Medioriente in fiamme nel Nuovo Ordine Mondiale (NWO).
Gli avvenimenti di questi ultimi giorni di gennaio e febbraio, sembrano scaturisce dalla fantasia di qualche coreografo di uno film d’azione.
Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Sudan, Siria, Giordania, Yemen, Bahrein, Oman, Qatar. Una cintura di paesi di fede islamica per lo più controllati controllati da governi europei e dagli americani.
Cosa sta realmente accadendo? Come è possibile che nell’arco di una manciata di giorni, l’intero medioriente vada in subbuglio, destabilizzando una delle regioni più delicate dell’intero occidente? Quali potrebbero essere le cause e le conseguenze di questo disastro incombente?
E’ inutile iniziare dall’uomo della pietra, ma è giusto che alcune cose siano chiarite per fare chiarezza di come è stata suddivisa la mappa geografica del medioriente senza voler pretendere di insegnare nulla a nessuno, giusto un rapidissimo riassunto.
- Con la fine della Prima Grande Guerra gli imperi Europei furono cancellati, così per l’impero d’Austria, l’Impero dello Zar di Russia e il Grande Impero Ottomano che per secoli aveva dominato tutto il medioriente.
- Nel 1916 in previsione dell’andamento vittorioso della guerra, Francia ed Inghilterra, firmavano un accordo per la spartizione e controllo del medioriente l’accordo di Sykes-Picot, in cui le zone di maggior interesse economico e strategico furono sottoposte al controllo francese ed inglese.
- Nel 1917, a seguito delle insistenze di Teodoro Hertzl e di alcuni suoi seguaci tra i quali il potente banchiere Lord Rothschild per la creazione di uno stato ebraico sionista, fu firmato la dichiarazione di Balfour in cui gli inglesi, tramite Arthur James Balfour, promettevano la terra promessa agli ebrei.
Andiamo a grandi passi e si arriva alla fine della seconda guerra mondiale con la conferenza di Yalta, di Teheran e di Potsdam, in cui le nazioni vincitrici si spartiscono il mondo mediorientale in funzione della loro influenza. I risultati di queste spartizioni furono la creazione di stati che prima non esistevano e che furono disegnati sulle mappe geografiche con matita e righello, tagliando di netto popoli, tradizioni e culture.
Da queste spartizioni, sotto influenza francese, inglese e americana, i governi eletti per gestire questo coacervo di popolazioni, per lo più mescolate in nazioni prima inesistenti, ebbero come risultato l’imposizione di regole ordinate dalle forze straniere con brutalità e massacri.
La presenza delle risorse energetiche più importanti del mondo in queste zone e la distribuzione geopolitica strategica, sono le vere cause dell’attuale situazione, ma tutto questo non spiega esattamente come e perché nazioni governate con il pugno d’acciaio e con repressione, siano state così solerti e rapide nel rovesciare ed aprire questo vaso di Pandora che è il medioriente.
Alcuni attribuiscono l’innesco di queste rivolte alle molteplici possibilità delle comunicazioni: telefoni, cellulari, internet e le varie reti sociali telematiche come Facebook, Twitter che permetterebbero di mettere in contatto diverse persone con gli stessi pensieri, ideali e con gli stessi problemi, accomunati dalla stessa tirannia o similari di governi avulsi dalle tradizioni, ma solamente interessati a sfruttare quanto più possibile a spese di interi popoli.
Questo potrebbe essere vero solo in parte se non si considera la presenza costante della National Endowment for Democracy (NED) sia una delle più attive associazione “democratiche” americane nel finanziare, tramite la casa bianca il Pentagono, la Cia e l’MI6, le opposizioni dei vari regimi che sin dalla fine del secondo conflitto mondiale ha agito indisturbata per essere poi riconosciuta apertamente dalle vari istituzioni nazionali agendo principalmente sui lavoratori tramite il (American Center for International Labor Solidarity – ACILS), sulle imprese tramite il Centro Internazionale per le Imprese Private (Center for International Private Enterprise – CIPE), l’Istituto Repubblicano Internazionale (International Republican Institute – IRI) e l’Instituto Nazionale Democratico per gli Affari Internazionali (National Democratic Institute for International Affairs – NDI). E’ probabile quindi che l’innesco per questa serie di manifestazioni e rivoluzioni siano state innescate dalle suddette ONG, ma di fatto si può obbiettare che gli interessi economici e finanziari del mondo occidentale compromessi come quanto accade abbiano subito e subiranno dei contraccolpi gravi.
Un’altra ipotesi, forse la più credibile, ma non ancora dimostrata, secondo alcune dichiarazioni dell’SVR (Russian Foreign Intelligence Service) indica che gli Stati Uniti stiano rivedendo i loro piani strategici egemonici mondiali concentrando le loro forze nel blocco del continente americano del centro sud.
Le motivazioni, starebbero nella diminuita capacità del mondo arabo (Arabia Saudita) di fra fronte alle richieste di petrolio per l’esaurirsi dei pozzi petroliferi, i cui costi di estrazione non giustificherebbero la presenza USA e il mantenimento delle strutture atte a difenderne gli interessi.
A questa prima ipotesi se ne aggiunge un’altra riguadagnante la costante carenza d’acqua e tale problema sembra essere uno dei principali motivi che spinge l’amministrazione Obama a cercare altri lidi.
Le mire espansionistiche americane nel centro e sud-America sono focalizzate sui giacimenti petroliferi scoperti di recenti e dalle materie prime necessarie a far funzionare la macchina bellica-industriale americana. Sembra infatti che nelle zone delle Antille (Haiti – Cuba) sia presente un vastissimo giacimento petrolifero e di Gas, tale da poter tranquillamente superare le forniture del mondo arabo. Non a caso gli Usa hanno riabilitato il gruppo navale Naval Forces Southern Command (USNAVSO) come principale elemento del United States Southern Command (USSOUTHCOM) designando la sua area di operazione nel sud- America, Centro-America, i Caraibi e le acque circostanti proprio nel luglio del 2010, e proprio il primo luglio del 2010 una flotta di 46 unità navali, 200 elicotteri, 10 Harrier e 7.000 soldati approdarono sulle coste del Costa Rica con la scusa richiesta dal governo costaricano per la lotta ai traffici della droga.
Le motivazioni di questa ipotesi, sarebbero quelle di slegare completamente l’influenza USA dal blocco occidentale concentrando le proprie attività (se così possiamo chiamarle) sull’America centrale e del sud creando una superpotenza legata ai stati del Nord e centro America (Canada-Usa- Mexico), ma le ragioni principali che starebbero dietro a questa strategia sembrerebbero essere (secondo il Pentagono) il cambiamento climatico dei prossimi 20 anni che causerà catastrofi e milioni di vittime, variazione della stabilità politica interna europea dovuto all’immigrazione selvaggia causata dalla siccità nei paesi arabi con le conseguenze che si possono immaginare.
Fonte: whatdoeitmean – eutimes
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11 aprile 2011 alle 09:06antitalia » Blog Archive » Borse chiuse, un danno per la finanza?
La gente dice…