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Archive for gennaio 2011

Arabi esclusi, tutte le risorse a Tel Aviv

30 gennaio 2011 Lascia un commento

Per anni, diverse compagnie hanno esplorato il bacino del Levante per il petrolio. I dettagli delle loro scoperte non erano conosciuti che dai dirigenti delle compagnie e dai politici. Tuttavia, le autorità israeliane hanno lasciato la società Noble Energy di rilevare i volumi riscontrati il 29 dicembre. Questa comunicazione che annuncia l’esplorazione dei giacimenti fino ad oggi congelati per motivi politici, è accompagnata da una campagna diplomatica per consentire a Tel Aviv (Israele) di sfruttare i giascimenti a danno di tutti i paesi rivieraschi (Libano, Palestina).

La società Noble Energy ha annunciato pochi giorni fa di aver scoperto un immenso giacimento a 130 km dal porto israelaino di Haifa [1] stimato in 450 miliardi di m3 di gas, mentre complessivamente nella zona sarebbero stimati oltre 700 miliardi di m3 di gas. L’esplorazione e sfruttamento del giacimento è stato affidato ad un consorzio internazionale formato dalla società statunitense Noble Energy, che ora possiede la maggioranza della quota del 40%, e le società israeliane Delek e Avner Oil Exploration.[2]

La U.S. Geological Survey, agente governativa americano, conduce delle indagini stimando che nel bacino del Mediterraneo del Levante ci siano delle riserve di gas naturale di circa 3.500 miliardi di m3 e delle riserve di petrolio per circa 1,7 miliardi di barili.

Il governo israeliano, con il sostegno di Washington, considera tutte le riserve energetiche trovate siano di sua proprietà, infatti il primo ministro per le infrastrutture israeliano Uzi Landau ha dichiarato che le riserve trovate porteranno beneficio non solo ai cittadini di Israele, ma permetteranno ad Israele di diventare fornitore di energia nella regione mediterranea.

Ma, come al solito con il sostegno Usa, Israele non tiene conto che la zona, oggetto delle indagini e dei futuri sfruttamenti, appartiene anche al Libano ed ai Palestinesi, poiché secondo la convenzione delle Nazioni Unite (ONU), uno stato costiero può esplorare e sfruttare le riserve “offshore” di gas e petrolio in una zona che si estende per 200 miglia marine dalle proprie coste (370km).

Secondo lo stesso criterio, le riserve appartengono in misura significativa anche per l’Autorità palestinese e secondo la stessa carta rilasciata dal  U.S. Geological Survey, sembra che la maggior parte delle riserve di gas (60%) è situato nelle acque territoriali e nel territorio di Gaza.  L’Autorità palestinese ha affidato la gestione a un consorzio di British Gas e consolidato Contractors (società con sede ad Atene, di proprietà libanesi), in cui l’Autorità detiene una quota del 10%.

Due pozzi, Gaza Marine-1 e Gaza Marine-2 sono pronti, ma mai entrati in funzione. Tel Aviv, infatti, ha respinto tutte le proposte formulate dalla Autorità palestinese del consorzio per l’esportazione di gas a Israele ed Egitto. I palestinesi hanno tanta ricchezza che però non possono  sfruttare.

Per catturare le riserve energetiche di tutto il bacino del Levante, tra il Libano e la Palestina, Israele usa la forza militare.  Due giorni fa, il Ministro degli Esteri libanese Ali al-Shami ha chiesto al Segretario Generale delle Nazioni Unite di fermare Israele, che sfrutta le riserve di energia che si trovano nelle acque al largo del Libano, mentre ministro Uzi Landau sostiene invece che questi depositi si trovano in acque israeliane e ha avvertito che Israele non esiterà a usare la forza per proteggerli. Israele minaccia quindi di attaccare il Libano di nuovo, come fece nel 2006, con l’intenzione anche di togliere la possibilità di sfruttare i giacimenti offshore [ 3 ].

Per lo stesso motivo Israele non accetta uno Stato palestinese, poiché il suo riconoscimento significherebbe riconoscere la sovranità palestinese su una larga quota di riserve di energia, che Israele vuole prendere.  E ‘principalmente per questo scopo è stato lanciato l’operazione “Piombo fuso” nel 2008-2009 e poi ripreso a Gaza nella morsa dell’embargo. Allo stesso tempo le navi da guerra israeliane controllano tutto il bacino del Levante, e quindi le riserve offshore di gas e petrolio, nell’ambito del “Dialogo Mediterraneo”, operazione della NATO, in cui anche L’Italia contribuisce per la sicurezza e la stabilità della regione.

(Ndt: E’ possibile che gli avvenimenti di questi ultimi giorni in Tunisia, Egitto abbiano una relazione con queste scoperte energetiche? Una domanda alla quale è difficile dare una risposta, ma la posta in ballo è immensamente grande, sia per il valore economico che per quello geopolitico e Usa ed Israele difficilmente lascerebbero questa posta sul banco senza giocare una carta. )

[1] « Noble Energy Announces Significant Discovery at Leviathan Offshore Israel », communiqué de la firme, Houston, 29 décembre 2010.

[2] Le consortium est composé à 39,66 % par Noble Energy, à 22,67 % par Delek Drilling, à 22,67 % par Avner Oil Exploration et à 15 % par Ratio Oil Exploration. Cependant Delek et Avner sont détenus par les mêmes mains, qui contrôlent donc en réalité de 45,34 % du consortium, tandis que Ratio Oil représente des investisseurs conduits par la Banque d’Israël. Ndlr.

[3] « Israël attaquera t-il le Liban pour lui voler son gaz ? », par Alfredo Jalife-Rahme, Réseau Voltaire, 18 août 2010.

Fonte: voltairenet

Traduzione: Pitocco

Quale Shoah commemorare? (Parte II)

27 gennaio 2011 Lascia un commento

Il coro è assordante, strabordante di leziosità, volgare, eccessivo e stucchevolmente scontato, spesso pacchiano e acritico. Questo è quanto si percepisce dalle innumerevoli dichiarazioni sulla Shoah.

Napolitano, il vetero comunista che non ha mai rinnegato le sue amicizie d’oltre cortina, ci insegna come dobbiamo rispettare la Shoah e non perde tempo a bacchettare tutti quelli che ormai non ne vogliono più sentir parlare, offrendo, invece, medaglie d’onore ai vecchi superstiti dei campi di sterminio.Napolitano ci insegna che “Il primo seme avvelenato, il primo germe distruttivo è quello dell’intolleranza, del nazionalismo e del populismo che si traducono in demonizzazione e in odio del diverso e dello straniero

Alfano, il lecchino di corte di sua immonda maestà di Arcore, addirittura sposa e sostiene la necessità di varare una legge che punisca chi non riconosce la storicità della Shoah. Per fortuna che nel mondo ebraico esistono persone con il senno e con la giustizia di chi ha sofferto realmente, è il caso di Ariel Toaff che dichiara L’idea stessa della legge è sbagliata. In primo luogo sarebbe lesiva della libertà d’opinione, anche della più aberrante, e aprirebbe la strada a altri tipi di limitazioni. E comunque i negazionisti continuerebbero finendo magari per passare da vittime“. (nda: la soppressione della libertà, di parola e di espressione di pensiero è anticostituzionale, infatti l’Art. 21 recita: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.)

E’ una lotta contro il tempo, contro l’inesorabile potere della dimenticanza, ma non si deve dimenticare, anzi è necessario porre dei limiti entro i quali far scorrere la legge che tutto guida e tutto sorveglia per punire per impedire e incarcerare anche la libertà di pensiero e di critica. Eppure non c’è verso di far capire a lor signori che la Shoah è una parentesi storica che purtroppo si ripete in diverse parti del mondo. Ma non c’è miglior sordo di chi non vuol ascoltare!

Non c’è un solo uomo che sia meglio dell’altro! Tutti hanno le mani sporche di sangue, di crimini contro l’umanità, di barbarie. Nessuno è indenne, ma solo un “popolo”, per grazia ricevuta da Dio, è superiore e migliore degli altri, quello di religione ebraica.  Solo loro hanno il diritto di esistere e di essere commiserati e venerati, gli altri, i goym (non ebrei), possono anche crepare, essere sterminati. (Secondo Israel Shahak, autore di “Storia ebraica, religione ebraica: nel peso di tre Millenni, il termine “esseri umani ” nella legge ebraica si riferisce esclusivamente agli ebrei.)

Infatti in Israele, nella terra promessa, si canta e si inneggia allo sterminio e nessun giornale, media nazionale o internazionale pone l’accento per il ribrezzo e la ferocia con cui alcuni rabbini incitano allo sterminio dei goymE’ lecito uccidere i Gentili (ndt:i non ebrei) tra le Nazioni, anche se non sono responsabili di minaccie”, aggiungendo:” Se uccidiamo un Gentile che ha peccato o ha violato uno dei sette comandamenti – perché abbiamo a cuore i comandamenti – non c’è niente di sbagliato nel loro omicidio “. L’autore di queste farneticanti parole il rabbinoYitzhak Shapiro e molti altri autorevoli rabbini Yithak Ginzburg e Yaakov Yosef, hanno raccomandato il testo in questione (The King’s Torah) come libro di studio nelle scuole dei coloni israeliani.

Questa la cultura della Shoah? Questa la cultura alla quale fa riferimento Pacifici: quella razzista e sionista incurante dei trattati internazionali (Rapporto Goldstone). Sarebbe quindi questo il messaggio di pace ed amore per i diversi che Napolitano ci vuole offrire “Il primo seme avvelenato, il primo germe distruttivo è quello dell’intolleranza, del nazionalismo e del populismo che si traducono in demonizzazione e in odio del diverso e dello straniero“. Le parole sono profetiche, ma dovrebbe avere il senno, ormai perso, di rivolgerle a coloro ai quali preme far vedere la sua devozione, il suo occhio di riguardo.

Quale Shoah commemorare? (Parte I)

26 gennaio 2011 Lascia un commento

Il 15 agosto del 1945 finiva la Seconda Guerra Mondiale. Da allora ad oggi sono passati 65 anni e nonostante il tempo trascorso ancora oggi c’è chi ci punisce per quello che i nostri nonni hanno compiuto in quel lontano periodo.

E’ il caso della Shoa, dello sterminio industrializzato delle comunità ebraiche europee, dello sterminio anche di quelle persone “diverse” come zingheri, polacchi, italiani, russi e tanti altri che sono stati offuscati dall’immane strage di quella guerra.

A distanza di tanti anni si ricordano solo alcune vittime e si dimenticano tutti gli altri che di fronte alla morte ed agli uomini, hanno tutti lo stesso peso; ma si insiste a volere commemorare solo una parte dei morti, gli altri, come diceva Mao-Tze Dung, sono bricciole che cadono dal tavolo.

Non c’è nulla di peggio di chi nega quanto è accaduto, di chi credo alla montatura sionista per il senso di colpa generalizzato e così che la negazione diventa il diritto di agire, il diritto di sovvertire, il diritto di compiere atti di inumana crudeltà.

Così che la negazione diventa il paravento per altri misfatti. E’ il caso della negazione dei massacri compiuti in Cecenia, di quelli contro gli armeni (1,5 milioni) ad opera dei Giovani Turchi, seguaci di Sabbath Zevi, convertiti all’islamismo per convenienza, di quelli compiuti contro i Curdi, di quelli sterminati in Russia durante il periodo bolscevico (60 milioni), di quelli sterminati da Pol-Pot (1,7 milioni) e di quelli di Gaza e Sabra el Shatila e tanti altri che si perdono nella memoria dell’uomo perché volutamente cancellati per convenienza.

Quelli, sono molto diversi da quelli perpetrati dai nazisti? Dobbiamo distogliere lo sguardo per osservare solo quello che è stato fatto ad un gruppo di religione ebraica, oppure è umanamente più corretto considerare tutti come il risultato di una follia imperante come gene congenito dell’umanità.

Non c’è un giorno della shoà, ma la giornata della memoria di tutti i massacri di tutti i colori e nessun massacro e meglio o peggio di un altro, perché prodotti dalla ferocia dell’uomo sull’uomo.

Tutti da punire senza distinzione di colore, razza, perché i carnefici non hanno colore, ne razza, ne bandiera, ma sono solo al servizio delle più basse ed infime menti umane che mai Dio abbia potuto creare.

Il silenzio è d’oro.

24 gennaio 2011 Lascia un commento

Ci alcuni processi, che da tempo si stanno celebrando in Italia e che vedono coinvolti in reati gravissimi soggetti di primissimo piano delle nostre istituzioni, di cui i media non parlano, come se non esistessero.

Primo fra tutti, il più nascosto, è il processo che si sta celebrando a Brescia a carico del Generale Delfino accusato di concorso nella strage di Piazza della Loggia. Imputati nello stesso processo troviamo Pino Rauti (suocero del sindaco di Roma Alemanno), Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Maurizio Tramonte e Giovanni Maifredi.

Ma, da lungo tempo, si sta celebrando anche il processo a Milano a carico del Generale dei Ros Gianpaolo Ganzer, del magistrato Mario Conte e di altri 23, tra ufficiali e sottufficiali dei Ros. L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, peculato e falso.

Altro Generale dei Carabinieri sotto processo, questa volta a Palermo, è il Generale Mori accusato, insieme al coll. Obinu, di favoreggiamento aggravato per aver agevolato Cosa Nostra, nello specifico di aver favorito la latitanza del boss Bernardo Provenzano.

Tre Generali dei Carabinieri sotto processo per reati gravissimi e i media, praticamente, non ne parlano.

Ma la cosa non è diversa per i processi a carico di politici, basti pensare al processo d’appello al senatore Marcello Dell’Utri, condannato in primo grado a per concorso esterno in associazione mafiosa a nove anni di reclusione e a due anni di libertà vigilata, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Identica cosa per il processo ad Antonio Bassolino accusato, insieme ad altre 28 persone, tra cui alti dirigenti di Impregilo, di frode in pubbliche forniture, alla truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, abuso di ufficio, falso e reati ambientali commessi nel periodo in cui era Commissario Straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania.

Altro processo di cui non si parla è il processo Hiram, ovvero un processo che vede coinvolti, in un’associazione a delinquere finalizzata ad aggiustare o ritardare (al fine di far prescrivere i reati) i processi in Cassazione, mafiosi, massoni, avvocati, poliziotti e preti. Eppure, anche in questo caso nulla.

I media, che ci hanno sommerso di articoli e trasmissioni sui processi a Vanna Marchi, alla Franzoni, a Meredith, ecc… di questi processi non parlano.

Fonte: Solange Manfredi

Storie passate per non dimenticare.

23 gennaio 2011 Lascia un commento

Stato della Palestina (Operazione Genocidio:  Piombo Fuso)

Dopo la bufera le notizie di solito si possono leggere con più calma e da più parti. Questo è il caso di quello che capitò durante l’operazione “Piombo Fuso”.

Dal quotidiano Indipendent.uk in un articolo “Israel’s dirty secrets in Gaza” si legge quanto segue:<< Gli Israeliani fecero lo sforzo necessario per evitare danni civilio palestinesi, ma le testimonianze successive, fatte proprio dai militari che operarono in Gaza appaiono diverse a quelle ufficiali.>>

<<Uno dei testimoni spiega accuratamente come poterono abbattere una donna anziana a 100 metri dalla loro posizione, mentre un’altro soldato descrive come una madre con dei figli fu colpita da un cecchino perché aveva sbagliato la strada da prendere dopo gli avvertimenti delle forze israeliane.>>

Un altro ancora descrive che il gruppo di comando diede indicazioni precise su come si doveva procedere: <<Entrare nelle case, passare piano dopo piano ed eliminare tutti gli abitanti delle case che si fossero trovati davanti, senza distinzione di sorta.>>

L’articolo precisa che ogni atto individuale di intolleranza attuata contro i civili sarà esaminata dal governo israeliano.

Strano che la fazione ebraica, anche italiana, sia ostile al Rapporto Goldstone dell’Onu, forse si vuol nascondere le nefandezze compiute dalle squadre della morte?.

Bosnia 1995: può uno stato Criminale fare affare con i criminali? (by Gilad Atzom)

Il giornale israeliano Haaretz.com riporta che un cittadino israeliano Aleksander Cvetkovic, è sospettato di aver partecipato allo sterminio di almeno 1000 mussulamni bosniaci a Branjevo vicino alla città di Zvornik.

Cvetkovic, è stato arrestato a seguito della richiesta del governo della Bosnia Erzegovina per il sospetto di aver partecipato all’uccisione di 1.000/1.200 persone.
Quel periodo di 10 giorni della guerra di Bosnia fu etichettato come il massacro di Srebrenica. Nel 2006 Cvetkovic emigrava in Israele assieme a sua moglie ricevendo la cittadinanza israeliana. Il difensore di Cvetkovic, Vadim Shub, ha aggiunto che il caso non verrà trattato e che nons arò questo il motivo per cui verrà estradato una persona accusata di tale misfatto. Il caso vuole che in Israele sia pieno di criminali di guerra (Shimon Peres, Tzipi Livini, Ehud Olmert ed Ehud Barak tra molti altri) con le mani sporche di sangue più di Cvetkovic e che quindi non provvederà a dare alcuna estradizione che potrebbe quindi creare un precedente penale anche a carico degli altri al tribunale per i diritti dell’Uomo.

Le modalità delle esecuzioni a cui prese parte Cvetkovic si realizzarono in fucilazioni di donne, vecchi e bambini imprigionati, fatti avanzare a gruppi di dieci, bendati e fucilati sul posto. Successivamente i soldati, tra i quali anche Cvetkovic avrebbero finito le persone ancora vive con un colpo alla nuca per evitare che vi fossero testimoni.

A questo proposito viene da chiedere quale sia l’integrità dei cosi detti israeliani cacciatori di nazisti  dietro la notoria operazione “Last-Chance” e se il caso di Cvetkovic rientra nel genocidio in generale o solo come crimini contro gli ebrei.

25 tonnellate di esplosivo…

22 gennaio 2011 Lascia un commento

La cura chirurgica.

 

Fa ridere, fa piangere, imbarazza? No! E’ la vera realtà della pace di un villaggio afgano colpito dalle forze americane con un bombardamento per snidare le forze “terroriste“.

Che forza, no? Che meraviglia impressionante quanto può fare la tecnica applicata alla guerra contro civili e contro case di fango e campi coltivati.

La vera cultura, la vera intelligenza, la vera strategia di guerra si vede da queste piccole parentesi di amore per il prossimo, per la caratteristica con cui comandanti vestiti di tutto punto, ignoranti delle realtà mondiali che non sia una partita di baseball o di una sniffata di coca o di una bottiglia di alcool, applicano al di fuori di quel cesso di federazione di ignoranti che sono gli USA.

Succede, purtroppo, come accadeva in Vietnam: bombardamenti a tappeto in cerca dei viet, anzi no, dei terroristi, ovvero di quelli che difendono la loro terra dagli invasori.

Lo scorso ottobre, un gruppo americano in Afghanistan ha ridotto in polvere un intero villaggio in pochi minuti.  Situato nella fertile valle di Arghandab, Tarok Kolache è diventata (per gli americani) una fortezza talebana da estirpare, ma come sempre accade alle forze USA, trovandosi di fronte la impenetrabilità hanno usato la tecnologia “chirurgica”: radere al suolo tutto, così non si sbaglia mai.

Fonte: Veterans Today

La falsità di Napolitano, massone comunista.

20 gennaio 2011 4 commenti

Tale e tanta è la protervia, l’arroganza, la demenza senile del nostro presidente della repubblica delle banane italiana, Napolitano, che alla cerimonia di inaugurazione di un monumento in onore a Alexander Dubcek si è sentito in dovere di rendere omaggio a quello che fino a qualche anno era suo nemico  che avrebbe sicuramente eliminato in un lager in Siberia.

All’epoca dell’invasione comunista della Cecoslovacchia da parte dei sovietici, il nostro benemerito demente era a uno dei personaggi più influenti del Partito Comunista Italiano (PCI). Epoca nella quale migliaia di persone in quella terra e nell’europa dell’Est sparirono proprio perché contrarie a quella invasione. Stranamente non risulta in nessuna testata giornalistica un discorso contro tale invasione, come non risulta nessuna parola a favore di Alexander Dubcek pronunciata da Napolitano.

Rinsavimento opportunista o alzeimer propizio?

Adesso, con la morte che gli tocca la spalla, il vecchio demente con la coscienza di un infame massone, cerca la mediazione terrena per salvarsi l’anima di fronte a quello che con un colpo solo gli stacchera la vita da quel fetido corpo che ha tradito gli italiani.

Però, leggendo l’articolo ‘‘i rappresentanti della Repubblica slovacca e della Repubblica italiana si siano ritrovati in un giudizio che valorizza, come è giusto, la personalità di Dubcek, che è stato davvero un campione degli ideali di libertà e anche di autonomia e di indipendenza nazionale”, viene da pensare che nella realtà il suo ideale è rimasto comunista come lo era allora, altrimente come potrebbe capire e definire Dubcek “un campione degli ideali di libertà” proprio lui che era a capo del partito più estremista e filosovietico e che l’avrebbe sicuramente fatto fucilare.

Fonte: Adkronos

Roma, 11/maggio/2011, distrutta dal terremoto.

19 gennaio 2011 8 commenti

Futurismo, preveggenza, mistero? No semplicemente il titolo di un articolo apparso su “Il sussidiario” afferente ad una previsione fatta dal noto sismologo Raffaele Bedandi.

Sembra infatti che in quella data, dagli studi fatti dal sismologo, un tremendo terremoto dovrebbe abbattersi sulla città di Roma con conseguenze catastrofiche. Inoltre nelle sue previsioni un secondo terremoto, più disastroso, dovrebbe avvenire il 5-6 aprile del 2012.

Auguriamoci che non vi sia prova della sua previsione, ma nella storia di Bedandi si scopre che molti terremoti, compreso quello catastrofico del Friuli del 1976, furono previsti con una precisione sconcertante, mai presa sul serio dalle istituzioni (e quando mai?!).

Bedandi fu trovato morto in casa sua e non fu fatta nessuna autopsia per accertare le cause della morte.

Successivamente, sistemando i suoi carteggi, anni dopo si sono trovarono ben 103 previsioni delle quali 61 sono in relazione al nostro paese. Bendandi sosteneva che i terremoti potevano essere previsti con un certo grado di precisione basando la sua teoria sull’allineamento della terra con sole, luna ed altri pianeti che esercitano una certa forza gravitazionale sulla crosta terrestre tale da provocarne il movimento.

 

Palestinesi: ai forni!!!

17 gennaio 2011 Lascia un commento

Chi dice una cosa del genere verso un essere umano è normalmente tacciato di nazista, di persona che ha perso il senno, di un pazzo o di un fanatico che non ha nessun collegamento con le realtà terrene e invece a pronunciare queste parole sono stati alcuni pii rabbini ortodossi israeliani.

Il fatto è letto in un giornale ortodosso israeliano Fountains of Salvation che suggerisce che Israele dovrà creare dei campi di sterminio per annientarli come Amalek.

L’articolo attacca il rabbinato israeliano sulla discussione delle assegnazioni delle case dei nuovi insediamenti ebraici che come risultato portanto alla negazioni dei contratti di affitto o vendita delle case alla popolazione israeliana palestinese.  L’articolo prosegue denunciando che l’educazione deve essere impartita in maniera da seguire le regole della Torah e nell’ultimo paragrafo dell’articolo viene riportato:  “It will be interesting to see whether they leave the assembly of the Amalekites [Palestinians] in extermination camps to others, or whether they will declare that wiping out Amalek is no longer [historically] relevant.  Only time will tell…“. La traduzione non serve.

I rabbini nel corso dei secoli hanno sempre identificato la figura di Amalek in tutti coloro che combattono il popolo ebraico, da Amalek a Hitler a Barak Obama, ma questa pubblicazione è la prima che appare fomentando ed incitando l’odio razziale e il genocidio palestinese.

Le persone che stanno dietro a questa misera sceneggiata che comunque fa proseliti nelle frange meno abbienti ebraiche de coloni dei nuovi insediamenti, sono il Rabbino Capo del Saffed, Ramat Gan e Rabbi Avinar, quest’ultimo sospettato di abusi sessuali.

E’ evidente che non è possibile riconoscersi in questo genere marcio di ebraismo, perché non è possibile considerare che tutti gli ebrei abbiamo questo seme di follia e di criminalità, non è possibile che persone come Gilad Atzom, Shlomo Sand (from his book: A nation is a group of people united by a common mistake regarding its origin and a collective hostility towards its neighbours), Richard Silverstein (nda: l’autore dell’articolo) e tantissimi altri abbiamo nel proprio sangue le stille infami di questi pensieri obnubilanti la ragione. Ma è possibile che la destra ebraica intransigente che attualmente comanda in Israele, prenda spunto da queste folli dichiarazioni per mettere in pratica quanto è già stato fatto sulla striscia di Gaza.

Io sono Marchionne e voi non siete un cazzo!!

16 gennaio 2011 Lascia un commento

 

Non siamo più uomini; non abbiamo più neanche la vita balzana degli animali; siamo cose di cui solo gli altri possono disporre. Dobbiamo fare ribrezzo, per poter essere usati meglio da chi lo vuole; perchè una sola libertà ci rimane: quella di tradirci. (P.P.Pasolini)

E’ l’epilogo al quale abbiamo assistito in questi ultimi giorni dopo la votazione.

Operai, impiegati, schiavi, manodopera  d’Italia preparatevi e se già non l’avete fatto, comperate tanta vaselina che le prossime bordate saranno sempre più grosse e profondamente dolorose.

Grazie al Governo italico di massone memoria adesso possiamo vantare il titolo di stato europeo del terzo mondo, quello in cui 60 anni di battaglie sindacali, di lotte, di morti e di feriti sono serviti solo a ritornare al punto di partenza.

Complimenti anche a quelle testate giornalistiche che hanno tenuto bordone a Marchionne, alias i poteri che sapranno sovvertire l’ordine: La Repubblica, Il Corriere della Sera, L’Unità, Il Giornale, Libero e tanti altri allineati presi dalla morsa del denaro e della logica del potere.

Complimenti ai sindacati, venduti, collusi e totalmente disinteressati al bene comune.

Complimenti agli operai che per un pezzo di pane hanno saputo annullare i sacrifici dei loro padri, miseri ed infami come il popolo bue può solo fare, incapaci di vedere al di là della punta del loro naso, si sono lasciati trascinare nella fornace dell’omicidio dell’uomo.

Cosa potevano pretendere in più se non questo risultato???

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