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Rinnegare l’euro? Meglio la patrimoniale!

20 dicembre 2010 4 commenti

In borsa durante le contrattazioni, se un titolo tende a salire o scendere senza un motivo specifico è quasi certo che l’andamento è dovuto ad alcuni “rumors” (voci) o se si vuole pettegolezzi, che spesso hanno un fondo di verità. Quando esce la notizia, quella vera, gli speculatori hanno fatto già dei buoni affari e quelli che vi si gettano vengono immancabilmente spennati dal mercato. Capita!

In questi ultimi anni l’andamento dell’area euro ha avuto dei strani movimenti, dei balzi e sobbalzi, tutti indirizzati in una battaglia acerrima tra chi è pro e contro l’euro. Primo tra tutti la Goldaman Sachs e il noto finanziere Soros che già ebbe una parte molto negativa negli anni passati per aver affossato le monete allora circolanti: la lira, il marco e la sterlina inglese. Ma gli attori non stanno solo nei due suddetti, ma sono presenti anche nelle sale finanziarie di molte banche europee (Detuch Bank – Societé General – Interalpha – JP Morgan – Bank of America – Bank of England – Il Gruppo Rothschild – Banco de Santander – ecc.)

Sappiamo che tutto sembra nato dalla nota bolla speculativa dei “subprime” in USA e che da lì si sia espansa anche al resto del mondo, per ora la Cina resta fuori, per ora!

Nella realtà, ovvero per quello che ci è dato da capire, le cose stanno andando in maniera non troppo lineare come potrebbe apparire. Ci viene detto che la crisi è finita,  che la ripresa, anche se piccola, c’è e che le cose cominciano ad andare per il verso giusto.
Ne siamo certi?
No, perché pensando ai buchi dell’Islanda (che non sono stati ripianati dal popolo islandese, ma che hanno lasciato fallire le banche speculatrici) di cui non si parla più, di quelli dell’Irlanda e di quelli dell’Estonia, della Lituania, della Grecia, del Portogallo, dell’Ungheria, dell’Austria e della Svizzera che ci vengono sistematicamente taciuti, farebbe pensare che viviamo in un’isola felice. Ma invece, leggendo sui diversi quotidiani e nella rete, si scopre che più voci stanno prendendo in considerazione una ipotesi assurda, bocciata dai più inveterati economisti pattinati, quella dell’uscita dall’euro.

Paolo Savona, ex ministro e presidente del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, ha proposto che l’Italia si liberi del “cappio europeo che si va stringendo al collo“, considerando la convenienza di uscire dall’Euro o dall’Unione.  Ma non è l’unico, infatti da Bloomberg si legge un articolo di una nostra testa pensante Elena Carletti, la quale in un’intervista rilasciata al noto giornale ha espresso viva preoccupazione e suggerito una rapida ed indolore uscita dall’area euro senza troppi fronzoli, evitando tentennamenti ed accettando la contropartita di una certa inflazione che all’opposto verrebbe mitigata da un aumento delle esportazioni.

La preoccupazione nasce da un fatto semplice: il prossimo anno l’Italia dovrà ritornare ai suoi creditori la bella cifra di 250 miliardi di euro e sappiamo che non c’è alcuna possibilità che l’Italia sia i grado di rifinanziare il debito se non con le solite ed assurde scelte come la infame patrimoniale (abbiate fede che verrà applicata e in totale silenzio!!) che comunque non riuscirà a tamponare il buchetto, ma solo ad inacidire ancor più le persone e spingendo sempre di più la popolazione all’evasione e a qualsiasi sistema per frodare lo stato.

Un cane che si morde la coda in cui non c’è nessuna soluzione se non, per l’appunto come ha fatto l’Islanda, rifiutare il debito e rimetterlo ai creditori. Il fatto certo è che nessuno permetterà all’Italia di uscire dall’euro, perché quel governo che attuasse questa soluzione non è rappresentato dall’attuale e nessuno, nell’arco parlamentare odierno, è in grado di opporsi alle feroci bramosie di potere degli oligarchi finanziari che dell’Italia hanno fatto il loro cortile di casa.

Il paese Italia, anzi la penisola italiana, è un territorio estremamente importante per alcune nazioni, in primis per la Inghilterra.
La penisola italiana, data la sua posizione a poche miglia dalla costa africana e del medioriente,  controlla qualsiasi movimento di merci, uomini e potere. E’ inoltre una potente antenna anche sull’est europeo e le sue antenne sono rivolte lì dove altri nazioni non risescono ad arrivare.

Chi controlla l’Italia controlla tutto il meditteraneo e quanto in esso accade, ma pare che ai nostri politici questo aspetto strategico della nostra terra non interessi e le conseguenze le vediamo tutti i giorni.

Nota: è di oggi la notizia che la Banca d’Italia ha stilato un rapporto che quantifica la ricchezza delle famiglie italiane in ben 8.600 miliardi di euro!!! Bene, che vuol dire questa notizia? Semplicemente che si fa sapere al volgo che di denaro ce n’è a bizzeffe e che una “manovrina” (leggasi patrimoniale) non procurerebbe alcun danno se non in maniera molto limitata. Ci sta tutta e il prelievo potrebbe aggirarsi sui 30/40 miliardi di euro…(circa 500 euro a cranio, poi ci dovranno spiegare come fa un anziano con una pensione sociale di 420 euro a pagarsi la patrimoniale)
La tecnica della comunicazione è sempre la stessa: si fa conoscere un dato che appare importante senza però entrare nel dettaglio, si paventano giorni bui e fuori controllo se non si attuassero manovre drastiche per correggere l’andamento della nostra economia (quando invece è la salvaguardia dei grandi gruppi bancari), si pubblicizzano aspetti oltremodo negativi dai quali non si vedono vie d’uscita e oplà un sedicente ministro del tesoro o altro sconosciuto, lancia l’idea della patrimoniale che nessuno potrà mai contestare viste le premesse disastrose in cui giace l’Italia finanziaria ed economica. Questo perché chi si ergesse a contestare la scelta sarebbe tacciato di disfattismo e lui sarebbe il vero capro espiatorio del disastro economico e debitorio dell’Italia. ATTENZIONE…che se intendete disfarvi dei vostri beni in banca dovete fare i conti con la subdola azione dei stregoni al servizio dei cani da guardia dei ladri di stato. Come al tempo del governo Amato la patrimoniale venne applicata in maniera RETROATTIVA. Conviene caso mai spezzettare i propri conti in tanti più piccoli, o in libretti di risparmio, o impegnati in titoli di stato che andrete poi a liquidare post patrimoniale, fatto salvo che prima di percorrere queste strade è sempre e comunque utile informarsi sui costi per queste operazioni. Magari il costo totale supera quello della patrimoniale e alla fine avrete fatto guadagnare proprio quelli che ci guadagnano sempre: le banche.

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