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Archive for 26 novembre 2010

Onestà: capitolo II°

26 novembre 2010 Lascia un commento

Avete sentito oggi quello che ha detto Tremonti circa la suddivisione della zona euro? Lui l’ha fatta molto dolce, senza traumi e senza particolari scismi italici/europei, ma la realtà si rifà alle condizione indicate in maniera molto chiara dalla Merkel e dal suo amichetto Weber, il quale pare essere il prossimo pupillo che andrà a comandare la BCE.

Il primo dei papabili alla Banca Europea era il nostro massone Draghi, ma ubi maior minor cessat e con molta correttezza il Draghi fa un passo indietro lasciando il tanto agoniato posto di comando al Weber che già comunque ricopriva quello di capo della Deutchbundesbank.
Capito come funziona nelle logge?

E pensiamo che questa gente sappia esattamente come funziona una busta paga di un povero impiegato di Lambrate o di Barletta o di altra città europea che a fatica porta a casa, se gli va bene, 1.200 euro? Questa gentucola, questo popolino, questo volgo non ha da sapere! E così è infatti!

Così come si diceva e come sostiene Tremonti “l’economia del centro-nord e’ diversa da quella del sud” si stanno preparando la divisione – economica – dell’Italia in funzione di un liberismo sfrenato attuato per onorare i feroci sostenitori della Lega che vedono nel federalismo (separatista aggiungo) la chiave di volta di tutti i problemi italiani, quando invece il vero disegno del quadro è oltre la Manica, paradiso fiscale, dal quale vengono dirottate le direttive su come intervenire localmente sulle questioni interne favorendo invece il controllo della gestione territoriale ad organismi ed istituti sovranazionali (Aspen Institute, Financial Stability Forum, Banca dei Regolamenti Internazionali, giusto per fare un esempio) che dell’Italia non hanno nulla da condividere se non la sua posizione strategica nel Mediterraneo.

Banche, banchine e mercanti del nulla!

26 novembre 2010 Lascia un commento

Eppur si muove! Così sembra che raccontasse Galileo Galilei al tribunale dell’Inquisizione. Ma mentre lui ne aveva ben donde nel dimostrare la sua teoria, dall’altra parte arrancavano in filosofie e teorie poco aderenti alla realtà allora conosciuta.

Qualche mese fa (luglio 2010) il sole24 ore riportava che lo stress test bancario aveva portato a dei risultati positivi. Nessun problema, il mercato monetario ed economico del mondo bancario poteva continuare la sua corsa criminale a rubare, defraudare gli stati e ad impedire che l’economia delle nazioni  sempre di più in crisi, facessero un salto di qualità.

Le banche italiane avevano superato l’esamino e così anche molte delle europee, mentre venivano bocciate alcune (Hypo Real Estate, la greca AteBank e le cinque casse di risparmio spagnole Diada, Cajasur, Espiga, Unnim e Banca Civica). Notate nulla?

Scommettiamo che non scoprite l’arcano? Mancano all’appello le banche irlandesi che, secondo lo stress test, superarono egregiamente seppur al 61° posto.

Da allora, e son passati pochi mesi, ci si accorge che l’Irlanda è alla frutta, anzi al ruttino finale postprandiale.
Nessuno si è accorto, nessuno ha avuto la forza di aprire il vaso di pandora, tutti hanno alzato il tappeto è gettato sotto l’immondizia tossica ed inquinante.
Tutti zitti: bastardi dentro!!! Connivenza, convenienza o malevola azione dei vari governanti compresi quei laidi che compongono la commissione europea che ricordo NON è eletta da NESSUNO. Non è dato da spere, mentre sappiamo che la situazione in Iralnda è tragica e la prossima a fare il botto sarà la Spagna ed il Portogallo: l’ordine con cui si succederanno gli eventi è insignificante.

Adesso però si levano gli scudi dell’intollerabilità di questi test, tanto che si vanno a riproporre per gli inizi del 2011 con una metodologia più severa, ma anche a luglio si diceva che erano sicuramente un parametro di riferimento, tant’è che al risultato degli stress test molti titoli delle banche coinvolte hanno visto schizzare i valori di borsa alle stelle (qualcuno ha speculato?), e, badate bene che parliamo solo delle azioni, perché se si va a vedere le opzioni o i derivati sulle banche si capisce quanto denaro è stato incassato.  Solo la borsa italiana il FTSE100 guadagnava il 2,68% il giorno del giudizio e i titoli bancari più rappresentativi Unicredito (+3,11%), Intesa (+4,74%), Montepaschi (+4,26%).  Se questa non è follia!

Nei fatti: – secondo gli ultimi dati della Banca europea dei regolamenti – l’esposizione delle banche Ue verso l’Irlanda ammonta ad oltre 600 miliardi di dollari, di cui 222,4 miliardi del Regno Unito e 205,8 miliardi della Germania. Più modesta la cifra dell’Italia, pari a 28,6 miliardi di dollari. “In questo momento – ha spiegato la portavoce del commissario Ue ai servizi finanziari, Michel Barnier – si sta lavorando con le autorità nazionali di vigilanza sulle banche per definire il calendario preciso e la metodologia dei test, per renderla migliore rispetto al passato, traendo la dovuta lezione dai precedenti esercizi” Ma insisto, 600 mld di dollari sono mica bruscolini, no? E dove cagavano (forma scatologica economica) quando scrivevano che andava tutto bene?

Stendiamo un pietoso velo e cerchiamo di capire alcune cose. Chi ci guadagna? Risposta: la Germania!

Nel 2008 Daniel Gross e Stefano Micossi analizzavano in un loro articolo la situazione: …le maggiori banche europee sono diventate non solo troppo grandi per fallire, ma anche troppo grandi per essere salvate (vedi tabella). Ad esempio, le passività totali della Deutsche Bank (che presenta un grado di leverage oltre 50!) ammontano a circa 2.000 miliardi di euro, più di quelle di Fannie Mae, pari a oltre l’80 per cento del Pil tedesco. Un numero semplicemente troppo grande perché la Bundesbank, o anche il governo tedesco, possa intervenire a salvarla, considerando anche che il bilancio della Germania è legato alle regole del Patto europeo di stabilità e crescita e che il governo tedesco, diversamente dal Tesoro americano, non può ordinare alla sua banca centrale di creare più moneta.
Allo stesso modo, le passività totali della Barclays ammontano a circa 1.300 miliardi di sterline (con un leverage oltre 60!), un ammontare superiore al Pil britannico. Fortis Bank, di recente apparsa spesso sui quotidiani, ha un leverage pari a “solo” 33, ma le sue passività sono molto più elevate del Pil del suo paese di origine, il Belgio. Dunque, i regolatori europei sono seduti su una bomba a orologeria.

E’ chiaro allora perché casualmente non s’è vista la pagliuzza dell’Irlanda e quella della Spagna?

Alt!!!! kein Problem…l’euro è salvo!!!!

26 novembre 2010 2 commenti

L’ha detto la Merkel in un suo discorso.

Ieri le cose precipitavano, oggi vanno già meglio, anzi le idee di fondo stanno prendendo forma su quello che sarà il futuro prossimo di questa mescola economica anziché politica e culturale che si chiama Europa.

Nella realtà i giochi più vicini alla minor perdita per la Grande Germania e per la Francia sono quelli di suddividere le zone economiche commerciali in settori tra loro omogenei e di riappropriare ai privati (ci si chiede chi sono questi privati: le banche?)le perdite
Un settore quello più nordico (Italia settentrionale – Germania – Francia – Polonia) avrebbe la possibilità di continuare ad usufruire dell’euro cos’ì come lo conosciamo, mentre l’altra parte, quella dei spendaccioni (Sud Italia, Grecia, Spagna e Portogallo) avrebbero la possibilità di essere legati all’euro in maniera un pochino diversa.

I secondi, per stare alla pari dei primi avrebbero la facoltà di “svalutare” quella parte dell’euro che non rientra nei famosi confini del trattato di Mastricht, però: ha ancora senso parlare di Trattato di Mastricht visti i risultati sempre più orrendi?
E poi la Germania, la vera causa del disastro economico europeo, pensa veramente di trarre vantaggio da questa suddivisione? In fin dei conti una svalutazione porta ad una maggior competizione commerciale e mentre il sud europa svaluta, il nord, fermo nelle sue posizioni cristalline, sicuramente non potrà essere concorrente se non svalutando a sua volta.

E siamo alle solite marco-lira o franco-marco.

Il problema di fondo è che la Germania e con essa tutte le altre nazioni che sembrano sane, ma non lo sono, hanno una paura folle che qualche pazzoide si stacchi dalla zona euro, perché in questo caso si vedrebbero costrette a pagare tutti quegli assets tossici che le banche nordiche si sono accorpate in pancia per speculare. E’ quindi pacifico che la Merkel dica cose del genere. Ha paura del crack totale della DBB (Deutch Bundesbank) e della BCE che è la stessa cosa.

Ci siamo vicini e molti di quelli che prima erano dei forti sostenitori della zona euro adesso vedono le cose in altra maniera e si rendono conto, forse con una certa malvagità, che l’unione europea (solamente economica e non politica) non ha nessun valore se non per i giochi finanziari che muovono certi finanzieri (Goldman Sachs, Soros, Merryll Lynch, Banca d’Inghilterra) alla più bassa e criminale speculazione. Altro che 1929!!!

 

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