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Negazio Sionismo giudaico.

17 ottobre 2010 Lascia un commento

In un articolo di “La Repubblica” il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, sottolinea la necessità di porre un freno ed un limite alla prevaricante, secondo lui, revisione storica che alcuni studiosi intendono portare avanti su quanto accadde durante la II Guerra Mondiale sullo sterminio degli ebrei.

Pur comprendendo le sue intenzioni e quelle dei suoi sostenitori, molti dei quali con il giudaismo non hanno nulla da condividere, trovo strano che si intenda mettere un bavaglio ad una concreta e onesta revisione della storia, di quanto accaduto, dei fatti e delle varie sfaccettature che pochi di noi conoscono. Non si può pensare che questa richiesta di aprire il vaso di Pandora sulle verità nascoste siano per la comunità ebraica un evento scomodo, perché lascerebbe intravvedere che molte vicende si siano sviluppate al fine di favorire la nascita dello stato di Israele; non si può ammettere che alcune persone, molte delle quali di religione ebraica, invece, non combattano a piene mani al fine di porre una onesta visione degli avvenimenti accaduti (si veda a questo proposito Gilad Atzom, Shlomo Sand e Finkestein, tutti ebrei e contrari a quanto richiesto da Pacifici).

Nell’articolo si evidenzia la necessità che lo Stato Italiano si deve assumere la veste di censore delle idee negozioniste /revisioniste e quindi non permesse dalla intellighenzia comune, così che chi non è d’accordo sia punito legalmente. Così accade in Germania dove il negazionismo/revisionismo è reato, vedasi il caso dell’avvocato Sylvia Stolz accusata di negazionismo perché s’era arrogata la difesa di uno che del negazionismo ne aveva fatto la sua fede di vita. Lei, l’avvocato, per questo lavoro fu condannata. Le premesse kafkiane ci sono tutte.

Quello che però pone il dubbio è: perché la comunità ebraica, bistrattata e malmenata da dx e da sx ha la necessità di evitare che sia fatta luce su un fatto storico di atroce barbarie che la coinvolge? Non è forse meglio, per la pace di tutti, che chi è colpevole abbia la giusta punizione? Perché evitare il confronto? Perché arrocarsi in posizioni che lasciano scoperto dubbi e circostanze delle quali l’ebraismo non ha bisongno? Sono domande lecite e non negazioniste, domande che non ricevono risposta se non quella sempre ormai stracotta della vergonga dello sterminio.  E strano ‘sto fatto!!

Cosa si vuol difendere e cosa si vuol nascondere?
Nessuno afferma che l’olocausto non ci sia stato e nessuno ammette che le leggi razziali in Germania, così come in altri paesi europei, abbiano avuto dei risultati di civiltà, ma allo stesso tempo è giusto che gli storici, tutti, anche quelli che la pensano diversamente, compiano i loro studi, siano liberi di elaborare le loro teorie, forse sbagliate, che potranno essere confutate dalle oggettive prove che il mondo intero porta giorno dopo giorno.

Perché voler sopprimere un pensiero? Non è forse l’idea migliore quella che daresti la propria vita affinché tu possa esprimere la tua idea? E quindi, perché mai voler ghettizzare, annichilire, sopprimere e rendere nullo un pensiero, ancorché contrastante e opposto? Che importa se contrario a quello comunemente condiviso? Forse che nell’idea condivisa si nasconde qualche falla di verità sottaciuta? E se è vero questa deduzione, possiamo permttere che i nostri figli crescano con la menzogna nel cuore e nella ragione?

Una parte che molti, tutti, dovrebbero tenere bene a mente è quanto ha espresso Sergio Romano sul Corsera «La storia non deve essere schiava dell’attualità e non deve essere dettata agli storici da memorie concorrenti. In uno Stato libero, non spetta ad alcuna autorità politica definire la verità storica e restringere la libertà dello storico sotto la minaccia di sanzioni penali» e sempre dal Corsera: “le università devono essere libere e all’interno ci deve essere una piena libertà di pensiero. La libertà di pensiero non deve tradursi in un delitto di opinione. Le opinioni non possono essere considerati dei reati. Nessuna legge deve limitare la libertà di insegnamento”.

Società allo sbando

17 ottobre 2010 Lascia un commento

Sara Scazzi, un nome sul quale molti hanno pensato male, un nome che invece fa venire alla mente le cose peggiori che alcuni esseri hanno potuto fare.

Non andrò a ripercorrere le vomitate giornalistiche di questi ultimi tempi, perché ne ho la nausea, ma vorrei soffermarmi sulla capacità mediatica dei diversi mezzi di informazioni di distrogere la realtà e di coinvolgere le persone, distraendole, dai problemi reali che affliggono la nostra società.

Le notizie nascono per essere incanalate a seconda delle necessità di chi le gestisce: vuoi per denaro, per potere o entrambi le cose. Tutte comunque finalizzate alla manipolazione delle masse. Non devono pensare e se un pensiero deve esserci che sia unico, quello stabilito dall’intellighenzia dominante.

Questa povera bambina, perché altro non la si può definire, ha subito una fine che nessuno sicuramente le avrebbe augurato, ma è accaduto. Il fatto in se, socialmente parlando, è di estrema importanza, perché segna un confine netto tra ciò che  permesso fare e quello che invece non ha un colore ben definito e lascia spazio a mille interpretazioni. La morale, per quella bambina, è che la morte ha prevalso nella sua giovane vita. Non sappiamo le motivivazioni e nemmeno le cause scatenanti l’omicidio, nessuno lo sa se non il suo omicida.

Dicevo, è un fatto socialmente importante, da analizzare, da sviscerare e da ricondurre nelle aule dei tribunali perché la giustizia faccia il suo corso.

Ma all’intero popolo italiano cosa può interessare una notizia del genere? Cosa può cambiare nel pensiero di un disoccupato che deve sfamare una famiglia, o di persone che a fatica arrivano a fine mese, perché in mobilità, o perché non trovano licenziati ad un’età non più “produttiva” ma che non hanno ancora raggiunto l’età pensionabile? Cosa può cambiare alla nostra economia? Ed alle piccole industrie che non raggiungono i fatturati necessari per avere un prestito in banca, cosa può influire una notizia del genere? Penso che il pensiero comune sia: nulla, niente, assolutamente insignificante. Certo dispiace, ma la vita qui, così come da voi, non cambia di una virgola.
La stessa cosa accadde per quel bambino di Vermicino, mesi e mesi di intere riprese di pianti di urla della gente e…nel frattempo la lira affondava sempre di più creando lo sbando economico che solo dopo anni poté riprendersi, ma il caso, voluto,  che in altr tempi sarebbe stato relegato alla pagina di cronaca, è stato l’aspirina per togliere i dolori dalla gente della perdita di lavoro, per le banche che annaspavano perché la lira subiva immani svuotamenti del suo valore e nel contempo i conti in banca dei vari italiani diventavano sempre più esigui prosciugati dalla mano feroce e criminale di alcune manovre finanziare che Soros e Company mossero contro l’Italia, la Sterlina e Marco Tedesco. Tutti eravamo incollati alla TV per quel bambino e mentre egli affondava sempre di più in quel budello di terra anche l’Italia scendeva con lui nel baratro finanziario con la complicità di altri nostri autorevoli politici, tra i quali il noto Ciampi. Nessuno disse nulla, e nemmeno i giornali più allineati dettero una rilevanza al disastro che si attuava, era necessario stare zitti e permettere agli “amici” di fare il loro lavoro di depredare l’Italia a più non posso.

La stessa cosa sta accadendo anche adesso: l’Italia allo sfascio, ma ora in maniera molto più subdola, perché se allora alcune nazioni furono coinvolte nello sfascio, adesso la scusa vale per tutte quelle che vorrebbero alzare la testa dalla compagine dei soci razziatori.
Non si può fare: tutti allineati e zitti! Altrimenti avrete le pezze al culo e il disastro sociale/economico e politico.

I primi mattoni per il disastro li hanno già messi per bene al loro posto: l’Unione Europea con il trattato di Lisbona, in cui chi comanda NON è il parlamento europeo, organo consultorio, ma bensì la Commissione Europea (non eletta da nessuno dei cittadini europei!!!) che risponde direttamente alle mani forti delle grandi multinazionali – i grandi gruppi bancari, assicurativi, finanziari,  il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Tutti organi preposti alla ruberia, al saccheggio, all’usura più perfida con l’appoggio dei vari politici, ormai vassalli dei potenti e non alla politica del popolo che li ha eletti.
Chi crede ancora alla democrazia è sicuramente un grande illuso, illuso per il semplice motivo che non è mai esistita e tanto meno quanto più i politici ne urlano i suoi pregi.

Ogni giorno ci sarebbe di che parlarne, perché i nostri problemi, quelli dell’economia, dell’agricoltura che non funziona, della finanza, della possibilità di un popolo di sopravvivere sono problemi che coinvolgono tutti senza distinzioni, dal più piccolo come al più grande, ma è per il bene sociale che non se ne parla. Meglio stare zitti, non dire nulla e dare l’impressione che ci si preoccupa per una povera bambina piuttosto per il baratro che stiamo affrontando e dal quale la via di fuga ci è preclusa. Come i lemmings accettiamo il suicidio di massa, nessuno che alzi la testa.

Vietato pensare, parlare di cose ben più importanti e più coinvolgenti. No! E…come dice il detto: un bel tacer non fu mai scritto. I fatti, quelli che contano, quelli che fanno muovere la nostra locomotiva italiana non vengono mai accennati, ma tenuti nascosti. Chissà perché? Eppure qualcuno sostiene che non bisogna essere pessimisti e che la soluzione c’è sempre e comunque, certo!

Anche quella di morire di fame, di inedia, di disoccupazione!

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