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Gheddafi: un sanguinario da Premio Nobel.

30 Maggio 2011 Lascia un commento

Continuo a pensare e convincermi che la guerra di “liberazione” che stanno portando avanti i paesi della Nato (Italia, Usa, Francia, Gran Bretagna) sia sempre più una guerra delle banche, anzi del sistema bancario occidentale contro quello che il dittatore Gheddafi aveva instaurato nel suo paese.

Da destra a sinistra (compreso il Bersani) si paventa sempre più lo tsunami umano che dalle sponde libiche dovrebbe infrangersi sulle nostre coste. Però i dati Istat dicono altre cose:

Immigrati

Marocco: 365.908
Tunisia: 93.601
Egitto: 69.572
Algeria: 22.672
Libia: 1.517

I dati lasciano qualche perplessità su quello che i vari megafoni politici continuano a urlare.

Ma come ha gestito il paese il signore del terrore, come ce lo dipingono i vari Frattini?

Dagli anni novanta ad oggi ha usato le immense risorse del petrolio per fare  scuole, ospedali, università, dispensari medici nei villaggi, strade lastricate anche nel deserto, case popolari a bassissimo prezzo per tutti; ha fatto molto per la liberazione delle donne, mandando le bambine a scuola e le ragazze all’università (all’inizio il mondo universitario non le voleva!), varando leggi favorevoli alla donna nel matrimonio, abolendo nei villaggi le alte mura che delimitavano il cortile in cui stavano le donne.

Gheddafi è un dittatore che non ha dato la libertà di parola, ma ha iniziato ad educare il popolo libico controllando le moschee, le scuole coraniche, gli imam e le istituzioni islamiche, che in molti altri Paesi islamici (ad esempio in Indonesia, visitata di recente) sfuggono totalmente al potere statale, diffondono l’ideologia anti-occidentale e venerano “i martiri dell’islam”, cioè i kamikaze terroristi che conosciamo. In Libia assolutamente non è così. A Tripoli c’è un comitato di saggi dell’islam che prepara l’istruzione religiosa del venerdì e la diffonde con molto anticipo in tutte le moschee della Libia. L’imam locale deve leggere quel testo, se toglie o aggiunge qualcosa, a dirigere quella moschea viene nominato un altro.

Nel 1986 Gheddafi ha scritto al Papa perché gli inviasse medici ed infermieri per le strutture mediche che stava aprendo. Il Papa ha risposto mandandogli un centinaio di persone tra medici ed infermiere. Oggi in Libia ci sono un’ottantina di suore e 10mila infermiere soprattutto filippine, oltre a molti medici cattolici stranieri.

Gheddafi ha dissetato la sua gente, anche quelli della Cirenaica, da sempre suoi avversari, scavando per oltre 1000 metri di profondità per irrigare e portare acqua alle città attraverso il progetto Libya’s Great Man Made River Project pagato con i proventi del petrolio e non con i prestiti del FMI o della Banca Mondiale. (si veda l’articolo La vera ricchezza della Libia)

Vediamo se ci sono altre cose che possono contraddire. Anziché usare il ben marcio sistema del PIL, che non dice nulla, ma è un parametro basato sulle fandonie bancarie e finanziarie, andiamo a verificare l’indice di sviluppo umano (ISU) che è un indice comparativo dello sviluppo dei vari paesi calcolato tenendo conto dei diversi tassi di aspettativa di vita, istruzione e Reddito nazionale lordo procapite. È divenuto uno strumento standard per misurare il benessere di un paese. (fonte Wikipedia).

La Libia, il paese condotto da un sanguinario dittatore, si colloca al 53° posto, mentre la Tunisia al 81° posto, l’Algeria al 84° posto, l’Egitto al 101° posto, il Marocco al 114° posto e il Sud-Africa al 110° posto, tutti gli altri stati africani sono molto in basso nella classifica. Non male per un paese degradato, corrotto, gestito da un sanguinario pazzo. Però visto che la lista  è stata fatta dalle nazioni Unite, quelli della risoluzioni 1973, dovremmo crederci.

Andiamo a vedere altri indici come quello sulla disoccupazione che, toh!, guarda caso è del 4,8% (dati 2010), mentre l’Italia è all’8,5%, gli Usa al 9,5% la Germania al 13%. Ma allora è proprio un bastardo dentro ‘sta Gheddafi, no? Ma come fa ad avere questi dati vista la sua sanguinaria dittatura?

La risposta è semplice, quanto unica.

La Banca Centrale di Gheddafi è di proprietà dello Stato libico al 100% , pertanto emergono alcune cose:

  • la Libia è ai vertici dell’istruzione gratuita,
  • ai vertici dell’assistenza medica gratuita e di qualità,
  • ai vertici nella promozione familiare; a una coppia che si sposa lo Stato libico eroga 60.000 dinari (50.000 dollari) come prestito senza interesse e senza data di scadenza (in pratica restituiscono se possono, se vogliono, e quando lo ritengono giusto).
  • Tasso di inflazione del 3% (fonte: Cia)

Alcuni economisti, i cosiddetti “caga-sentenze“, direbbero che con una banca di stato, con prestito senza interesse, con scuole ed ospedali gratuiti il tasso di inflazione crescerebbe a dismisura, mentre invece la Cia riporta uno striminzito 3%. La Libia, con il suo pazzo sanguinario, aveva proposto nel 2009 la moneta unica africana (dinaro d’oro) per ovviare alle continue opere di dissanguamento economico che il FMI e la Banca Mondiale impone ai paesi africani. Gli unici che si opposero furono il Sud-Africa (la mano longa della City di Londra) e la Lega Araba (la mano longa del Club petrolifero mondiale sostenuta da Usa, Gran Bretagna, Olanda e Francia).

Ora, con la rivoluzione in atto ad opera dei ribelli cirenaici, si è già aperto una nuova banca la Central Bank of Benghazi (CBB) con la quale già gli stati belligeranti hanno inziato ad operare sulle transazioni petrolifere, in opposizione alla Central Bank of Lybia, ma sopratutto gestita da paesi che hanno tutto l’interesse economico, commerciale di affondare un progetto (qui le critiche del Financial Times, il covo dei ladri.) che per anni ha visto questo paese tra i vertici del mondo africano e non solo: una rivolta bancaria a tutti gle effetti.

Ovviamente non riporto i dati delle mancate forniture che si ripercuoteranno sulla nostra economia, sulla perdita delle commesse già siglate dalle nostre aziende con il governo del sanguinario dittatore. No, non le riporterò perché le ho già scritte, perché noi italiani, popolo senza spina dorsale, diamo le basi alla Nato, diamo gli appoggi logistici ai velivoli americani, francesi olandesi a perseguire uno stato di diritto solo perché i gruppi bancari vedono nel sistema libico una spina nel fianco. No, noi abbiamo quei criminali della sinistra che inscenano cortei per Ruby di quell’altro pazzo di Arcore, abbiamo cortei contro il velo, abbiamo le parole del massone comunista, vecchio laido infingardo di Napolitano. Noi abbiamo il parco vacche più nutrito del pianeta, ma non difendiamo i nostri interessi. Siamo in mano a dei grassatori (di destra o di sinistra non fa differenza) che giocano con le vite altrui e le nostre in nome di una libertà che corrisponde alla morte di migliaia di persone e in nome degli interessi bancari internazionali.

E l’Italia non si ribella.

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