibilità del consiglio di sicurezza. Fino a quando questa struttura non verrà modificata, non si puٍ pretendere che il mondo venga ripulito dall’ingiustizia e dall’oppressione. Ma la popolazione mondiale oggi merita di essere governata con le leggi di 60 anni fa? Le nuove generazioni non hanno il diritto di decidere per il mondo in cui hanno intenzione di vivere? Oggi la riforma all’interno delle Nazioni Unite è necessaria più che mai. La giustizia e la democrazia ordina di rispettare il ruolo dell’assemblea generale dell’Onu come il principale organo di decisione di questa organizzazione ed è proprio il compito di questa assemblea salvare il consiglio di sicurezza dalla sua condizione attuale. Altrimenti almeno il movimento dei non-allineati, l’organizzazione dei paesi islamici e il continente africano devono avere ognuno un seggio permanente al consiglio di sicurezza con il diritto di veto in modo da bilanciare le forze all’interno del consiglio ed impedire l’oppressione dei paesi meno potenti.
Spettabile Direzione, Eccellenze d’altro canto, reputo necessario che l’etica ritorni a svolgere il ruolo che deve avere. Senza etica e senza tenere in considerazione gli insegnamenti dei profeti del Signore, non si possono garantire la giustizia, la libertà ed i diritti umani. La chiave dei problemi dell’uomo di oggi è la religione e l’etica. Se il rispetto dei diritti umani sarà veramente un valore, non ci sarà spazio per l’ingiustizia, la violenza e la guerra.
Gli uomini sono stati creati tutti da Dio e tutti hanno dignità e tutti sono degni di rispetto. Nessuno è superiore. Una persona o un governo non puٍ riservarsi un trattamento speciale e nessun governo deve ignorare i diritti degli altri governi. Non è giusto che un governo cerchi di dominare le organizzazioni internazionali e si contrapponga dinanzi alla volontà della comunità internazionale. I cittadini europei, africani, asiatici ed americani sono tutti uguali. Siamo più di 6 miliardi e siamo tutti uguali. La giustizia e la difesa della dignità sono le colonne sulla quale si puٍ costruire l’edificio della pace e della sicurezza mondiale. Per tale motivo il nostro messaggio al mondo è questo:
La pace e la sicurezza duratura nel mondo è possibile solo se prima si crea la giustizia, si da spazio all’etica, si rispetta la dignità umana e si impara ad amare. La pace, il progresso e la sicurezza è un diritto di tutti i popoli e tutti i governi. Tutti noi siamo membri della comunità internazionale e abbiamo il diritto di creare un mondo pieno di amore, affetto e giustizia.
Tutti i rispettabili membri delle Nazioni Unite sono influenzati dai fatti dolci o amari del mondo. Noi possiamo rendere migliore la vita di questa generazione e di quella che dovrà venire con decisioni ragionevoli e decise.
Noi aiutandoci, possiamo distruggere alle radici le cause dei mali che ci circondano e rendere dolce per le nostre popolazioni la vita.
In base al loro istinto, i popoli sono alla ricerca del bene, della perfezione e della bellezza. Noi, appoggiandoci ai nostri popoli saremo in grado di fare grandi passi per cambiare il mondo e spianare la strada per il progresso dell’umanità. Che ciٍ sia gradito o no da noi, primo o poi per volere del Signore la terra verrà dominata dal bene e dalla pace. L’importante è assumere un ruolo e dare un contributo a ciٍ che primo o poi si avvererà.
Il Signore, l’Onnipotente, il Clemente, che è il creatore dell’Universo è anche il possessore di questo mondo. Lui ci ordina di essere giusti; Lui chiede ai Suoi servi di operare il bene e di non commettere ingiustizie. Egli chiede ai Suoi servi di incoraggiarsi a vicenda nelle opere di bene e di sconsigliarsi a vicenda le opere ingiuste. Tutti i profeti del Signore, Adamo(la pace sia con lui), Mosé (la pace sia con lui), Gesù(la pace sia con lui) ed infine Mohammad (la pace sia con lui) hanno invitato l’uomo ad adorare l’Unico Dio, alla giustizia, alla fratellanza, all’amore ed all’affetto. In base al monoteismo e a valori come la giustizia, l’amore e il rispetto dell’uomo non si puٍ costruire un mondo migliore e trasformare l’odio in amicizia?
Io dichiaro ad alta voce che oggi il mondo ha bisogno più che mai di uomini giusti che amino la libertà e l’uomo e soprattutto dichiaro che il mondo aspetto veramente il Salvatore che tutte le religioni attendono.
Libia e Israele…
Continua la conta dei morti.
Dopo gli ultimi attacchi della Nato a Sirte il portavoce dei lealisti Moussa Ibrahim dichiara che sotto le bombe umanitarie sono rimaste vittime 151 persone.
Nel frattempo i ribelli, ma sarebbe meglio chiamarli con l’aggettivo giusto: i criminali, hanno dichiarato di aver occupato Sabha di controllarne il 100%.
Quello che spesso mi fa incavolare di queste notizie della Reuters è che danno per certo quello che affermano i criminali e per ipotetiche e non verificabili quelle dei lealisti.
Stranamente e visto la portata delle decisioni Onu sulla richiesta Palestinese alle nazioni unite Reuters tace la notizia che in Israele la vera minaccia alla pace non sono i palestinesi che cercano invano di mantenere un basso profilo, ma l’ esercito (IDF) e la Polizia israeliana che difronte alle azioni terroristiche degli estremisti ebrei-sionisti dei coloni che nelle ultime settimane hanno distrutto 8 moschee e continuato ad attaccare i palestinesi, non hanno catturato nessun responsabile.
Sembra infatti che lo Shin Bet (i servizi di intelligence interni) sia impotente difronte all’ondata di attacchi dei coloni nei riguardi dei palestinesi e al tempo stesso preoccupati per i risvolti che potrebbero avere nel caso che l’Onu accettasse le proposte di Usa ed Israele di rinviare il riconoscimento della Palestina e di lasciare che le parti si accordino.
Euro In-Out, qualche previsione?
Dopo un agosto da paura nelle borse europee e italiane, in cui i mercati hanno dimostrato ancora una volta il potere di infrangere tutte le regole lì dove queste sono state create per essere infrante; dopo una lunga lotta tra paesi decadenti (Spagna, Italia, Portogallo, Irlanda e Grecia) e quelli più “virtuosi (Francia e Germania) si scopre che molti dei politici europei hanno in serbo il germe del pessimismo nei riguardi del futuro dell’euro e dell’eurozona.
Eccone alcuni ben impostati dal sito di Zerohedge:
– Stephane Deo, Paul Donovan, and Larry Hatheway of Swiss banking giant UBS: “Under the current structure and with the current membership, the euro does not work. Either the current structure will have to change, or the current membership will have to change.”
– EU President Herman Van Rompuy: “L’Euro non ha mai avuto le infrastrutture necessarie che che richiede”
– Deutsche Bank CEO Josef Ackerman: “Non è‘ un segreto che numerose banche europee non sarebbero in grado di sopravvivere se rivalutassero il debito da loro posseduto nei conti”
– ECB President Jean-Claude Trichet: “We are experiencing very demanding times”
– International Monetary Fund Managing Director Christine Lagarde: “Gli sviluppi di questa estate hanno indicato che stiamo andando in una zona pericolosa (riferendosi all’euro)”
– Prince Hermann Otto zu Solms-Hohensolms-Lich, the Bundestag’s Deputy President: “Dovremmo considerare se non sarebbe meglio per l’Unione Europea e per la Grecia ristrutturare (manca un punto essenziale: ristrutturare a favore di chi?) il debito e quindi uscirne”
– Alastair Newton, a strategist for Nomura Securities in London: “We believe that we are just about to enter a critical period for the eurozone and that the threat of some sort of break-up between now and year-end is greater than it has been at any time since the start of the crisis”
– Former German Chancellor Gerhard Schroeder: “The current crisis makes it relentlessly clear that we cannot have a common currency zone without a common fiscal, economic and social policy”
– Bank of England Governor Mervyn King: “Dealing with a banking crisis was difficult enough, but at least there were public-sector balance sheets on to which the problems could be moved. Once you move into sovereign debt, there is no answer; there’s no backstop.”
– George Soros: “We are on the verge of an economic collapse which starts, let’s say, in Greece. The financial system remains extremely vulnerable.”(ha parlato uno dei maggiori fautori della crisi della lira del 1992)
– German Chancellor Angela Merkel: “The current crisis facing the euro is the biggest test Europe has faced for decades, even since the Treaty of Rome was signed in 1957.”
– Professor Giacomo Vaciago of Milan’s Catholic University: “It’s clear that the euro has virtually failed over the last ten years, even if you are not supposed to say that.”
– EU President Herman Van Rompuy: “We’re in a survival crisis. We all have to work together in order to survive with the euro zone, because if we don’t survive with the euro zone we will not survive with the European Union.”
– German Chancellor Angela Merkel: “If the euro fails, then Europe fails.”
– International Monetary Fund Managing Director Christine Lagarde: “There has been a clear crisis of confidence that has seriously aggravated the situation. Measures need to be taken to ensure that this vicious circle is broken”
– German Chancellor Angela Merkel: “L’euro è in pericolo… se non troviamo un accordo le conseguenze per noi in Europa sono incalcolabili”
E’ pacifico che i soggetti suesposti, molti dei quali interessati alle sorti dell’euro, abbiano ben presente il futuro che si profila davanti all’Europa, Italia compresa.
In questo pensiero macroeconomico, del quale non vediamo una via d’uscita se non quella di ripudiare il debito, appaiono all’orizzonte delle nuvole minacciose che si stanno assiepando in una parte del mondo che è sempre stata quella più delicata negli equilibri strategici dell’occidente. Parliamo del medio-oriente e di tutte quelle nazioni che, ad opera dei vincitori della seconda guerra mondiale, sono state create dal nulla; di fondo nazioni fantoccio, i cui confini, rivisti nei diversi trattati, hanno sovvertito le popolazioni, le culture e le abitudini. Basti pensare a tutta la fascia mediterranea dal Marocco alla Siria per comprendere che all’epoca della suddivisione l’unico interesse che animava i futuri vincitori era il controllo delle risorse energetiche e geopolitiche di quella parte di mondo occidentale nei riguardi del blocco sovietico impedendo di fatto all’URSS di potersi affacciare alle sponde del Mare Nostrum e il controllo delle risorse immense del continente africano.
A distanza di 66 anni (un bel numero cabalistico, per chi ci crede) i fatti contingenti non fanno sperare che quanto creato allora abbia ormai raggiunto un equilibrio tale da rasserenare gli animi dei diversi popoli. Le così dette primavere arabe, sono una rappresentazione di come alcune forze estranee al Mediterraneo intendano procedere per riordinare gli equilibri ridisegnando, con molta probabilità, l’intero panorama sud europeo. Gli avvenimenti a cui assistiamo ormai da anni in quell’area e così pure in Europa, non possono non far pensare che a guidare determinati sovvertimenti nazionali siano gli stessi stati oggetto delle rivoluzioni interne. La Libia, come la Siria, l’Egitto, la Tunisia sono emblematici per farci capire che a soffiare non è la coscienza del popolo, perché questo è un falso assoluto. Nessun popolo della terra ha mai cambiato nulla se non spinto da altri, forniti di mezzi economici e finanziari tali da sostenere le spese necessarie alle rivoluzioni.
In un quadro così desolante che vede l’Europa ridotta a scendiletto dei mercati finanziari, il cui unico scopo è solo il profitto a danno della cultura e della morale di ogni popolo, il medio-oriente in subbuglio è pronto per un cambio estremo che ci porterà ad assistere da attori passivi, ma anche attivi in quello che tra poco tempo molto probabilmente accadrà.
Nel frattempo si osserva che Israele così come la stessa Italia ha subito un “downgrade” da parte delle note agenzie di “rating”. Svalutazione tanto peggiore quanto il fatto che a farla è stata proprio un’agenzia americana la Standar & Poor e se teniamo conto che il 28% delle esportazioni israeliane prende la strada degli Usa e un altro 30% viene esportato in Europa, la cosa si complica non poco. Il 7 agosto passato la borsa di Israeliana ha perso il 7% nel silenzio stampa europeo.
Qualche giorno fa un responsabile dell’IDF israeliano ha menzionato che le tensioni in corso in medio-oriente potrebbero portare Israele ad usare, localmente, delle armi di distruzione di massa e nel frattempo le tensioni tra Turchia e Israele sembrano non trovare quella pace che c’era prima del massacro compiuto l’anno scorso sulla Mavi Marmara: il blocco delle attività congiunte militari e la dura risposta di Erdogan alle pseudo scuse israeliane, l’espulsione dell’ambasciatore israeliano dalla Turchia e l’ultimo assalto in Egitto dell’ambasciata Israeliana, paiono puntare ad una serie di scenari futuri poco rosei.
Nel frattempo le richieste di Abu Mazen di far riconoscere lo stato Palestinese alle Nazioni Unite come membro permanente, mette in tensione quella sottile corda spesso strappata dalla codardia israeliana di pretendere più terra di quel che in effetti necessita, rubandola alle popolazioni palestinesi ormai ridotte allo stremo. I fatti dimostrano che Germania ed Inghilterra voteranno contro, così come farà anche l’Italia, rappresentata dal sionista di Frattini, il rimanente dell’Europa voterà quasi certamente per un percorso diplomatico: “Continuiamo a credere che sia l’unico modo per raggiungere la soluzione dei due Stati che il popolo palestinese auspica” è strano come funzionino certe cose: 66 anni fa fu creato lo stato di Israele in maniera unilaterale ma le Nazioni Unite lo ammise subito come membro permanente.
Il nostro inviato Pagliara, sionista pure lui, ci invia invece una pagina palestinese all’ultimo grido, carica di lustrini, di ricchezza e di palazzi in via di costruzione, con attività frenetiche di un popolo tutto sommato “senza grandi problemi”. L’immagine è quindi quella di una popolazione palestinese che non necessita di chissà quale diritto, perché a vedere le immagini e a sentire le parole di Pagliara i palestinesi stanno effettivamente bene: hanno lavoro, denaro, case, tutti i generi di prima necessità, divertimenti e quant’altro: cosa serve chiederne il riconoscimento? Anche lui, ben foraggiato dai servizi, propone la cosi detta hasbara (הסברה )
ovvero quel sistema di disinformazione che umilia l’avversario ingigantendo quella parte di informazioni che dimostrano l’esatto contrario della realtà.
Dall’altra parte del Mediterraneo la Turchia procede a grandi passi nella diplomazia bruciando anche quelle europee e colonialiste di Francia e Inghilterra. Erdogan non si lascia intimidire dai grandi della Terra e propone a tutto campo un fermo rifiuto alle sollecitazioni di Usa, Europa ed Israele di porre il veto all’Onu. Erdogan ha dichiarato più volte, anche in occasione della sua visita al Cairo, che è un diritto umano assoluto il riconoscimento dello stato della Palestina e che nessuna nazione si deve sottrarre al suo riconoscimento alle Nazioni Unite. Nel suo viaggio al Cairo ha poi tessuto rapporti commerciali e “militari” con il nuovo governo, al quale ha fatto seguito la risposta del Primo Ministro Essam Sharaf affermando che l’accordo di pace con Israele non è un diritto sacro e che potrebbe essere variato per il bene della regione egiziana. (“The Camp David agreement is not a sacred thing and is always open to discussion with what would benefit the region and the case of fair peace … and we could make a change if needed,”)
Ci troviamo quindi in una situazione di estrema difficoltà, dove le nubi di una guerra incombente sono sempre più minacciose, dove le economie mondiali si sono fatte deboli e le riprese economiche tardano ad essere il motore dello sviluppo umano (non ci credo, ma fa figo dirlo). In Europa, come sopra detto, quasi tutti gli economisti sono concordi che la via migliore per uscire da questa “impasse” economica e finanziaria (direi più finanziaria e conseguentemente economica) sia la ristrutturazione del debito pubblico o per altri un taglio netto con l’eliminazione del debito stesso. Non parliamo della situazione italiana perché già molti hanno le soluzioni ideali e tra queste ovviamente ci si mette anche il noto gufo finanziario Roubini e il massone di Mario Monti, osannato e portato in palmo di mano dai vari Goldaman Sachs, dalla Merkel, da Sarkozy e dagli altri amici con il grembiulino. (L’obbiettivo è semplicemente lo spezzatino della nostra terra con tutto quello che ci sta sopra e come ebbero a fare dal 1992 ad ora, adesso la pretesa di questi signori è quella di concludere quanto iniziato, ma ad un prezzo ancor più basso, visto il debito.), ma di quella più generale dell’Europa che secondo alcuni, potrebbero mancare pochi mesi se non giorni. Il fatto più inquietante è che all’ultimo secondo è arrivato il 7° Cavalleggeri a salvare il fondo schiena di qualcuno (Banche Francesi o Bank of America). Infatti stando alle ultime giornate di borsa s’è potuto verificare una cosa alquanto bizzarra visti i debiti in pancia: BNP Parisbas +22%, Credite Agricole +10%, Sociètè Generale +1,27%. Perché? La risposta è semplice, ovvero si sta pompando liquidità sulle banche maggiormente esposte nei riguardi di alcuni debitori e sui vari depositi in dollari: Bce, Fed e Boj pompano dollari nell’area euro. Gli istituti di credito internazionali (BCE, FED, BoE, BoJ, SNB) pronti a fornire liquidità all’Europa.
E’ evidente pertanto che dopo questa iniezione di liquidità si sta giocando con la credibilità delle diverse banche centrali. Stanno infatti circolando notizie circa la possibilità che l’Europa metta a punto un sistema simile a quello utilizzato in Usa per salvare le porcate dei banchieri e della Fed.
Il sistema prevedeva che la banca centrale acquistasse gli assetti tossici delle banche. Cosa che avvenne con puntualità. Lo stesso Timothy Geithner (sionista con doppio passaporto), segretario del Tesoro Usa, suggerisce ad una soluzione del genere per la banca centrale europea. Il fatto stesso che alcune banche francesi abbiano avuto un incremento molto elevato è una spia sui piani europei di un sistema finanziario ormai agli sgoccioli. La realtà vuole però che prima che bruci la baracca si tolgano dal fuoco iniziale tutte le opzioni che hanno portato a guadagni stellari banche, gruppi speculativi e finanziari. Ovviamente tutto questo sistema di ingegneria finanziaria non ha alcun riflesso sulle economie reali che anzi si vedranno costrette a limitare le proprie attività proprio a causa delle furbate finanziarie e per la mancanza di liquidità tutta impegnata in acrobazie speculative. I guadagni andranno solo da una sponda, mentre nella realtà l’azienda di Mario Rossi avrà difficoltà ad ottenere una linea di credito e sarà spinta a chiudere con evidente danno per la nazione e per i servizi sociali che ne derivano.
Può quindi l’euro in uno scenario del genre poter avere speranza? Assolutamente no! Esso, così come accade con lo SME, sarà costretto a chiudere i battenti e distribuirà a tutte la nazioni partecipanti i saldi negativi delle scorrerie della criminalità bancaria e finanziaria.
C’è quindi l’opzione della guerra in atto nel medioriente, guerra che sarebbe salvifica per quelle banche con le mani in pasta e con bilanci negativi, guerra che porterebbe incassi migliori, in cui le negatività di bilancio verrebbero distribuite nelle evidenti soluzioni debitorie degli stati con misure draconiane spingendo ad una austerità globalizzata.
«Benessere Italiani a livelli del 1999»…MAGARI !!!
Riporto in tonso un articolo del Blog “il Grande Bluf” del mitico e sempre bravo Beatotrader. L’articolo è furiosamente interessante e mette a crudo alcuni aspetti, sempre vivi sulla pelle di chi come me ha vissuto il passaggio dalla lira all’euro.
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Ieri leggevo sul Corriere:
Pil, Confindustria taglia le stime «Il benessere italiani a livelli del 1999»
e subito mi è sorto spontaneo un
MAGARI !!!!!!!
Infatti nel 1999 MOLTISSIMI ITALIANI stavano “moltissimo” meglio di OGGI….
ed avevano un maggiore Benessere a svariati livelli e da svariati punti di vista.
Vi faccio 4 paragoni della “serva” a livello puramente esemplificativo…
tenendo conto che ………….sono dei valori “medi” e che ci sono differenze sensibili da zona a zona e da abitudini di consumo ad altre abitudini di consumo.
Nel 1999…..
– con 1.500.000 di lire al mese vivevi abbastanza tranquillo
adesso ci vogliono almeno 4.000.000 di lire al mese (2.000 euro)
– con 100mila lire facevi una mega-spesa al supermercato da due carrelli o quasi
adesso con 200mila lire (100euro) ne riempi uno di carrello….ed è anche un carello mignon…
– nel 1999 compravi un bell’appartamento con 100milioni di lire ovvero circa 5 anni di entrate familiari
adesso ci vogliono minimo 400milioni di lire (200mila euro) ovvero circa 10 anni di entrate familiari
– nel 1999 mangiavi al ristorante con 30mila lire a cranio ed in pizzeria con 10mila lire
adesso ci vogliono almeno 60mila lire (30 euro) al ristorante e 32mila lire (16 euro) in Pizzeria…Nota a margine: Persino il Cinese è passato da 15mila lire a 15 euro!
– nel 1999 se avevi la fortuna di ereditare 500milioni di lire…eri un PASCIA’…
adesso se erediti 250mila euro hai un po’ più di benzina e di rilassatezza per 5 anni…
etc etc
Volete che vada avanti?
Che vi parli degli affitti, delle multe, delle tasse rifiuti od anche delle prestazioni di una zoccola??
Non mi sembra necessario….
O se volete ESTENDO IL DISCORSO…e vi parlo anche del posto di lavoro maggiormente sicuro e non una banderuola preda del vento della globalizzazione, se volete vi parlo della pensione sicura e non della Ponzi-INPS attuale che non ci assicurerà NESSUNA pensione, se volete vi parlo dei Giovani che trovavano dei posti di lavoro “normali” e “non sub-normali”…
Ma non mettiamo troppa carne al fuoco.
NON ERA L’EPOCA DELL’ORO
ed è chiaro che anche allora molte cose andavano male, molto male….
MA SE FAI UNA MEDIA….se fai una media….
Uno che arrivi oggi da Marte dopo un viaggio di 10 anni potrebbe dirmi…
Sì…hai ragione….i prezzi sono aumentati almeno del +100% ma anche le tue entrate saranno aumentate del +100%…
No?
Nooooo?
Non è forse cosììììì?
Ed io credo CHE TUTTI NOI IN CORO potremmo rispondergli: ma da dove cazzo arrivi???? Da Marte????
I prezzi sono aumentati minimo del 100% mentre le entrare sono salite al massimo del 50%…
Insomma INCULATA GALATTICA!
ECCO PERCHE’ ESCLAMO:
MAGARI FOSSIMO TORNATI AL BENESSERE DEL 1999!
Ci sono molte CAUSE per questo scatafascio
pe questo fallimento
per questa decadenza
per questo impoverimento
ci sono FIN TROPPE CAUSE!…Ed in questo blog le ho elencate più e più volte….
Ma IL RISULTATO FINALE MI SEMBRA PIU’ CHE EVIDENTE PER LA MAGGIORANZA DI NOI
a parte la Casta e le Corporazioni che gongolano e vanno in Yacht al Billionaire a 4.000 euro a serata….
APPROSSIMANDO & GENERALIZZANDO
SI POTREBBE RIASSUMERE COSI’:
LA TRASFORMAZIONE DEGLI ULTIMI 10 ANNI
INVECE CHE ESSERE UN’OCCASIONE DI INCREMENTO DEL BENESSERE MEDIO
SI E’ REALIZZATA COME UNA SBILANCIATA E CORPORATIVA RE-DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA DAI TANTI AI POCHI
VI SEMBRA UN POST TROPPO DEMAGOGICO?
TROPPO POPULISTA?
TROPPO ALL’AMATRICIANA?
Bene fatevi 4 conti in tasca….e vedrete che sono stato fin troppo SOFISTICATO….;-)
Bene, concludo con un po’ di dati “meno intuitivi”
e molto presto vi dirò qual’è la mia ricetta DI CONTRASTO A QUESTO SCATAFASCIO ITALIANO (e non solo…)
Prezzi: Consumatori,In 10 Anni +53,7%,Potere Acquisto -39,7%
domenica, 11 settembre 2011
dall’introduzione dell’euro, in dieci anni, i prezzi medi dei beni di largo consumo sono aumentati del 53,7% e il potere d’acquisto delle famiglie e’ sceso del 39,7%.
Alla vigilia del decimo anniversario dell’euro, nel nostro paese (la moneta unica entro’ a tutti gli effetti in vigore l’1.1.2002), le associazioni dei consumatori aderenti a Casper hanno fatto i conti sui rincari che si sono registrati negli ultimi 10 anni .
Gli risponderei quanto segue:
Tu non sai quante furibonde discussioni ebbi all’epoca per l’euro, sostenendo che non avrebbe prodotto nulla, mentre i miei avversari mi spaccavano le palle con le solite manfrine del debito pubblico e delle minchiate alla Giavazzi (uno dei tanti teste di cazzo da randellare finché non sputa baccalà dalla bocca).
All’epoca guadagnavo quasi 5.000.000 di lire al mese auto compresa e spese forfettarie a rimborso completo. Poi l’azienda ha delocalizzato, ha licenziato e ha fottuto tutti.
Io a cinquantanni mi son trovato a non trovare un cazzo di lavoro, troppo vecchio e troppa esperienza (rompe le palle ai giovani rampanti che pensano di sapere quello che non hanno ancora imparato) e troppo costoso, per poi invece scoprire che per insegnare ad usare un semplice foglio di calcolo ad una impiegata di 18 anni (stagista e licenziabile) ci mettono si e no più di 6 mesi, quando va bene..però hanno risparmiato, ‘sti coglionazzi!.
Imprenditori italiani sono di fondo dei fessi pecorari incapaci di fare squadra e con la testa vuota sempre tra le mani.
Ve lo assicuri e ne ho viste a centinaia, sopratutto nel Nord-Est che con la finanza in casa, con fabbriche da oltre 200 operai, difronte alle richieste della finanza di pagare le multe salate rispondevano: “non me ne frega un cazzo di nulla! Io chiudo mando a casa qualche centinaio di famiglie e voi raccogliete i cocci“. Questo è il pensiero industriale del Nord Est, ma non è molto lontano dal Marchoionne pensiero, altro miserrimo personaggio che meriterebbe la Crux Patibulata con la testa in giù.
Adesso non guadagno, vivo di una piccola rendita che prima o dopo finirà.
Dopo farò il ladro, forse il rapinatore e più probabilmente l’assassino (se ne avrò la forza)…dipende dal valore della cosa trafugata, che me frega. Viviamo in un mondo di ladri assoluti, perché anche quello pio-pio alla fine, se può, inchiappetta anche la vecchierella che ha lasciato la mancia sul tavolo per un altro morto di fame.
Troppo crudo? Troppo irrealistica, forse, ma a forza di tirare la corda qualche bolla sulle mani la fai e qualche calcio sugli stichi a qualcuno lo molli e non sia mai che si molli la corda tutti assieme, poi vedremo come se la passeranno quelli dall’altro capo, no?
La Turchia adesso può attaccare Israele
La prosopopea israeliana e l’indifferenza agli appelli internazionali di mediare le richieste palestinesi, come abbiamo visto, ha portato al disastro di Gaza con tutte le sue conseguenze e se a questo aggiungiamo che il maggior alleato di Israele (gli Usa) fa da eco alle pretese israeliane sui territori occupati, allora il cerchio si chiude.
La Turchia per contro, membro permanente della Nato, dopo l’aggressione subita sulla spedizione della Mavi Marmara, in cui furono assassinati dalle squadre speciali israeliane degli attivisti turchi, ha iniziato un percorso di affrancamento dal giogo sionista.
La strada che sta percorrendo non è certamente facile – all’interno delle forze turche armate (per lo più nelle alte sfere) sono ancora presenti moltissimi cripto giudei , i così detti Dunmeh, i responsabili del genocidio degli armeni – ma le diverse purghe che ha attuato recentemente e la denuncia di un potere (Ergenekon) parallelo allo stato turco ha in qualche maniera sfrondato la frangia pseudo-revanscista e ultranzionalista turca slegandosi dai lacci sotterranei che alcuni personaggi avevano tessuto con Israele molto prima della sua costituzione e di cui l’Italia s’era anche fatta partecipe.
Erdogan ha quindi preteso che Israele, macchiatosi di un infame delitto, oltre a chiedere scusa pubblicamente, risarcisse i familiari turchi delle vittime per il delitto subito, ma ovviamente la risposta israeliana è stata quella di puntare il dito dell’aggressione che avrebbero subito i militari dell’IDF, contro il blocco navale di Gaza e che pertanto non avrebbe avallato le richieste turche. Il resto è storia di questi giorni.
La Turchia come membro della nato ha in dotazione alcuni velivoli militari come gli F-16, in cui è montato un sistema di rilevamento radar capace di discernere tra velivoli amici e nemici. Detto sistema è l’IFF è l’acronimo di Identification, Friend or Foe – identificazione amico o nemico – e in base ad un database inserito nel radar il velivolo è capace di attuare le tattiche più opportune a seconda del segnale rilevato e di evitare che vi siano possibilità di errore umano del pilota di attaccare velivoli amici. Sulla base di questa politica Nato e forse anche in risposta alle offese subite, la Turchia ha fatto costruire dalla Military Electronics Industry (ASELSAN) un nuovo sistema Radar che rimpiazzerà quello in datazione agli aerei Nato e quello che è più rilevante è che nel database del radar nella lista dei velivoli amici non appare lo stato di Israele. C’è da notare che Israele NON fa parte della Nato, ma è comunque inserita nella lista dei paesi membri della Nato stessa.
Negev, 30.000 beduini strappati dalla loro terra.
Probabilmente la componente più violenta e distruttrice di Israele contro gli abitanti non-ebreidalla fondazione dello stato di Israele è stata le disuguale distribuzione e allocazione delle risorse. Nell’area C del West-Bank, quell’area designata dal Trattato di Oslo con il pieno controllo militare e civile israeliano, Israele ha dimostrato di controllare i palestinesi della Cisgiordania tramite l’assegnazione dei diritti di accesso alle risorse come l’acqua, l’energia elettrica e l’energia elettrica 10 volte inferiori a quelli dei nuovi insediati ebraici.
La privazione alle risorse lascia i palestinesi senza aiuto preda delle misure burocratiche che anche Kafka non potrebbe immaginare. Il sistema è semplice quanto infame e vigliacco: mettere in condizione i palestinesi di andarsene nell’area A, sotto l’autorità di controllo palestinese. La terra quindi non reclamata viene espropriata seguendo le antiche leggi ottomane.
E’ da notare che questa pratica non viene usata solo nei territori non-ebraici come la Cisgiordania, ma anche dentro Israele stesso contro i non-ebrei. Risulta infatti che secondo un piano israeliano (Prawer Paln) circa 30.000 beduini del Negev sono stati avvisati di lasciare quella terra, contro la loro volontà per far spazio ai nuovi insediamenti ebraici. La rimozione forzata è stata approvata dal governo israeliano.
Suppongo che non sia necessario commentare quanto quella specie di stato stia attuando. Parlare di pulizia etnica sarebbe inutile, tant’è che 81 senatori americani si sono recati in Israele a prendere ordini di come comportarsi in seguito sotto la guida dell’ ebreo-sionista americano Eric Cantor e Stany Hoyer.
Lo scopo della visita in Israele di un gran numero di senatori di ambo le fazioni è quello di spingere la Casa Bianca a mettere il bastone tra le ruote il mese prossimo quando l’Onu si dovrà pronunziare nei riguardi della richiesta palestinese di riconoscerne lo stato.
Gheddafi, pedina della Cia?
E’ un’idea che mi balenava da un po’ di tempo per la testa, ma non ho mai avuto occasione di riscontrare nulla che me la confermasse. Ormai la butto l’ì anche perché cercare nella rete è come cercare un ago in un pagliaio.
L’idea è semplice quanto, forse, stupida, ma mi sono chiesto, sulla base di alcune informazioni, perché mai non riescono a prendere Gheddafi e perché mai con tutte le armi a sua disposizione fra le quali dei missile molto ostici (SA6) che possono essere sia fissi che mobili, oppure come i SA7, spalleggiabili a ricerca Infrassa e quindi non rilevabile dei radar, ma molto pericolosi anche perché hanno un raggio d’azione di 5km, oppure ancora gli Stinger.
O dei famosi SA24 di fabbricazione russa temutissimi per la capacità di abbattere velivoli anche supersonici, insomma tutto materiale fornito da USa e Russia.
Molti arsenali sono finiti nelle mani dei ribelli, ma molti sono rimasti ai lealisti, eppure poco o nulla è stato effettivamente sparato e quei missili se azionati hanno una potenza di fuoco che fa rabbrividire. Anche in alcune riviste specializzate del settore degli armamenti ci si fa questa domanda.
Ebbene sulla base di queste poche notizie disponibili per tutti e sul fatto che Gheddafi sia un buon giocatore di scacchi, mi sono posto la questione cosa farei io se fossi nei suoi panni. Una domanda che non ha avutto nessuna risposta, ovviamente, ma a pensarci bene un dubbio mi appare in testa e si fonda sul fatto che Gheddafi nel corso della storia ha più volte cambiato casacca, passando dalle mani del mondo arabo a quello israeliano, contro gli Usa e a favore degli Usa. Un saltimbanco che a seconda delle imbeccate, sposta le sue pedine lì dove è più opportuno che siano. Certo l’ipotesi pare assurda, ma se si vuol dare credito alle baggianate che molti giornalisti recitano sui media non se ne viene più fuori e il gioco di chi vuol intorbidire le acque è realizzato.
Nello scenario attuale del mediterraneo che esploderà tra qui a poco, avere uno stato integro, in ordine e perfettamente attivo non è funzionale a determinati disegni in corso d’opera. Infatti ecco che saltano uno dopo l’altro Tunisia, Egitto, Siria (manca poco), Sudan, Yemen secondo la logica del Patriot Act e Libia. I mercenari inviati dall’Arabia Saudita, dal Qattar e dall’Iraq sono tutti ex lavoratori delle forze speciali che dallo scenario iracheno ed afghano si sono trasferiti in quello libico (i ribelli cirenaici saranno si e no qualche centinaio di persone) e questo spiega anche le efferatezze compiute contro civili, contro persone inermi e sui rapimenti dei bambini. Il loro lavoro è quello di destabilizzare, di abbassare il livello di “civiltà” di una nazione rendendo la vita difficile se non impossibile, ma sopratutto senza controllo.
Però anche qui la domanda è semplice, perché Gheddafi non affronta i ribelli? Perché non usa le armi in suo possesso? Perché non invia degli emissari a compiere stragi come ci vogliono far credere?
E’ possibile che Gheddafi sia stato scaricato ufficialmente dal gruppo di comando della Nato (Usa, Israele e Inghilterra e con il placet delle altre nazioni) e stia temporeggiando affinché le pedine dello scacchiere siano messe nella maniera giusta? Ma lo scacchiere quale sarebbe? Beh, la risposta è presto data: l’Iran.
Infatti eliminato l’Egitto, la Libia e la Tunisia, il Sudan e lo Yemen il gioco è quasi fatto. Il controllo del Mar Rosso è praticamente nelle mani Usa e Israeliane, quello del canale di Suez ugualmente e nessun paese arabo è adesso coeso al punto tale da difendere una nazione mussulmana attaccata come l’Iran. Nei fatti se diamo uno sguardo alle cartine geografiche vediamo che le uniche nazioni che potrebbero essere una spina nel fianco di questo piano da suicidio mondiale sono solo la Russia, la Turchia (sulla quale però ho alcuni grossi dubbi) e la Cina.
Delle due potenze una che forse potrebbe essere apertamente a favore dell’Iran è quasi sicuramente la Russia, vuoi per gli scambi commerciali e le forniture di petrolio. A tale proposito è interessante come nel sito di debkafile (un sito mantenuto dal mossad), si scorge un interessante scenario.
Allora visto quanto sopra potrebbe essere Gheddafi una delle tante pedine consenzienti per il prossimo disastro mondiale?
La gente dice…