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La falsità di Napolitano, massone comunista.

20 gennaio 2011 4 commenti

Tale e tanta è la protervia, l’arroganza, la demenza senile del nostro presidente della repubblica delle banane italiana, Napolitano, che alla cerimonia di inaugurazione di un monumento in onore a Alexander Dubcek si è sentito in dovere di rendere omaggio a quello che fino a qualche anno era suo nemico  che avrebbe sicuramente eliminato in un lager in Siberia.

All’epoca dell’invasione comunista della Cecoslovacchia da parte dei sovietici, il nostro benemerito demente era a uno dei personaggi più influenti del Partito Comunista Italiano (PCI). Epoca nella quale migliaia di persone in quella terra e nell’europa dell’Est sparirono proprio perché contrarie a quella invasione. Stranamente non risulta in nessuna testata giornalistica un discorso contro tale invasione, come non risulta nessuna parola a favore di Alexander Dubcek pronunciata da Napolitano.

Rinsavimento opportunista o alzeimer propizio?

Adesso, con la morte che gli tocca la spalla, il vecchio demente con la coscienza di un infame massone, cerca la mediazione terrena per salvarsi l’anima di fronte a quello che con un colpo solo gli stacchera la vita da quel fetido corpo che ha tradito gli italiani.

Però, leggendo l’articolo ‘‘i rappresentanti della Repubblica slovacca e della Repubblica italiana si siano ritrovati in un giudizio che valorizza, come è giusto, la personalità di Dubcek, che è stato davvero un campione degli ideali di libertà e anche di autonomia e di indipendenza nazionale”, viene da pensare che nella realtà il suo ideale è rimasto comunista come lo era allora, altrimente come potrebbe capire e definire Dubcek “un campione degli ideali di libertà” proprio lui che era a capo del partito più estremista e filosovietico e che l’avrebbe sicuramente fatto fucilare.

Fonte: Adkronos

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