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Internet: libertà di stato.
Cosa accade di così strano da impostare un titolo del genere? E’ presto detto.
Da più parti, per la realtà sempre dalla solita parte, molte voci si uniscono al coro di porre un freno ed un limite alla possibilità di espressione nella rete. La voce fuori dal coro, se isolata, non rappresenta mai un elemento di disturbo, ma quando i coristi cominciano ad ascoltare tale voce e di conseguenza intonarsi a quella o quelle voci fuori dal coro, succede che il direttore del coro non ci sta più. Smette la musica e riporta tutto al silenzio.
E’ quanto accade nella tanto libera e democratica USA dove molti personaggi stanno facendo terra bruciata, inventando in un sistema che metta il bavaglio alla rete ed alle sue molteplici possibilità di influenzare le persone.
Il mese scorso il presidente Obama ha creato dal nulla la FCC (Federal Commission on Communications) un ente preposto al controllo ed allo studio di come regolamentare la rete e le comunicazioni in essa esistente. I providers, secondo il capo della FCC (Julius Genachowski), dovranno allinearsi ad una norma di comportamento di “trasparenza” e di “circolazione” praticamente imponendo velocità diverse a seconda dei contratti e dei valori degli stessi (contratto più costoso=alta velocità). E’ evidente in questo proposta una limitazione, per esempio: i blogger utilizzando lo spazio loro concesso liberamente subirebbero la penalità di non aver più accesso o visite nei loro blogs.
Un altro membro della FCC, Michael Copps, ha espresso la possibilità di poter intervenire in quei siti che non si sottoporranno al “community value test” declassandoli a siti più lenti e meno visibili nella rete. Lo scopo giustifcato dallo stesso Copps è che “…Stiamo negando ai cittadini le notizie essenziali (Quali? Quelle del potere costituito)di cui necessitano per prendere decisioni intelligenti nel dirigere il loro Paese”, come dire che al popolo le notizie devono venire solo da una voce, giusto per non creare confusione. La stampa libera è in attesa di essere bandita!
Il problema è quindi che la massa enorme di informazione che viaggiano nella rete, un pò alla volta, cominciano a scalfire quella crosta di disinteresse che caratterizza spesso la media della popolazione americana, fatto questo che preclude il potere delle note testate giornalistiche americane come la Fox News, CNN e New York Times. Quindi chi informa, chi mostra le vicende che accadono sotto altri aspetti, chi critica e dimostra la sua tesi è malvisto e condannato al silenzio, quando non peggio ad una pallottola alla nuca.
Ovviamente nulla avranno da temere i blogs dei vari club sportivi o quello per puttane o pedofili, quelli non verranno toccati, così come non verranno toccati quelli della Monsanto o della Bayer o di altre multinazionali che inquinano il pianeta, perché sono proprio loro i sostenitori di questa politica negazionista e liberticida.
In Usa, per chi non lo sapesse, c’è già un documento che ha il potere di introdursi nei diversi blogs o nelle chat con qualsiasi porcata di stato: è il Cybersecurity Act of 2009 (S.773), attraverso il quale lo stato americano, in emergenza cibernetica, può attuare quanto in suo potere. Il caso di Wikileaks è stato uno di questi.
La gente dice…