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Finmeccanica: la vogliamo svendere?

6 dicembre 2010 2 commenti

Quello che si attuò negli anni passati con l’IRI ora sta accadendo anche con Finmeccanica.

Da più parti, dagli USA, dalla Francia, dall’Inghilterra e da Israele arrivano sempre più insistenti le notizie che minano la credibilità del nostro fiore all’occhiello dell’industria, l’unica rimasta, italiana. Certamente discutibile il suo campo d’azione che spazia dalle armi ai sistemi di controllo aerospaziale, ma in un mercato che non risparmia nessuno il compito di un Governo è quello di fare quadrato e mettere in salvo i propri tesori di fronte alle bordate della barbarie finanziaria e legale che si abbatte su Finmeccanica.

Solo questa mattina le azioni dell’azienda stanno perdendo terreno nelle contrattazioni di borsa, ma se si da uno sguardo nei giorni passati si capisce che la strategia è chiaramente vessatoria ad opera dei soliti attori franco-anglo-americani e israeliani.

Alcuni spunti: gli accordi bilaterali tra Russia e Finmeccanica hanno consentito a Finmeccanica di acquisire il 25 % con la Sukhoi Civil Aircraft: ciò in aperta contravvenzione con le norme, volute dallo stesso Putin, che limitano la partecipazione di capitale straniero nell’industria aeronautica russa, giustamente considerata strategica. Le due imprese dovrebbero costruire insieme un aereo civile a medio raggio, detto Russia Regional Jet. Il contratto valeva nel 2008 1,5 miliardi di dollari; nella cifra va compreso lo sviluppo del nuovo motore aereo SaM 146, che è russo-francese. Sarà  la Alenia, sussidiaria di Finmeccanica, ad acquisire la quota del 25%  della Sukhoi Civil Aircraft dalla «holding» Sukhoi, che è al 96% azienda di Stato.

Non ultimo la collaborazione con l’Iran, in cui Finmeccanica, affiancata da altre aziende italiane del settore, ha costruito una fonderia di alluminio a Bandar Abbas con la capacità produttiva di un milione di ton/anno.
Ahmadinejad l’ha inaugurata e noi italiani non l’abbiamo mai saputo.

E ancora, che dire della maxi commessa che l’azienda italiana ha avuto dal governo Pakistan per contrastare il terrorismo in quella terra fornendo al Pakistan i cosiddetti Mini-Global-Hwak che è un aereo spia tattico in grado di sondare metro per metro il territorio ed inviare le immagini ai centri di comando terrestri per una loro elaborazione. Il velivolo è stato progettato e realizzato da Selex-Galileo (una parte di Finmeccanica) con un raggio d’azione di 230 km e una autonomia superiore alle 12 ore.  Nel frattempo il Pentagono aveva posto dei veti di vendita ai paesi orientali per il timore che dati sensibili, contenuti nei velivoli, cadessero in mano ostile (?).

Finmenccanica non si è arresa a questi impedimenti e la sua attività si è rivolta anche ai paesi dell’Araba Saudita fornendo tecnologia, supporto e infrastrutture per la realizzazione di altri speciali vettori senza pilota umano in grado di volare per più di 30 ore a oltre 13.ooo metri.

Finmenccanica si trova anche nelle ferrovie russe in cui Cheuvreux stima in 750 mln di euro i ricavi potenziali derivanti dall’accordo tra Finmeccanica e le Ferrovie Russe per la controllata Ansaldo Sts. “Grazie a questo ordine e a quelli di Copenaghen e dell’Australia aggiudicati la scorsa settimana”, commentano gli esperti, “la raccolta ordini potrebbe raggiungere un valore pari a 3-3,1 mld di euro”. Non c’è che dire, una bella attività, e tutta italiana che esclude una buona parte di attori internazionali.

Ma seppur ricca nel suo portafoglio con ordini miliardari, come sopraddetto, sbucano da molte parti ombre e nubi che vanno a minare la sua potenzialità internazionale con il discredito, l’illazione e la calunnia. Il caso dell’AD Guargaglini è un esempio, molto simile a quello che accadde nel caso Lockheed. La stessa Bank of America ha cominciato assieme alla sua sorellina minore, Merrill Lynch a gettare discredito sulle quotazioni di borsa indicando nella società possibili cambiamenti di scenario. Inoltre è sufficiente visitare il sito della reuters per capire come questo gigante italiano abbia interessi che, nello scenario internazionale, possa portare a qualche problemino ai suoi concorrenti.

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